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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della I Commissione permanente
(Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni)
I Commissione

SOMMARIO

Mercoledì 6 ottobre 2010


SEDE LEGISLATIVA:

Variazioni nella composizione della Commissione ... 19

Sulla pubblicità dei lavori ... 19

Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime di tragedie causate dall'incuria dell'uomo e dalle calamità naturali. C. 197 Murgia e C. 3351 Rossa (Discussione e conclusione - Approvazione) ... 19

SEDE CONSULTIVA:

Schema di Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013. Doc. LVII, n. 3 (Parere alla V Commissione) (Seguito esame e conclusione - Parere favorevole) ... 20
ALLEGATO 1 (Parere approvato) ... 29

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

SEDE REFERENTE:

Modifica all'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, concernente il divieto di indossare gli indumenti denominati burqa e niqab. C. 627 Binetti, C. 2422 Sbai, C. 2769 Cota, C. 3018 Mantini, C. 3020 Amici, C. 3183 Lanzillotta, C. 3205 Vassallo, C. 3368 Vaccaro, C. 3715 Reguzzoni e C. 3719 Garagnani (Seguito dell'esame e rinvio) ... 23

ATTI DEL GOVERNO:

Schema di decreto ministeriale per la fissazione del numero massimo di visti di ingresso per l'accesso all'istruzione universitaria e di alta formazione artistica, musicale e coreutica degli studenti stranieri per l'anno accademico 2010-2011. Atto n. 253 (Seguito dell'esame e rinvio) ... 24
ALLEGATO 2 (Proposta di parere del relatore) ... 30

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, in attuazione dell'articolo 2, commi da 8-bis a 8-sexies, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25. Atto n. 255 (Esame e rinvio) ... 25

SEDE CONSULTIVA:

Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento. Nuovo testo C. 2350 , approvato in un testo unificato dal Senato ed abb. (Parere alla XII Commissione) (Seguito esame e rinvio) ... 28

I Commissione - Resoconto di mercoledì 6 ottobre 2010


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SEDE LEGISLATIVA

Mercoledì 6 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Alfredo Mantovano.

La seduta comincia alle 14.05.


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Variazioni nella composizione della Commissione.

Donato BRUNO, presidente, avverte che il deputato Carmelo Briguglio del gruppo «Futuro e Libertà per l'Italia», è entrato a far parte della I Commissione.

Sulla pubblicità dei lavori.

Donato BRUNO, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 65, comma 2, del regolamento, la pubblicità delle sedute per la discussione in sede legislativa è assicurata, oltre che con il resoconto stenografico, anche tramite la trasmissione attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime di tragedie causate dall'incuria dell'uomo e dalle calamità naturali.
C. 197 Murgia e C. 3351 Rossa.

(Discussione e conclusione - Approvazione).

La Commissione inizia la discussione.
Comunica che, nella seduta odierna, l'Assemblea ha deliberato il trasferimento in sede legislativa della proposta di legge C. 197 Murgia e dell'abbinata proposta di legge C. 3351 Rossa, recanti l'istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime di tragedie causate dall'incuria dell'uomo e dalle calamità naturali. Dichiara quindi aperta la discussione sulle linee generali.

Annagrazia CALABRIA (PdL), relatore, si richiama alla relazione illustrativa svolta nel corso dell'esame in sede referente sui provvedimenti in titolo.

Il Sottosegretario Alfredo MANTOVANO rinuncia ad intervenire.

Donato BRUNO, presidente, non essendovi iscritti a parlare, dichiara chiusa la discussione sulle linee generali.

Annagrazia CALABRIA (PdL), relatore, propone di adottare come testo base per il seguito dell'esame la proposta di legge C. 3351 Rossa, come modificata nel corso dell'esame in sede referente.

La Commissione adotta come testo base la proposta di legge C. 3351 Rossa, come modificata nel corso dell'esame in sede referente.

Donato BRUNO, presidente, non essendovi obiezioni, fissa il termine per la presentazione di emendamenti alle ore 14.20 di oggi. Sospende quindi brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 14.15, è ripresa alle 14.20.

Donato BRUNO, presidente, avverte che non sono stati presentati emendamenti.

La Commissione con distinte votazioni, approva gli articoli 1, 2 e 3 della proposta di legge C. 3351 Rossa, come modificata nel corso dell'esame in sede referente, adottata come testo base.

Sesa AMICI (PD), intervenendo per dichiarazione di voto finale, ringrazia- anche a nome della presentatrice della proposta di legge, impossibilitata a partecipare alla seduta odierna - la relatrice ed il presidente per l'impegno dimostrato al fine di consentire una celere approvazione della proposta di legge in titolo.
Preannuncia quindi il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in esame.

Giuseppe CALDERISI (PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in esame.

Pierguido VANALLI (LNP) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in esame.

David FAVIA (IdV) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in esame.

Mario TASSONE (UdC) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sul provvedimento in esame.


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Raffaele VOLPI (LNP) intervenendo in dissenso rispetto al proprio gruppo, preannuncia che si asterrà dalla votazione finale sulla proposta di legge in titolo.

Donato BRUNO, presidente, dà conto delle sostituzioni comunicate alla Presidenza e dei deputati in missione.

La Commissione approva, con votazione nominale finale, la proposta di legge C. 3351 Rossa, come modificata dalla Commissione nel corso dell'esame in sede referente, autorizzando inoltre la presidenza al coordinamento formale del testo approvato.

Donato BRUNO, presidente, avverte che risulta così assorbita la proposta di legge C. 197 Murgia.

La seduta termina alle 14.30.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 6 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Alfredo Mantovano.

La seduta comincia alle 14.30.

Schema di Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013.
Doc. LVII, n. 3.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 5 ottobre 2010.

Gianclaudio BRESSA (PD) esprime imbarazzo nell'affrontare argomenti di grande rilievo e delicatezza di fronte ad un documento come quello all'esame della Commissione.
Sottolinea come il dato politico che emerge riguarda in primo luogo l'atteggiamento dell'Esecutivo, che rileva come le decisioni vere siano quelle che sono state già assunte con il decreto-legge n. 78 del 2010. Da allora nulla è cambiato, ad avviso del Governo, e gli interventi adottati sono stati così «centrati» da essere risolutivi rispetto ai problemi del Paese.
Ricorda quindi che le modeste previsioni che riguardano il PIL per il prossimo triennio, sottolineando come, al contempo, si preveda una riduzione del gettito fiscale, in un contesto in cui l'Unione europea si sta per approvare una nuova procedura che riguarda i criteri del Patto di Stabilità, che richiederà ulteriori interventi per i prossimi tre anni affinché siano assicurati avanzi primari pari ad al meno il 5 per cento. Dai documenti elaborati del Governo le previsioni indicano invece un avanzo primario di circa il 2 per cento per il prossimo triennio.
Sottolinea, pertanto, come il documento in esame si collochi al di fuori della realtà del Paese e delle prospettive europee.
Si sofferma, quindi, sul conto economico delle amministrazioni locali, per il quale vi è una previsione di 255 miliardi di euro per il 2010 e di 250 miliardi di euro circa per il 2011, con un decremento complessivo pari a quasi 6 miliardi di euro.
Ricorda, inoltre, come proprio in questi giorni la Commissione abbia avviato l'esame dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di determinazione dei fabbisogni standard di Comuni, città metropolitane e province, sul quale esprimerà i propri rilievi alla Commissione parlamentare sul federalismo fiscale. Rileva come in tale provvedimento si precisa con chiarezza che gli interventi previsti devono essere assunti a risorse invariate.
Sottolinea pertanto come un'analisi di insieme dei due documenti non consente di comprendere quale sia la logica che ne


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è a fondamento: da una parte si riducono le risorse e dall'altra non si prevede alcuna possibilità per gli enti locali di discostarsi dai valori attuali. Si tratta dunque di misure poco chiare che sembrano nascondere problemi rilevanti.
Evidenzia poi come sia oramai evidente come la manovra adottata con il decreto legge n. 78 del 2010 sia, di fatto, «fuori asse» rispetto alle previsioni del patto di stabilità e crescita europeo. Al contempo, non si comprende come si possa pensare di avviare il federalismo fiscale «a risorse invariate».
Ritiene che sarebbe invece dovere di un Governo serio e responsabile spiegare al Paese le reali prospettive economiche e finanziare dei prossimi tre anni, anziché proporre documenti che si collocano al di fuori dalla realtà.

Paolo FONTANELLI (PD), nel richiamare le considerazioni testé espresse dal collega Bressa, ricorda preliminarmente come nello stesso documento in esame si afferma che esso costituisce il primo e l'ultimo, in considerazione di quanto già deciso e degli indirizzi che saranno assunti in sede europea. Al tempo stesso, il DFP si presenta come un documento totalmente ininfluente sotto il profilo concreto. Esso mette in evidenza un'enorme carenza di riflessione sul futuro: si va, infatti, verso una nuova definizione del Patto di Stabilità in sede europea ed è necessario comprendere da dove si parte e dove si intende arrivare.
Ritiene inoltre che la fotografia dell'esistente operata con il documento in esame sia espressione della profonda inadeguatezza politica del Governo di fronte alla crisi economica. Lo stesso ministro Tremonti, infatti, ha affermato nella giornata di ieri che la situazione è sostanzialmente positiva e non vi sono molti interventi da assumere. La realtà è invece che ci si trova di fronte ad una crisi evidente, ad un aumento dell'allarme sociale ed ad una difficoltà di tenuta dei redditi più bassi; a ciò si accompagna una politica economica di carattere depressivo e le stesse cifre fornite dal Governo confermano previsioni di crescita non positive.
Dal documento in esame emerge quindi una chiara valutazione della mancanza di capacità di guida politica del Governo ed un quadro di riferimento totalmente ininfluente sotto il profilo concreto.
Per quanto riguarda gli enti locali ed il federalismo fiscale, ricorda come quest'ultimo sia più volte «sbandierato» come elemento risolutore di ogni problema. Sottolinea tuttavia come fino a questo momento siano stati presentati al Parlamento provvedimenti che, contraddicendo il percorso normativo individuato dalla legge n. 42 del 2009, si presentano come «gusci vuoti», che rimandano ad altri, successivi provvedimenti. In tale ambito, inoltre, vengono presentate ipotesi macchinose di calcolo e tabelle di difficile lettura che mettono insieme dati riguardanti comparti eterogenei.
Sottolinea invece come ci si trovi di fronte ad una situazione di fortissima difficoltà e di grande livello di sofferenza per il sistema delle autonomie locali che deve essere tenuto presente con attenzione.

Mario TASSONE (UdC) intende svolgere una valutazione di carattere generale sul documento in esame, che pone l'attenzione sulla tecnica dei conti per nascondere altri importanti profili politici. Lo stesso è stato fatto con la manovra economica adottata e con il federalismo fiscale, con un metodo che nasconde una serie di insufficienze e cerca di stabilizzare la situazione in previsione di una nuova distribuzione di ruoli nel territorio nazionale.
Sottolinea come, nella realtà, non vi sia alcun tipo di attenzione, da parte della maggioranza, agli allarmi lanciati dagli enti locali. Questa poteva essere l'occasione per affrontare tali profili e venire incontro alle sofferenze delle autonomie locali, enunciate da ultimo in un convegno svolto a Cittanova. Si è preferito invece rifugiarsi dietro a dati e tabelle. Non è stata in alcun modo affrontata la problematica


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dei servizi e le questioni che riguardano il Patto di Stabilità, soprattutto alla luce dell'autonomia fiscale e della decurtazione dei contributi da parte dello Stato. Si sofferma quindi sul problema dei livelli essenziali.
Ribadisce, in conclusione, come il documento in esame si presenti come altamente articolato sotto il profilo tecnico e fondato sulle molte innovazioni che si intendono adottare per non affrontare i grandi problemi sentiti dalle autonomie locali e le questioni reali del Paese.

David FAVIA (IdV) esprime, come già altri colleghi, un imbarazzo evidente ad affrontare una discussione su un documento di fatto già superato dal decreto-legge n. 78 del 2010 e dalle decisioni europee.
Esprime comunque una valutazione fortemente contraria poiché sono disposti tagli senza al contempo prevedere investimenti. Non si è infatti voluto prevedere, come negli Stati Uniti, un forte intervento pubblico di rilancio dell'economia.
Al contempo, è nota a tutti «l'insurrezione» di tutte le regioni d'Italia per i tagli previsti, che coinvolgeranno a cascata anche i trasferimenti in favore delle autonomie locali.
Ribadisce, dunque, che si sarebbe dovuto insistere sulla leva del rilancio. Invece questo non è stato fatto e, al tempo stesso, ci si trova di fronte ad un aumento del debito pubblico e ad una previsione di rientro nel tempo che nella migliore delle ipotesi fa tornare ai valori degli inizi del 2008.
Evidenzia dunque come il documento in esame rappresenti un «libro dei sogni» che non tiene conto della reale situazione del paese, in cui vi è invece un aumento della disoccupazione soprattutto per le persone di media età ed un incremento del precariato perché non vi sono interventi da parte del Governo, con conseguenti disordini sociali. Richiama quindi situazioni come quelle di Fincantieri e rileva come nulla si faccia per stimolare investimenti pubblici, probabilmente perché si preferisce finanziare iniziative in Libia o realtà come quella di Alitalia.
Segnala inoltre come cresca in maniera evidente l'economia sommersa e come la ripresa in Italia dia segnali tra i peggiori in Europa.
Ritiene quindi imbarazzante il documento in esame, da un punto di vista formale così come sostanziale.

Beatrice LORENZIN (PdL) intende soffermarsi su alcuni elementi formali e sostanziali emersi nel corso della discussione. In primo luogo, non comprende i rilievi espressi dai rappresentanti del partito democratico e richiama le importanti innovazioni introdotte con la nuova legge di contabilità (n. 196 del 2009) che consente di rendere maggiormente leggibile e trasparente il bilancio del settore statale.
Rileva quindi come il documento in esame si presenti corretto sotto il profilo istituzionale. Da un punto di vista sostanziale, ricorda come il Paese stia uscendo da una grave crisi finanziaria ed il Governo abbia positivamente resistito alle tante «chiamate delle sirene» che avrebbero portato oggi ad un forte aumento della spesa pubblica e ad un indebitamento netto insostenibile rispetto ai parametri europei. È stata quindi data al Paese la credibilità necessaria e non comprende pertanto gli interventi critici svolti, che parlano di un immobilismo da parte del Governo o di carenze nella politica economica.

Raffaele VOLPI (LNP), relatore, presenta una proposta di parere sul documento in esame, che illustra (vedi allegato 1).
Nel parere ha ritenuto, in particolare, opportuno sottolineare l'importanza di portare avanti con determinazione la riforma strutturale della pubblica amministrazione, alla luce dell'impatto positivo che l'innalzamento dei livelli di produttività in tale ambito e l'incremento dell'efficacia dell'azione amministrativa possono avere sulla produttività dell'economia nel suo complesso.
Al tempo stesso, con riferimento agli interventi volti ad accelerare il processo di


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digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche, ha ritenuto opportuno richiamare le risultanze contenute nel documento conclusivo approvato 16 dicembre 2009 dalla I Commissione, al termine di un'indagine conoscitiva sull'informatizzazione della pubblica amministrazione. In tale documento erano state formulate infatti approfondite considerazioni, anche di carattere critico, sulla base delle audizioni svolte.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 15.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 6 ottobre 2010.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.05 alle 15.25.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 6 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Alfredo Mantovano.

La seduta comincia alle 15.25.

Modifica all'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, concernente il divieto di indossare gli indumenti denominati burqa e niqab.
C. 627 Binetti, C. 2422 Sbai, C. 2769 Cota, C. 3018 Mantini, C. 3020 Amici, C. 3183 Lanzillotta, C. 3205 Vassallo, C. 3368 Vaccaro, C. 3715 Reguzzoni e C. 3719 Garagnani.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 ottobre 2010.

Il sottosegretario Alfredo MANTOVANO rileva preliminarmente come il Governo segua con grande attenzione l'esame parlamentare dei provvedimenti in titolo. Ricorda, quindi, che da circa un anno è stato istituito il Comitato per l'Islam italiano, composto per metà da appartenenti alla confessione religiosa islamica - scelti in rappresentanza non di comunità ma per le loro competenze personali - l'altra metà dei componenti comprende studiosi della materia di comprovata esperienza professionale valutata, in particolare, sulla base dello loro pubblicazioni.
Fa presente che il Comitato in questa fase sta lavorando a tematiche di particolare rilievo; al contempo, in occasione della riunione che si è svolta il 14 luglio 2010, ha adottato un parere sulle proposte di legge in titolo che è stato trasmesso dal Ministro dell'interno alla I Commissione.
Per quanto riguarda, dunque, una normativa che riguarda l'utilizzo del burqa e niqab, il Comitato prende atto del dibattito emerso in molti paesi europei che ha portato, da ultimo, la Francia ad approvare una disciplina specifica. A ciò si aggiunga che non mancano paesi a maggioranza islamica in cui sono emerse posizioni critiche rispetto a tali indumenti, con ciò facendo intendere che il problema non riguarda solo le comunità immigrate.
Ricorda che il riferimento normativo dell'ordinamento italiano è costituito dall'articolo 5 della legge n. 152 del 1975, che vieta l'uso di caschi protettivi o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo. A ciò hanno fatto seguito ordinanze di alcuni sindaci di comuni italiani contro le quali è stato adito il Consiglio di Stato che, con la sentenza n. 3076 della VI sezione, del 19 giugno 2008, ha censurato una ordinanza del 2004 del sindaco di Azzano Decimo. Il Consiglio di Stato ha infatti ritenuto che il burqa non costituisca una maschera ma un tradizionale capo di abbigliamento di alcune popolazioni, tuttora utilizzato anche con aspetti di pratica religiosa, il cui


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uso costituisce attuazione di una tradizione di determinate popolazioni e culture.
Richiama quindi la descrizione dei diversi capi di abbigliamento femminile effettuata dal Comitato per l'Islam italiano nel parere espresso.
Sottolinea pertanto come nella discussione svolta nell'ambito del predetto Comitato sia emersa la necessità di individuare un punto di equilibrio tra tre distinti profili: l'interesse dello Stato alla sicurezza pubblica, quello della donna a non essere discriminata e lesa nella sua dignità e quello della libertà religiosa.
In questo quadro, il primo interesse - quello dello Stato alla pubblica sicurezza - è indubbio per chiunque, non potendosi non sostenere che il terrorismo continua ad essere un grave problema e che indumenti che nascondono completamente il volto pongono evidenti questioni di ordine pubblico. Sono emerse invece talune divergenze sugli altri due profili. Per quanto riguarda l'interesse della donna a non essere lesa nella sua dignità, vi sono tesi contrapposte. Il Comitato ha richiamato, ad esempio, una lettera di 26 donne italiane convertite all'Islam in cui si rivendica il diritto ad indossare tali indumenti paradossalmente proprio come manifestazione della propria femminilità. Ovviamente vi sono tesi contrapposte a questa.
Ricorda poi come neanche sul terzo profilo - quello della libertà religiosa- vi sia un consenso unanime: il Comitato ha esaminato la questione in più sedute giungendo alla conclusione per cui - diversamente da quanto evidenziato dal Consiglio di Stato che ha ritenuto l'utilizzo del burqa e del niqab una prescrizione della religione islamica - sulla base di una ricostruzione storica e di una argomentazione esegetica non si può affermare che tali indumenti abbiano origine coranica.
Evidenzia come da ciò deriva come l'unico interesse che va incontrovertibilmente preso in considerazione è quello di ordine pubblico, in base al quale persone vestite in modo da non essere riconoscibili non possano essere identificate dalle forze dell'ordine. La riconoscibilità delle persone deve essere garantita, tanto più a fronte del rischio internazionale collegato al terrorismo.
Rileva che il Comitato, al tempo stesso, ha formulato alcune raccomandazioni per la formulazione della legge che il Parlamento vorrà adottare. Il Comitato, in particolare, invita alla cautela, nel senso di fare riferimento nel testo agli indumenti denominati burqa e niqab poiché altrimenti la nuova disciplina normativa non avrebbe una finalità chiarificatoria rispetto all'interpretazione finora emersa in sede giurisdizionale. Al tempo stesso, il Comitato mette in dubbio il nesso causale necessario tra il burqa e niqab da una parte e la religione islamica e all'affiliazione religiosa dall'altra parte.
Fa presente come sarà poi il Parlamento a valutare l'opportunità di prevedere deroghe al divieto all'interno di luoghi di culto. In ogni modo, ad avviso del Comitato, «deconfessionalizzare» la legge appare il miglior modo per non alimentare polemiche.

Donato BRUNO, presidente, fa presente che la prossima settimana si concluderà la discussione di carattere generale sul provvedimento. Quindi, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.40.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 6 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Giuseppe Cossiga.

La seduta comincia alle 15.40.

Schema di decreto ministeriale per la fissazione del numero massimo di visti di ingresso per l'accesso all'istruzione universitaria e di alta formazione artistica, musicale e coreutica degli studenti stranieri per l'anno accademico 2010-2011.
Atto n. 253.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 ottobre 2010.


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Jole SANTELLI (PdL) presenta una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame (vedi allegato 2).

Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, in attuazione dell'articolo 2, commi da 8-bis a 8-sexies, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25.
Atto n. 255.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA, intende svolgere alcune considerazioni preliminari riguardanti il provvedimento di cui la Commissione inizia oggi l'esame.
Si sofferma, in particolare, sulla soppressione della Direzione generale della sanità militare, che avviene dopo un periodo di sperimentazione, ai sensi del decreto ministeriale del 1o febbraio 2010. Il provvedimento provvede ad assegnare le funzioni amministrative gestionali e operative della suddetta Direzione all'area del Segretariato generale della difesa mentre ulteriori competenze in materia di personale e beni e servizi sono riallocate presso due direzioni generali.
Esprime comunque si d'ora la piena disponibilità del Governo a comunicare alla Commissione gli atti successivi che saranno assunti in materia.

Maria Elena STASI (PdL), relatore, illustra lo schema di decreto del Presidente della Repubblica in titolo, adottato in attuazione dell'articolo 2, commi da 8-bis a 8-sexies del decreto-legge n. 194 del 2009, che prevede un riassetto dell'organizzazione dei singoli ministeri che consenta una riduzione degli uffici dirigenziali di livello non generale e delle relative dotazioni organiche in misura non inferiore al 10 per cento di quella già ottenuta in applicazione dell'articolo 74 del decreto-legge n. 112 del 2008.
Ricorda che quest'ultimo impegnava i singoli ministeri, tra l'altro, a una riduzione degli uffici dirigenziali di livello generale e di quelli di livello non generale in misura non inferiore, rispettivamente, al 20 e 15 per cento di quelli esistenti. Per l'applicazione di tale disposizione al Ministero della difesa è intervenuto il decreto del Presidente della Repubblica n. 145 del 2009.
Peraltro, il comma 8-quinquies del citato decreto-legge n. 194 inserisce il personale delle Forze armate tra le categorie alle quali non si applica la riduzione. Lo schema di decreto prende quindi in esame unicamente il personale civile e amministrativo del Ministero della difesa.
Fa presente che lo schema tende quindi a razionalizzare e ottimizzare l'organizzazione delle spese e dei costi del funzionamento del Ministero della difesa. A tal fine si procede alla modifica di talune disposizioni del Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90 (la cui entrata in vigore è prevista per il 9 ottobre 2010).
Con riferimento alla circostanza che il provvedimento apporti modifiche ad un testo normativo non ancora entrato in vigore, la relazione illustrativa precisa che evidenti ragioni di successione delle leggi nel tempo hanno indotto ad adottare tale tecnica di novellazione. Infatti, ove si fossero apportate modifiche alle norme vigenti in questo momento, queste modifiche sarebbero state comunque superate al momento dell'entrata in vigore del testo unico regolamentare.
Si sofferma quindi sulle principali modifiche introdotte dallo schema rispetto all'attuale ordinamento.
In primo luogo, viene ridisegnata la struttura delle Direzioni generali del Ministero. A tal fine lo schema sopprime le


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attuali Direzioni generali degli armamenti terrestri, degli armamenti navali e degli armamenti aeronautici (con i relativi 66 uffici dirigenziali non generali e gli 8 uffici tecnici territoriali), concentrando tutta l'attività di procurement, presso la Segreteria generale, nella quale vengono costituite tre nuove direzioni. Nell'ambito dello stesso Segretariato generale, le competenze in materia di informatica passano da un reparto ad una nuova direzione appositamente costituita (il numero delle direzioni rimane invariato perché, contemporaneamente viene soppressa la direzione generale della sanità militare).
Le strutture di livello dirigenziale che compongono il Segretariato passano pertanto da cinque a nove e il Segretariato viene ad essere costituito da cinque Reparti (Personale; Coordinamento amministrativo; Politica industriale e relazioni internazionali; Coordinamento dei programmi di armamento; Innovazione tecnologica) e quattro Direzioni (informatica; armamenti terrestri (TERRARM); armamenti navali (NAVARM); armamenti aeronautici (ARMAEREO). Attualmente il segretariato è organizzato in cinque reparti (Personale; Coordinamento amministrativo e controllo della spesa; Politica degli armamenti; Programmi di armamento; Informatica; statistica, standardizzazione e assicurazione qualità dei materiali).
Vengono poi ridotti i membri ordinari con diritto di voto del Consiglio superiore delle Forze armate, attraverso l'esclusione, come riferito dalla relazione, dei 5 ufficiali superiori delle diverse Forze armate, attualmente previsti con funzioni di relatori per gli affari militari e tecnici (in tal senso interviene l'articolo 1 comma 1 lettera a).
Si sopprime la Direzione generale della sanità militare (con relativi 10 uffici dirigenziali non generali), i cui compiti sono attribuiti in parte al Capo di stato maggiore della difesa (per quel che concerne la direzione e il coordinamento dell'attività e dei servizi sanitari militari, la formazione del personale sanitario, tecnico e specializzato militare e civile destinato a enti e reparti sia centrali che periferici) e in parte alla Direzione generale di commissariato e di servizi generali per quel che concerne le competenze tecnico-contrattuali e gestionali in tema di materiali sanitari e farmaceutici (in tal senso intervengono l'articolo 1 comma 1 lettere b), f) e m).
Si procede inoltre (articolo 1, comma 1, lettera c)) alla separazione dell'Ufficio generale del Segretario generale in due distinte strutture, di livello dirigenziale, la prima delle quali mantiene la denominazione e le precedenti competenze escluse quelle in materia di bilancio e programmazione relativa al Segretariato, che vengono assegnate ad un secondo ufficio; è inoltre istituita la possibilità di attribuire la reggenza dell'Ufficio generale del Segretario generale anche a un dirigente civile di seconda fascia.
Nell'ambito del Segretariato generale gli uffici di livello dirigenziale non generale passano, per effetto delle modifiche illustrate, da 47 a 111, dei quali 8 relativi ad uffici tecnici territoriali dipendenti dalle istituende Direzioni e dall'Ufficio generale del Segretario generale (articolo 1, comma 1, lettera c).
Il provvedimento prevede altresì la riduzione di una posizione dirigenziale non generale nell'Ufficio centrale del Bilancio e degli affari finanziari (articolo 1 comma 1 lettera d); la riduzione di una posizione dirigenziale non generale nell'Ufficio centrale per le ispezioni amministrative (articolo 1 comma 1 lettera e); la riduzione di una posizione dirigenziale non generale nella direzione generale per il personale militare (articolo 1 comma 1 lettera g); la riduzione di una posizione dirigenziale non generale nella direzione generale per il personale civile (articolo 1 comma 1 lettera h); la riduzione di una posizione dirigenziale non generale nella direzione generale della previdenza militare, della leva e del collocamento dei volontari congedati (articolo 1 comma 1 lettera i); la riduzione di una posizione dirigenziale non generale nella direzione generale dei lavori e del demanio, che è altresì privata della competenza relativa alla predisposizione e implementazione delle reti informatiche,


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attribuita alla prima direzione tecnica del Segretariato Generale (articolo 1 comma 1 lettera l); e la riduzione di una posizione dirigenziale non generale nella direzione generale di commissariato e di servizi generali, alla quale sono altresì attribuite le competenze tecnico-contrattuali e gestionali in tema di materiali sanitari e farmaceutici attualmente di pertinenza della direzione generale della Sanità militare (articolo 1 comma 1 lettera m).
La relazione illustrativa dello schema di decreto in esame indica complessivamente in 32 (16 militari e 16 civili) il numero delle posizioni di livello dirigenziale non generale soppresse dal provvedimento. Le suddette posizioni passano pertanto dalle attuali 318 a 286.
Conseguentemente, viene ridotta da 175 a 159 unità la dotazione organica complessiva dei dirigenti di prima e di seconda fascia del Ministero cui si applica il CCNL area 1-dirigenti e da 37.242 a 33.402 unità la dotazione organica complessiva del personale civile non dirigenziale del Ministero della difesa. Viene ridotta da 164 a 148 unità la dotazione organica dei dirigenti di seconda fascia del Ministero della difesa. Si passa inoltre da 5.276 a 5.266 unità per l'area 3o della dotazione organica complessiva del personale civile di livello non dirigenziale del Ministero della difesa e da 31.805 a 27.975 unità per l'area 2o della medesima dotazione organica.
Rileva, in conclusione, che articolo 2 del decreto-legge n. 194 del 2009, sulla base della quale è stato adottato il provvedimento in esame, prevede esclusivamente una riduzione delle posizioni di livello dirigenziale non generale, mentre lo schema di decreto in esame opera un riassetto più ampio, che coinvolge anche le direzioni generali: in particolare si prevede la soppressione della direzione relativa alla sanità militare, il trasferimento delle tre direzioni in materia di politica degli armamenti alle dipendenze del Segretariato generale e l'istituzione di una direzione informatica.
Al riguardo va tenuto presente che l'organizzazione del Ministero della difesa rientra tra le materie che sono disciplinate ai sensi dell'articolo 17 comma 2 della legge n. 400 del 1988 e cioè con regolamenti nel rispetto delle norme generali regolatrici della materia previste con legge.
Nel caso specifico, occorre quindi valutare quali norme di legge consentano le modifiche sulle direzioni generali previste dallo schema di decreto, questione sulla quale è testè intervenuto il sottosegretario Cossiga.
Il Consiglio di Stato, nel parere espresso sullo schema di decreto il 26 agosto 2010, individua la norma generale regolatrice della materia nell'articolo 8 della legge n. 25 del 1997, che prevede l'unificazione presso l'ufficio del Segretario generale della Difesa (che ha anche l'incarico di Direttore generale degli armamenti) delle attribuzioni e delle attività concernenti la politica industriale e tecnologica, la ricerca e lo sviluppo, in tal senso prefigurando una deroga alla configurazione generale nell'ordinamento della figura del Segretario generale che, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo n. 300 del 1999, avrebbe solo compiti di coordinamento e vigilanza degli uffici e delle attività del Ministero e non di diretta gestione delle stesse.
Il Consiglio di Stato ricorda che anche il codice dell'ordinamento militare (Decreto legislativo n. 66 del 2010), all'articolo 43, rimette al Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare (decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010) la definizione delle competenze e dell'ordinamento del Segretariato generale della difesa.
Sulla questione della soppressione della Direzione generale della sanità militare rispetto al principio dell'unificazione presso l'Ufficio del Segretariato generale della difesa delle attribuzioni e delle attività concernente la politica industriale e tecnologica, la ricerca e lo sviluppo, richiama quanto evidenziato dal sottosegretario Cossiga nella seduta odierna.


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Donato BRUNO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.50.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 6 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Donato BRUNO.

La seduta comincia alle 15.50.

Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento.
Nuovo testo C. 2350, approvato in un testo unificato dal Senato ed abb.

(Parere alla XII Commissione).
(Seguito esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 ottobre 2010.

Donato BRUNO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.55.

I Commissione - Mercoledì 6 ottobre 2010


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ALLEGATO 1

Schema di Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013 (Doc. LVII, n. 3).

PARERE APPROVATO

La I Commissione,
esaminato, per gli aspetti di competenza, lo schema della Decisione di finanza pubblica 2011-2013;
considerata l'importanza di portare avanti con determinazione la riforma strutturale della pubblica amministrazione, alla luce dell'impatto positivo che l'innalzamento dei livelli di produttività in tale ambito e l'incremento dell'efficacia dell'azione amministrativa possono avere sulla produttività dell'economia nel suo complesso;
condivisi, altresì, gli interventi volti ad accelerare il processo di digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche, al fine da realizzare un dialogo più immediato e semplice con cittadini e imprese e conseguire processi produttivi e organizzativi più efficienti in settori quali quello della giustizia, della sanità e dell'istruzione; richiamate, in tale quadro, le risultanze contenute nel documento conclusivo approvato 16 dicembre 2009 dalla I Commissione, al termine di un'indagine conoscitiva sull'informatizzazione della pubblica amministrazione,
esprime

PARERE FAVOREVOLE.


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ALLEGATO 2

Schema di decreto ministeriale per la fissazione del numero massimo di visti di ingresso per l'accesso all'istruzione universitaria e di alta formazione artistica, musicale e coreutica degli studenti stranieri per l'anno accademico 2010-2011 (Atto n. 253).

PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE

La I Commissione,
esaminato, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, lo schema di decreto ministeriale per la fissazione del numero massimo di visti di ingresso per l'accesso all'istruzione universitaria e di alta formazione artistica, musicale e coreutica degli studenti stranieri per l'anno accademico 2010-2011 (atto n. 253),
esprime

PARERE FAVOREVOLE.
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