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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della XI Commissione permanente
(Lavoro pubblico e privato)
XI Commissione

SOMMARIO

Giovedì 21 ottobre 2010


SEDE CONSULTIVA:

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2011). C. 3778 Governo.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013. C. 3779 Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (limitatamente alle parti di competenza) (Parere alla V Commissione) (Esame congiunto e rinvio) ... 97

XI Commissione - Resoconto di giovedì 21 ottobre 2010


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SEDE CONSULTIVA

Giovedì 21 ottobre 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 10.40.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2011.
C. 3778 Governo.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013.
C. 3779 Governo.

Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (limitatamente alle parti di competenza).

Tabella n 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 (limitatamente alle parti di competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

Silvano MOFFA, presidente, ricorda anzitutto che, poiché nella giornata di ieri sono stati assegnati i disegni di legge in titolo, secondo quanto previsto dall'articolo 119, comma 6, del Regolamento, la Commissione dovrà sospendere ogni attività legislativa, fatte salve le attività dovute, finché non avrà riferito alla V Commissione sui predetti disegni di legge; la Commissione potrà, peraltro, procedere all'esame in sede referente e in sede consultiva dei cosiddetti «provvedimenti dovuti».
Fa presente, quindi, che la Commissione è chiamata ad esaminare i predetti disegni di legge, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, per le parti di propria competenza; l'esame si concluderà con la trasmissione alla V Commissione (Bilancio) di una relazione per ciascuno degli stati di previsione esaminati e delle connesse parti del disegno di legge di stabilità, e con la nomina di un relatore,


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il quale potrà partecipare alle sedute di quella Commissione. Ricorda che la Commissione potrà esaminare, inoltre, gli eventuali emendamenti riferiti alle parti di sua competenza. Per quanto riguarda gli emendamenti al disegno di legge di bilancio, ai sensi dell'articolo 121, comma 1, del Regolamento, segnala che gli emendamenti proponenti variazioni compensative all'interno dei singoli stati di previsione devono essere presentati presso le Commissioni in sede consultiva; gli emendamenti approvati saranno inseriti nella relazione della Commissione, mentre gli emendamenti respinti potranno essere successivamente ripresentati, ai sensi dell'articolo 121, comma 4, del Regolamento, nel corso dell'esame in Assemblea. Potranno inoltre essere presentati e votati in Commissione anche emendamenti concernenti variazioni non compensative ovvero variazioni compensate non all'interno del medesimo stato di previsione. Anche tali emendamenti, ove approvati, saranno inseriti nella relazione della Commissione; nel caso in cui tali ultimi emendamenti fossero respinti, è invece necessario che gli stessi vengano ripresentati alla V Commissione, anche al solo fine di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della ripresentazione in Assemblea.
Fa notare che analoghe regole di esame si applicano anche agli eventuali emendamenti riferiti alle parti di competenza della Commissione del disegno di legge di stabilità. Nelle Commissioni in sede consultiva potranno dunque essere presentati e votati emendamenti per le parti del disegno di legge di stabilità di rispettiva competenza: tali emendamenti, ove approvati, saranno inseriti nella relazione della Commissione; ove respinti, è invece necessario che gli stessi vengano ripresentati alla Commissione Bilancio. Fa peraltro presente che, anche in questo caso, è comunque ammissibile la presentazione degli emendamenti direttamente in V Commissione.
Ricorda, inoltre, che la valutazione circa l'ammissibilità degli emendamenti presentati nell'ambito dell'esame in sede consultiva sarà effettuata dal presidente della Commissione, prima che gli stessi vengano esaminati e votati, secondo le previsioni del Regolamento della Camera e della legislazione vigente in materia.
Da ultimo, per quanto attiene all'organizzazione dei lavori, ricorda che la Commissione dovrebbe concludere il proprio esame dei documenti di bilancio entro la giornata di martedì 26 ottobre 2010; alla luce delle intese intercorse nella giornata di ieri, tuttavia, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha definito le modalità di organizzazione dei propri lavori prevedendo, in particolare, che il dibattito di carattere generale prosegua nelle sedute di oggi e di martedì 26 ottobre e che il termine per la presentazione di eventuali emendamenti ai documenti di bilancio sia fissato per la stessa giornata di martedì 26 ottobre, alle ore 15, con l'intesa che l'esame degli emendamenti e le definitive deliberazioni di competenza della Commissione abbiano luogo nella mattina di mercoledì 27 ottobre. Riguardo alla presenza del Governo, segnala, infine, che si è convenuto che - svolta l'odierna seduta introduttiva, in cui si avvia il dibattito di carattere generale - essa sia assicurata nella prossima settimana, con la partecipazione di un rappresentante del Governo alle sedute già programmate.

La Commissione prende atto.

Michele SCANDROGLIO (PdL), relatore, osserva che, con la legge n. 196 del 2009, è stata adottata una articolata riforma della contabilità e della finanza pubblica, che persegue molteplici finalità: da una parte, si definiscono strumenti più funzionali al perseguimento dei vincoli di bilancio derivanti dall'ordinamento comunitario, disciplinando nel contempo le attività di pianificazione e controllo della spesa; dall'altra, si adegua la disciplina contabile all'assetto dei rapporti economici e finanziari tra Stato ed enti territoriali delineato dal Titolo V della parte seconda della Costituzione, per una ulteriore attuazione, sul versante degli strumenti e delle procedure finanziarie, del principio - già sancito nella legge delega per l'attuazione


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del federalismo fiscale (legge n. 42 del 2009) - del concorso dei diversi livelli di governo (centrale, regionale e locale) al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica. Sottolinea che la legge di riforma ha esteso il perimetro delle norme quadro di contabilità - rispetto a quanto in precedenza previsto dalla abrogata legge n. 468 del 1978 - al complesso delle amministrazioni pubbliche, sia intervenendo sull'armonizzazione dei sistemi contabili delle pubbliche amministrazioni, sia dettando nuove norme in ordine alla procedure di definizione degli obiettivi di finanza pubblica. Fa notare che innovazioni sono altresì previste per i documenti di finanza pubblica - dei quali viene tra l'altro ampliato il contenuto informativo - , per il monitoraggio dei conti ed il sistema dei controlli, anche a posteriori, della qualità e della correttezza della gestione, nonché in ordine alle modalità di copertura finanziaria delle leggi ed alla struttura del bilancio statale. Segnala che viene inoltre stabilito il principio della programmazione finanziaria su base triennale e della corrispondente impostazione della manovra di finanza pubblica: ciclo e strumenti della programmazione sono conseguentemente rivisti, nei contenuti e nelle procedure di formazione, tenendo conto del ruolo dei diversi livelli istituzionali nel perseguimento degli obiettivi finanziari, anche attraverso una armonizzazione dei sistemi contabili per la quale è prevista una specifica delega al Governo.
Osserva che la manovra di bilancio si compone, pertanto, del disegno di legge di stabilità, presentato annualmente dal Governo alle Camere entro il 15 ottobre, che sostituisce il disegno di legge finanziaria, e del disegno di legge di approvazione del bilancio di previsione dello Stato, presentato annualmente dal Governo alle Camere entro il 15 ottobre, che illustra le entrate e le spese dello Stato relative al triennio della manovra finanziaria.
Fa notare che il disegno di legge di stabilità per il 2011 non produce effetti correttivi sui saldi di finanza pubblica, in quanto la manovra per il triennio 2011-2013 è stata effettuata con il decreto-legge n. 78 del 2010, approvato la scorsa estate, che ha anticipato la correzione dei saldi per assicurare il rispetto degli obiettivi programmatici già fissati in sede di aggiornamento del Patto di stabilità e crescita europeo. Evidenzia poi che il disegno di legge di stabilità comporta esclusivamente un impatto sul saldo netto da finanziare, pari ad 1 miliardo nel 2011, 3 miliardi nel 2012 e 9,5 miliardi nel 2013, derivante - sulla base di quanto esposto nella Nota tecnico-illustrativa al provvedimento - da alcune rimodulazioni della parte tabellare concernenti il Fondo aree sottoutilizzate ed il finanziamento della quota nazionale del Fondo di rotazione per le politiche comunitarie.
Per quanto concerne le disposizioni di interesse della XI Commissione, nell'ambito dell'articolo unico che compone il provvedimento, segnala i commi da 2 a 4, riguardanti gli importi da trasferire all'INPS da parte dello Stato. Rileva che il comma 2 determina l'adeguamento, per l'anno 2011, dei trasferimenti dovuti dallo Stato alla GIAS (Gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali), a favore di alcune specifiche gestioni pensionistiche, quali il Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD), la Gestione dei lavoratori autonomi, la Gestione speciale minatori e l'ENPALS. Al riguardo, ricorda brevemente che la GIAS è stata istituita presso l'INPS, nel 1989, ai fini della progressiva separazione tra previdenza e assistenza e della correlativa assunzione a carico dello Stato delle spese relative a quest'ultima. È a carico della GIAS una quota parte delle pensioni erogate dal Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD), dalla gestione dei lavoratori autonomi, dalla gestione speciale minatori e dall'ENPALS. La somma a ciò destinata è incrementata annualmente, con la legge finanziaria, in base alla variazione - maggiorata di un punto percentuale - dell'indice nazionale annuo dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati calcolato dall'ISTAT. A decorrere dal 1997 è stato previsto un ulteriore trasferimento dello Stato alle gestioni pensionistiche, in favore del Fondo pensioni


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dei lavoratori dipendenti, della gestione artigiani e della gestione esercenti attività commerciali, incrementato annualmente in base ai medesimi criteri sopra indicati.
Mette in evidenza che gli incrementi dei trasferimenti disposti per il 2011, ai sensi di quanto contenuto nell'Allegato 2 al disegno di legge in esame, pari complessivamente a 542,07 milioni di euro, sono determinati, nella misura di 434,67 milioni di euro, in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD), delle gestioni dei lavoratori autonomi, della gestione speciale minatori e dell'ENPALS; e nella misura di 107,40 milioni di euro in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (ad integrazione) e delle gestioni artigiani ed esercenti attività commerciali. Pertanto, come previsto dal successivo comma 3, gli importi complessivamente dovuti dallo Stato per l'anno 2011 sono determinati in 18,55 miliardi di euro (per l'anno 2010 l'importo era stato di 18.12 miliardi di euro) in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD), delle gestioni dei lavoratori autonomi, della gestione speciale minatori e dell'ENPALS. Di tale importo 787,29 milioni sono dovuti ad integrazione annuale degli oneri di pensione per i coltivatori diretti, i mezzadri e i coloni, 2,78 milioni di euro sono dovuti per la gestione previdenziale speciale minatori e 64,57 milioni sono dovuti per l'ENPALS. Gli importi complessivamente dovuti dallo Stato per l'anno 2011 in favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD) (ad integrazione) e delle gestioni artigiani ed esercenti attività commerciali sono invece determinati in 4,58 miliardi di euro (per l'anno 2010 l'importo era stato di 4,47 miliardi di euro).
Infine, osserva che il comma 4 prevede l'utilizzo di specifiche risorse, individuate anch'esse dall'Allegato 2, ai fini del finanziamento dei maggiori oneri a carico della Gestione per l'erogazione delle pensioni, assegni e indennità agli invalidi civili, ciechi e sordomuti, valutati in 462 milioni di euro per il 2009 ed in 120 milioni di euro per il 2010.
Per quanto attiene alle tabelle allegate al disegno di legge di stabilità, fa presente che nella tabella A (Fondo speciale di parte corrente, per la copertura degli oneri di parte corrente derivanti da provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio) non vi sono stanziamenti per il 2011 relativamente al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, mentre per gli anni 2012 e 2013 è previsto uno stanziamento di 40 milioni di euro per ciascun anno. Osserva che nella relazione illustrativa si specifica come l'accantonamento in questione sia preordinato all'applicazione delle sentenze della Corte costituzionale nn. 306 del 2008 e 11 del 2009, che hanno dichiarato illegittime le norme che, per gli stranieri extracomunitari, escludono il riconoscimento dell'indennità di accompagnamento e della pensione di inabilità, nel caso in cui non sussistano specifici requisiti di reddito, nonché per gli oneri derivanti dalla proposta di legge n. 2424 - primo firmatario Antonino Foti, licenziata dalla Commissione per l'Assemblea lo scorso 6 ottobre - la quale prevede una serie di interventi per il sostegno dei lavoratori che, fruendo dei trattamenti di sostegno al reddito in seguito alla perdita del posto di lavoro, abbiano intenzione di avviare un'attività d'impresa.
Rileva che nella medesima Tabella A, relativamente al Ministero dell'economia e delle finanze, è inoltre previsto uno stanziamento pari a 74,55 milioni di euro per il 2012 e a 122,65 milioni di euro per il 2013, mentre non sono previsti stanziamenti per il 2011. Nella relazione illustrativa si specifica come l'accantonamento in questione sia preordinato a una pluralità di interventi, tra cui figurano l'adozione dei provvedimenti attuativi del cosiddetto «collegato lavoro» (A.C. 1441-quater-F, approvato in via definitiva dalla Camera dei deputati il 19 ottobre 2010 e in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) e l'approvazione del progetto di legge recante norme in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili (A.S. 2206, attualmente all'esame della Commissione Lavoro del Senato e già


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approvato dalla Camera dei deputati il 19 maggio 2010, in un testo risultante dall'unificazione delle proposte di legge n. 82 e abbinate). Infine, sempre nella Tabella A, relativamente al Ministero della difesa, è previsto uno stanziamento pari a 5 milioni di euro per il 2012 e il 2013, mentre non sono previsti stanziamenti per il 2011. Nella relazione illustrativa si specifica come l'accantonamento in questione sia anch'esso preordinato al «collegato lavoro».
Fa presente che nella tabella B (Fondo speciale in conto capitale, per la copertura degli oneri in conto capitale derivanti da provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel triennio) non sono previsti stanziamenti relativamente al Ministero del lavoro e delle politiche sociali per gli anni 2011 e 2012, mentre per l'anno 2013 è previsto uno stanziamento di 50 milioni di euro. Nella relazione illustrativa si evidenzia che tale stanziamento è preordinato per la stabilizzazione dei lavoratori impiegati in attività socialmente utili nella città di Napoli.
Segnala che la tabella C reca una serie di stanziamenti relativi a disposizioni di legge la cui quantificazione annua è demandata alla legge finanziaria. In particolare, per quanto concerne i provvedimenti di interesse per il bilancio di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si segnalano gli stanziamenti relativi alla vigilanza sui fondi pensione (di cui all'articolo 13 della legge n. 335 del 1995, di riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare); per la formazione professionale (di cui all'articolo 80, comma 4, della legge n. 448 del 1998 e all'articolo 1, comma 1163, della legge n. 296 del 2006); per il funzionamento della Commissione di garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero dei servizi pubblici essenziali; e, infine, per il fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità (di cui all'articolo 19, comma 3, del decreto legge n. 223 del 2006).
Fa notare che la tabella D, che reca i definanziamenti delle autorizzazioni di spesa della sola parte corrente, non reca norme incidenti sullo stato di previsione a legislazione vigente del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Segnala che la tabella E, che accorpa i dati delle precedenti Tabelle D, E (per le spese di conto capitale) ed F, reca il rifinanziamento di 8 milioni di euro, per il solo 2011, del Fondo per l'occupazione (di cui all'articolo 1, comma 7, della legge n. 236 del 1993).
Con riferimento al bilancio di previsione per il 2011 e al bilancio pluriennale per il triennio 2011-2013, ricorda che la XI Commissione è chiamata ad esaminare, per le parti di competenza, lo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Tabella n. 4) e, con riferimento a specifiche e limitate voci, anche lo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella n. 2).
Per quanto riguarda lo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Tabella n. 4), fa notare che nella Nota integrativa si osserva innanzitutto che le misure adottate dal Governo sul contenimento delle spese in materia di pubblico impiego hanno determinato l'attuazione di «un modello organizzativo in grado di migliorare gli standard di efficienza, attraverso la semplificazione e la reingegnerizzazione dei processi». L'Amministrazione, quindi, si trova, in prospettiva di una razionalizzazione della spesa pubblica e di una maggiore efficienza dell'azione amministrativa, nella necessità di provvedere, nel prossimo triennio, alla revisione dei propri modelli organizzativi, anche attraverso la costruzione di poli logistici integrati, al fine di gestire in modo integrato le funzioni e le prestazioni erogate dal Ministero e dagli enti previdenziali ed assicurativi. Riguardo l'attuazione delle politiche, la Nota evidenzia l'intenzione del Ministero di programmare la propria azione promuovendo una «crescita inclusiva», rafforzando la governance sugli enti territoriali per lo sviluppo della domanda occupazionale. Allo stesso tempo, sono stati previsti interventi di sostegno al reddito, nonché misure per lo sviluppo delle opportunità di lavoro, avendo particolare riguardo alle donne ed


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ai giovani. Oltre a ciò l'Amministrazione ha svolto un'attività di mediazione tra le parti sociali nelle vertenze collettive di lavoro, ha sviluppato percorsi di formazione professionale, ha pianificato azioni di contrasto del lavoro irregolare attraverso un potenziamento dell'attività ispettiva, ha previsto misure di sostentamento delle pensioni, nonché di vigilanza sulla sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico obbligatorio. Infine, l'Amministrazione ha predisposto misure di contrasto alla povertà ed ogni altra forma di emarginazione: in tale ambito è stato considerato particolarmente importante il ruolo del terzo settore, che il Ministero intende valorizzare.
Rileva che, per quanto attiene più specificamente agli aspetti organizzativi, la Nota sottolinea che le riduzioni intervenute sulle dotazioni finanziarie in applicazione dei decreti-legge n. 112 del 2008 e n. 78 del 2010 hanno sollecitato un ammodernamento della struttura amministrativa, al fine di conseguire maggiore efficacia dell'azione amministrativa nei confronti dei cittadini. Al riguardo, evidenzia come il contenimento dei costi fissi amministrativi ed una riallocazione delle risorse umane e finanziarie comporti una generale riqualificazione delle politiche e delle funzioni. Ciò ha portato all'elaborazione di uno schema di regolamento di organizzazione del Ministero, deliberato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 20 maggio 2010 (ma non ancora emanato in via definitiva) che, ottemperando alle disposizioni di cui all'articolo 74 del decreto-legge n. 112 del 2008, riduce le dotazioni organiche della dirigenza di livello generale e non, attraverso una revisione dei centri di responsabilità amministrativa ed una riconfigurazione dell'articolazione degli uffici presenti nel territorio. L'amministrazione, inoltre, con il decreto ministeriale 31 marzo 2010, ha operato una diversa articolazione di alcune strutture di primo livello, al fine dell'adeguamento dell'apparato ai richiamati interventi normativi.
Osserva che nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Tabella n. 4) le due principali Missioni riguardanti il settore del lavoro e della previdenza sociale sono la numero 25 (Politiche previdenziali) e la numero 26 (Politiche per il lavoro). In tale ambito segnala, in particolare, i Programmi «Previdenza obbligatoria e complementare, sicurezza sociale» (25.3), «Politiche attive e passive del lavoro» (26.6), «Politiche di regolamentazione in materia di rapporti di lavoro (26.8) e «Servizi e sistemi informativi per il lavoro» (26.10) e «Servizi territoriali per il lavoro» (26.11). Altre Missioni di interesse sono la numero 24 (Diritti sociali, politiche sociali e famiglia), la numero 27 (Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti), la numero 32 (Servizi istituzionali e generali delle amministrazioni pubbliche) e la numero 33 (Fondi da ripartire).
Sottolinea che le previsioni di spesa in termini di competenza dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nell'esercizio finanziario 2011 risultano complessivamente pari a 80,14 miliardi di euro, di cui 79,2 miliardi per spese correnti e 935 milioni per spese in conto capitale. La consistenza dei residui passivi presunti al 1o gennaio 2010 è stata valutata complessivamente in 5,97 miliardi di euro, di cui 4,44 miliardi di parte corrente e 1,53 miliardi in conto capitale. A fronte di una previsione assestata 2010 pari a 9,6 miliardi di euro (di cui 6,17 di parte corrente e 3,42 in conto capitale) è stato proposto un decremento pari a 1.9 miliardi di euro (di cui 1,37 di parte corrente e 0,52 in conto capitale), per cui l'importo per il 2011 è pari a 7,7 miliardi di euro, di cui 4,8 di parte corrente e 2,9 in conto capitale.
Passando alle più significative variazioni di bilancio, segnala, nell'ambito della Missione n. 25 (Politiche previdenziali), il Programma 25.3 (Previdenza obbligatoria e complementare, sicurezza sociale - trasferimenti agli enti ed organismi interessati), che presenta, con una previsione assestata per il 2010 di 53,9 miliardi ed una riduzione di 3,67 miliardi, una previsione


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di 50,22 miliardi di euro per il 2011, di 51,3 per il 2012 e di 51,61 per il 2013.
Nell'ambito del macroaggregato «Interventi» evidenzia, in particolare, i seguenti capitoli di spesa: il cap. 4331, recante «Finanziamento degli istituti di patronato e di assistenza sociale», che a fronte di una previsione assestata 2010 di 494,34 milioni di euro, presenta una riduzione di 206,76 milioni di euro, con la conseguente previsione per il 2010 di 287,58 milioni di euro; il cap. 4339, recante «Somme da trasferire all'INPS a titolo di anticipazioni di bilancio sul fabbisogno finanziario delle gestioni previdenziali nel loro complesso», che a fronte di un previsione assestata 2010 di 1,31 miliardi, presenta una riduzione di 437 milioni di euro, con la conseguente previsione per il 2011 di 874,37 milioni di euro; il cap. 4351, recante «Quote di mensilità di pensione a carico della gestione degli interventi assistenziali di sostegno alle gestioni previdenziali da finanziarsi dallo Stato», che a fronte di un previsione assestata 2010 di 16,5 miliardi di euro, presenta un incremento di 716 milioni di euro, con la conseguente previsione per il 2011 di 17,22 miliardi di euro; il cap. 4356, recante «Rivalutazione delle pensioni e altri oneri previdenziali», che a fronte di una previsione assestata 2010 di 3,16 miliardi di euro, presenta una riduzione di 756,8 milioni di euro, per cui la previsione per il 2011 è di 2,41 miliardi di euro; il cap. 4364, recante «Agevolazioni contributive, sottocontribuzioni ed esoneri», che a fronte di una previsione assestata 2010 di 12,44 miliardi di euro, presenta un aumento di 233 milioni di euro, per cui la previsione per il 2011 è di 12,67 miliardi di euro.
Nell'ambito della Missione n. 26 (Politiche per il lavoro) si sofferma, quindi, sui Programmi «Politiche attive e passive del lavoro» (26.6), «Politiche di regolamentazione in materia di rapporti di lavoro (26.8) e «Servizi e sistemi informativi per il lavoro» (26.10) e «Servizi territoriali per il lavoro» (26.11). Il programma 26.6 (Politiche attive e passive del lavoro), a fronte di una previsione assestata 2010 pari a 4,76 miliardi di euro, presenta un riduzione di 472 milioni di euro, per cui la previsione 2011 risulta pari a 4,29 miliardi di euro. Il programma 26.8 (Politiche di regolamentazione in materia di rapporti di lavoro), a fronte di una previsione assestata 2010 pari a 53,92 milioni di euro, presenta un incremento di 32,22 milioni di euro, per cui la previsione 2011 è pari a 21,69 milioni di euro. Il programma 26.10 (Servizi e sistemi informativi per il lavoro), a fronte di una previsione assestata 2010 pari a 69,70 milioni di euro, presenta una riduzione di 44,82 milioni di euro, per cui la previsione 2011 è pari a 24,88 milioni di euro. Il programma 26.11 (Servizi territoriali per il lavoro), infine, a fronte di una previsione assestata 2010 pari a 313,63 milioni di euro, presenta una riduzione di 19,17 milioni di euro, per cui la previsione 2011 è pari a 294,45 milioni di euro.
Nell'ambito della Missione n. 24 (Diritti sociali, politiche sociali e famiglia), segnala il programma 24.12 (Trasferimenti assistenziali a enti previdenziali, finanziamento nazionale spesa sociale, promozione e programmazione politiche sociali, monitoraggio e valutazione interventi), che a fronte di una previsione assestata 2010 pari a 24,99 miliardi di euro, prevede un incremento di 163,27 milioni di euro, per cui la previsione 2011 è di 25.16 miliardi di euro.
Nell'ambito della Missione n. 27 (Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti), pone in evidenza il programma 27.6 (Flussi migratori per motivi di lavoro e politiche di integrazione sociale delle persone immigrate), che a fronte di una previsione assestata 2010 pari a 16,32 milioni di euro, prevede una riduzione di 14,54 miliardi di euro, per cui la previsione 2011 è di 1,79 milioni di euro.
Per quanto riguarda, infine, le parti di interesse della XI Commissione all'interno dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (Tabella n. 2), sottopone all'attenzione della Commissione i seguenti programmi: nell'ambito della Missione n. 17 (Diritti sociali, politiche sociali e famiglia) i programmi


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24.5 (Protezione sociale per particolari categorie), 24.6 (Garanzia dei diritti dei cittadini), 24.7 (Sostegno alla famiglia), e 24.8 denominato (Promozione e garanzia dei diritti e delle pari opportunità); nell'ambito della Missione n. 18 (Politiche previdenziali), il programma 25.2 (Previdenza obbligatoria e complementare, sicurezza sociale - trasferimenti agli enti ed organismi interessati); infine, nell'ambito della Missione n. 19 (Politiche per il lavoro), il programma 26.2 (Infortuni sul lavoro).
In conclusione, dichiara di attendere gli spunti e gli elementi di riflessione che potranno provenire dal dibattito.

Amalia SCHIRRU (PD) chiede chiarimenti in ordine al riferimento che il relatore ha effettuato circa i fondi da destinare al testo unificato delle proposte di legge A.C. 82 e abbinate, relative al pensionamento anticipato per i familiari che assistono disabili, paventando il rischio che i lavori della competente Commissione del Senato possano essere bloccati per carenza di idonea copertura finanziaria.

Silvano MOFFA, presidente, osserva che i fondi per la copertura del provvedimento appena segnalato, già approvato dalla Camera, sono correttamente richiamati all'interno dei documenti di bilancio; ritiene, pertanto, che sull'argomento non sussistano particolari problemi, dovendo la competente Commissione del Senato soltanto attendere l'espressione del parere da parte della Commissione Bilancio, che - sulla base delle risorse indicate - non dovrebbe incontrare difficoltà nel concludere l'iter in termini positivi.

Elisabetta RAMPI (PD) esprime forti perplessità sul disegno di legge di stabilità per il 2011, sia per ragioni di metodo che di merito. Soffermandosi sul metodo, stigmatizza la decisione del Governo di assumere tale provvedimento nell'arco di pochi minuti e, peraltro, ancor prima che fosse concluso l'esame della decisione di finanza pubblica presso il Senato: giudica quest'ultimo un pericoloso precedente, potenzialmente suscettibile di minare alla base i principi costituzionali nonché le prerogative del Parlamento e ritiene grave che il Governo abbia già annunciato l'intenzione di porre la fiducia sul provvedimento, manifestando in modo palese la sua volontà di comprimere la discussione sulle materie economico-finanziarie. Del resto, la poca fiducia nel dialogo da parte della maggioranza, a suo avviso, è testimoniata dalla ridottissima presenza alla seduta odierna dei deputati appartenenti ai gruppi che sostengono il Governo, a differenza di quanto avviene da parte dell'opposizione.
Entrando poi nel merito del provvedimento, esprime una profonda preoccupazione per la politica dei tagli che traspare dai documenti di bilancio in esame, suscettibile di determinare una diminuzione dei servizi a livello locale ed un decremento degli investimenti nei settori economici strategici (come quelli della scuola e dell'università), con conseguente stagnazione a livello economico e crescita del disagio sociale. Riterrebbe indispensabile, al contrario, intraprendere un' azione straordinaria di abbattimento del debito nonché una riforma fiscale seria - non quella demagogica ed irrealistica annunciata dal Governo - volta a prevedere un decremento di tasse per il lavoro e l'impresa a cui corrisponda un incremento per le rendite finanziarie e patrimoniali. Occorre, a suo avviso, invertire la rotta sul versante dello sviluppo delle innovazioni tecnologiche, della ricerca e delle infrastrutture, ponendo al centro dell'agenda politica il lavoro, attraverso una estensione dei termini di efficacia della CIG e dell'ambito di applicazione degli strumenti di sostegno al reddito, a favore dei giovani precari. Constata con amarezza, al contrario, che il Governo in carica dimostra poca attenzione su tali tematiche, come testimonia la recente approvazione del provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica in materia di lavoro, vera e propria «controriforma» suscettibile di ridurre il grado delle tutele per i lavoratori.


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In conclusione, ritiene che il provvedimento in esame riveli lo spirito demagogico del Governo in carica, che, attraverso la voce dei suoi ministri e del Presidente del Consiglio, parla di misure pensate per un sostegno all'intera collettività, ma, in concreto, si preoccupa di colpire soltanto le fasce sociali più deboli e disagiate, attraverso una politica di riduzione delle risorse che incide, infatti, sulla pubblica amministrazione, sul sistema previdenziale e sull'occupazione delle donne.

Lucia CODURELLI (PD), nel riservarsi di approfondire i dati esposti dal relatore, si associa alle considerazioni svolte dal deputato Rampi, chiedendo chiarimenti in ordine allo stanziamento previsto dal Governo in materia di politiche sociali e per il lavoro, dal momento che, da una prima lettura dei documenti, sembrerebbe desumersi, a suo avviso, una pericolosa riduzione di risorse, coincidente con quella già prevista per il 2010. Manifesta, pertanto, preoccupazione per le ripercussioni che tale politica dei tagli potrà determinare sullo sviluppo delle politiche per le categorie disagiate, in particolare per i giovani e per le donne, valutate sempre più penalizzate in materia di conciliazione e pari opportunità sul lavoro. A dispetto di quanto deliberato dalla Commissione in ordine ad un atto di indirizzo formulato sulla materia, l'Esecutivo dimostra di non voler puntare sulle politiche di genere in vista di un rilancio del sistema economico italiano, relegando le donne ad un ruolo subordinato nella società.
Esprime, da ultimo, il proprio rammarico per il metodo di lavoro intrapreso dal Governo, che ha, in sostanza, imposto un provvedimento all'intera maggioranza, annunciando peraltro in anticipo di voler comprimere l'esame parlamentare ponendo la questione di fiducia.

Cesare DAMIANO (PD), nel riservarsi di approfondire gli elementi introduttivi forniti dal relatore, intende da subito esprimere perplessità in ordine alla parte del provvedimento concernente la missione sulle politiche previdenziali, dalla quale sembra potersi desumere una netta diminuzione di risorse. Giudica tale trend finanziario - confermato ieri in Commissione dallo stesso presidente dell'INPS, che ha parlato di una inversione di tendenza nel campo delle entrate previdenziali - molto pericoloso per il mantenimento dello Stato sociale. Fa riferimento, in proposito, a misure pericolose introdotte «a colpi di decreto» e ritenute suscettibili di mettere a repentaglio la posizione previdenziale dei lavoratori anche in presenza di una contribuzione effettiva di 40 anni e di una situazione di mobilità: si smentisce in modo forte, pertanto, quanto declamato da alcuni esponenti della maggioranza all'inizio della legislatura, quando addirittura si parlò di valutare la possibilità di compiere una indicizzazione delle pensioni, tenuto conto del costo della vita. Nei fatti, a suo avviso, il Governo dimostra unicamente di voler puntare a risparmi di gestione, senza preoccuparsi di salvaguardare le posizioni previdenziali dei soggetti più a rischio.
In conclusione, intende soffermarsi su profili di opportunità politica, ponendo in evidenza come l'inizio del dibattito su una materia delicata come quella in esame sia segnato dalla quasi totale assenza di deputati dei gruppi di maggioranza: auspica, al riguardo, che la presidenza si faccia carico di richiamare tali parlamentari ad un maggiore impegno in Commissione, in prospettiva di un confronto più serio ed equilibrato tra i gruppi.

Silvano MOFFA, presidente, ritiene condivisibile l'osservazione svolta da ultimo dal deputato Damiano, convenendo sulla scarsa partecipazione di taluni esponenti della maggioranza alle sedute della Commissione. Si tratta, a suo avviso, di un comportamento da stigmatizzare con forza, che rientra in un malcostume particolarmente ricorrente nelle ultime legislature, a prescindere dal «colore» delle diverse maggioranze succedutesi al Governo. Dichiara, pertanto, che sarà sua cura richiamare i componenti dei gruppi della maggioranza in Commissione ad un


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comportamento consono alla loro funzione.

Lucia CODURELLI (PD), intervenendo per una precisazione, fa notare che il suo gruppo ha sempre partecipato attivamente ai lavori della Commissione, anche nelle passate legislature.

Silvano MOFFA, presidente, fa presente di aver espresso una considerazione personale, alla luce della sua precedente esperienza parlamentare maturata presso un'altra Commissione, non intendendo in alcun modo fare riferimento ai componenti dei gruppi di opposizione della XI Commissione. Intende, in ogni caso, assicurare che - a prescindere dal grado di partecipazione alle sedute - la maggioranza presta la massima attenzione al contributo offerto nel merito dei provvedimenti dai gruppi di minoranza, nella consapevolezza che il Parlamento sia prima di tutto un luogo di confronto civile e democratico, da valorizzare e sostenere.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 11.45.

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