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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della XI Commissione permanente
(Lavoro pubblico e privato)
XI Commissione

SOMMARIO

Mercoledì 10 novembre 2010


SEDE CONSULTIVA:

Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese. Testo unificato C. 2754 Vignali, C. 98 La Loggia, C. 1225 Bersani, C. 1284 Pelino, C. 1325 Vignali, C. 2680 Jannone e C. 3191 Borghesi (Parere alla X Commissione) (Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni e osservazioni) ... 197
ALLEGATO 1 (Parere approvato dalla Commissione) ... 207

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA:

Sui lavori della Commissione ... 198

Libro verde: Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa. COM(2010)365 def. (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento e conclusione - Approvazione di un documento finale) ... 199
ALLEGATO 2 (Documento finale approvato dalla Commissione) ... 209

Sull'ordine dei lavori ... 200

SEDE REFERENTE:

Norme per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia. C. 2671 Cazzola, C. 3343 Santagata, C. 3549 Fedriga, C. 3582 Paladini (Seguito dell'esame e rinvio - Nomina di un Comitato ristretto) ... 201

Modifiche alla normativa in materia di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni domestici. C. 389 Volontè e C. 1160 Pittelli (Esame e rinvio) ... 202

Agevolazioni per la conversione dei rapporti di collaborazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato e ulteriori disposizioni in materia di lavoro. C. 3542 Damiano (Esame e rinvio) ... 203

INTERROGAZIONI:

5-03225 Gnecchi: Problematiche relative alle donne titolari della pensione ai superstiti ... 205
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 215

5-03641 Bellanova: Situazione dei lavoratori addetti ai servizi di pulizia negli istituti scolastici ... 205
ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 217

RISOLUZIONI:

7-00403 Antonino Foti: Modalità di esercizio del diritto al pensionamento.
7-00428 Damiano: Modalità di esercizio del diritto al pensionamento (Discussione congiunta e rinvio) ... 205

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

XI Commissione - Resoconto di mercoledì 10 novembre 2010


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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 10 novembre 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 11.40.

Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese.
Testo unificato C. 2754 Vignali, C. 98 La Loggia, C. 1225 Bersani, C. 1284 Pelino, C. 1325 Vignali, C. 2680 Jannone e C. 3191 Borghesi.
(Parere alla X Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 27 ottobre 2010.

Michele SCANDROGLIO (PdL), relatore, in esito al dibattito svolto sul provvedimento in esame, presenta una proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni (vedi allegato 1), di cui illustra dettagliatamente il contenuto.

Ivano MIGLIOLI (PD), nel fare presente che il suo gruppo ha cercato di dare un contributo costruttivo all'esame del provvedimento in titolo, nella convinzione dell'importanza di sostenere gli sforzi compiuti dalle piccole e medie imprese sane presenti sul territorio, manifesta la propria soddisfazione per il fatto che gli interventi proposti siano inseriti in un testo unificato di vari progetti di legge di iniziativa parlamentare, che, pertanto, si collocano nell'ambito dell'articolo 41 della Costituzione e non intendono prospettare - come invece avrebbero voluto taluni esponenti del Governo in carica - una radicale modifica della Carta costituzionale.
Rilevato che il testo unificato in esame intende dare attuazione a precise direttive comunitarie, condivide le finalità che esso persegue, riassumibili soprattutto nella semplificazione amministrativa e burocratica a favore delle imprese di piccole e medie dimensioni. Esprime, quindi, apprezzamento per la proposta di parere del relatore, che ritiene abbia in gran parte recepito le osservazioni dell'opposizione in materia di responsabilità sociale dell'impresa, partecipazione dei lavoratori e imprese femminili, associandosi, inoltre, alle perplessità formulate in relazione all'istituzione dell'Agenzia nazionale e della Commissione bicamerale.
Per il complesso delle ragioni esposte, preannuncia quindi il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Nedo Lorenzo POLI (UdC), nell'esprimere soddisfazione per un provvedimento teso a rendere l'attività delle piccole e medie imprese più snella e meno soggetta alla burocrazia, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Barbara SALTAMARTINI (PdL) manifesta totale soddisfazione per il lavoro svolto dal relatore, che ritiene abbia compiuto uno sforzo positivo indicando alla Commissione di merito validi suggerimenti in tema di responsabilità sociale d'impresa, partecipazione dei lavoratori e imprese femminili. Dopo avere ricordato che, sul tema della partecipazione, la XI Commissione - alla quale erano stati assegnati diversi progetti di legge in materia, tra cui uno a sua prima firma - ha dovuto, sia pure a malincuore, prendere atto dell'avvio dell'esame, presso l'omologa Commissione del Senato, di diverse proposte legislative sull'argomento, esprime un particolare apprezzamento per l'osservazione formulata sul tema delle pari opportunità, nella convinzione che dalle questioni segnalate parta un reale rilancio dell'occupazione femminile, in grado di muoversi nella direzione di una ripresa della competitività economica del Paese.
Preannuncia, pertanto, il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Silvano MOFFA, presidente, ringrazia il relatore e l'intera Commissione per avere


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svolto un lavoro di assoluto valore sul provvedimento in titolo, che ha consentito di giungere all'unanime condivisione della proposta di parere presentata.

La Commissione approva, quindi, la proposta di parere favorevole con condizioni e osservazioni formulata dal relatore.

La seduta termina alle 12.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Mercoledì 10 novembre 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 12.

Sui lavori della Commissione.

Cesare DAMIANO (PD) intende cogliere l'occasione dell'esame di un importante documento comunitario, che la Commissione si appresta a concludere nella seduta odierna, per porre una questione legata al metodo e al merito dei lavori parlamentari della corrente settimana.
Manifesta, in primo luogo, il forte disappunto del suo gruppo nei confronti delle modalità con cui è stata prospettata, nella giornata di ieri, l'ipotesi di esaminare - ai fini della deliberazione di rilievi alla V Commissione - il progetto di Programma nazionale di riforma ai fini della Strategia «Europa 2020»: giudica tale questione profondamente umiliante per la Commissione e per l'intero Parlamento, atteso che si sarebbe trattato di affrontare in poche ore un documento di proporzioni rilevanti, senza alcuna reale possibilità di approfondimento e di interlocuzione politica. Pur prendendo atto, dunque, che la proposta di coinvolgimento delle Commissioni di settore su tale argomento proveniva dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, ritiene inevitabile che la XI Commissione abbia convenuto di non deliberare i rilievi sulle parti di competenza del documento, scongiurando il rischio di procedere ad una mera «ratifica» - votata a maggioranza - del Programma nazionale di riforma, che peraltro, a una prima lettura di massima, sembrerebbe limitarsi - per larga parte - ad una elencazione di iniziative del Governo, che presentano un respiro del tutto inadeguato al compito richiesto all'Italia con la predisposizione di un tale atto.
Si sofferma, quindi, sulla preannunciata presentazione di proposte emendative del Governo al disegno di legge di stabilità, domandandosi quali siano i margini per un effettivo e proficuo esame delle stesse da parte delle Commissioni di settore, atteso che la Conferenza dei presidenti di gruppo, nella riunione del 5 novembre scorso, ha autorizzato la V Commissione a trasmettere alle Commissioni interessate gli emendamenti presentati, per l'eventuale espressione di un parere. Considerato, infatti, che già da martedì 16 novembre è previsto l'inizio in Assemblea della discussione dei documenti di bilancio, non comprende se vi siano le condizioni per assicurare alla Commissione un reale approfondimento delle proposte emendative del Governo, peraltro non ancora presentate alla Camera.
Su entrambe le questioni poste, invita pertanto la presidenza ad attivarsi presso il Presidente della Camera, al fine di segnalare l'inevitabile disagio della Commissione.

Silvano MOFFA, presidente, con riferimento al progetto di Programma nazionale di riforma, ricorda che nella seduta di ieri la presidenza aveva già dichiarato l'intenzione di garantire un reale approfondimento delle tematiche in questione, facendo presente che - laddove ciò non fosse stato possibile per esigenze connesse ad un problematico andamento dei lavori parlamentari - la Commissione avrebbe liberamente potuto decidere di rinunciare ad esprimere i propri rilievi: considerato che la V Commissione ha chiesto di deliberare i rilievi entro le ore 13 di domani, è parso, pertanto, opportuno non esprimersi in maniera affrettata su un documento di elevata complessità. In ogni caso, si riserva di rappresentare al Presidente


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della Camera le ragioni che hanno portato la Commissione ad assumere tale determinazione.
Passando, quindi, alla questione relativa alle proposte emendative del Governo al disegno di legge di stabilità, fa notare che - non essendovi ancora alcuna indicazione concreta circa i tempi di presentazione delle stesse, né in ordine al loro contenuto - le modalità di organizzazione dei lavori della Commissione potranno essere meglio definite nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, prevista per il pomeriggio di oggi.

La Commissione prende atto.

Libro verde: Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa.
COM(2010)365 def.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento e conclusione - Approvazione di un documento finale).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta di ieri.

Silvano MOFFA, presidente, nel comunicare che la XIV Commissione ha trasmesso il parere di competenza sul provvedimento in titolo, avverte che il relatore ha predisposto una nuova versione della propria proposta di documento finale (vedi allegato 2), che intende recepire le principali indicazioni derivanti dal predetto parere e dalle segnalazioni nel frattempo formulate dai gruppi.
Rileva quindi che, in caso di approvazione della nuova versione della proposta di documento finale, essa - assieme al parere della XIV Commissione - potrà conseguentemente essere trasmessa, oltre che al Governo (quale diretto destinatario della stessa) e alla Commissione europea (ai fini della relativa procedura di consultazione pubblica, che si concluderà il prossimo 15 novembre), anche al Consiglio europeo e al Parlamento europeo, in un'ottica di dialogo politico tra le istituzioni nazionali e quelle europee.

Giuliano CAZZOLA (PdL), relatore, nell'illustrare la nuova versione della propria proposta di documento finale, fa notare che essa tende a recepire le osservazioni formulate dai gruppi nel corso del dibattito. Si riferisce, in particolare, alle modifiche apportate al testo rispetto alla versione presentata nella giornata di ieri, che consistono, in particolare, nel sopprimere la citazione del «virgolettato» del Libro verde contenuta nella lettera a), nel valorizzare il metodo della concertazione sociale in ordine al punto b), nel prevedere forme di fiscalità agevolata in materia di previdenza complementare e in vista della salvaguardia del valore dei trattamenti previdenziali, nel fare riferimento al cosiddetto «Protocollo del welfare» del 2007 in ordine al tasso di sostituzione pari almeno al 60 per cento.
Fa altresì notare che, nella nuova versione della proposta, ha inteso fare riferimento alla correlazione tra l'adeguatezza dei trattamenti pensionistici e l'esigenza di una congrua crescita economica, in grado di consentire l'incremento della occupazione (in particolare, di quella dei giovani), rivendicando, inoltre, la scelta della maggioranza di introdurre per legge un adeguamento automatico delle prestazioni alle aspettative di vita, così come richiesto dall'Europa. Fa presente, poi, di aver inserito nella sua proposta anche talune indicazioni relative all'occupazione giovanile, ai lavoratori usuranti e disabili, nonché alla pari responsabilità genitoriale. Nell'osservare, inoltre, che il riferimento ai PIP è teso a promuovere un miglioramento del sistema di gestione di tali fondi pensionistici, segnala di avere previsto una specifica menzione delle forme pensionistiche a rendimento garantito.
Raccomanda, in conclusione, l'approvazione della nuova versione della proposta di documento finale, dichiarandosi convinto che essa vada nella direzione auspicata da tutti gruppi.


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Gaetano PORCINO (IdV) fa notare che permangono, anche nella nuova versione della proposta di documento finale, taluni elementi di criticità: preannuncia, dunque, su di essa l'astensione del suo gruppo.

Nedo Lorenzo POLI (UdC), esprimendo soddisfazione per le modifiche apportate al testo presentato nella giornata di ieri, ritiene che possa esservi un orientamento favorevole del suo gruppo sulla nuova versione della proposta di documento finale del relatore.
Evidenzia, peraltro, la necessità di un intervento in materia previdenziale di più ampio respiro, soprattutto per quanto concerne il secondo pilastro pensionistico, che in Italia stenta a decollare.

Giulio SANTAGATA (PD), condividendo il lavoro svolto dal relatore, teso a tenere in considerazione gli elementi emersi dal dibattito, rinviene ancora talune contraddizioni nella proposta di documento finale tra quanto indicato dalla lettera g), in materia di adeguamento automatico delle pensioni alle aspettative di vita, e quanto previsto alla lettera h), in relazione a meccanismi di uscita flessibili, diversamente configurabili a seconda delle diverse propensioni delle persone. Pur ritenendo questa una incoerenza da risolvere in favore dei meccanismi di flessibilità, preannuncia tuttavia il voto favorevole del suo gruppo sulla nuova versione della proposta di documento finale, anche considerato che si tratta di un documento che non fa riferimento all'azione di Governo, ma è destinato a confluire in una riflessione di livello europeo.

Silvano MOFFA, presidente, intende complimentarsi con il relatore e con tutti i componenti della Commissione per il positivo lavoro svolto in occasione dell'esame del provvedimento in titolo.

La Commissione approva, quindi, la nuova versione della proposta di documento finale presentata dal relatore.

Sull'ordine dei lavori.

Michele SCANDROGLIO (PdL) intende segnalare alla presidenza e ai gruppi rappresentati in Commissione di avere predisposto un ordine del giorno, che sarà presentato in Assemblea in relazione al disegno di legge di stabilità, con cui si chiede al Governo un impegno per la soluzione del problema dei vincitori di concorsi pubblici che - a causa di una disposizione di recente prorogata con il decreto-legge n. 78 del 2010 - si trovano di fronte al sostanziale blocco delle assunzioni nel pubblico impiego e che attendono, in taluni casi anche da molto tempo, la chiamata in servizio da parte delle amministrazioni di riferimento. Considerato il circoscritto ambito dell'impegno e atteso che la problematica investe un argomento di grande serietà, che non può essere assunto come priorità di parte, auspica che il preannunciato ordine del giorno - già sottoscritto da deputati della maggioranza - possa incontrare anche il consenso dei gruppi di opposizione.

Maria Anna MADIA (PD) fa notare che il suo gruppo ha già presentato un'interrogazione sul tema segnalato dal deputato Scandroglio, che ha ricevuto una risposta «surreale» da parte del Governo - nella quale sono state citate disposizioni e procedure di scarsa comprensibilità - e che ha costretto lo stesso gruppo a predisporre un nuovo atto di sindacato ispettivo: ritiene, pertanto, che un eventuale ordine del giorno sulla materia non possa che essere redatto alla luce del contenuto degli atti richiamati.

Cesare DAMIANO (PD) ricorda che il suo gruppo ha richiamato da tempo la Commissione, nell'ambito dell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, ad occuparsi di questo argomento, non soltanto prospettando l'esigenza di un incontro con il «Comitato XXVII Ottobre», che raggruppa le oltre 70.000 persone coinvolte nella vicenda, ma anche segnalando l'opportunità della celere


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adozione di misure - anche a carattere normativo - in grado di risolvere i problemi esistenti.

Silvano MOFFA, presidente, fa presente che la presidenza aveva già stabilito di affrontare la questione nell'ambito della riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, prevista per il pomeriggio di oggi.

Michele SCANDROGLIO (PdL), pur nel rispetto delle determinazioni che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, potrà assumere al riguardo, insiste nel sollecitare una qualche forma di collaborazione con l'opposizione, per individuare una formulazione condivisa dell'ordine del giorno in precedenza richiamato, che potrebbe avere un carattere molto snello e semplice, proprio perché diretto esclusivamente alla soluzione dei problemi segnalati.

Cesare DAMIANO (PD) fa presente che il suo gruppo predisporrà, a sua volta, un ordine del giorno sull'argomento: eventuali elementi di convergenza potranno, quindi, registrarsi in sede di esame dei diversi atti di indirizzo che saranno presentati.

Silvano MOFFA, presidente, fa notare che la presidenza - ferme restando le determinazioni che saranno assunte dall'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi - non può che limitarsi a prendere atto delle considerazioni appena svolte dai deputati intervenuti.

La seduta termina alle 12.35.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 10 novembre 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA.

La seduta comincia alle 12.35.

Norme per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre i limiti di età per il pensionamento di vecchiaia.
C. 2671 Cazzola, C. 3343 Santagata, C. 3549 Fedriga, C. 3582 Paladini.
(Seguito dell'esame e rinvio - Nomina di un Comitato ristretto).

La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta del 21 luglio 2010.

Silvano MOFFA, presidente e relatore, ricorda che il seguito dell'esame dei provvedimenti in titolo è stato da ultimo rinviato, acquisito anche l'orientamento del Governo, per consentire alla Commissione di valutare le più opportune modalità di prosecuzione del proprio lavoro istruttorio. Al riguardo, rileva che - considerata la complessità tecnica dell'argomento e valutate anche le considerazioni svolte dal rappresentante del Governo nella seduta del 6 luglio scorso - appare utile verificare se vi siano le condizioni per la possibile definizione di un testo unificato dei progetti di legge in esame, prima ancora di procedere ad un eventuale ciclo di audizioni informali, che potrebbero coinvolgere i soggetti istituzionali più direttamente interessati.
Per tali ragioni, propone che la Commissione proceda alla nomina di un Comitato ristretto per il seguito dell'istruttoria legislativa delle proposte di legge nn. 2761, 3343, 3549 e 3582.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di nominare un Comitato ristretto, riservandosi la presidenza di indicarne i componenti sulla base delle designazioni dei gruppi.

Silvano MOFFA, presidente, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.


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Modifiche alla normativa in materia di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni domestici.
C. 389 Volontè e C. 1160 Pittelli.

(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti in titolo.

Barbara SALTAMARTINI (PdL), relatore, intende preliminarmente svolgere talune considerazioni generali sull'urgenza di intervenire sul tema oggetto delle proposte di legge in esame, segnalando come recenti dati dell'ISTAT dimostrino un leggero aumento degli infortuni domestici, che interessano soprattutto anziani, donne e minori.
Passando al merito dei provvedimenti in titolo, osserva che le abbinate proposte di legge recano modifiche alla legge 3 dicembre 1999, n. 493, che ha riconosciuto il valore sociale del lavoro effettuato all'interno della famiglia e introdotto l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni in ambito domestico. In via preliminare, fa presente che la proposta di legge n. 1160 riproduce - con minime variazioni - il testo unificato elaborato dalla XI Commissione nella scorsa legislatura sulla base di una serie di provvedimenti firmati da gruppi di maggioranza e di opposizione: l'esame del testo, successivamente alla sua trasmissione alle Commissioni competenti in sede consultiva, si è interrotto a causa della fine della legislatura. Rileva, quindi, che le proposte di legge intervengono su vari aspetti della legge n. 493 del 1999. Per quanto riguarda le attività di informazione ed educazione, fa notare che la proposta di legge n. 1160 introduce l'obbligo per le regioni e le province autonome di elaborare programmi informativi e formativi in relazione agli infortuni domestici. Al riguardo, fa presente che la legislazione vigente configura invece tale attività come meramente facoltativa; conseguentemente, regioni e province autonome sono tenute a trasmettere annualmente al Ministro della salute una relazione sui programmi informativi e formativi realizzati.
Sottolinea poi che entrambe le proposte di legge in esame estendono l'ambito dei rischi coperti dall'assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico. Al riguardo, ricorda che attualmente tale assicurazione riguarda i casi di infortunio in ambito domestico da cui sia derivata l'inabilità permanente al lavoro non inferiore al 27 per cento o che abbiano per conseguenza la morte: la proposta di legge n. 1160 abbassa il limite percentuale minimo di inabilità permanente al lavoro coperta dalla assicurazione, portandolo al 25 per cento; la proposta di legge n. 389, invece, estende l'assicurazione all'ipotesi di inabilità temporanea assoluta che comporti una riduzione della capacità lavorativa non inferiore a sette giorni e non superiore a sei mesi.
Fa notare che le proposte di legge prevedono un ampliamento della platea dei soggetti che devono obbligatoriamente iscriversi all'assicurazione per gli infortuni domestici, mediante una modifica dei relativi limiti di età: attualmente tale obbligo sussiste per le persone di età compresa fra i 18 ed i 65 anni che svolgono in via esclusiva attività di lavoro in ambito domestico. In particolare, segnala che la proposta n. 389 elimina il limite massimo di età, prevedendo l'assicurazione per tutti coloro che abbiano compiuto la maggiore età, mentre la proposta di legge n. 1160 innalza il limite a 70 anni. Fa presente che la sola proposta di legge n. 389 introduce invece la facoltà di iscriversi all'assicurazione contro gli infortuni domestici per coloro che svolgono attività di lavoro in ambito domestico in via non esclusiva, limitatamente al rischio di inabilità temporanea assoluta.
Per quanto concerne il premio assicurativo, sottolinea che la proposta di legge n. 389 ne modifica l'ammontare portandolo dagli attuali 12,91 euro annui a 15 euro. Rileva che entrambe le proposte di legge intervengono sui requisiti richiesti ai soggetti assicurati ai fini dell'esonero dal versamento del premio assicurativo, elevando i limiti di reddito sia individuale sia familiare. Al riguardo, ricorda che attualmente il premio assicurativo è a carico


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dello Stato per i soggetti in possesso di redditi lordi propri non superiori a 4.648 euro, appartenenti ad un nucleo familiare il cui reddito complessivo lordo non sia superiore a 9.292 euro. In particolare, la proposta n. 389 fissa il limite di reddito individuale in 6.714 euro annui e quello di reddito del nucleo familiare in 11.271 euro annui; la proposta n. 1160 fissa il limite di reddito individuale in 6.732 euro annui e quello di reddito del nucleo familiare - al pari della proposta di legge n. 389 - in 11.271 euro annui.
Segnala che la proposta di legge n. 1160 interviene sulle modalità di riscossione dei premi assicurativi, prevedendo che questa possa avvenire anche mediante i sistemi appositamente previsti dal comitato amministratore o mediante sistemi comunque compatibili con altri tipi di riscossione, ponendo in evidenza che entrambe le proposte di legge intervengono sulle prestazioni INAIL spettanti a fronte di infortuni domestici. Fa presente che la proposta n. 389 introduce, per il caso di inabilità temporanea assoluta, una indennità pari a 10 euro al giorno, esente da oneri fiscali, in caso di riduzione della capacità lavorativa a seguito dell'infortunio domestico per un periodo compreso tra 7 giorni e 6 mesi; tale indennità è erogata a decorrere dall'ottavo giorno successivo a quello dell'infortunio. Inoltre, osserva che la proposta introduce il rimborso delle spese effettuate in conseguenza dell'infortunio, se sostenute presso una struttura pubblica. Sottolinea, invece, che la proposta di legge n. 1160 stabilisce che ai soggetti infortunati è assicurata l'erogazione, da parte dell'INAIL, delle prestazioni medico-legali e delle prime cure ambulatoriali previste dall'articolo 12 della legge n. 67 del 1988. Infine, rileva che la proposta di legge n. 1160 interviene sul Fondo autonomo speciale istituito presso l'INPS per la gestione dell'assicurazione, al fine di specificarne poteri e modalità di funzionamento.
Esposto il contenuto dei provvedimenti in esame, dichiara quindi di attendere eventuali elementi che potranno emergere dal dibattito, che avrà luogo nella prossime sedute.

Silvano MOFFA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Agevolazioni per la conversione dei rapporti di collaborazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato e ulteriori disposizioni in materia di lavoro.
C. 3542 Damiano.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Massimiliano FEDRIGA (LNP), relatore, osserva che la proposta di legge in esame è volta a introdurre una serie di incentivi alla conversione dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa in contratti a tempo indeterminato. Fa notare che il provvedimento si compone di 3 articoli, segnalando che l'articolo 1 riconosce una agevolazione contributiva a favore dei datori di lavoro che hanno proceduto alla conversione dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa in contratti a tempo indeterminato, in applicazione di disposizioni di legge o di contratti ovvero di accordi collettivi nazionali, territoriali o aziendali, stipulati con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Fa presente che l'agevolazione, in particolare, è riconosciuta alle imprese che dimostrano di avere sul totale degli occupati una percentuale non superiore al 15 per cento di lavoratori con contratti di collaborazione a progetto. Evidenzia che l'agevolazione contributiva viene riconosciuta per un periodo complessivo di 36 mesi e che gli importi si riducono progressivamente dopo il primo e il secondo anno; l'entità dell'agevolazione è doppia per i datori di lavoro con sede nel Mezzogiorno. In particolare, la riduzione contributiva è pari al 40 per cento nel primo


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anno (80 per cento nel mezzogiorno), al 30 per cento nel secondo anno (60 per cento nel Mezzogiorno) e al 20 per cento nel secondo anno (40 per cento nel Mezzogiorno).
Sottolinea che l'articolo 2 modifica l'articolo 61 del decreto legislativo n. 276 del 2003, al fine di meglio definire le caratteristiche e l'oggetto delle prestazioni proprie dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa e, quindi, ridurre dubbi interpretativi e prevenire pratiche abusive di tale istituto. In particolare, si stabilisce che le prestazioni oggetto di una collaborazione coordinata e continuativa si configurano come rapporto di natura subordinata qualora siano rese senza che al prestatore d'opera sia riconosciuta effettiva autonomia nella determinazione temporale delle stesse o la facoltà di determinarne i ritmi ed eventuali interruzioni ovvero il committente eserciti un potere direttivo o disciplinare nei confronti del lavoratore.
Pone in evidenza che l'articolo 3 modifica gli articoli 82 e 87 del decreto legislativo n. 163 del 2006, con cui è stato approvato il Codice dei contratti pubblici: la modifica, in particolare, è volta a prevedere che, nella determinazione del prezzo più basso richiesto dalle amministrazioni pubbliche per l'assegnazione di una commessa di beni e di servizi, siano esclusi i costi relativi alle retribuzioni del personale, stimati sulla base dei livelli della contrattazione nazionale di riferimento, nonché i costi relativi agli adempimenti previsti per il rispetto delle disposizioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Intende, infine, esprimere talune considerazioni preliminari, che si augura possano offrire un contributo costruttivo al dibattito. In proposito, evidenzia anzitutto la necessità di valutare l'impatto di natura finanziaria che le disposizioni in esame potranno produrre sui conti pubblici, facendo tesoro anche di quanto riportato nella documentazione predisposta dagli uffici. Soffermandosi poi sull'articolo 1, fa notare che la previsione di uno sgravio contributivo maggiore per il Mezzogiorno, in vista di una conversione dei rapporti di collaborazione, non appare del tutto logica, essendo il fenomeno del precariato diffuso in maniera significativa anche nel Nord del Paese. Ritiene, peraltro, che le problematiche di tali lavoratori nel Sud siano da ricondurre in una riflessione di più ampio respiro sul tema dell'occupazione e dello sviluppo dell'economia in tali zone del territorio. Si interroga, poi, sull'effettiva utilità degli articoli 2 e 3, ritenendo la disciplina vigente e le prassi attualmente in atto già in grado di tutelare i lavoratori e le aziende da forme di abuso dei contratti atipici e da fenomeni di gare al massimo ribasso.

Cesare DAMIANO (PD) ritiene che, a prescindere dalle necessarie verifiche sulla sostenibilità finanziaria delle misure prospettate, la Commissione sia chiamata a compiere una precisa scelta politica, volta ad invertire la rotta sul tema del precariato: si tratta, a suo avviso, di consentire a quelle imprese virtuose, che decidono di stabilizzare i lavoratori, di rimanere sul mercato senza il rischio di essere scavalcate nei rendimenti produttivi dalle aziende che, al contrario, procedono ad aste al massimo ribasso o ricorrono a contratti di collaborazione fittizia. Evidenzia, in particolare, la necessità di svolgere una riflessione approfondita sul tema degli appalti, laddove spesso si registra la violazione dei livelli minimi sindacali previsti dai contratti nazionali, sottolineando altresì l'esigenza di rivolgere particolare attenzione al Mezzogiorno (considerata la debolezza dei mercati del lavoro in tali zone), pur riconoscendo una diffusione nazionale del fenomeno del lavoro flessibile.
Auspica, in conclusione, che si possa riflettere con serenità e pacatezza su tali tematiche, in vista dell'elaborazione di un testo condiviso, che dia un segnale forte e positivo alle imprese che rispettano le regole e agli stessi lavoratori precari.

Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.


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INTERROGAZIONI

Mercoledì 10 novembre 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, Laura Ravetto.

La seduta comincia alle 14.05.

5-03225 Gnecchi: Problematiche relative alle donne titolari della pensione ai superstiti.

Il sottosegretario Laura RAVETTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Marialuisa GNECCHI (PD), nel ringraziare il rappresentante del Governo per la risposta fornita, ritiene che sul tema sia necessario mantenere alta l'attenzione attraverso un monitoraggio costante e dettagliato, dal momento che gli ultimi interventi legislativi dell'Esecutivo in materia previdenziale hanno pesantemente penalizzato le donne, senza che, peraltro, siano stati avviate adeguate politiche di genere.

5-03641 Bellanova: Situazione dei lavoratori addetti ai servizi di pulizia negli istituti scolastici.

Il sottosegretario Laura RAVETTO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Teresa BELLANOVA (PD), non potendo che dichiararsi insoddisfatta della risposta del rappresentante del Governo, si domanda se si sia realmente compreso il tenore del suo atto di sindacato ispettivo, dal momento che non è stata prospettata alcuna soluzione alla problematica descritta, nonostante gli impegni assunti dal Governo sull'argomento in occasione dello svolgimento di una precedente interrogazione vertente sul medesimo oggetto: sembra quasi, a suo avviso, che il Governo si sia limitato a rispondere proprio ai quesiti posti nel precedente atto di sindacato ispettivo. Nell'evidenziare il processo di decadimento a cui è stata costretta la scuola italiana a causa delle politiche del Governo, paventa il rischio che i lavoratori in questione rimangano senza stipendio ancora per molto tempo, nonostante essi continuino responsabilmente ad assicurare il corretto svolgimento delle attività di pulizia negli istituti scolastici.
Preannunziata l'intenzione di presentare un ulteriore atto di sindacato ispettivo, al fine di ottenere finalmente una risposta convincente sull'argomento, invita il Governo a farsi carico di tale problematica e a intraprendere tutte le iniziative necessarie per il proseguo dell'attività lavorative di tali persone, nel rispetto di precisi impegni assunti in sede parlamentare.

Silvano MOFFA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.25.

RISOLUZIONI

Mercoledì 10 novembre 2010. - Presidenza del presidente Silvano MOFFA. - Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento, Laura Ravetto.

La seduta comincia alle 14.25.

7-00403 Antonino Foti: Modalità di esercizio del diritto al pensionamento.

7-00428 Damiano: Modalità di esercizio del diritto al pensionamento.
(Discussione congiunta e rinvio).

La Commissione inizia la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo.

Silvano MOFFA, presidente, avverte che le risoluzioni in titolo, vertendo sul medesimo argomento, saranno discusse congiuntamente. Invita, quindi, i presentatori ad illustrare le proprie risoluzioni, ricordando


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che l'orientamento del Governo su di esse sarà espresso nella prossima seduta.

Giuliano CAZZOLA (PdL), nell'illustrare la risoluzione n. 7-00403, di cui è cofirmatario, fa notare che essa riprende il contenuto di taluni ordini del giorno presentati nel corso dell'esame della manovra economica estiva, volti ad impegnare l'Esecutivo a farsi carico, compatibilmente con le condizioni di finanza pubblica, di ulteriori fattispecie a cui applicare i previgenti termini di decorrenza dei trattamenti pensionistici inferiori all'anno. Richiama, quindi, i differenti impegni previsti nel testo, che indicano l'opportunità di un intervento parzialmente correttivo e integrativo del decreto-legge n. 78 del 2010.
Dopo aver indicato i soggetti ai quali, a suo avviso, andrebbero applicate talune deroghe alla normativa vigente e richiamata l'esigenza di individuare una soluzione per il problema dei lavoratori che abbiano raggiunto i quaranta anni di contribuzione, auspica che sul tema possa registrarsi il consenso di tutti i gruppi, dal momento che anche l'altro atto di indirizzo presentato dai gruppi di opposizione, pur con una sensibile diversità nelle premesse, chiede al Governo l'assunzione di impegni analoghi.

Marialuisa GNECCHI (PD) nell'illustrare la risoluzione n. 7-00428, di cui è cofirmataria, osserva che essa mira a promuovere il cambiamento di talune decisioni assunte dall'Esecutivo in materia previdenziale, che, a suo avviso, hanno danneggiato gravemente taluni soggetti, non contemplando, peraltro, alcun aggiornamento dei coefficienti di calcolo delle pensioni. Tra tali soggetti, cita, in particolare, i lavoratori in mobilità che non rientrano nei limiti previsti dalla legge, i soggetti che si trovino in stato di disoccupazione, le lavoratrici della pubblica amministrazione nei confronti delle quali la legge dispone l'elevazione a 65 anni del requisito anagrafico della pensione di vecchiaia, i lavoratori che siano stati autorizzati alla prosecuzione volontaria e abbiano effettuato almeno un versamento previdenziale.
Mette poi in evidenza le evidenti contraddizioni nelle quali è incorso il Governo sul versante previdenziale, considerato che, da un lato, esso ha inteso propiziare la fuoriuscita dei lavoratori dalla pubblica amministrazione, peraltro con provvedimenti confusi e in contrasto tra di loro, e dall'altro sembra propenso a posticipare la maturazione dei requisiti pensionistici per risolvere problemi di finanza pubblica.
In conclusione, auspica che anche i gruppi di maggioranza possano convergere sul riconoscimento di tali incoerenze, al fine di spingere il Governo quantomeno a porre rimedio a misure lesive degli interessi delle aziende e dei lavoratori.

Silvano MOFFA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 10 novembre 2010.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.45 alle 15.20.

XI Commissione - Mercoledì 10 novembre 2010


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ALLEGATO 1

Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese (Testo unificato C. 2754 Vignali, C. 98 La Loggia, C. 1225 Bersani, C. 1284 Pelino, C. 1325 Vignali, C. 2680 Jannone e C. 3191 Borghesi).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La XI Commissione,
esaminato, per le parti di competenza, il testo unificato delle proposte di legge n. 2754 e abbinate, come risultante sulla base degli emendamenti approvati nel corso dell'esame in sede referente;
preso atto che il provvedimento intende recepire le indicazioni contenute nello Small Business Act, ossia l'importante documento adottato dalla Commissione europea il 25 giugno 2008, che mira a creare condizioni favorevoli alla crescita e alla competitività sostenibili delle piccole e medie imprese europee, affrontando i temi dell'accesso al credito, della semplificazione amministrativa, degli interventi fiscali, dell'innovazione tecnologica, dell'efficienza energetica e ambientale, nonché del sostegno agli investimenti e alla formazione;
formulata, pertanto, una valutazione complessivamente positiva su un provvedimento che si propone di sostenere lo sviluppo delle piccole e medie imprese;
osservato che vi sono - nell'ambito degli argomenti di interesse della XI Commissione - taluni aspetti del testo migliorabili sotto diversi profili;

esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
1) nell'ambito delle condivisibili misure che il testo introduce in tema di semplificazione amministrativa, anche al fine di accelerare i processi che regolano la vita dell'impresa, si raccomanda di prevedere apposite disposizioni dirette a rendere meno gravoso anche l'onere burocratico nei confronti del mercato del lavoro, oltre che più trasparente il rapporto tra le pubbliche amministrazioni e il lavoratore; per tali ragioni, all'articolo 5, comma 1, dopo il primo periodo, sia inserito un periodo del seguente tenore: «Le disposizioni di cui al periodo precedente si applicano altresì in favore del lavoratore - ove compatibili con la legislazione vigente - nei procedimenti che regolano i rapporti di lavoro nel settore privato» e all'articolo 7, comma 2, le parole da: «con il minor aggravio» sino alla fine del comma siano sostituite dalle seguenti: «riducendo o eliminando, ove possibile, gli oneri meramente formali e burocratici relativi all'avvio dell'attività imprenditoriale e all'instaurazione dei rapporti di lavoro nel settore privato, nonché gli obblighi e gli adempimenti non sostanziali a carico dei lavoratori e delle imprese»;
2) premesso che, ad oggi, non è impedito l'acquisto di quote azionarie da parte dei dipendenti delle aziende, né risulta vietata la partecipazione dei lavoratori alle imprese, all'articolo 13, comma 1, che introduce interessanti principi diretti alla diffusione dei valori di merito, efficienza e responsabilità, nonché all'adozione di politiche di detassazione e decontribuzione dei premi di produzione, sia inserita, dopo la lettera h), una lettera del


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seguente tenore: «h-bis) promuove, nel rispetto della specifica configurazione strutturale delle aziende di piccole e medie dimensioni, la partecipazione dei lavoratori alle imprese»;
3) all'articolo 16, considerato che - con riferimento all'istituzione di un'apposita Agenzia nazionale per le micro, piccole e medie imprese - non vi sono indicazioni in ordine al personale utilizzabile e alle risorse umane e strumentali da destinare alla sua creazione, si ritiene opportuno verificare l'effettiva esigenza di procedere alla creazione di tale ente; qualora si decida di confermare questa scelta, si raccomanda, comunque, di optare per l'introduzione di una struttura amministrativa «leggera» e assolutamente non burocratizzata;

e con le seguenti osservazioni:
a) all'articolo 1, comma 4, lettera c), nell'ambito delle finalità del provvedimento, valuti la Commissione di merito l'opportunità di inserire - secondo quanto già definito dalle linee guida a livello europeo - uno specifico riferimento all'aspetto concernente la cosiddetta «responsabilità sociale dell'impresa»;
b) agli articoli 12 e 15, che attribuiscono uno specifico regime alle «imprese femminili», ossia quelle con una partecipazione societaria di una quota non inferiore alla maggioranza assoluta di donne, si valuti l'opportunità di apportare integrazioni al testo, che possano sviluppare e rendere sempre più effettivo il principio di pari opportunità, menzionando - tra le misure di incentivazione in favore di dette imprese - anche le seguenti: potenziamento delle azioni svolte a livello nazionale al fine di conseguire, per i servizi dell'infanzia, gli obiettivi di Lisbona, assicurando la qualità standard dei servizi offerti; attuazione del piano straordinario per la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro; attivazione di iniziative di sostegno alle lavoratrici e imprenditrici madri, garantendo - in particolare - effettiva tutela per le madri libere professioniste o con contratti atipici, che al momento godono delle indennità di maternità, i cui tempi di erogazione da parte dell'INPS sono, tuttavia, eccessivamente lunghi;
c) pur nella consapevolezza che l'argomento non rientra nell'ambito delle più dirette competenze della XI Commissione, per ragioni di natura sistemica si invita comunque la Commissione di merito a valutare con attenzione la possibile soppressione degli articoli 18, 19 e 20, i quali istituiscono un nuovo organismo (Commissione bicamerale) che - non essendo dotato delle funzioni e dei compiti, soprattutto di natura legislativa, delle Commissioni permanenti di Camera e Senato - potrebbe creare duplicazioni e sovrapposizioni delle procedure a livello parlamentare (soprattutto laddove la Commissione bicamerale è chiamata a valutare l'attuazione della legislazione relative alle micro, piccole e medie imprese ovvero a formulare osservazioni e proposte sulla necessità di adeguamento della legislazione vigente), snaturando e depotenziando il ruolo delle predette Commissioni permanenti e rischiando, al contempo, di risultare uno strumento insufficiente per lo svolgimento del ruolo prospettato.


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ALLEGATO 2

Libro verde: Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa (COM(2010)365 def.).

DOCUMENTO FINALE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La XI Commissione,
esaminato, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, il Libro verde: «Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa» (COM(2010)365def.), del 7 luglio 2010;

tenuto conto, in particolare:
delle conclusioni del Consiglio occupazione e affari sociali del 7 giugno 2010 sull'invecchiamento attivo;
della «Strategia dell'Unione europea per la crescita e l'occupazione (Europa 2020)», adottata dal Consiglio europeo del 17 giugno 2010 e delle Linee guida per le politiche dell'occupazione degli Stati membri approvate in tale ambito dal Consiglio del 21 ottobre 2010;
della proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio sull'Anno europeo dell'invecchiamento attivo 2012 (COM(2010)462 def.), del 6 settembre 2010;
della Strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015 (COM(2010)491) e della risoluzione del Parlamento europeo del 19 ottobre 2010 sulle lavoratrici precarie;
della risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2010 «Il ruolo del reddito minimo nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva in Europa», nella quale, tra l'altro, si afferma che le pensioni di vecchiaia devono permettere ai pensionati che hanno lavorato tutta la vita di percepire un importo dignitoso;
della raccomandazione 92/441/CEE, la quale riconosce «il diritto fondamentale della persona a risorse e a prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana», insistendo affinché l'obiettivo centrale dei regimi di sostegno del reddito debba essere quello di far uscire le persone dalla povertà, consentendo loro di vivere dignitosamente, comprese le pensioni di invalidità e di anzianità dignitose;
delle due iniziative complementari della Commissione europea: «Rapporto 2010 sulla cittadinanza» (COM(2010) 603 fin.), del 27 ottobre 2010, e Comunicazione «Verso un atto per il mercato unico» (COM(2010)608 fin.), del 27 ottobre 2010, che mirano a superare la frammentazione esistente dell'Unione europea in ambiti che riguardano strettamente i cittadini e segnatamente l'economia sociale, laddove, in particolare, tra le 50 azioni proposte nella medesima comunicazione vi sono la revisione della direttiva in materia di attività e sorveglianza dei fondi pensione (proposta n. 31), nonché la previsione di eventuali altre proposte che potranno emergere dal dibattito sul documento in esame, quali quelle finalizzate alla rimozione degli ostacoli alla mobilità, anche di natura fiscale (proposta n. 42);
delle conclusioni del Consiglio europeo del 28-29 ottobre 2010 che, nell'approvare la relazione della task force sulla governance economica, invita il Consiglio dell'UE ad accelerare i lavori su come tener conto dell'impatto della riforma dei regimi pensionistici nell'attuazione del patto di stabilità e crescita e a riferirne al


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Consiglio europeo di dicembre, riconoscendo l'importanza delle riforme pensionistiche sistemiche e segnalando che occorre assicurare condizioni di parità all'interno del patto di stabilità e crescita;
delle considerazioni svolte nella relazione «Ageing Report 2009 (Economic and budgetary projections for the EU-27 Member States - 2008-2060)»;

tenuto altresì conto:
degli importanti elementi di valutazione e di conoscenza acquisiti dalla XI Commissione nel corso delle audizioni svolte con rappresentanti delle istituzioni competenti e delle forze sociali interessate, che, oltre ad essere un utile strumento di conoscenza e di raccolta di dati relativi alle realtà nazionali all'esito della consultazione, hanno rappresentato un'occasione per riflettere e approfondire gli aspetti evidenziati a livello nazionale;
dell'esigenza che il presente documento finale sia trasmesso al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione europea nell'ambito del dialogo politico, unitamente al parere approvato dalla XIV Commissione, onde fornire una risposta ai quesiti proposti per la consultazione pubblica, che si chiuderà il prossimo 15 novembre;

esprime le seguenti valutazioni:

Sul piano generale (quesiti da 1 a 4 e 14):
a) è sicuramente auspicabile ed importante che l'Unione europea assuma un ruolo di indirizzo più efficace ed operativo rispetto alle esperienze pur significative fino ad ora seguite attraverso il Metodo del coordinamento aperto, basato sostanzialmente su pratiche di «moral suasion», dal momento che la materia della previdenza è riservata alle politiche dei singoli Stati. Le indicazioni della UE agli Stati membri dovranno riguardare sia l'adeguatezza dei trattamenti (derivante dal concorso della previdenza obbligatoria a ripartizione e di quella privata a capitalizzazione), sia la sostenibilità dei sistemi, essendo questa la condizione necessaria (anche se non sufficiente) per affrontare le sfide delle trasformazioni demografiche ed occupazionali che tanto preoccupano - soprattutto alla luce della crisi economica e finanziaria - l'Unione, come risulta non solo dal Rapporto sull'invecchiamento del 2009 e nello stesso Libro verde;
b) ferme restando le prerogative e la competenza dei singoli Stati nell'adottare le misure di riordino e modernizzazione dei sistemi pensionistici in base alle diverse situazioni esistenti, la costituzione, a livello dell'Unione, di una «piattaforma comune» che promuova i medesimi obiettivi strategici, tramite la piena valorizzazione del metodo della concertazione sociale, e persegua un'effettiva solidarietà intergenerazionale, rappresenterebbe un utile momento di trasparenza e consentirebbe, attraverso il contemporaneo coinvolgimento dei principali attori interessati alla definizione delle politiche previdenziali (governi, parti sociali, gestori dei fondi pensioni, stakeholders), di meglio coordinare le riflessioni e gli scambi di informazioni sulla materia, evitando la duplicazione di strutture e la dispersione di energie, ma razionalizzando e sfruttando le potenziali sinergie tra quelle già esistenti e sollecitandone di nuove;
c) per quanto concerne l'adeguatezza dei trattamenti, occorre tenere presenti - oltre a misure di carattere fiscale - l'opportunità e l'utilità di forme di solidarietà di contenuto assistenziale (pensione di base, integrazione al minimo o reddito minimo) - nei casi in cui il montante contributivo non assicuri un trattamento pensionistico «dignitoso» e un tasso di sostituzione «adeguato» alle peculiarità dei singoli Stati membri - a favore, soprattutto, di coloro che hanno avuto una vita lavorativa caratterizzata da rapporti di lavoro discontinui, stagionali e precari. Appare comunque utile la definizione a livello europeo, condivisa con gli Stati membri, di criteri omogenei per la definizione (nazionale) di livelli minimi di adeguatezza; a questo proposito, nel corso della consultazione effettuata dalla XI


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Commissione è stato fatto osservare che nell'ambito del cosiddetto «Protocollo del welfare» del 2007 era stata indicata l'ipotesi di un tasso di sostituzione pari almeno al 60 per cento;
d) allo stesso modo, deve essere affrontata la questione della salvaguardia, nel tempo, del valore della pensione (rispetto al tasso iniziale di sostituzione), che non può essere affidata soltanto alla difesa del potere d'acquisto, ma deve in qualche modo partecipare agli incrementi della produttività complessiva del Paese, mediante un collegamento operativo alla dinamica delle retribuzioni dei lavoratori attivi;
e) il ruolo che il Libro verde affida ai temi della previdenza privata e ai fondi professionali rappresenta un riconoscimento del carattere strategico che il secondo pilastro può e deve svolgere in una prospettiva di riforma del settore e di riconoscimento di una fiscalità agevolata. Un sistema a due pilastri, con un adeguato coinvolgimento delle parti sociali nella sua definizione e nella sua gestione - proprio perché «ripartisce il rischio» sia sulla finanza pubblica sia sui mercati finanziari - è certamente una delle risposte di contenuto strategico agli obiettivi di sostenibilità e di adeguatezza dei sistemi pensionistici;
f) l'innalzamento dell'età effettiva di pensionamento era una indicazione programmatica già coerente con la Strategia di Lisbona, la quale aveva assunto, ai fini degli obiettivi occupazionali previsti nel 2010, il conseguimento di un tasso di impiego pari al 50 per cento per le persone in età compresa tra 55 e 64 anni. Le indicazioni del Consiglio di Barcellona, nel 2002, avevano reso coerenti gli aspetti attinenti al mercato del lavoro con quelli riguardanti i sistemi pensionistici (e il loro equilibrio a fronte della impennata costante e progressiva dell'attesa di vita), preconizzando interventi che allungassero di 5 anni, entro il 2010, l'età media effettiva di pensionamento. Le riforme hanno sicuramente ritardato l'uscita dal mercato del lavoro, sia delle lavoratrici che dei lavoratori, ma si rimane lontani dall'obiettivo indicato, il cui raggiungimento è stato riformulato nell'ambito della strategia «Europa 2020». Si ritiene utile prevedere, come indicazione della UE, meccanismi di adeguamento automatico dell'età pensionabile all'evoluzione demografica. Per garantire in termini di sostenibilità e di adeguatezza l'evoluzione dei sistemi pensionistici rimane fondamentale, tuttavia, il conseguimento di una congrua crescita economica, in grado di consentire l'incremento della occupazione e, in particolare, di quella dei giovani;
g) per quanto riguarda l'ipotesi, avanzata dalla Commissione europea, di prevedere meccanismi di adeguamento automatico dell'età pensionabile all'attesa di vita, si fa notare che il Parlamento italiano ha votato - a maggioranza - una norma analoga, che entrerà in vigore a partire dal 2015;
h) si considera, altresì, necessario indicare - a partire da una soglia minima adeguata rispetto agli andamenti demografici - l'opportunità di meccanismi di pensionamento flessibile, in grado di rispondere anche a differenti propensioni delle persone, ovviamente in un contesto in cui vi sia un'effettiva corrispondenza tra l'importo della pensione e l'ammontare dei contributi versati durante l'intera vita lavorativa. Il buon esito dell'obiettivo del prolungamento della vita attiva dei lavoratori anziani non può dipendere solamente da nuove e più rigorose regole in materia pensionistica, ma deve trovare un'adeguata risposta in misure contrattuali riguardanti l'orario, le politiche formative e di organizzazione del lavoro, allo scopo di consentire l'impiego effettivo e proficuo degli anziani, rimuovendo o attenuando, innanzi tutto, gli effetti di eventuali normative discriminatorie (mediante misure di pensionamento parziale e graduale in corrispondenza con l'impiego dei giovani), in base all'età sul mercato del lavoro, solitamente definite attraverso l'attenuazione o addirittura l'esclusione di ogni forma di tutela giuridica nel caso di


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licenziamento di lavoratori che abbiano già maturato il diritto a pensione. Vanno previste misure di anticipo del pensionamento per i lavoratori addetti a mansioni usuranti e forme particolari di tutela per i casi di inabilità e invalidità;
i) al contempo, è senza dubbio condivisibile l'individuazione di agevolazioni a favore delle imprese per diffondere forme di lavoro che facilitino il passaggio graduale dalla fase attiva a quella di quiescenza;
j) si ritiene altresì necessario che le misure di innalzamento dell'età di pensionamento debbano trovare compensazione nella definizione di politiche di tutela della specificità del lavoro femminile, riconoscendo alle lavoratrici periodi di contribuzione figurativa legati alla maternità e al lavoro di cura, pur nel quadro di un riequilibrio dei ruoli all'interno della coppia, anche attraverso l'istituzione di permessi obbligatori per la paternità, secondo le recenti direttive dell'Unione europea;
k) inoltre, al fine di consentire il raggiungimento dell'obiettivo di portare il tasso di occupazione al 75 per cento (come stabilito dalla strategia «Europa 2020»), appare sempre più necessario attuare una politica economica diretta a rafforzare le prospettive di crescita. Al fine di assicurare la maggiore organicità e coerenza degli strumenti esistenti, sarà necessario seguire un approccio integrato nel quadro europeo delle politiche per l'occupazione, atteso che la stabilità previdenziale è un indicatore della sostenibilità degli equilibri macroeconomici;
l) nel quadro europeo l'UE potrebbe aiutare gli Stati membri nel monitoraggio delle modifiche legate all'aspettativa di vita, considerando tutte le variabili - non solo demografiche - che incidono sul fenomeno. L'Ue potrebbe essere il luogo dove mettere in comune storie ed esperienza per addivenire utilmente ad un sistema che tenga conto sia delle variabili attuariali sia delle esigenze di solidarietà e di protezione sociale, soprattutto a favore dei soggetti più deboli del mercato del lavoro. Un aspetto sul quale sarebbe opportuno riflettere è la necessità di indicazioni operative da parte dell'UE agli Stati membri, dopo avere acquisito dati utili e comparabili, per addivenire ad una quantificazione dei concetti di sostenibilità e adeguatezza, atteso che per ciascun sistema pensionistico ci possono essere differenze significative.

In relazione a quesiti più specifici concernenti, in particolare, le questioni riferite alla previdenza complementare:
Attività transfrontaliera dei fondi pensione (quesito n. 5). È sicuramente necessario favorire la mobilità dei lavoratori all'interno dell'Unione; anche l'attività transfrontaliera dei fondi pensione può contribuire a tal fine, sempre ponendo particolare attenzione all'esigenza di evitare comportamenti opportunistici. Questo è proprio uno degli scopi della vigente Direttiva europea in materia di fondi pensione occupazionali, ma essa è in vigore ancora da poco per poterne giudicare appieno l'adeguatezza a questo riguardo. Si ritiene, pertanto, che sia opportuno dare ulteriore corso alla sperimentazione della direttiva, prima di prevederne modifiche, anche al fine di meglio valutare gli interventi da apportare.
Mobilità delle pensioni (quesiti n. 6 e n. 7). Il problema della mobilità transfrontaliera delle pensioni (ossia la portabilità del montante in caso di mobilità del lavoratore al di fuori dei confini del Paese di appartenenza) si pone soprattutto per le forme a beneficio definito, che in Italia sono poche, confinate ai casi preesistenti alle riforme, dal momento che si è compiuta, per le forme di nuova istituzione, la scelta della contribuzione definita. Peraltro, è senz'altro utile garantire ai lavoratori che intendano muoversi all'interno dell'Unione che non vengano intaccati i propri diritti anche per quanto riguarda le pensioni complementari (la cosa è già sostanzialmente risolta per le pensioni di base).
Sarebbe quindi opportuno che siano superati i limiti che tuttora impediscono a


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chi cambia lavoro di portare con sé quanto accantonato in un eventuale fondo professionale. In Italia ciò è in larga misura già stato realizzato. Riguardo all'Europa, ove non fosse possibile garantire un'adeguata portabilità del montante versato si potrebbe almeno pensare ad una forma di totalizzazione, evitando che alcuni periodi di iscrizione e di versamento possano andare perduti, come oggi può ancora avvenire in alcuni paesi. È senza dubbio condivisibile l'idea della creazione di uno spazio unico e virtuale sul web, in cui siano disponibili, per gli istitutori di fondi che intendono svolgere attività transfrontaliera informazioni attendibili circa le legislazioni nazionali materia di diritto del lavoro e della sicurezza sociale.
Ampliamento degli spazi d'intervento della direttiva (quesito n. 8). L'attuale Direttiva IORP regola soltanto i fondi occupazionali autonomi, e non quelli interni, tra cui i cosiddetti «patrimoni separati di destinazione», né i piani meramente individuali. È forte l'interesse dell'Italia, allo scopo di una migliore tutela dei lavoratori interessati, che l'ambito della Direttiva sia esteso, in particolare a tipologie come i Piani individuali pensionistici (Pip), i Fondi aperti ad adesione individuale e le forme pensionistiche a rendimento garantito, anche tenendo in considerazione il modello italiano, che vede una disciplina il più possibile uniforme rispetto alle diverse tipologie di piani pensioni in essere, al fine di favorirne la comparabilità e consentire lo sviluppo di un mercato più ampio e competitivo dei servizi previdenziali.
Fondi a contribuzione definita (quesito n. 9). Per questi fondi, i più importanti nella realtà italiana, la vigente direttiva non detta regole specifiche. Peraltro, potrebbe risultare utile fissare a livello europeo la predisposizione di codici di buone pratiche in materie quali la gestione e il controllo dei rischi di investimento. Al riguardo, al fine di elevare la probabilità di conseguire rendimenti adeguati ma al contempo limitare il rischio di investimento (che nei fondi a contribuzione definita grava sugli iscritti), andrebbe favorita l'adozione da parte dei fondi di schemi di tipo life-cycle, che consentano agli iscritti di usufruire di una riallocazione automatica della loro posizione previdenziale da investimenti azionari a impieghi più prudenziali. Tali schemi dovrebbero essere adottati come soluzione di default, in modo tale da fungere da punto di riferimento per gli iscritti, ferma restando, peraltro, la possibilità per gli stessi di compiere liberamente scelte diverse. Inoltre, un sistema di tutele efficace non può prescindere da una vigilanza forte e dall'individuazione di strumenti che sappiano coniugare le aspettative di crescita e di redditività ad un contenimento dei rischi efficace, tenendo presente quindi la distinzione tra investimenti finanziari e risparmio di natura previdenziale, che risponde ad un bisogno sociale, prima ancora che economico. A livello di Unione europea potrebbe essere utile ragionare sulle tipologie di intervento idonee a ridurre rischi, nonché sugli investimenti cosiddetti istituzionali, orientati verso opere infrastrutturali che possono fare dei fondi negoziali un veicolo di sviluppo e di ammodernamento, non solo dei singoli Stati ma anche delle infrastrutture dell'UE.
Regime di solvibilità dei fondi a beneficio definito (quesiti n. 10 e n. 11). Si ritiene che per i fondi pensione sia più utile ed opportuno un modello specifico, diverso e più semplificato di quello previsto per le assicurazioni e per gli istituti di credito. In tal senso si ritiene positiva anche la definizione di un sistema di fondi di garanzia su indicazione europea. Sarebbe altresì auspicabile un intervento chiarificatore a livello europeo, della portata dell'articolo 8 della direttiva 80/987 in materia d'insolvenza dei datori di lavoro alla luce degli orientamenti della Corte di giustizia, nonché un monitoraggio da parte della Commissione delle misure adottate dagli Stati membri al fine di garantire l'effettiva e corretta applicazione della direttiva.
Informazione sui prodotti pensionistici (quesito n. 12). Ogni rafforzamento delle


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prescrizioni minime di informazione è senz'altro auspicabile. È opportuno salvaguardare la differenziazione tra investimento previdenziale e finanziario. Il Libro verde fa riferimento all'educazione finanziaria, ma sarebbe opportuno porre al centro dell'attenzione l'educazione previdenziale, attesa l'esigenza manifestata da lavoratrici e lavoratori di conoscere, oltre che il funzionamento di quello obbligatorio, il sistema di previdenza complementare, di riuscire a gestire la propria posizione previdenziale.
La necessità di un adeguato modello di trasparenza rappresenta uno degli elementi fondamentali di un efficace sistema di tutela degli iscritti ad un regime pensionistico, sia esso di base o complementare, tuttavia occorre evitare l'eccessiva produzione documentale, che appesantirebbe l'operatività dei fondi pensione, senza peraltro migliorare la conoscenza degli iscritti; in tale contesto iniziative a livello europeo volte all'individuazione e alla promozione di best practices possono rappresentare uno strumento prezioso.
Opzioni di «default» (quesito n. 13). Come già osservato al n. 9, si ritiene opportuno che vi siano degli orientamenti comuni rivolti ad applicare ai lavoratori iscritti le soluzioni in linea di principio per loro più convenienti - in ragione delle specifiche condizioni di età e di reddito di ciascuno - rispetto all'iscrizione ai fondi, alla contribuzione, e alla tipologia degli investimenti. Ciò senza peraltro negare loro la possibilità di decidere diversamente qualora essi ritengano che la soluzione fissata come «default» (in difetto di una loro scelta) sia da loro considerata inadeguata.
Un obiettivo che l'UE dovrebbe perseguire di concerto con i Governi nazionali dovrebbe essere sensibilizzare gli aderenti alle questioni dell'invecchiamento della popolazione e le sue conseguenze sui sistemi pensionistici, al fine di stimolare comportamenti virtuosi dei lavoratori, specie delle giovani generazioni.

Sul piano nazionale:
si sottolinea la necessità di proseguire la riflessione sugli aspetti peculiari concernenti il sistema previdenziale italiano, che - anche alla luce della complessa attività conoscitiva svolta dalla XI Commissione - appaiono più delicati, anche al fine di definire la posizione dell'Italia nella fase ascendente rispetto alle iniziative preannunziate, sulla materia, dalla Commissione europea nel programma legislativo e di lavoro per il 2010 (COM(2010)135), con particolare riferimento alla presentazione del Libro bianco, che recherà soluzioni strutturali e formulerà raccomandazioni sui sistemi pensionistici, nonché nella già richiamata Comunicazione «Verso un atto per il mercato unico». A tal fine, appare importante che il Governo italiano accolga l'invito rivolto agli Stati membri a fornire i propri contributi nell'ambito delle predette proposte, tenendo conto anche di quanto emerso nell'esame del presente documento, e che esso mantenga costantemente informato il Parlamento sull'andamento dei negoziati a livello europeo per la definizione delle iniziative conseguenti ai richiamati documenti comunitari.


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ALLEGATO 3

5-03225 Gnecchi: Problematiche relative alle donne titolari della pensione ai superstiti.

TESTO DELLA RISPOSTA

Relativamente al quesito dell'onorevole Gnecchi, che richiama il tema del trattamento pensionistico in favore dei superstiti, con particolare riferimento alla reale incidenza di questo fenomeno, se il Ministero del lavoro ha trasmesso le seguenti indicazioni: Nel richiamare la ratio delle disposizioni in materia di trattamento di reversibilità - istituto che riconosce un diritto ai famigliari più stretti del lavoratore o del pensionato defunto, secondo un ordine di priorità stabilito dalla legge - l'interrogante chiede di conoscere il numero delle donne e degli uomini, ad oggi, titolari del predetto trattamento nelle diverse percentuali di riduzione stabilite dalla legge.
Al riguardo sappiamo che la misura della pensione ai superstiti si determina applicando le aliquote stabilite dalla legge alla pensione diretta del lavoratore deceduto o alla pensione che gli sarebbe spettata, nel caso di lavoratore assicurato ma non pensionato (articolo 22 della legge n. 903/1965).
Sappiamo altresì che l'articolo 1, comma 41, della legge n. 335/1995, cui si fa riferimento nell'atto parlamentare, ha introdotto il principio dei cumulo parziale della pensione ai superstiti con i redditi del beneficiario, in misura graduata in rapporto ad essi. I limiti di cumulabilità non si applicano qualora il beneficiario faccia parte di un nucleo familiare con figli di minore età, studenti oppure inabili.
Come è noto, sulla predetta norma è stata sollevata questione di legittimità costituzionale, in ordine alla ragionevolezza di una tale riduzione del diritto, per un presunto contrasto con i principi della proporzionalità ed adeguatezza delle prestazioni previdenziali.
La Suprema Corte, tuttavia, ha dichiarato inammissibile per manifesta infondatezza la questione di costituzionalità, ritenendo che tale norma, lungi dal «sottrarre» al coniuge superstite la pensione di reversibilità, «ne disciplina l'ammontare in termini bensì restrittivi, ma entro i limiti della ragionevolezza». Ad avviso della Corte deve tenersi conto del principio secondo cui il Legislatore può - al fine di salvaguardare equilibri di bilancio e contenere la spesa previdenziale - ridurre anche trattamenti pensionistici già in atto.
In merito al quesito formulato dall'Onorevole Gnecchi, passo ad enunciare i dati relativi alle pensioni ai superstiti erogate dall'INPS.
Su un totale di circa 3.873.000 pensioni ai superstiti erogate dall'INPS, 3.429.000 circa sono erogate in favore di donne (dato percentuale), soprattutto in conseguenza di una loro maggiore longevità;
In particolare, tra le donne che beneficiano di questo trattamento, le titolari di pensione ai superstiti nella misura intera sono circa 3.429.000 (circa 90 per cento del totale) mentre sono circa 105.000 coloro che lo percepiscono nella misura ridotta del 25 per cento, circa 55.000 nella


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misura ridotta del 40 per cento; circa 40.500 nella misura ridotta del 50 per cento.
Pertanto, per differenza, le pensioni erogate in favore degli uomini sono circa 444.000 e di queste il 78 per cento (circa 345.000) è percepito in misura intera; il 10 per cento (circa 50.000) in misura ridotta del 25 per cento; il 6 per cento (circa 25.000) in misura ridotta del 40 per cento e 6 per cento (circa 24.000) in misura ridotta del 50 per cento.

Per un'analisi più dettagliata dei dati innanzi riportati si rimanda alla seguente tabella:

RIDUZIONE PENSIONI AI SUPERSTITI PER ART. 1 COMMA 41 LEGGE 335/1995
Gli importi sono mensili (euro) - I dati si riferiscono alle pensioni erogate dall'INPS
 
UOMINI
DONNE
TOTALE
RIDUZIONE
NUMERO
IMPORTO
RIDUZIONE
NUMERO
IMPORTO
RIDUZIONE
NUMERO
IMPORTO
RIDUZIONE
0% 345.062 0 3.229.399 0 3.574.461 0
25% 50.507 3.837.607 104.445 11.289.556 154.952 15.127.163
40% 24.591 3.474.764 55.027 13.029.178 79.618 16.503.942
50% 23.961 5.247.090 40.493 14.123.818 64.454 19.370.908
TOTALE 444.121 12.559.461 3.429.364 38.442.552 3.873.485 51.002.013


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ALLEGATO 4

5-03641 Bellanova: Situazione dei lavoratori addetti ai servizi di pulizia negli istituti scolastici.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'On.le Bellanova, nell'atto ispettivo che passo a discutere, nel richiamare l'attenzione sulla situazione dei lavoratori addetti al servizio di pulizia degli istituti scolastici, nella provincia di Lecce, chiede l'attivazione di tutte le iniziative necessarie a reclutare risorse indispensabili per il prosieguo della loro attività lavorativa.
Per quanto riguarda l'erogazione dei fondi che possano consentire il pagamento delle mensilità arretrate in favore di questi lavoratori, comunico che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, a seguito della legge finanziaria per il 2007 corrisponde, direttamente alle scuole, le risorse necessarie per la copertura finanziaria delle convenzioni e che gli obblighi retributivi con i singoli lavoratori sono in capo direttamente alle società consortili.
Per quanto riguarda la situazione relativa all'anno in corso, alle scuole sono state trasferite le risorse necessarie a consentire il pagamento di tutte le fatture emesse dai Consorzi in questione fino al mese di agosto.
Infatti, in attuazione della legge finanziaria per il 2010 (articolo 2, comma 250), con DPCM del 19 marzo 2010 è stata assegnata, a fronte della necessità complessiva di 370 milioni di euro per la copertura dell'intero fabbisogno annuale, la somma di 260 milioni di euro, consentendo, in tal modo, il pagamento dei contratti di pulizia dei locali scolastici per i mesi da gennaio ad agosto.
Come più volte assicurato nel corso dei frequenti incontri con le organizzazioni sindacali di categoria, il Ministero dell'Istruzione è impegnato costantemente a reperire, presso il Ministero dell'economia e delle finanze, tutte le risorse necessarie per far fronte agli impegni assunti. A tal fine, il 24 settembre scorso, con una propria nota il Ministro Gelmini ha espressamente richiesto al Ministro dell'economia le risorse finanziarie occorrenti a garantire il regolare proseguimento dei servizi alle scuole fino al 31 dicembre 2010.
Segnalo, inoltre, che il disegno di legge del bilancio di previsione per il 2011 prevede una disponibilità finanziaria sufficiente a coprire l'acquisto dei servizi che non possono essere prestati dal personale scolastico (collaboratori scolastici ed assistenti tecnici-amministrativi).
In conclusione, viene riferito dal ministero del lavoro e delle politiche sociali che, per il 3 dicembre 2010, è già in programma un incontro tra il Sottosegretario di Stato all'istruzione On.le Pizza e i rappresentanti del Ministero del lavoro e delle Organizzazioni sindacali nell'ambito del quale verranno affrontate le problematiche dei lavoratori addetti al servizio di pulizia degli istituti scolastici nella provincia di Lecce, con l'auspicio che in tempi rapidi si possa giungere alla definizione della questione, individuando ogni possibile soluzione diretta ad assicurare la prosecuzione dei rapporti di lavoro e a tutelare la posizione dei lavoratori e delle loro famiglie.

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