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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della IV Commissione permanente
(Difesa)
IV Commissione

SOMMARIO

Mercoledì 30 marzo 2011


AUDIZIONI INFORMALI:

Nell'ambito dell'esame del testo unificato delle proposte di legge C. 607-1897/A , recante «Incentivi per favorire, nelle regioni dell'arco alpino, il reclutamento di militari volontari nei reparti delle truppe alpine».
Audizione di rappresentanti del COCER-Sezione Esercito ... 38

SEDE REFERENTE:

Disposizioni concernenti le associazioni di interesse delle Forze armate. C. 3442 Gregorio Fontana (Seguito dell'esame e rinvio) ... 38
ALLEGATO 1 (Emendamenti) ... 42

INTERROGAZIONI:

5-01570 Rugghia: Sugli oneri finanziari derivanti dal cambio di denominazione da «Regione» a «Legione» dei Comandi di Regione dell'Arma dei Carabinieri ... 40
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 45

5-01707 Di Stanislao: Sul susseguirsi di tragici eventi, collegati alle elezioni del 20 agosto 2009 in Afghanistan ... 40
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 46

5-03774 Bosi: Sulle dichiarazioni del Responsabile del comparto difesa dell'Osservatorio militare di Roma su questioni inerenti lo stesso Osservatorio ... 41
ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 50

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

AVVERTENZA


IV Commissione - Resoconto di mercoledì 30 marzo 2011


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AUDIZIONI INFORMALI

Mercoledì 30 marzo 2011.

Nell'ambito dell'esame del testo unificato delle proposte di legge C. 607-1897/A, recante «Incentivi per favorire, nelle regioni dell'arco alpino, il reclutamento di militari volontari nei reparti delle truppe alpine».

Audizione di rappresentanti del COCER-Sezione Esercito.

L'audizione informale è stata svolta dalle 14.10 alle 15.15.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 30 marzo 2011. - Presidenza del vicepresidente Giacomo CHIAPPORI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Giuseppe Cossiga.

La seduta comincia alle 15.15.

Disposizioni concernenti le associazioni di interesse delle Forze armate.
C. 3442 Gregorio Fontana.
(Seguito dell'esame e rinvio).


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La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 22 febbraio 2011.

Giacomo CHIAPPORI, presidente, avverte che sono state presentate diciannove proposte emendative (vedi allegato 1) riferite al testo della proposta di legge in esame.
Avverte, altresì, che tutte le proposte emendative sono state dichiarate ammissibili.
Chiede, pertanto, al relatore e al rappresentante del Governo di esprimere i rispettivi pareri sulle citate proposte emendative.

Riccardo MAZZONI (PdL), relatore, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Garofani 1.3 e Di Stanislao 1.4, nonché sugli emendamenti Laganà Fortugno 1.14 e Gianni Farina 2.2. Formula, quindi, un invito al ritiro o parere contrario sugli identici emendamenti Villecco Calipari 1.1 e Di Stanislao 1.2, nonché sull'emendamento La Forgia 1.12. Formula, altresì, un invito al ritiro sugli emendamenti Recchia 1.6 e Rosato 1.8, in quanto entrambi assorbiti dall'emendamento del relatore 1.5, nonché sull'emendamento Mogherini Rebesani 2.1, che riproduce una disposizione già contenuta nel testo in esame. Esprime, inoltre, parere favorevole sugli identici emendamenti Rugghia 1.10 e Di Stanislao 1.11. Infine, raccomanda l'approvazione degli emendamenti a sua firma 1.5, 1.7, 1.9, 1.13, 1.15, 2.3 e 5.1.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA esprime parere conforme al relatore.

Augusto DI STANISLAO (IdV) rileva che l'emendamento del relatore 1.13 è volto a espungere dal testo della proposta la previsione del parere parlamentare sul decreto che individua le associazioni d'interesse della Difesa. L'emendamento del relatore 5.1, invece, è volto a reintrodurre tale parere sul decreto relativo al riparto dei contributi. Chiede sul punto chiarimenti al relatore, reputando più opportuno prevedere l'acquisizione del parere della Commissione per entrambi i decreti in questione.

Riccardo MAZZONI (PdL), relatore, osserva che, con riguardo al decreto che individua le associazioni di interesse per la Difesa, il meccanismo di riconoscimento ha carattere meramente burocratico e come tale non sembra opportuno che sia oggetto di parere parlamentare. Riguardo all'attuale formulazione dell'articolo 5, invece, osserva che essa si discosta dall'attuale normativa generale prevista dalla legge n. 549 del 1995, nonché da quella specificamente riferita alle associazioni combattentistiche di cui all'articolo 2195 del Codice dell'ordinamento militare e d'arma. Il suo emendamento 5.1 mira a sanare questa difformità, ripristinando il principio secondo cui il riparto di contributi fra i singoli enti è effettuato annualmente con decreto del ministro competente, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti.

Francesco BOSI (UdC) ritiene che la possibilità, prevista dall'emendamento del relatore 1.15, di fare rimanere il patrimonio di un'associazione di diritto pubblico nella disponibilità della stessa, anche nel caso in cui questa dovesse trasformarsi in un'associazione di diritto privato, debba essere valutata con adeguata attenzione. In caso contrario, infatti, potrebbe verificarsi il rischio di danneggiare il patrimonio pubblico. Domanda al riguardo se non si possa utilmente prevedere l'espressione del parere parlamentare anche in tale ipotesi.

Riccardo MAZZONI (PdL), relatore, osserva che l'emendamento in oggetto riprende i contenuti di un'osservazione emersa nel corso dell'attività conoscitiva, con riferimento al caso dell'Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d'Italia (UNUCI). Evidenzia, quindi, come sia opportuno introdurre una clausola che vincoli la conservazione del patrimonio di un'associazione ente di diritto pubblico all'associazione


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stessa anche quando essa si trasformi in ente di diritto privato.

La Commissione respinge gli identici emendamenti 1.1 Villecco Calipari e 1.2 Di Stanislao. Respinge altresì, con distinte votazioni, gli identici emendamenti 1.3 Garofani e 1.4 Di Stanislao ed approva l'emendamento 1.5 del relatore.

Giacomo CHIAPPORI, presidente, avverte che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.5 del relatore, sono da considerarsi assorbiti gli emendamenti 1.6 Recchia e 1.8 Rosato.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti 1.12 La Forgia, 1.14 Laganà Fortugno, 2.1 Mogherini Rebesani e 2.2 Gianni Farina ed approva gli emendamenti 1.7, 1.9, 1.13, 1.15, 2.3 e 5.1 del relatore, nonché gli identici emendamenti 1.10 Rugghia e 1.11 Di Stanislao.

Giacomo CHIAPPORI, presidente, avverte che il testo della proposta di legge in esame, come modificato dagli emendamenti testé approvati, sarà trasmesso per il parere alle Commissioni competenti. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.30.

INTERROGAZIONI

Mercoledì 30 marzo 2011. - Presidenza del vicepresidente Giacomo CHIAPPORI. - Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Giuseppe Cossiga.

La seduta comincia alle 15.30.

5-01570 Rugghia: Sugli oneri finanziari derivanti dal cambio di denominazione da «Regione» a «Legione» dei Comandi di Regione dell'Arma dei Carabinieri.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Antonio RUGGHIA (PD), intervenendo in replica, ricorda che l'interrogazione in oggetto era stata presentata nel giugno del 2009, sulla base di informazioni riportate dagli organi di stampa relativamente agli oneri connessi alla decisione assunta dal Comandante generale dell'Arma dei carabinieri, peraltro cessato dall'incarico poco tempo dopo. Il Governo non ha chiarito se rispondano al vero le cifre riportate dalla stampa, pari a cinque e sette milioni di euro, circostanza che renderebbe ingiustificabile la citata decisione alla luce dei drastici tagli che hanno riguardato i finanziamenti al comparto difesa e sicurezza. Resta da verificare se simili determinazioni possano autonomamente essere assunte dai quadri militari o se invece, come sembra opportuno, occorra che su di esse vi sia una supervisione da parte degli organi politici.

5-01707 Di Stanislao: Sul susseguirsi di tragici eventi, collegati alle elezioni del 20 agosto 2009 in Afghanistan.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Augusto DI STANISLAO (IdV), replicando, desidera preliminarmente ringraziare il rappresentante del Governo per l'esaustività della risposta fornita. Al riguardo, deve però esprimere insoddisfazione per il notevole ritardo con cui è stato dato seguito alla sua interrogazione, i cui contenuti hanno assunto nel corso del tempo ulteriori e nuovi significati, di pari passo con l'evolversi del contesto in cui opera la missione militare in Afghanistan. Il nucleo del quesito riguardava infatti proprio il ruolo svolto dal nostro contingente in quel teatro, che appariva dissonante rispetto ai propositi ed alle intenzioni iniziali. Ebbene, il decorso del tempo ha rafforzato questa impressione, in ragione degli episodi, anche tragici, che si sono verificati con sempre maggiore frequenza e gravità.


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Pur riconoscendo una serie di risultati positivi messi in luce dalla risposta ricevuta, resta una valutazione di estrema preoccupazione sull'efficacia con cui si perseguono gli obiettivi di pace e di stabilizzazione, a fronte del fatto che in quel Paese si registra tuttora un'aspettativa di vita media molto bassa e l'intera economia risulta tuttora condizionata in modo assoluto dalla produzione di sostanze stupefacenti. Né si registrano miglioramenti soddisfacenti sul piano della ricostruzione della società civile e delle sue istituzioni. Ciò deriva probabilmente anche dallo scarso impegno finanziario riservato a questi specifici obiettivi, essendo la quasi totalità delle risorse impiegate esclusivamente nel settore militare. Da tali elementi deriva una sostanziale difficoltà nel riconoscere il nostro impegno in Afghanistan come una vera e propria missione di pace.

5-03774 Bosi: Sulle dichiarazioni del Responsabile del comparto difesa dell'Osservatorio militare di Roma su questioni inerenti lo stesso Osservatorio.

Il sottosegretario Giuseppe COSSIGA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Francesco BOSI (UdC), replicando, si dichiara soddisfatto della presa di posizione del Governo secondo cui l'Osservatorio non gode di alcun riconoscimento ufficiale ma, anzi, appare costituito in violazione delle vigenti normative. Deve però rilevare con rammarico che tale organismo continua ad essere accreditato presso gli organi di informazione come fonte autorevole e, in alcuni casi, gli viene attribuito anche il rango di fonte ufficiale delle Forze armate. Invita quindi l'Esecutivo ad assumere atti formali che chiariscano con assoluta nettezza la natura di questo osservatorio, che evidentemente gode dell'accesso privilegiato ad informazioni dell'apparato militare, pur non rivestendo alcun ruolo ufficiale.

Giacomo CHIAPPORI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 16.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16 alle 16.10.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE REFERENTE

Concessione della medaglia d'oro al valore alle Associazioni «Libero Comune di Fiume in esilio», «Libero Comune di Zara in esilio» e «Libero Comune di Pola in esilio».
C. 684 Menia, C. 685 Menia e C. 1903 Raisi.

IV Commissione - Mercoledì 30 marzo 2011


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ALLEGATO 1

Disposizioni concernenti le associazioni di interesse delle Forze armate (C. 3442 Gregorio Fontana).

EMENDAMENTI
ART. 1.

Al comma 1, sostituire le parole: «posti sotto la vigilanza del» con le seguenti: «come tali sono riconosciute dal».
*1. 1. Villecco Calipari, Rugghia, Garofani, Giacomelli, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rigoni e Vico.

Al comma 1, sostituire le parole: «posti sotto la vigilanza del» con le seguenti: «e come tali sono riconosciute dal».
*1. 2.Di Stanislao.

Al comma 1, lettera a), sopprimere le seguenti parole: «l'apoliticità,».
**1. 3. Garofani, Rugghia, Villecco Calipari, Giacomelli, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rigoni e Vico.

Al comma 1, lettera a), sopprimere le seguenti parole: «l'apoliticità,».
**1. 4.Di Stanislao.

Al comma 1, lettera b), dopo le parole: «in ambito nazionale,» aggiungere le seguenti: «con attività regolarmente programmate,».

Conseguentemente, al medesimo comma, sopprimere la lettera c).
1. 5.Il Relatore.
(Approvato)

Al comma 1, lettera b), dopo le parole: «in ambito nazionale,» aggiungere le seguenti: «con attività regolarmente programmate,».
1. 6. Recchia, Rugghia, Garofani, Villecco Calipari, Giacomelli, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Rosato, Rigoni e Vico.

Al comma 1, lettera b), dopo le parole: «sicurezza nazionali» inserire le seguenti: «, nonché in quello della protezione civile;».
1. 7.Il Relatore.
(Approvato)

Al comma 1, sopprimere la lettera c).
1. 8. Rosato, Rugghia, Garofani, Villecco Calipari, Giacomelli, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rigoni e Vico.


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Al comma 1, dopo la lettera e), aggiungere la seguente:
e-bis) Per le associazioni d'arma lo statuto può prevedere che la devoluzione del patrimonio, in caso di scioglimento per qualunque causa, avvenga esclusivamente a favore di organismi costituiti nell'ambito della medesima arma, corpo o specialità delle Forze armate.
1. 9.Il Relatore.
(Approvato)

Al comma 1, lettera g), premettere le seguenti parole: «di sostenere e diffondere i valori costituzionali cui si ispira l'ordinamento delle Forze armate della Repubblica e».

Conseguentemente, alla medesima lettera, al punto 3), sopprimere le seguenti parole: «costituzionali e».
***1. 10. Rugghia, Garofani, Villecco Calipari, Giacomelli, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rigoni e Vico.
(Approvato)

Al comma 1, lettera g), premettere le seguenti parole: «di sostenere e diffondere i valori costituzionali cui si ispira l'ordinamento delle Forze armate della Repubblica e».

Conseguentemente, alla medesima lettera, al punto 3), sopprimere le seguenti parole: «costituzionali e».
***1. 11.Di Stanislao.
(Approvato)

Al comma 1, lettera g), sostituire il punto 3) con il seguente:
«3) promuovere e diffondere il valore della pace e il ruolo svolto dalle Forze armate a questo fine;».
1. 12. La Forgia, Rugghia, Garofani, Villecco Calipari, Giacomelli, Gianni Farina, Fioroni, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rigoni e Vico.

Al comma 2, primo periodo, sopprimere le seguenti parole: «, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari.».
1. 13.Il Relatore.
(Approvato)

Al comma 2, sopprimere l'ultimo periodo.
1. 14.Laganà Fortugno, Rugghia, Garofani, Villecco Calipari, Giacomelli, Gianni Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rigoni e Vico.

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
«2-bis. Il patrimonio dell'associazione resta nella titolarità dell'associazione anche in caso di trasformazione da ente di diritto pubblico ad ente di diritto privato».
1. 15.Il Relatore.
(Approvato)

ART. 2.

Al comma 2, sostituire le parole: «da coloro» con le seguenti: «possono farne parte anche coloro».
2. 1. Mogherini Rebesani, Rugghia, Garofani, Villecco Calipari, Giacomelli, Gianni Farina, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Recchia, Rosato, Rigoni e Vico.


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Al comma 3, sopprimere le parole da: «inclusi i giovani» fino alla fine del periodo.
2. 2. Gianni Farina, Rugghia, Garofani, Villecco Calipari, Giacomelli, Fioroni, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rigoni e Vico.

Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:
«4-bis. Gli atti costitutivi o statuti delle associazioni d'arma e di categoria possono prevedere la partecipazione di coloro che, condividendone il patrimonio ideale, i valori e le finalità, intendono contribuire alla realizzazione degli scopi associativi».
2. 3.Il Relatore.
(Approvato)

ART. 5.

Al comma 3, dopo le parole: «Ministro dell'economia e delle finanze,» inserire le seguenti: «previo parere delle competenti Commissioni parlamentari,».
5. 1.Il Relatore.
(Approvato)


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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-01570 Rugghia: Sugli oneri finanziari derivanti dal cambio di denominazione da «Regione» a «Legione» dei Comandi di Regione dell'Arma dei Carabinieri.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il provvedimento di cambio di denominazione dei Comandi Carabinieri da «Regione Carabinieri» a «Legione Carabinieri» è stato adottato con il precipuo scopo di agevolare sia i cittadini che le pubbliche amministrazioni nell'esatta ed esclusiva individuazione degli assetti dell'Istituzione sul territorio nazionale: l'Arma, infatti, che da sempre volge ogni attenzione all'esercizio della vigilanza e dell'assistenza alla popolazione, è rigorosamente attenta a preservare il suo storico ruolo di Istituzione di riferimento, anche attraverso l'adozione di una terminologia unicamente militare, quale, appunto, Legione.
Il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri ha adottato tale provvedimento nell'ambito delle sue attribuzioni previste dall'articolo 164 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell'ordinamento militare) e, conseguentemente, il Comando Generale ha provveduto ad impartire mirate disposizioni volte a dare attuazione con gradualità agli adempimenti pratici connessi con il ripristino dell'originaria denominazione di «Legione carabinieri».
Quanto ai costi che il cambio di denominazione potrebbe comportare, posso assicurare che l'eventuale modifica dei diversi manufatti occorrenti (quali: insegne, distintivi di reparto, cartellonistica ed altro) s'ispira ad imprescindibili criteri di rigorosa economicità, in considerazione dei quali non è esclusa, peraltro, la possibilità di continuare ad utilizzarli fino alla formale dichiarazione di materiale «fuori uso», ovvero, di materiale deteriorato e, quindi, non più idoneo all'uso per il quale è stato costituito.


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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-01707 Di Stanislao: Sul susseguirsi di tragici eventi, collegati alle elezioni del 20 agosto 2009 in Afghanistan.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione in discussione costituisce un'occasione utile per fornire, in questa Commissione, un ulteriore aggiornamento sulla nostra partecipazione alla missione in Afghanistan, in esito alle linee di sviluppo della strategia della NATO definite recentemente nell'ambito del Summit di Lisbona (21-22 novembre 2010).
Il Governo ha puntualmente aggiornato il Parlamento e questa Commissione in merito al nostro impegno in Afghanistan, dove - lo ribadisco - i nostri militari non prendono parte all'operazione Enduring Freedom, ma operano all'interno dell'International Security Assistance Force (ISAF), autorizzata nel 2001 dalla Risoluzione n. 1386 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dall'agosto 2003 sotto la responsabilità della NATO.
Come è a tutti noto, la missione ISAF, in applicazione delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, conduce operazioni militari, in cooperazione e coordinazione con le Forze di Sicurezza afgane, al fine di assistere il Governo afgano nel mantenimento della sicurezza, favorire lo sviluppo delle strutture di governo, estendere il controllo del governo su tutto il Paese ed assistere gli sforzi umanitari e di ricostruzione.
Un impegno, quello svolto dai nostri militari, assolutamente in sintonia con le parole del Presidente Napolitano che ha sempre sostenuto che il ruolo che il nostro Paese svolge per la pace e la sicurezza internazionale si basa sull'articolo 11 della nostra Costituzione che prevede sì il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, ma stabilisce l'impegno dell'Italia nell'ambito delle organizzazioni internazionali che perseguono gli obiettivi della pace e della giustizia fra le nazioni.
Dunque, non sussistono elementi per ipotizzare condizioni di impiego del nostro contingente diverse da quelle previste dalla missione autorizzata dal Parlamento.
Il nostro contingente non sta partecipando ad una missione di combattimento, anche se è evidente che i nostri militari, trovandosi ad operare nelle difficili e complesse condizioni ambientali del teatro afgano, possano fare ricorso all'uso legittimo della forza. Sottolineo che l'uso della forza avviene unicamente in situazioni di necessità e in maniera controllata e strettamente proporzionale all'offesa, nel rispetto del diritto internazionale, delle leggi e dei regolamenti nazionali, in piena coerenza con quelli delle forze cooperanti.
Ricordo che lo sforzo nazionale è concentrato nell'Ovest del Paese: un nostro ufficiale assolve l'incarico di Comandante del Regional Command Ovest di ISAF, un'ampia regione dell'Afghanistan (grande quanto il Nord Italia) che comprende le quattro province di Herat, Badghis, Ghowr e Farah.
Attualmente il nostro contingente si basa sulla Brigata Alpina «Julia» dell'Esercito, integrata da componenti di uomini e mezzi della Marina Militare, dell'Aeronautica, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Il quartier generale del Comando della Regione Ovest si trova ad Herat.
In questa regione l'Italia ha anche la responsabilità del locale PRT (Provincial


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Reconstruction Team) che svolge funzioni di supporto alla ricostruzione nei settori della governance e delle infrastrutture.
Nell'ambito della missione assegnata i nostri militari si stanno impegnando con grande professionalità e spirito di sacrificio, conducendo numerosissime attività operative in settori che vanno dal controllo del territorio alla cooperazione civile-militare che hanno consentito di conseguire importanti risultati nella nostra area di responsabilità.
Questo ci è stato riconosciuto in diverse circostanze dal Segretario Generale della NATO Rasmussen, dal Comandante di ISAF Generale Petraeus, ma anche dallo stesso Presidente americano Obama nel corso del recente Vertice di Lisbona. Tutti hanno espresso giudizi di gratitudine e di apprezzamento sia per la quantità sia per la qualità del nostro contributo.
Vorrei ora evidenziare quello che i nostri militari hanno realizzato a Bala Murghab in quanto ciò è particolarmente rappresentativo del processo in corso in Afghanistan ed in particolare dell'efficacia della nostra azione per il recupero del controllo del territorio, sottraendolo agli insorti.
L'incremento del nostro contingente dislocato in quell'area ha consentito, infatti, di estendere a 20 chilometri la «bolla di sicurezza» attorno alla nostra base di Bala Murghab, permettendo di fatto a circa 10.000 afgani di rientrare nei villaggi esistenti all'interno di tale bolla, che precedentemente si erano spopolati per la presenza degli insurgent.
Secondo i dati individuati a suo tempo dal Comando Supremo delle Forze Alleate in Europa (SHAPE), l'attività di tutoraggio e addestramento, che registra un apporto determinante dei nostri militari, ha consentito all'esercito e alle forze di sicurezza afgani di raggiungere, rispettivamente, una consistenza di circa 152.000 e 119.000 unità. Si tratta di un risultato che fa ben sperare per l'avvenire, nell'ottica della irreversibile transizione.
La condizione indispensabile per il passaggio del controllo dei territori agli afgani riguarda soprattutto il conseguimento di un livello di sicurezza accettabile, garantito dalle forze di sicurezza locali.
Pertanto è stata condivisa con gli alleati della NATO l'esigenza di incrementarne la consistenza e, più in particolare, il livello di addestramento e di possibilità di impiego.
Di conseguenza sarà incrementato e consolidato il ruolo e il contributo nazionale grazie all'invio di ulteriori 200 istruttori/mentor la cui eccellenza è ampiamente riconosciuta e apprezzata.
Contestualmente alle attività finalizzate al controllo del territorio e all'addestramento delle forze di sicurezza, prosegue il programma di aiuti a sostegno della popolazione locale. Fra i progetti realizzati più recentemente vanno sottolineati l'apertura di una scuola femminile, il restauro di una moschea, l'installazione di nuove pompe per pozzi idrici, la costruzione di un ponte e di un acquedotto.
Ricordo che in occasione delle elezioni politiche dello scorso 18 settembre, nell'area di nostra responsabilità è stato registrato uno dei tassi di affluenza più elevati.
Per quanto riguarda l'acquisizione e il consolidamento della fiducia della popolazione, merita di essere menzionata l'azione dell'Integrated Command Team, composto dai nostri Comandanti e da quelli dell'Esercito e della Polizia Afgani, che ha ampliato il focus iniziale rivolto alla sicurezza, estendendolo a quello della governance, promuovendo, in particolare, incontri itineranti con le shura locali e gli elders, gli anziani dei villaggi, che costituiscono una forte leva per rafforzare il consenso e la compartecipazione.
L'Italia, inoltre, si sta impegnando notevolmente anche attraverso nuove iniziative di sostegno istituzionale e di sviluppo, di supporto al settore privato, oltre che ponendo specifica attenzione alle tematiche trasversali quali la giustizia e i diritti umani.
La necessità di un processo politico che integri e completi il percorso di transizione e le necessarie operazioni militari è ormai unanimemente riconosciuta.


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L'Italia ha ben presente la centralità della dimensione politica e sta portando avanti un'intensa attività diplomatica, in tutte le occasioni di incontro internazionale dedicate all'Afghanistan, per favorire un approccio regionale alla questione afgana e per incrementare il profilo civile dell'assistenza internazionale al Paese.
I settori prioritari della nostra azione civile sono la governance, a livello nazionale e locale, lo sviluppo rurale (con una forte componente di micro finanza), il sostegno alle fasce vulnerabili (sanità), e le infrastrutture stradali, con attenzione principale alla Regione occidentale.
Sempre secondo gli indicatori di progresso dell'operazione ISAF individuati da SHAPE, si sottolineano i seguenti importanti risultati:
Economia: il PIL afgano è cresciuto del 22,5 per cento nel 2009 e, si prevede, dell'8 per cento nel 2010. La situazione economica del 63 per cento delle famiglie afgane è nettamente migliore di quella del 2005. Nel 2009 la crescita dell'agricoltura è stata del 53 per cento, quella delle estrazioni minerarie del 30 per cento e quella delle entrate nazionali del 68 per cento;
Stato di Diritto: la ISAF «Shafafyat» (transparency) Task Force ha fornito la necessaria unicità agli sforzi di ISAF per contrastare la corruzione. Al riguardo, grazie agli sforzi di tale agenzia, 10 società «prime contractors» operanti in Afghanistan sono state sospese per episodi di corruzione, sono stati revisionati contratti per 6,1 miliardi di dollari, condannati per corruzione 35 funzionari, comminate sanzioni per 5 milioni di dollari e confiscati beni per 3 milioni di dollari. Inoltre, l'azione del Governo locale ha permesso la chiusura e disarmo di 54 compagnie di sicurezza private che operavano illegalmente;
Narcotraffico: il numero dei trafficanti catturati e detenuti nel 2010 è triplicato rispetto al passato. L'estensione dei campi di papaveri da oppio si è ridotta del 35 per cento (20 delle 34 provincie non registrano nessuna di tali coltivazioni);
Istruzione: nell'attualità sono circa 7 i milioni di bambini che frequentano una scuola. Il 57 per cento degli afgani nelle provincie di Helmand e Kandahar (che sono state fra le principali roccaforti degli insurgents) sono a favore dell'istruzione delle donne;
Reconciliation and Reintegration: la comunità internazionale ha stanziato 95 milioni di dollari per l'attuazione del Peace Reintegration Program (reinserimento sociale degli insurgents che abbandonano le armi) e, inoltre, il correlato High Council for Peace, istituito lo scorso 10 settembre, sta riscuotendo notevoli successi.

È innegabile che ancora molto ci sia da fare e che la situazione sia estremamente complessa, ma il nostro Paese intende proseguire la sua azione nell'ambito di una missione internazionale di assoluta priorità, non solo per i Paesi membri della coalizione, ma anche per tutti gli altri attori che condividono lo stesso interesse strategico di dare stabilità ad un'area nella quale è in gioco la sicurezza globale.
Certamente, la missione in Afghanistan non è e non può essere a tempo indeterminato.
È di tutta evidenza, tuttavia, che potremo lasciare quel Paese soltanto dopo aver portato a termine, secondo la strategia della NATO, delineata nel Vertice di Lisbona, il processo di transizione che presuppone la graduale, ma irreversibile assunzione di responsabilità da parte afgana nel campo della sicurezza, che interesserà progressivamente le varie aree del Paese.
Tale strategia si ricollega alle riflessioni già avviate a partire dallo scorso anno, allorquando è maturata nella comunità internazionale la convinzione, a causa della perdurante instabilità dell'area, che la soluzione esclusivamente militare al problema afgano non fosse sufficiente, ma che fosse necessaria una soluzione politica globale in grado di rafforzare le istituzioni afgane.
Il processo di transizione prevede, infatti, la messa in campo - in un'ottica di


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comprehensive approach - di tutto l'ampio spettro di strumenti politici, sociali, economici e militari a disposizione.
Tale processo dovrà essere graduale, non dettato da scadenze temporali prefissate, ma subordinato alle reali condizioni sul terreno, ovvero vincolata al conseguimento di adeguati livelli di sicurezza, di governance e di sviluppo socio-economico.
Abbiamo condiviso la prospettiva di un avvio della transizione nella prima parte del 2011, con la provincia di Herat che già figura nel gruppo di testa. L'obiettivo è che entro il 2014 le istituzioni afgane siano in grado di gestire autonomamente la sicurezza del Paese, pur con la necessaria assistenza internazionale in funzione di sostegno e non di sostituzione.
La transizione - lo ricordo - partirà concretamente dal prossimo mese di maggio, secondo un calendario dettato da un'apposita Commissione congiunta NATO-afghana (detta JANIB - Joint Afghan NATO Intequal Board), che ha la responsabilità, valutata la situazione locale in termini di sicurezza, governance e sviluppo, di decidere in quali aree avviare effettivamente tale processo.


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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-03774 Bosi: Sulle dichiarazioni del Responsabile del comparto difesa dell'Osservatorio militare di Roma su questioni inerenti lo stesso Osservatorio.

TESTO DELLA RISPOSTA

In primo luogo, per quanto riguarda il richiamato evento del 9 luglio 2008 in Afghanistan, si sottolinea che lo stesso è stato già oggetto di un'analoga interrogazione parlamentare (n. 3-00177), alla quale il Governo ha fornito, nella seduta del 24 settembre 2008, presso la 4o Commissione Difesa del Senato della Repubblica, puntuale ed esauriente risposta.
L'unica versione dei fatti che può essere presa in considerazione, pertanto, è quella resa ufficialmente nella citata circostanza dal Ministero, non essendo state rilasciate da fonti ufficiali della Amministrazione della Difesa tutte le altre ricostruzioni, compresa quella apparsa sul citato sito internet.
Il signor Domenico LEGGIERO non è più un Sottufficiale dell'Esercito dall'11 aprile 2005, data in cui è stato collocato in congedo e le sue dichiarazioni, in qualità di «responsabile del comparto difesa» del citato sodalizio, non possono in alcun modo essere considerate assimilabili a posizioni ufficiali della Difesa, tenuto conto che lo stesso sodalizio non ha ricevuto alcun riconoscimento ufficiale a livello ministeriale.
Egli risulta, infatti, essere socio fondatore dell'«Osservatorio Permanente e Centro Studi per il Personale delle Forze Armate, Forze di Polizia e Società Civile» - che, tra l'altro, dispone di un proprio sito (www.osservatoriomilitare.it) - il quale è stato costituito per ridenominazione del preesistente «Osservatorio permanente sulla tutela dei diritti dei lavoratori delle Forze Armate e delle Forze di Polizia» che annoverava tra i propri membri lo stesso Domenico LEGGIERO.
Detto preesistente «sodalizio», costituito con atto del 14 novembre 2000, mai aveva ricevuto alcun assenso alla sua costituzione da parte del Ministro della Difesa, ai sensi della normativa vigente (articolo 1475 del decreto legislativo 15 marzo 2010 - Codice dell'ordinamento militare) ed, anzi, risultava costituito in violazione della stessa, così come precisato anche dall'Avvocatura Generale dello Stato, la quale rilevava dall'esame delle norme statuarie che l'associazione aveva chiara natura di associazione professionale di carattere sindacale.
Al riguardo, l'Amministrazione, tenuto conto che i fini statutari del neo costituito Osservatorio sono i medesimi di quello preesistente, non ha ravvisato elementi di novità tali per investire nuovamente l'Avvocatura Erariale, nella certezza che lo stesso Organo di consulenza non avrebbe potuto che confermare il parere espresso in precedenza.

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