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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della VII Commissione permanente
(Cultura, scienza e istruzione)
VII Commissione

SOMMARIO

Martedì 19 aprile 2011


INTERROGAZIONI:

5-03482 De Pasquale: Sugli esami di Stato conclusivi del 1o e 2o ciclo di istruzione ... 99
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 118

5-03803 Pes: Sulla disciplina dei congedi e aspettative per i titolari di assegni di ricerca ... 99
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 119

5-03891 Coscia: Apertura straordinaria della prima classe della scuola primaria per i figli dei rifugiati politici nell'ambito del progetto «Rifugiati che chiedono asilo» nel comune di Celleno (VT) ... 99
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 120

5-04110 Ghizzoni: Applicazione del decreto ministeriale n. 17 del 2010 sull'attivazione di tutti i corsi di laurea ... 100
ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 121

5-04610 Paolo Russo: Sulla recente vicenda accaduta ad uno studente napoletano durante una gita scolastica a Fasano ... 100
ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 122

SEDE REFERENTE:

Disposizioni per la celebrazione del secondo centenario della nascita di Giuseppe Verdi, per lo sviluppo del Festival Verdi di Parma e Busseto e per la valorizzazione dell'opera verdiana. Nuovo testo unificato C. 1373 Motta, C. 1656 Rainieri, C. 2110 Tommaso Foti, C. 2777 Barbieri e C. 4085 Polledri (Seguito dell'esame e rinvio) ... 101

SEDE LEGISLATIVA:

Aumento del contributo dello Stato in favore della Biblioteca italiana per ciechi «Regina Margherita» di Monza e modifiche all'articolo 3 della legge 20 gennaio 1994, n. 52, concernenti le attività svolte dalla medesima Biblioteca. C. 2064-B Grimoldi, approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dal Senato (Discussione e approvazione) ... 101
ALLEGATO 6 (Ordine del giorno) ... 123

SEDE CONSULTIVA:

Norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale. Testo unificato C. 1439 Melchiorre ed abbinate. (Parere alla II Commissione) (Esame e conclusione - Nulla osta) ... 103

Documento di economia e finanza 2011. Doc. LVII, n. 4. (Parere alla V Commissione) (Esame e rinvio) ... 104

Riqualificazione e recupero dei centri storici. Testo unificato C. 169 Tommaso Foti ed abbinate. (Parere alla VIII Commissione) (Esame e conclusione - Parere favorevole) ... 115

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

AVVERTENZA

VII Commissione - Resoconto di martedì 19 aprile 2011

TESTO AGGIORNATO AL 25 MAGGIO 2011

Pag. 99

INTERROGAZIONI

Martedì 19 aprile 2011. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Giuseppe Pizza.

La seduta comincia alle 14.30.

5-03482 De Pasquale: Sugli esami di Stato conclusivi del 1o e 2o ciclo di istruzione.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Rosa DE PASQUALE (PD), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta del rappresentante del Governo, esauriente, pur non condividendone l'affermazione relativa al fatto che occorre l'emanazione di una nuova normativa in materia. Ritiene infatti che sarebbe stata sufficiente una nota interpretativa della legge vigente, per giungere alla soluzione della problematica sollevata.

5-03803 Pes: Sulla disciplina dei congedi e aspettative per i titolari di assegni di ricerca.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Caterina PES (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del rappresentante del Governo. Stigmatizza che per la seconda volta non si risponde nel merito della sua interrogazione che riguarda, in particolare, la figura degli assegnisti di ricerca e i loro diritti. Rileva che, ancora una volta, la risposta si limita a circoscrivere la situazione al dottorato di ricerca. Al riguardo, ricorda che la posizione dei dottori di ricerca è chiara, rilevando come la circolare emanata dal Ministero il 22 febbraio 2011 la chiarisca ulteriormente. Sottolinea, invece, che ancora non è chiarito il percorso degli assegnisti di ricerca e il relativo regime giuridico; ricorda, infatti, che l'assegno di ricerca è un vero e proprio contratto di lavoro, a differenza del dottorato, seppure dalla risposta ricevuta non si capisca se nell'anno in cui si sviluppa il contratto, gli assegnisti godranno dei punteggi e delle altre prerogative che spettano in occasione della frequenza al dottorato di ricerca. Chiede quindi di chiarire in maniera esplicita a quale tipo di aspettativa si faccia riferimento per gli assegnisti di ricerca, ribadendo al proposito che la risposta non dà elementi nuovi ma ripete quanto già detto e conosciuto.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA condivide le perplessità dell'onorevole Pes e si riserva, quindi, di trasmettere una nota integrativa al riguardo.

5-03891 Coscia: Apertura straordinaria della prima classe della scuola primaria per i figli dei rifugiati politici nell'ambito del progetto «Rifugiati che chiedono asilo» nel comune di Celleno (VT).

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Maria COSCIA (PD), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta del rappresentante del Governo, che assicura che l'anno prossimo verrà formata la prima classe della scuola primaria nel comune di Celleno. Al riguardo, deve però sottolineare che nulla viene indicato nel testo in merito alla necessità di istituire la classe indicata, necessità dovuta al fatto che il comune di Celleno fa parte di un progetto speciale del Ministero dell'interno che prevede di ospitare con una certa regolarità famiglie di rifugiati con numerosi bambini. Ricorda che tale situazione è ormai costantemente confermata negli anni, occorrendo quindi non solo garantire l'apertura della prima classe per il prossimo anno, ma anche per i successivi. Il Ministero dell'istruzione, tramite opportune intese con il Ministero dell'interno responsabile del progetto speciale,


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deve quindi farsi carico di approntare una scuola primaria stabile atta a garantire continuità e ad accogliere i bambini dei profughi in arrivo, non solo per l'anno prossimo ma anche per gli anni successivi.

5-04110 Ghizzoni: Applicazione del decreto ministeriale n. 17 del 2010 sull'attivazione di tutti i corsi di laurea.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Manuela GHIZZONI (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del rappresentante del Governo, facendo fatica ad esprimere un giudizio sul merito della stessa, anche a fronte di una sua precedente, articolata interrogazione incentrata sul decreto ministeriale n. 17 del 22 settembre 2010. Ricorda che tale provvedimento, adottato ai sensi dell'articolo 9, comma 2 del decreto ministeriale n. 270 del 2004, rivisita profondamente l'offerta formativa delle università a far data dal prossimo anno accademico. Il decreto ministeriale in oggetto poteva avere piena applicazione solo dopo l'approvazione delle «Linee generali di indirizzo della programmazione dell'università per il triennio 2010-2012». Ricorda quindi che in assenza del dispositivo che renderebbe il decreto ministeriale n. 17 pienamente applicativo, il Ministero ha emanato invece una nota ministeriale, che come tale, non può avere la forza di legge necessaria. Ritiene di conseguenza non giustificabile la fretta manifestata nel voler applicare il decreto ministeriale n. 17, a meno di non volerla ricondurre alla volontà di ridurre le offerte formative e le opportunità di studio e di sviluppo per gli studenti. Al riguardo, sottolinea che gli atenei a partire dal prossimo settembre saranno impegnati a ridisegnare le loro offerte formative, con il rischio tuttavia di non tenere conto della contemporanea riorganizzazione interna che dovrà intervenire in ottemperanza della legge n. 240. Conclude, affermando che sarebbe stato utile e proficuo procrastinare di sei mesi l'entrata in vigore del decreto ministeriale n. 17 che costringe ad un lavoro defatigante e incomprensibile gli atenei che dovranno presto rivedere le offerte formative da armonizzare con le nuove strutture organizzative, così come modificate in attuazione della legge n. 240. Lamenta, infine, la scarsa attenzione del Governo all'attività di sindacato ispettivo, la quale è una prerogativa precipua dei parlamentari e che merita risposte articolate, degne delle articolate questioni poste.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA, intervenendo per una precisazione, ritiene opportuno, anche in questo caso, far svolgere opportuni approfondimenti in materia dagli uffici del ministero, riservandosi di inviare all'onorevole interrogante ulteriori elementi di risposta.

5-04610 Paolo Russo: Sulla recente vicenda accaduta ad uno studente napoletano durante una gita scolastica a Fasano.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

Paolo RUSSO (PdL), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta del rappresentante del Governo che ringrazia peraltro per la tempestività e la cortesia. Rileva che si tratta di vicende delicate che hanno suscitato clamore e inquietudine nella società educativa napoletana. Per questo considera interlocutoria la risposta del Governo: è apprezzabile che il Ministero segua attentamente la questione, ma ritiene che il Parlamento debba conoscere l'esito finale dell'indagine ispettiva in corso, le modalità e i risultati a cui essa giungerà. Auspica infine che tali risultanze possano chiarire le cause che hanno portato ai significativi ritardi che si sono registrati tra il verificarsi delle presunte violenze e la denuncia alle autorità competenti.


Pag. 101

Valentina APREA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 14.55.

SEDE REFERENTE

Martedì 19 aprile 2011. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Francesco Maria Giro.

La seduta comincia alle 14.55.

Disposizioni per la celebrazione del secondo centenario della nascita di Giuseppe Verdi, per lo sviluppo del Festival Verdi di Parma e Busseto e per la valorizzazione dell'opera verdiana.
Nuovo testo unificato C. 1373 Motta, C. 1656 Rainieri, C. 2110 Tommaso Foti, C. 2777 Barbieri e C. 4085 Polledri.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 13 aprile 2011.

Valentina APREA, presidente, avverte che, anche ai fini del trasferimento alla sede legislativa, si resta in attesa dell'espressione del parere di competenza della V Commissione (Bilancio.) La X Commissione Attività produttive ha comunicato, invece, che in relazione alla mancanza di disposizioni rientranti nella competenza della medesima, non procederà all'espressione del suddetto parere.

Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.

SEDE LEGISLATIVA

Martedì 19 aprile 2011. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Francesco Maria Giro.

La seduta comincia alle 15.

Aumento del contributo dello Stato in favore della Biblioteca italiana per ciechi «Regina Margherita» di Monza e modifiche all'articolo 3 della legge 20 gennaio 1994, n. 52, concernenti le attività svolte dalla medesima Biblioteca.
C. 2064-B Grimoldi, approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dal Senato.
(Discussione e approvazione).

La Commissione inizia la discussione del provvedimento in titolo.

Valentina APREA, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto audiovisivo a circuito chiuso, ai sensi dell'articolo 65, comma 2 del regolamento.
Avverte che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha definito l'organizzazione della discussione del provvedimento, stabilendo altresì il tempo disponibile, ripartito ai sensi dell'articolo 25, comma 3, del Regolamento. Ricorda che la Commissione ha già esaminato in sede referente la proposta di legge in titolo, approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dal Senato. È stato quindi richiesto il trasferimento alla sede legislativa, deliberato dall'Assemblea nella seduta del 14 aprile 2011.
In considerazione dell'urgenza di approvare in tempi brevi il provvedimento in esame, propone quindi che la Commissione, ove nulla osti da parte dei deputati, possa concluderne l'esame nella giornata odierna.

La Commissione concorda.


Pag. 102

Valentina APREA, presidente, dichiara aperta la discussione sulle linee generali.

Emerenzio BARBIERI (PdL), relatore, raccomanda l'approvazione della proposta di legge in discussione, preannunciando il voto favorevole del gruppo cui appartiene.

Manuela GHIZZONI (PD) preannuncia anch'essa il voto favorevole del suo gruppo.

Paolo GRIMOLDI (LNP), preannunciando il voto favorevole, ringrazia in particolare il senatore Garavaglia il quale si è adoperato nel corso dell'esame del provvedimento presso il Senato affinché si giungesse ad una rapida approvazione dello stesso.

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO si dichiara favorevole al provvedimento in esame, sottolineando come esso sia il frutto di una auspicabile collaborazione fra Governo e organi parlamentari che dovrebbe essere estesa all'esame di tutti i provvedimenti.

Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara conclusa la discussione sulle linee generali.
Propone quindi di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 15.10 della giornata odierna.

La Commissione concorda.

Valentina APREA, presidente, sospende quindi brevemente la seduta per consentire il decorso del termine.

La seduta, sospesa alle 15.05, è ripresa alle 15.10.

Valentina APREA, presidente, avverte che non sono stati presentati emendamenti alla proposta di legge in esame. Dà quindi conto delle sostituzioni.
Si passa all'esame dell'articolo 1.
La Commissione approva quindi l'articolo 1.
Si passa all'esame dell'articolo 3.

La Commissione approva quindi l'articolo 3.

Caterina PES (PD), pur valutando molto positivamente l'approvazione della proposta di legge in esame, annuncia la presentazione di un ordine del giorno, sottoscritto anche da altri colleghi, invitando il Governo a considerare l'opportunità di finanziare la Biblioteca multimediale della Sardegna Onlus.

Valentina APREA, presidente, avverte che è stato presentato l'ordine del giorno 0/2064-B/1. a firma dell'onorevole Pes e altri (vedi allegato 6).

Il sottosegretario Francesco Maria GIRO lo accoglie.

Valentina APREA, presidente, non essendovi obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo, ai sensi dell'articolo 90, comma 2, del Regolamento.
Pone quindi in votazione la proposta di legge n. 2064-B Grimoldi.

La Commissione approva quindi, con votazione nominale finale, la proposta di legge C. 2064-B Grimoldi, approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dal Senato.

La seduta termina alle 15.20.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.


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SEDE CONSULTIVA

Martedì 19 aprile 2011. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 15.20.

Valentina APREA, presidente, propone di passare subito all'esame dei provvedimenti in sede consultiva.

La Commissione concorda.

Norme per l'adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale.
Testo unificato C. 1439 Melchiorre ed abbinate.
(Parere alla II Commissione).
(Esame e conclusione - Nulla osta).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Bruno MURGIA (PdL), relatore, ricorda che il testo unificato in esame contiene disposizioni in materia di adeguamento alle disposizioni dello statuto istitutivo della Corte penale internazionale e che esso si compone di 22 articoli, il contenuto dei quali non appare rientrare precipuamente nelle materie di competenza della Commissione VII.
Nel dettaglio, rileva che l'articolo 1 pone l'obbligo di cooperazione dello Stato italiano con la Corte penale internazionale conformemente alle disposizioni dello statuto della medesima Corte, reso esecutivo dalla legge 12 luglio 1999, n. 232, di seguito denominato «statuto», e del presente provvedimento, nel rispetto dei princìpi fondamentali dell'ordinamento giuridico italiano; l'articolo 2 reca le attribuzioni del ministro della giustizia, il quale cura fondamentalmente i rapporti di cooperazione con la Corte penale internazionale previa intesa, ove occorra, con i ministri interessati, nell'ambito delle rispettive attribuzioni, riceve le richieste provenienti dalla Corte, vi dà seguito e presenta ad essa atti e richieste; l'articolo 3 indica le norme applicabili, mentre l'articolo 4 reca le modalità di esecuzione della cooperazione giudiziaria, prevedendo che il ministro della giustizia dia corso alle richieste formulate dalla Corte penale internazionale, trasmettendole in genere per l'esecuzione al procuratore generale presso la Corte d'appello di Roma; l'articolo 5 disciplina le modalità di trasmissione di atti e documenti, mentre l'articolo 6 prevede che nel caso in cui, in esecuzione della richiesta di cooperazione della Corte penale internazionale, è prevista per il compimento di un atto la presenza nel territorio dello Stato di un testimone o di un imputato che si trova all'estero, lo stesso non può essere sottoposto a restrizione della libertà personale in esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza né assoggettato ad altre misure restrittive della libertà personale per fatti anteriori all'ingresso nel territorio dello Stato. Tale immunità cessa qualora la persona in questione, avendone avuto la possibilità, non abbia lasciato il territorio dello Stato italiano decorsi quindici giorni dal momento in cui la sua presenza non è più richiesta dall'autorità giudiziaria italiana ovvero, avendolo lasciato, vi ha fatto volontariamente ritorno. L'articolo 7 prevede che il patrocinio a spese dello Stato si applichi anche alle procedure di esecuzione di richiesta della Corte penale internazionale da adempiere sul territorio dello Stato, in favore della persona nei cui confronti la Corte procede; l'articolo 8 disciplina le richieste alla Corte penale internazionale, mentre l'articolo 9 prevede la partecipazione del procuratore generale presso la Corte d'appello di Roma e del procuratore generale militare presso la Corte militare d'appello alle consultazioni con la Corte penale internazionale; l'articolo 10 disciplina l'applicazione della misura cautelare ai fini della consegna di una persona nei confronti della quale è stato emesso un mandato di arresto ai sensi dell'articolo 58 dello statuto ovvero una sentenza di condanna a pena detentiva; l'articolo 11 individua i casi di revoca


Pag. 104

della misura cautelare ai fini della consegna; l'articolo 12 disciplina la procedura per la consegna; l'articolo 13 individua i casi di applicazione provvisoria della misura cautelare.
Per quanto concerne l'esecuzione dei provvedimenti della Corte penale internazionale, sottolinea che l'articolo 14 individua il giudice competente nella Corte d'appello di Roma, ai sensi dell'articolo 665, comma 1, del codice di procedura penale; L'articolo 15 regola l'esecuzione delle pene detentive nel territorio dello Stato italiano; l'articolo 16 disciplina il regime penitenziario, mentre l'articolo 17 indica le modalità di controllo sull'esecuzione della pena; l'articolo 18 prevede che quando il condannato è deceduto o evaso, il ministro della giustizia debba informarne immediatamente la Corte penale internazionale. Il ministro della giustizia informa altresì la Corte penale internazionale due mesi prima della data di scarcerazione del condannato per espiazione di pena; l'articolo 19 prevede che per i delitti previsti dal presente provvedimento, la detenzione sia per fini cautelari che in espiazione della pena può avere luogo in una sezione speciale di un istituto penitenziario, ovvero in un carcere militare, conformemente alle disposizioni vigenti in materia; l'articolo 20 ha riguardo all'esecuzione di pene pecuniarie e degli ordini di riparazione, mentre l'articolo 21 prevede i casi di consultazione delle autorità nazionali con la Corte penale internazionale per l'esecuzione di pene pecuniarie, di misure patrimoniali e degli ordini di riparazione; l'articolo 22, infine, reca disposizioni in materia di giurisdizione, prevedendo in generale che si applichino le disposizioni vigenti in materia di riparto tra la giurisdizione ordinaria e la giurisdizione penale militare.
Alla luce delle considerazioni emerse, propone di esprimere nulla osta sul contenuto del provvedimento in esame.

La Commissione approva quindi la proposta di nulla osta, formulata dal relatore.

Documento di economia e finanza 2011.
Doc. LVII, n. 4.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Giuseppe SCALERA (PdL), relatore, ricorda che il Documento di economia e finanza (DEF) per il 2011 costituisce il nuovo documento di programmazione economica e finanziaria che sostituisce la Decisione di Finanza Pubblica e la Relazione sull'economia e la finanza pubblica previste dalla precedente disciplina contabile. La recente introduzione, a livello comunitario, di moduli decisionali ed operativi tesi a favorire, nell'ambito del cosiddetto «Semestre europeo», un più intenso coordinamento ex ante delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri della UE ed una più stretta sorveglianza in campo fiscale e macro-economico, nonché la revisione dei contenuti e dei tempi di presentazione dell'Aggiornamento del Programma di Stabilità e del Programma Nazionale di Riforma (PNR), hanno infatti indotto il Legislatore a regolamentare in modo nuovo i profili sostanziali e procedurali della normativa contabile nazionale. Con la recente legge 7 aprile 2011, n. 39 sono state pertanto apportate talune modifiche alla legge di contabilità e finanza pubblica, volte, in via generale, ad assicurare la coerenza della programmazione finanziaria delle amministrazioni pubbliche con le procedure e i criteri stabiliti in sede europea. A tal fine sono stati rivisitati il ciclo e gli strumenti della programmazione economico-finanziaria, nonché introdotte alcune disposizioni volte a rafforzare la disciplina fiscale in linea con le indicazioni formulate dalle istituzioni comunitarie ai fini della riduzione del deficit e del debito.
Per quanto concerne, segnatamente, il ciclo di bilancio, ricorda che mentre la riforma della disciplina contabile del 2009 aveva posticipato al 15 settembre il termine di presentazione al Parlamento dello schema di Decisione di finanza pubblica -


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al fine di disporre di un quadro previsivo, economico e di finanza pubblica più aggiornato di quello disponibile al 30 giugno, data di presentazione del vecchio DPEF - le recenti modifiche apportate alla legge di contabilità, allineandosi con il nuovo calendario stabilito in sede europea, anticipano alla prima parte dell'anno l'intero processo di programmazione nazionale, fissando al 10 aprile la data di presentazione alle Camere, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, del Documento di Economia e Finanza (DEF). La presentazione, nella prima metà del mese di aprile, del DEF consente alle Camere di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma. Quest'ultimo documento potrà, inoltre, tener conto delle indicazioni fornite nell'Analisi annuale della crescita predisposta all'inizio di ciascun anno dalla Commissione europea. Entro il 30 giugno di ciascun anno il DEF è integrato da un apposito allegato - che il Ministro dell'economia è tenuto a trasmettere alle Camere - in cui sono riportati i risultati del monitoraggio degli effetti sui saldi di finanza pubblica, sia per le entrate sia per le spese, derivanti dalle misure contenute nelle manovre di bilancio adottate anche in corso d'anno, con indicazione degli scostamenti rispetto alle valutazioni originarie e le relative motivazioni. Sulla base del PNR e del Patto di stabilità, nel mese di giugno la Commissione europea dovrebbe elaborare le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati. Successivamente, entro il mese di luglio, il Consiglio ECOFIN e, per la parte che gli compete, il Consiglio Occupazione e affari sociali, dovrebbero esaminare ed approvare le raccomandazioni della Commissione, anche sulla base degli orientamenti espressi dal Consiglio europeo di giugno. Una volta completato il processo di coordinamento delle politiche economiche nell'ambito del Semestre europeo, e al fine di tener conto delle eventuali raccomandazioni formulate dalle autorità europee, è quindi prevista la presentazione, entro il 20 settembre di ciascun anno, di una Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza. Quale norma di chiusura, la legge di contabilità - come novellata ai sensi della citata legge 7 aprile 2011, n. 39 - prevede, infine, che il Governo, qualora per le medesime finalità di aggiornamento previste per la presentazione della Nota, ovvero per il verificarsi di eventi eccezionali, intenda aggiornare gli obiettivi programmatici di finanza pubblica, ovvero in caso di scostamenti rilevanti degli andamenti di finanza pubblica tali da rendere necessari interventi correttivi, sia tenuto a trasmettere una relazione al Parlamento, recante le ragioni dell'aggiornamento ovvero degli scostamenti, nonché l'indicazione degli interventi correttivi che si intendono adottare.
A seguito delle modifiche introdotte alla disciplina di bilancio, sottolinea quindi che il DEF diviene il principale strumento della programmazione economico finanziaria, che ricomprende lo schema del Programma di stabilità e lo schema del Programma nazionale di riforma, documenti, questi ultimi, che dovranno essere presentati al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea entro il 30 aprile. I contenuti specifici del Documento sono articolati in tre sezioni. La prima sezione espone lo schema del Programma di stabilità, che dovrà contenere tutti gli elementi e le informazioni richiesti dai regolamenti dell'Unione europea e, in particolare, dal nuovo Codice di condotta sull'attuazione del patto di stabilità e crescita, con specifico riferimento agli obiettivi da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico. La seconda sezione contiene una serie di dati e informazioni che il Governo era in passato tenuto a fornire nell'ambito della Relazione sull'economia e la finanza pubblica e, in misura minore, nella Decisione di finanza pubblica. In questa sezione è previsto che siano individuate regole generali sull'evoluzione della spesa delle amministrazioni pubbliche,


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in linea con l'esigenza, evidenziata in sede europea, di individuare forme efficaci di controllo dell'andamento della spesa pubblica, anche attraverso la fissazione di tetti di spesa. La terza sezione reca, infine, lo schema del Programma Nazionale di riforma (PNR), recante gli elementi e le informazioni previsti dai regolamenti dell'Unione europea e dalle specifiche linee guida per tale Programma.
Aggiunge che il PNR, che costituisce la più rilevante novità del DEF, è un documento strategico che, in coerenza con il Programma di Stabilità, definisce gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delineati dalla nuova Strategia «Europa 2020». In tale ambito sono indicati: a) lo stato di avanzamento delle riforme avviate, con indicazione dell'eventuale scostamento tra i risultati previsti e quelli conseguiti; b) le priorità del Paese, con le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici indicati nel Programma di stabilità; c) gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività; d) i prevedibili effetti delle riforme proposte in termini di crescita dell'economia, di rafforzamento della competitività del sistema economico e di aumento dell'occupazione. Il DEF in esame espone il quadro macroeconomico italiano per l'anno in corso e per il triennio 2012-2014, che riflette le incertezze che caratterizzano le prospettive economiche mondiali, determinate dal difficile contesto internazionale e dall'esaurirsi delle politiche di stimolo fiscale e monetario che hanno caratterizzato il trascorso biennio.
Il quadro esposto evidenzia un trend di crescita dell'economia italiana meno favorevole rispetto alle previsioni formulate nella Decisione di finanza pubblica presentata a settembre 2010. In particolare, per il 2011 il PIL italiano è stimato crescere ad un tasso dell'1,1 per cento rispetto all'1,3 per cento indicato a settembre. Rileva che una crescita ancora modesta è indicata anche per gli anni 2012 e 2013, in cui il PIL è previsto, rispettivamente, all'1,3 per cento e all'1,5 per cento rispetto al 2 per cento stimato per entrambi gli anni nella Decisione di settembre. Nel 2014 la crescita dell'economia italiana si attesterebbe all'1,6 per cento. Nel complesso, per il periodo post-crisi 2011-2014, si evidenzia un andamento positivo, in un quadro, tuttavia, di crescita lenta. Per quanto concerne i risultati del 2010, rileva che il DEF evidenzia come l'economia italiana sia cresciuta dell'1,3 per cento, ad un tasso analogo a quello registrato da altri paesi europei, leggermente superiore a quanto stimato nella Decisione di finanza pubblica presentata a settembre 2010 (1,2 per cento). La ripresa è stata sostenuta dalla domanda interna: in particolare, i consumi privati e gli investimenti fissi hanno fornito un contributo alla crescita del PIL rispettivamente pari a 0,6 e 0,5 punti percentuali. Per quanto concerne l'occupazione, il Documento conferma come nel 2010 la crisi abbia continuato ad influire negativamente sul mercato del lavoro, nonostante i dati italiani risultino migliori della media europea.
Il Documento di economia e finanza espone quindi il quadro aggiornato di finanza pubblica per il periodo 2011-2014, elaborato sulla base delle risultanze dell'anno 2010, del nuovo quadro macroeconomico e degli effetti finanziari derivanti sia dalla manovra di finanza pubblica operata con il decreto-legge n. 78 del 2010 che dagli ulteriori provvedimenti legislativi approvati fino a marzo 2011, compreso il decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23 relativo al Federalismo fiscale municipale.
Aggiunge che secondo quanto riportato nel Documento - Sezione I: Programma di stabilità dell'Italia - le misure adottate, nel complesso, consentirebbero il rispetto degli obiettivi programmatici, concordati in sede europea, e contenuti nella Decisione di finanza pubblica del settembre scorso sia per il 2011 che per


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il 2012. Nel 2012, inoltre, primo anno considerato nel Programma di stabilità, l'indebitamento netto scenderebbe sotto la soglia del valore di riferimento del 3 per cento, assestandosi al -2,7 per cento. Il percorso di consolidamento proseguirebbe negli anni successivi. Il Documento prevede, con riferimento agli anni 2013 e 2014, una manovra correttiva pari, in termini cumulati, a circa 2,3 punti percentuali di PIL, necessaria a ricondurre il valore dell'indebitamento netto a -0,2 per cento nel 2014 al fine di realizzare la convergenza verso il close to balance e mantenere in tal modo gli impegni assunti in sede europea. Per quanto concerne i saldi di finanza pubblica per l'anno 2011, l'indebitamento netto delle Pubbliche Amministrazioni viene stimato pari al -3,9 per cento del PIL. Tale stima conferma il valore l'obiettivo di indebitamento netto indicato nella Decisione di finanza pubblica presentata a settembre 2010, ciò pure in presenza di un nuovo quadro macroeconomico che evidenzia un ridimensionamento della crescita rispetto a quanto previsto nel precedente documento. Il valore dell'indebitamento netto stimato per il 2011 risulta da un miglioramento del saldo primario di circa 1 punto percentuale di PIL rispetto al 2010; il saldo passa da un valore negativo di -0,1 per cento del PIL nel 2010 ad un valore positivo di 0,9 per cento. Nel 2011, la spesa per interessi, invece, è prevista in aumento dal 4,5 per cento nel 2010 al 4,8 per cento del PIL, in relazione ad una dinamica dei tassi meno favorevole rispetto alla DFP di settembre. Pur confermandosi il valore dell'indebitamento netto al -3,9 per cento in rapporto al PIL, in valori assoluti, il confronto tra le stime per il 2011 fornite nella DFP e quelle contenute nell'attuale DEF evidenziano un deficit inferiore di circa 1.200 milioni di euro, derivante da una riduzione sia delle previsioni di spesa che di entrata. A tal proposito, il DEF evidenzia come le nuove previsioni per l'anno 2011 considerino, a differenza di quelle elaborate a settembre in sede di DFP, «anche gli effetti dei provvedimenti emanati successivamente al suddetto documento, tra cui quelli relativi alla legge di stabilità 2011».
Precisa quindi che il quadro programmatico di finanza pubblica conferma per il 2011 e il 2012 il livello di indebitamento tendenziale, mentre per gli anni successivi gli obiettivi programmatici evidenziano una riduzione progressiva del deficit verso la soglia del pareggio del bilancio alla fine del periodo. In particolare, l'obiettivo di indebitamento netto viene fissato all'1,5 per cento nel 2013 e allo 0,2 per cento nel 2014. Per l'avanzo primario il Governo si prefissa l'obiettivo di un suo graduale aumento, dal 2,4 per cento del 2012 al 3,9 per cento nel 2013 fino al 5,2 per cento nel 2014. Ciò, anche a fronte di una spesa per interessi che, in via programmatica, mantiene un profilo di crescita nel periodo analogo all'andamento tendenziale. Tenuto conto dell'andamento tendenziale, i nuovi obiettivi finanziari per gli anni 2013 e 2014 individuano dunque una manovra correttiva sul saldo primario pari, in termini cumulati, a circa l'1,2 del PIL nel triennio 2011-2013. Dal lato dell'entrata, il DEF prevede interventi contenuti, sostanzialmente volti a consentire il mantenimento dell'incidenza del gettito sul livello registrato lo scorso anno.
Per quanto concerne gli aspetti di interesse della Commissione Cultura, rileva che nella premessa del Documento di economia e finanza 2011, sintetizzando quanto poi esposto con maggior livello di dettaglio nella sezione costituita dal Programma nazionale di riforma (PNR), si sottolinea l'importanza del capitale umano per una crescita duratura e l'impegno conseguente a favorire l'eccellenza e il merito fra i docenti e gli studenti. In tale logica, si assume l'impegno di sviluppare: a) un piano di edilizia scolastica; b) un sistema di incentivi che sostenga l'eccellenza dei docenti a livello di istruzione secondaria e universitaria; c) un programma strutturale per l'applicazione del Fondo per il merito degli studenti universitari. Degli interventi in corso di attuazione in ambito scolastico e universitario


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per la valorizzazione del capitale umano si dà conto nel paragrafo V.3 del PNR. In particolare, è evidenziato che tali interventi, a carattere strutturale pluriennale, intendono contemperare l'esigenza di contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica con la ridefinizione delle filiere formative, a tale scopo dando anche seguito ad alcune direttrici indicate nei rapporti OCSE sulla scuola italiana: razionalizzazione del sistema, rinnovamento dei programmi, sviluppo della scuola digitale. Si evidenzia, altresì, che la riforma della scuola ha inteso valorizzare i processi di apprendimento, facilitando il passaggio da una scuola basata prevalentemente sulla trasmissione delle conoscenze ad una fondata sull'acquisizione di competenze, all'interno di un percorso di apprendimento continuo. Come si evince dalle considerazioni presenti nel paragrafo II.2, dedicato ai «colli di bottiglia» e alle misure per il loro superamento, ciò è stato anche volto a rafforzare il legame fra istruzione e mondo del lavoro, attualmente debole e, quindi, fattore di rallentamento della crescita del paese. Sul punto, nel paragrafo V. 1, dedicato agli impegni in materia di occupazione, si sottolinea che le politiche attive del lavoro, compresa la promozione dell'apprendistato per l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione, per l'acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione, devono avere come obiettivo una maggiore occupabilità dei lavoratori con basse qualifiche e competenze, attraverso una formazione permanente. Con specifico riferimento all'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, occorre riconoscere le competenze acquisite attraverso percorsi formativi di carattere formale e non formale e rafforzare le politiche di mobilità quale strumento per lo sviluppo di abilità ed esperienze.
Rileva che le politiche perseguite nel corso della XVI legislatura per l'istruzione scolastica, come preannunciate nel Piano programmatico presentato dal Governo alle Camere nell'ottobre 2008, ai sensi dell'articolo 64 del decreto-legge 112/2008, hanno inteso riorganizzazione il sistema scolastico ai fini della razionalizzazione della spesa e del rilancio della qualità, tra l'altro con l'obiettivo di raggiungere adeguati livelli di apprendimento e superare fenomeni di dispersione ed insuccesso. Su questa base, è stato realizzato il riordino dei percorsi scolastici, relativamente a scuola dell'infanzia e primo ciclo di istruzione (decreto-legge 137/2008 - legge 169/2008 - e decreto del Presidente della Repubblica 89/2009) e ai percorsi di istruzione secondaria di secondo grado (istituti professionali, istituti tecnici e licei - decreto del Presidente della Repubblica 87, 88 e 89/2010). Per quanto attiene il secondo ciclo, le linee direttrici della riforma, quali illustrate nelle relazioni governative, sono consistite nel riaffermare la specifica identità di ciascuno dei percorsi e, nel contempo, semplificare i piani di studio, ridurre gli indirizzi curriculari e l'orario settimanale di lezione, potenziare la dimensione laboratoriale dell'apprendimento. Parallelamente, si è inteso garantire un adeguato margine di flessibilità e di autonomia alle istituzioni scolastiche che possono tener conto della specificità del territorio e dell'utenza. In particolare, nell'ambito degli istituti tecnici e professionali è stata prevista la creazione di un Comitato tecnico-scientifico finalizzato a rafforzare il raccordo tra gli obiettivi educativi della scuola, le innovazioni della ricerca, le esigenze del territorio e i fabbisogni del mondo produttivo. Lo stesso Comitato nei licei ha funzioni di proposta per l'organizzazione degli spazi di autonomia. È stato, inoltre, ribadito l'obiettivo di fornire agli studenti competenze spendibili per l'inserimento nel mondo del lavoro e per il passaggio ai livelli superiori di istruzione. Pertanto, fra gli strumenti didattici sono stati inseriti stage e alternanza scuola-lavoro. Precisa che altri interventi hanno riguardato: a) la definizione delle norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale utilizzo delle risorse umane della scuola (decreto del Presidente della


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Repubblica 81/2009) e dei criteri per la determinazione degli organici del personale ATA (decreto del Presidente della Repubblica 119/2009); b) la ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei Centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, con l'obiettivo di innalzare i livelli di istruzione dell'utenza debole, rendere sostenibile l'offerta formativa, attraverso percorsi più brevi di quelli ordinari, garantire la spendibilità dei titoli. L'iter del regolamento, sul cui schema le Camere hanno espresso il parere nell'autunno 2010, non è ancora concluso; c) la prosecuzione dell'esperienza delle sezioni primavera, destinate ai bambini fra i 2 e i 3 anni di età e avviate negli a.s. 2007/2008 e 2008/2009, anche per gli a.s. 2009/2010 e 2010/2011, e la reintroduzione, di fatto e a determinate condizioni, dell'istituto dell'anticipo per l'iscrizione alla scuola dell'infanzia per i bambini di due anni e mezzo di età; d) l'adozione delle Linee guida conseguenti all'Accordo in Conferenza unificata del 16 dicembre 2010 per la realizzazione di organici raccordi fra percorsi degli istituti professionali e percorsi di istruzione e formazione professionale di competenza regionale (DM 18 gennaio 2011, GU del 1o marzo 2011); e) l'avvio di progetti per l'innovazione digitale; f) il riordino della formazione degli insegnanti (DM 249/2010); g) la ridefinizione del sistema di valutazione degli studenti (decreto-legge 137/2008 e decreto del Presidente della Repubblica 122/2009), h) l'approvazione della legge 170/2010, volta a sostenere il successo scolastico degli alunni affetti da disturbi specifici di apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia) attraverso misure didattiche di supporto; i) l'introduzione della possibilità di apprendistato come alternativa all'ultimo anno di obbligo scolastico (articolo 48, comma 8, legge 183/2010).
Aggiunge che da ultimo, l'articolo 2, comma 4-noviesdecies, del decreto-legge 225 del 2010 (legge 10/2011) ha previsto l'intervento, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, di un regolamento di delegificazione per l'individuazione del sistema nazionale di valutazione, definendone l'articolazione. Esso sarà costituito dall'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE) - cui competerà sostenere i processi di miglioramento e innovazione educativa, di formazione in servizio del personale della scuola e di documentazione e ricerca didattica - dall'Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione (INVALSI) - cui competerà predisporre prove di valutazione degli apprendimenti, partecipare alle indagini internazionali, proseguire le indagini nazionali periodiche - e dal corpo ispettivo, cui competerà valutare le scuole e i dirigenti scolastici, ai sensi del d.lgs. 150 del 2009. Sottolinea in particolare che, in tema di riduzione degli abbandoni scolastici, attualmente nel Sud il 25 per cento dei giovani fra 18 e 24 anni possiede al massimo la licenza di scuola secondaria di primo grado, a fronte del 16,7 per cento nel Centro-Nord (paragrafo V.7, dedicato a Disparità regionali e politiche di sviluppo). Sul punto, il paragrafo V.3 conferma che gli obiettivi nazionali si attestano al 17,9 per cento per il 2013, al 17,3 per cento per il 2015 e al 15-16 per cento per il 2020. I valori obiettivo per il 2013 e per il 2015 sono basati sulle politiche correnti - quali la citata riforma della scuola secondaria -, che mirano ad assicurare un'istruzione adeguata a tutti i giovani compresi tra i 14 e i 18 anni; essi, inoltre, tengono conto degli sforzi aggiuntivi supportati, per il periodo 2007-2013, sia dai fondi strutturali europei, sia dalla politica di sviluppo regionale, e dei correlati Obiettivi di servizio per le regioni del Mezzogiorno. Tra gli strumenti per contrastare la dispersione scolastica, si inserisce anche lo sviluppo di organici raccordi fra i percorsi degli istituti tecnici e professionali e i percorsi di formazione professionale di competenza delle regioni. Ricorda ancora il Quadro Strategico Nazionale per la politica regionale di sviluppo 2007-2013 (QSN 2007-2013) attribuisce un ruolo chiave al miglioramento


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dei servizi essenziali per ampliare le opportunità degli individui e creare condizioni favorevoli per l'attrazione di investimenti privati. I divari tra le regioni meridionali e il resto del Paese, infatti, riguardano anche l'offerta di beni e servizi disponibili per i cittadini. Per il settore dell'Istruzione, l'obiettivo è quello di elevare le competenze degli studenti e la capacità di apprendimento della popolazione e ridurre gli abbandoni scolastici. Il PNR prevede anche, come prima anticipato, un programma di potenziamento infrastrutturale dell'edilizia scolastica, consistente nella realizzazione di nuovi edifici scolastici o nella ristrutturazione di immobili esistenti, al fine di avere strutture conformi a moderni standard didattici e di ridurre la spesa degli enti locali per la locazione di edifici privati utilizzati per le scuole. Precisa che il Programma, in base agli obiettivi ed alle priorità definite a livello europeo, viene peraltro incluso nell'area dei cosiddetti «colli di bottiglia» dell'«innovazione» (paragrafo II.2), è volto a perseguire l'obiettivo della riduzione dell'«abbandono scolastico», e risponde alla priorità di «rendere il lavoro più attraente». Rileva inoltre che la realizzazione delle strutture scolastiche è attuabile esclusivamente su iniziativa volontaria degli enti territoriali, in coordinamento con le regioni (così specificato nell'allegato al PNR, al n. 84). In particolare: agli enti territoriali spetterà l'elaborazione delle proposte di intervento recanti le aree di localizzazione degli edifici, l'eventuale disponibilità di terreni o edifici per la realizzazione dell'intervento ed i presumibili tempi di rilascio degli edifici scolastici in locazione; ad un soggetto istituzionale il ruolo di coordinamento e di stazione appaltante degli interventi stessi, al fine di eliminare divari tra le regioni e di conseguire economie di scala. In base all'allegato al PNR, la data di avvio del programma, che non comporta oneri aggiuntivi, è il 2012. Gli stanziamenti per la messa in sicurezza degli edifici scolastici seguono, sostanzialmente, due linee di intervento: da una parte il Piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici incluso tra gli interventi della legge 443/2001, cosiddetta legge obiettivo, dall'altra la programmazione dell'edilizia scolastica prevista dalla legge 23/1996.
Ricorda ancora che il Piano straordinario risulta articolato in due stralci per complessivi euro 489 milioni riferiti a 1.594 interventi, più un terzo programma stralcio non ancora sottoposto al CIPE. Il CIPE, in attuazione dell'articolo 18 del decreto-legge 185/2008, con delibera 3/2009, ha assegnato al Fondo Infrastrutture 1 miliardo di euro da destinare al Piano straordinario e, con la delibera n. 10/2010, ha stanziato euro 489,08 milioni per il primo e secondo programma stralcio. La successiva delibera 32/2010 (rettificata dalla delibera 67) ha assegnato la prima quota del miliardo di euro (euro 358 milioni) per il piano straordinario stralcio, da erogare secondo modalità compatibili con i vincoli di finanza pubblica. In merito all'attuazione dei due piani stralcio, risultano stipulati 1.187 documenti di attuazione (il 75 per cento del totale) che impegnano l'importo di euro 336,44 milioni (69 per cento del valore complessivo dei programmi stralcio). Sono in attesa dell'attestazione di coerenza rilasciata dalle regioni 374 interventi (23 per cento del totale) che impegnano l'importo di euro 140,46 milioni (29 per cento del valore del primo programma stralcio); sono stati stipulati mutui per 971 interventi (61 per cento del totale) per un importo di euro 266,24 milioni (54 per cento del valore del primo programma stralcio); sono stati ultimati 177 interventi (l'11 per cento del totale) per un importo di euro 36,45 milioni. Alcuni finanziamenti per interventi di edilizia scolastica, per complessivi euro 12,54 milioni, sono stati disposti anche dall'articolo 2, comma 1-bis, del decreto-legge 137/2008. I contributi sono stati successivamente ripartiti con DM del 29 aprile 2009 e del 20 dicembre 2010. In merito al secondo profilo, ricorda che legge finanziaria 2007 (articolo 1, comma 625, legge 296/2006) ha autorizzato, per


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i piani di edilizia scolastica di cui all'articolo 4 della legge 23/1996, euro 250 milioni per il triennio 2007-2009. Con il DM 16 luglio 2007 sono stati ripartiti tra le regioni i finanziamenti autorizzati. Si segnala, inoltre, che il 28 gennaio 2009 è stata sottoscritta un'intesa in sede di Conferenza unificata sugli indirizzi per prevenire e fronteggiare eventuali situazioni di rischio connesse ad elementi anche non strutturali degli edifici scolastici. Dal monitoraggio dei risultati dei sopralluoghi previsti dall'intesa è emersa una forte criticità connessa con gli elementi non strutturali e la conseguente necessità di intervenire con finanziamenti straordinari. Tale rilevazione ha prodotto un primo piano di interventi finalizzati alla rimozione immediata delle situazioni di rischio che riguarda circa 1.600 interventi (risposta del Governo all'interpellanza urgente n. 2-00635 nella seduta dell'Assemblea dell'11 marzo 2010).
Per l'università, rileva che il PNR evidenzia che la riforma attuata con la legge 240 del 2010 intende contribuire al raggiungimento dell'obiettivo europeo dell'accrescimento del numero dei laureati, migliorando la qualità dell'offerta formativa, superando la frammentazione degli indirizzi, sostenendo gli studenti meritevoli e favorendone la mobilità. In particolare, si sottolinea l'istituzione del Fondo per il merito, previsto dall'articolo 4 e finalizzato a erogare premi di studio e buoni studio e a garantire la solvibilità dei finanziamenti concessi dagli istituti di credito. Al riguardo, il PNR - probabilmente anticipando alcuni dei contenuti dei decreti interministeriali cui è demandata la definizione degli aspetti applicativi - specifica che i piani di rimborso saranno almeno ventennali e legati al reddito post-laurea e che all'esito delle prove nazionali di accesso si formerà una graduatoria nazionale. In base a quanto riportato nell'allegato, al numero 75, l'avvio dello strumento è previsto nel 2012. Inoltre, sempre nell'ambito dell'istruzione terziaria o equivalente, gli obiettivi nazionali sono indicati al 22,3 per cento nel 2013, al 23,6 per cento nel 2015, e al 26-27 per cento nel 2020. Anche in questo caso, i valori per il 2013 e il 2015 si basano sulle politiche correnti che mirano a rinforzare e integrare i sistemi di istruzione e apprendimento sia a livello centrale che locale, per fornire ai lavoratori le competenze necessarie sul mercato del lavoro. Con riferimento a quanto sopra esposto, ricorda che l'allegato 1 dell'analisi annuale della crescita presentata dalla Commissione europea il 12 gennaio 2011 - sul quale la VII Commissione ha espresso un parere favorevole il 9 marzo 2011 - sottolinea che per promuovere effettivamente l'innovazione e la crescita occorre disporre di manodopera qualificata e, pertanto, è indispensabile investire in un'istruzione, una formazione e un apprendimento permanente di qualità. Sul punto, la Strategia UE 2020 fissa un duplice obiettivo nel settore dell'istruzione e, cioè, entro il 2020, portare a meno del 10 per cento la percentuale della popolazione compresa fra i 18 e i 24 anni che ha abbandonato gli studi e far sì che almeno il 40 per cento dei giovani adulti (30-34 anni) dell'UE abbia completato l'istruzione terziaria o equivalente. Uno specifico paragrafo è dedicato a Politica regionale e Istruzione. Al riguardo, il PNR sottolinea che gli investimenti totali dedicati all'istruzione, quantificati in 4,3 miliardi di euro, sono indirizzati a rafforzare le competenze e migliorare la qualità del sistema, al fine di aumentare la partecipazione - soprattutto femminile - al mercato del lavoro e la competitività dei sistemi produttivi. In particolare, 3,8 miliardi sono destinati ad azioni di riforma del sistema e a misure volte a ridurre l'abbandono scolastico. Come si evince dalla Tav. V.5, si tratta dei Fondi strutturali 2007-2013 destinati alla priorità UE 2020 Istruzione. Al riguardo, nel paragrafo V.7 si evidenzia che nell'ambito del Piano per il Sud, documento di indirizzo approvato dal Governo nel novembre 2010, uno dei punti prioritari è rappresentato da un programma straordinario di miglioramento dell'efficacia del sistema scolastico meridionale e da una nuova stagione di


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impegno per l'università volta a sostenere la creazione di rapporti con le imprese e con le reti di formazione internazionale. Sottolinea, in particolare: a) gli interventi promossi dai programmi nazionali , per un investimento pari a 1,6 miliardi di euro, sono diretti a migliorare le dotazioni tecnologiche e i laboratori nelle scuole di ogni ordine e grado e nei Centri territoriali permanenti e a migliorare l'apprendimento delle scienze e delle tecnologie. In tale ambito, viene segnalato il Programma nazionale Qualità e merito, per il miglioramento dell'insegnamento e dell'apprendimento nell'area matematica; b) i programmi regionali comportano un investimento di 2,7 miliardi di euro e si concentrano sull'offerta di servizi per migliorare l'accesso alle scuole e la loro apertura pomeridiana (ad esempio, trasporti, servizi di mensa, messa in sicurezza degli edifici). Il PNR evidenzia che al momento sono stati investiti 1,3 miliardi di euro per qualificare l'offerta formativa scolastica e per realizzare interventi di alta formazione per i laureati in cerca di occupazione (quali, voucher per i costi di iscrizione e frequenza a corsi di dottorato di ricerca e a master universitari). Alle dotazioni finanziarie indicate si sono aggiunti 374 milioni di euro provenienti da programmi comunitari (238 provenienti dal programma nazionale «Ambienti per l'apprendimento» e 136 dal programma regionale «Sardegna»), finalizzati alla diffusione delle nuove tecnologie nel settore scolastico e, perciò, computati negli investimenti relativi a «Ricerca e innovazione». Il progetto «Qualità e merito» è stato avviato per l'anno scolastico 2009/2010, coinvolgendo scuole secondarie di I grado delle 4 Regioni Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e scuole delle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Veneto, individuate dai rispettivi Uffici Scolastici Regionali secondo le modalità indicate dal MIUR. La seconda annualità del progetto, avviata con nota Prot. 4908 del 30 giugno 2010 , evidenzia come nell'a.s. 2009/2010 vi sia stata la Fase I - Sviluppo, cui seguono la Fase II - Estensione, da avviare nell'a.s. 2010/2011, e la Fase III - Sistematizzazione, da avviare nell'a.s. 2011/2012. Precisa che la stessa nota rileva che la Fase I si è articolata nella misurazione in ingresso degli apprendimenti della matematica e nella conseguente progettazione ed attuazione di interventi di supporto e formazione per gli studenti delle classi prime di scuola secondaria di I grado, con successiva rilevazione dei risultati in fase finale per la verifica dei miglioramenti ottenuti; contestualmente, sono state realizzate azioni di formazione destinate ai docenti.
Infine, la nota evidenzia che la fase di sperimentazione del PQM, attuata nell'a.s. 2009/2010, ha coinvolto complessivamente: a) 304 scuole delle 4 Regioni dell'Obiettivo Convergenza, finanziate con i fondi strutturali europei e seguite dalla D.G. Affari Internazionali - Uff. IV - Autorità di gestione PON istruzione; il documento in esame riporta, invece, il dato di 320; b) 79 scuole di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Marche, finanziate con i fondi nazionali e coordinate dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l'Autonomia scolastica; il documento in esame riporta, invece, il dato di 80.
In merito alla Fase II del progetto PQM, precisa che la stessa nota evidenzia che le regioni da coinvolgere sono sette, poiché alle 5 regioni già coinvolte nell'a.s. precedente si affiancano Toscana e Lazio. In questa fase si prevede l'ampliamento del progetto nell'ambito disciplinare dell'italiano. Le linee di intervento verranno realizzate in parallelo anche nelle Regioni del Sud, le cui attività saranno coordinate dalla Autorità di Gestione PON . Il paragrafo V.2 - da leggere in combinato disposto con la specifica sezione del capitolo I.2 dedicato a capitale umano e innovazione - illustra gli impegni riguardanti ricerca e sviluppo e innovazione. La creazione delle condizioni per incoraggiare gli investimenti privati nella ricerca viene più volte richiamata nel Documento di Economia e Finanza. L'obiettivo minimo di spesa complessiva, pubblica e


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privata, è, infatti, quello di arrivare all'1,53 per cento del PIL al 2020, a fronte dello 0,56 per cento di apporto pubblico attuale. Quest'ultimo dovrà essere migliorato quantitativamente e qualitativamente, anche attraverso la diversificazione degli strumenti, delle modalità di intervento e delle fonti di copertura. Tra le priorità segnalate dal Governo nell'ambito degli interventi dettagliati nel PNR rientra l'introduzione, prima a livello sperimentale e poi a regime, di un finanziamento pubblico, operato via credito d'imposta al 90 per cento, a sostegno delle ricerche che le imprese commissionano alle, o fanno nelle Università e negli istituti di ricerca (ferma la deducibilità fiscale dei relativi costi). Nel medesimo ambito, e sempre nell'ottica di aumentare e incentivare la spesa privata in ricerca, rientra tra le priorità anche il raggiungimento del migliore standard legale e fiscale per venture capital e spin off. Ricorda quindi che con il termine spin off si intende la costituzione di una nuova entità giuridica (società di capitali o a responsabilità limitata), a partire dalle risorse di una società preesistente o da altre imprese. Obiettivo principale degli spin off è proprio quello di favorire il contatto tra le strutture di ricerca universitarie, il mondo produttivo e le istituzioni del territorio, per sostenere la ricerca e diffondere nuove tecnologie con ricadute positive sulla produzione industriale e il benessere sociale del territorio. Aggiunge che l'articolo 39, comma 2, della legge 69/2009 è volto ad incentivare la creazione di imprese nei settori innovativi promosse da giovani ricercatori. Si prevede infatti che, a tal fine, la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie, definisca, di concerto con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, un programma di incentivi e di agevolazioni, dando priorità ai progetti volti a migliorare qualitativamente e a razionalizzare i servizi offerti dalla pubblica amministrazione. Evidenzia anche l'avvio di un ridisegno complessivo del sistema della ricerca per adattarlo alla particolare struttura produttiva italiana, caratterizzata da piccole e medie imprese operanti in settori tradizionali e con una specifica vocazione al design e alla creatività. A tal fine si privilegiano le azioni indirizzate a reti d'impresa, alla valorizzazione delle esperienze pilota, alla promozione delle sinergie pubblico-privato e al trasferimento dell'innovazione nelle realtà produttive. In particolare, il documento afferma che tra i principali strumenti di intervento rientrano: l'attuazione del Programma nazionale della ricerca, approvato dal CIPE il 23 marzo 2011, al fine di allineare la spesa italiana alla media europea. Il PNR 2011-2013 destina lo stanziamento di 1,8 miliardi di euro alla realizzazione di 14 progetti prioritari (progetti «bandiera»). Si attende ora la conferma definitiva da parte del Consiglio dei Ministri; il Finanziamento premiale di specifici programmi proposti dagli enti di ricerca - obiettivo al quale, in base all'articolo 4, comma 2, del decreto legislativo 213/2009, è riservata una quota non inferiore al 7 per cento del Fondo ordinario nel 2011, destinata ad aumentare negli anni successivi - nonché di programmi di ricerca eccellenti promossi da giovani ricercatori. Del Fondo ordinario si prevede anche l'incremento. Attualmente, il sostegno di progetti di ricerca presentati da ricercatori di età inferiore ai 40 anni è previsto dall'articolo 1, comma 814, della legge finanziaria per il 2007 (legge 296/2006), relativamente all'ambito sanitario, e dall'articolo 2, comma 313, della legge finanziaria per il 2008 (legge 244/2007), con riferimento a progetti di ricerca di base; il varo di bandi per il finanziamento di progetti e organismi specifici, soprattutto all'interno del Programma Operativo Nazionale ricerca e competitività; il rifinanziamento del FIRST (Fondo per l'innovazione e la ricerca scientifica e tecnologica). Il Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST) è stato istituito dall'articolo 1, commi 870 - 874, della legge finanziaria 2007 (legge 296/2006) nello stato di previsione del MIUR. Al FIRST confluiscono le risorse


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del Fondo per le agevolazioni alla ricerca (FAR), del Fondo per gli investimenti della ricerca di base (FIRB), del Fondo per le aree sottoutilizzate, per quanto di competenza del MIUR, nonché le risorse annuali per i progetti di ricerca di interesse nazionale delle università (PRIN); il varo di bandi annuali per la diffusione della cultura scientifica e per contribuire al funzionamento di enti privati di ricerca.
Precisa che la legge n. 6 del 2000 ha affidato al Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica l'adozione di iniziative finalizzate a favorire la diffusione della cultura tecnico-scientifica, ossia della cultura delle scienze matematiche, fisiche e naturali e delle tecniche derivate. I soggetti che svolgono attività di diffusione della cultura scientifica, in possesso dei requisiti prescritti, sono inseriti, a domanda, in una tabella triennale emanata dal Ministro, sentito il Comitato tecnico scientifico appositamente costituito e acquisito il parere delle Commissioni parlamentari. L'inserimento nella tabella dà titolo a fruire del finanziamento triennale per il funzionamento. La legge ha previsto un impegno finanziario annuo di 20 miliardi di lire (pari a euro 10.329.137,98) a decorrere dal 1999, stabilendo che almeno il 60 per cento di tale somma è riservato annualmente al finanziamento ordinario di enti, fondazioni, strutture e consorzi, nonché delle intese e degli accordi, mentre la quota residua è assegnata a singoli progetti per attività coerenti con le finalità della legge, rispondenti alle indicazioni di un bando ministeriale emanato con cadenza annuale; l'avvio di iniziative di semplificazione, come l'attivazione di uno sportello della ricerca. Risorse specifiche sono previste per lo sviluppo di una rete ultraveloce con un'ampia copertura territoriale, cofinanziata da amministrazioni centrali, locali e privati. Più in generale, verrà valorizzato il ruolo degli enti locali nella creazione di tecnopoli, parchi scientifici e altre iniziative di promozione della ricerca e del suo trasferimento. Infine, il PNR si propone di aumentare la presenza delle donne nelle posizioni di responsabilità nel settore della ricerca, raggiungendo il 25 per cento indicato dall'UE. In tale contesto, richiama il protocollo di intesa firmato nel settembre 2010 dal Ministro per le pari opportunità e dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, volto a promuovere l'attuazione di politiche di pari opportunità anche in questo settore. Sempre nell'ambito del paragrafo V.2, sottolinea che rientra fra le priorità per la crescita economica il Piano Italia Digitale, che si articola in un Piano Nazionale Banda Larga, finalizzato alla riduzione del digital divide, e in un Piano per le reti di nuova generazione. Si ricorda, inoltre, che il Governo ha deciso di anticipare al 2011 la gara per l'assegnazione dei diritti d'uso delle frequenze in banda 800 MHz, accelerando a tal fine lo switch-off della televisione analogica. In proposito segnala che il decreto-legge 34/2011 - all'esame del Senato - prevede all'articolo 4 una proroga del termine per stabilire il calendario definitivo per il passaggio al digitale al 30 settembre 2011, nonché la contestuale anticipazione del termine della assegnazione dei diritti di uso definitivi relativi alle frequenze radiotelevisive al 30 giugno 2012. Per quanto concerne, infine, il contributo della politica regionale all'incentivazione della ricerca e dell'innovazione, il PNR ricorda che i fondi presenti nel Quadro strategico nazionale 2007-2013 ammontano, complessivamente, a 20,8 miliardi, dei quali 2,4 riguardano interventi rivolti al miglioramento del capitale umano.
Propone in conclusione di esprimere un parere favorevole sul documento in esame.

Luigi NICOLAIS (PD) chiede al relatore, con riferimento al programma nazionale della ricerca, se il FIRST sia ancora finanziato con risorse complessive per 500 milioni di euro, considerato che nel Documento di economia e finanza all'esame della Commissione non si rinviene più una tale indicazione.


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Giovanni Battista BACHELET (PD) chiede al relatore a quanto ammontino le risorse previste dal Documento di economia e finanza in relazione all'attuazione del sistema di valutazione della scuola.

Giuseppe SCALERA (PdL), relatore, si riserva di fornire le risposte ai quesiti sollevati dai colleghi in sede di replica.

Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Riqualificazione e recupero dei centri storici.
Testo unificato C. 169 Tommaso Foti ed abbinate.

(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Giuseppe SCALERA (PdL), relatore, evidenzia che il testo unificato in esame contiene disposizioni in materia di riqualificazione e recupero dei centri storici. Esso si compone di 3 articoli, il contenuto dei quali rientra nelle materie di competenza della Commissione VII, in particolare per quanto concerne la tutela dei beni architettonici e culturali ivi prevista. Nel dettaglio, l'articolo 1 prevede che lo Stato, al fine di promuovere lo sviluppo e di rimuovere gli squilibri economici e sociali di determinati territori, ai sensi dell'articolo 119, quinto comma, della Costituzione, favorisca interventi finalizzati al recupero, alla tutela e alla riqualificazione dei centri storici, come definiti dalla normativa vigente, dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti e delle unioni di comuni costituite esclusivamente da comuni con popolazione pari o inferiore a 5000 abitanti. Ciò anche al fine di attivare i finanziamenti per gli interventi nelle aree urbane eventualmente previsti nei Programmi operativi nazionali (PON) e nei Programmi operativi regionali (POR) adottati nell'ambito dei fondi strutturali per il periodo 2007-2013. È previsto che i comuni e le unioni di comuni possano individuare, all'interno del perimetro dei centri storici e negli insediamenti urbanistici individuati con decreto, zone di particolare pregio, dal punto di vista della tutela dei beni architettonici e culturali, ove realizzare interventi integrati pubblici e privati finalizzati alla riqualificazione urbana. I comuni e le unioni di comuni possono, altresì, promuovere la valorizzazione dei «centri commerciali naturali», consistente nel favorire la costituzione di uno o più insiemi organizzati, anche in forme societarie, di esercizi commerciali, di strutture ricettive, di attività artigianali e di servizio, che insistono all'interno dei centri storici, in cui si concentra un'offerta di prodotti, di servizi e di attività da parte di una pluralità di soggetti, con particolare riferimento o collegamento alla valorizzazione, alla distribuzione e alla commercializzazione delle produzioni tipiche locali, nonché allo svolgimento di funzioni informative per la promozione turistica e culturale del territorio.
Precisa che gli interventi integrati approvati dal comune con propria deliberazione prevedono, in particolare: il risanamento, la conservazione e il recupero del patrimonio edilizio da parte di privati; la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, nel rispetto dei caratteri identificativi e tipici delle zone; la manutenzione straordinaria dei beni pubblici già esistenti da parte dell'ente locale; il miglioramento e l'adeguamento degli arredi e dei servizi urbani e gli interventi finalizzati al consolidamento statico e antisismico degli edifici storici; la realizzazione di infrastrutture e di servizi adeguati; il miglioramento dei servizi urbani quali l'illuminazione, l'arredo urbano, la pulizia delle strade, i parcheggi, l'apertura e la gestione di siti di rilevanza storica, artistica e culturale. Le regioni possono inoltre prevedere forme di indirizzo e di coordinamento finalizzate al recupero e alla rivitalizzazione dei centri storici, anche in relazione agli interventi integrati approvati dai comuni. In favore dei soggetti


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privati si applicano, nelle zone oggetto di interventi integrati, le detrazioni fiscali spettanti per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio di cui all'articolo 1 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, nei limiti di spesa attualmente previsti dalla legislazione vigente, nonché tutte le ulteriori agevolazioni fiscali e incentivi eventualmente spettanti per interventi edilizi realizzati mediante l'utilizzazione di tecniche costruttive di bioedilizia o di fonti di energia rinnovabile o di risparmio delle risorse idriche e potabili. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il ministro per i beni e le attività culturali, con decreto da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, definisce i parametri qualitativi di natura storica, architettonica e urbanistica, sulla base dei quali individuare centri storici e insediamenti urbanistici in comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti, ai quali assegnare il marchio di «borghi antichi d'Italia», il quale non comporta tuttavia il riconoscimento dell'interesse culturale o paesaggistico dei beni o delle aree compresi negli insediamenti urbanistici interessati, che rimane disciplinato dalle vigenti disposizioni del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
Aggiunge che l'articolo 2 istituisce presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al fine di contribuire all'attuazione degli interventi nei comuni e nelle unioni di comuni, il Fondo nazionale per il recupero, la tutela e la valorizzazione dei centri storici e dei borghi antichi d'Italia. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con proprio decreto, di concerto con il ministro per i beni e le attività culturali, previa intesa in sede di Conferenza unificata, emana ogni anno un bando di gara, pubblicato nella Gazzetta ufficiale, destinato ai comuni e alle unioni di comuni che intendono promuovere gli interventi, ai fini della ripartizione del Fondo. Una quota pari almeno al 25 per cento delle risorse del Fondo è destinata agli interventi per i comuni assegnatari del marchio di «borghi antichi d'Italia». La dotazione del Fondo di cui al comma 1 è determinata in 50 milioni di euro per l'anno 2012, al cui onere si provvede mediante corrispondente utilizzo della proiezione per il medesimo anno dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2011-2013, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2012, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Ricorda ancora che il Fondo viene quindi incrementato mediante utilizzazione delle economie conseguenti alle revoche totali o parziali dei contributi statali relativi ai programmi di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile del territorio di cui all'articolo 54 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n.112; l'articolo 3 fa salve le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e di Bolzano, che provvedono alle finalità della presente legge secondo quanto previsto dai rispettivi statuti e dalle relative norme di attuazione.
Alla luce delle considerazioni emerse, propone di esprimere parere favorevole sul provvedimento in esame.

Emilia Grazia DE BIASI (PD), preannunciando il suo voto favorevole, rileva tuttavia come le disposizioni del provvedimento in esame si applichino soltanto ai piccoli comuni, risultando ciò abbastanza limitativo ove si considerino i problemi che presentano le grandi aree urbane. Il contenuto del provvedimento in relazione alle disposizioni di favore sugli esercizi commerciali appare poi riduttivo, considerando fra l'altro che il tema della valorizzazione del paesaggio è fondamentale per lo sviluppo del Paese.

Antonio PALMIERI (PdL), preannunciando anche a nome del suo gruppo il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore, rileva come il provvedimento


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in esame presenti in realtà natura sussidiaria, finalizzato com'è ad aiutare i piccoli comuni che dispongono in genere di limitate risorse finanziarie.

Giuseppe SCALERA (PdL), relatore, osserva che il provvedimento in esame prevede anche la possibilità che più comuni possano attivarsi insieme per conseguire gli obiettivi dello stesso provvedimento. Con riguardo alle disposizioni di favore per gli esercizi commerciali, considera che non si fa riferimento soltanto alle strutture enogastronomiche presenti nei centri storici, ma anche alle strutture ricettive e turistiche, che costituiscono una parte fondamentale del tessuto produttivo e urbano dei centri storici dei piccoli comuni.

La Commissione approva quindi la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 15.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.45 alle 16.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE REFERENTE

Disposizioni per la conservazione, il restauro, il recupero e la valorizzazione di monumenti e per la celebrazione di eventi storici di rilevanza nazionale.
Nuovo testo C. 4071 Barbieri.

VII Commissione - Martedì 19 aprile 2011


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ALLEGATO 1

5-03482 De Pasquale: Sugli esami di Stato conclusivi del 1o e 2o ciclo di istruzione.

TESTO DELLA RISPOSTA

Con l'atto parlamentare cui si risponde, l'Onorevole interrogante chiede che vengano attribuiti compensi ai commissari degli esami di Stato conclusivi del primo ciclo di istruzione in analogia a quanto previsto per le commissioni degli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo, e, più in generale, che vengano assunte iniziative per estendere a tutti i dirigenti scolastici in servizio e preposti ad istituzioni di istruzione primaria e secondaria di primo grado la possibilità di presiedere commissioni di esame in qualsivoglia istituzione scolastica di ogni ordine e grado.
Al riguardo non si può che confermare che i compensi definiti dal Decreto interministeriale del 24 maggio 2007 sono erogati limitatamente ai presidenti ed ai commissari per gli esami di Stato della scuola secondaria di II grado.
Per quanto attiene agli esami del primo ciclo l'articolo 40, comma 12, legge 27 dicembre 1997, n. 449 (finanziaria 1998) dispone che «con effetto dall'anno scolastico 1997/1998 sono aboliti i compensi giornalieri ai componenti delle commissioni di esami di licenza media».
Pertanto, a seguito dell'emanazione dell'articolo 1, comma 213, legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Finanziaria 2006), con il quale si sopprimono le indennità di trasferta, al presidente della commissione di esame di licenza media è riconosciuto, qualora ricorrano le condizioni previste dalla normativa vigente, il solo rimborso delle spese di viaggio.
Allo stato, dunque, per intervenire nei termini indicati dall'On.le interrogante, è necessario ipotizzare una modifica alla normativa vigente, prevedendo, altresì, adeguate risorse finanziarie specificatamente destinate al compenso dei presidenti e dei commissari nominati per lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi del primo ciclo di istruzione.
Relativamente alla richiesta di estendere a tutti i dirigenti scolastici in servizio la possibilità di presiedere commissioni di esame di Stato, si fa presente che questa possibilità è già prevista dall'articolo 4 della legge 10 dicembre 1997, n. 425, come sostituito dall'articolo 1 della legge 11 gennaio 2007, n. 1, purché il dirigente scolastico preposto ad istituti di istruzione primaria e secondaria di primo grado sia provvisto di abilitazione all'insegnamento negli istituti di istruzione secondaria superiore.


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ALLEGATO 2

5-03803 Pes: Sulla disciplina dei congedi e aspettative per i titolari di assegni di ricerca.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'Onorevole interrogante, sulla base della risposta alla sua precedente interrogazione n. 5-02467 fornita nel corso della seduta di questa Commissione del 27 aprile 2010, chiede ora di conoscere i motivi del ritardo con cui è stata emanata la circolare ministeriale, all'epoca in corso di predisposizione, contenente chiarimenti sulla materia del dottorato di ricerca.
Desidero, anzitutto, confermare quanto riferito nella precedente risposta riguardo alla validità dei periodi di congedo straordinario ai fini della progressione di carriera e del trattamento di quiescenza e previdenza.
Come già fatto presente, il Ministero aveva predisposto con anticipo una bozza di circolare al fine di fornire indicazioni agli uffici scolastici periferici per una uniforme applicazione della normativa in materia.
Detta circolare, avente per oggetto: «Dottorato di ricerca e problematiche connesse», è stata emanata in data 22 febbraio 2011, con il numero 15, e pubblicata nella stessa data sul sito del Ministero.
Quanto al lamentato ritardo, lo stesso è dovuto all'esigenza di attendere l'approvazione della legge sulla riforma universitaria; ciò anche al fine di evitare che venisse diffuso un atto amministrativo in contrasto con eventuali nuove norme introdotte con il testo legislativo in corso di approvazione.
Come è noto, la riforma dell'università è stata poi definita con la legge n. 240 del 30 dicembre 2010, pubblicata nella Gazzetta ufficiale del 14 gennaio 2011, supplemento ordinario n. 11. In effetti, l'articolo 19 di detta legge ha parzialmente modificato alcune norme in materia di dottorato di ricerca. Alle innovazioni introdotte dal legislatore è stata, conseguentemente, adeguata la circolare in discorso.


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ALLEGATO 3

5-03891 Coscia: Apertura straordinaria della prima classe della scuola primaria per i figli dei rifugiati politici nell'ambito del progetto «Rifugiati che chiedono asilo» nel comune di Celleno (VT).

TESTO DELLA RISPOSTA

Con l'atto parlamentare in discussione, l'Onorevole interrogante chiede una deroga alle disposizioni vigenti in materia di formazione delle classi, ai fini del mantenimento, per l'anno scolastico in corso, della prima classe della scuola primaria di Celleno (Viterbo).
AI riguardo, faccio presente che, al momento della definizione dell'organico, erano iscritti soltanto dieci alunni, numero che presentava uno scarto piuttosto elevato (pari al 33 per cento) rispetto al limite di quindici stabilito dal decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009 per la formazione delle classi.
Né, in quel momento, si sarebbe potuto tenere in considerazione un incremento dovuto all'arrivo di ulteriori bambini aventi titolo alla frequenza scolastica, in considerazione della presenza del centro di accoglienza per famiglie di richiedenti asilo e rifugiati. Tale incremento all'epoca non era accertato, ma solo presumibile. Nel corso dell'anno, con successive iscrizioni, gli alunni sono poi saliti a dodici, numero comunque insufficiente a consentire la richiesta autorizzazione.
Stante la situazione sopra descritta, la soluzione inizialmente ipotizzata è stata quella di far frequentare agli alunni la sede scolastica più vicina, situata nell'abitato di Grotte Santo Stefano, ad una distanza inferiore a dieci chilometri e con un tempo di percorrenza di circa 12 minuti.
Successivamente, si è reso possibile evitare lo spostamento dei bambini interessati da Celleno alla sede principale di Grotte Santo Stefano, come comunicato dai dirigenti dell'Ufficio scolastico territoriale di Viterbo e della Direzione scolastica regionale per il Lazio. Risulta che, con le risorse di organico complessivo, nel rispetto del regolamento recante norme sull'autonomia delle istituzioni scolastiche (decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999), in seguito alle deliberazioni del collegio dei docenti e di un patto territoriale con le famiglie, sono state trovate, all'interno della stessa scuola, risorse e modalità di funzionamento che hanno consentito la frequenza nella sede di Celleno.
Ciò è consentito dalla circolare ministeriale n. 37 del 2010, con la quale è stato trasmesso lo schema di decreto interministeriale riguardante la rilevazione delle dotazioni organiche del personale docente per l'anno scolastico 201012011. Tale circolare prevede che un ruolo fondamentale, ai fini della corretta e puntuale attuazione delle istruzioni nella stessa contenute, è demandato alle scuole e alla loro piena valorizzazione degli spazi di flessibilità che l'autonomia consente ai sensi del citato decreto n. 275.
Si rassicura l'Onorevole interrogante che per il prossimo anno scolastico 2011/2012 è stato autorizzato il funzionamento della classe prima della scuola primaria di Celleno con diciassette alunni, come risulta dai relativi tabulati dell'organico.


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ALLEGATO 4

5-04110 Ghizzoni: Applicazione del decreto ministeriale n. 17 del 2010 sull'attivazione di tutti i corsi di laurea.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'adozione del decreto ministeriale n. 17 del 22 settembre 2010 (provvedimento adottato ai sensi dell'articolo 9, comma 2, del decreto ministeriale n. 270/2004) si è resa necessaria in relazione alle diverse criticità emerse in conseguenza della riforma sull'autonomia didattica degli Atenei; la concreta attuazione di tale riforma infatti, seppure affinata dai correttivi introdotti nel corso degli ultimi anni, non ha finora prodotto tutti i risultati attesi.
Il Governo ha ritenuto che gli interventi adottati con il decreto ministeriale in questione non potevano essere ulteriormente rinviati in quanto, un loro differimento, avrebbe prodotto effetti negativi sul processo generale di riordino dell'offerta formativa.
Del resto, tali interventi erano stati già preannunciati agli Atenei con la nota ministeriale n. 160 del 4 settembre 2010 recante «Ulteriori interventi per la razionalizzazione dell'offerta formativa nella prospettiva dell'accreditamento dei corsi di studio».
Giova inoltre segnalare che, sebbene l'articolo 9, comma 2, del decreto ministeriale n. 270/2004 non prevede l'acquisizione del parere del CUN ai fini dell'adozione del decreto in questione, la circolare n. 160/2009 era stata comunque indirizzata anche a tale organo il quale ha espresso il proprio parere riguardo agli interventi posti in essere.
Non appena il decreto ministeriale 17 è stato registrato alla Corte dei conti sono state immediatamente fornite indicazioni operative agli Atenei che hanno trasmesso le proprie proposte nei termini indicati dalla competente Direzione generale. Tali proposte sono state inserite nell'apposita banca dati costituita presso il Ministero e sono attualmente all'esame del CUN.
Pertanto, l'offerta formativa degli Atenei relativa all'anno accademico 2011-2012 sarà definita prima dell'estate, al fine di consentire il regolare avvio dell'anno accademico, come previsto dal citato decreto ministeriale 17/2010 e dal decreto ministeriale 23 dicembre 2010, n. 50 recante «Linee generali di indirizzo della programmazione delle Università per il triennio 2010-2012».


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ALLEGATO 5

5-04610 Paolo Russo: Sulla recente vicenda accaduta ad uno studente napoletano durante una gita scolastica a Fasano.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito al grave episodio oggetto dell'atto di sindacato ispettivo in discussione, il Direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per la Campania ha comunicato che in data 10 aprile 2011 ha appreso dalla stampa cittadina di un caso di presunta violenza ai danni di un tredicenne in viaggio di istruzione da parte di un gruppo di compagni. In seguito a successivi contatti, è venuto a conoscenza che la scuola interessata è l'Istituto comprensivo «Cimarosa» di Napoli (zona Posillipo).
Il giorno successivo, 11 aprile, il dirigente della suddetta istituzione scolastica ha inviato una comunicazione ufficiale al Direttore scolastico regionale riferendo in merito al riprovevole episodio riportato dagli organi di stampa.
Il Dirigente scolastico ha dichiarato di aver appreso dell'accaduto solo in data 4 aprile dai genitori dell'alunno vittima dell'irresponsabile comportamento dei compagni. Appena informato, il dirigente scolastico medesimo ha riferito di avere convocato per il giorno 6 aprile sia il Consiglio di classe che il Collegio dei docenti. Nei due organi collegiali è stata decisa all'unanimità la sospensione per 15 giorni dalle attività educative per i sette ragazzi autori del comportamento in argomento, unitamente ad un percorso di educazione e crescita etica ed affettiva che gli alunni interessati avrebbero dovuto effettuare ogni giorno per due ore presso la scuola e fino al termine delle lezioni; gli stessi alunni sarebbero stati assistiti da un medico esperto in problematiche legate all'educazione affettiva e sessuale.
Appena informato dell'accaduto, il Direttore scolastico regionale ha disposto un incarico ispettivo presso il predetto Istituto ed ha affidato al dirigente tecnico nominato l'incarico di verificare la consistenza dei fatti pubblicati sui quotidiani in data 10 aprile e, in caso di riscontro positivo, di verificare le eventuali responsabilità del personale della scuola nonché le azioni intraprese dalla scuola stessa in merito a quanto è accaduto.
Al momento l'indagine ispettiva è ancora in corso.


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ALLEGATO 6

Aumento del contributo dello Stato in favore della Biblioteca italiana per ciechi «Regina Margherita» di Monza e modifiche all'articolo 3 della legge 20 gennaio 1994, n. 52, concernenti le attività svolte dalla medesima Biblioteca. C. 2064-B Grimoldi, approvata dalla VII Commissione permanente della Camera e modificata dal Senato.

ORDINE DEL GIORNO

La VII Commissione,
premesso che:
la Biblioteca Multimediale della Sardegna è un'istituzione culturale senza scopo di lucro;
si rivolge ad esclusivo favore delle persone che sono impossibilitate ad accedere alle opere su supporto cartaceo;
la biblioteca eroga alle persone in difficoltà di lettura o di accesso, servizi di prestito librario e di recapito di documentazione richiesta e trasformata in Braille, audio in testo digitale;
fornisce i testi scolastici o universitari agli alunni o allievi nei diversi formati che consentono la migliore fruizione;
possiede 4 postazioni informatiche fisse e due computer portatili dotati di tecnologia assistiva per persone con disabilità o difficoltà;
ha in dotazione lettori per i diversi formati digitali, lettori per formati audio, 4 barre Braille, programmi per la produzione o la conversione in diversi formati, convertitori audio e relative sintesi vocali, programmi di registrazione e sala di registrazione dotata di duplicatori e programmi per il mixeraggio dell'audio,

impegna il Governo:

a reperire i fondi necessari per sostenere le attività della Biblioteca Multimediale della Sardegna.
0/2064-B/1. Pes, Murgia, Di Biagio, Grimoldi, Rivolta, Capitanio Santolini, Zazzera, Ghizzoni, Rossa, Coscia.

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