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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della III Commissione permanente
(Affari esteri e comunitari)
III Commissione

SOMMARIO

Mercoledì 22 giugno 2011


SEDE REFERENTE:

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno Hascemita di Giordania sulla cooperazione e sulla mutua assistenza in materia doganale, fatto a Roma il 5 novembre 2007. C. 4373 Governo (Esame e rinvio) ... 36

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo che modifica l'Accordo di partenariato tra i membri del gruppo ACP e la Comunità europea e i suoi Stati membri, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000, riveduto per la prima volta a Lussemburgo il 25 giugno 2005, con Atto finale e dichiarazioni allegate, aperto alla firma a Ouagadougou il 22 giugno 2010. C. 4374 Governo (Esame e rinvio) ... 38

INTERROGAZIONI:

5-04858 Narducci: Sulle modalità di servizio all'estero del personale scolastico ... 40
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 42

5-04889 Nirenstein: Sull'allestimento di nuove flottiglie dirette a Gaza ... 40
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 44

5-04890 Renato Farina: Sul rapimento di una studentessa pakistana di religione cristiana ... 40
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 45

AVVERTENZA

III Commissione - Resoconto di mercoledì 22 giugno 2011


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SEDE REFERENTE

Mercoledì 22 giugno 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Stefania Gabriella Anastasia Craxi.

La seduta comincia alle 10.30.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno Hascemita di Giordania sulla cooperazione e sulla mutua assistenza in materia doganale, fatto a Roma il 5 novembre 2007.
C. 4373 Governo.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Michele SCANDROGLIO (PdL), relatore, illustra il provvedimento in titolo rilevando che l'Accordo in esame, concluso tra l'Italia e la Giordania nel novembre 2007, è volto alla prestazione di assistenza e cooperazione reciproca ai fini del rispetto della legislazione doganale ed alla realizzazione di un'efficace azione di prevenzione, investigazione e repressione delle violazioni a tale normativa, per rendere maggiormente trasparente l'interscambio commerciale tra i due Paesi.
Ritiene che l'entrata in vigore dell'Accordo potrà ulteriormente consolidare la nostra proiezione economica in Giordania: a tale proposito ricordo che secondo i dati offerti dall'ICE, l'Italia occupa l'ottava posizione tra i fornitori del Regno (era al 7o


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posto nel 2008 e all'8o nel 2009). Tra gli Stati aderenti all'Unione Europea, l'Italia si mantiene saldamente al secondo posto, dopo la Germania che ha però un export quasi doppio rispetto al nostro.
Sul piano più propriamente politico-diplomatico, richiama il ruolo strategico svolto dalla Giordania negli equilibri regionali: in particolare, a seguito del trattato del 1994, la Giordania è, insieme all'Egitto, tra gli unici due Stati della regione ad aver siglato un trattato di pace con Israele. Anche nei confronti dell'Iraq, la Giordania sta svolgendo un ruolo equilibrato e di stimolo alla riconciliazione.
Evidenzia quindi come la Giordania, monarchia costituzionale caratterizzata da una fortissima influenza del potere del sovrano, sia oggi investita, al pari degli altri paesi dell'area, da profondi venti di cambiamento che non hanno fortunatamente avuto uno sbocco violento ed eversivo. Nel marzo si è insediata una Commissione per il dialogo nazionale, composta da 53 membri (tra cui accademici e componenti dell'opposizione), con il compito di mettere a punto una serie di riforme democratiche, tra cui la riforma elettorale, oggi criticata dalle forze di opposizione, mentre il 13 giugno scorso in un intervento televisivo il re Abdallah II ha promesso una serie di riforme in senso parlamentare dell'assetto istituzionale giordano, senza però specificarne i tempi di attuazione.
Per quanto attiene ai contenuti dell'Accordo, segnala che l'articolo 3 disciplina lo scambio di informazioni tra le Amministrazioni doganali ai fini dell'esatta percezione di diritti e tasse doganali, mentre il successivo articolo 4 riguarda lo scambio d'informazioni circa la legittimità delle operazioni di importazione ed esportazione delle merci. Sono previste particolari forme di cooperazione dirette, tra l'altro, a prevenire il traffico illecito di merci e di beni artistici, il contrabbando, il traffico di stupefacenti. In tale ottica, ciascuna Parte si impegna, sulla base della segnalazione dell'altra Parte, a sorvegliare - in entrata e in uscita dal proprio territorio - persone che (si sospetta) abbiano commesso reati doganali, nonché mezzi di trasporto e merci segnalati o sospettati di essere strumento per, o oggetto di, traffici illeciti. Particolare rilievo assumono le disposizioni di cui all'articolo 15, che disciplina l'uso e la tutela delle informazioni ricevute nell'ambito dell'assistenza amministrativa prevista dall'Accordo. L'articolo 16 condiziona l'eventuale scambio di dati personali alla circostanza che le Parti contraenti ne garantiscano un livello di protezione giuridica almeno equivalente a quello previsto dalle rispettive legislazioni nazionali. Vengono inoltre indicate le altre misure che debbono essere adottate in materia di tutela dei dati personali. L'assistenza può comunque essere rifiutata o differita, con particolare riguardo all'eventualità in cui essa pregiudichi la sovranità, la sicurezza o altri interessi essenziali della Parte richiesta, oppure comporti la violazione di leggi, regolamenti, segreti industriali, commerciali o professionali, nonché un segreto d'ufficio o di stato. L'articolo 20 regola le procedure che le Amministrazioni doganali devono seguire per l'attuazione dell'Accordo, e istituisce una Commissione mista italo-giordana che si riunirà quando se ne ravvisi la necessità e su richiesta di una delle Amministrazioni, per seguire l'evoluzione dell'Accordo e per individuare le soluzioni agli eventuali problemi.
Conclusivamente, fa presente che il disegno di legge di ratifica, oltre a contenere le consuete previsioni sull'autorizzazione alla ratifica e sull'ordine di esecuzione dell'Accordo, autorizza all'articolo 3 la spesa di 11.325 euro l'anno a decorrere dal 2011, disponendo che l'onere sia coperto mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio 2011-2013, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, con parziale utilizzo dell'accantonamento relativo al Ministero degli Affari esteri.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI raccomanda la celere approvazione dell'importante accordo bilaterale in titolo, che assumere natura


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strategica in relazione all'attuale situazione della Giordania.

Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo che modifica l'Accordo di partenariato tra i membri del gruppo ACP e la Comunità europea e i suoi Stati membri, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000, riveduto per la prima volta a Lussemburgo il 25 giugno 2005, con Atto finale e dichiarazioni allegate, aperto alla firma a Ouagadougou il 22 giugno 2010.
C. 4374 Governo.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Mario BARBI (PD), relatore, illustra il provvedimento in titolo rilevando che l'accordo all'esame della Commissione rappresenta la seconda modifica dell'Accordo di partenariato che caratterizza i rapporti tra l'Unione europea e il vasto gruppo di Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), nei cui confronti tradizionalmente la Comunità europea aveva rivolto la maggior parte delle attenzioni in ordine alle problematiche dello sviluppo sin dalle Convenzioni di Yaoundé del 1963 e di Lomé del 1975. Il successivo Accordo di Cotonou del 23 giugno 2000 - ratificato dal nostro Paese con la legge 3 ottobre 2002, n. 235 - è stato infatti riveduto una prima volta con l'Accordo firmato a Lussemburgo il 25 giugno 2005, a sua volta ratificato dall'Italia mediante la legge 9 novembre 2007, n. 215.
Rileva il fatto che anche questo Accordo, aperto alla firma nella capitale del Burkina Faso, Ouagadougou, il 22 giugno 2010, si basa sull'articolo 95 dell'Accordo del 2000, che ne prevede la revisione quinquennale. La nuova modifica è volta, come è naturale, all'adattamento del quadro normativo dei rapporti UE-ACP ai mutamenti che si sono verificati nelle relazioni internazionali.
Osserva che una delle questioni centrali oggetto della revisione è la valorizzazione della dimensione dell'integrazione regionale, particolarmente sentita nel continente africano, con una crescita progressiva del ruolo dell'Unione africana. Viene tuttavia posta attenzione, più in generale, a tutte le aree di integrazione economica regionale che riguardino Stati ACP, e al ruolo delle relative organizzazioni. Tutto ciò si riflette particolarmente nelle modifiche agli articoli 6, 8, 11, 30 e 35.
Sottolinea come un altro aspetto della revisione consista nel porre al centro dell'attenzione il rapporto tra sicurezza e sviluppo, nel senso che senza la prevenzione dei conflitti non è immaginabile un'azione duratura di impulso decisivo al decollo economico e sociale dei paesi svantaggiati: tutto ciò è contenuto essenzialmente nelle modifiche agli articoli 11, 72, 72-bis e 73.
In particolare, precisa che la prevenzione e soluzione dei conflitti oggetto dell'articolo 11, viene estesa al contrasto delle attività mercenarie e alla lotta alla criminalità organizzata internazionale, in applicazione dello Statuto della Corte penale internazionale. Vengono poi aggiunti l'articolo 11-bis e l'articolo 11-ter che impegnano le Parti alla cooperazione, rispettivamente, in materia di lotta contro il terrorismo e contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa: quest'ultima, in particolare, sarà finanziata mediante strumenti specifici diversi da quelli destinati a finanziare la cooperazione ACP-CE.
Si sofferma quindi sul riferimento agli Obiettivi di sviluppo del Millennio che, come nota la relazione al disegno di legge, erano stati trascurati nella precedente revisione dell'Accordo di Cotonou, mentre fanno oggetto delle modifiche che l'Accordo del 2010 apporta al Preambolo, nonché agli


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articoli 1 e 19. D'altra parte, nell'Accordo in esame si introducono in posizione preminente anche le problematiche dell'efficacia degli aiuti allo sviluppo e della coerenza delle politiche relative, che la UE si impegna a promuovere fra gli Stati membri (modifiche agli articoli 2, 8, 12 e 56). Inoltre, viene valorizzato il contributo del CSI (Centro per lo sviluppo delle imprese) e del CTA (Centro tecnico per la cooperazione agricola e rurale) - e ciò nelle modifiche all'Allegato III -, mentre anche la programmazione, il finanziamento e l'attuazione della cooperazione europea allo sviluppo subiscono una rivisitazione, al fine di migliorarne la trasparenza e l'efficacia (modifiche all'Allegato IV).
Richiama poi i profili relativi ai cambiamenti climatici che sono inseriti nelle modifiche concernenti gli articoli 1, 20 e 30-bis ed elevati al rango di settore principale di cooperazione tra UE e ACP, allo scopo di assistere gli Stati ACP nel loro adattamento, attenuandone le conseguenze potenzialmente drammatiche. A tale scopo, particolare riguardo è stato dedicato agli Stati ACP più vulnerabili ai mutamenti del clima, quali ad esempio i piccoli Stati insulari del Pacifico - la cui stessa esistenza è posta a rischio dal progressivo innalzamento del livello degli oceani -, ovvero ai paesi africani della fascia sub-sahariana del Sahel, sui quali incombe il fenomeno opposto della totale desertificazione.
Per quanto riguarda gli aspetti commerciali, prende atto che le modifiche - scontato il venir meno dei residui regimi preferenziali a favore degli Stati ACP che l'Accordo di Cotonou aveva mantenuto, e che sono scaduti già dal 31 dicembre 2007 - riaffermano con forza il ruolo degli accordi di partenariato economico (APE), che sono volti a sostenere i paesi ACP, migliorandone al tempo stesso le economie soprattutto con la sempre maggiore integrazione nel commercio internazionale.
Dal punto di vista istituzionale, fa presente che le modifiche agli articoli 4, 8, 10 e 17 mirano ad incrementare il novero degli attori del dialogo politico nel quadro del partenariato UE-ACP, includendovi i Parlamenti nazionali, nonché soggetti esponenziali delle società civili dei paesi ACP. Gli Stati ACP vengono altresì, in quanto gruppo, maggiormente considerati nelle modifiche all'Allegato VII, ispirato ai diritti umani, ai principi democratici e allo Stato di diritto.
Esprime peraltro vivo apprezzamento per la modifica al Protocollo 3 dell'Accordo di Cotonou, che ha consentito al Sudafrica di aderire all'Accordo in esame, pur senza essere Parte dell'Accordo del 2000. È stata già adottata in tale ottica una Dichiarazione congiunta su migrazioni e sviluppo, come orizzonte programmatico di una cooperazione in settori rilevanti quali le rimesse degli emigranti, la riammissione, la tratta di esseri umani.
Segnala che la seconda revisione dell'Accordo di Cotonou non è accompagnata da un nuovo protocollo finanziario, rimanendo in vigore il protocollo finanziario relativo al X Fondo europeo di sviluppo, che copre il periodo 2008-2013. L'Italia contribuisce con l'importo globale non incrementabile di 2.916.905.200 euro, come stabilito dall'Accordo riguardante il finanziamento degli aiuti comunitari. Ne consegue, come riportato nella relazione illustrativa, che la prosecuzione delle attività poste in essere in attuazione dell'Accordo rientra nella clausola di neutralità finanziaria, non prevedendo richieste di contributi addizionali o di cofinanziamento aggiuntivo da parte dell'Italia.
Sottolinea, infine, l'interesse e la rilevanza dell'azione europea di cooperazione allo sviluppo, tema oggetto di una costante attenzione da parte del Comitato permanente sugli Obiettivi del millennio. Ritiene quindi auspicabile un approfondimento sul provvedimento in esame, tramite audizioni di esponenti della Commissione e del Parlamento europeo.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI evidenzia la necessità di una rapida approvazione del provvedimento al fine di adeguare gli strumenti di cooperazione alla mutata realtà internazionale.


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Stefano STEFANI, presidente, condivide l'auspicio conclusivo del relatore, che sottoporrà all'Ufficio di presidenza. Nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta. Nell'imminenza dell'inizio delle comunicazioni del Presidente del Consiglio, non essendovi obiezioni, avverte che i successivi punti all'ordine del giorno saranno trattati dopo la conclusione della seduta antimeridiana dell'Assemblea.

La seduta termina alle 10.55.

INTERROGAZIONI

Mercoledì 22 giugno 2011. - Presidenza del presidente Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Stefania Gabriella Anastasia Craxi.

La seduta comincia alle 13.15.

5-04858 Narducci: Sulle modalità di servizio all'estero del personale scolastico.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Franco NARDUCCI (PD), pur insoddisfatto nel merito della risposta, ringrazia il sottosegretario Craxi per il quadro informativo reso. Ribadisce l'inottemperanza da parte amministrativa dell'ordine del giorno da lui presentato in Assemblea e lamenta le molte insufficienze e parzialità che caratterizzano la circolare ministeriale dello scorso 17 maggio, senza peraltro alcuna preoccupazione per la gestione della fase transitoria. Ritiene quindi naturale che i soggetti discriminati possano dare vita ad un complesso e costoso contenzioso giudiziario. Denuncia infine la stridente contraddizione tra l'elevato potenziale culturale del servizio scolastico all'estero e la sua gestione sempre più complicata e confusa.

5-04889 Nirenstein: Sull'allestimento di nuove flottiglie dirette a Gaza.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Fiamma NIRENSTEIN (PdL) si dichiara sostanzialmente soddisfatta per la dettagliata ed impegnata risposta del sottosegretario, pur lamentando come la nuova flottiglia diretta a Gaza sia ormai in partenza nonostante che il governo turco sembri aver cambiato parere, rendendosi finalmente conto della pericolosità di tale iniziativa. Nel prendere della grande buona volontà del governo italiano, lo invita a continuare ad agire con la massima determinazione perché la comunità internazionale riesca a bloccare tale traffico. Esprime infine il timore che la vicenda possa avere ripercussioni negative sul delicato rapporto tra Israele e Turchia, che sta invece vivendo una fase di positivo riavvicinamento.

5-04890 Renato Farina: Sul rapimento di una studentessa pakistana di religione cristiana.

Il sottosegretario Stefania Gabriella Anastasia CRAXI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Renato FARINA (PdL), nel dichiararsi pienamente soddisfatto, ringrazia il sottosegretario Craxi per l'esauriente risposta che dimostra la grande partecipazione del governo alla sostanza della questione. Sottolinea l'importanza di aver affrontato il caso nella sede parlamentare nella consapevolezza che l'attenzione istituzionale


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dell'Italia possa essere recepita in Pakistan. Invita infine il governo a rendersi parte attiva presso l'Alto Commissariato dell'ONU per i diritti umani affinché sia avviata un'indagine ufficiale sulla vicenda oggetto dell'interrogazione che, a suo avviso, troverebbe peraltro favorevolmente disposto lo stesso governo pakistano le cui autorità, non a caso, stanno proteggendo la famiglia della studentessa rapita.

Stefano STEFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni in titolo.

La seduta termina alle 13.35.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Programma di lavoro della Commissione per il 2011 (COM(2010)623 def.).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2011 (Doc. LXXXVII-bis, n. 1).

III Commissione - Mercoledì 22 giugno 2011


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ALLEGATO 1

5-04858 Narducci: Sulle modalità di servizio all'estero del personale scolastico.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione in esame prende spunto dalla Circolare n. 1 del 17 maggio 2011 della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Esteri. Tale Circolare illustra le modalità applicative di un articolo - l'articolo 2 comma 4-novies - della legge n. 10 del 2011, ossia la norma di conversione del decreto «mille proroghe» del dicembre 2010. L'articolo in questione prevede appunto la proroga del servizio all'estero del personale docente e amministrativo della scuola (fino al limite di 9 anni di permanenza), la sospensione della mobilità su domanda da una sede estera ad un'altra fino all'anno scolastico 2012-2013, l'utilizzo fino al 31 agosto 2012 delle graduatorie esistenti.
Secondo gli interroganti la Circolare ministeriale si porrebbe in contrasto con le previsioni del contratto collettivo nazionale di lavoro della scuola e implicherebbe il forte rischio di non garantire il regolare inizio delle lezioni.
L'Amministrazione ritiene invece che la Circolare sia, per sua natura, lo strumento amministrativo più adeguato ad illustrare i contenuti delle regole introdotte per legge e a garantire rapide e funzionali indicazioni operative, proprio tenuto conto della necessità di assicurare il regolare avvio dell'anno scolastico 2011/2012. In tal modo, saranno garantiti il puntuale inizio delle procedure relative alle nuove nomine nonché gli adempimenti relativi ai trasferimenti, così come previsto dall'intervento normativo. Le nomine si rendono, infatti, necessarie quando il posto resti scoperto (pensionamento, rientro anticipato e altri casi).
L'Amministrazione, nel corso di tre riunioni - tenutesi il 16 marzo, il 3 e il 10 maggio - ha invitato le organizzazioni sindacali ad esprimere le loro opinioni e a proporre suggerimenti in merito all'applicazione della legge, mettendo a loro disposizione una prima bozza della Circolare con relativa documentazione (tra cui gli elenchi del personale beneficiario della proroga e il numero dei posti che si sarebbero resi disponibili per le nuove nomine a decorrere dall'anno scolastico 2011/2012). La UIL, in particolare, ha trasmesso le sue osservazioni che, per lo più, sono state considerate nella Circolare ministeriale in quanto compatibili con la legge.
L'Amministrazione ha, inoltre, recepito, anche tramite la Circolare, il contenuto dell'ordine del giorno proposto dall'onorevole Narducci ed approvato nella seduta della Camera dei Deputati del 25 febbraio 2011. Esso impegnava appunto il Governo a valutare l'opportunità di garantire al personale in servizio all'estero, al momento dell'entrata in vigore della nuova legge, il completamento del mandato e a definire le modalità con le quali il personale precedentemente rientrato in Italia dopo il primo mandato possa essere destinato nuovamente ad una sede estera nei limiti dei nove anni stabiliti. Tali impegni sono stati rispettati.
La Circolare si è quindi limitata ad illustrare le innovazioni legislative uniformando ad essa - in via transitoria - anche singole situazioni non esplicitamente evidenziate dalla legge n. 10 del 2011 ma rientranti, a pieno titolo, nelle sue più generali disposizioni.


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L'Amministrazione ritiene che proprio l'emanazione delle nuove regole (che limitano i movimenti del personale) non metterà affatto a rischio, anzi contribuirà a rendere più fluido l'avvio del prossimo anno scolastico. Le criticità di inizio anno sono infatti generalmente legate alle particolarità insite nel servizio all'estero e alle procedure di nomina e trasferimento da effettuare sia in Italia che nei Paesi di destinazione (tra cui il nulla osta delle autorità scolastiche o il visto). È inoltre da ritenere che la maggior parte delle richieste del personale aspirante a nomina troverà una legittima soluzione nelle procedure indicate dalla legge e illustrate dalla Circolare. Si conferma, infine, che l'Amministrazione, in raccordo con le organizzazioni sindacali, sta avviando gli adempimenti relativi alla prossima indizione delle prove di accertamento linguistico.
Stiamo quindi lavorando per assicurare gli obiettivi ribaditi nel nuovo ordine del giorno dell'onorevole Narducci accolto ieri alla Camera: regolare inizio delle lezioni, avvio delle procedure per selezioni e aggiornamento graduatorie.


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ALLEGATO 2

5-04889 Nirenstein: Sull'allestimento di nuove flottiglie dirette a Gaza.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il Governo sta monitorando con la massima attenzione le notizie secondo cui nuove flottiglie si starebbero preparando a salpare in direzione della Striscia di Gaza da alcuni Paesi del Mediterraneo compresa l'Italia.
Come evocato dall'Onorevole Nirenstein, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha manifestato preoccupazione circa i rischi di una potenziale «escalation» della tensione legati a tali convogli, chiedendo con una lettera del 24 maggio a tutti i governi interessati, ed in particolare a quelli che si affacciano sul Mediterraneo, di adoperarsi per dissuaderli. Ban Ki-Moon ha inoltre espresso la convinzione che tutti gli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza vadano veicolati attraverso i valichi terrestri legittimi e preesistenti.
Il Governo italiano concorda pienamente con i timori e le raccomandazioni del Segretario Generale dell'ONU. Già ad aprile, il Presidente Berlusconi aveva infatti dichiarato che l'Esecutivo intende adoperarsi perché quest'anno si evitino iniziative analoghe a quelle del passato in quanto dannose alla ripresa del Processo di Pace. In questo senso, il Ministro Frattini aveva sottolineato il 10 maggio che il modo migliore per portare assistenza agli abitanti di Gaza è quello di inviare gli aiuti umanitari attraverso gli appositi valichi terrestri. Occorre evitare, aveva ribadito il Ministro, ogni tipo di provocazione che possa avere come unico effetto l'aumento della tensione. Si tratta, del resto, di posizioni rispecchiate anche nelle dichiarazioni del Quartetto il 21 giugno 2010 e del Coordinamento dei donatori internazionali a favore dei palestinesi dello scorso 13 aprile.
Riteniamo che le misure adottate da Israele per l'ingresso dei materiali per la ricostruzione e in generale l'aumento delle importazioni nell'ultimo anno vadano nella giusta direzione, così come quelle recenti per incrementare le esportazioni dalla Striscia di Gaza. Sono iniziative che s'inquadrano nella prospettiva, che auspichiamo rapida, di passare dalla fase dell'emergenza a quella dello sviluppo socio-economico con l'apporto del settore privato.
In linea con l'invito di Ban Ki-Moon, l'Italia continua a dispiegare ogni sforzo a livello internazionale per far valere le raccomandazioni dell'ONU, invitando tutte le parti interessate ad evitare provocazioni e situazioni di crisi legate ad incidenti che coinvolgano nuove «flottiglie». Ovviamente siamo impegnati in questo senso in pieno coordinamento con i nostri principali partner europei, tenendo anche conto che l'Unione Europea resta disponibile a tornare a gestire il valico di Rafha mediante la missione EUBAM.
Siamo naturalmente vigili al fine di evitare che si possano profilare pericoli che mettano a repentaglio l'incolumità dei cittadini italiani. Per scongiurare che navigli privati italiani siano coinvolti in eventuali situazioni di criticità, abbiamo attivato i competenti organismi per diramare gli opportuni avvisi. Come effettuato da altri Paesi europei - tra cui Austria, Germania, Francia e Gran Bretagna - la Farnesina ha anche evidenziato sul sito «Viaggiare sicuri» i rischi connessi ai tentativi di recarsi via mare verso la Striscia di Gaza in violazione della normativa israeliana.


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ALLEGATO 3

5-04890 Renato Farina: Sul rapimento di una studentessa pakistana di religione cristiana.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il caso di Farah Hatim, la studentessa cristiana del Punjab apparentemente costretta con la violenza a convertirsi all'Islam e a contrarre matrimonio con rito musulmano, è all'attenzione della Farnesina e della nostra Ambasciata a Islamabad. Esso costituisce un ulteriore preoccupante segnale della situazione delle minoranze religiose in Pakistan, tristemente caratterizzata da una lunga serie di violenze ed atti criminali (che hanno raggiunto il loro apice con l'uccisione del Governatore del Punjab e dell'allora Ministro delle Minoranze, Shabaz Bhatti). La pratica delle conversioni forzate non è purtroppo nuova in Pakistan ed anzi, in questo periodo di radicalizzazione islamica del Paese, sembra conoscere una fase di particolare reviviscenza.
La legislazione pakistana afferma il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge «senza distinzione di razza o credo». Anche i principali partiti politici, fatta eccezione per la Lega Musulmana, proclamano l'importanza dell'equidistanza religiosa. Nella realtà, però, i non musulmani (circa il 5 per cento fra indù, cristiani, zoroastriani, sikh, buddisti e altre confessioni) sono spesso oggetto di discriminazioni ed episodi di intolleranza. Il principale strumento di discriminazione religiosa è la legge sulla blasfemia.
La vicenda della giovane cristiana del Punjab rappresenta, va sottolineato, anche un ennesimo episodio di violazione dei diritti delle donne in un Paese che le Nazioni Unite annoverano al terz'ultimo posto per la condizione femminile seguito solo da Afghanistan e Congo.
È noto l'impegno che l'Italia profonde in generale - in sede europea e ONU e sul piano bilaterale - contro l'intolleranza e a tutela delle minoranze religiose, con particolare attenzione a quelle cristiane. La questione del rispetto dei diritti umani e della tutela della libertà di fede, viene sollevata regolarmente dal Governo italiano in occasione dei colloqui politici con le autorità di Islamabad. Da ultimo, è stata al centro dell'incontro del Ministro Frattini con Paul Bhatti, fratello del Ministro assassinato e consigliere del Primo Ministro sul tema delle Minoranze (carica equiparata a quella di Ministro).
Sempre su impulso del Ministro Frattini è stato avviato un dialogo con le associazioni ed ONG più rappresentative operanti in Pakistan, un dialogo diretto ad individuare specifiche ipotesi di intervento congiunto con la nostra Cooperazione, a favore delle minoranze religiose. L'obiettivo è evidentemente quello di promuovere iniziative che abbiano ampia visibilità presso le comunità locali e contribuiscano, al contempo, a puntellare le istituzioni democratiche, con interventi di formazione, rafforzamento istituzionale e sostegno agli attori locali favorevoli al dialogo interculturale e interreligioso.
Tengo ad assicurare l'Onorevole interrogante che continueremo ad esercitare la massima attenzione, anche sullo specifico caso di Farah Hatim. La nostra Ambasciata è in contatto con gli interlocutori locali e con la Nunziatura Apostolica e cercherà di favorire una positiva soluzione della vicenda.


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Sul piano generale, è importante ad ogni modo, tenere presente che l'attuale livello di tensione nel Paese impone una particolare cautela, condivisa peraltro anche dalla Nunziatura a Islamabad, nella valutazione delle iniziative da intraprendere. Atteggiamenti di aperta contrapposizione rischiano, infatti, di rivelarsi controproducenti, a danno delle posizioni più moderate e con possibili ricadute sulla situazione delle stesse minoranze religiose.

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