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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della XIII Commissione permanente
(Agricoltura)
XIII Commissione

SOMMARIO

Mercoledì 22 giugno 2011


AUDIZIONI INFORMALI:

Audizione informale dell'assessore della Regione Marche con delega alla pesca marittima, Sara Giannini, sulla gestione del fermo biologico della pesca nella medesima regione ... 142

INTERROGAZIONI:

5-04544 Motta: Sulla revisione delle piante organiche del Corpo forestale dello Stato, con riferimento alle carenze di personale nella regione Emilia Romagna e in particolare nella provincia di Parma ... 142
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 152

5-04490 Delfino: Sulle iniziative per promuovere un accordo sul prezzo del pomodoro da industria ... 142
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 153

5-01000 Siragusa: Sui danni alle aziende agricole provocati dal maltempo che ha colpito la Sicilia nel 2008-2009 e sulla crisi dell'agricoltura siciliana ... 143
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 154

5-04683 Nastri: Sulle conseguenze sulla filiera risicola italiana dell'eventuale introduzione di un regime di pagamenti PAC «disaccoppiati» ... 143
ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 155

5-04386 Brandolini: Sulla revisione delle piante organiche del Corpo forestale dello Stato, con riferimento alle carenze di personale nella regione Emilia Romagna ... 143
ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 156

Sull'ordine dei lavori ... 144

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA:

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui regimi di qualità dei prodotti agricoli (COM(2010)733).
Proposta di regolamento recante modifica del regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio in ordine alle norme di commercializzazione (COM(2010)738) (Seguito dell'esame congiunto e rinvio) ... 144

Programma di lavoro della Commissione per il 2011. COM(2010)623 def.
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2011. Doc. LXXXVII-bis, n. 1 (Parere alla XIV Commissione) (Esame congiunto e rinvio) ... 145

RISOLUZIONI:

7-00588 Oliverio e 7-00596 Paolo Russo: Interventi per sostenere e valorizzare la castanicoltura (Discussione congiunta e conclusione - Approvazione della risoluzione n. 8-00128) ... 147
ALLEGATO 6 (Proposta di testo unificato delle risoluzioni) ... 157
ALLEGATO 7 (Risoluzione approvata dalla Commissione) ... 159

7-00548 Oliverio e 7-00610 Di Giuseppe: Provvedimenti per fronteggiare la batteriosi che sta colpendo le coltivazioni di kiwi (Discussione congiunta e rinvio) ... 148
ALLEGATO 8 (Proposta di testo unificato delle risoluzioni) ... 161

SEDE REFERENTE:

Disposizioni sugli organismi competenti in materia di tutela della qualità dei prodotti agricoli e alimentari e di contrasto e prevenzione delle frodi nel settore agroalimentare. C. 3422 Nastri, C. 3537 Catanoso e C. 4209 Rainieri (Esame e rinvio) ... 149

Sui lavori della Commissione ... 150

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

XIII Commissione - Resoconto di mercoledì 22 giugno 2011


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AUDIZIONI INFORMALI

Mercoledì 22 giugno 2011.

Audizione informale dell'assessore della Regione Marche con delega alla pesca marittima, Sara Giannini, sulla gestione del fermo biologico della pesca nella medesima regione.

L'audizione informale è stata svolta dalle 10.10 alle 10.55.

INTERROGAZIONI

Mercoledì 22 giugno 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Roberto Rosso.

La seduta comincia alle 14.15.

5-04544 Motta: Sulla revisione delle piante organiche del Corpo forestale dello Stato, con riferimento alle carenze di personale nella regione Emilia Romagna e in particolare nella provincia di Parma.

Il sottosegretario Roberto ROSSO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Carmen MOTTA (PD), replicando, prende atto della volontà del Governo di colmare le carenze nell'organico del personale del Corpo forestale dello Stato, ma non può dichiararsi soddisfatta, poiché la risposta del Governo fornisce indicazioni di carattere generale sull'assegnazione di 90 agenti di nuova nomina, senza prospettare un miglioramento della situazione che si verrà a determinare nella provincia di Parma. Ricorda in proposito che nella provincia l'organico risulta coperto solo per il 50 per cento, non vi è alcuna unità dei 12 ispettori previsti e vi sono solo 3 sovrintendenti. Sottolinea altresì che a Parma e in generale nella regione Emilia Romagna, il Corpo forestale dello Stato si caratterizza per la grande qualità professionale e per la dedizione al servizio.
Osserva infine che, oltre al problema delle carenze di organico, vi sono i problemi derivanti dal fatto che molti forestali restano assegnati nelle sedi per poco tempo. Si tratta di un fenomeno che impoverisce il Corpo, in quanto per svolgere al meglio i delicati compiti affidati il personale ha bisogno di conoscere profondamente il territorio sul quale opera.

5-04490 Delfino: Sulle iniziative per promuovere un accordo sul prezzo del pomodoro da industria.

Il sottosegretario Roberto ROSSO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Teresio DELFINO (UdCpTP), replicando, osserva che, secondo quanto dichiarato dal Governo - in una risposta che appare quanto mai generica e inconsistente - un accordo tra le parti sul prezzo del pomodoro da industria e ben lontano dall'essere definito. Eppure, visto che la sua interrogazione risale allo scorso mese di marzo, si sarebbe aspettato una


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diversa attenzione sul problema da parte del Governo, tenuto conto anche della nuova gestione ministeriale. Invece, le preoccupazioni manifestate dal settore si aggravano, perché le operazioni produttive devono proseguire senza un quadro di riferimento certo sul prezzo, idoneo ad assicurare agli operatori di poter coprire i costi di produzione e di conseguire almeno un minimo di profitto. Invitando pertanto il Governo a mostrare maggiore sollecitudine verso le esigenze della filiera, deve dichiararsi insoddisfatto.

5-01000 Siragusa: Sui danni alle aziende agricole provocati dal maltempo che ha colpito la Sicilia nel 2008-2009 e sulla crisi dell'agricoltura siciliana.

Il sottosegretario Roberto ROSSO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Alessandra SIRAGUSA (PD), replicando, osserva che se la risposta del Governo fosse intervenuta in tempi ragionevoli avrebbe potuto anche dichiararsi soddisfatta, ciò che non appare possibile per una risposta fornita oggi ad un'interrogazione del febbraio 2009. Nel merito, si può comunque prendere positivamente atto di quanto rappresentato dal Governo.

Il sottosegretario Roberto ROSSO fa presente che il Ministero ha notevolmente accelerato la risposta alle interrogazioni rispetto alla situazione precedente.

Alessandra SIRAGUSA (PD) giudica tali ritardi nella risposta alle interrogazioni non rispettosi del ruolo del Parlamento.

Paolo RUSSO, presidente, deve ricordare che negli ultimi tempi il Governo a dimostrato una straordinaria disponibilità a recuperare i ritardi maturati in precedenza e a dare risposta a tutte le interrogazioni sollecitate, comprese quelle «datate».

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), pur riconoscendo che si è convenuto di dare priorità alle interrogazioni sollecitate dai gruppi, deve sottolineare che per lunghi periodi il Ministero non ha fornito alcuna risposta, facendo maturare gravi ritardi.

Paolo RUSSO, presidente, di fronte ai ritardi indubbiamente verificatisi, invita a considerare l'elemento positivo consistente nell'intenzione del Governo di recuperare i ritardi medesimi.

5-04683 Nastri: Sulle conseguenze sulla filiera risicola italiana dell'eventuale introduzione di un regime di pagamenti PAC «disaccoppiati».

Il sottosegretario Roberto ROSSO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Gaetano NASTRI (PdL), replicando, si dichiara soddisfatto per la puntuale risposta del Governo.

5-04386 Brandolini: Sulla revisione delle piante organiche del Corpo forestale dello Stato, con riferimento alle carenze di personale nella regione Emilia Romagna.

Il sottosegretario Roberto ROSSO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

Sandro BRANDOLINI (PD), replicando, giudica carente la risposta del Governo rispetto ai problemi segnalati nella interrogazione, pur riconoscendo che qualche passo in avanti è stato compiuto. Ricorda infatti che in Emilia Romagna risulta scoperto il 30 per cento dell'organico del Corpo forestale dello Stato.
Pur comprendendo che le risorse sono scarse, segnala la necessità di evitare che, nella distribuzione territoriale del personale, le nuove unità siano destinate ad aree dove il personale è già in soprannumero invece che ad aree dove i compiti essenziali non possono essere assicurati.


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Invita perciò il Governo a definire criteri certi per le assegnazioni di personale, quale il rapporto forestali-superficie.
Dichiarandosi conclusivamente insoddisfatto per la risposta, auspica che il Governo voglia tener conto delle esigenze prospettate in vista delle decisioni ancora da assumere.

Paolo RUSSO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento di interrogazioni.

Sull'ordine dei lavori.

Paolo RUSSO, presidente, propone di non passare subito alla discussione delle risoluzioni e di trattare invece gli altri punti all'ordine del giorno, per consentire ai presentatori di elaborare eventuali risoluzioni unitarie.

La Commissione consente.

La seduta termina alle 14.40.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Mercoledì 22 giugno 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Roberto Rosso.

La seduta comincia alle 14.40.

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui regimi di qualità dei prodotti agricoli (COM(2010)733).

Proposta di regolamento recante modifica del regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio in ordine alle norme di commercializzazione (COM(2010)738).
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame congiunto degli atti in titolo, rinviato nella seduta del 15 giugno 2011.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda altresì che nella seduta dell'8 giugno scorso l'onorevole Negro ha svolto la relazione introduttiva e che la Commissione ha svolto un ciclo di audizioni informali, da completare con l'audizione della Conferenza delle regioni e delle province autonome.
Avverte poi che il 15 giugno scorso la XIV Commissione ha espresso, sui provvedimenti in esame, parere favorevole con osservazioni.

Giovanna NEGRO (LNP), relatore, avverte che la Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo ha approvato ieri la relazione all'Assemblea plenaria sulla proposta di regolamento sui regimi di qualità dei prodotti agricoli, mentre deve ancora concludere l'esame della proposta di regolamento sulle norme di commercializzazione. Premessa l'opportunità di esaminare tali decisioni in modo approfondito, fa in ogni caso presente che sta lavorando alla predisposizione di una bozza preliminare di documento, che si riserva di trasmettere ai gruppi in via del tutto informale.

Paolo RUSSO, presidente, ritiene - anche sulla base dei contatti intercorsi con il Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo - che la Commissione potrebbe arrivare all'approvazione del documento finale entro qualche settimana, in ogni caso prima della pausa estiva.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) ritiene opportuno che i gruppi possano disporre al più presto di una di una proposta del relatore sulla quale lavorare.

Angelo ZUCCHI (PD), sottolineando che la Commissione ha proceduto all'audizione del Presidente dell'Associazione delle regioni europee per i prodotti di origine dopo che la Commissione del Parlamento europeo aveva votato la sua relazione, che presumibilmente verrà confermata dall'Assemblea


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plenaria, invita a definire un percorso di esame con tempi certi per la deliberazione conclusiva, affinché la Commissione possa definire in tempo utile almeno il mandato da dare al Governo ai fini della successiva discussione in sede di Consiglio.

Paolo RUSSO, presidente, segnala che i tempi di esame sono fortemente condizionati dall'andamento dei lavori parlamentari e dall'esigenza - dettata da evidenti ragioni istituzionali - di procedere preventivamente anche all'audizione della Conferenza delle regioni e delle province autonome, la cui posizione è in corso di definizione.
Nel condividere l'opportunità che nel frattempo i gruppi lavorino, in via informale, sulla bozza di documento finale che il relatore si è riservato di presentare, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Programma di lavoro della Commissione per il 2011.
COM(2010)623 def.

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2011.
Doc. LXXXVII-bis, n. 1.
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dei documenti in titolo.

Paolo RUSSO, presidente, ricorda che - come stabilito dalla Giunta del Regolamento nel parere espresso lo scorso 14 luglio 2011 - l'esame dei documenti avverrà congiuntamente.

Monica FAENZI (PdL), relatore, sottolinea che per la prima volta - in base al nuovo articolo 15 della legge n. 11 del 2005, recante «Norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari», e alla successiva pronuncia della Giunta per il Regolamento - si apre una vera e propria sessione europea parlamentare di fase ascendente dedicata alla valutazione e al confronto tra le priorità delle istituzioni europee e quelle del Governo per l'anno in corso, contenute nei due documenti all'ordine del giorno.
Per quanto riguarda il documento del Governo, ricorda che la citata legge n. 11 prevede la presentazione di due distinte relazioni: una programmatica, recante indicazione degli obiettivi, priorità e orientamenti che il Governo intende seguire a livello europeo nell'anno successivo, che oggi è all'esame, e una di rendiconto, sulle attività svolte dal Governo nell'anno precedente, con indicazione del seguito dato agli indirizzi del Governo, che è esaminata insieme al disegno di legge comunitaria.
Lo scopo della nuova procedura è soddisfare l'esigenza di svolgere un dibattito approfondito in Parlamento sulle priorità strategiche e le prospettive dell'Unione.
Per quanto concerne specificamente il settore dell'agricoltura, evidenzia che il Governo sottolinea la particolare importanza del dibattito sulla Politica agricola comune (PAC) verso il 2020, che ha avuto inizio con la comunicazione della Commissione europea del 18 novembre 2010, sulla quale l'Assemblea della Camera si è espressa approvando sei mozioni, nella seduta del 2 febbraio 2011, e proseguirà in autunno con la presentazione di un pacchetto di proposte legislative.
Come si legge nella relazione, il Governo intende «aumentare i momenti di confronto con i rappresentanti italiani presso il Parlamento europeo al fine di ricercare posizioni condivise che assicurino sostegno alle istanze nazionali in sede di Unione europea».
Nell'ambito del quadro finanziario pluriennale dell'Unione, il principale obiettivo del Governo sarà mantenere l'attuale dotazione di bilancio destinata al finanziamento della Politica agricola comune, contrastando le ipotesi di ridimensionamento che renderebbero impossibile il perseguimento delle finalità stabilite dai Trattati e


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facendo sì che l'Italia non resti penalizzata nella ripartizione del budget europeo agricolo fra i 27 Stati membri.
Inoltre, nel documento che sintetizza la posizione italiana nella prospettiva del prossimo negoziato sul quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea, rispetto alla comunicazione sulla PAC, il Governo ha evidenziato che la redistribuzione del budget degli aiuti diretti, effettuata utilizzando come unico parametro la superficie agricola degli Stati membri, deve essere decisamente evitata. Tale parametro, infatti non prenderebbe in considerazione nessuno degli altri fattori intrinseci della produzione, che caratterizzano le diverse realtà agricole dell'Unione. Una ripartizione degli aiuti diretti utilizzando come unico parametro la superficie è inaccettabile per l'Italia che, pur realizzando il 12,5 per cento della produzione agricola lorda vendibile ed il 17 per cento del valore aggiunto, riceverebbe un ritorno pari al solo 8 per cento della spesa agricola comunitaria, risultando di fatto sotto remunerata rispetto alla consistenza della propria agricoltura. Secondo il Governo, il parametro che fotografa in modo realistico le caratteristiche delle diverse agricolture dell'Unione è il valore della produzione lorda vendibile (PLV). Inoltre, alla luce del fatto che gli aiuti diretti costituiscono una «integrazione di reddito», appare equo assumere fra i parametri di riferimento anche il potere d'acquisto esistente nelle diverse regioni dell'Unione.
La posizione dell'Italia sulla politica di gestione dei mercati è a sostegno dell'introduzione di strumenti di gestione in grado di prevenire le crisi, e l'attuazione di una normativa di regolazione dei mercati più flessibile è diretta ad integrare il reddito dei produttori in presenza di situazioni di crisi di mercato.
Per quanto riguarda il futuro del secondo pilastro della PAC, si considera di interesse strategico puntare ad una maggiore flessibilità nel perseguimento degli obiettivi e ricercare una maggiore concentrazione tematica e territoriale degli interventi. L'Italia sostiene infatti la semplificazione delle norme relative alla gestione finanziaria dei programmi di sviluppo rurale, al fine di attribuire agli Stati con programmazione regionalizzata maggiore flessibilità nell'utilizzo delle risorse assegnate. Per quanto riguarda, infine, la ripartizione tra Stati membri del budget dello sviluppo rurale, il Governo ritiene che non dovrebbero essere abbandonati gli attuali parametri, che tengono debitamente conto di una serie di indicatori oggettivi, in parte riconducibili anche alla prosperità economica delle varie regioni dell'Unione, al grado di coesione e all'efficienza nell'utilizzazione dei fondi delle passate programmazioni.
La relazione fa poi riferimento all'intenzione del Governo di proseguire il lavoro volto all'attuazione del Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo. La strategia dell'Unione in tale ambito è nel senso di migliorare l'integrazione nei vari settori chiave, tra i quali l'agricoltura, la silvicoltura e la pesca anche mediante il potenziamento del contributo dato da tali comparti alla conservazione e all'uso sostenibile della biodiversità. Tale potenziamento potrà essere conseguito connettendo tra loro i diversi strumenti previsti nella nuova PAC, nel futuro pacchetto della pesca e nel nuovo quadro finanziario pluriennale, rendendo massima la coerenza tra gli obiettivi della biodiversità e quelli delle citate politiche.
Con riferimento ai divieti relativi alla coltivazione di varietà geneticamente modificate, la relazione segnala l'intenzione del Governo di assicurare il necessario coordinamento tra tutti i Ministeri interessati, al fine di condividere una posizione negoziale comune.
La relazione fa riferimento, altresì, all'interesse del Governo a impegnarsi nella discussione sulla riforma della normativa europea in materia di qualità, peraltro proprio oggi all'esame di questa Commissione.
Con riguardo alle proposte legislative nel settore lattiero-caseario, la relazione prefigura un impegno particolare del Governo per la salvaguardia dell'attività zootecnica nelle zone montane e nelle aree svantaggiate. La Commissione europea ha


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adottato in proposito una proposta di regolamento sulle relazioni contrattuali nel settore del latte (COM(2010)728) e una relazione sul mercato dei prodotti lattiero-caseari nel contesto della graduale abolizione del regime delle quote latte (COM(2010)727), fa il punto sulla situazione del mercato lattiero-caseario e sulle condizioni per superare gradualmente il regime delle quote latte.

Angelo ZUCCHI (PD) chiede quali siano i tempi di esame dei documenti in titolo.

Paolo RUSSO, presidente, che le Commissioni di settore devono esprimere il parere entro il 30 giugno prossimo. Tuttavia, invita i rappresentanti dei gruppi a valutare la possibilità di concludere l'esame anche prima di tale data, e in particolare nella giornata di martedì prossimo, anche in relazione all'eventuale andamento dei lavori dell'Assemblea nella prossima settimana.

Viviana BECCALOSSI (PdL) ritiene che la Commissione possa riunirsi anche nella mattinata di domani.

Angelo ZUCCHI (PD) sottolinea il grande rilievo dei documenti programmatici in esame, che richiederebbe una pronuncia meditata da parte della Commissione, anche perché toccano i temi chiave della politica agricola. Osserva anzi che la Commissione dovrebbe in tale occasione riprendere gli atti già approvati su tali temi in sede parlamentare ed eventualmente valutare anche le iniziative da assumere in vista del successivo esame in Assemblea.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) segnala gli impegni già assunti dai colleghi del suo gruppo per la giornata di martedì prossimo.

Paolo RUSSO, presidente, si riserva di prendere gli opportuni contatti con la Presidenza della XIV Commissione per verificare i tempi di esame dei documenti. Se necessario, si riserva di convocare la Commissione per la conclusione dell'esame dei documenti in titolo eventualmente nella giornata di martedì prossimo, anche tenendo conto del calendario dei lavori dell'Assemblea che sarà definito per la prossima settimana.
Rinvia infine il seguito dell'esame congiunto ad altra seduta.

La seduta termina alle 15

RISOLUZIONI

Mercoledì 22 giugno 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Roberto Rosso.

La seduta comincia alle 15.

7-00588 Oliverio e 7-00596 Paolo Russo: Interventi per sostenere e valorizzare la castanicoltura.
(Discussione congiunta e conclusione - Approvazione della risoluzione n. 8-00128).

La Commissione inizia la discussione delle risoluzioni.

Paolo RUSSO, presidente, avverte che se non vi sono obiezioni le risoluzioni, vertendo sulla stessa materia, saranno discusse congiuntamente.

La Commissione concorda.

Paolo RUSSO, presidente, avverte che è stato presentato un testo unificato delle risoluzioni all'ordine del giorno (vedi allegato 6).

Renzo CARELLA (PD), giudicando positivamente il testo presentato, invita ad integrarlo con un impegno ad istituire, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, un tavolo di coordinamento tra le università e le istituzioni e gli enti di ricerca. Infatti, i metodi per combattere la batteriosi del kiwi sono


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diversi e sono oggetto di differenti valutazioni. È pertanto opportuno che vi sia una sede di coordinamento, da individuare presso il Ministero.

Teresio DELFINO (UdCpTP) manifesta apprezzamento per il testo elaborato, che sottoscrive.

Paolo RUSSO, presidente, presenta una riformulazione del testo unificato delle risoluzioni, che tiene conto della proposta del deputato Carella e avverte che esso assumerà il numero 8-00128 (vedi allegato 7).

Il Sottosegretario Roberto ROSSO esprime il parere favorevole del Governo.

La Commissione approva infine la risoluzione n. 8-00128.

7-00548 Oliverio e 7-00610 Di Giuseppe: Provvedimenti per fronteggiare la batteriosi che sta colpendo le coltivazioni di kiwi.
(Discussione congiunta e rinvio).

La Commissione inizia la discussione delle risoluzioni.

Paolo RUSSO, presidente, avverte che se non vi sono obiezioni le risoluzioni, vertendo sulla stessa materia, saranno discusse congiuntamente.

La Commissione concorda.

Paolo RUSSO, presidente, avverte che è stato presentato un testo unificato delle risoluzioni (vedi allegato 8).

Sandro BRANDOLINI (PD) propone di integrare il testo unificato presentato, nel senso di prevedere, al secondo impegno, anche di vietare i nuovi impianti, in particolare nelle zone a forte intensificazione colturale, fino a quando la pressione del batterio possa metterli a rischio.

Viviana BECCALOSSI (PdL) invita a non intervenire su aspetti di carattere tecnico.

Sandro BRANDOLINI (PD) sottolinea che la sua proposta riguarda un tema essenziale, posto che sono colpite dalla malattia piante che arrivano già malate o che risultano indebolite dai metodi di coltivazione seguiti. Pertanto, in una situazione ancora precaria, i nuovi impianti non appaiono un'operazione utile.

Giovanna NEGRO (LNP) ritiene opportuno acquisire l'avviso delle regioni e in ogni caso promuovere uno studio sulle pratiche da seguire.

Paolo RUSSO, presidente, osserva che quanto proposto dalla collega Negro è specificamente previsto nella risoluzione.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD), premesso che il problema segnalato dal deputato Brandolini è fondato, fa presente tuttavia che egli ha ritenuto di non inserire nella risoluzione presentata alcuna indicazione al riguardo, sulla base delle informazioni acquisite e tenuto conto delle particolarità degli impianti di kiwi. Invita pertanto a valutare eventualmente una formulazione meno stringente.

Teresio DELFINO (UdCpTP) osserva che si sta discutendo di un tema controverso, sul quale - come avvenuto in altri casi - sono prospettate differenti modalità di azione.
Si dichiara in ogni caso favorevole alla risoluzione, che sottoscrive.

Anita DI GIUSEPPE (IdV) ricorda che il suo gruppo aveva presentato, sin dal 27 maggio 2010, l'interrogazione n. 4-07378, senza avere alcuna risposta dal Governo. Nel frattempo, il problema si è aggravato e richiede l'individuazione di misure in grado di rispondere in maniera rapida ed efficace all'emergenza che il settore sta vivendo e ad intervenire con maggiore decisione a sostegno della ricerca.


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Corrado CALLEGARI (LNP) chiede che il seguito della discussione sia rinviato, per poter procedere ai necessari approfondimenti.

Viviana BECCALOSSI (PdL), premesso di condividere in linea generale il testo unificato in discussione, giudica opportuno consentire i dovuti approfondimenti, tenuto anche conto delle competenze delle regioni in materia.

Paolo RUSSO, presidente, rinvia ad altra seduta il seguito della discussione.

La seduta termina alle 15.20

SEDE REFERENTE

Mercoledì 22 giugno 2011. - Presidenza del presidente Paolo RUSSO. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Roberto Rosso.

La seduta comincia alle 15.20.

Disposizioni sugli organismi competenti in materia di tutela della qualità dei prodotti agricoli e alimentari e di contrasto e prevenzione delle frodi nel settore agroalimentare.
C. 3422 Nastri, C. 3537 Catanoso e C. 4209 Rainieri.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame delle abbinate proposte di legge.

Giovanni DIMA (PdL), relatore, precisa preliminarmente che nella sua relazione odierna si limiterà ad evidenziare le linee generali delle proposte di legge in esame, che si muovono in direzioni differenziate nel comune obiettivo di intervenire sull'organizzazione e sulle funzioni degli organismi competenti in materia di tutela della qualità dei prodotti agricoli e alimentari e di contrasto e prevenzione delle frodi nel settore agroalimentare.
In particolare, mentre le proposte Nastri C. 3422 e Catanoso C. 3537 incentrano l'attenzione sul rafforzamento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), la proposta di legge Rainieri C. 4209 prevede soprattutto l'istituzione di un Ufficio nazionale per il coordinamento delle attività di tutela dei prodotti agricoli e agroalimentari, con il compito di coordinare l'azione dei competenti organismi pubblici nelle indagini amministrative in materia, di intensificare la lotta contro tutti gli illeciti riguardanti le produzioni certificate e di qualità nonché di tutelare gli interessi nazionali contro comportamenti irregolari nel settore.
In questo senso, le proposte in esame presentano aspetti complessi, che richiedono un'attenta valutazione, in quanto investono il sistema dei controlli nel settore agroalimentare. Si riserva pertanto di approfondire ulteriormente l'analisi delle stesse, sulla base della documentazione a disposizione, anche al fine di integrare successivamente la sua relazione. In tale direzione, ritiene necessario considerare soprattutto gli elementi utili nella prospettiva della eventuale elaborazione di un testo unificato delle proposte di legge, obiettivo per il quale auspica che anche i presentatori e in generale tutti i colleghi vogliano collaborare.

Angelo ZUCCHI (PD) rileva che le proposte di legge in titolo appaiono caratterizzate da finalità diverse, in quanto le proposte Nastri C. 3422 e Catanoso C. 3537 sono dirette al riordino dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), mentre la proposta Rainieri C. 4209 è incentrata sull'istituzione di un Ufficio nazionale per il coordinamento delle attività di tutela dei prodotti agricoli e agroalimentari. L'esame abbinato di tali proposte si comprende qualora si voglia intervenire sul sistema dei controlli sui prodotti agroalimentari; in caso diverso, si rischia di incontrare difficoltà nell'eventuale elaborazione di un testo unificato.


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Invita pertanto a chiarire preliminarmente tali aspetti.

Paolo RUSSO, presidente, premesso che le proposte presentate sono caratterizzate da un minimo comune denominatore, in quanto tutte intervengono sugli organismi competenti in materia di tutela della qualità dei prodotti agricoli e alimentari e di contrasto e prevenzione delle frodi nel settore agroalimentare, sottolinea che è utile per la Commissione valutare un ampio panorama di proposte, anche diverse tra loro nel merito, e sulla base di queste, compiere le scelte conclusive.

Fabio RAINIERI (LNP) ricorda che la proposta di legge a sua prima firma nasce anche a seguito delle osservazioni e delle richieste formulate nel corso dell'indagine conoscitiva sui fenomeni di illegalità nel settore agroalimentare. In particolare, essa intende intervenire per un coordinamento dei controlli, con particolare riferimento ai fenomeni di controlli svolti parallelamente da organismi diversi presso la stessa azienda. In questo senso, la proposta da lui presentata appare diversa dalle altre e potrebbe essere esaminata separatamente.

Paolo RUSSO, presidente, sottolinea che anche la proposta Catanoso C. 3537 prevede, all'articolo 6, l'istituzione di un comitato permanente di coordinamento dei controlli nel settore agroalimentare. È quindi evidente che le proposte all'ordine del giorno, pur essendo diverse, hanno profili indubbiamente comuni. Sarà compito della Commissione valutare il complesso delle proposte avanzate per definire le scelte da compiere.

Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) invita i gruppi a compiere una valutazione di merito delle proposte, al fine di individuare come procedere per pervenire all'elaborazione di un testo legislativo.

Giuseppina SERVODIO (PD), manifestando apprezzamento per la sollecitazione del relatore a una valutazione sul complessivo sistema dei controlli nel settore agroalimentare e sul loro coordinamento, invita ad un ulteriore riflessione circa la possibilità che tale obiettivo sia perseguito con strumenti diversi da quelli legislativi, che non intervengano solo sul piano istituzionale. Infatti, a suo giudizio, è necessario mettere ordine e far funzionare il sistema esistente, nel quale i compiti di ciascun organismo di controllo sono chiaramente individuati, piuttosto che creare nuove soluzioni normative.

Giovanni DIMA (PdL), relatore, precisa che le proposte di legge in esame costituiscono un'occasione da non perdere per la Commissione sul piano politico. Assicura poi che, per quanto le proposte finora presentate provengano da gruppi della maggioranza, il confronto sarà aperto anche ai gruppi dell'opposizione.

Paolo RUSSO, presidente, rinvia infine ad altra seduta il seguito dell'esame.

Sui lavori della Commissione.

Marco CARRA (PD) ricorda che il gruppo della Lega aveva proposto di procedere all'audizione dei rappresentanti del Comando carabinieri politiche agricole in merito agli accertamenti svolti sui criteri di calcolo del prelievo supplementare in materia di quote latte, nel corso del mandato del ministro Zaia. Il suo gruppo aveva in proposito chiesto di procedere anche all'audizione del Presidente dell'AGEA, degli ex Ministri Zaia e Galan e del Commissario straordinario per le quote latte.
Invita pertanto a procedere rapidamente a tali audizioni, viste le dichiarazioni rese da alcuni importanti ministri della Lega, nel corso della recente manifestazione di Pontida, circa il fatto che l'Italia non avrebbe «splafonato» rispetto alle quote assegnate, in base agli accertamenti svolti sotto il mandato del ministro Zaia. Si tratta di una questione sulla quale è necessario fare immediata certezza.

Giuseppina SERVODIO (PD) ricorda che il Comitato ristretto istituito per


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l'esame delle proposte di legge sulla tutela della biodiversità agraria (C. 2744) aveva incaricato il relatore di provvedere alla stesura di una bozza di testo unificato. Considerata l'importanza di un intervento legislativo in materia, ritiene opportuno sollecitare il relativo iter, invitando il relatore a presentare, nell'arco di una o due settimane, una prima bozza di testo unificato, anche in via del tutto informale.

Paolo RUSSO, presidente, prendendo atto delle sollecitazioni avanzate, avverte che esse saranno esaminate dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

La seduta termina alle 15.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.45 alle 16.

XIII Commissione - Mercoledì 22 giugno 2011


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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-04544 Motta: Sulla revisione delle piante organiche del Corpo forestale dello Stato, con riferimento alle carenze di personale nella regione Emilia Romagna e in particolare nella provincia di Parma.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione in oggetto riguarda la carenza di personale in cui versa il Corpo forestale dello Stato e, in particolare, il relativo comando provinciale di Parma.
Al riguardo, vorrei anzitutto far presente che il Corpo forestale dello Stato nel corso degli ultimi anni ha emanato appositi provvedimenti che hanno stabilito le relative piante organiche per garantire un'equilibrata distribuzione territoriale del personale (successivamente rimodulate a seguito delle proposte dei comandanti regionali) e dettato i criteri per la valutazione delle domande di trasferimento.
Tali disposizioni prevedono, peraltro, una revisione biennale dell'allocazione del personale, in considerazione delle esigenze di servizio nonché della razionalizzazione, anche a fini economici, delle strutture territoriali e centrali del Corpo.
In proposito, tengo a precisare che la riunione del tavolo tecnico cui l'interrogante si riferisce, altro non è che la prosecuzione di lavori avviati nel 2007 relativamente alla revisione in parola, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali rappresentative.
La carenza di organico determinatasi negli ultimi anni, stante il modesto turn over dovuto all'esiguità delle dotazioni organiche di ruolo stabilite per legge potrà, tuttavia, essere colmata con gradualità nel corso dei prossimi tempi. Per iniziare, segnalo l'imminente assegnazione di 90 agenti di nuova nomina (che termineranno il corso il prossimo mese di luglio), la cui distribuzione sul territorio avverrà in considerazione delle maggiori carenze di personale riscontrate nelle varie Regioni.
Per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, informo che l'appello nazionale per i trasferimenti a domanda per l'anno 2011 prevede una mobilità in entrata pari a 153 posti, di cui, 5 funzionari del ruolo direttivo, 57 ispettori, 43 sovrintendenti, 39 assistenti e agenti, 5 periti e 4 revisori.
In particolare, per la provincia di Parma, sono previsti 31 posti, di cui, 12 ispettori, 8 sovrintendenti, 10 assistenti e agenti e 1 revisore.


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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-04490 Delfino: Sulle iniziative per promuovere un accordo sul prezzo del pomodoro da industria.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione in oggetto riguarda la promozione di un tavolo di confronto con le parti interessate al fine di definire l'accordo sul prezzo del pomodoro da industria.
Al riguardo, vorrei precisare che lo scorso mese di marzo si è tenuta una riunione con tutte le parti interessate (organizzazioni professionali, centrali cooperative, unioni nazionali di produttori ortofrutticoli, organizzazione interprofessionale del settore ortofrutticolo, rappresentanze delle industrie di trasformazione) per sollecitare la definizione dell'accordo interprofessionale nazionale del settore pomodoro da industria.
La filiera sta attualmente valutando la possibilità di stipulare, per il tramite dell'organismo interprofessionale riconosciuto per il settore ortofrutticolo (ORTOFRUTTA ITALIA), un'intesa di filiera ai sensi dell'articolo 9 del decreto legislativo n. 102 del 2005, al fine di definire i contenuti dell'accordo nazionale del pomodoro da industria.
A breve, sarà convocato un ulteriore tavolo di confronto con la filiera del settore per verificare l'effettiva volontà delle parti ad addivenire alla stipula della relativa intesa.


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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-01000 Siragusa: Sui danni alle aziende agricole provocati dal maltempo che ha colpito la Sicilia nel 2008-2009 e sulla crisi dell'agricoltura siciliana.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione in oggetto riguarda gli eventi calamitosi che, negli anni 2008 e 2009, hanno causato danni alle strutture aziendali nella regione Sicilia.
Al riguardo, faccio presente che il Ministero che rappresento, in accoglimento delle proposte pervenute da parte della regione Siciliana, ha riconosciuto l'eccezionalità degli eventi calamitosi segnalati dall'interrogante, ai fini dell'attivazione delle provvidenze del fondo di solidarietà nazionale nelle aree delimitate.
In particolare, con il decreto ministeriale 18 febbraio 2009 è stata riconosciuta l'eccezionalità dell'evento calamitoso relativo alle gelate verificatesi nel febbraio 2009 nelle Province di Enna, Siracusa e Catania. Con successivo decreto di riparto del 4 settembre 2009, è stata assegnata ed erogata alla Regione Sicilia, per questo e per altri eventi riconosciuti eccezionali nel corso dell'anno 2008 e nel primo semestre dell'anno 2009, la somma di euro 6.606.000.
Per quanto riguarda, invece, le piogge alluvionali verificatesi tra l'autunno 2008 e l'inverno 2009 nelle province di Agrigento, Trapani, Catania, Palermo, Ragusa, Enna, Messina, con il decreto ministeriale 3 agosto 2010 è stato riconosciuto lo stato di calamità naturale, mentre per la provincia di Caltanissetta si è provveduto con successivo decreto ministeriale 18 ottobre 2010.
Informo, inoltre, che sono state avviate le procedure ai fini della ripartizione delle somme assegnate al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, da parte della Protezione civile, per gli interventi compensativi a valere sul Fondo per la protezione civile, tra le quali sono comprese anche quelle della Regione Siciliana riguardanti l'evento in questione ed altri eventi riconosciuti eccezionali nel periodo di riferimento del piano di riparto stesso.


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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-04683 Nastri: Sulle conseguenze sulla filiera risicola italiana dell'eventuale introduzione di un regime di pagamenti PAC «disaccoppiati».

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione proposta riguarda l'entrata in vigore, dal 2012, del regime dei pagamenti "disaccoppiati" e le temute ripercussioni nel settore della risicoltura.
Al riguardo, vorrei anzitutto ricordare che il disaccoppiamento totale e l'integrazione nel regime di pagamento unico di tutti i pagamenti che ancora sono rimasti accoppiati è stato deciso con il Regolamento (CE) n. 73/2009.
In particolare, il meccanismo per l'integrazione dei sostegni accoppiati nel regime di pagamento unico prevede la possibilità di attribuire gli importi specifici agli agricoltori che hanno ricevuto un sostegno nel settore nel corso di uno o più anni del periodo 2005-2008.
Pertanto, per il riso, l'aiuto specifico rimarrà accoppiato per l'anno in corso mentre, dal prossimo anno, sarà integrato nel regime di pagamento unico.
A partire dal 2012, quindi, l'attuale massimale finanziario destinato all'aiuto specifico per il riso (pari a 99,473 milioni di euro) sarà attribuito ai risicoltori sotto forma di titoli all'aiuto del regime di pagamento unico comportando, per gli stessi risicoltori, un incremento del valore del proprio portafoglio titoli.
Per quanto riguarda, invece, le iniziative per salvaguardare l'intera filiera risicola italiana, vorrei rassicurare l'onorevole interrogante che l'Amministrazione che rappresento, nell'ambito del negoziato sulla nuova politica agricola comune (PAC), è già impegnata a proporre soluzioni idonee a salvaguardare i relativi investimenti produttivi che, oltre ad avere una tradizione secolare ed un considerevole valore culturale, paesaggistico ed ambientale, rappresentano una delle forme più evolute di agricoltura del nostro Paese e contribuiscono all'affermazione del Made in Italy attraverso la produzione di varietà uniche al mondo.


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ALLEGATO 5

Interrogazione n. 5-04386 Brandolini: Sulla revisione delle piante organiche del Corpo forestale dello Stato, con riferimento alle carenze di personale nella regione Emilia Romagna.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione in oggetto riguarda la revisione delle piante organiche del Corpo Forestale dello Stato.
Al riguardo, vorrei anzitutto evidenziare che il Corpo forestale dello Stato, sebbene posto alle dirette dipendenze del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, si avvale di organizzazione e organico distinti da quelli del relativo Ministero.
Ciò premesso evidenzio che, in linea con quanto stabilito dalla legge n. 36 del 2004, con decreto 20 dicembre 2007 del capo del Corpo forestale dello Stato, sono state stabilite le relative piante organiche per garantire un'equilibrata distribuzione territoriale del personale, successivamente rimodulate con decreto del 15 luglio 2009 a seguito delle proposte dei comandanti regionali.
La norma prevede, tra l'altro, una revisione biennale che tenga conto di nuove esigenze di servizio e della riduzione o incremento delle strutture territoriali e centrali del Corpo.
Per quanto riguarda la riunione tenutasi il 31 gennaio scorso presso l'ispettorato generale, cui l'interrogante fa riferimento, vorrei precisare che si è trattato solo di un proseguimento di lavori del tavolo tecnico avviati nel 2007 con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali rappresentative.
Allo stato attuale, il suddetto gruppo di lavoro non ha ancora formalizzato alcuna proposta che peraltro, dopo l'esame in ambito sindacale, sarà sottoposta alle determinazioni che l'ispettorato generale vorrà assumere.


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ALLEGATO 6

Risoluzioni n. 7-00588 Oliverio e n. 7-00596 Paolo Russo: Interventi per sostenere e valorizzare la castanicoltura.

PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO DELLE RISOLUZIONI

La XIII Commissione,
premesso che:
l'Italia è tra i principali produttori ed esportatori mondiali di castagne. In particolare, è il primo esportatore mondiale per valori degli scambi e il secondo per quantità scambiate, dopo la Cina;
è da tutti riconosciuto l'elevato valore nutrizionale e organolettico della produzione castanicola italiana;
la produzione italiana, in termini di quota sulla produzione mondiale, è tuttavia passata dall'11 per cento al 4 per cento a causa dell'aumento della produzione cinese;
tale andamento si riflette inevitabilmente ed è anche concausa della drastica riduzione sia del numero delle aziende agricole, sia della superficie investita. Nel giro di circa 30 anni, le aziende si sono ridotte del 75 per cento e la superficie investita in castagneto da frutto del 62 per cento;
in particolare, tra il 2000 e il 2003 vi è stata una drastica ristrutturazione dei castagneti coltivati che ha portato alla riduzione del 50 per cento del numero delle aziende e del 30 per cento delle superfici;
secondo dati ISTAT del 2007, la superficie coltivata a castagneti è concentrata soprattutto nelle regioni centro-meridionali e, in particolare, in Campania, Calabria, Toscana e Lazio, mentre le regioni del nord maggiormente interessate dalla castanicoltura sono il Piemonte e l'Emilia-Romagna;
i terreni vocati alla produzione castanicola ricadono in zone altamente disagiate dal punto di vista infrastrutturale, tanto da rendere difficoltoso finanche l'utilizzo di mezzi meccanici per le operazioni di coltura e raccolta e, in generale, per le operazioni necessarie allo sviluppo del ciclo biologico della castagna;
da ciò consegue la necessità di fare ricorso al lavoro prevalentemente manuale, sia per le operazioni colturali, sia per il trasporto dei prodotti stessi. Si è così verificato un imponente processo di abbandono da parte dei sempre meno numerosi e, al tempo stesso, più anziani coltivatori, che trovano antieconomica tale attività, continuando a praticarla solo per amore della terra;
tale abbandono determina il degrado del tessuto sociale degli insediamenti umani, con la perdita di attività e di forme di lavoro che erano diventate con il tempo una parte fondamentale della cultura di questi territori, nonché una progressiva alterazione del paesaggio con la crescente e vistosa presenza di zone incolte o, meglio, abbandonate a sé stesse;
il fenomeno produce inoltre gravi danni all'assetto del territorio che, privato della costante manutenzione da parte degli agricoltori, risulta più vulnerabile agli incendi e al dissesto idrogeologico. Infatti, considerata la funzione che i terreni curati o lavorati svolgono nell'opera di regimentazione


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delle acque e di imbrigliamento delle stesse, si comprende come il loro degrado finisca per causare l'inaridimento dei suoli e un crescente rischio idrogeologico;
oltre ai fattori di criticità sopra evidenziati, la coltivazione di castagne sta vivendo anche un'altra, gravissima, emergenza legata all'attacco del cinipide del castagno, un parassita originario della Cina che sta mettendo a rischio centinaia di ettari di castagneti,

impegna il Governo:

a sostenere e valorizzare la castanicoltura, adottando tutte le iniziative necessarie ed opportune, anche attraverso la predisposizione di misure di carattere fiscale o indennitario ovvero consistenti in contributi per il recupero, la manutenzione e la salvaguardia dei castagneti o per il ripristino dei castagneti abbandonati;
ad attivarsi affinché le predette iniziative e misure di sostegno possano essere applicate con urgenza, provvedendo tempestivamente all'individuazione, d'intesa con le regioni, dei territori interessati e alla definizione delle modalità e delle procedure di applicazione, anche con riferimento alle competenze dei diversi livelli di governo interessati;
a prevedere che ogni misura a sostegno delle colture castanicole sia prioritariamente rivolta ai castagneti infestati dal cinipide del castagno;
a promuovere iniziative di ricerca e sperimentazione, anche sostenendo i progetti già attivati.
«Paolo Russo, Oliverio, Beccalossi, Callegari, Delfino, Di Giuseppe, Agostini, Brandolini, Carella, Marco Carra, Cenni, De Camillis, Dima, Faenzi, Fiorio, Gottardo, Nastri, Negro, Mario Pepe (PD), Rainieri, Romele, Servodio, Sposetti, Zucchi».


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ALLEGATO 7

Risoluzioni n. 7-00588 Oliverio e n. 7-00596 Paolo Russo: Interventi per sostenere e valorizzare la castanicoltura.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

La XIII Commissione,
premesso che:
l'Italia è tra i principali produttori ed esportatori mondiali di castagne. In particolare, è il primo esportatore mondiale per valori degli scambi e il secondo per quantità scambiate, dopo la Cina;
è da tutti riconosciuto l'elevato valore nutrizionale e organolettico della produzione castanicola italiana;
la produzione italiana, in termini di quota sulla produzione mondiale, è tuttavia passata dall'11 per cento al 4 per cento a causa dell'aumento della produzione cinese;
tale andamento si riflette inevitabilmente ed è anche concausa della drastica riduzione sia del numero delle aziende agricole, sia della superficie investita. Nel giro di circa 30 anni, le aziende si sono ridotte del 75 per cento e la superficie investita in castagneto da frutto del 62 per cento;
in particolare, tra il 2000 e il 2003 vi è stata una drastica ristrutturazione dei castagneti coltivati, che ha portato alla riduzione del 50 per cento del numero delle aziende e del 30 per cento delle superfici;
secondo dati ISTAT del 2007, la superficie coltivata a castagneti è concentrata soprattutto nelle regioni centro-meridionali e, in particolare, in Campania, Calabria, Toscana e Lazio, mentre le regioni del nord maggiormente interessate dalla castanicoltura sono il Piemonte e l'Emilia-Romagna;
i terreni vocati alla produzione castanicola ricadono in zone altamente disagiate dal punto di vista infrastrutturale, tanto da rendere difficoltoso finanche l'utilizzo di mezzi meccanici per le operazioni di coltura e raccolta e, in generale, per le operazioni necessarie allo sviluppo del ciclo biologico della castagna;
da ciò consegue la necessità di fare ricorso al lavoro prevalentemente manuale, sia per le operazioni colturali, sia per il trasporto dei prodotti stessi. Si è così verificato un imponente processo di abbandono da parte dei sempre meno numerosi e, al tempo stesso, più anziani coltivatori, che trovano antieconomica tale attività, continuando a praticarla solo per amore della terra;
tale abbandono determina il degrado del tessuto sociale degli insediamenti umani, con la perdita di attività e di forme di lavoro che erano diventate con il tempo una parte fondamentale della cultura di questi territori, nonché una progressiva alterazione del paesaggio con la crescente e vistosa presenza di zone incolte o, meglio, abbandonate a sé stesse;
il fenomeno produce inoltre gravi danni all'assetto del territorio che, privato della costante manutenzione da parte degli agricoltori, risulta più vulnerabile agli incendi e al dissesto idrogeologico. Infatti, considerata la funzione che i terreni curati o lavorati svolgono nell'opera di regimentazione


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delle acque e di imbrigliamento delle stesse, si comprende come il loro degrado finisca per causare l'inaridimento dei suoli e un crescente rischio idrogeologico;
oltre ai fattori di criticità sopra evidenziati, la coltivazione di castagne sta vivendo anche un'altra gravissima emergenza legata all'attacco del cinipide del castagno, un parassita originario della Cina che sta mettendo a rischio centinaia di ettari di castagneti,

impegna il Governo:

a sostenere e valorizzare la castanicoltura, adottando tutte le iniziative necessarie ed opportune, anche attraverso la predisposizione di misure di carattere fiscale o indennitario ovvero consistenti in contributi per il recupero, la manutenzione e la salvaguardia dei castagneti o per il ripristino dei castagneti abbandonati;
ad attivarsi affinché le predette iniziative e misure di sostegno possano essere applicate con urgenza, provvedendo tempestivamente all'individuazione, d'intesa con le regioni, dei territori interessati e alla definizione delle modalità e delle procedure di applicazione, anche con riferimento alle competenze dei diversi livelli di governo interessati;
a prevedere che ogni misura a sostegno delle colture castanicole sia prioritariamente rivolta ai castagneti infestati dal cinipide del castagno;
a promuovere forme di coordinamento presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali tra le università e gli enti di ricerca e sperimentazione, anche sostenendo i progetti già attivati.
(8-00128)
«Paolo Russo, Oliverio, Beccalossi, Callegari, Delfino, Di Giuseppe, Agostini, Brandolini, Carella, Marco Carra, Cenni, De Camillis, Dima, Faenzi, Fiorio, Gottardo, Nastri, Negro, Mario Pepe (PD), Rainieri, Romele, Servodio, Sposetti, Zucchi».


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ALLEGATO 8

Risoluzioni n. 7-00548 Oliverio e n. 7-00610 Di Giuseppe: Provvedimenti per fronteggiare la batteriosi che sta colpendo le coltivazioni di kiwi.

PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO DELLE RISOLUZIONI

La XIII Commissione,
premesso che:
il kiwi è coltivato in Italia su una superficie pari a circa 29.000 ettari, concentrati per l'86 per cento in cinque regioni (Lazio 32 per cento; Piemonte 21 per cento; Emilia-Romagna 14 per cento; Veneto 13 per cento; Calabria 6 per cento), la cui produzione è esportata per oltre il 70 per cento del suo potenziale (più di 360.000 tonnellate esportate nel 2009, pari al 76 per cento dell'offerta nazionale). La produzione di kiwi in Italia si attesta sulle 460.000 tonnellate di prodotto commercializzabile, cui si può attribuire un valore commerciale medio pari a circa 800/900 euro a tonnellata, con un valore economico stimabile in circa 400 milioni di euro;
fino a poco tempo fa, l'Italia era il primo produttore mondiale di kiwi, coltura che ha rappresentato in regioni come il Lazio e l'Emilia Romagna un forte elemento di sviluppo economico per i territori. Tale produzione da alcuni anni è soggetta all'attacco di una grave patologia che sta causando molti problemi e danni;
i primi focolai della malattia si sono registrati nel 2007; nel Lazio vi sono state le prime segnalazioni di problematiche patologiche a carico delle piante di actinidia, riconducibili all'agente del «cancro batterico dell'actinidia»;
il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha finanziato, nell'anno 2010, un progetto biennale per debellare la più terribile delle malattie dell'actinidia, il cancro batterico causato da Pseudomonas syringae pv. Actinidiae; nel progetto era prevista l'attività di esperti scientifici di consolidata esperienza del CRA-Centro di ricerca per la patologia vegetale, con il supporto del servizio fitosanitario centrale e dei servizi fitosanitari regionali;
i risultati delle indagini avrebbero dovuto consentire l'elaborazione di linee guida di monitoraggio e prevenzione della batteriosi, grazie anche al finanziamento stanziato dalla regione Lazio e dalla regione Emilia Romagna;
in considerazione del rischio fitosanitario associato a detto batterio e alla sua pericolosità per gli impianti di actinidia doveva essere predisposto uno studio del Comitato fitosanitario nazionale per formulare un provvedimento che prevedesse misure d'emergenza da applicare all'attività vivaistica e alla movimentazione del materiale di moltiplicazione delle piante di actinidia;
in realtà ci si di trova di fronte ad un disastro che ha colpito in modo irrecuperabile migliaia di ettari di coltivazione di actinidia presenti in tutta Italia;
i fondi stanziati sono serviti solo a finanziare studi e ricerche che in due anni non hanno prodotto alcun esito né sono stati in grado di trovare soluzioni per fronteggiare la gravissima situazione in cui versano moltissime aziende agricole;


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è da rilevare che le prescrizioni previste sul tutto il territorio nazionale dal Comitato fitosanitario nazionale e dalla Conferenza Stato-regioni non hanno ottenuto alcun risultato di fronte all'emergenza creatasi;
la regione Piemonte e la regione Emilia Romagna hanno stanziato indennizzi a favore delle aziende colpite che ammonterebbero a venti euro a pianta o diecimila euro a ettaro, che pur essendo un piccolo aiuto, non potranno mai coprire il danno subito dalle aziende agricole interessate, che per gli investimenti già fatti e per l'aspettativa di un raccolto che non ci sarà soffriranno un danno economico di circa settantamila euro a ettaro;
la regione Lazio non ha attuato i controlli necessari nelle aziende produttrici di actinidia e risulta che non abbia ancora emesso nessun provvedimento di risarcimento per le aziende colpite;
fino ad ora gli interventi specifici sono stati richiesti solo a carico delle aziende agricole colpite dalla batteriosi, che non solo dovranno fronteggiare la perdita del prodotto per almeno sei anni, due di quarantena del terreno e quattro in attesa che le nuove piante possano di nuovo entrare in produzione, ma si dovrebbero fare anche carico della spesa della distruzione delle piante infette che dovranno essere estirpate e distrutte mediante incenerimento o interramento profondo in loco; tali prescrizioni richiedono un enorme lavoro e determinano un considerevole inquinamento atmosferico visto che le piante malate, ma ancora verdi, per essere bruciate devono essere cosparse di carburante;
tramite un provvedimento annunciato dal dirigente dell'area servizi tecnici e scientifici, servizio fitosanitario regionale del Lazio, sembra si voglia indicare come infetto il terreno dove vengono riscontrate anche solo due piante malate, senza tener conto che il frutto del kiwi non può essere prodotto qualora la pianta sia malata. In questo modo non si permetterebbe la vendita e commercializzazione del prodotto sano, penalizzando le aziende agricole in maniera ancora più incisiva;
la situazione è talmente grave che sicuramente, se non verrà affrontata nei modi e nei tempi necessari, nel giro di due anni non ci sarà più una coltivazione di kiwi su tutto il territorio nazionale. Già nel Lazio su dodicimila ettari di actinidia sono andati distrutti circa ottomila ettari; il cosiddetto kiwi giallo è sparito e anche il 30 per cento del kiwi verde è stato attaccato; la situazione sta peggiorando giorno per giorno con il procedere della stagione;
migliaia di agricoltori che fino ad oggi hanno potuto sopravvivere grazie a questa coltivazione si troveranno senza un reddito e senza la prospettiva di ottenere un'altra fonte di reddito in breve tempo per sopperire alle prevedibili gravissime perdite e si troveranno anche a non poter far fronte ai debiti con le banche, frutto degli investimenti fatti per impiantare le coltivazioni di actinidia;

impegna il Governo:

vista l'importanza socio-economica di tale produzione, ad adottare misure urgenti a fine di contrastare, efficacemente, nei modi e nei tempi utili, tale fenomeno e a stroncarne la diffusione in Italia;
ad intervenire per verificare le ragioni del ritardo nell'individuazione di strumenti concreti atti a sconfiggere la batteriosi del kiwi e a chiarire se e in quali tempi sia possibile avere risposte scientifiche concrete, a tal fine promuovendo:
a) la costituzione di una task force scientifica in grado di fornire tutte le informazioni sul patogeno, sulle modalità di propagazione e quant'altro sia utile per debellarlo;
b) la costituzione di una task force tecnica in grado di raccogliere tutte le informazioni utili alla creazione di una linea guida tecnica per la prevenzione del rischio di diffusione del patogeno;


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c) la costituzione di un catasto degli impianti di kiwi dove iscrivere e schedare tutti gli impianti con l'indicazione dei dati relativi alla presenza della batteriosi (assumendo iniziative volte a condizionare gli indennizzi alla iscrizione al catasto e a prevedere una sanzione amministrativa per la mancata iscrizione);
d) il controllo sanitario delle piante dei vivai con l'eliminazione di quelle infette;
e) l'avvio di un adeguato progetto di ricerca finalizzato allo sviluppo di soluzioni tecniche innovative della coltivazione, a partire dal miglioramento genetico, per creare resistenze alle principali patologie e piante a minor fabbisogno di elementi nutritivi;
a sostenere le aziende colpite dalla situazione di crisi esposta in premessa mediante aiuti diretti, anche decretando lo stato di crisi del comparto agricolo di riferimento, per evitare la definitiva scomparsa di un numero considerevole di aziende agricole e il crollo economico dell'indotto che ruota intorno alla commercializzazione di questo prodotto che fino ad oggi ha visto l'Italia come primo produttore mondiale;
a portare il problema della batteriosi all'attenzione degli organismi dell'Unione europea al fine di ottenere la messa a disposizione delle risorse necessarie per contrastare la diffusione del patogeno in altre aree, ancora oggi con basso livello di infezione, per tutelare la produzione europea e per evitare massicce importazioni di kiwi da Paesi terzi;
a predisporre un'apposita campagna di informazione e di promozione del kiwi, al fine di evitare che comunicazioni ingannevoli possano ulteriormente penalizzare il comparto;
a prevedere, decretando anche lo stato di crisi del comparto agricolo di riferimento, aiuti diretti ai produttori che intervengono sui focolai di infezione, con la distruzione delle piante infette e la successiva sostituzione con piante sane.
«Oliverio, Di Giuseppe, Albonetti, Amici, Brandolini, Marco Carra, Carella, Cuomo, Dal Moro, Delfino, Messina, Mario Pepe (PD), Rota e Zucchi».

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