SOMMARIO
Mercoledì 27 luglio 2011
Variazione nella composizione della Commissione ... 101
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Regno hascemita di Giordania, dall'altro, con allegati, fatto a Bruxelles il 15 dicembre 2010. C. 4454 Governo (Esame e rinvio) ... 101
7-00650 Renato Farina: sulla situazione umanitaria nel Corno d'Africa (Discussione e conclusione - Approvazione della risoluzione n. 8-00140) ... 103
ALLEGATO 1 (Nuova formulazione) ... 107
ALLEGATO 2 (Ulteriore formulazione approvata dalla Commissione) ... 109
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 27 luglio 2011 - Presidenza del presidente Stefano STEFANI - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Alfredo Mantica.
La seduta comincia alle 9.
Variazione nella composizione della Commissione
Stefano STEFANI, presidente, comunica che l'onorevole Piero Fassino (PD) ha cessato di far parte della Commissione e che gli è subentrato l'onorevole Jean Leonard Touadi (PD. Rinnova quindi al collega Fassino il ringraziamento per il suo prezioso contributo ai lavori della Commissione, già rivoltogli in Assemblea all'accettazione delle sue dimissioni, e indirizza un saluto di benvenuto al nuovo collega commissario.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Regno hascemita di Giordania, dall'altro, con allegati, fatto a Bruxelles il 15 dicembre 2010.
C. 4454 Governo.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.
Michele SCANDROGLIO (PdL), relatore, illustra il provvedimento in titolo, osservando come l'accordo euromediterraneo sul trasporto aereo tra l'Unione europea e la Giordania costituisca un significativo superamento della precedente dimensione bilaterale nel campo degli accordi sui servizi aerei ed agevola la creazione di uno spazio aereo liberalizzato tra l'UE e la Giordania nel cui ambito i vettori degli Stati aderenti all'intesa potranno liberamente stabilirsi, fornire i loro servizi,
competere su una base equa e paritaria, nonché essere soggetti a condizioni regolamentari equivalenti ed armonizzate.
Fa presente che l'accordo in esame è il secondo stipulato con un paese non europeo, dopo quello con il Marocco (ratificato dal nostro Paese con la legge n. 158 del 2009) sulla scia delle linee-guida inaugurate dalla Commissione europea nel marzo 2005, allo scopo di giungere alla conformità degli accordi bilaterali - vigenti nel settore tra ciascuno Stato membro e paesi terzi - con la normativa comunitaria in vigore, in vista della creazione di uno spazio aereo euro mediterraneo comune.
Ricorda lo stretto legame tra l'accordo in esame e l'accordo euromediterraneo di associazione tra la Comunità europea e la Giordania, in vigore dal 1o maggio 2002, che ne costituisce in qualche modo la cornice normativa di riferimento. Come ha avuto già modo di sottolineare in occasione della ratifica di un altro accordo con il Regno hascemita, oggi più che mai, l'Unione europea sostiene la Giordania nel suo processo di democratizzazione e stabilizzazione tenendo conto del difficilissimo contesto regionale a cui appartiene.
Passa quindi al contenuto dell'accordo in esame, esso si compone di un preambolo, 29 articoli suddivisi in tre titoli e 4 allegati. L'articolo 1 provvede ad illustrare le terminologie ed i concetti utilizzati nel testo dell'Accordo, una serie di definizioni, tra le quali spiccano quella di «licenza di esercizio», quella di «convenzione» - che si riferisce alla Convenzione sull'aviazione civile internazionale di Chicago del 1944 -, nonché la precisa delimitazione dei concetti di sovvenzione, prezzo, onere di uso nonché della SESAR (attuazione tecnica del progetto della Commissione «Cielo unico europeo»).
Con riferimento al Titolo I dell'Accordo, che è dedicato alle disposizioni economiche, e comprende gli articoli da 2 a 12, segnala che l'articolo 11 riconosce ai vettori aerei il potere di fissare liberamente i prezzi sulla base di una libera ed equa concorrenza.
Con riferimento al Titolo II, che tratta della cooperazione normativa ed è composto dagli articoli da 13 a 19, segnala che, in base al disposto dell'articolo 15, le parti cooperano nel settore della gestione del traffico aereo, al fine di estendere il «cielo unico europeo» alla Giordania e di rafforzare così le norme di sicurezza attuali e l'efficacia globale delle norme che disciplinano il traffico aereo generale in Europa, di ottimizzare la capacità, di ridurre al minimo i ritardi e di migliorare l'efficienza ambientale.
Con riferimento al Titolo III, composto dagli articoli 21-29, che contiene le disposizioni istituzionali, segnala l'istituzione di un comitato misto per la gestione e la corretta attuazione dell'accordo, che può formulare raccomandazioni ma anche adottare decisioni vincolanti per le parti. La risoluzione delle controversie va invece sottoposta al Consiglio di associazione istituito dall'accordo euromediterraneo CE-Giordania., salva successiva procedura arbitrale. L'Accordo, stipulato a tempo indeterminato ma modificabile nel tempo, è oggetto di registrazione presso l'Organizzazione per l'aviazione civile internazionale e il Segretariato delle Nazioni
Per quanto concerne gli allegati, rileva che il primo di essi riguarda i servizi concordati e la specifica delle rotte, mentre l'Allegato II fissa una serie di disposizioni transitorie. L'Allegato III fissa le norme applicabili per l'attuazione dell'accordo mentre l'Allegato IV elenca gli Stati europei non comunitari (quelli dello Spazio economico europeo) ai cui cittadini l'accordo ammette possa far capo prevalentemente la proprietà di un vettore aereo europeo.
In conclusione, prende atto che la relazione tecnica che accompagna il provvedimento esclude che dalla ratifica del presente accordo possano derivare oneri finanziari per l'Italia e sollecita un celere iter di ratifica.
Il sottosegretario Alfredo MANTICA si associa alle considerazioni svolte dal relatore.
Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che
è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Come di consueto, se non vi sono specifiche segnalazioni da parte dei gruppi, si intende che si sia rinunziato al termine per la presentazione degli emendamenti. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 9.10.
Mercoledì 27 luglio 2011 - Presidenza del presidente Stefano STEFANI - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Alfredo Mantica.
La seduta comincia alle 9.10.
7-00650 Renato Farina: Sulla situazione umanitaria nel Corno d'Africa.
(Discussione e conclusione - Approvazione della risoluzione n. 8-00140).
La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.
Enrico PIANETTA (PdL), illustrando la risoluzione in qualità di cofirmatario, evidenzia la gravità della siccità che sta colpendo il Corno d'Africa e che si profila essere la peggiore dell'ultimo secolo, con conseguenze molto pesanti sull'allevamento, l'alimentazione e la mortalità infantile. Ritiene che la situazione sia catastrofica e richieda la massima mobilitazione della comunità internazionale. Auspica pertanto la definizione di un urgente piano umanitario per tutta l'area, includendo Somalia, Etiopia e Kenya. Osserva però come nella zona di Mogadiscio l'emergenza sia più grave. Richiamando l'appello di Papa Benedetto XVI, si augura che il Governo possa accettare gli impegni indicati nella risoluzione in titolo.
Michele SCANDROGLIO (PdL) dichiara di sottoscrivere la risoluzione in esame.
Il sottosegretario Alfredo MANTICA fa presente, anche da cattolico impegnato, che il Governo si è mosso con sollecitudine per affrontare la crisi umanitaria in atto ben prima dell'appello papale. Dà quindi conto delle iniziative italiane, ricordando come il fenomeno della siccità si ripeta periodicamente nella regione a rischio desertificazione, pur essendo aggravato per la Somalia dalla guerra civile e dalla mancanza dello Stato.
Evidenzia quindi come la regione del Corno d'Africa stia attraversando una delle più gravi siccità degli ultimi 60 anni, dovuta principalmente all'effetto combinato di scarsità delle precipitazioni delle ultime due stagioni delle piogge con il limitato accesso al cibo per via della crescita dei prezzi alimentari di base. Nelle aree maggiormente colpite di Etiopia, Kenya, Somalia e Gibuti si contano oramai 11,3 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria urgente, mentre continua ad aumentare il numero di profughi, in particolare somali, che cercano riparo ed accoglienza nei campi situati nei paesi confinanti.
Particolarmente allarmante è lo scenario della situazione umanitaria in Somalia dove, in alcune zone (Bakool meridionale e basso Shabelle), lo stato di carestia è una realtà. Le Nazioni Unite hanno definito la situazione in Somalia come la più severa crisi alimentare nel mondo oggi e la più grave crisi umanitaria nel paese da dieci anni a questa parte. L'onere dell'accoglienza dei nuovi flussi di rifugiati somali risulta sempre più insostenibile per i paesi confinanti, primo fra tutti il Kenya con l'affollatissimo agglomerato di Dadaab.
Dichiara che il Governo non può ovviamente rimanere insensibile innanzi a questa tragica situazione. Il Ministro Frattini attribuisce da sempre massima priorità alla regione del Corno d'Africa, dove, anche a causa dei nostri legami storici, siamo sempre stati in prima linea per aiutare quelle popolazioni ad uscire da una crisi e da un'instabilità che purtroppo perdurano da vari decenni.
Ricorda che, soltanto nell'ultimo biennio, l'impegno umanitario della nostra cooperazione in quella regione, di un valore di circa 13,5 milioni di euro, ha consentito l'avvio di progetti di sicurezza alimentare e nutrizionale, sanità, accesso all'acqua, educazione e sostegno agli sfollati e alle fasce più vulnerabili della popolazione, realizzati per lo più per il tramite delle più importanti Agenzie delle Nazioni Unite e con il concorso di varie ONG.
Tra le iniziative in corso menziona in particolare: il progetto a favore del sopra citato campo profughi gestito da UNHCR a Dadaab, nel Kenya orientale, dove sono ospitati rifugiati somali. L'intervento, del valore di circa 1,1 milioni di euro, prevede attività di perforazione di pozzi e ammodernamento del sistema di distribuzione dell'acqua, costruzione di un nuovo mattatoio e miglioramento delle condizioni igieniche delle infrastrutture di macellazione, nonché la realizzazione di strutture scolastiche e la formazione per il personale docente; un progetto del valore di 900.000 euro eseguito da UNHCR e rientrante nell'ambito dell'Appello Consolidato delle Nazioni Unite del 2010, volto alla protezione degli sfollati e degli altri gruppi vulnerabili; i contributi per complessivi tre milioni di euro a favore di Somalia ed Etiopia erogati ad OCHA, l'Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari, per sostenerne il fondamentale ruolo di coordinamento della
risposta umanitaria nei settori della salute, nutrizione, accesso alle risorse idriche e emergenze sanitarie; l'affidamento ad UNICEF nel 2010 di un'iniziativa in Somalia del valore di 1,4 milioni di euro per il trattamento specifico e la prevenzione della malnutrizione acuta.
Aggiunge che sono in definizione nuove iniziative che, da subito, possono contare su una copertura finanziaria dell'ordine di circa 5,2 milioni di Euro, di cui 500.000 in erogazione in questi giorni come contributo volontario al Programma Alimentare Mondiale per rispondere alla Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla siccità in Somalia del 20 luglio 2011. All'impegno finanziario della Cooperazione allo Sviluppo si aggiunge quello di diversi attori del Sistema Italia che la Farnesina sta mobilitando. Tra questi merita particolare cenno l'iniziativa di sensibilizzazione mediatica e raccolta fondi attivata da A.G.I.R.E. (Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze che raggruppa varie nostre ONG) sulla base del Protocollo d'Intesa che questa ha stipulato con la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri nel giugno 2009.
Rivendica il fatto che l'Italia sia anche in prima linea per favorire la più ampia mobilitazione internazionale attorno alla crisi. Il Ministro Frattini ha lanciato l'altro ieri, proprio nel giorno in cui la FAO ospitava a Roma una riunione d'emergenza sulla siccità nel Corno d'Africa, un pressante appello affinché la Comunità internazionale favorisca l'apertura di corridoi umanitari verso le popolazioni bisognose. L'azione di sensibilizzazione internazionale dell'Italia ha anche prodotto importanti impegni della Commissione Europea. Il Commissario agli aiuti umanitari Georgeva, attualmente nella regione, ha già annunciato aiuti immediati per 27,8 milioni di euro a valere sul Fondo Europeo di Sviluppo, cui l'Italia contribuisce con una quota percentuale pari al 12,86 per cento. Questi fondi vanno ad aggiungersi ai 70 milioni di aiuti umanitari già erogati dall'inizio dell'anno. Il Commissario Georgeva ha proprio ieri annunciato
impegni per ulteriori 60 milioni, portando l'aiuto complessivo della UE nel 2011 a 158 milioni di euro.
Precisa poi che il forte impegno dell'Italia nel Corno d'Africa non si ferma ai soli aspetti strettamente umanitari. Siamo stati da sempre in prima linea per ricordare all'intera Comunità internazionale come tali crisi, che si ripetono periodicamente, possano contenersi solo se si affrontano quelle che, proprio ieri, il Segretario Generale dell'ONU ha definito le cause sottostanti. Siamo dunque impegnati sia a livello bilaterale che a livello multilaterale a propiziare e appoggiare l'avvio a soluzione i conflitti della regione (il principale dei quali resta quello somalo), nella consapevolezza
che la loro risoluzione potrà avere delle ripercussioni decisive sulle condizioni di vita delle popolazioni residenti.
Ricorda di aver recentemente condotto dall'otto al dodici luglio una missione, che ha toccato Juba, Nairobi, Mogadiscio e Addis Abeba, volta ad approfondire i principali temi politici regionali e raccogliere informazioni di prima mano sulla grave crisi umanitaria in corso. In tale contesto ha presieduto una riunione dell'IGAD Partners Forum (IPF), proprio per stimolare la cooperazione regionale, in particolare auspicando un coinvolgimento dell'IPF più incisivo nelle problematiche somale. Uno dei pilastri della strategia italiana per la regione è infatti il rafforzamento dell'organizzazione interstatuale del Corno d'Africa, l'InterGovernmental Authority on Development (IGAD), al cui Segretariato abbiamo assicurato un finanziamento di 1,5 milioni di euro.
Segnala che, per favorire la stabilizzazione somala, la nostra azione si sviluppa, inoltre, attraverso interventi, per un totale dal 2009 ad oggi di 3,8 milioni di euro, a beneficio di alcuni uffici chiave delle autorità transitorie della Somalia: quello del Presidente e del Primo Ministro nonché i Ministeri degli Esteri, dell'Interno (con particolare focalizzazione sui servizi alla popolazione), delle Finanze, Informazione (per contrastare la propaganda degli estremisti islamici), Sanità e Sicurezza Nazionale. Per favorire la sicurezza delle popolazioni civili, abbiamo inoltre erogato dal 2009 ad oggi ulteriori finanziamenti per complessivi 12 milioni di euro, per sostenere le forze di sicurezza del GFT e l'operazione di pace dell'Unione Africana AMISOM.
A suo avviso, la complessità e la molteplicità delle cause alla base dell'instabilità somala, richiedono anche un intervento a sostegno quelle realtà regionali autonome. L'obiettivo in questo caso è quello di favorire dal basso quei processi di democrazia clanica che hanno saputo riportare stabilità e governabilità a territori strategici quali il Puntland e il Galgaduud. Nel suo recente incontro con il Presidente del Puntland Farole, a proposito della crisi alimentare, ricorda di aver fatto anche esplicito riferimento alla necessità di attuare politiche per lo sviluppo del settore della pesca e dell'industria di trasformazione del pesce, anche usufruendo di fondi stanziati dal Governo italiano alla FAO. Tali programmi potrebbero prendere in considerazione in principio il porto di Eyl, di cui le Autorità del Puntland hanno recentemente ripreso il controllo. Ricorda altresì come lo stesso presidente
Farole abbia espresso il desiderio che l'italiano diventi la seconda lingua del suo Paese.
Ribadisce che l'azione italiana, tuttavia, non si può fermare qui. Siamo perfettamente consapevoli del nostro ruolo storico e pertanto continueremo, con la consueta ferma determinazione, a fornire la nostra assistenza diretta alla Somalia e al Corno d'Africa e a proseguire nella nostra essenziale opera di sensibilizzazione e mobilitazione internazionale. A quest'ultimo riguardo rende noto che il Ministro Frattini ha deciso di alzare ulteriormente il livello della nostra azione e si è fatto promotore, congiuntamente con i suoi omologhi del Regno Unito e dell'Uganda, dell'organizzazione di una riunione a livello Ministeriale sulla Somalia in settembre a New York al margine della prossima Assemblea Generale dell'ONU. Sarà quella l'occasione per fare, ad alto livello, il punto sulla situazione politica e umanitaria della Somalia e per orientare l'azione della Comunità internazionale verso la ricostruzione di uno stato somalo efficace.
Osserva, infatti, criticamente come a tutt'oggi il sistema dell'ONU si sia rivelato lento e farraginoso nell'erogazione degli aiuti alla Somalia, nonostante l'impegno del Rappresentante speciale del Segretario generale. Segnala invece positivamente l'efficacia della CRI.
Nel rinnovare l'impegno italiano per la nomina di un Rappresentante speciale dell'UE per il Corno d'Africa, sottolinea il nostro ruolo nel Gruppo di contatto e dà notizia dell'apertura di un'»antenna» diplomatica presso il quartier generale di AMISOM. Ritiene infatti che si debba aiutare la Somalia non solo sul piano finanziario ed umanitario, a anche su
quello politico sostenendo il governo transitorio perché consolidi la statualità del Paese nell'anno di tempo che gli è stato accordato a Kampala.
Conclusivamente, ribadisce la priorità per l'Italia della stabilizzazione dell'area non solo per il legame storico, ma anche per l'attuale quadro della sicurezza globale. Nel rammentare il suo impegno più che decennale sul tema, ritiene che la Comunità internazionale debba avviare un bilancio complessivo dell'efficacia della sua azione in una realtà come quella somala che resta fortemente caratterizzata dalla struttura clanica, pur non conoscendo divisioni sul piano etnico, religioso e linguistico.
Franco NARDUCCI (PD), nel dichiarare di sottoscrivere la risoluzione in esame, ringrazia il sottosegretario Mantica per l'esauriente intervento che integra la risposta fornita ad un recente atto di sindacato ispettivo del suo gruppo. Auspica che l'Italia possa contribuire efficacemente alla democratizzazione del Corno d'Africa.
Francesco TEMPESTINI (PD) manifesta interesse ad un approfondimento da parte del sottosegretario Mantica anche con riferimento al Sudan e al Sud Sudan, dove pure si è recato in occasione della recente missione africana.
Renato FARINA (PdL) riformula la risoluzione in titolo nel senso di arricchire ed aggiornare la parte motiva e di espungere dalla parte dispositiva il riferimento a specifiche organizzazioni non governative (vedi allegato 1). Sottolinea l'importanza di aver definito nel dispositivo l'emergenza in atto come carestia, ricordando il precedente del Sahel del 1984 di cui fu direttamente testimone e di cui l'opinione pubblica mondiale si accorse con molto ritardo. Motiva, infine, il richiamo alle parole del Santo Padre come rafforzativo morale ed universale dell'obiettivo della risoluzione.
Gianpaolo DOZZO (LNP) fa presente come la crisi somala sia di lunga data ed abbia conosciuto alterne vicende, nonostante gli appelli spesso ridondanti dell'ONU e della FAO. Propone quindi al collega Farina di riformulare ulteriormente il testo precisando nelle dichiarazioni del Ministro Frattini il riferimento al «corridoio umanitario», chiedendogli infine di chiarire il senso delle sue parole sulla «responsabilità storica».
Renato FARINA (PdL), nell'accogliere la proposta di riformulazione del collega Dozzo, precisa che il richiamo alla storia, confermato dall'interesse per la nostra lingua appena menzionato dal sottosegretario Mantica e da numerose altre tracce culturali, intende riaffermare la fratellanza universale e non certo attribuire la colpa della crisi in atto.
Gianpaolo DOZZO (LNP) propone pertanto che si faccia riferimento ai legami storici e non alle responsabilità così da fugare ogni equivoco.
Renato FARINA (PdL) riformula ulteriormente la risoluzione da lui presentata sostituendo le parole «corridoio umanitario» alle parole «cordone umanitario aereo» nonché le parole «particolari legami storici» alle parole «responsabilità storica».
Il sottosegretario Alfredo MANTICA esprime il consenso del Governo sul testo della risoluzione come da ultimo riformulata, con particolare riferimento agli impegni del dispositivo.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva quindi la risoluzione n. 7-00650, come successivamente riformulata, che assume il n. 8-00140 (vedi allegato 2).
La seduta termina alle 9.40.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.45. alle 10.
Risoluzione n. 7-00650 Renato Farina: Sulla situazione umanitaria nel Corno d'Africa
La III Commissione,
premesso che:
la gravissima siccità che sta affliggendo il Corno d'Africa mette a rischio la vita di circa 10 milioni di persone, che non sono in condizione di approvvigionarsi di cibo ed acqua per il triplicarsi dei prezzi;
secondo i dati ONU, riferiti dalla Caritas internationalis, si tratta della peggiore siccità degli ultimi 60 anni e coinvolge 3,2 milioni di persone in Kenya, 2,6 in Somalia, 3,2 in Etiopia, 117 mila a Gibuti, ed anche parte della popolazione in Eritrea; la cifra complessiva della popolazione in pericolo è ormai, secondo la FAO, di 12 milioni;
in alcune aree il prezzo del grano è aumentato addirittura del 100-200 per cento e la disponibilità di generi alimentari si va riducendo di giorno in giorno;
si teme che l'emergenza travolga anche Tanzania e Sud Sudan. Si registra anche la perdita di molti capi di bestiame, mentre preoccupano gli operatori umanitari i grandi spostamenti di persone che stanno attraversando tutto il Corno d'Africa verso il Kenya, dove il campo profughi di Dadaab, al confine con la Somalia, accoglie ogni settimana 10.000 nuovi somali in cerca di rifugio, superando la cifra di 380.000 ospiti, ospitati in condizioni drammatiche;
le vittime sono soprattutto i bambini. In Somalia ad esempio la denutrizione, che affligge già in tempi normali un terzo dell'infanzia, è raddoppiata di intensità. Per citare anche un solo caso riferito dall'Ansa, il numero dei piccoli afflitti dalla «fame», accolti e curati presso i centri di nutrizione di Save the Children nel Puntland, nel Nord della Somalia, è negli ultimi sei mesi passato dai 1.800 di gennaio agli attuali 3.500;
l'UNICEF parla di più di due milioni di bambini in stato di necessità, di cui mezzo milione in pericolo di vita;
la riunione della FAO per affrontare l'emergenza del Corno d'Africa, svoltasi il 25 luglio, a Roma, ha lanciato un gravissimo allarme, e il Direttore della FAO, Jacques Diouf, ha quantificato in almeno 120 milioni di dollari le risorse per i soccorsi urgentissimi e in 1,6 miliardi di dollari le necessità di aiuto per l'anno in corso; manca pertanto all'appello più della metà del denaro occorrente;
all'angelus di domenica 17 luglio il papa Benedetto XVI ha lanciato un forte appello affinché «cresca la mobilitazione internazionale per inviare tempestivamente soccorsi a questi nostri fratelli e sorelle già duramene provati, tra cui vi sono tanti bambini. Non manchi a queste popolazioni sofferenti la nostra solidarietà e il concreto sostegno di tutte le persone di buona volontà»,
il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-Moon, il 25 luglio, ha affermato: «Manca cibo, mancano farmaci... Occorre una mobilitazione generale»;
il ministro degli affari esteri, Franco Frattini, raccogliendo questi inviti,
il 25 luglio, ha dichiarato che: «l'Italia ha già fatto molto mettendo a disposizione fondi immediati per l'emergenza umanitaria. Io credo che sia urgente e indispensabile un cordone umanitario aereo per portare beni di prima necessità sfidando, se occorre, i terroristi shabab per i quali purtroppo la vita delle persone non conta niente»;
a mettere a disposizione delle organizzazioni internazionali aiuti utili a fronteggiare questa emergenza - carestia, accogliendo l'invito del Santo Padre;
a contribuire alla forte campagna di informazione in atto per sensibilizzare l'opinione pubblica italiana alla tragedia di luoghi verso cui abbiamo responsabilità storiche;
a incrementare lo sforzo diplomatico per dare alle popolazioni del Corno d'Africa sistemi statuali e Governi stabili e democratici.
(7-00650)
«Renato Farina, Pianetta, Nastri, Picchi, Nirenstein, Polledri, Toccafondi, Centemero, Pagano, Sisto, Torrisi, Scapagnini».
Risoluzione n. 7-00650 Renato Farina: Sulla situazione umanitaria nel Corno d'Africa
La III Commissione,
premesso che:
la gravissima siccità che sta affliggendo il Corno d'Africa mette a rischio la vita di circa 10 milioni di persone, che non sono in condizione di approvvigionarsi di cibo ed acqua per il triplicarsi dei prezzi;
secondo i dati ONU, riferiti dalla Caritas internationalis, si tratta della peggiore siccità degli ultimi 60 anni e coinvolge 3,2 milioni di persone in Kenya, 2,6 in Somalia, 3,2 in Etiopia, 117 mila a Gibuti, ed anche parte della popolazione in Eritrea; la cifra complessiva della popolazione in pericolo è ormai, secondo la FAO, di 12 milioni;
in alcune aree il prezzo del grano è aumentato addirittura del 100-200 per cento e la disponibilità di generi alimentari si va riducendo di giorno in giorno;
si teme che l'emergenza travolga anche Tanzania e Sud Sudan. Si registra anche la perdita di molti capi di bestiame, mentre preoccupano gli operatori umanitari i grandi spostamenti di persone che stanno attraversando tutto il Corno d'Africa verso il Kenya, dove il campo profughi di Dadaab, al confine con la Somalia, accoglie ogni settimana 10.000 nuovi somali in cerca di rifugio, superando la cifra di 380.000 ospiti, ospitati in condizioni drammatiche;
le vittime sono soprattutto i bambini. In Somalia ad esempio la denutrizione, che affligge già in tempi normali un terzo dell'infanzia, è raddoppiata di intensità. Per citare anche un solo caso riferito dall'Ansa, il numero dei piccoli afflitti dalla «fame», accolti e curati presso i centri di nutrizione di Save the Children nel Puntland, nel Nord della Somalia, è negli ultimi sei mesi passato dai 1.800 di gennaio agli attuali 3.500;
l'UNICEF parla di più di due milioni di bambini in stato di necessità, di cui mezzo milione in pericolo di vita;
la riunione della FAO per affrontare l'emergenza del Corno d'Africa, svoltasi il 25 luglio a Roma, ha lanciato un gravissimo allarme, e il Direttore della FAO, Jacques Diouf, ha quantificato in almeno 120 milioni di dollari le risorse per i soccorsi urgentissimi e in 1,6 miliardi di dollari le necessità di aiuto per l'anno in corso; manca pertanto all'appello più della metà del denaro occorrente;
all'angelus di domenica 17 luglio il papa Benedetto XVI ha lanciato un forte appello affinché «cresca la mobilitazione internazionale per inviare tempestivamente soccorsi a questi nostri fratelli e sorelle già duramene provati, tra cui vi sono tanti bambini. Non manchi a queste popolazioni sofferenti la nostra solidarietà e il concreto sostegno di tutte le persone di buona volontà»,
il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-Moon, il 25 luglio, ha affermato: «Manca cibo, mancano farmaci... Occorre una mobilitazione generale»;
il ministro degli affari esteri, Franco Frattini, raccogliendo questi inviti,
il 25 luglio, ha dichiarato che: «l'Italia ha già fatto molto mettendo a disposizione fondi immediati per l'emergenza umanitaria. Io credo che sia urgente e indispensabile un corridoio umanitario per portare beni di prima necessità sfidando, se occorre, i terroristi shabab per i quali purtroppo la vita delle persone non conta niente»;
a mettere a disposizione delle organizzazioni internazionali aiuti utili a fronteggiare questa emergenza - carestia, accogliendo l'invito del Santo Padre;
a contribuire alla forte campagna di informazione in atto per sensibilizzare l'opinione pubblica italiana alla tragedia di luoghi verso cui abbiamo particolari legami storici;
a incrementare lo sforzo diplomatico per dare alle popolazioni del Corno d'Africa sistemi statuali e Governi stabili e democratici.
(8-00140)
«Renato Farina, Pianetta, Nastri, Picchi, Nirenstein, Polledri, Toccafondi, Centemero, Pagano, Sisto, Torrisi, Scapagnini, Scandroglio, Narducci».