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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto della V Commissione permanente
(Bilancio, tesoro e programmazione)
V Commissione

SOMMARIO

Lunedì 12 settembre 2011


SEDE REFERENTE:

DL 138/2011: Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari. C. 4612 Governo, approvato dal Senato (Seguito esame e conclusione) ... 3

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

ERRATA CORRIGE ... 13

V Commissione - Resoconto di lunedì 12 settembre 2011


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SEDE REFERENTE

Lunedì 12 settembre 2011. - Presidenza del presidente Giancarlo GIORGETTI. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Bruno Cesario.

La seduta comincia alle 10.10.

DL 138/2011: Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari.
C. 4612 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, da ultimo rinviato nella seduta del 10 settembre 2011.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, dà conto dei pareri espressi dalle altre Commissioni sul provvedimento in esame e avverte che si procederà con l'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso riferite, facendo presente che il primo emendamento segnalato è l'emendamento Lulli 3.8.

La Commissione respinge l'emendamento Lulli 3.8.

Roberto OCCHIUTO (UdCpTP) illustra il proprio emendamento 3.4 in tema di liberalizzazione delle professioni e ne raccomanda l'approvazione.

La Commissione respinge l'emendamento Occhiuto 3.4.

Renato CAMBURSANO (IdV) illustra l'emendamento Borghesi 3.27, del quale è cofirmatario, in materia di riordino della disciplina delle professioni intellettuali e ne raccomanda l'approvazione.

La Commissione respinge l'emendamento Borghesi 3.27.

Marco BELTRANDI (PD) illustra il proprio emendamento 3.2, precisando come lo stesso non si ponga in contrasto con le scelte del Governo, avendo lo scopo di migliorare la formulazione del testo sotto il profilo tecnico e di renderlo maggiormente


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aderente al diritto ed alla giurisprudenza comunitaria.

La Commissione respinge l'emendamento Beltrandi 3.2.

Andrea LULLI (PD) illustra il proprio emendamento 3.10 che interviene in materia di farmacie e di liberalizzazione della vendita dei farmaci, al fine di ridurre i prezzi degli stessi, sottolineando come, in generale, la liberalizzazione delle professioni sia di fondamentale importanza per creare occasioni di lavoro per i giovani. Anche tenendo conto che si tratta riforme che non pesano sul bilancio dello Stato, ritiene quindi che sia un errore non accogliere gli emendamenti che perseguano il predetto scopo.

Massimo POLLEDRI (LNP) preannuncia il voto contrario del proprio gruppo sull'emendamento Beltrandi 3.10 e su analoghi emendamenti in materia di liberalizzazione come, in particolare, l'emendamento Borghesi 3.30. Pur essendo in linea generale favorevole alle liberalizzazioni, ritiene infatti che in tema di vendita dei farmaci occorra una particolare prudenza a tutela della salute dei cittadini e, pertanto, una particolare disciplina che assicuri le competenza specifiche di chi vende i farmaci, evitando che la logica del mercato prevalga sul benessere delle persone.

Marco BELTRANDI (PD) condivide gli emendamenti in questione e rileva come sia contraddittorio, al fine di difendere gli interessi economici delle farmacie contro la concorrenza, mettere in discussione la competenza tecnica dei farmacisti stessi. Infatti, sia che si tratti di farmacie sia che si tratti di parafarmacie, i farmaci sono pur sempre venduti da farmacisti.

Renato CAMBURSANO (IdV) nell'illustrare il proprio emendamento 3.30, che interviene sui prodotti che possono essere venduti dai farmacisti, in farmacie o parafarmacie, invita ad evitare strumentalizzazioni e forzature nel dibattito.

Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (PdL) sottolinea come i dati dimostrino come l'attuale sistema di distribuzione del farmaco in Italia sia uno dei migliori al mondo, avendo dimostrato una funzionalità certa, assoluta e capillare. Ritiene dunque che non vi sia alcun motivo che possa giustificare una modifica di tale sistema. Le posizioni contrarie all'attuale sistema sono quindi meramente strumentali e animate da interessi puramente economici.

Rolando NANNICINI (PD) osserva, con riferimento all'analisi del mercato del farmaco, che circa 14 miliardi di euro vengono garantiti in relazione alla distribuzione dei farmaci ai 16 mila soggetti convenzionati, realizzandosi per tale via un mercato evidentemente protetto. Al riguardo, rileva tuttavia come lo stesso innalzamento dell'età comporti un sempre maggiore consumo giornaliero dei farmaci, da parte degli anziani e di particolari categorie di malati. Osserva, quindi, che ci vorrebbero ulteriori spazi di distribuzione dei farmaci anche all'interno del Servizio sanitario nazionale nei distretti, al fine di ottenere una riduzione dei costi. L'apertura del mercato del farmaco si tradurrebbe anche in un vantaggio e in una opportunità di lavoro per i giovani disoccupati del settore. Conclude osservando che le mancate riforme in tale settore non fanno crescere il Paese.

La Commissione respinge quindi gli emendamenti Lulli 3.10 e Borghesi 3.30.

Andrea LULLI (PD) illustra il proprio emendamento 3.11, di cui raccomanda l'approvazione. Al riguardo, osserva che, anche se le entrate dello Stato aumentano quando il prezzo alla pompa della benzina cresce, tuttavia, se lo Stato calmierasse i prezzi del settore ci sarebbero più risorse per le diverse attività economiche che utilizzano i carburanti derivanti dai risparmi sui relativi costi. Rileva inoltre come una tale situazione non contribuisca alla crescita del Paese, rappresentando un'ulteriore barriera al futuro dei giovani.


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La Commissione respinge quindi l'emendamento Lulli 3.11.

Carlo MONAI (IdV) illustra l'emendamento Barbato 3.29, di cui raccomanda l'approvazione, che autorizza, tra l'altro, la CONSAP Spa a promuovere la costituzione di gruppi di acquisto di cittadini per la stipula di contratti individuali di assicurazione per la responsabilità civile dei veicoli a uso privato.

La Commissione respinge gli emendamenti Barbato 3.29 e Lulli 3.12.

Marco BELTRANDI (PD) illustra il proprio articolo aggiuntivo 3.02, di cui raccomanda l'approvazione, osservando che l'abolizione del valore legale del titolo di studio consentirebbe di introdurre finalmente il principio di concorrenza nel sistema universitario italiano.

Amedeo CICCANTI (UdCpTP) condivide in linea di principio le tesi del collega Beltrandi, laddove si fa riferimento a una diversa organizzazione del sistema universitario. Al riguardo, osserva che il finanziamento pubblico alle università viene attualmente erogato sulla base del numero delle iscrizioni, mentre nessuna università risulta finanziata sulla base del collocamento lavorativo dei suoi laureati. Più in generale, ricorda come la crescita di un Paese come l'Italia, privo di risorse naturali, dovrebbe essere basata sul capitale umano, in termini di sviluppo delle intelligenze presenti, e quindi sul sistema formativo. Pertanto, apprezza gli elementi positivi contenuti nell'articolo aggiuntivo presentato dal collega Beltrandi, che comporterebbe anche una riforma degli ordini professionali, ma che andrebbe inquadrato in una più ampia riforma del sistema.

La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Beltrandi 3.02.

Roberto OCCHIUTO (UdCpTP) illustra l'articolo aggiuntivo Commercio 3.03, di cui è firmatario, segnalando come esso intervenga sulla materia dell'assegnazione delle frequenze per la radiotelevisione, prevedendo che esse siano assegnate attraverso una procedura di gara, al fine di acquisire maggiori risorse, che potrebbero essere destinate allo sviluppo dei collegamenti a banda larga nelle regioni meridionali.

Marco BELTRANDI (PD) chiede di sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Commercio 3.03, sottolineando come, per responsabilità non solo del Governo, ma anche dell'Autorità delle garanzie nelle comunicazioni, si sia proceduto ad un'assegnazione sostanzialmente gratuita di frequenze ai soggetti che già detengono una posizione dominante nel settore della comunicazione televisiva, invece di ricorrere a procedure di gara, che consentirebbero di acquisire nuove entrate.

La Commissione respinge gli identici emendamenti Commercio 3.03, limitatamente alla parte ammissibile e D'Antoni 3.016, limitatamente alla parte ammissibile.

Marco BELTRANDI (PD) illustra il suo articolo aggiuntivo 3.04, volto a sopprimere le disposizioni che pongono limiti alle vendite sottocosto, contenute nel decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 2001, sottolineando come le misure proposte consentirebbero una maggiore liberalizzazione del mercato, con benefici effetti per la concorrenza e per i consumatori finali.

La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Beltrandi 3.04.

Marco BELTRANDI (PD) illustra l'articolo aggiuntivo 3.05, di cui è primo firmatario, che estende le misure di liberalizzazione contenute nel cosiddetto «decreto Bersani» anche alla vendita di giornali quotidiani e periodici.

La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Beltrandi 3.05.


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Marco BELTRANDI (PD) illustra il suo articolo aggiuntivo 3.06, volto a sopprimere le disposizioni che limitano gli sconti praticabili sul prezzo dei libri.

La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Beltrandi 3.06.

Marco BELTRANDI (PD) illustra l'articolo aggiuntivo 3.09, di cui è primo firmatario, che reca un insieme di misure volte a liberalizzare il settore delle professioni, intervenendo in particolare per impedire che gli ordini possano introdurre limitazioni alla pubblicità dei servizi professionali, per consentire la costituzione di società professionali di capitali, per sopprimere i divieti di partecipazione dei professionisti a più società e a imprese commerciali, nonché per eliminare le disposizioni che stabiliscono i minimi contributivi, danneggiando in particolare i professionisti più giovani. Osserva come le misure proposte si rendano necessarie al fine di superare la disciplina degli ordini professionali, che, nell'attuale situazione, non tutela né i professionisti che fanno parte di tali ordini, con particolare riferimento ai soggetti più giovani, né la concorrenza e i consumatori.

La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Beltrandi 3.09.

Renato CAMBURSANO (IdV) illustra l'articolo aggiuntivo Borghesi 3.014, di cui è firmatario, che reca disposizioni volte a favorire la liberalizzazione del mercato dei trasporti. Ricorda, infatti, che in questo settore è mancato un processo serio e controllato di liberalizzazione, richiamando, in particolare, le recenti vicende del settore ferroviario, nel quale un'impresa privata è stata condotta al fallimento dalla presenza di vincoli e ostacoli nell'utilizzo della rete, che di fatto ne hanno impedito l'attività. In questo contesto, sottolinea quindi l'esigenza di prevedere, come fa l'articolo aggiuntivo Borghesi 3.014, la costituzione di un'Autorità di controllo che tuteli efficacemente la concorrenza e gli interessi dei cittadini.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli articoli aggiuntivi Borghesi 3.014, Causi 3.015, gli identici articoli aggiuntivi Messina 3.017 e Lulli 3.021, l'articolo aggiuntivo Borghesi 3.019, gli emendamenti Baretta 4.4 e Occhiuto 4.7, nonché l'articolo aggiuntivo Occhiuto 4.02.

Marco BELTRANDI (PD) illustra il suo articolo aggiuntivo 4.01, volto a prevedere la privatizzazione delle società municipalizzate e la liberalizzazione del settore dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, sottolineando come negli ultimi anni le imprese detenute dagli enti territoriali abbiano acquistato un crescente potere economico, giovandosi delle condizioni di monopolio nell'erogazione dei servizi ai cittadini. In proposito, osserva che lo Stato dovrebbe limitarsi ad un intervento esclusivamente regolatorio, evitando di assumere la gestione diretta dei servizi. Una tale scelta, che porterebbe alla vendita delle società municipalizzate, da un lato consentirebbe l'incasso di risorse finanziarie non trascurabili e, dall'altro, determinerebbe una liberalizzazione del settore, con benefici effetti per la concorrenza e per i cittadini, che potrebbero pagare tariffe inferiori.

La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Beltrandi 4.01.

Renato CAMBURSANO (IdV) illustra l'articolo aggiuntivo Borghesi 4.03, di cui è firmatario, che prevede un processo di dismissione delle partecipazioni statali, ricordando come in passato proprio l'alienazione delle partecipazioni azionarie abbia offerto un contributo determinante al processo di riduzione del debito pubblico. Nell'osservare come le proposte formulate di recente da Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio siano difficilmente praticabili, in quanto, tra l'altro, richiederebbero il riacquisto delle partecipazioni attualmente detenute da Cassa depositi e prestiti Spa, con conseguenti effetti negativi per l'indebitamento, sottolinea come la dismissione delle partecipazioni pubbliche, non solo consentirebbe di acquisire risorse


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utili a ridurre il livello del debito pubblico, ma potrebbe favorire la realizzazione di un mercato maggiormente concorrenziale. Nel dichiarare di non condividere le recenti scelte del Governo, che ha cercato di introdurre norme volte a garantire l'italianità di imprese operanti in settori non strategici attraverso l'intervento di Cassa depositi e prestiti Spa, evidenzia come troppo spesso vi sia stato in questi anni un utilizzo clientelare delle società partecipate, i cui consigli di amministrazione sono di frequente composti da soggetti politicizzati.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli articoli aggiuntivi Borghesi 4.03 e Baretta 4.04.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che, come convenuto con i gruppi, si procederà ora all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 8 del decreto-legge.

Pier Paolo BARETTA (PD), illustrando gli identici emendamenti Damiano 8.2 e Borghesi 8.3, volti alla soppressione dell'articolo 8, ricorda come il segretario della CISL abbia specificato che la norma in esame non era stata richiesta dalle parti sociali. Nel chiedere quindi perché il Governo abbia introdotto una simile disposizione, evidenzia che essa sia stata il frutto di una valutazione politica che non riguarda la manovra, tutta concentrata sui saldi di bilancio e non recante questioni ordinamentali, se non nell'ottica del conseguimento del pareggio di bilancio entro il 2013. Rileva che è stato affermato che anche ciò rientrerebbe nella lettera inviata al Governo dal Presidente della Banca centrale europea. Preannuncia che chiederà al Presidente della Camera di rendere noti i contenuti della richiamata lettera poiché sulla base di tale documento, fino ad ora ritenuto segreto, si sta giocando sulla pelle dei cittadini. Osserva che, anche nel caso in cui nella richiamata lettera fosse stata richiesta una maggiore flessibilità del mercato del lavoro, essa si sarebbe potuta realizzare in maniera diversa, senza rimettere in discussione l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Ritiene pertanto che tale scelta sia il frutto di una posizione ideologica, probabilmente volta a rispondere alla ritrovata unità delle forze sindacali, recentemente trasfusa in un accordo interconfederale. Con riferimento all'articolo 8, sottolinea come la prima questione critica che si ponga sia quella della rappresentatività dei lavoratori. In particolare, osserva come non sia corretto conferire ad associazioni che abbiano una limitata rappresentatività territoriale una rappresentatività nazionale. Evidenzia come ciò non sia mai stato chiesto nemmeno dal sindacato padano né dai Cobas. Rileva inoltre come sia altresì scorretto porre nella disponibilità delle organizzazioni sindacali il diritto di sciopero e il licenziamento individuale dei lavoratori, tematiche, non a caso, sempre sottratte a tale ambito. Ricorda che nemmeno i sindacati più disponibili nei confronti delle proposte del Governo ritengono attuabile una simile disposizione, che ha suscitato la contrarietà di tutto il fronte delle parti sociali. Osserva, inoltre, come l'introduzione dell'articolo 8 sia una scappatoia per non aver realmente modificato l'articolo 41 della Costituzione. Ritiene che tali disposizioni siano pericolose e che occorra ritornare a una situazione più equilibrata. Per tali motivi, fa presente che la soluzione migliore sarebbe quella di stralciare la questione e di tornare a legiferare solo dopo un confronto tra le parti sociali che tenga conto dei contenuti della richiamata lettera del Presidente della Banca centrale europea. Evidenzia in proposito come il Governo sia, a suo avviso, intervenuto troppo nell'ambito della disciplina del mercato del lavoro e della previdenza. Rileva quindi come un'altra anomalia recata dal provvedimento sia quella di consentire che il rispetto della quota di assunzioni di lavoratori disabili sia soddisfatta compensativamente tra le diverse articolazioni territoriali di una medesima azienda. Ritiene come sia possibile aprire un confronto su tale tematica, magari tenendo conto dei lavoratori disabili impiegati dalle cooperative


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cui le aziende danno in subappalto parti della produzione, ma ritiene che la soluzione individuata sia assolutamente irragionevole. Per tali motivi, raccomanda l'approvazione degli identici emendamenti Damiano 8.2 e Borghesi 8.3.

Massimo POLLEDRI (LNP), in relazione all'intervento dell'onorevole Baretta, rileva come, sotto il profilo del metodo, nel momento in cui si interviene sull'economia è assolutamente normale introdurre interventi sul versante della crescita e dell'occupazione. Nel merito, osserva come, mentre da un lato si chiede di procedere sulla strada delle liberalizzazioni, dall'altro si procede a una difesa corporativa. Ricorda come i grandi giuslavoristi come Biagi e D'Antona avevano avuto il coraggio di scardinare lo status quo aprendo la strada a modifiche anche dello Statuto dei lavoratori. Osserva come l'articolo 8 in discussione derivi da un accordo interconfederale tra tutte le forze sindacali, compresa la CGIL, e si ponga nel solco di altre innovazioni introdotte dal Governo sul tema, come la tassazione agevolata e gli sgravi contributi i per i contratti di produttività. Sottolinea come la norma non riguardi solo la questione dei licenziamenti, ma attenga all'organizzazione del lavoro e della produzione, rilevando come sia corretto intervenire nella fase più decentrata della contrattazione. Ritiene che la soluzione in esame coniughi la flessibilità alla tutela dei diritti, sottolineando come non si possa essere riformisti solo quando si discute di liberalizzazione delle professioni e delle farmacie e poi non consentire contratti che tengano conto della specificità di talune realtà produttive del Paese, ricordando come in Svizzera agli alti salari si accompagni un sistema di grande flessibilità del lavoro. Annuncia quindi il voto contrario del proprio gruppo sulle proposte emendative in discussione.

Amedeo CICCANTI (UdCpTP) ritiene che l'articolo 8 sia totalmente estraneo all'oggetto e alle finalità della manovra. Sottolinea quindi come l'Accordo interconfederale fra Confindustria, CGIL, CISL e UIL del 28 giugno 2011 non legittimi né giustifichi in alcun modo la disposizione in esame, soprattutto laddove afferma che la contrattazione collettiva deve raggiungere risultati funzionali all'attività delle imprese ed alla crescita di un'occupazione stabile e tutelata e deve essere orientata ad una politica di sviluppo adeguata alle differenti necessità produttive da conciliare con il rispetto dei diritti e delle esigenze delle persone. Esprime considerazioni fortemente critiche, in particolare, sul comma 2-bis dell'articolo 8, volto a specificare che nelle materie di cui al comma 2 le intese possono prevedere deroghe alle norme di fonte pubblica o contrattuale, fermo restando il rispetto della Costituzione e dei vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro. Dopo avere sottolineato come la competitività e lo sviluppo presuppongano la pace sociale e la coesione sociale, evidenzia come, a suo giudizio, la norma in questione sia meramente ideologica e non produca altro effetto se non quello di dividere le parti sociali.

Renato CAMBURSANO (IdV) illustra l'emendamento 8.3 Borghesi, del quale è cofirmatario, volto a sopprimere l'articolo 8 per le ragioni esposte dagli onorevoli Baretta e Ciccanti, che dichiara di condividere. Sottolinea inoltre come l'articolo 8 contraddica l'Accordo interconfederale del 20 giugno 2011 e non possa ritenersi conforme alle indicazioni della BCE che, pur richiedendo una maggiore flessibilità del mercato del lavoro, non è certamente favorevole all'accentuazione della divisione e del conflitto tra le parti sociali. Illustra quindi il proprio emendamento 8.6, che propone una formulazione alternativa dell'articolo 8, prevedendo idonee garanzie per quella parte di lavoratori che oggi ne sono privi. Invita infine il Governo ad effettuare una serie riflessione sull'opportunità di operare lo stralcio dell'articolo 8.

Marco BELTRANDI (PD) ricorda come, in merito all'articolo 8, la posizione della delegazione dei Radicali nel PD sia diversa


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da quella del PD, non essendovi una preclusione concettuale a che il contratto aziendale deroghi al contratto nazionale o allo statuto dei lavoratori.
Nell'illustrare il proprio emendamento 8.4, evidenzia quindi come l'articolo 8, comma 3, stabilisca che tutti i contratti collettivi aziendali vigenti, approvati e sottoscritti prima dell'accordo interconfederale del 28 giugno 2011, siano efficaci nei confronti di tutto il personale delle unità produttive cui il contratto si riferisce, a condizione che il contratto medesimo sia stato approvato con votazione a maggioranza dei lavoratori. L'emendamento è volto ad introdurre un correttivo alla disposizione in questione, che appare in contrasto con la mancata attuazione dell'articolo 39 della Costituzione e con la giurisprudenza della Corte costituzionale in tema di efficacia erga omnes del contratto collettivo di lavoro.

Antonio RAZZI (PT) ricorda, al riguardo, l'esperienza della Svizzera, ove, anche in relazione alla produttività dei dipendenti, al datore di lavoro è riconosciuta la facoltà di licenziare, esercitata con serietà.

Michele VENTURA (PD) osserva, in relazione agli emendamenti relativi all'articolo 8 in esame, come tale norma sia stata dettata da una insensatezza politica, ricordando come nell'accordo del 28 giugno questo punto fosse stato eliminato dal conflitto politico. Osserva, quindi, che la materia è stata reintrodotta soltanto per elevare il livello dello scontro con le parti sociali. Più in generale, osserva come la situazione del mondo del lavoro sia drammatica, non essendo solo questione di flessibilità e non potendosi tornare alla situazione degli anni Ottanta o Novanta ove vi erano più margini di manovra. Rileva, pertanto, come non possa sfuggire che ci sono differenze territoriali, rilevando, tuttavia, che la balcanizzazione del mondo del lavoro non darebbe più forza al sistema Paese. Conclude, infine, reputando la norma recata dall'articolo 8 molto dannosa anche in termini di messaggio generale all'opinione pubblica.

Lino DUILIO (PD) invita innanzitutto a far conoscere il contenuto della lettera inviata dalla Banca Centrale Europea, invitando la presidenza della Commissione a chiederne ufficialmente l'invio da parte del Governo, considerato che la norma recata dall'articolo 8 sarebbe originata anche dal contenuto della citata lettera. Con riguardo, in particolare, al contenuto dell'articolo 8 in esame, lo reputa inutile e dannoso, auspicandone l'eliminazione. Tra l'altro, osserva come non si possa, anche a livello giuridico, pensare di rivoluzionare il sistema delle fonti del diritto del lavoro con tali mezzi, considerando, tra l'altro, che, per come è congegnato l'articolo 8, potrebbe riguardare tutte le materie. Conclude, infine, osservando come per affrontare la drammaticità del momento, vi sia bisogno di molta coesione sociale, mentre l'attuale classe dirigente si dimostra incapace e mediocre, con riferimento, fra l'altro, alle norme riferite al riscatto del periodo di laurea per i lavoratori, ideate evidentemente da persone irresponsabili.

Andrea LULLI (PD) osserva che, con riguardo al contenuto dell'articolo 8, si rasenta l'irresponsabilità, in quanto il solo adombrare che la contrattazione nazionale possa derogare alla legge è assurdo, mentre bisognerebbe fare assegnazione sulla coesione sociale e valorizzare l'accordo del 28 giugno. Inoltre, osserva che è assurdo paragonare eventuali liberalizzazioni delle categorie dei notai o dei farmacisti con la situazione degli operai delle fabbriche, che sopportano gli effetti delle liberalizzazioni da oltre trent'anni sul territorio. Invita quindi il Governo a fermarsi, a non persistere in questo atteggiamento irresponsabile, in quanto in questa situazione anche messaggi e norme inutili possono risultare pericolosi, manifestando solo volontà di irridere alla serietà sostanziale del problema.

Rolando NANNICINI (PD), pur considerando opportune le precisazioni contenute nel comma 2-bis, introdotto nel corso dell'esame del Senato, esprime valutazioni critiche sul contenuto dell'articolo 8, osservando


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come sarebbe preferibile valutare preliminarmente, nel quadro delle misure volte a sostenere la contrattazione collettiva aziendale, gli effetti delle disposizioni dell'articolo 1, commi 67 e 68, della legge 24 dicembre 2007, n. 247, in materia di sgravi contributivi per incentivare la contrattazione di secondo livello, nonché le disposizioni successivamente introdotte al riguardo nelle più recenti manovre finanziarie.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Damiano 8.2 e Borghesi 8.3, nonché gli emendamenti Cambursano 8.6 e Occhiuto 8.5.

Pier Paolo BARETTA (PD) illustra l'emendamento Damiano 8.1, da lui sottoscritto.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Damiano 8.1 e Beltrandi 8.4.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che, essendosi concluso l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 8, si potrà ora passare all'esame dell'articolo 5-bis e delle proposte emendative ad esso riferite.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli articoli aggiuntivi Borghesi 5-bis.03, 5-bis.01 e 5-bis.02.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che - non essendovi segnalazioni riferite alle proposte emendative relative agli articoli 6 e 6-ter, si passerà all'esame degli articoli 7 e 7-bis e delle proposte emendative ad esso riferite.

La Commissione passa all'esame dell'emendamento Mariani 7.1.

Maino MARCHI (PD) sottolinea come la politica energetica sia determinante per la crescita e come, avendo abbandonato l'opzione del nucleare, non sia opportuno colpire le fonti di energia rinnovabili con il carico fiscale di cui all'articolo 7. Raccomanda pertanto l'approvazione dell'emendamento Mariani 7.1, volto ad escludere tali fonti di energia dall'applicazione della cosiddetta «Robin tax».

La Commissione respinge, con distinte votazioni, l'emendamento Mariani 7.1, nonché l'articolo aggiuntivo Borghesi 7-bis.024, limitatamente alla parte ammissibile.

Massimo VANNUCCI (PD) segnala il proprio articolo aggiuntivo 7-bis.021, che intende porre rimedio alla difficile situazione delle imprese italiane e delle persone fisiche colpite dal recente conflitto libico, facendo seguito alla risoluzione Tempestini 8-00118, da lui sottoscritta, approvata il 13 aprile 2011 dalla Commissione affari esteri della Camera, che sollecitava un intervento a sostegno delle imprese operanti nel nord Africa. Al riguardo, osserva come lo Stato debba farsi carico della presente situazione di difficoltà, individuando opportune misure di accompagnamento delle imprese, analogamente a quanto avvenuto in occasione del conflitto in Kuwait. Per quanto attiene alle eventuali implicazioni finanziarie delle misure di sostegno previste dall'articolo aggiuntivo, fa presente che sarebbe possibile avvalersi delle risorse stanziate dalla legge n. 7 del 2009, che ratifica il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia, non impegnate per le finalità di cui alla medesima legge, a causa del conflitto in corso. Sollecita, pertanto, l'attenzione dei deputati della maggioranza sulla questione, ricordando come anche il collega Bitonci, rappresentante della Lega Nord in Commissione, abbia sottoscritto una proposta di legge in materia, l'atto Camera n. 4368, a prima firma dell'onorevole Gidoni. Nel segnalare l'urgenza di un intervento, ritiene tuttavia che sia preferibile l'inserimento di una disposizione al riguardo in un provvedimento di urgenza, eventualmente valutando la possibilità di introdurre una specifica norma nel decreto-legge annunciato dal Governo in materia di crescita e di sviluppo. A tale


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ultimo riguardo, auspica, peraltro, che il decreto venga presentato in prima lettura alla Camera dei deputati, che di recente è stata chiamata ad un ruolo di mera ratifica dei provvedimenti adottati dal Governo e modificati dal Senato, sottolineando come un intervento a sostegno delle imprese danneggiate sia stato sollecitato anche da un ordine del giorno presentato dal collega Marinello in occasione dell'esame del decreto-legge n. 107 del 2011, relativo alla proroga delle missioni militari, ed accolto come raccomandazione del Governo.

Massimo POLLEDRI (LNP), nel raccogliere le sollecitazioni del collega Vannucci, conferma l'attenzione del proprio gruppo per il sostegno alle imprese coinvolte nella crisi libica, assicurando che proseguiranno gli sforzi per tutelare i nostri connazionali, dando seguito alle misure volte a garantire i soggetti danneggiati dagli espropri degli anni '70 del secolo scorso. Ritiene, pertanto, che alla questione potrà dedicarsi un opportuno approfondimento nell'ambito del prossimo provvedimento, volto a sostenere la crescita economica.

Massimo VANNUCCI (PD) dichiara di non insistere per la votazione del suo articolo aggiuntivo 7-bis.021.

La Commissione passa all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 9.

La Commissione respinge gli identici emendamenti Schirru 9.1 e Cambursano 9.2.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che non vi sono proposte emendative segnalate riferite agli articolo 11 e 12 e, ricordando che la Commissione ha già esaminato l'articolo 13, comunica che si procederà all'esame dell'articolo aggiuntivo Cambursano 14.02 e quindi alle proposte emendative riferite all'articolo 15.

La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Cambursano 14.02.

Renato CAMBURSANO (IdV) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Borghesi 15.1, sottolineando come il testo di legge di revisione costituzionale proposto dal Governo sulla riduzione delle province rappresenti, a suo avviso, l'ennesima presa in giro nei confronti dei cittadini. Evidenzia come la proposta emendativa in esame intenda imprimere un'accelerazione, in attesa di una riforma costituzionale, alla riduzione delle province fin dai prossimi rinnovi elettorali, osservando come le relative funzioni sarebbero ripartite tra i comuni e le regioni.

Amedeo CICCANTI (UdCpTP) fa presente che sulla tematica richiamata dall'onorevole Cambursano è stato presentato anche l'emendamento Occhiuto 15.2 e ricorda che l'UdC è favorevole a una rivisitazione dell'articolazione territoriale della Repubblica. Ricorda che le funzioni delle province, malgrado l'attuazione del federalismo fiscale, non sono state ancora definite nel loro complesso, poiché la maggioranza ha bloccato da un anno la discussione del disegno di legge relativo al codice delle autonomie presso la Commissione affari costituzionali del Senato. Fa presente che sarebbe necessario sopprimere le circoscrizioni amministrative mentre una parte importante della maggioranza celebra il decentramento degli uffici di ministeri che, proprio in ragione della riforma del Titolo V della Costituzione, non avrebbe più ragione d'essere. In particolare ricorda che il Ministero del turismo, quello delle politiche agricole, forestali e del mare e quello della salute, svolgono funzioni che non sono più nella competenza dello Stato. Fa presente che in regioni piccole come le Marche, vi è un numero di uffici decentrati dello Stato maggiore di quello presente in province che hanno una popolazione nettamente maggiore come la provincia di Roma. Esprime l'auspicio che, in occasione della revisione generale della spesa dello Stato, si possa procedere ad una razionalizzazione del sistema.

Massimo VANNUCCI (PD) ritiene che l'articolo 15 rappresenti un caso di schizofrenia


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legislativa e che le disposizioni in esso recate siano largamente inapplicabili, in particolare con riferimento all'accorpamento dei piccoli comuni. In proposito ritiene che la soluzione si sarebbe potuta individuare attraverso la Carta delle autonomie e la differenziazione delle funzioni. In caso contrario, ritiene che si farebbe solo propagando come fa il Ministro Calderoli. Evidenzia come la soluzione più opportuna sarebbe quella di porre un tetto alle spese di funzionamento degli enti, lasciando all'autonomia statutaria la fissazione del numero dei consiglieri, piuttosto che quella di ridurre la partecipazione democratica. A suo avviso, oggi sono le regioni ad essere sovradimensionate, mentre le province riconfigurate in maniera più leggera, continuerebbero ad avere senso. Ricorda come la costituzione di una nuova provincia comporti la istituzione di numerosi uffici decentrati dello Stato con notevoli costi per la finanza pubblica, osservando che occorre ritornare alla centralità dei comuni come enti più vicini ai cittadini.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Borghesi 15.1, Merloni 15.3 e Occhiuto 15.2.

Marco BELTRANDI (PD) raccomanda l'approvazione dell'articolo aggiuntivo a sua prima firma 15.03 sottolineando come l'esperienza abbia dimostrato lo scarso livello di efficienza nella gestione dei servizi nei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti.

La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Beltrandi 15.03.

Marco BELTRANDI (PD) raccomanda l'approvazione dell'articolo aggiuntivo a sua prima firma 15.02, sottolineando l'opportunità a fini di una migliore applicazione del patto di stabilità interno, della esclusione dei dividendi delle società municipalizzate.

La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Beltrandi 15.02.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Borghesi 16.4 e Cesare Marini 16.3, gli articoli aggiuntivi Cambursano 16.02, Borghesi 16.03, 16.04 e 16.05, Di Pietro 17.02 e Borghesi 17.03, gli emendamenti Borghesi 18.01, Occhiuto Dis. 1.2 e Ferranti Dis. 1.1.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, fa presente che, non essendovi ulteriori proposte emendative segnalate, l'esame degli articoli può considerarsi concluso, ricordando che le proposte emendative non poste in votazione potranno in ogni caso essere presentate in Assemblea. Chiede quindi se vi siano commissari che intendano intervenire per le dichiarazioni di voto sulla proposta di conferire al relatore il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea.

Pier Paolo BARETTA (PD) rileva con rammarico come dal dibattito in Commissione siano emerse indicazioni di estrema utilità che avrebbero potuto migliorare il provvedimento e che invece sono state del tutto disattese. Preannuncia quindi, a nome del proprio gruppo, il voto contrario sulla proposta di conferire al relatore il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea.

Renato CAMBURSANO (IdV) ritiene che il provvedimento sia del tutto insufficiente e non risponda alle reali necessità del Paese. Il Governo e la maggioranza hanno completamente disatteso le indicazioni e le soluzioni proposte dai gruppi di opposizione e si accingono a varare una manovra insoddisfacente, che non darà alcun impulso alla crescita. Preannuncia quindi il voto contrario dell'IdV sulla proposta di conferire al relatore il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea.

Massimo BITONCI (LNP) preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di conferire al relatore il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea. Ritiene che si tratti di una manovra necessaria, che contiene ampi tagli ai


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ministeri ed ai costi della politica, anche se il gruppo della Lega avrebbe voluto un abbassamento della soglia relativa al contributo di solidarietà. La manovra, inoltre, contiene importanti disposizioni in tema di liberalizzazioni e si pone nella giusta direzione quanto agli interventi sul contrasto all'evasione fiscale. Auspica, peraltro, che talune proposte della Lega, come quella sulla deducibilità degli scontrini fiscali, in futuro sia tenuta in adeguata considerazione. Infine, valuta favorevolmente l'annuncio del Governo di ulteriori interventi in tema di crescita.

Gioacchino ALFANO (PdL) si associa alle considerazione dell'onorevole Bitonci, ringraziando i colleghi commissari per il lavoro costruttivo e completo che è stato svolto. Preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta di conferire al relatore il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dopo avere sottolineato come vi sia stato spazio per un dibattito civile e sereno, che ha consentito un adeguato approfondimento degli argomenti più rilevanti, pone in votazione il mandato al relatore, onorevole Remigio Ceroni, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame

La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, onorevole Remigio Ceroni, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, avverte che il gruppo del Partito democratico, il gruppo dell'Italia dei Valori e il gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo hanno designato quali relatori di minoranza, rispettivamente, l'onorevole Baretta, l'onorevole Borghesi e l'onorevole Ciccanti. L'onorevole Borghesi ha preannunciato la presentazione di una relazione scritta, mentre gli onorevoli Baretta e Ciccanti riferiranno oralmente.
Si riserva infine la nomina del Comitato dei nove sulla base delle designazione dei gruppi.

La seduta termina alle 13.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.05 alle 13.15.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 529 del 9 settembre 2011, a pagina 151, prima colonna, dopo la trentaquattresima riga, e a pagina 228, seconda colonna, dopo la quattordicesima riga, aggiungere la seguente parola: «(Inammissibile)»;

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 530 del 10 settembre 2011, a pagina 7, seconda colonna, quarantunesima e quarantaduesima riga, dopo le parole:» Borghesi 2.31», sopprimere il seguente periodo «, Commercio 2.6».

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