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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto delle Commissioni riunite
III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa)
Commissioni Riunite III e IV

SOMMARIO

Martedì 17 gennaio 2012


SEDE REFERENTE:

DL 215/2011: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni urgenti per l'amministrazione della difesa. C. 4864 Governo (Seguito esame e rinvio) ... 245
ALLEGATO (Note trasmesse dal Ministero della difesa) ... 250

Commissioni Riunite III e IV - Resoconto di martedì 17 gennaio 2012


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SEDE REFERENTE

Martedì 17 gennaio 2012. - Presidenza del presidente della III Commissione, Stefano STEFANI. - Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù.

La seduta comincia alle 13.35.

DL 215/2011: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni urgenti per l'amministrazione della difesa.
C. 4864 Governo.

(Seguito esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 12 gennaio scorso.

Stefano STEFANI, presidente, ricorda che la Conferenza dei presidenti di gruppo ha calendarizzato il provvedimento a partire dal prossimo lunedì 30 gennaio. Ricorda, altresì, che il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato alle 17 di oggi, salvo diverso avviso dei gruppi. Fa quindi presente che il sottosegretario alla difesa, Filippo Milone, ha comunicato di essere impossibilitato a prendere parte alla seduta odierna e, ai fini dell'economia dei lavori, ha trasmesso un documento recante le proprie osservazioni in risposta agli interventi svolti dai relatori nella precedente seduta. Non essendovi obiezioni, ne autorizza la pubblicazione (vedi allegato).

Antonio RUGGHIA (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, ringrazia la presidenza per la disponibilità manifestata a posticipare il termine per la presentazione degli emendamenti. A tal fine esprime un orientamento favorevole allo slittamento del termine alla giornata di domani.

Stefano STEFANI, presidente, se non vi sono obiezioni da parte degli altri gruppi, concorda con la proposta del collega Rugghia,


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per cui il termine per la presentazione degli emendamenti è posticipato alle ore 14 di domani, mentre le relative votazioni avranno luogo al termine della seduta pomeridiana dell'Assemblea.

Le Commissioni concordano.

Il sottosegretario Marta DASSÙ ringrazia i relatori per l'esaustività delle relazioni illustrative, con particolare riferimento a quella dell'onorevole Frattini che dà il giusto risalto alla centralità del provvedimento ai fini della politica estera del nostro Paese. Non vi è dubbio, peraltro, che il decreto-legge di proroga del finanziamento delle missioni internazionali rappresenti in tale materia un momento cruciale nella dinamica tra Governo e Parlamento.
Anche in vista dell'audizione dei ministri degli affari esteri e della difesa, prevista per domani, preannuncia considerazioni essenzialmente riferite alle questioni sollevate dai relatori.
Sottolinea, innanzitutto, la portata annuale del provvedimento come maggiore aspetto di novità, che dà attuazione ad un indirizzo più volte espresso dalle stesse Commissioni e rafforza l'elemento della certezza nell'erogazione delle risorse.
Un ulteriore aspetto innovativo, che garantisce celerità e continuità agli interventi, è rappresentato dalla norma, di cui all'articolo 4, comma 2, che prevede l'anticipazione, entro dieci giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento, di una somma non superiore alla metà delle spese autorizzate, pari per il Ministero degli affari esteri a sessanta milioni di euro.
Richiama, quindi, l'attenzione sul profilo, di particolare interesse per la Farnesina, riguardante il rapporto con il nuovo Ministero per la cooperazione internazionale al fine di garantire il necessario coordinamento degli interventi.
Passando quindi alle singole osservazioni riferite all'articolato, fa presente che l'articolo 7, comma 1, presenta profili problematici in ragione delle competenze che la legge n. 49 del 1987, riserva all'Amministrazione del Ministero degli affari esteri con riferimento al reclutamento in loco di personale, anche alla luce del dettato del decreto legislativo n. 165 del 2001, recante norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, con particolare riferimento agli articoli 4, 14, 16 e 17 che disciplinano le competenze degli organi di governo cui spettano le funzioni di indirizzo politico-amministrativo e dei dirigenti cui spettano specifiche attività amministrative, con potere di spesa che lo stesso provvedimento riconosce. Ne consegue l'opportunità che specifiche proposte emendative contribuiscano a fare chiarezza su questi aspetti, come d'altra parte lo stesso relatore per la III Commissione ha messo in evidenza, anche in merito alle disposizioni di cui ai commi 2 e 3 dello stesso articolo 7, su cui potrebbe essere approfondita la possibilità di prevedere un'intesa tra il Ministro degli affari esteri e il Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione.
Passando quindi all'articolo 9, comma 1, richiama il parere reso dal Comitato per la legislazione segnalando come occorra che la costituzione delle strutture operative temporanee sia riferita sia alle iniziative di cooperazione allo sviluppo vere e proprie, di cui all'articolo 7, sia agli interventi disciplinati dal successivo articolo 8, che rientrano invece in una tipologia ben diversa riferibile alla partecipazione dell'Italia ad organizzazioni internazionali.
Richiama quindi il comma 5 dell'articolo 8 per precisare che le iniziative di altre organizzazioni internazionali riguardano essenzialmente missioni delle Nazioni Unite e della NATO. In base a quanto indicato dalla relazione tecnica allegata al provvedimento, si tratta della partecipazione pro quota dell'Italia all'iniziativa Democratization Partnership Challenge, a favore della Moldova e della Tunisia, e all'Ufficio del Rappresentante Civile Internazionale (ICR) in Kosovo.
Ribadisce conclusivamente l'opportunità che nel corso dell'iter specifiche proposte emendative possano facilitare il coordinamento interministeriale nell'interesse


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della politica estera italiana, secondo una visione integrata, conforme alle tendenze internazionali, che include anche la cooperazione allo sviluppo e la politica di difesa.

Salvatore CICU (PdL) fa presente, preliminarmente, che il decreto in esame si muove in un'ottica di continuità rispetto ai precedenti provvedimenti di proroga delle missioni internazionali, ricalcandone sostanzialmente il quadro generale.
Evidenzia, inoltre, che la scelta di rifinanziare le missioni per l'intero anno 2012, anziché solo per il primo semestre, rappresenti significativamente la volontà, da parte dell'attuale Governo, di volersi spingere in direzione di un rafforzamento della programmazione al fine di renderla più efficace.
Si riallaccia, quindi, agli interventi svolti dai relatori nella precedente seduta, condividendone pienamente i contenuti. In particolare, richiama le disposizioni che interessano le missioni dell'Unione europea e della Nato volte al contrasto della pirateria nelle acque internazionali, sottolineando come il decreto in esame mostri grande attenzione - anche sotto il profilo dell'impegno finanziario - da parte dell'Esecutivo per questo tema recentemente riportato d'attualità da noti fatti di cronaca. Sul punto sottolinea con favore le novità introdotte dal provvedimento che hanno rafforzato le previsioni del precedente decreto legge volte a consentire di ricorrere a forme di autodifesa a bordo delle imbarcazioni private operanti nelle zone a rischio, mediante il dispiegamento di Nuclei militari di protezione della Marina militare (NMP) o di servizi di vigilanza privata. In particolare, pone l'accento sulla previsione secondo cui i compiti di protezione possono essere svolti da guardie giurate che, pur non avendo frequentato i corsi previsti per l'espletamento di servizi di sicurezza sussidiaria (peraltro non ancora attivi), abbiano partecipato per almeno sei mesi, quali appartenenti alle Forze armate, alle missioni internazionali in incarichi operativi.
Non può, viceversa, esprimersi favorevolmente con riguardo ad alcune disposizioni, recate dai primi commi dell'articolo 5, che non trovano riscontro in precedenti decreti di proroga delle missioni. Richiama, pertanto, l'attenzione dell'Esecutivo su tali disposizioni che si prestano a critiche anche per il fatto di configurarsi quasi come delle scorciatoie legislative rispetto a provvedimenti di contenuto analogo all'esame delle Commissioni competenti. Si tratta, nello specifico, di alcune modifiche al codice dell'ordinamento militare che troverebbero migliore collocazione in un più ampio e approfondito dibattito sull'articolazione del modello di difesa, che rappresenta un tema di centrale attenzione per il Parlamento. Auspica che tali tematiche possano dunque essere sviluppate nell'ambito dell'esame, attualmente in corso presso le Commissioni, relativo a specifiche proposte di legge quali, ad esempio, la legge quadro sulle missioni internazionali nonché le proposte vertenti sulla riforma del reclutamento nelle Forze armate.

Fiamma NIRENSTEIN (PdL) esprime soddisfazione per la portata annuale del provvedimento che consente una pianificazione di ampio respiro e che valorizza lo strumento delle missioni internazionali quale leva nobile della nostra politica estera, soprattutto in un contesto incerto e complesso come quello mediterraneo, mediorientale e, in generale, nell'universo islamico. Sottolinea il proprio compiacimento per l'attenzione rinnovata alla componente umanitaria nelle missioni, che qualifica l'Italia a livello internazionale e valorizza l'impegno dei nostri militari. Concorda con l'opportunità di meglio impostare i rapporti tra il Ministero degli affari esteri e il neo-istituito Ministero per la cooperazione internazionale e l'integrazione, secondo un'ottica che preservi la cifra tradizionale della politica estera italiana. Sottolinea la crescita della dimensione civile che comporta un innalzamento delle risorse.
Ribadisce, in conclusione, la necessità di considerare la partecipazione italiana


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alle missioni all'estero nell'ottica dell'impegno dell'Italia a favore dei processi di democratizzazione. In questa luce si possono comprendere le ragioni che inducono il nostro Paese a conservare la presenza in Afghanistan anche oltre la data del 2014 in una visione non assistenziale ma interessata ad irrobustire l'azione internazionale a favore della pace e della sicurezza.

Antonio RUGGHIA (PD) manifesta una larga condivisione per i contenuti del decreto. Ricorda che la sua parte politica ha coerentemente sostenuto la bontà degli impegni riferibili ai vari teatri operativi che il nostro Paese ha assunto in ambito internazionale, e stimolato la rimodulazione della presenza militare e delle spese di finanziamento riferite alle singole missioni. In particolare, ritiene positiva la scelta di ridurre il contingente impegnato nella missione UNIFIL in Libano di un numero di unità inferiore a quello che era stato in un primo momento ipotizzato, anche in funzione della decisione di riassegnare nuovamente all'Italia il comando dell'operazione stessa. Inoltre, apprezza la decisione di incrementare la presenza italiana nel teatro balcanico, nonché quella di finanziare una nuova missione in Sud Sudan.
Perplessità, invece, esprime con riferimento ad alcune disposizioni che interessano l'organizzazione del ministero della Difesa, a suo avviso non del tutto omogenee con il provvedimento. Senza avere la pretesa di indicare un ordine di priorità, segnala la norma che consente alla Difesa di avvalersi, per le esigenze di supporto sanitario nelle missioni internazionali, del personale appartenente al Corpo militare della Croce Rossa italiana. Al riguardo si interroga se - anche alla luce del dibattito svolto in Commissione sul recente schema di decreto legislativo di riorganizzazione della Croce Rossa Italiana - non sia il caso di ripensare la disposizione, recata dal comma 4 dell'articolo 2, anche in considerazione del fatto che il relativo utilizzo del personale avverrebbe comunque nell'ambito di finanziamenti non a carico delle stesse missioni.
Esprime, inoltre, condivisione sulle preoccupazioni manifestate dal collega Cicu riguardo le modifiche recate dall'articolo 5 ad alcune norme del codice dell'ordinamento militare in materia di transiti e di avanzamenti. Sul punto, ravvisando l'esigenza di una riorganizzazione complessiva, ricorda che presso il Parlamento è fermo - essendo venuta meno la disponibilità del fondo che era stato ad esso destinato - il provvedimento sul riordino dei ruoli.
Manifesta, inoltre, perplessità sulla disposizione che reca la proroga dei contributi a favore dell'Agenzia industrie e difesa e delle relative attività. Al riguardo, osserva che la suddetta Agenzia era stata costituita per risolvere - entro l'anno appena trascorso - il problema delle inefficienze e degli sprechi nell'ambito degli stabilimenti operanti in settori di rilevante interesse per le Forze armate e che la proroga di tali compiti fino al 2014 dimostra, al contrario, che i problemi da affrontare non sono stati risolti. Occorre dunque intervenire in materia, salvaguardando le posizioni dei lavoratori di importanti stabilimenti industriale ma evitando di perpetuare l'esistenza di enti che non appaiono essenziali, eventualmente trasferendone le funzioni al segretario generale della Difesa.
Si sofferma, inoltre, sulla norma che finanzia lo sviluppo di alcuni programmi d'armamento relativi a settori a elevato contenuto tecnologico. Le criticità di tale disposizione risultano di tutta evidenza qualora si considerino gli esiti dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'armamento riportati nel documento conclusivo approvato dalla Commissione difesa, rivolti al potenziamento delle funzioni di indirizzo e controllo degli organi parlamentari. Tale operazione di rimodulazione dei suddetti finanziamenti risulta invece priva di trasparenza proprio in un settore dove si è manifestata un'elevata sensibilità dell'opinione pubblica.
Infine, si sofferma sulla disposizione relativa all'impiego delle guardie giurate a bordo delle navi private che attraversano le zone soggette a rischio di pirateria,


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sottolineando come la tematica avrebbe richiesto a suo avviso di essere esaminata nell'ambito delle organiche proposte di legge incardinate nelle competenti commissioni, piuttosto che una disciplina frammentaria su cui si interviene in modo stratificato.

Margherita BONIVER (PdL) concorda con la collega Nirenstein circa la specificità del modello italiano di missione all'estero che già negli anni Ottanta, in occasione dell'invio del contingente in Libano guidato dal generale Angioni, ottenne riconoscimenti a livello internazionale per i numerosi interventi di ricostruzione di infrastrutture civili, in particolare sanitarie, nella regione di Shabra e Shatila. Tale specificità si è mantenuta nella missione in Afghanistan che, malgrado la scarsità di risorse, resta il maggior beneficiario di progetti di natura civile.
Quanto alle prospettate modifiche all'articolo 7 e all'articolo 9 del decreto-legge, ritiene che le criticità del provvedimento siano da porre in relazione all'irrompere della nuova figura del Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione. A suo avviso, occorre provvedere con celerità al definitivo chiarimento, possibilmente da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, delle relative deleghe e competenze al fine di scongiurare incroci e sovrapposizioni che possano nuocere ad un settore, quale la cooperazione allo sviluppo, fondamentale per la nostra politica estera.

Stefano STEFANI, presidente, essendo imminente la ripresa dei lavori presso l'Assemblea, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.15.

Commissioni Riunite III e IV - Martedì 17 gennaio 2012


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ALLEGATO

DL 215/2011: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni urgenti per l'amministrazione della difesa (C. 4864 Governo).

NOTE TRASMESSE DAL MINISTERO DELLA DIFESA

BALCANI.

La NATO aveva pianificato per l'operazione Joint Enterprise nei Balcani (KFOR), il piano di disimpegno progressivo denominato Deterrent Presence che, a partire da un impiego iniziale in teatro di un contingente complessivo di 15.000 militari, prevede, attraverso tre passi successivi (denominati Gates), calendarizzati ogni 4/8 mesi e da approvare volta per volta dal North Atlantic Council della NATO, il passaggio alla fase di Minimum Presence (con un impiego di 2.250 militari), da attuare in un arco di tempo di 12/24 mesi.
Il Gate 1 fu raggiunto il 31 gennaio 2010, con KFOR riconfigurata in 5 battle groups e in due ulteriori battle groups quali riserva tattica ed operativa. A ottobre 2010 il NAC autorizzò il passaggio al Gate 2, attuato nel mese di marzo 2011 con una revisione in senso riduttivo del dispositivo NATO. Ciò ha comportato anche per il contingente nazionale in KFOR il passaggio da 1.274 a 525 militari per l'operazione Jont Enterprise che, sommati ai 125 carabinieri impiegati nella missione Eulex, attestavano la presenza nazionale nel teatro Balcanico a far data dal primo semestre 2011 a complessivi 650 militari (525 in Joint Enterprise e 125 in Eulex).
Un'ulteriore riduzione della partecipazione nazionale all'operazione Jont Enterprise, sino a 319 militari, era stata pianificata in concomitanza con la fase denominata Gate 3, inizialmente prevista a partire dal mese di novembre 2011. I disordini occorsi dal mese di luglio 2011 nel nord del Kosovo ed ancora in atto, hanno evidenziato l'insussistenza, al momento, delle necessarie condizioni di sicurezza e stabilità minime, ragion per cui il NAC non ha deliberato il passaggio ai Gate 3 né ha dato indicazioni precise sui tempi in cui poterlo attuare.
Il principio delle operazioni NATO «together in, together out» e la difficoltà di effettuare una, se pur a grandi linee, stima sui tempi del passaggio al Gate 3 non ha consentito di prevedere una riduzione del contingente nazionale per il corrente esercizio finanziario ma, al contrario, tale deterioramento delle condizioni nel nord del Kosovo, hanno fatto sì che la NATO richiedesse lo schieramento in Teatro delle previste e citate forze di riserva nel corrente esercizio finanziario. Tale esigenza, per regolare turnazione, deve essere assicurata dall'Italia e, pertanto, è stato previsto l'impiego di un ulteriore Reggimento italiano di 600 militari per sei mesi, attestando definitivamente la media dei militari nel teatro per l'intero 2012 a 848.

UNMISS (United Nations Mission in South Sudan).

Il Sud Sudan, a partire dal 9 luglio 2011, è divenuto formalmente indipendente dal Nord, a seguito del referendum svoltosi nel mese di gennaio del medesimo


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anno. Nel Paese regna tuttora un clima di forte instabilità, anche a causa delle milizie armate che si oppongono al Governo provvisorio, il cui sviluppo è di difficile prevedibilità.
Alla luce di ciò l'ONU ha dato avvio alla missione «UNMISS», al fine di supportare la stabilizzazione del neonato Stato e di contribuire, tramite interventi di capacity - building ad ampio spettro, al mantenimento delle condizioni di sicurezza, all'affermarsi dell'Autorità statale e allo sviluppo socio-economico dell'area.
Il DPKO (Department of Peace-Keeping Operations) dell'ONU ha a sua volta avviato un'indagine volta a raccogliere adesioni alla missione in parola, per la quale è stato assentito da parte nazionale un contributo pari a due militari. In particolare, è previsto il possibile impiego di 2 Ufficiali per ricoprire posizioni di Staff presso il Comando di UNMISS, ovvero da inviare quali «Osservatori» a partire dal mese di marzo 2012.
In un'ottica prettamente nazionale, un siffatto intervento è funzionale a:
agevolare lo sviluppo del processo di Pace in Medio Oriente, considerata l'influenza delle regione sull'Egitto e sul traffico di armi verso la Striscia di Gaza, attraverso il Mar Rosso ed il Sinai;
cercare di contrastare il radicamento di forme di terrorismo transnazionale;
aumentare la prevenzione dell'escalation delle tensioni locali con il Nord che potrebbero portare a forme di guerra civile e/o problematiche di natura umanitaria;
garantire una maggiore visibilità dell'Italia, nel contesto delle attività di Peace-Keeping delle Nazioni Unite, nonché partecipare alle pertinenti riunioni tecniche del Consiglio di Sicurezza, normalmente riservate ai soli Paesi contributori.
Quanto alle disposizioni contenute alla lettere a), b) e c) del comma 2 dell'articolo 5, va detto che si tratta di norme concernenti il personale la cui urgenza e necessità è evidenziata nella relazione illustrativa al decreto-legge, che si sofferma altresì sulla loro strumentalità alla massima possibile efficienza operativa dello strumento militare impegnato nelle missioni internazionali.
La prima, prevedendo la possibilità del transito nei ruoli sanitari di ciascuna Forza armata a domanda e mediante concorso, di ufficiali di altri ruoli però in possesso delle necessarie lauree od abilitazioni, con ciò consentendo una maggiore disponibilità di medici e di psicologici, anche per le esigenze, rilevanti, delle forze in teatro.
La seconda riguarda la possibilità di ufficiali dell'Esercito del ruolo normale al ruolo speciale anche a Tenenti colonnelli. Come evidenziato in relazione illustrativa, la disposizione risulta urgente e indispensabile per ragioni di impiego nei settori addestrativi e operativi, giacché consente di ripianare le carenze dei capitani dei ruoli speciali, più direttamente coinvolti nei citati settori, adeguando nel contempo le consistenze nel medesimo grado del ruolo normale nel quale si registrano eccedenze rispetto ai volumi organici di legge.
La terza, analoga per finalità a quella della disposizione della lettera a), sui Corpi sanitari, riguarda il transito di ufficiali della Marina laureati in ingegneria o in architettura nel corpo del genio navale, d'ufficio, e a decorrere dal 2013, qualora si tratti di ufficiali appartenenti al ruolo normale delle armi navali, ovvero a domanda, sin dall'anno in corso, nel caso di ufficiali fino al grado di Capitano di fregata provenienti dagli altri ruoli normali della Marina.
Relativamente all'Agenzia Industria Difesa, la lettera e) del comma 2 dell'articolo 5 proroga di tre anni il termine, altrimenti scaduto il 31 dicembre 2011, entro il quale gli stabilimenti gestiti dalla Agenzia in argomento devono conseguire l'obiettivo dell'economica gestione e, a tal fine, rimodula in riduzione il contributo stanziato dalla legge di stabilità del 2012 (6 mln nel 2012, invece di 6,61 mln; 5 mln nel 2013, invece di 6,61 mln; 4 mln nel 2014, invece di 6,61 mln) e consente la prosecuzione dei rapporti di lavoro a


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tempo determinato stipulati dall'Agenzia, anche qui con riduzioni di spesa, espressamente prevedendo la messa in liquidazione degli stabilimenti che al 31 dicembre 2014 non avessero raggiunto l'economica gestione.
È una disposizione evidentemente urgente, anzi indifferibile, e necessaria, anzi indispensabile, per mantenere in vita un organismo deputato ad assicurare la permanenza e l'efficienza gestionale di otto stabilimenti che impiegano oggi 1.300 persone, dipendenti della Difesa, e che sono chiamati ad assicurare il diretto sostegno di attività logistiche correlate all'attività operativa delle Forze armate in Italia e all'estero, particolarmente necessario in un momento in cui le riduzioni degli stanziamenti di bilancio rendono assai più problematico se non impossibile il ricorso all'esternalizzazione del supporto. Peraltro, l'AID è positivamente impegnata, come ha espressamente riconosciuto la Corte dei conti nella Relazione sul rendiconto generale dello Stato per il 2010, in un programma di risanamento e potenziamento produttivo che comprende anche la realizzazione di progetti di riconversione e forme di cooperazione con operatori esterni, dei suoi otto stabilimenti, dei quali alcuni hanno già raggiunto l'obiettivo dell'economica gestione, ovvero sono avviati al suo raggiungimento: lo stabilimento farmaceutico di Firenze, produttore di servizi e medicinali strategici, quali i vaccini, e di farmaci orfani, e impegnato nello sviluppo di un programma di ricerca per il trattamento di vittime da shock emorragico; gli stabilimenti di Noceto (PR) e di Baiano di Spoleto (PG), che operano nel campo del munizionamento terrestre; lo stabilimento di Fontana Liri (FR), per la produzione di propellenti e nitrocellulose; lo stabilimento di Castellammare di Stabia (NA), già attivo nel settore dei cordami, impegnato in un progetto di produzione di materiali e tessuti per applicazioni aeronautiche, d'intesa con l'Agenzia Spaziale Italiana; lo stabilimento di Torre Annunziata (NA), impegnato nella riconversione, nel ricondizionamento e nella manutenzione di mezzi militari terrestri e l'Arsenale di Messina, che svolge analoghe attività per i mezzi marittimi; infine lo stabilimento grafico di Gaeta.

Articolo 5, Comma 4: (riduzione finanziamento programma EFA a favore sicurezza personale nelle Missioni internazionali).

Fra programmi finanziati attraverso le modalità di cui alla legge n. 421 del 1996, ne sono presenti alcuni di grande rilevanza per le operazioni internazionali, in quanto strettamente connessi con le attività operative che i contingenti militari svolgono nei Teatri. Infatti tra questi, in particolare, sia il programma SICRAL-2, indispensabile per sviluppare, tra l'altro, le capacità di comando e controllo, sia Forza NEC, strettamente connesso con la protezione delle forze sia Combat SAR, necessario per le operazioni di ricerca e soccorso in ambienti ove si palesa il rischio di attività ostile, sono ritenuti necessari per assicurare, in condizioni di sicurezza per il personale impiegato, il regolare svolgimento delle operazioni.
In conseguenza, considerato che le disponibilità derivanti dai limiti di impegno precedentemente autorizzati, da ultimo dalle leggi finanziarie/di stabilità 2008 e 2009, in relazione alla richiamata legge n. 421 del 1996, si sono esauriti già per l'annualità 2012, si è reso indispensabile ed urgente intervenire per evitare ritardi nell'evoluzione dei programmi, che potrebbero recare nocumento sia al personale sia alle operazioni in corso.
In tal senso, alla luce del descritto quadro di situazione e della valenza e priorità da attribuire ai richiamati programmi, il Governo ha inteso agire individuando le possibilità di intervento offerte dalle disponibilità del bilancio 2012, come approvato dal Parlamento, senza ulteriormente aggravare con nuove o maggiori spese, nonostante la descritta situazione di assoluta esigenza, il quadro generale della finanza pubblica.
Ciò posto si è provveduto, anche nel più amplio contesto della generale revisione


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dello strumento militare, al momento in corso di approfondimento da parte degli organi tecnici a ciò deputati, ad individuare nell'autorizzazione di spesa di cui alla legge n. 244 del 2007, relativa al programma EFA, quei possibili margini di manovra per reperire, nell'immediato, fondi sufficienti a garantire la prosecuzione delle attività relative all'annualità 2012, rinviando il finanziamento di quelle successive al termine dei richiamati approfondimenti.

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