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Resoconti delle Giunte e Commissioni

Resoconto delle Commissioni riunite
III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa)
Commissioni Riunite III e IV

SOMMARIO

Giovedì 26 gennaio 2012


SEDE REFERENTE:

DL 215/2011: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni urgenti per l'amministrazione della difesa. C. 4864 Governo (Seguito esame e conclusione) ... 3
ALLEGATO (Emendamento dei relatori) ... 8

ERRATA CORRIGE ... 7

Commissioni Riunite III e IV - Resoconto di giovedì 26 gennaio 2012


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SEDE REFERENTE

Giovedì 26 gennaio 2012. - Presidenza del vicepresidente della III Commissione, Franco NARDUCCI. - Intervengono il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù, e il sottosegretario di Stato alla difesa, Gianluigi Magri.

La seduta comincia alle 16.15.

DL 215/2011: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni urgenti per l'amministrazione della difesa.
C. 4864 Governo.

(Seguito esame e conclusione).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 18 gennaio scorso.

Franco NARDUCCI, presidente, avverte che l'inizio della discussione in Assemblea del provvedimento è calendarizzato a partire da lunedì 30 gennaio. Comunica che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, con una condizione, Giustizia, Finanze, Ambiente, Attività produttive, Lavoro, Affari sociali, con due osservazioni e Politiche dell'Unione europea, nonché Comitato per la legislazione, con una condizione e tre osservazioni. La Commissione Bilancio, che non si è ancora espressa, sta invece per riunirsi a tal fine. Ritiene pertanto opportuno sospendere brevemente la seduta per verificare l'eventualità di acquisire il parere mancante.

La seduta, sospesa alle 16.20, è ripresa alle 16.50.

Franco NARDUCCI, presidente, fa presente che la Commissione Bilancio ha inteso riservarsi di esprimere all'Assemblea il parere di competenza. Invita pertanto i colleghi relatori a riferire sui dispositivi dei pareri già espressi.


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Franco FRATTINI (PdL), relatore per la III Commissione, ricorda che le Commissioni hanno già provveduto ad accogliere i rilievi del Comitato per la legislazione in sede emendativa. Quanto all'osservazione della Commissione Affari sociali circa l'opportunità di riservare parte delle risorse destinate alla cooperazione internazionale ad iniziative per l'assistenza sanitaria, la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria, ritiene che tale significativa e condivisibile indicazione possa formare oggetto di un ordine del giorno da presentare in Assemblea.

Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione e relatore per la IV Commissione evidenzia che la Commissione Affari costituzionali ha posto una condizione volta alla soppressione della parola «vincolante» con riguardo al parere delle Commissioni parlamentari, previsto dall'articolo 5, comma 3, come modificato in seguito all'approvazione dell'emendamento 5.20 Villecco Calipari. Tale rilievo nasce in considerazione delle complesse implicazioni procedurali connesse all'applicazione di tale disposizione, compresa la possibilità che vi sia un parere difforme tra le Commissioni dei due rami del Parlamento, nonché dell'incongruità di attribuire natura vincolante a tale parere, che si riferisce ad un atto che rientra nelle competenze proprie del Governo. D'intesa con il relatore per la III Commissione, ha quindi presentato l'emendamento 5.100 (vedi allegato) che recepisce tale condizione.

Augusto DI STANISLAO (IdV) esprime disappunto per il fatto di non poter acquisire il parere della Commissione Bilancio prima di conferire il mandato ai relatori. Ciò costituisce un ennesimo vulnus alle procedure e si lega strettamente ad un'azione di Governo particolarmente irrispettosa del ruolo del Parlamento. Ne costituisce testimonianza la volontà di cancellare la previsione sul carattere vincolante di un parere parlamentare, che era stata introdotta dalle Commissioni nella precedente seduta, evidentemente in conseguenza di una pressione e di una sorta di ricatto politico inaccettabile messo in atto dall'Esecutivo, che dovrebbero quindi essere fermamente respinti, soprattutto nell'attuale delicato momento della vita democratica.
Appare evidente la volontà dell'attuale Esecutivo di rendere sostanzialmente inutile e non incisiva la fase di controllo parlamentare - pur definita dalla legislazione vigente in modo minimale e sicuramente migliorabile - sui provvedimenti relativi ai programmi d'armamento, che appare particolarmente grave trattandosi di un Governo che asserisce di essere tecnico e non politico, così come sembra altrettanto grave la decisione delle Commissioni di accedere a tale impostazione.
Conclude preannunciando che non parteciperà alla votazione dell'emendamento, e che sarà da lui stesso presentata una proposta emendativa per consentire all'Assemblea di ripristinare il testo già approvato dalle Commissioni in prima battuta.

Ferdinando ADORNATO (UdCpTP), pur riconoscendo che l'emendamento è stato adottato all'unanimità, ritiene che non vi sia perdita di dignità da parte del Parlamento nel ragionare ed eventualmente modificare orientamento, per cui contesta al collega Di Stanislao che la questione possa essere posta in termini morali, dal momento che ha invece natura politico-istituzionale. Ricorda peraltro che lo stesso Governo si era alla fine rimesso alle Commissioni.

Giacomo CHIAPPORI (LNP) stigmatizza l'errore compiuto in tal modo dal Governo.

Ferdinando ADORNATO (UdCpTP), ribadisce di condividere l'intento di accrescere la trasparenza nella materia oggetto dell'emendamento, ma ritiene che lo stesso obiettivo possa essere raggiunto con uno strumento diverso dal parere parlamentare, come una comunicazione alle Camere. Nell'apprezzare l'intelligenza istituzionale dell'emendamento testé presentato dai relatori, invita a non capovolgere il rapporto costituzionale tra Parlamento


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e Governo con conseguenze che ridurrebbero il ruolo delle istituzioni rappresentative al di là dell'apparente accrescimento.

Marco BELTRANDI (PD) ritiene che le ragioni sottese all'emendamento approvato dalle Commissioni, anche con il suo convinto contributo, siano tuttora valide. Ribadisce che solo attribuendo carattere vincolante al parere parlamentare si può garantire un ruolo attivo degli organi rappresentativi in procedure decisionali particolarmente delicate e prettamente gestite dai vertici burocratici che, in più occasioni, hanno osteggiato riforme legislative tese a realizzare un penetrante controllo democratico sulla loro attività. Per tali ragioni, dichiara la propria astensione sul voto dell'emendamento dei relatori.

Antonio RUGGHIA (PD) ricorda che le modifiche introdotte al comma 3 dell'articolo 5 sono state ispirate dalle risultanze dell'indagine conoscitiva svolta dalla Commissione difesa, che metteva in evidenza la difficoltà per gli organi parlamentari di esercitare le proprie funzioni di indirizzo e controllo, in assenza di strumenti e procedure - che a suo avviso meriterebbero una modifica - che consentano di avere una visione d'insieme su tutti i programmi di interesse della Difesa. La presenza di norme di semplificazione delle suddette procedure nel decreto-legge ha dunque attirato inevitabilmente l'attenzione e ha indotto a prevedere, almeno in questo ambito, un ineludibile passaggio parlamentare al quale tuttavia, anche in ragione delle valutazioni espresse dalla Commissione Affari costituzionali, ritiene che non sia necessario attribuire natura vincolante. In tal senso, dichiara di condividere l'esigenza di recepire la condizione posta dalla I Commissione nel parere espresso.

Salvatore CICU (PdL) reputa particolarmente produttivo l'approfondimento che è stato svolto in relazione alla materia dei programmi d'armamento e non considera certamente lesiva della dignità parlamentare la decisione di far seguire a tale approfondimento nel merito una riconsiderazione della formulazione del testo. La direzione di marcia proposta dall'emendamento dei relatori, nel senso di escludere la natura vincolante del parere parlamentare si configura peraltro la soluzione tecnicamente più valida e più coerente con i principi generali.

Edmondo CIRIELLI, presidente della IV Commissione e relatore per la IV Commissione, rileva che i procedimenti riferiti all'attuazione dei programmi d'armamento, per stessa ammissione di chi li gestisce, sono piuttosto lunghi e farraginosi, tanto è vero che solo una recente direttiva comunitaria ne ha consentito uno snellimento. Non sarebbe dunque ascrivibile certamente al passaggio parlamentare alcun reale rallentamento del procedimento, che peraltro si attiva solo in occasione di ingenti finanziamenti. Vero è che le Commissioni non sembrano in grado di svolgere un'incisiva azione di indirizzo e controllo, come anche il Governo sembra non averne il pieno controllo, in quanto esse sono interamente assunte sotto la responsabilità dei vertici delle strutture burocratiche, chiamati a gestire rilevanti risorse che, peraltro, a suo avviso, sarebbe comunque necessario incrementare per l'importante funzione cui sono destinate.
Si tratta quindi di una tematica complessa, opportunamente sollevata dall'onorevole Villecco Calipari, ma che è di per sé inidonea ad essere affrontata con strumenti rigidi. Condividendo le preoccupazioni espresse sul piano tecnico, ha quindi ritenuto opportuno sottoscrivere l'emendamento che recepisce il parere della Commissione Affari costituzionali, su cui desidera mantenere una posizione di astensione.

Ettore ROSATO (PD) evidenzia che il tema del finanziamento dei programmi di armamento sia particolarmente sensibile ed attuale, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del Ministro Di Paola, circa la necessità di rimodulare gli impegni.


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Allo scopo di dar seguito all'invito del Ministro ad assumere, come parlamentari, le necessarie responsabilità, formulato durante la sua audizione, egli stesso aveva rivolto al medesimo la richiesta di essere maggiormente informati sugli orientamenti del dicastero in materia, senza tuttavia ricevere alcuna chiara risposta. Al riguardo, crede che invece sia preciso dovere del Governo informare compiutamente il Parlamento.

Francesco BOSI (UdCpTP) rileva che la formulazione dell'emendamento approvato ingenera confusione nelle diverse responsabilità e funzioni spettanti, rispettivamente, al potere legislativo ed a quello esecutivo, tenuto a rispondere agli indirizzi e al controllo parlamentare, ma certamente non a condividere l'attività amministrativa e di gestione. In particolare, la previsione di un parere sul decreto di cui all'articolo 5, comma 3, del provvedimento in esame finisce con il sovrapporsi o sostituirsi al parere che invece, opportunamente, le Commissioni rendono inizialmente sul programma d'armamento nel suo complesso.

Giorgio LA MALFA (Misto-LD-MAIE) osserva che la previsione di un parere vincolante trasferirebbe al Parlamento il potere di decisione, per cui concorda con l'emendamento dei relatori e si associa alle considerazioni del collega Bosi. Ritiene tuttavia valide anche le riflessioni del collega Beltrandi circa il rischio di inutilità di un parere non vincolante, per cui auspica che in Assemblea il Governo voglia proporre una riformulazione che valorizzi la funzione di controllo del Parlamento.

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) osserva preliminarmente che il dibattito nelle Commissioni si è incentrato sulle disposizioni dei commi 3 e 4 dell'articolo 5, in quanto essi intervengono su una materia certamente non direttamente legata alle missioni militari e che, pertanto, a suo avviso, sarebbe stato opportuno stralciare. Ricorda, inoltre, che in sede di votazione degli emendamenti, il Governo si era rimesso alle Commissioni sul suo emendamento, poi approvato.

Il sottosegretario Gianluigi MAGRI precisa che il Governo in quell'occasione non si era semplicemente astenuto dal dare il proprio parere ma aveva invece espresso una posizione motivata ed articolata. Si era infatti anche dichiarato disponibile a mutare l'iniziale invito al ritiro in un parere favorevole, in presenza di una riformulazione dell'emendamento, tesa ad evidenziare il pieno rispetto della disciplina di cui all'articolo 536 del Codice dell'ordinamento militare.
Aveva altresì precisato che il Governo non intendeva sottrarsi alle forme del controllo parlamentare attualmente vigenti, ma solo semplificare una procedura burocratica estremamente intricata, rimettendosi comunque alle Commissioni, essendo le modalità di esercizio delle funzioni parlamentari materia su cui il Governo non possa che prendere atto delle valutazioni e delle determinazioni degli organi a ciò deputati.

Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) segnala che la proposta emendativa manifestava l'esigenza di una più forte partecipazione alle scelte di fondo della nostra politica di armamento da parte degli organi parlamentari, anche per evidenti ragioni di trasparenza delle procedure. È unanime la sensazione che occorra una riforma della normativa attuale funzionale all'acquisizione degli elementi conoscitivi necessari per esercitare incisivamente, e non più come mero organo ratificante, la funzione parlamentare di indirizzo e controllo. Dichiara quindi l'intendimento di presentare un'apposita proposta di legge, mentre manifesta la propria astensione sul voto riferito all'emendamento dei relatori.

Il sottosegretario Gianluigi MAGRI precisa che le perplessità del Governo non riguardano certamente l'esercizio del controllo parlamentare, quanto piuttosto il fatto che esso si esplicherebbe su atti meramente esecutivi di attività che rientrano - e non potrebbe essere diversamente


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- nella sola responsabilità dello Stato maggiore della difesa. Resta ferma l'esigenza di seguire la disciplina vigente, migliorandola ove ritenuto opportuno dal Parlamento, per consentire un adeguato indirizzo politico e parlamentare rispetto alle scelte strategiche di programmazione e pianificazione.
Giudica ingiusta l'accusa rivolta al Governo di sottrarsi al confronto parlamentare, avendo il Ministro Di Paola, per parte sua, espresso in tutte le sedi la disponibilità ad interloquire con il Parlamento, anche in relazione alla riconfigurazione degli investimenti e della riforma dello strumento militare. Conclusivamente, esprime parere favorevole all'emendamento dei relatori 5.100.

Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano l'emendamento dei relatori 5.100 e conferiscono ai relatori stessi, onorevoli Frattini e Cirielli, il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea.

Franco NARDUCCI, presidente, anche a nome del Presidente della IV Commissione, si riserva di designare i componenti del Comitato dei Nove sulla base delle designazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 17.50.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 595 del 24 gennaio 2011, a pagina 12, da: «Conseguentemente al medesimo articolo», prima colonna, quartultima riga, a: «sono corrisposti» seconda colonna, sesta riga, deve leggersi:

«Conseguentemente al medesimo articolo:
al comma 11, quarto periodo, e al comma 14, sesto periodo, sostituire le parole: decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio n. 18 del 1967 e successive modificazioni con le seguenti: decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, e successive modificazioni.

Conseguentemente al medesimo articolo:
al comma 14, quarto periodo, sostituire le parole: decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio n. 18 del 1967 con le seguenti: decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, e successive modificazioni,.

Conseguentemente al medesimo articolo:
al comma 14, sesto periodo sostituire le parole: è corrisposta con le seguenti: sono corrisposti».

Commissioni Riunite III e IV - Giovedì 26 gennaio 2012


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ALLEGATO

DL 215/2011: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni urgenti per l'amministrazione della difesa (C. 4864 Governo).

EMENDAMENTO DEI RELATORI
ART. 5.

Al comma 3, dopo la parola: parere, sopprimere la parola: vincolante.
5. 100. I Relatori.
(Approvato)

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