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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione I
10.
Martedì 22 gennaio 2013
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Bruno Donato, Presidente ... 2

INDAGINE CONOSCITIVA SUI RECENTI FENOMENI DI PROTESTA ORGANIZZATA IN FORMA VIOLENTA IN OCCASIONE DI MANIFESTAZIONI E SULLE POSSIBILI MISURE DI PREVENZIONE E DI CONTRASTO DI TALI FENOMENI

Esame ed approvazione del documento conclusivo:

Bruno Donato, Presidente ... 2 5
Fiano Emanuele (PD) ... 5
Naccarato Alessandro (PD) ... 2
Tassone Mario (UdCpTP) ... 3
Vanalli Pierguido (LNP) ... 4

ALLEGATI:
Allegato 1: Proposta di documento conclusivo ... 7
Allegato 2: Documento conclusivo approvato dalla Commissione ... 22
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Intesa Popolare): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Centro Democratico: Misto-CD; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Autonomia Sud - Lega Sud Ausonia - Popoli Sovrani d'Europa: Misto-ASud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Italia Libera-Liberali per l'Italia-Partito Liberale Italiano: Misto-IL-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL; Misto-Diritti e Libertà: Misto-DL.

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COMMISSIONE I
AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 22 gennaio 2013


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DONATO BRUNO

La seduta comincia alle 15,05.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna, sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Esame del documento conclusivo.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui recenti fenomeni di protesta organizzata in forma violenta in occasione di manifestazioni e sulle possibili misure di prevenzione e di contrasto di tali fenomeni, l'esame del documento conclusivo.
Ricordo che l'indagine conoscitiva, deliberata il 18 gennaio 2012, si è articolata nello svolgimento di audizioni (9 sedute) e nell'acquisizione di documentazione, secondo quanto previsto dal programma dell'indagine medesima.
Presento una proposta di documento conclusivo, già resa nota informalmente ai componenti della Commissione, che sintetizza i lavori svolti, le problematiche emerse e le possibili linee di intervento sulla materia (vedi allegato 1).

Do la parola ai colleghi che intendono intervenire sulla proposta di documento o per dichiarazione di voto.

ALESSANDRO NACCARATO. Intervengo brevemente poiché il lavoro che è stato svolto è del tutto condivisibile, anche nel metodo. Condivido, infatti, la scelta di attenersi in maniera oggettiva ai contenuti delle audizioni svolte, in quanto ritengo che alla fine emerga un quadro esaustivo sul tema oggetto dell'indagine della Commissione.
Vorrei aggiungere una considerazione su un tema che, per quanto non sia necessario inserirlo nella relazione finale, mi pare tuttavia giusto sottolineare. Nel dibattito che si è aperto dopo i fatti del 15 ottobre 2011 negli ambienti antagonisti, soprattutto da parte di alcuni centri sociali opportunamente descritti nel corso delle audizioni, si è ripreso a utilizzare alcune parole d'ordine che, oltre a destare elementi di preoccupazione, consentono di comprendere come azioni e fatti descritti nell'indagine siano stati conseguenze di una strategia ben pensata e organizzata. Non siamo dunque di fronte a fenomeni spontanei, ma di fronte a fenomeni organizzati in maniera spesso anche molto articolata e precisa, come si è visto nel corso della manifestazione del 15 ottobre 2011 e anche in avvenimenti successivi.
In particolare, il fatto che si siano riproposte parole d'ordine quali «illegalità di massa», «contropotere», «conflitto organizzato contro le istituzioni», e che queste parole d'ordine siano entrate nel circuito del dibattito dei centri sociali antagonisti, credo che debba destare preoccupazione.
Questo conferma anche l'opportunità della scelta di deliberare l'indagine della Commissione per conoscere quei fatti e


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per spiegarne le ragioni. Credo che la relazione finale restituisca il senso di quella volontà e delle audizioni che sono state svolte.
Ritengo che questo possa diventare, anche nel corso della prossima legislatura, uno strumento di lavoro da cui partire e di cui tenere conto per approfondire queste tematiche e per prevenire - come è anche nelle intenzioni con cui l'indagine è stata deliberata - questo tipo di comportamenti e di azioni.
A fronte di questa mia considerazione, non serve alcuna integrazione del documento conclusivo, essendo il quadro descritto molto preciso, e approfitto per ringraziare del lavoro che è stato fatto. Tuttavia tenevo a fare questa osservazione, perché mi pare che aiuti a comprendere ancora di più il quadro medesimo.

MARIO TASSONE. Signor presidente, riprendendo il ragionamento dell'onorevole Naccarato, ritengo che l'iniziativa di deliberare un'indagine conoscitiva sui fenomeni di protesta e su alcune degenerazioni che si sono verificate durante le relative manifestazioni sia stata una buona scelta da parte della Commissione.
A mio avviso, la relazione prodotta rispecchia fedelmente le audizioni e i contributi sono stati sottoposti alla nostra attenzione e alla nostra riflessione.
Debbo ringraziare lei, signor presidente, e i colleghi della sensibilità dimostrata. Ringrazio anche gli uffici della loro collaborazione.
Sebbene nella relazione abbiamo tentato di intercettare le valutazioni e i giudizi che sono stati consegnati alla nostra attenzione da parte degli auditi, permangono quei dubbi e quelle perplessità che hanno accompagnato sia la decisione di svolgere questa indagine conoscitiva che i lavori dell'indagine medesima. Esiste un problema di coordinamento, esiste un problema di prevenzione, esiste un problema di raccordo, esiste un'esigenza di intercettare e di isolare i gruppi mobili presenti nel nostro Paese che hanno più volte creato condizioni di insostenibilità nel corso delle manifestazioni stesse.
Il movimento antagonista, in particolare le divisioni al suo interno e le discussioni tra i soggetti portatori di posizioni più moderate e i più radicali - soprattutto gli aderenti alla FAI (Federazione anarchica informale) - credo che siano una realtà da monitorare ed è necessario trovare il modo di isolarla. Non basta rifarsi continuamente - come ha fatto lo stesso Ministro dell'interno - alla legge n. 121 del 1981; bisogna creare gli strumenti di carattere organizzativo. Non è nemmeno un problema di quantità di forze dell'ordine, ma è un problema di investigazione, di intercettazione, di conoscenza. Si tratta di capire come bloccare in termini preventivi questi gruppi che si inseriscono nelle grandi manifestazioni.
Noi abbiamo detto più volte che le manifestazioni si svolgono spesso senza controllo e sono diverse da quelle che si organizzavano nella metà degli anni Cinquanta dello scorso secolo. All'epoca, le organizzazioni sindacali avevano strutture che garantivano l'ordine durante lo svolgimento delle manifestazioni, mentre oggi è sempre maggiore il pericolo di processi degenerativi.
I numeri che ci sono stati forniti, che indicano che a fronte di tante manifestazioni ci sono state poche degenerazioni, a mio avviso dicono poco. Nel momento in cui si fa riferimento continuamente alla FAI ed esistono certamente organizzazioni paramilitari che partecipano alle manifestazioni con strumenti pericolosi, con vere e proprie armi, ritengo che si debba comprendere come isolare questi gruppi estremisti.
È stato rilevato nel corso di alcune audizioni che non è possibile adottare il sistema che si è adottato per gli stadi; posso capirlo, però bisogna individuare altri strumenti perché le manifestazioni hanno certamente evidenziato l'inanità delle forze dell'ordine rispetto all'esplodere di questi fenomeni.
Se un giudizio si deve esprimere, signor presidente, sulla relazione che consegniamo alla prossima legislatura, per chi vorrà utilizzare il lavoro che è stato svolto, va detto che si dovrà operare in sede


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normativa, ma soprattutto i Governi che si succederanno dovranno lavorare per una riforma radicale della legge n. 121 del 1981.
Noi siamo attenti ad alcune innovazioni che hanno riguardato la legge n. 121 del 1981, le strutture formative, ma credo che esse siano insufficienti. Ritengo che in questo momento ci si debba preparare per quanto riguarda le manifestazioni, ma soprattutto comprendere come da tutto questo si evinca che esiste un nucleo paraterroristico all'interno del nostro Paese, con collegamenti anche a livello internazionale.
Tutto questo fa prefigurare una situazione sempre più minacciosa e pericolosa. Gran parte degli auditi hanno riferito che la situazione rischia di aggravarsi sempre più a causa della crisi economica e dello sfilacciamento di carattere sociale. Questo è un forte richiamo; non si tratta soltanto della degenerazione delle manifestazioni, ma esiste un disegno pericoloso, che oggi è sottotraccia.
Ritengo che sia le forze dell'ordine sia i responsabili dei servizi di informazione abbiano dato un contributo. Tuttavia, forse sarebbe stato opportuno fare un passo in avanti e dare un'indicazione. Le rassicurazioni che sono state espresse, a mio avviso, minimizzano il pericolo, e c'è stato il tentativo di farlo da parte di qualcuno.
Non citerò i nomi, ma ricordo che alcuni auditi hanno fatto un'autoesaltazione, come se si trattasse di un problema personale o di un problema del loro Corpo o della loro struttura. Ritengo, invece, che il problema sia molto più grande e più complesso.
Signor presidente, esprimo certamente il mio assenso a questo documento conclusivo, con queste raccomandazioni ma soprattutto con alcune perplessità rispetto a talune conclusioni che ci sono state riferite da parte di molti auditi.
Certamente con questo documento si lascia una materia aperta. Noi abbiamo fatto un lavoro, quello che si poteva fare, e lo abbiamo fatto in un arco di tempo molto ampio. Abbiamo iniziato a monitorare le manifestazioni del luglio e dell'ottobre 2011, ma in questo arco di tempo, dal momento in cui abbiamo avviato questa indagine conoscitiva, ci sono state altre manifestazioni. Questo fa comprendere che la situazione è in fieri.
Anche se non si sono più verificate situazioni particolari, vorremmo capire come vengono contrastati questi nuclei paramilitari che si organizzano e si addestrano a livello internazionale. Certamente manca, a mio avviso, una visione e una collaborazione fra Paesi a livello europeo.
Ci sono alcuni interrogativi che pesano gravemente sulle situazioni cui abbiamo assistito, interrogativi che permangono anche alla conclusione di questa nostra indagine. Un'indagine può fotografare una situazione, come noi abbiamo fatto, ma lascia molte zone d'ombra che devono essere scoperte attraverso una riorganizzazione e il coordinamento delle forze di polizia, in un raccordo sempre più forte con i servizi di informazione. È necessario condurre una grande mobilitazione e un'azione di isolamento di questi gruppuscoli estremisti.
Il dibattito che si è svolto successivamente sul numero di identificazione delle forze dell'ordine è importante, ma è più rilevante comprendere perché non è stato possibile isolare molti gruppi che si inseriscono nelle manifestazioni. Questo non ci è stato detto, non lo abbiamo capito. Si tratta ovviamente di disfunzioni e debolezze presenti nell'organizzazione delle forze dell'ordine.
Signor presidente, rinnovo il mio ringraziamento a lei, ai colleghi e agli uffici per aver presentato alla nostra attenzione questa relazione che, a mio avviso, lo ribadisco, rispecchia fedelmente l'impegno che avevamo assunto e che abbiamo svolto certamente con attenzione e soprattutto con grande sensibilità istituzionale, per la tranquillità e per la serenità del nostro Paese.

PIERGUIDO VANALLI. Signor presidente, non intendo soffermarmi sul documento


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conclusivo in quanto tale, poiché lo ha già fatto ampiamente il collega Tassone.
Siamo d'accordo sulla necessità di tenere alta l'attenzione sui fenomeni indagati e sull'esigenza di individuare nuovi interventi legislativi, da parte del prossimo Parlamento, affinché si possa rafforzare l'attività di prevenzione e di contrasto di questi fenomeni.
Vorrei suggerire una piccola modifica testuale alla relazione. All'ultima pagina, alla terz'ultima riga, dove si legge «consentendo al personale delle forze di polizia di svolgere con professionalità», propongo di modificare nel modo seguente: «consentendo al personale delle forze di polizia di continuare a svolgere con professionalità».

PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, la modifica si intende accolta.

EMANUELE FIANO. Signor presidente, come già preannunciato dal collega Naccarato, vorrei esprimere il nostro voto favorevole al documento conclusivo. Intendo ringraziare il presidente e gli Uffici per il livello egregio della relazione che qui ci viene illustrata e per la fedeltà al dibattito.
Desidero ringraziare anche l'onorevole Tassone, che è stato promotore di questa indagine conoscitiva che credo abbia avuto il pregio di farci uscire dalla frenesia della cronaca su alcuni episodi di violenza che si sono succeduti all'interno di alcune note manifestazioni e cortei che si sono svolti nella città di Roma, per approfondire elementi di merito e di struttura sia dei segmenti sociali che in quelle sedi sono stati rappresentati, sia delle rappresentanze politiche e di movimento che in quei contesti hanno manifestato, sia della capacità di analisi della nostra intelligence in generale e delle forze dell'ordine in merito a come questi episodi vadano trattati.
Ovviamente l'auspicio è che non ci si debba più occupare di episodi di violenza all'interno di simili cortei, ma credo che il percorso che abbiamo svolto all'interno della Commissione sia stato di stimolo perché alcune innovazioni normative in questo ambito possano essere introdotte.
Penso che il lavoro che abbiamo svolto sarà propedeutico a ragionamenti che la prossima legislatura potrà intraprendere, in questo ramo del Parlamento o nell'altro, insieme a innovazioni di tipo normativo o di tipo strutturale.
Il nostro parere favorevole è dovuto anche al fatto che questo lavoro ha comunque esaltato il ruolo del Parlamento, laddove, presi dalla elaborazione legislativa su questioni di carattere generale, spesso tralasciamo episodi che sembrano più appartenere alla cronaca quotidiana di questa o di quella città.
Esprimo il nostro plauso a questa indagine conoscitiva, a chi l'ha promossa, al lavoro della Commissione. Ribadiamo il nostro voto favorevole sul documento conclusivo.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, porrò quindi in votazione la proposta di documento conclusivo nei termini suggeriti dal collega Vanalli.
Prima del voto intendo ringraziare tutti voi e naturalmente gli Uffici della Camera che ci sono stati vicini in questi cinque anni non facili. Grazie a loro siamo riusciti a fare quel poco, probabilmente, che abbiamo fatto. La volontà era tanta, ma di fatto credo che tanti provvedimenti siano rimasti per così dire un po' «strozzati». Ci auguriamo tutti che l'attività legislativa nella prossima legislatura possa essere migliore.
Rivolgo ancora agli Uffici un ringraziamento di cuore e credo di rappresentare il pensiero di tutti i colleghi. A volte anche quando ci siamo scontrati tra di noi, gli Uffici sono stati la spina dorsale che ha reso possibile quello che si è realizzato, pur - lo ripeto - con grande difficoltà.
Tanti di noi la prossima legislatura non saranno presenti in questa Commissione; chi è stato fortunato non ci sarà perché con molta probabilità sarà eletto nell'altro ramo del Parlamento. Credo, tuttavia, che ognuno di noi abbia cercato di fare gli


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interessi soprattutto della comunità; se ci sia riuscito o meno, questo è un altro capitolo.
Credo che ognuno di noi sia portatore di valori positivi. Questo è l'aspetto che è sempre emerso in questa Commissione: anche nello scontro, ognuno è stato portatore di quegli interessi sani del Paese che dobbiamo tutti continuare a perseguire, fuori o dentro il Parlamento.
Ritengo che un'esperienza di questo genere ci porti sicuramente a condividere l'idea che la salvaguardia delle istituzioni sia la cosa più importante. È un obiettivo che si può perseguire sia stando dentro che stando fuori dal Parlamento.
Ringrazio inoltre tutti di cuore - parlo a titolo personale, non come presidente ma come amico - perché se ho ottenuto determinati riconoscimenti lo devo anche a voi, colleghi, e alla serenità dei lavori di questa Commissione e al modo in cui ci siamo integrati e amalgamati.
Ringrazio infine - consentitemelo - il collega Tassone, il decano della nostra Commissione. Mi fa infatti piacere chiudere questa nostra esperienza con il documento conclusivo di un'indagine conoscitiva ispirata soprattutto dall'amico Mario Tassone, che ritengo sia una risorsa, persona valida e certamente degna di avere il massimo del nostro affetto e della nostra stima. Vi ringrazio ancora.
Pongo in votazione la proposta di documento conclusivo, nel testo riformulato (vedi allegato 2).
(È approvata).

Dichiaro conclusa la seduta.

La seduta termina alle 15,30.

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