Sulla pubblicità dei lavori:
Colombo Furio, Presidente ... 2
INDAGINE CONOSCITIVA SULLE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI NEL MONDO
Seguito dell'audizione del ministro Valentino Simonetti, presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani:
Colombo Furio, Presidente ... 2 3 4 6 7 8
Pianetta Enrico (PdL) ... 4 6 8
Simonetti Valentino, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani ... 2 3 4 5 6 7
8
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.
Resoconto stenografico
INDAGINE CONOSCITIVA
La seduta comincia alle 14,05.
(Il Comitato approva il processo verbale della seduta precedente).
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo, il seguito dell'audizione del ministro Valentino Simonetti, presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani.
Chiediamo al ministro di completare ciò che aveva già rappresentato a questo Comitato nella seduta dell'11 dicembre scorso, quindi di ascoltare eventuali osservazioni e domande, che saranno di particolare rilievo dato il compito da lui svolto.
Nel ringraziarlo per la sua presenza, do la parola al ministro Valentino Simonetti.
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Grazie, presidente. Oggi, mi sembrava utile fornire qualche elemento sul meccanismo di protezione dei diritti umani di più recente istituzione a livello internazionale, la cosiddetta «revisione periodica universale», che si iscrive nel Consiglio dei diritti umani. L'organo che per sessant'anni nell'ambito delle Nazioni Unite si è occupato di tutela e promozione dei diritti umani, ovvero la Commissione dei diritti umani, è stato abolito nel 2006 e sostituito dal Consiglio dei diritti umani.
Il Consiglio dei diritti umani è abbastanza simile alla vecchia Commissione, ma ha introdotto alcuni elementi di novità, il più importante dei quali, la procedura di esame periodico universale, rappresenta un fatto nuovo nell'intero panorama delle Nazioni Unite. Questa vuole essere un meccanismo di esame della situazione dei diritti dell'uomo di tutti i Paesi delle Nazioni Unite, cui saranno sottoposti a turno tutti i 192 Paesi delle Nazioni Unite.
L'esame si svolge in sessioni apposite del Consiglio dei diritti umani, che richiedono ogni anno alcune settimane di lavoro. Ci sono tre sessioni ogni anno e questa attività specifica è organizzata in modo che ogni anno vengano esaminati 48 Paesi, cosicché siano esaminati nel giro di un quadriennio tutti i Paesi delle Nazioni Unite.
Tale esame avviene in Assemblea, quindi nella plenaria del Consiglio, che è composto di 47 Paesi eletti dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. L'Italia fa parte di questi 47 sino al 2010, ovvero sino all'anno prossimo. Questo meccanismo di revisione periodica universale si svolge in un dibattito aperto, cui partecipano non solo gli Stati membri del Consiglio dei diritti umani, ma anche tutti gli altri Paesi che hanno comunque status di osservatore del Consiglio e la società civile. Appare dunque molto importante la partecipazione
della società civile, laddove le grandi ONG che si occupano di diritti umani partecipano a questo genere di dibattito ed esprimono le loro osservazioni.
Tecnicamente, questo esame si svolge in due fasi. Nella prima, che si svolge attraverso un gruppo di lavoro a composizione aperta a tutti i Paesi membri del Consiglio dei diritti umani, ha luogo il vero esame, che dura tre ore per ciascun Paese, mentre nella seconda si riconvoca il Consiglio dei diritti umani in sessione plenaria, che adotta il documento finale che riassume la procedura e fornisce qualche indicazione al Paese esaminato.
L'esame si svolge sulla base di tre documenti: un rapporto nazionale fatto dal Paese, un secondo rapporto preparato dall'ufficio dell'Alto commissario per i diritti umani, che è composto da una compilation di tutte le informazioni provenienti dai diversi strumenti e meccanismi di monitoraggio della situazione dei diritti umani del Paese in esame, una compilazione sintetica di tutte le informazioni, che devono essere credibili e affidabili, secondo il dettato della risoluzione che ha istituito la procedura, messe a disposizione in sostanza dalle ONG. Questi tre documenti hanno identico status e costituiscono la base della discussione.
Questo meccanismo opera ormai dagli inizi dell'anno scorso, per cui è ancora presto per esprimere valutazioni definitive sulla sua effettiva efficacia. Ci sono sicuramente aspetti positivi, ma naturalmente anche ombre. Fra gli aspetti positivi menzionerei innanzitutto il fatto che per la prima volta nessun Paese possa sottrarsi a questo genere di scrutinio in sede di Nazioni Unite, mentre in precedenza i grandi Paesi avevano sempre la possibilità di sottrarsi a un esame. Per la prima volta, la Cina è stata quindi sottoposta in ambito delle Nazioni Unite a un esame della sua situazione dei diritti umani.
Fra gli aspetti meno positivi si annovera l'esigenza che il meccanismo si assesti. Stanno infatti già emergendo schermaglie procedurali su come si debba tenere il dibattito, su quanti interventi siano possibili, perché Paesi quali la Cina che è stata esaminata da poco sono in grado di mobilitare molti interventi di Paesi in suo favore invece che interventi critici, aspetti che nel résumé della sessione pesano sulla valutazione finale del Paese. Tale procedimento tuttavia deve ancora assestarsi. Da parte italiana e di tutti i Paesi europei c'è il massimo impegno affinché questo strumento sia il più efficace possibile e sempre aperto all'apporto fondamentale della società civile, aspetto essenziale, e che ciascuno di noi si presenti all'esame ben preparato e con un solido rapporto nazionale, dimostrando l'impegno del Paese alla tutela dei diritti umani anche sul piano interno.
Con il meccanismo di rotazione adottato, il turno d'esame dell'Italia cadrà fra un anno, nel febbraio 2010. Sarà un momento importante per il nostro Paese, in cui si dovrà fornire un'ampia panoramica di quanto facciamo nell'ambito dei diritti umani, di quali possono essere i problemi, e dovremo essere pronti a rispondere alle osservazioni espresse a livello internazionale, che ogni anno riportiamo nel rapporto che il Comitato interministeriale che presiedo fornisce al Parlamento dal 1999, utile fonte di conoscenza per le Camere per valutare le nostre attività e la visione che hanno del nostro Paese i meccanismi internazionali di tutela dei diritti dell'uomo.
Resto a vostra totale disposizione per rispondere a eventuali quesiti. Grazie.
PRESIDENTE. Vorrei sapere se l'Italia sia esaminata per la prima volta e quindi non si abbiano precedenti punti di riferimento.
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. È la prima volta per l'Italia e per tutti i Paesi, perché il meccanismo opera da meno di un anno.
PRESIDENTE. Nella scala dei 192 Paesi, quando tocca a noi?
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Non ho fatto il conto, si procede attraverso un meccanismo di estrazione a
sorte a condizione che i primi Paesi esaminati siano i 47 membri del Consiglio dei diritti umani, di cui ogni anno c'è un parziale rinnovo. L'Italia sarà fra il quarantesimo e il cinquantesimo Paese esaminato.
PRESIDENTE. Vorrei aggiungere un comma alla domanda, chiedendole se il referente sia il Ministro degli esteri.
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Sì, il referente è il Ministro degli esteri.
PRESIDENTE. Per ciascun Paese? Oppure l'ambasciatore alle Nazioni Unite o una delegazione ad hoc?
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Abbiamo vari modelli. Alcuni Paesi si sono presentati con una delegazione guidata a livello politico, altri con una delegazione guidata dal rappresentante permanente a Ginevra, altri ancora con una delegazione guidata da figure analoghe alla mia. Si tratta quindi di una situazione abbastanza diversificata.
PRESIDENTE. Il Consiglio lascia liberi di scegliere i vari Paesi.
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Assolutamente liberi, senza alcuna prescrizione sul livello della delegazione, purché sia adeguato. Non c'è mai prescrizione nell'ambito delle Nazioni Unite. Chi sta dietro il «cartello» Italia rappresenta l'Italia.
PRESIDENTE. Richiede una documentazione scritta e documentata oppure orale e argomentata?
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Si richiede un rapporto scritto del Paese, che viene letto ma già distribuito molto prima della sessione, perché deve essere poi tradotto nelle cinque lingue delle Nazioni Unite. Il documento viene fornito ad esempio in inglese e prima della discussione sarà reperibile nelle altre lingue delle Nazioni Unite.
PRESIDENTE. Do ora la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.
ENRICO PIANETTA. Innanzitutto ringrazio il ministro Simonetti per questa ulteriore serie di informazioni che completano la precedente audizione presso questo nostro Comitato ed evidenziano l'impegno e l'importanza del Comitato interministeriale dei diritti umani, che è presieduto dal ministro Simonetti. Questo è indubbiamente un grosso impegno, di cui lo ringrazio.
Come evidenziato nella relazione svolta in occasione dell'esame presso questo Comitato della relazione del ministro sull'attività del Comitato interministeriale dei diritti umani, su alcuni punti l'Italia deve ancora sviluppare una serie di elementi, che del resto ci vengono sollecitati. Un elemento è stato affrontato nelle ore passate, quando abbiamo ratificato la Convenzione sulla protezione e la promozione dei diritti delle persone con disabilità, che ci era stata particolarmente segnalata. Oltre a questo, però, ci sono altri elementi. Siamo ancora in una fase in cui non abbiamo adempiuto a tutti gli impegni per quanto riguarda la Corte penale internazionale. Un altro tema riguarda un provvedimento più completo e organico per quanto riguarda la questione della tortura. Questi elementi saranno particolarmente evidenziati in occasione della revisione periodica universale, cui il nostro Paese sarà sottoposto nel febbraio 2010.
Vorrei sapere quindi attraverso quali normative, procedure o elementi il Comitato possa contribuire ad agevolare lo svolgimento della procedura, in modo che l'Italia possa presentarsi a quella scadenza in condizioni migliori rispetto a quelle attuali.
Per quanto riguarda i documenti, il primo è il rapporto italiano, mentre il secondo è un documento dell'ufficio dell'Alto rappresentante per i diritti umani
delle Nazioni Unite. Vorrei sapere se questo documento sia già stato preparato nelle sue grandi linee, come eventualmente gli uffici dell'Alto rappresentante possano acquisire elementi, se quindi richiedano anche il contributo dell'Italia, e come il mondo delle organizzazioni non governative contribuisca alla redazione e definizione del rapporto che costituisce il terzo documento.
Queste considerazioni possono fornirci una serie di elementi anche perché forse, presidente, il nostro intendimento e quello di definire un documento che possa essere elemento di utilità per lo svolgimento di questi percorsi e la definizione del contributo del Parlamento.
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Grazie, onorevole Pianetta. I suoi quesiti sono molto pertinenti. Risponderò partendo dalle ultime domande sulla procedura della revisione universale e in particolare sulla documentazione. Il rapporto nazionale viene scritto dal Governo, sarà un compito affidato al Comitato interministeriale dei diritti umani.
La compilazione che viene effettuata dall'ufficio dell'Alto commissario è una sintesi di tutte le osservazioni effettuate dai treaty body, i comitati delle Nazioni Unite che vigilano sull'osservanza di ciascuna convenzione in materia dei diritti dell'uomo, che hanno esaminato periodicamente l'Italia, e dagli special rapporteur, gli esperti incaricati di vigilare sull'attuazione di un determinato settore quale la situazione dei migranti, la libertà di espressione, la violenza nei confronti delle donne. Tutti questi rapporti che riguardano l'Italia sono condensati in un documento, che quindi evidenzierà le osservazioni formulate da tutti questi organismi, fra cui il Comitato che si occupa della tortura delle Nazione Unite, presso il quale l'Italia ha sostenuto l'esame Paese nel 2007 e di cui sono riportati i risultati nel rapporto al Parlamento.
Per quanto riguarda la nostra partecipazione al Consiglio dei diritti umani e quindi alla revisione periodica universale, vorrei ricordare che quando l'Italia si è candidata al Consiglio nel 2006 ha assunto una serie di impegni volontari, come richiesto dalla risoluzione istitutiva del Consiglio. Questi comprendono anche tre iniziative di carattere legislativo interno, cioè di adeguamento dell'ordinamento nazionale alle prescrizioni provenienti dai vari fori internazionali. Il primo elemento è l'istituzione di una commissione nazionale indipendente per la tutela e la promozione dei diritti dell'uomo, impegno che abbiamo assunto a suo tempo perché da tempo richiestoci da tutti i meccanismi di tutela dei diritti dell'uomo, sia in ambito delle Nazioni Unite che in ambito del Consiglio d'Europa. Da anni, quindi, siamo sollecitati a dotarci di una simile istituzione, così come delineata nell'ambito delle Nazioni Unite.
Il secondo aspetto su cui abbiamo assunto un impegno, perché sollecitati in ambito internazionale da tempo, è quello della ratifica del protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla tortura. Anche questo adempimento presenta alcune complessità sul piano tecnico e legislativo, sul quale eventualmente potrò soffermarmi in seguito. Il terzo adempimento che ci viene richiesto in sede internazionale e che abbiamo assunto come impegno volontario è quello dell'adeguamento dell'ordinamento nazionale allo Statuto della Corte penale internazionale. Questi sono i tre elementi.
Per quanto riguarda il primo, la costituzione di una Commissione nazionale indipendente, il Ministro Frattini, in occasione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo ha annunciato che c'è un testo in via di definizione nel nostro Ministero per la costituzione di questo organismo nazionale indipendente di tutela e promozione dei diritti dell'uomo, che deve essere pienamente conforme agli standard elaborati in ambito internazionale e che quindi come amministrazione contiamo di sviluppare rapidamente e di presentare al concerto interministeriale e auspicabilmente mandarlo in Parlamento in tempi relativamente ristretti.
Il secondo provvedimento è la ratifica del protocollo opzionale alla Convenzione
sulla tortura, che non aggiunge altri elementi alla definizione della tortura, ma aggiunge due meccanismi di prevenzione: un Comitato internazionale dotato della capacità di compiere ispezioni periodiche nei Paesi che avranno sottoscritto il protocollo e che dovrà essere affiancato da un analogo organismo nazionale, che effettui lo stesso tipo di attività.
Alla ratifica del protocollo opzionale è dunque immediatamente collegato l'obbligo di istituire un meccanismo interno, che adempia a queste funzioni. I modelli possono essere vari, come ad esempio un organismo creato ad hoc. Il protocollo non specifica come debba essere, se collegiale o individuale, ma lascia ad ogni Stato la possibilità di trovare la formula migliore. La prescrizione è che deve trattarsi di un organismo efficace e totalmente autonomo. Può essere anche una sezione della Commissione nazionale indipendente per la tutela e la promozione dei diritti dell'uomo, formula che qualche Paese ha adottato.
Per quanto riguarda l'adeguamento allo Statuto della Corte penale internazionale, da tempo è nata una concertazione interministeriale e possiamo auspicare che quanto prima si concluda e si possa presentare in Parlamento il necessario provvedimento legislativo.
Sarò ben lieto di rispondere a eventuali domande.
ENRICO PIANETTA. C'era solo da sviluppare ulteriormente la questione delle organizzazioni non governative.
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. In ambito Nazioni Unite, esistono procedure speciali per permettere l'accreditamento di organizzazioni non governative presso una serie di Assemblee delle Nazioni Unite, presso l'Assemblea generale, presso i vari Comitati e presso il Consiglio dei diritti umani. Vi è una lunga lista di organizzazioni non governative - anche da parte italiana ce ne sono parecchie - che sono regolarmente accreditate e quindi partecipano regolarmente ai lavori. Queste sono le organizzazioni che principalmente possono quindi scrivere all'ufficio dell'Alto commissario in occasione dell'esame universale di un determinato Paese, per segnalare aspetti specifici.
A livello europeo ci siamo battuti molto affinché la possibilità di inviare segnalazioni all'ufficio dell'Alto commissario non fosse limitata alle sole organizzazioni non governative che sono accreditate alle Nazioni Unite, ma fosse estesa anche a quelle che non lo sono. Questa peculiarità ha una ragione precisa: in molti Paesi in cui la situazione dei diritti umani è difficile anche la vita delle organizzazioni non governative che si occupano di diritti umani è difficile. Si tratta quindi di organizzazioni che talvolta hanno enormi difficoltà a ottenere l'accreditamento in sede di Nazione Unite. Ci sono battaglie notevoli per l'opposizione di un certo gruppo di Paesi, per cui si è voluto lasciare la porta aperta anche a osservazioni provenienti da organizzazioni non riconosciute, che non partecipano direttamente ai lavori delle Nazioni Unite.
PRESIDENTE. Vorrei chiederle di ricordarci, signor ministro, quali Ministeri siano rappresentati per conto o direttamente dai ministri nel gruppo interministeriale che lei coordina.
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. I Ministeri che fanno parte del Comitato interministeriale sono praticamente tutti, salvo il Ministero dell'economia. Ci sono anche vari enti, l'Arma dei carabinieri, la Guardia di finanza, tutte le entità che possono svolgere ruoli e avere incidenza sulla tutela dei diritti umani sul piano nazionale. Ne fanno parte anche la Conferenza dei presidenti di regione, l'ANCI, UNICEF Italia. È un comitato molto ampio, come si addice alle sue funzioni. Nel tempo, la sua composizione è andata allargandosi.
PRESIDENTE. Ringrazio il ministro perché nell'ascoltare emergono aspetti curiosi. Sebbene infatti sia meglio abundare quam deficere, la presenza del Ministro dell'interno e dei dipendenti del Ministro
dell'interno curiosamente rende dal punto di vista strettamente logico pletorica e ridondante la rappresentanza. Infatti, per esempio, come può un comandante dei Carabinieri assumere posizioni diverse da quelle dei due ministri che lo rappresentano, della difesa e e dell'interno?
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Preciso che è un comitato a livello di funzionari, non è un comitato a livello politico, e io stesso sono un funzionario. I rappresentanti del Ministero dell'interno che siedono nel Comitato sono dunque funzionari e così vale per tutte le altre amministrazioni. D'altra parte, i documenti che dobbiamo produrre come Comitato sono unitari. Bisogna trovare un linguaggio che metta d'accordo tutte le amministrazioni. Sono approvati collegialmente.
PRESIDENTE. Lei ha detto che è non politico, ma tecnico, però esiste un organigramma nel quale qualcuno ha più responsabilità, altri meno, qualcuno decide e qualcuno non decide.
Vorrei porre una domanda che persino ai miei occhi è azzardata, che però la prego di considerare con attenzione, nei limiti in cui è possibile rispondere. Vorrei sapere se eventi come quelli del G8 di Genova siano stati oggetto di attenzione, di discussione o almeno di presentazione, relazione e descrizione nell'ambito di questo Comitato.
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Certamente, perché su quegli eventi e sui loro seguiti abbiamo ricevuto varie richieste di informazioni dagli special rapporteur delle Nazioni Unite. Abbiamo dovuto rispondere a domande in occasione dell'esame Italia in vari comitati, fra cui il Comitato tortura, di cui c'è il resoconto all'interno della relazione al Parlamento sull'attività del Comitato. All'interno del Comitato non dibattiamo l'argomento, ma dobbiamo trovare gli argomenti per rispondere ai quesiti che ci vengono formulati in sede internazionale.
PRESIDENTE. Il Comitato agisce da organo tecnico di difesa delle azioni del Governo o da organo tecnico di accertamento qualunque sia l'accertamento da mettere a disposizione degli enti che vi si rivolgano?
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. A seconda delle funzioni che svolge. L'azione prevalente del Comitato è quella di fornire le posizioni del Governo in risposta ai rilievi e alle domande che ci vengono mossi dagli organismi internazionali. È quindi un organo che rappresenta la posizione del Governo. Dai vari decreti istitutivi - ce ne sono stati molti, perché il Comitato esiste da trenta anni - si evince tuttavia che il Comitato ha anche una funzione di approfondimento di certe materie, di esame delle situazioni e di proposta di eventuali soluzioni.
Tale lavoro è stato fatto qualche anno addietro sugli argomenti prima citati: la Commissione nazionale, la ratifica del Protocollo opzionale per la tortura, l'adeguamento dell'ordinamento interno allo Statuto della Corte penale internazionale. In quel caso, il Comitato opera anche un'azione di studio e di riflessione.
Il Comitato intrattiene anche un suo costante dialogo con le rappresentanze della società civile, perché è importante mantenere questo raffronto sia per avere la visione della società civile sugli stessi argomenti che noi trattiamo, sia perché la società civile è attore importante in sede internazionale quando viene esaminata la situazione di ciascun Paese non solo nel meccanismo della revisione periodica universale, ma anche nel discutere ad esempio il rapporto sulla tortura, giacché il Comitato delle Nazioni Unite che deve esaminare l'Italia, prima di incontrare la delegazione governativa, si incontra con i rappresentanti della società civile e ne raccoglie le indicazioni. Da questo punto di vista, quindi, il Comitato ha anche una funzione di studio e di approfondimento.
PRESIDENTE. Esaminando la composizione del Comitato non vedo alcuna rappresentanza dal punto di vista della
competenza dei diritti religiosi e della protezione delle religioni in qualsiasi veste.
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. C'è un ufficio della Presidenza del Consiglio dei ministri che si occupa proprio degli affari religiosi, di cui un membro, la dottoressa Nardini, si occupa di questo tema. Nella relazione non è indicata la funzione di ciascuno, perché ogni amministrazione è libera di designare come membro del Comitato il funzionario che le sembra più appropriato.
ENRICO PIANETTA. Vorrei porle un'ultima domanda, signor ministro. Noi stiamo esaminando la relazione dell'anno 2007 e un altro argomento è oggetto di preoccupazione espressa nella relazione stessa, ovvero la questione degli immigrati che entrano illegalmente nel nostro Paese e sono trattenuti presso i centri di permanenza. Questo argomento sfortunatamente si protrarrà ancora nel tempo e rispetto al quale l'Italia sarà oggetto di particolare attenzione nell'ambito dell'esame a cui saremo sottoposti. Vorrei conoscere le sue considerazioni in merito a questo argomento.
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Per quanto riguarda l'attenzione sui migranti, le sue osservazioni sono giustissime. Da vari anni, infatti, assistiamo a una crescente attenzione da parte di tutti gli organismi internazionali di tutela e promozione dei diritti dell'uomo sul tema dei migranti. In questo contesto, è aumentata anche l'attenzione nei confronti del nostro Paese, che si trova in prima linea.
Ogni anno, quindi, crescono le lettere e le richieste di spiegazioni che riceviamo. Ne ho una sul mio tavolo arrivata agli inizi di gennaio. In una recente visita, il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Hammarberg, ha posto numerosi quesiti riguardanti la questione dei migranti, tema di crescente importanza ad ampio raggio per quanto riguarda non solo l'Italia, ma anche altri Paesi europei con le dovute differenze. La pressione su ciascun Paese non è infatti la stessa, per cui i Paesi più esposti al fenomeno sono naturalmente più soggetti a quesiti, domande e interrogativi su questa materia. Mi aspetto che l'anno prossimo sarà uno dei grandi temi.
L'altro grande tema su cui ci possiamo aspettare una notevole attenzione è quello delle comunità rom e sinti, che non è nuovo ma è andato crescendo nel corso degli anni in tutte le sedi internazionali. D'alta parte c'è un'attenzione in forte crescita su questo argomento specifico.
PRESIDENTE. Ringraziamo il ministro Simonetti per la sua presenza e per la dettagliata e attenta esposizione del lavoro dell'organo da lui presieduto. Credo che tale materiale sarà utile al lavoro di questo Comitato anche per rivedere criticamente il parere da offrire al Governo sul modo di esercitare questa funzione, che al momento comunque sembra espressa con estrema diligenza dagli organi incaricati.
VALENTINO SIMONETTI, Presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani. Grazie a voi tutti.
PRESIDENTE. Nel ribadire il nostro ringraziamento al ministro Simonetti, dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14,45.