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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione VII
17.
Mercoledì 18 luglio 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 2

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'APPLICAZIONE DELLA LEGGE N. 2 DEL 9 GENNAIO 2008, RECANTE DISPOSIZIONI CONCERNENTI LA SOCIETÀ ITALIANA DEGLI AUTORI E DEGLI EDITORI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AD ATTIVITÀ, GESTIONE E GOVERNANCE DELLA MEDESIMA SOCIETÀ

Seguito dell'audizione del Ministro per i beni e le attività culturali, professore Lorenzo Ornaghi:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 2 6 10
Barbieri Emerenzio (PdL) ... 2
Carlucci Gabriella (UdCpTP) ... 4
Levi Ricardo Franco (PD) ... 3
Ornaghi Lorenzo, Ministro per i beni e le attività culturali ... 6
Scalera Giuseppe (PdL) ... 5

ALLEGATO: Nota depositata dal Ministro per i beni e le attività culturali, professore Lorenzo Ornaghi ... 11
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 18 luglio 2012


Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MANUELA GHIZZONI

La seduta comincia alle 14,10.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del Ministro per i beni e le attività culturali, professore Lorenzo Ornaghi.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'applicazione della legge n. 2 del 9 gennaio 2008, recante disposizioni concernenti la società italiana degli autori e degli editori, con particolare riferimento ad attività, gestione e governance della medesima società, il seguito dell'audizione del Ministro per i beni e le attività culturali, professore Lorenzo Ornaghi.
Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

EMERENZIO BARBIERI. Signor Ministro, anche se, come lei sa, riprendere discussioni cominciate quindici giorni fa non è facile, mi attengo a ciò che lei ha affermato in questa sede. Io sono d'accordo con quanto da lei affermato e, qualunque sia la conclusione dell'indagine conoscitiva, visto che è oggetto di dibattito tra i gruppi parlamentari, credo che lei abbia fatto bene a chiedere alla Commissione «suggerimenti» - questo è il termine che lei ha usato nel suo intervento - con riferimento alla SIAE.
Vorrei però formulare una domanda precisa, alla quale non ho motivo di ritenere che lei non risponderà con altrettanta precisione. Cosa pensa il Governo e, quindi, nella fattispecie, il Ministro Ornaghi, dell'ipotesi di privatizzazione della SIAE? L'analisi che svolgo io, che ho la fortuna o la sventura di occuparmi da tredici anni di tale questione, parte dal fatto che sono cambiati i presidenti e sono cambiati i direttori generali - non credo che fossero tutti imbecilli, perché sarebbe davvero un guaio che noi giudicassimo tali tutti i presidenti e i direttori generali della SIAE -, ma non si è risolto nulla.
Torno a quanto ha sostenuto un ex presidente, della cui proposta di nomina io fui relatore in questa Commissione: si tratta di una persona che stimo molto e che credo goda della stima di parecchi colleghi della Commissione. Mi riferisco all'avvocato Assumma, oggi assurto agli onori delle cronache anche per l'aiuto che sta fornendo a Tony Renis nell'imitazione di Beppe Grillo nelle telefonate ai politici. Il problema della SIAE è un problema strutturale, perché si tratta di un ibrido. La SIAE, infatti, si muove in base alla legge come un soggetto di diritto privato, mentre non si capisce su cosa si possa o si debba esercitare il controllo pubblico.
Faccio due esempi concreti. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Peluffo ci ha detto che state ancora esaminando il bilancio del 2010. Mi pare kafkiano venire a sapere, il 17 luglio 2012,


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che il Governo sta esaminando il bilancio 2010. È surreale: mi spieghi lei come sarebbe possibile ipotizzare che il Governo presenti osservazioni sul bilancio 2010. In che modo la SIAE potrebbe recepirle?
Il sottosegretario Peluffo ci ha aggiornato, anche mediante una memoria scritta, sulle riunioni che il Governo ha svolto da marzo a oggi, aventi come oggetto lo statuto della SIAE. Non so quando il Governo darà il via allo statuto, ma non vorrei che la cosa andasse troppo per le lunghe, perché il vecchio statuto porta inevitabilmente al commissariamento. L'onorevole Carlucci ed io, che allora militavamo in gruppi parlamentari diversi, abbiamo vissuto questa questione ab origine. Forse ci saranno stati presidenti o direttori generali più bravi di altri, ma se non eliminiamo il nodo gordiano della natura ibrida della SIAE non arriviamo da nessuna parte.
Da questo punto di vista vorrei capire quali sono le reali intenzioni del Governo Monti. Visto che con l'audizione odierna si conclude la fase dell'indagine conoscitiva, è fondamentale anche per le nostre conclusioni capire quale sia l'orientamento del Governo. Io sono dell'opinione che si debba eleggere il presidente con un nuovo statuto.
Da ultimo, le chiedo se questo Governo, considerando che la SIAE rappresenta una «grana» tutta politica, ha intenzione di affrontare la questione o pensa di rimandarla al Governo che si formerà dopo le elezioni di aprile del prossimo anno? Anche questo aspetto, per noi, è determinante e fondamentale.
La sua venuta oggi è quanto mai opportuna. Poiché non c'è ancora - ma mi auguro che ci sia - una convergenza di opinioni sulle conclusioni dell'indagine conoscitiva, è importante capire quale sia il parere del Governo.

RICARDO FRANCO LEVI. Signor Ministro, la sua audizione di oggi avviene alla conclusione, come lei sa, della lunga indagine conoscitiva che abbiamo compiuto in questi mesi. Io vorrei approfittare della sua presenza per concentrarmi e per chiederle di concentrare la sua attenzione sulle conclusioni che da questa indagine si possono trarre riguardo alle responsabilità del Governo, tralasciando i tanti problemi interni di gestione della SIAE che pure meritano e hanno meritato la nostra attenzione e che potranno forse meritare un supplemento di impegno da parte della Commissione, qualora decidesse di procedere nell'ipotesi di una Commissione parlamentare d'inchiesta.
Come ripeto, vorrei concentrarmi sugli aspetti che toccano le responsabilità del Governo. Io credo che queste responsabilità attengano a due corni del problema, entrambi segnati da una natura nebulosa: da un lato, la vigilanza sulla SIAE e, dall'altro, la natura del governo della SIAE, vista attraverso lo specchio dello statuto.
Credo che tanto l'indagine conoscitiva quanto l'esperienza di questi anni dimostrino come, non solo nel campo della vigilanza sulla SIAE, ma più in generale del diritto d'autore - vorrei arrivare a dire in tutto il tema dell'editoria -, la suddivisione dei compiti all'interno del Governo tra Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Ministero per i beni e le attività culturali e altri ministeri che hanno competenze occasionali sia una base sulla quale non si è potuta costruire un'efficiente azione di governo e ancora meno un'efficiente vigilanza sulla SIAE.
Credo che questo Governo, che ha la fortuna di nascere con un'impronta squisitamente tecnica e si è dato, attraverso lo strumento della revisione della spesa, l'obiettivo di riconsiderare l'organizzazione dell'azione pubblica al fine di arrivare a una migliore efficienza, non possa tralasciare di affrontare un problema così rilevante, ancorché in un ambito specifico, com'è quello della confusione dei poteri di vigilanza sulla SIAE. Credo che questo Governo debba porre rimedio a tale problema.
La medesima considerazione vale per il campo più largo del diritto d'autore e, più in generale, per quanto attiene all'editoria. Peraltro, una sollecitazione di questo genere è espressamente prevista anche nella


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bozza di disegno di legge delega che il Governo ha presentato per la riforma del sostegno pubblico all'editoria e che stiamo cominciando a esaminare. Un articolo preciso invita il Governo a riconsiderare l'allocazione delle responsabilità in questi campi.
L'altro problema è quello relativo alla natura e al sistema di governo, ovvero alla governance della SIAE attraverso lo statuto. Lei mi insegna, signor Ministro, che il passaggio dalla precedente gestione ordinaria alla gestione commissariale è avvenuto precisamente sul tema dell'impossibilità di convocare le assemblee a causa di una tensione nella base associativa a proposito della rappresentanza e del sistema di voto. Da ciò è dipeso un intervento governativo di commissariamento e di affidamento ai commissari di una precisa missione che, a lato e a monte della riconduzione della SIAE a una gestione efficiente, poneva il problema della scrittura del nuovo statuto.
Dopo alterne vicende e una pessima gestione della comunicazione con la Commissione parlamentare e con il Governo, i commissari hanno finalmente sottoposto alla vostra e alla nostra attenzione uno statuto. La mia valutazione è che si tratti di uno statuto molto «cattivo», che fa molta confusione nel governo della SIAE, che confonde il sistema duale applicato in alcuni grandi istituti bancari con quello che i commissari propongono per la SIAE, in cui l'assemblea viene chiamata consiglio di sorveglianza, il consiglio d'amministrazione diventa consiglio di gestione, con accanto una pletora di comitati: una confusione terribile, la cui conseguenza non può che essere il perdurare di una situazione di assoluta ingovernabilità dell'ente.
Io, dunque, credo che una seconda grande responsabilità del Governo - mi associo, in proposito, alla richiesta dell'onorevole Barbieri di sapere se il Governo abbia intenzione di assumere fino in fondo per sé, senza rimandarlo a un esecutivo prossimo, l'onere della SIAE - sia quella di intervenire valutando e prendendo le opportune decisioni sulla bozza di statuto presentata dai commissari. Considerato che questo era compito primario dei commissari, la valutazione sullo statuto non può non tradursi in una valutazione sull'operato stesso dei commissari.
Sarebbe alquanto curioso che lo statuto venisse giudicato in modo negativo e i commissari, alla scadenza del loro mandato tra un paio di mesi, venissero prorogati in una situazione in cui il frutto del loro lavoro, giudicato negativamente, sarebbe tale da non permettere di tornare alla normalità di un'assemblea e consentire, come ha detto l'onorevole Barbieri, di nominare un presidente nei termini ordinari. Credo che la scadenza del commissariamento a fine settembre sia la tagliola per il tempo che il Governo deve darsi per decidere cosa fare.
Dietro queste due grandi responsabilità sta la terza e ancora maggiore responsabilità in capo al Governo, sulla quale anche noi abbiamo ragionato e ragioneremo: occorre cioè riflettere sulla natura della SIAE e sulla sua organizzazione, a fronte di un campo, qual è quello del diritto d'autore e della riscossione dei diritti, che dà luogo ad operazioni di natura privata, ma con compiti chiaramente pubblici.
I «corni» del dilemma, come ho detto, sono la vigilanza da portare a unità, lo statuto e la natura della SIAE. Credo sia corretto dire che queste sono le indicazioni che desumiamo dalla lunga e in alcune circostanze appassionata operazione di controllo e conoscenza sulla SIAE.

GABRIELLA CARLUCCI. Saluto e ringrazio il Ministro per la sua presenza.
In merito alle scelte che il Governo deve operare e alla volontà di assumersi delle responsabilità, terrei a far presente a questa Commissione che a gennaio la Commissione che nell'ambito dell'Unione europea si occupa del diritto d'autore emanerà una direttiva in materia. L'idea diffusa a Bruxelles è probabilmente quella di seguire ciò che altri Paesi nel mondo hanno fatto in questo settore, ovvero la privatizzazione della collecting e la costituzione di un'autorità che garantisca il


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corretto utilizzo e la corretta riscossione del diritto d'autore.
Credo che il Governo dovrebbe svolgere tale riflessione a prescindere dal lavoro di questa Commissione. A mio giudizio, infatti, sarebbe sbagliato anticipare scelte in tal campo non tenendo conto di una decisione dell'Unione europea che saremmo comunque costretti a condividere e ad attuare.
Il secondo problema riguarda le responsabilità della gestione commissariale della SIAE di cui si è tanto parlato. Il voto ponderato, per esempio, è stato oggetto di pesanti critiche, anche giuste e condivisibili, da parte di questa Commissione, che ha ascoltato le numerose voci dei soggetti che partecipano al consiglio d'amministrazione e al direttivo della SIAE: esso, di fatto, risulterebbe sbilanciato verso talune categorie. L'attività svolta dai commissari in merito alla scrittura di uno statuto che considera il voto ponderato in un certo modo discende, però, direttamente dal decreto di nomina del Presidente della Repubblica. La scrittura dello statuto deve, quindi, rispettare precise regole determinate dal decreto che sta a monte.
Altra pietra dello scandalo è costituita dalla chiusura del fondo di solidarietà, che si era di fatto trasformato in un fondo pensioni. La Covip ha emanato alcune sanzioni, in ragione del fatto che ha considerato illegittimo l'utilizzo di quel fondo come fondo pensioni. Anche in questo caso i commissari sono stati obbligati a seguire la strada indicata dalla legge. Il Fondo di solidarietà doveva essere chiuso perché si era trasformato in un'entità diversa rispetto a quella che era stata costituita. Ricordo che il Fondo di solidarietà nasceva agli inizi del Novecento e serviva soprattutto per aiutare gli artisti in difficoltà, ma ha poi assunto le forme di un vero e proprio fondo pensioni.
Il Governo potrebbe intervenire sul piano normativo oppure vi potrebbe essere la volontà associativa dei membri della SIAE di costituirsi in un soggetto che preveda l'erogazione di pensioni. Il Governo potrebbe, quindi, scegliere di elaborare un provvedimento in proposito oppure indurre gli associati, anche attraverso l'attività di controllo svolta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, a creare un soggetto nuovo.
I commissari sono stati investiti di una serie di incarichi importanti e oggi vengono visti come i fautori del disastro e gli artefici di uno statuto non condiviso e non condivisibile. È vero che sono stati compiuti alcuni errori, ma non darei la colpa solamente a loro. La SIAE è stata descritta come un «ircocervo»: è da lì che derivano i problemi di questo ente, che sarebbe dovuto essere riformato da molto tempo. Siamo però alle soglie della riforma che ho citato, in quanto a gennaio l'Unione europea emanerà una direttiva in tal senso.
A mio avviso, il Governo potrebbe assumere un'iniziativa riguardante il fondo pensioni, perché molte persone vorrebbero sapere se la piccola pensione di cui godono sarò loro garantita o meno in futuro, ma è opportuno attendere il dettato europeo per quanto riguarda la riforma più generale. Rischiamo di intervenire in senso contrario all'indicazione europea, che sappiamo essere orientata alla privatizzazione della collecting e alla costituzione di un'autorità di garanzia sull'erogazione del diritto d'autore.

GIUSEPPE SCALERA. Ringrazio il Ministro che con la sua presenza ci offre indiscutibilmente una buona occasione per fare il punto della situazione e svolgere qualche ovvia riflessione di sistema. Il decreto di commissariamento della SIAE, signor Ministro, coglieva fondamentalmente due questioni: in primo luogo, la necessità di ridefinire le regole di rappresentanza della SIAE con un nuovo statuto; in secondo luogo, l'esigenza di dare uno sguardo ai conti per un eventuale risanamento. Affronterei entrambi questi temi.
Per quanto riguarda il dato collegato allo statuto, la bozza ci è pervenuta all'esito di un iter particolarmente convulso: era già pubblicata su Internet, ma non arrivava ancora in Commissione e nel momento stesso in cui l'abbiamo letta abbiamo capito perché. Dalla bozza di statuto emerge chiara la sensazione che si


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è perso oltre un anno. Mi limito a sottoscrivere il giudizio che molti colleghi hanno avuto modo di esprimere in Commissione, quando per larghi tratti hanno sottolineato come fosse carente, limitata nei contenuti e al tempo stesso necessitasse di profondi mutamenti.
Uno dei compiti fondamentali ai quali erano stati chiamati i commissari è stato svolto in maniera pessima. Non vorrei dire un'inesattezza, signor Ministro, ma credo che le macerie che ci vengono lasciate siano molto più alte di quelle che avevano ereditato i commissari precedenti.
Per quanto riguarda il risanamento economico, nulla è stato fatto sul terreno della raccolta del diritto che passa attraverso i mezzi digitali e Internet. È chiaro a tutti che la sfida del futuro delle società di collecting si giochi su questi campi. La gestione commissariale, in tanto tempo, non ha prodotto nulla di concreto. Neanche nei settori che sono tradizionalmente presidiati dalla Società ci sono stati significativi progressi.
Sul piano più generale, al di là degli aspetti connessi alla vendita degli immobili, dato oggettivamente grave sul quale ci siamo già soffermati in tante occasioni, penso seriamente che il Governo non possa che trarre le conseguenze, anche attese le competenze dirette di vigilanza che esercita sull'ente SIAE.
Mi auguro che rapidamente sia istituita una Commissione parlamentare d'inchiesta: sarà un'ottima occasione per mettere a nudo, una volta per tutte e in maniera trasparente, i gangli malati dell'ente. Il lavoro oscuro condotto dai commissari in maniera anche abbastanza anonima è sostanzialmente fallito. Credo che sia il momento della trasparenza e il momento che le forze politiche che qui hanno lavorato - ringrazio tutti i colleghi per l'impegno e la dedizione dimostrati - possano sviluppare finalmente un percorso nuovo e diverso da quello intrapreso dalla SIAE fino a ora.
Tengo a sottolineare che nessuno intende sostituirsi agli amministratori della SIAE. Tuttavia, vogliamo tutti quanti insieme che tornino a operare amministratori eletti democraticamente. Non credo che si voglia smarrire in questa Commissione quella funzione di presidio dell'interesse pubblico che la SIAE ha sempre rappresentato e che, almeno secondo me, deve continuare a interpretare.

PRESIDENTE. Ringrazio i colleghi e do la parola al Ministro Ornaghi per la replica.

LORENZO ORNAGHI, Ministro per i beni e le attività culturali. Cercherò di trarre profitto dal tempo. Penso che, avendo un testo scritto di risposta alle domande formulate nella seduta precedente, possa essere utile premettere, pur improvvisando, un cappello politico che risponda alle esigenze profilate oggi per poi tornare su alcune questioni.
Per quanto riguarda quella che l'onorevole Barbieri, con termine tecnico-giuridico, definisce «grana politica», non posso che rispondere, fornito di una rappresentanza collegiale, a titolo personale e istituzionale. La mia convinzione è che questa «grana politica» - che, se ho ben inteso gli interventi degli onorevoli, ha una sua sin troppo lunga storia - debba essere risolta. È mio intendimento, quindi, mettere in atto tutte le azioni che consentano di arrivare a una soluzione. Non è detto che ciò piaccia a tutti, ma c'è l'impegno a non consegnarlo ai governi futuri.
Credo anche che gli elementi di maggiore difficoltà siano stati già ben individuati in diversi interventi svolti durante l'audizione del 4 luglio scorso, dai quali, quindi, tali elementi riemergeranno. Il primo è lo statuto, sul quale avevo chiesto suggerimenti perché anche a mio modo di vedere alcuni aspetti potrebbero essere corretti e perfezionati o magari lasciati cadere. Avrò a breve un incontro con il sottosegretario Peluffo al riguardo.
Lo statuto è davvero un elemento importante perché, pur nei termini imperfetti in cui le regole scritte traducono la missione di un istituto, traduce la missione della SIAE. A questo corno del dilemma si deve aggiungere il tema della vigilanza perché, come quasi sempre succede, le


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attività condominiali pongono qualche problema.
Venendo alle questioni sollevate nel corso della precedente audizione, la prima parte del lungo intervento dell'onorevole De Biasi - in merito al quale rinvio parte delle risposte al testo scritto che chiederò di allegare - riguardava un difetto o una scarsità di informazione in ordine al nuovo statuto. Credo anch'io che si sia trattato di una casualità, per il rispetto che si deve agli organi rappresentativi. Non so, tuttavia, come questo sia successo perché mi precede.
L'onorevole De Biasi ha osservato, in maniera da parte mia condivisibile, che il modello di nuovo statuto contiene elementi di novità molto complicati e - direi - complessi. Da tale complessità, che riguarda soprattutto il sistema duale, l'onorevole De Biasi ha fatto conseguire l'osservazione secondo cui a questo punto la missione della SIAE e l'ambito in cui essa si colloca diventano non più precisabili.
Io penso, invece, che, pur in presenza di uno statuto su cui lavorare, l'obiettivo perseguito dal progetto di nuovo statuto sia sufficientemente chiaro e vada nella direzione, come intendimento, di premiare un meccanismo di governo interno modellato sul tipo aziendale e quindi improntato agli obiettività di efficienza e volto a premiare rapidità e libertà d'azione degli organi di gestione.
Certamente siamo in presenza di un'accentuazione del profilo commerciale della SIAE. Questo è un tema su cui le opinioni possono divergere. È però necessario che il Parlamento esprima un orientamento preciso e chiaro, in modo da indirizzare l'azione del Governo anche nel suo futuro ruolo di vigilanza. Si tratta di un tema davvero strategico che, come del resto ha messo in luce l'intervento dell'onorevole De Biasi, interseca l'altra questione di sistema che ha trovato nella vicenda dell'Istituto per la tutela dei diritti degli artisti interpreti esecutori (Imaie) una sua recente manifestazione. Mi riferisco al problema del modo in cui ridisegnare, quando occorra, il ruolo di queste società e associazioni di autori, editori e artisti interpreti esecutori che hanno la duplice missione di raccogliere i diritti d'autore e i diritti connessi e tutelare i diritti e gli interessi morali e culturali di questi soggetti e di queste categorie sociali, ma anche di considerare e definire la dimensione e la percezione politica, che è di interesse generale o pubblico, che questi diritti e interessi esprimono e veicolano nella nostra società.
Il tema è alquanto complesso. È giusto richiamare quel che farà, in un tempo che confidiamo essere definito, l'Unione europea, ma è vero che già la stessa comparazione dei diritti d'autore, nei diversi ordinamenti nazionali, porta a dire che non sarà un'operazione facile. Possiamo ipoteticamente assumere gennaio come termine verosimile, ma può darsi che l'elaborazione sia più complessa perché è davvero un argomento su cui le diversità dei vari ordinamenti sono enormi.
Le due questioni relative all'efficienza ed all'efficacia della gestione della SIAE e della sorte della sua natura giuridica come ente pubblico monopolista ovvero come soggetto privato in un contesto aperto alla concorrenza, secondo l'ipotesi di privatizzazione sollevata oggi, sono strettamente interdipendenti. Come emerso in modo chiaro in occasione del commissariamento tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011, se le categorie interessate (autori piccoli, medi e medio-grandi, editori piccoli, medi e grandi) non trovano fra loro il punto di equilibrio - circostanza alla quale pure si riferiva l'onorevole De Biasi -, la prospettiva o il rischio di una privatizzazione si fanno più concreti e plausibili. O si riesce a trovare questo equilibrio complicatissimo, quella ponderazione degli interessi così difficile in ogni statuto, o la prospettiva della privatizzazione diventa più verosimile, non fosse altro perché non è più sostenibile per altri decenni una condizione di perenne litigiosità e di reale spaccatura fra le varie componenti degli autori e degli editori.
Scherzando dicevo che anche i poveri apprendisti professori universitari fanno parte della SIAE anche se, quando va bene, vendono ottocento copie. Non sono


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certo paragonabili ai diritti che eredita la vedova di Lucio Battisti, ma la situazione è questa ed è davvero complessa. Ciò comporta che ci assumiamo le nostre responsabilità, che non sono poche, di fronte al nuovo ente.
L'onorevole Zazzera, per parte sua, ha concordato sul fatto che alla base di tutto vi è stata la frattura fra le diverse componenti. Contesta, però, il meccanismo del voto ponderato che, secondo la previsione della bozza di statuto, dovrebbe cercare di equilibrare le diverse esigenze. Ringrazio davvero per l'intervento e il contributo di idee. Non mi pronuncio qui, ma avendo ragionato sulla ponderazione in altri contesti so che non è mai facile. Qualcuno avanza il tema della ponderazione anche per i sistemi parlamentari: si tratta di un problema serio, ma sicuramente complesso.
Ricordo che il decreto di commissariamento, mai contestato e impugnato, espressamente contempla e prevede tra i compiti assegnati al commissario proprio quello di «adottare gli atti necessari e opportuni al fine di assicurare l'instaurarsi di una dialettica interna più equilibrata, anche attraverso l'introduzione delle modifiche statutarie idonee ad assicurare un'effettiva rappresentatività, in seno agli organi sociali della SIAE, ai titolari dei diritti in rapporto ai relativi contributi economici». La fonte è chiara. Sembra, dunque, che il decreto di commissariamento abbia indicato con decisione la strada del voto ponderato e non è facile oggi criticare o contestare al commissario straordinario l'aver eseguito il mandato scritto nel decreto di commissariamento. Possiamo discutere sul modo di attuare questo criterio e sul possibile bilanciamento fra il voto ponderato e il principio elettivo diretto e pieno, ma sembra arduo, rispetto alla fonte stessa del commissariamento, rimettere in discussione la scelta di fondo.
Credo che sia giusto spendere una parola su un altro tema sostanziale, cioè quello del rapporto fra autori ed editori nel nuovo assetto statutario. In proposito, l'onorevole De Biasi ha lamentato il rischio di uno squilibrio fra autori ed editori. Siamo al tema del sistema dualistico, sul quale devo dire, con molta franchezza, che ho sempre avuto qualche dubbio: ve lo accennavo anche in occasione della precedente audizione, ma è una mia personale propensione che poco ha a che vedere con quanto è stato fatto.
Il sistema duale, come sapete, intenderebbe consentire a un organo di sorveglianza, chiamato comitato di sorveglianza, di svolgerle il ruolo di rappresentatività della base associativa e al contempo di indirizzo dell'organo di gestione. I componenti del comitato di sorveglianza sono nominati dall'assemblea degli associati in modo da assicurare che la rappresentanza di autori, per un verso, e di editori, produttori, concessionari e cessionari, per l'altro verso, sia paritaria: sedici rappresentanti degli autori e sedici rappresentanti degli editori, produttori, concessionari e cessionari. È inoltre garantita la rappresentatività paritaria degli autori e degli editori in ciascuna delle sezioni: almeno un autore e un editore avente diritto al voto nella sezione musica; almeno un autore e un produttore nella sezione cinema e così via.
Non pare fino in fondo condivisibile la preoccupazione espressa dall'onorevole Zazzera che si verifichi una netta preponderanza degli editori. In realtà, il progetto di nuovo statuto prevede espressamente che gli organi della SIAE rispettino il vincolo della parità fra editori e autori. Appare dunque difficile ipotizzare che gli organi decisionali possano essere costituiti per due terzi da editori e per un terzo da autori.
Sotto il profilo della riconfigurazione della funzione di vigilanza dello Stato, rispondendo alle precedenti domande e non in base all'osservazione odierna dell'onorevole Levi, ho preso atto delle indicazioni emerse e prendo atto anche del fatto che l'onorevole De Biasi lamenti che nel progetto di nuovo statuto sono attribuite improprie funzioni al direttore generale della SIAE, che sarebbe a un tempo segretario del consiglio di sorveglianza e del collegio dei revisori, con una commistione


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di ruoli. In realtà, lo schema di nuovo statuto affida al direttore generale funzioni di vera segreteria a supporto del comitato di gestione: non prevede alcun incarico, neanche quello segretariale, con riferimento al collegio dei revisori, del quale peraltro non fa parte. Aggiungo a margine che, in base all'esperienza dei grandi gruppi che venivano qui richiamati, il problema esiste. In qualche caso il segretario può avere funzioni che vanno aldilà della lettera.
Passo ad alcune questioni più di dettaglio. Gli onorevoli De Biasi, Colucci e Zazzera mi hanno interpellato sul tema relativo al Fondo di solidarietà. Tale fondo non poteva continuare a essere, contra legem, una forma previdenziale integrativa mascherata. Si lamenta, però, che esso sia stato ridotto a mero sussidio per indigenti, inidoneo a svolgere la sua funzione. Il tema coinvolge un problema di bilancio e attuariale, che consiste nello stabilire se e in quale misura il capitale disponibile, che si aggira sugli 80 milioni di euro e non è più soggetto a incrementi e apporti ulteriori, possa e per quanto tempo garantire trattamenti migliori e più alti di quelli ipotizzati.
Su questo aspetto specifico e tecnico chiederò indicazioni alla SIAE, ma già evidenzio che oggettivamente esso esula dall'ambito della vigilanza spettante al Ministero, perché tocca un aspetto proprio dell'autonomia gestionale dell'ente. Sulle possibili soluzioni è già intervenuto di recente in questa Commissione il Sottosegretario Peluffo, che ha ipotizzato due possibilità, sulle quali non torno.
Altro punto dolente menzionato in tutti gli interventi della scorsa audizione è quello relativo all'operazione immobiliare. Anche su questo aspetto, se consentite, rimanderei al testo scritto. Nei minuti residui vorrei invece riprendere l'intervento dell'onorevole Colucci, che è stato particolarmente critico verso l'attuale gestione commissariale, lamentando l'assoluta assenza di risultati positivi. Come ho già avuto modo di rilevare, non sembrano in realtà mancare - ed è doveroso sottolinearli - i fatti positivi e i risultati utili conseguiti nella gestione.
Il problema dell'approvazione del bilancio consuntivo 2010, che coinvolge una questione tecnica di svalutazione del credito di 13 milioni vantato dalla SIAE per anticipazioni rese al Fondo pensioni, è in via di definizione sulla base di un addendum al protocollo di intesa del dicembre 2011 volto a chiarire le modalità di contabilizzazione di questi cespiti. Gli organi vigilanti e la SIAE, dopo una serie di riunioni, stanno ormai per approvare il documento contabile.
È anche da poco pervenuto per l'approvazione il bilancio consuntivo 2011, che evidenzia un attivo di 944.000 euro. Il commissario straordinario ha prodotto un complesso progetto di modifica statutaria che, come si è detto, appare a un primo esame in linea con il mandato commissariale.
Sul piano gestionale, invece, il commissario straordinario ha di recente concluso il nuovo contratto collettivo per il personale, sottoscritto il 6 luglio 2012, due giorni dopo la nostra ultima riunione. Si tratta di un risultato positivo, considerata l'agitazione sindacale che si era manifestata, al quale ha contribuito anche l'impegno degli uffici del Ministero. Aggiungo che ogni tanto esorbitiamo dai compiti degli uffici per cercare una mediazione di tipo politico, ma non vorrei che di fronte agli insuccessi si dicesse che è colpa del Ministero, sul quale sarebbero così scaricate tutte le vertenze sindacali.
Il nuovo contratto collettivo assicura al personale un sia pur minimo incremento nel trattamento economico (l'1 per cento), garantisce appieno i livelli occupazionali e lascia tutti più tranquilli sui fattori fondamentali dell'organizzazione dell'ente. Devo inoltre ricordare la conclusione degli altri accordi con le organizzazioni sindacali dopo decenni di stasi: il contratto collettivo di lavoro dei dirigenti professionisti e avvocati, sottoscritto il 26 luglio 2011, e il protocollo d'intesa con le organizzazioni sindacali degli agenti mandatari, sottoscritto il 29 dicembre 2011.


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Infine, l'onorevole Colucci ha sollevato una serie di questioni sulla terzietà e la correttezza dei comportamenti del direttore generale della SIAE e del sub-commissario, avvocato Scordino, e ha esplicitamente chiesto che io riferisca in merito. Lo faccio adesso, non rinviando al testo scritto, ma premetto che non compete al Ministero per i beni e le attività culturali esprimere giudizi diretti sull'operato del direttore generale di un ente pubblico vigilato di proprietà degli autori e degli editori.
Il direttore generale della SIAE ha riferito, con un'apposita nota da me richiesta, le seguenti considerazioni. In primo luogo, l'avvocato Scordino non lo ha mai assistito per sue vicende personali. In secondo luogo, nessuna ripartizione delle deleghe tra i due sub-commissari è mai intervenuta: l'unica delega, peraltro conferita a entrambi congiuntamente, riguarda solo il Fondo pensioni. In terzo luogo, non esiste alcuna relazione di parentela o affinità fra sub-commissari e amministratori della SGR o di fondi immobiliari.
Circa l'avvenuta assunzione come dirigente presso la SIAE di un dipendente del Ministero noto per il suo impegno come sindacalista, la necessità di assumere un nuovo dirigente addetto alle relazioni sindacali era emersa sin dagli incontri con le organizzazioni sindacali dell'ente nella prima parte dell'anno 2010, organizzazioni sindacali che avevano a più riprese lamentato la cattiva gestione delle relazioni sindacali da parte dell'allora dirigente generale preposto alla divisione risorse umane e relazioni sindacali e avevano pertanto espressamente richiesto nuovi referenti aziendali. Il dottor Gianfranco Cerasoli è stato assunto con un contratto a termine di tre anni il 15 novembre 2010 attraverso la procedura prevista dall'allora vigente articolo 59 del contratto collettivo dei dirigenti SIAE, che stabiliva la possibilità di avvalersi di personale a contratto individuato a seguito di selezione. La selezione è stata affidata a una società privata specializzata.
Chiedendo scusa per aver tagliato alcune risposte per ragioni di tempo, chiedo quindi di poter allegare al resoconto stenografico della seduta odierna la nota predisposta. Se del caso, sono disponibile a tornare per approfondire le risposte alle domande poste oggi.

PRESIDENTE. Mi pare, colleghi, che molti dei quesiti posti abbiano comunque avuto una risposta indiretta e che con la seduta odierna si possa considerare concluso il ciclo delle audizioni previste nell'ambito di questa indagine conoscitiva; la Commissione procederà domani all'avvio dell'esame del documento conclusivo.
Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della nota consegnata dal Ministro Ornaghi (vedi allegato).
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.


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ALLEGATO

NOTA DEPOSITATA DAL MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI, PROFESSORE LORENZO ORNAGHI

Ringrazio tutti i parlamentari intervenuti lo scorso 4 luglio, che, con i loro interventi, mi offrono la possibilità di puntualizzare alcune questioni essenziali riguardo alla SIAE.
Colgo lo spunto che mi ha fornito l'onorevole De Biasi ponendo l'accento, in particolare, nel suo intervento, sul progetto di nuovo statuto, in relazione alle prospettive circa il ruolo e la missione istituzionale della SIAE. Ed è da queste tematiche che ritengo utile riprendere il filo del nostro discorso (riservandomi di dire dopo qualcosa in ordine a taluni aspetti di dettaglio, pure emersi nella discussione, che mi paiono sì, importanti, ma inevitabilmente secondari rispetto al tema dell'assetto della SIAE, che a mio avviso deve costituire il punto centrale del confronto politico).
L'onorevole De Biasi ha lamentato in primo luogo la scarsa informazione sul progetto di nuovo statuto. Credo che le ormai numerose interlocuzioni intervenute, con i vertici della SIAE, con il Sottosegretario Peluffo, con il quale condivido la funzione di vigilanza, e con chi vi parla, abbiano potuto in qualche modo colmare questa lacuna e recuperare il ritardo. Gli onorevoli deputati componenti questa Commissione sono in possesso, ormai, di questa bozza di nuovo statuto; la stanno studiando e approfondendo; alcune cose ce le siamo già dette la volta scorsa; alcuni profili sono già utilmente emersi nei primi interventi del nostro precedente incontro ed io stesso, in quella occasione, come ricorderete, ho iniziato a indicare alcuni punti critici meritevoli di approfondimento. Attendo, dunque, con fiducia l'apporto costruttivo, anche critico, di voi Deputati su questo progetto di statuto, poiché le vostre indicazioni aiutano e facilitano il compito del Governo nella vigilanza e nell'approvazione di questa riforma.
Peraltro, devo riferire che la gestione commissariale ha documentato l'avvenuto svolgimento di una fase istruttoria e di confronto con le parti interessate. Forse non è stata sufficiente, ma, comunque, di ciò è doveroso dare atto, essa non è mancata del tutto. In particolare, si sono svolti incontri il 31 marzo 2011 e il 2 agosto 2011, presso la Direzione generale della SIAE, cui hanno partecipato tutte le compagini rappresentative della base autorale ed editoriale (Federazione autori, FEM, ANEM, AIE, 100Autori, MAP, SACT, CREA, ANART, ANICA, AIDAC, UNCLA, ELTNICAM, UIL-UNSA, DOC-IT). È stato inoltre istituito uno specifico indirizzo di posta elettronica («Consultazione Statuto») per consentire a tutta la base associativa di inviare documenti e osservazioni sulle linee programmatiche e sui criteri direttivi. In data 8 novembre 2011 è stata indirizzata a tutte le rappresentanze della compagine associativa una relazione conclusiva, che teneva conto dei contributi pervenuti. Questa relazione è stata altresì inviata al Collegio dei revisori e alle Commissioni di sezione, nonché alle Autorità vigilanti.
Venendo al merito di questo nuovo modello di gestione dell'Ente, l'onorevole De Biasi dice bene quando rileva che questo nuovo statuto «presenta un tratto d'innovazione molto complicato». Non condivido del tutto, tuttavia, la sua successiva osservazione, secondo cui non sarebbe chiaro in quale contesto e in quale idea della missione della SIAE esso si collochi. Ritengo, invece, che l'obiettivo perseguito dal progetto di nuovo statuto sia, nelle sue grandi linee, abbastanza chiaro, nella direzione di premiare un meccanismo di governo interno esemplato sul tipo aziendale, improntato a un modello efficientista, volto a premiare la rapidità e libertà d'azione degli organi di gestione, diminuendo il peso del controllo


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assembleare dei soci, secondo lo schema duale che abbiamo illustrato nel nostro precedente incontro.
L'accentuazione del profilo «commerciale», orientato soprattutto verso valori di efficienza gestionale e di efficacia di risultati (ossia riduzione dell'aggio gravante sugli associati e aumento della resa dell'attività di collecting), attuato con le forme proposte, potrà piacere o non piacere, potrà, dunque, essere condiviso, criticato o rifiutato del tutto. Ma questo è, a mio avviso, essenzialmente, il tema sul quale ci dobbiamo confrontare e sul quale io chiedo che questa Commissione si esprima in termini chiari e precisi, in modo da orientare l'azione del Governo nel suo ruolo di vigilanza.
Questo è, ripeto, il tema strategico, che investe l'interesse generale, sul quale vorrei che la Commissione soprattutto si esprimesse. Anche perché, come bene posto in luce sempre nell'intervento dell'onorevole De Biasi, questo tema intercetta l'altra questione di sistema, fondamentale, che accompagna questa riflessione, e che ha trovato nella vicenda dell'IMAIE una sua evidente manifestazione recente: la questione di come ridisegnare - ove occorra - il ruolo di queste società e associazioni di autori, editori, interpreti, artisti, esecutori, aventi la duplice missione di raccolta dei diritti d'autore e dei diritti connessi e di tutela dei diritti e degli interessi, prima di tutto morali e culturali, di questi soggetti e di queste categorie sociali, e di come considerare e definire la dimensione e la percezione politica, di interesse generale e pubblico, che questi diritti e interessi esprimono e veicolano nella nostra società.
È anche su questo versante, fondamentale, che mi aspetto parole chiare e importanti da questa Commissione, nel quadro di un'elaborazione di alto profilo, che sappia guardare lontano, al di là dei dettagli, delle questioni personali e degli aspetti gestionali specifici, che reputo francamente meno degni della nostra attenzione.
Con l'avvertenza - sulla quale richiamo la massima attenzione degli onorevoli deputati - che le due questioni (efficienza ed efficacia di gestione della SIAE e sua sorte come ente pubblico monopolista o come soggetto privato in un contesto aperto alla concorrenza) sono strettamente interdipendenti: nel senso che, come dovrebbe essere ormai chiaro a tutti e come è emerso in modo inconfutabile in occasione del commissariamento di fine 2010 - inizio 2011, se le categorie interessate (autori, piccoli, medi e grandi, ed editori, piccoli, medi e grandi) non trovano tra loro la «quadra», ossia quel punto di equilibrio tra le opposte esigenze e visioni delle cose, cui pure si riferiva nel suo intervento l'onorevole De Biasi, il «rischio» o la reale prospettiva, anche prossima, di una privatizzazione si fanno più concreti e plausibili, non foss'altro che per l'ottima ragione che non è più sostenibile oltre questa condizione di continua, perenne litigiosità, questa spaccatura interna tra le varie componenti autorali e degli editori, il cui ulteriore protrarsi condurrà inevitabilmente alla paralisi e alla definitiva divisione, con la fuoriuscita dalla SIAE di una parte cospicua della sua base associativa, che reclamerà il diritto sacrosanto a costituirsi autonomamente in proprio per la cura e tutela dei propri diritti, ciò che darà inevitabilmente la stura alla liberalizzazione del settore e alla privatizzazione completa dell'attuale SIAE.
Non dobbiamo infatti dimenticare - ciò che ho rimarcato anche nel corso dei miei precedenti interventi sul tema - che il commissariamento della SIAE - mai da nessuno contesto o impugnato - aveva indicato chiarissimamente proprio in questa spaccatura interna, insanabile, la causa prima e determinante della crisi e della paralisi dell'Ente e, conseguentemente, l'oggetto principale dell'intervento ricostruttivo richiesto al Commissario, proprio nella sede della riforma dello statuto e del modello di governance della Società.
Questo ragionamento sollecita tutti noi ad assumerci le nostre responsabilità, mettendo da parte le liti personali e le questioni sindacali di minore rilevanza strategica, per concentrarci sul disegno di sistema di medio e lungo periodo, che è quello politicamente rilevante, per favorire, per quanto possibile, una ragionevole ed equilibrata ricomposizione interna della SIAE, che possa salvare la sua esistenza nell'ordinamento come Ente pubblico


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dotato di diritti speciali ed esclusivi nella funzione di gestione e di tutela dei diritti degli autori ed editori.
L'onorevole Zazzera, per parte sua, concorda sul fatto che, alla base di tutto, vi è stata la frattura non rimediabile tra le diverse componenti interne degli autori ed editori, ma contesta radicalmente il meccanismo del voto ponderato, che verrebbe ad essere introdotto con il nuovo progetto di statuto.
Apprezzo l'intervento e il contributo di idee, ma devo ricordare che il decreto di commissariamento, ripeto, mai contestato o impugnato, espressamente contempla e e prevede, tra i compiti assegnati al Commissario, proprio quello di «adottare gli atti necessari ed opportuni al fine di assicurare l'instaurarsi di una dialettica interna più equilibrata, anche attraverso l'introduzione delle modifiche statutarie idonee ad assicurare una effettiva rappresentatività in seno agli organi sociali della SIAE ai titolari dei diritti in rapporto ai relativi contributi economici».
Il decreto di commissariamento, dunque, ha indicato la strada del voto ponderato ed appare difficile oggi contestare al Commissario il fatto di aver eseguito il mandato scritto nel decreto di commissariamento. Possiamo, quindi, discutere senz'altro sul modo di attuare questo criterio e sul possibile bilanciamento tra il voto ponderato e il principio elettivo diretto e pieno, ma non possiamo rimettere in discussione questa scelta di fondo, ossia l'introduzione di una qualche forma di riconoscimento, nella nomina degli organi e nelle scelte strategiche, dell'entità dell'apporto contributivo degli associati. Circa il modo di raggiungere un equilibrio ragionevole sono aperto alle indicazioni di merito che questa Commissione vorrà formulare. Ma ho difficoltà a ribaltare il dispositivo del decreto di commissariamento.
Ancora qualche parola è giusto venga spesa sul tema sostanziale, quello del rapporto, nel nuovo assetto statutario, tra autori ed editori. In proposito l'onorevole De Biasi paventa il rischio di uno «squilibrio tra autori ed editori».
Ora, è bene precisare che il sistema «dualistico» adottato consente comunque ad un organo di sorveglianza, il Comitato di Sorveglianza, di svolgere il ruolo di rappresentatività della base associativa e di indirizzo dell'organo di gestione. I componenti del Comitato di Sorveglianza, infatti, sono nominati dall'Assemblea degli associati in modo da assicurare che la rappresentanza di autori, da un lato, e di editori, produttori, concessionari e cessionari, dall'altro lato, sia paritaria (e quindi sedici rappresentanti degli autori e sedici rappresentanti degli editori, produttori, concessionari o cessionari). È inoltre garantita la rappresentatività paritaria degli autori e degli editori in ciascuna delle sezioni (almeno un autore e un editore aventi diritto al voto nella sezione Musica; almeno un autore e un produttore nella sezione Cinema; almeno un autore e un editore, concessionario o cessionario nella sezione Opere drammatiche - Opere radiotelevisive; almeno un autore e un editore della sezione Lirica; almeno un autore e un editore della sezione Opere letterarie e Arti figurative).
Non mi pare, dunque, si possa condividere la preoccupazione, espressa dall'onorevole Zazzera, che si verifichi una netta preponderanza degli editori. In realtà il progetto di nuovo statuto prevede espressamente che gli organi della SIAE rispettino il vincolo della parità tra editori ed autori. Appare dunque difficile ipotizzare che gli organi decisionali possano essere costituiti per i 2/3 da editori e per 1/3 da autori.
Sul profilo di come debba essere riconfigurata la funzione di vigilanza dello Stato, ho preso nota delle interessanti osservazioni già emerse ed attendo ulteriori contributi per un affinamento di questa tema, che è molto delicato e importante.
L'onorevole De Biasi, infine, lamenta il fatto che, nel progetto di nuovo statuto sarebbero attribuite improprie funzioni al Direttore generale della SIAE (che sarebbe a un tempo segretario del Consiglio di sorveglianza e del Collegio dei revisori, con una «commistione di ruoli»). In realtà lo schema di nuovo statuto affida al Direttore generale funzioni di mera segreteria a supporto del Comitato di gestione, ma non prevede nessun incarico, neanche quello


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segretariale, con riferimento al Collegio dei revisori, del quale peraltro non fa parte.
Ciò detto, vengo ad esaminare alcune questioni più di dettaglio, pure reiteratamente emerse nel corso del nostro precedente incontro.
Gli onorevoli De Biasi, Colucci e Zazzera mi hanno interpellato sul tema del Fondo di solidarietà. Esso, si concorda, non poteva continuare ad essere, contro la legge, una forma previdenziale integrativa «mascherata»; si lamenta, però, che esso sarebbe stato ridotto, oggi, a un mero sussidio per i poveri e gli indigenti, inidoneo a svolgere la sua funzione. Il tema coinvolge un problema di bilancio e attuariale, che consiste nello stabilire se e in che misura il capitale disponibile (che, mi pare, si aggiri sugli 80 milioni di euro), che non è più soggetto a incrementi e apporti ulteriori, possa (e per quanto tempo) garantire trattamenti migliori e più alti di quelli ipotizzati. Su questo profilo, molto specifico e tecnico, chiederò indicazioni alla SIAE, ma devo anche evidenziare che esso, oggettivamente, esula dall'ambito della vigilanza spettante al Ministero e tocca un aspetto proprio dell'autonomia della gestione dell'Ente. Sulle soluzioni possibili è già intervenuto di recente in questa Commissione il Sottosegretario Peluffo che ha ipotizzato sole due possibili opzioni:
costituzione di una associazione fra autori per l'istituzione di un fondo pensioni per la previdenza complementare, secondo le vigenti disposizioni di legge;
previsione di una specifica norma che istituisca una apposita gestione previdenziale per la categoria.

Va segnalato che in proposito la SIAE ha assunto una delibera volta alla promozione di una forma di previdenza complementare tra gli autori, che coinvolge tutte le associazioni autorali.
Altro «punto dolente», toccato in tutti e tre gli interventi della scorsa riunione, è quello dell'operazione immobiliare.
In primo luogo devo precisare nuovamente che non si tratta di «alienazione», ma di conferimento degli immobili in fondi immobiliari. Si tratta - e su questo, mi pare, ci sia sostanziale condivisione - di una modalità operativa comune a tutte le recenti ristrutturazioni del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali, sulla cui legittimità, in quanto tale, non mi pare si possano muovere fondate obiezioni.
L'onorevole Zazzera nutre dubbi sulla sicurezza previdenziale per i dipendenti in relazione a questa nuova forma di gestione. In merito deve invece rappresentarsi che il ricorso alle SGR costituisce uno strumento di diversificazione degli investimenti di comune pratica, che presenta rilevanti forme di garanzia derivanti, tra l'altro, dalla sottoposizione alla stretta e cogente vigilanza da parte della Banca d'Italia. La stipula di un'assicurazione a garanzia del pagamento delle pensioni consentirà il trasferimento ad essa del rischio attuariale. Resta peraltro ferma la perdurante vigenza delle disposizioni dell'attuale articolo 20 dello Statuto del Fondo (originariamente contenute nell'articolo 44 della previgente stesura), che pongono a carico della SIAE, in ultima istanza, tutti gli oneri finanziari necessari all'assolvimento delle prestazioni previste a favore dei beneficiari.
Viene poi contestato da più parti il fatto che questa operazione sia stata estesa anche al patrimonio immobiliare della SIAE (Fondo Norma).
Non nego che questa costituisca una scelta gestionale non «dovuta», ma discrezionale e che, come tale, obiettivamente si possa prestare a critiche o abbia potuto suscitare dubbi e perplessità. Riguardo ad essa, mi pare che tutti stiamo facendo il massimo sforzo di trasparenza e di confronto critico. Questo approfondimento proseguirà e, sono sicuro, tutti i dati che giustamente l'onorevole Colucci reclama, al fine di poter capire fino in fondo qual è la reale convenienza e opportunità di questa operazione, potranno mano a mano essere forniti dalla SIAE. Lo stesso Collegio dei Revisori della SIAE, nella seduta del 21 marzo 2012, ha chiesto di acquisire tutti questi dati e li sta elaborando. Anche


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dall'Organo di revisione contabile potremo dunque avere, a breve, ulteriori chiarificazioni e puntualizzazioni in merito.
Ciò detto - e, anche in questo caso, guardando al dato essenziale della legittimità dell'operazione, poiché l'apprezzamento della convenienza di merito resta riservata all'autonomia gestionale dell'Ente, salvo che non emergano profili di macroscopica illogicità o sproporzione, allo stato non rilevabili - devo rammentare che il «core business» della SIAE non è la gestione immobiliare, e che tale gestione si era rivelata sinora troppo onerosa. Pertanto, la scelta di affidare la gestione del patrimonio immobiliare ad una SGR specializzata nel settore non si palesa, in sé, illegittima. Lo stesso Collegio dei Revisori ha mostrato di condividere tale iniziativa (come si evince dal verbale del 16 aprile 2012). Nessun elemento di elusione fiscale - paventata, invece, dall'onorevole Colucci - in occasione della procedura di conferimento del patrimonio immobiliare è sinora emersa dai documenti e lo stesso Collegio dei Revisori non ha mosso alcun rilievo sotto tale profilo. Né, mi pare, si siano avuto reticenze o inerzie, da parte della SIAE, nell'illustrare dinanzi a questa Commissione le operazioni poste in essere (mi consta, anzi, che voluminoso materiale sia stato messo a disposizione nell'ambito dell'indagine conoscitiva).
L'onorevole Colucci, poi, che è particolarmente critico verso l'attuale gestione commissariale, lamenta l'assoluta assenza di risultati positivi. Come ho già avuto modo di rilevare nel mio precedente intervento, non sembrano in realtà mancare fatti positivi e risultati utili conseguiti in questa gestione (pur al di là delle diverse, legittime, valutazioni soggettive).
La problematica dell'approvazione del bilancio consuntivo del 2010 - coinvolgente un problema tecnico di svalutazione del credito di 13 milioni circa vantato dalla SIAE per anticipazioni rese al Fondo pensioni - è in via di definizione sulla base di un addendum al Protocollo d'intesa del dicembre 2011 volto a chiarire le modalità di contabilizzazione di tali cespiti. Dopo diverse riunione congiunte, tra gli Organi vigilanti e la SIAE, è prossima l'approvazione di questo documento contabile.
Come ho già detto, è da poco pervenuto, per l'approvazione, il bilancio consuntivo del 2011, che evidenzia un attivo di circa 1 milione di euro (944.000 euro). Il che mi pare oggettivamente un fatto positivo.
Il Commissario ha prodotto un complesso progetto di modifica statutaria che, come detto, appare a un primo esame in linea con il mandato commissariale. Lo stiamo esaminando insieme e decideremo, anche sulla base dei risultati dei vostri approfondimenti, le correzioni e le modifiche da richiedere. Ma, anche questo, mi pare in sé un lavoro positivo, di adempimento corretto della missione commissariale, di cui è giusto dare atto.
Sul piano gestionale, inoltre, il Commissario ha di recente concluso, molto positivamente, anche il nuovo contratto collettivo con il personale (sottoscritto il 6 luglio 2012, due giorni dopo la nostra precedente riunione). Un risultato particolarmente importante e positivo, considerata l'agitazione sindacale che si era manifestata, al quale hanno in parte contribuito anche l'impegno e la disponibilità che i miei uffici hanno assicurato, su mia indicazione, per spingere le parti verso posizioni di ragionevole pragmatismo. Il nuovo contratto collettivo, peraltro, mi pare molto positivo anche perché assicura al personale un sia pur minimo incremento nel trattamento economico (pari all'incirca all'uno per cento), che, con i tempi che corrono, mi sembra una cosa decisamente favorevole. Esso, inoltre, garantisce appieno i livelli occupazionali e lascia tutti più tranquilli sui fattori fondamentali dell'organizzazione dell'Ente.
Devo, inoltre, nuovamente ricordare la conclusione degli altri accordi con le organizzazioni sindacali, dopo decenni di stasi: il contratto collettivo nazionale di lavoro dei dirigenti e professionisti avvocati dirigenti sottoscritto in data 26 luglio 2011; il protocollo d'intesa con le organizzazioni


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sindacali degli agenti Mandatari, sottoscritto in data 29 dicembre 2011.
L'onorevole Colucci, infine, solleva una serie di questioni sulla terzietà e la correttezza di comportamenti del Direttore generale della SIAE e del sub-commissario avv. Scordino e chiede esplicitamente che io riferisca in merito.
In merito alle varie questioni poste, premesso che non compete al Ministero che dirigo esprimere giudizi diretti sull'operato del Direttore generale di un Ente pubblico vigilato, di proprietà degli autori e degli editori - questa è la sua peculiarità - il Direttore generale della SIAE riferisce, con un'apposita nota da me richiestagli, le seguenti considerazioni:
che l'avv. Scordino non lo ha mai assistito per sue vicende personali;
che nessuna ripartizione delle deleghe tra i due sub-commissari è mai intervenuta; l'unica delega, peraltro conferita ad entrambi congiuntamente, riguarda solo il Fondo Pensioni;
non esiste alcuna relazione di parentela o affinità tra sub-commissari e amministratori della SGR o fondi immobiliari.

Circa l'avvenuta assunzione, come dirigente presso la SIAE, di un dipendente del Ministero, noto per il suo impegno come sindacalista, che la necessità di assumere un nuovo dirigente addetto alle relazioni sindacali era emersa sin dai primi incontri con le OO.SS. dell'Ente, nella prima parte dell'anno 2010, che a più riprese avevano lamentato la cattiva gestione delle relazioni sindacali da parte del Dirigente generale preposto alla Divisione Risorse Umane e Relazioni Sindacali e avevano richiesto espressamente di individuare nuovi referenti aziendali. Il dottor Gianfranco Cerasoli è stato assunto con un contratto a termine di tre anni il 15 novembre 2010, attraverso la procedura prevista dall'allora vigente articolo 59 del contratto collettivo dei Dirigenti SIAE, che stabiliva la possibilità di avvalersi di personale a contratto, individuato a seguito di selezione. La selezione è stata affidata legittimamente a una società privata specializzata.
Tutto ciò considerato, devo dire di non avere ravvisato sinora motivi per non confermare la mia fiducia nell'operato del Direttore generale o del sub-commissario avvocato Scordino.
Confido di aver risposto a tutte le richieste dei Parlamentari che siedono in questa Commissione e rimango a disposizione per il futuro per ogni ulteriore informazione o chiarimento che io possa fornire.

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