Sulla pubblicità dei lavori:
Laura Froner, Presidente ... 2
INDAGINE CONOSCITIVA SULLO STATO DELLA CONCORRENZA IN ITALIA
Audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti (CNCU):
Laura Froner, Presidente ... 2 8
Castronovi Silvia, Responsabile relazioni istituzionali di Altroconsumo ... 6
Ciccarelli Liliana, Consigliere di Cittadinanzattiva ... 2 3
Lulli Andrea (PD) ... 8
Veroli Sergio, Vicepresidente di Federconsumatori ... 4
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud;
Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA.
Resoconto stenografico
INDAGINE CONOSCITIVA
La seduta comincia alle 12,30.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sullo stato della concorrenza in Italia, l'audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti (CNCU).
Inviterei i nostri ospiti a esporre brevemente le proprie considerazioni, in modo tale da dare anche ai commissari la possibilità di interloquire con eventuali richieste di chiarimenti o con ulteriori osservazioni e permettere poi una replica a tali osservazioni.
Do la parola ai rappresentanti del CNCU in questo momento presenti - la dottoressa Liliana Ciccarelli e il dottor Sergio Veroli - e agli altri che successivamente ci raggiungeranno.
LILIANA CICCARELLI, Responsabile relazioni istituzionali di Cittadinanzattiva. Buongiorno e grazie per la possibilità offerta da quest'audizione. Sono Liliana Ciccarelli di Cittadinanzattiva.
Lasciamo agli atti della Commissione un breve parere scritto, in maniera tale che si possano focalizzare almeno alcune delle questioni che ci stanno più a cuore. Vi ruberò davvero poco tempo.
Vorremmo approfittare di quest'occasione per dare atto che i provvedimenti adottati dal Governo Monti rappresentano senz'altro uno stimolo alla concorrenza, un iniziale lavoro e l'avvio di un processo di modernizzazione che sicuramente dovrà avere altre tappe in questa direzione e interventi ancora più significativi.
Rappresentando il punto di vista dei cittadini-utenti, ciò che vogliamo è che i processi di liberalizzazione debbano sempre vedere salvaguardata la funzione dei beni comuni, da un lato, e l'erogazione di servizi di interesse generale, dall'altro, secondo il parametro dell'universalità dei diritti. Questi sono i pilastri, secondo noi, anche di un processo equo, con i giusti contrappesi, nel settore delle liberalizzazioni, soprattutto quando si interviene nei settori di erogazione di servizi di interesse generale.
Le priorità, secondo Cittadinanzattiva, sono rappresentate in otto punti che abbiamo indicato nel nostro documento. In questo breve intervento desidero sottolineare, innanzitutto, il tema delle polizze assicurative abbinate ai mutui ...
PRESIDENTE. Mi scusi, dottoressa Ciccarelli: lei fa riferimento a un documento, che però forse noi non abbiamo ancora ricevuto. Chiedo se possiamo averne copia, per poterlo distribuire anche ai commissari. Grazie.
LILIANA CICCARELLI, Relazioni istituzionali di Cittadinanzattiva. Se occorre, possiamo inviarlo anche in formato elettronico.
Stando parlando del lavoro che è stato svolto in collaborazione con l'ISVAP già a partire dal 2009, con ben due indagini conoscitive e una serie di dati che sicuramente anche l'ISVAP vorrà fornirvi nel corso dell'indagine che avete avviato. Si era giunti, con il provvedimento n. 2946, a fissare alcuni punti fermi per quanto riguarda il rapporto delle polizze assicurative abbinate ai mutui.
A noi sembra che su questo punto non si sia tenuto adeguatamente conto di quel lavoro ricco, approfondito e durato anni, che è partito anche dalle segnalazioni delle associazioni di consumatori ed è stato sostenuto dall'Antitrust. A nostro avviso, la rilevanza di questa partita è così notevole e i rischi di conflitti di interesse che possono avere ricadute negative sui consumatori così forti che riteniamo sia utilissimo ripartire e riprendere il lavoro dell'ISVAP che ho citato su questo argomento.
Sempre in tema di assicurazioni, abbiamo notato che soprattutto in tema di RC Auto, nonostante i provvedimenti normativi del 2006 e 2007, le compagnie di grandi dimensioni continuano ancora a operare quasi esclusivamente con agenti monomandatari. Riteniamo che questo tema meriti un intervento deciso per un ulteriore incentivo, invece, verso l'utilizzo degli agenti plurimandatari.
Sul tema delle telecomunicazioni, un altro tema in cui la mancanza di effettiva concorrenza è vissuta con più quotidianità e consapevolezza anche da parte dei consumatori, segnaliamo il recepimento ancora non completo di una direttiva comunitaria, la n. 136 del 2009, che modifica proprio la direttiva che riguarda il servizio universale, rafforzando numerosi elementi di carattere tecnico-giuridico che possano permettere effettivamente al consumatore di godere di un ambiente pienamente concorrenziale. Se questa direttiva venisse
applicata, noi riteniamo che anche la concorrenza nel settore sarebbe più equa e favorevole, anche da un punto di vista delle tutele a favore dei consumatori, ragion per cui segnaliamo tale necessità.
L'ultimo aspetto che destro affrontare in questa sede - se poi ce ne sarà l'opportunità, ritornerò su questa tematica - è quello dell'accesso ai farmaci del Servizio sanitario nazionale. Le aperture al decreto sulle liberalizzazioni nel settore farmaceutico hanno introdotto alcuni vantaggi per i cittadini, però da alcuni nostri studi condotti insieme al Coordinamento nazionale nelle associazioni dei malati cronici interno a Cittadinanzattiva, risulta che i malati cronici annualmente spendono anche 2.400 euro per farmaci indispensabili, ma che non sono facilmente accessibili. Il tema dell'accessibilità sicura e adeguata ai farmaci rimane, dunque, per noi un aspetto rilevante e auspichiamo un intervento ancora più incisivo in questa direzione.
La class action è stata toccata dal decreto, e la cito in occasione di questa indagine conoscitiva, perché è uno dei necessari elementi di contrappeso di cui accennavo prima per garantire un'adeguata concorrenza. Le novità introdotte sono state senz'altro opportune, però si rendono necessari ulteriori interventi normativi soprattutto per rafforzare gli elementi di deterrenza lesivi della concorrenza, come ad esempio, l'individuazione di alcuni criteri di calcolo per la determinazione del danno risarcibile che possano tener conto degli incrementi di profitto realizzati attraverso le infrazioni da parte delle aziende.
Inoltre, come sottolineato dalle istituzioni comunitarie che hanno aperto dossier sui ricorsi collettivi anche di matrice europea, si rende necessario un intervento anche in via conciliativa come ricorso di tutela collettiva. Su questo punto le associazioni di consumatori iscritte al CNCU hanno un'esperienza notevole di gestione del conflitto collettivo anche in sede extragiudiziale. Riteniamo che un intervento normativo relativo alla class action che preveda anche la possibilità di una funzione di interesse generale attribuita alle associazioni sia assolutamente auspicabile.
Nella nota scritta che vi abbiamo consegnato - procedo solo per titoli - c'è anche un cenno al tema del trasporto ferroviario, agli ordini professionali e alla pubblica amministrazione. Se ce ne fosse la possibilità, magari ritornerò anche su tali questioni.
SERGIO VEROLI, Vicepresidente di Federconsumatori. Buongiorno e grazie di questa opportunità. Condivido le considerazioni svolte dalla dottoressa Ciccarelli e, quindi, il documento di Cittadinanzattiva può essere senz'altro condiviso anche da Federconsumatori. Condivido nel suo complesso anche l'intervento normativo del Governo e l'impostazione di fondo con cui ha elaborato il decreto-legge sulle liberalizzazioni, che però considero ancora largamente insufficiente.
Partendo dalla class action, l'intervento che è stato compiuto, sostituendo la parola «identico» con le parole «del tutto omogeneo», è positivo, però non è assolutamente sufficiente per mettere in grado chi vuole intentare una class action, la quale è al momento decisamente troppo onerosa, difficile da attuare in tutti i suoi schemi e in tutte le sua fasi. Sarebbe necessario forse un po' più di coraggio e scrivere, invece di «del tutto omogeneo», «omogeneo», come era precedentemente. Sarebbe un buon passo avanti per fare in modo che le posizioni che vengono salvaguardate e che sono rappresentate dall'associazione o dagli avvocati possano essere più semplici da curare.
Vorrei partire dalle Ferrovie, che in questo momento sono in una situazione drammatica. C'è assolutamente una carenza e naturalmente non esiste alcuna concorrenza. Comincerà a esserci un po' di concorrenza adesso, con l'ingresso di un'altra società, ma a livello locale, prevalentemente, come voi sapete, è tutto in mano a Ferrovie dello Stato, il tutto senza che a oggi ci sia un controllo.
Noi condividiamo l'idea dell'istituzione di un'Authority presso l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture e ci auguriamo che entri in funzione al più presto possibile, perché attualmente non c'è alcun controllo né sui prezzi, né sulla qualità, né sull'estensione del servizio universale.
Noi non sappiamo a oggi fin dove arriva: Trenitalia decide, di volta in volta, di sopprimere treni a lunga percorrenza, le soppressioni che avvengono riguardano il servizio universale e a volte non sappiamo bene quali sono i motivi e, se ci vengono riferiti, non sono controllabili. Abbiamo, quindi, un monopolista che di fatto fa ciò che vuole, il che non è accettabile: o c'è il mercato, o c'è qualcuno che controlla il monopolista, ma attualmente non c'è né l'uno, né l'altro e gli utenti subiscono conseguenze molto pesanti.
In questi giorni sono avvenute alcune vicende. Cito le più eclatanti, che conoscete anche voi: il treno diretto ad Avezzano ha impiegato venticinque ore, con gente chiusa al suo interno senza i soccorsi necessari. Ci ha impiegato venticinque ore. Sanno tutti che nevica a febbraio in Abruzzo. Può cambiare la quantità della neve, ma che nevichi in Abruzzo a febbraio è un fatto normale. Non è pensabile che Trenitalia se la possa cavare sostenendo che rimborsa il prezzo del biglietto. Mi pare veramente poco.
Noi stiamo organizzando una class action, ma, come vi ho anticipato, sarà difficilissimo attuarla per tutti i motivi che abbiamo citato. Ferrovie è, dunque, in una situazione che va sicuramente rivista. Bisogna subito far funzionare quest'authority e sviluppare, se possibile, la concorrenza anche a livello regionale, laddove non esiste.
I contratti di sei anni più sei evidentemente assicurano a Trenitalia un monopolio per dodici anni. In tal senso la situazione è la più drammatica. Si parla in questi giorni dei problemi di alcuni treni, che diventano emblematici e simbolici, ma di fatto, come affermato anche dalla stessa Trenitalia, sono aboliti circa il 25 per cento dei treni: 2 mila treni su 8 mila non hanno viaggiato, seguitano a non viaggiare, ma non succede nulla. Il massimo che succede è che vi sia da parte della regione una multa a Trenitalia. Di fatto gli utenti
non traggono alcun beneficio da questa situazione, non hanno alcun conforto, non hanno riduzione di abbonamento. Praticamente non hanno nulla.
Ieri, per portare un esempio, da un paesino vicino a Milano fino a Milano città ci sono volute due ore, due ore e mezzo o tre ore, e non ci sono avvisi di quando avvengono queste vicende. È come se il fatto che nevichi a febbraio sia diventato un fatto eccezionale. Non è pensabile una questione di questo tipo, non è pensabile a Roma, dove c'è proprio il disastro, ma neanche negli altri paesi.
Autostrade è un altro esempio di concorrenza che non esiste. Il monopolio è addirittura privato. Anche in questo caso siamo fuori dal controllo, l'ANAS non è in grado di controllare: non c'è un controllo né sulla qualità, né sugli investimenti. Questa scala mobile è anomala ed è l'ultima che è rimasta per Autostrade: essa fa adeguare al 70 per cento il costo delle autostrade, il che è assolutamente iniquo rispetto alla gestione e alla giustizia per gli utenti.
Ogni anno ci sono aumenti. A volte noi andiamo a controllare e verifichiamo che tali aumenti non corrispondono neanche a ciò che viene comunicato. Quando chiediamo perché non corrispondano, Autostrade ci risponde che la volta precedente l'adeguamento era stato inferiore. Di fatto, quindi, se si va a vedere per curiosità la Roma-Orte, l'esempio più semplice, si vede che tutti gli anni aumenta, ma l'importo non corrisponderà mai all'aumento previsto, a quello già iniquo che viene proposto, perché non è legato né a qualità, né a investimenti, ma solo all'inflazione e non è corrispondente neanche alla quantità prevista e stabilita dalla stessa Autostrade. È una situazione assolutamente fuori controllo.
Anche in questo caso occorre una riflessione su quanto è avvenuto, ossia sulle autostrade chiuse completamente. È evidente che si è trattato di una circostanza eccezionale, ma è eccezionale nella quantità. Non si può dare per scontato che, quando c'è la neve, si chiudono le autostrade. Non è pensabile, non avviene in alcuna parte d'Europa.
In Ucraina, lo so per motivi diretti, perché ne proviene la mia badante, le scuole vengono aperte fino a venti gradi sotto zero e sono assicurati i mezzi pubblici. In Ucraina lo stipendio di una persona è di 90 euro al mese.
Sul problema dell'energia occorre sviluppare la concorrenza. Attualmente vi è un'aggressività delle imprese che mette a rischio la sicurezza dei cittadini. Ci sono contratti truffaldini che vengono proposti spesso da promotori. Su questo tema c'è l'esigenza che l'Authority prenda in tempi rapidi alcune posizioni e che le stesse assicurazioni agiscano senza por tempo in mezzo.
L'esempio può essere quello dei promotori finanziari. Il promotore finanziario, che agisce in nome della banca, rende quest'ultima direttamente responsabile di tutte le conseguenze civili e penali di ciò che ha fatto.
Attualmente esiste il rischio che l'apertura del mercato giusta crei un'aggressività tutta a danno dei cittadini.
Parlando di una questione che riguarda in modo indiretto la concorrenza, vorrei rilevare il problema del Registro delle opposizioni, che è stato istituito recentemente e che consente alle aziende che vogliono chiamare i cittadini per il marketing di poterlo fare a meno che questi non siano iscritti al Registro delle opposizioni.
Nessuno lo conosce. Se vi vuole introdurre un Registro delle opposizioni che consente alle aziende di chiamare solo chi non è iscritto, occorre che lo si faccia conoscere ai cittadini, che si promuova una campagna pubblicitaria e si faccia sapere a tutti i cittadini che per non essere disturbati in casa alle 9, alle 10 o alle 11 di sera ci si deve iscrivere al Registro delle opposizioni. Introdurlo senza pubblicizzarlo consente alle aziende di agire come vogliono, il che non è accettabile, perché sviluppa la concorrenza, ma molto spesso a danno dei cittadini.
Condivido il discorso sulle assicurazioni svolto dalla dottoressa Ciccarelli e aggiungo
che anche con quegli accorgimenti i cittadini sono senza difesa. Si tratterà di capire meglio perché si debba pagare l'assicurazione il doppio che in un altro Paese europeo.
Non è pensabile che tutto dipenda dal fatto che nel Centro-Sud ci sono incidenti e che tutto venga legato a questo aspetto. È un aspetto troppo comodo per le assicurazioni. L'ISVAP, in questo caso, si muove in modo lento e inefficace tali queste questioni.
Occorre rivedere il sistema dell'adeguamento delle tariffe. Molto spesso, tranne che per alcune assicurazioni telematiche, le tariffe coincidono. Questo è un altro aspetto molto importante: molto spesso a un cittadino che non ha avuto alcun danno viene aumentata la tariffa perché il mercato che stabilisce l'ANIA decide che ci sono stati più incidenti rispetto all'anno scorso. Sono situazioni incontrollabili, che neanche l'ISVAP controlla e, quindi, è necessario compiere un intervento urgente, se si vuole dare sollievo ai cittadini.
Per le telecomunicazioni credo che il mercato cominci a svilupparsi, ma forse questo è l'aspetto meno problematico. Abbiamo superato la fase aggressiva delle telecomunicazioni e dei servizi non richiesti, comincia a crearsi una concorrenza e, quindi, questo è l'aspetto meno negativo.
SILVIA CASTRONOVI, Responsabile relazioni istituzionali di Altroconsumo. Grazie. Ringrazio dell'audizione e del coinvolgimento delle associazioni del CNCU in un'importante indagine per capire se la concorrenza può agevolare, far ripartire e ossigenare il mercato anche attraverso un'analisi un po' più attenta delle politiche economiche nei confronti dei consumatori.
Mi scuso di nuovo per il ritardo. Ho sentito in parte l'intervento della collega Ciccarelli e tutto l'intervento del collega Veroli, che sicuramente condivido, ragion per cui non vorrei tornare sugli stessi argomenti. Noi abbiamo portato un documento con copiosi allegati solo per dar supporto a quanto riferirò, cioè il fatto che in alcuni settori, se la concorrenza viene agevolata nel senso più vero e autentico della parola, nel senso di far sì che il mercato, in maniera trasparente e qualitativa, ponga diversi operatori in modo da concorrere fra loro, dando la possibilità ai consumatori di poter scegliere e di essere informati delle offerte stesse, ciò può consentire una ripresa economica non solo delle famiglie, ma anche dell'economia stessa.
Uno dei problemi cui stiamo assistendo è quello dell'aumento dei prezzi in alcuni settori, che si spiega soprattutto nell'ambito di alcuni settori in cui manca la concorrenza. Infatti, nella nostra recente indagine sui dieci anni dell'euro, nonché nell'indagine allegata sullo studio di quanto l'inflazione abbia influito, sempre in dieci anni dell'euro, su diversi prodotti in Italia anche in confronto con altri Paesi europei non solo notiamo che i prezzi sono cresciuti, ma dimostriamo anche che sono cresciuti più velocemente dei redditi delle famiglie. Il mercato sembra ingessato e i prezzi sembrano aumentati soprattutto in quei settori dove sussiste ancora un effettivo monopolio, come, per esempio gli stabilimenti balneari, i trasporti, le autostrade, la gestione dei rifiuti.
Nei settori nei quali, invece, si è avuta un'effettiva e concreta liberalizzazione, con l'aumento naturalmente della concorrenza, come quello delle telecomunicazioni oppure dei farmaci da banco, i prezzi sono sensibilmente calati.
Anche nell'indagine allegata sui supermercati vediamo che una politica all'interno di un particolare tipo di prodotto e di operatore commerciale, come quello della vendita al dettaglio, mette in evidenza che laddove c'è un'effettiva concorrenza e la possibilità dei consumatori di poter scegliere tra diverse tipologie di supermercati, una famiglia riesce a risparmiare all'anno fino a 1.300 euro rispetto ad altre che non hanno una scelta adeguata su differenti punti commerciali e che si devono, quindi, accontentare delle offerte di quei singoli punti, dove effettivamente il risparmio anche in offerte speciali è veramente limitato. Ciò è altamente significativo in merito alla concorrenza anche nel settore del commercio.
Per quanto riguarda poi un altro settore, che non so se sia stato toccato precedentemente, quello dei carburanti, è vero che l'Italia ha un sistema di accise e di tasse molto elevato, ma il problema non è solo quello. Anche in questo caso mi rifaccio agli allegati che sono stati presentati all'Antitrust durante un'audizione recente tenuta nel settembre del 2011, in cui dimostriamo che, a parte il fatto che in alcune zone d'Italia c'è una produzione di petrolio veramente notevole che basterebbe alla sussistenza del nostro Paese, il problema è proprio un sistema di vendita del prodotto benzina. Basterebbe slegare la distribuzione dalla produzione per attivare una vera concorrenza, dando anche spazio alle cosiddette pompe bianche, per cercare almeno di arginare il fenomeno al rialzo della benzina.
In parte il decreto sulle liberalizzazioni attualmente all'analisi della 10a Commissione del Senato con il DDL n. 3110 andrebbe in questa direzione, ma, come è stato osservato precedentemente, è stato un po' annacquato nel processo. Le potenzialità erano sicuramente migliori della concretezza con la quale sta andando avanti il disegno di legge.
È necessario, dunque, intervenire assolutamente in alcuni settori chiave nell'economia del Paese e delle famiglie, che possono veramente portare un cambiamento economico. Mi riferisco alle libere professioni, ai carburanti, alle banche, alle assicurazioni, ai farmaci, ai trasporti, al commercio, alla grande distribuzione. Sono settori veramente fondamentali, non solo per l'economia del Paese, ma anche per l'economia e per lo sviluppo delle famiglie stesse.
Per ottenere questo risultato bisogna prendere il coraggio, bisogna cercare di non farsi imbavagliare dalle lobby che premono e che sono motivate da preoccupazioni protezionistiche legate a un'economia più medievale che Mitteleuropea e moderna e andare avanti. Solamente con coraggio e con provvedimenti che non siano contingenti, ma organici e strutturali, si possono e devono riattivare e riorganizzare alcuni settori, dando luogo a un'effettiva concorrenza.
È necessario, però, anche compiere una distinzione tra la concorrenza e la privatizzazione. Lo potete insegnare voi a me. Con privatizzazione si intende la situazione in cui un settore in monopolio dello Stato passa a privati e con liberalizzazione quella in cui un settore passa a più operatori economici. In entrambe, però, la concorrenza non è del tutto automatica. Nel primo caso è necessario che vi siano Autorità di controllo che gestiscano, come in un certo senso è capitato nel settore dell'energia. Nel secondo caso la liberalizzazione deve essere comunque accompagnata da un'effettiva concorrenza e, quindi, da un'informazione verso il consumatore il più trasparente, il più oggettiva e il più comparativa possibile.
In questo caso ci possono aiutare le banche dati, per esempio. Come associazioni noi siamo molto attive in questo settore. Abbiamo banche dati che vanno veramente dalla ricerca della tariffa telefonica al mutuo più conveniente o al supermercato vicino casa con prezzi più concorrenziali. Non basta questo, però: bisogna anche ridare importanza al ruolo che hanno le associazioni dei consumatori, che da anni si battono sull'informazione e sullo sviluppo della concorrenza attraverso un'informazione trasparente, immediata e calibrata al consumatore secondo le sue esigenze.
Naturalmente rinvio alla documentazione allegata, ma credo che questo punto possa contribuire alla ripresa del mercato, che una concorrenza così pensata possa consentire una ripresa del mercato, una riduzione dei prezzi e anche un po' di ossigeno alle famiglie, che, in effetti, sono notevolmente provate in questo periodo e che non vengono da un periodo migliore.
Auspichiamo anche, da un punto di vista più etico e più politico, che prevalga sempre più, e non solo nel mercato e nell'economia, il concetto di merito: si sceglie un operatore piuttosto che un altro o un'assicurazione piuttosto che un'altra perché a buon prezzo offre un servizio migliore,
oppure un professionista piuttosto che un altro perché offre allo stesso prezzo o a prezzi inferiori una qualità di prestazione migliore. Occorre che prevalga questo concetto di merito rispetto a quello dell'appartenenza, del legarsi a una categoria alla quale si appartiene con alcuni privilegi e non mollare nulla, perché non si possono chiedere sacrifici solo alle famiglie, senza chiedere anche un po' di sacrifici e di rimodernizzazione del mercato stesso.
PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
ANDREA LULLI. Intendo ringraziare i nostri ospiti anche del materiale che ci avete fornito, che è sicuramente utile al proseguimento della nostra indagine conoscitiva. Se avete altre segnalazioni da rivolgerci, sarebbe importante.
In alcuni casi avete citato il richiamo ad alcune direttive europee non applicate. Sarebbe oltremodo interessante, se le avete, non solo segnalare, ma anche inviarci le vostre proposte di applicazione. Potremmo valutarle e credo che questo sia un fatto estremamente utile.
Convengo grossomodo con l'approccio che avete indicato. Sarà utile nel prosieguo del lavoro, non solo nell'indagine conoscitiva, ma, auspico, anche nei provvedimenti che, in questo caso, sono in corso di esame al Senato e che in questa sede mi astengo dal valutare per ovvi motivi di opportunità.
PRESIDENTE. Mi unisco alle considerazioni dell'onorevole Lulli nel ringraziare le associazioni audite per l'opera di informazione, che è molto utile soprattutto per i consumatori stessi, per potersi orientare meglio. Non è facile in alcuni casi comparare le proposte che sono poi alla base del saper scegliere.
Grazie, dunque, per queste informazioni, per quelle che ci fornirete, ma anche per quelle che fornite abitualmente nelle vostre attività.
Mi ha fatto piacere, anche se è una nota negativa, l'accenno al Registro delle opposizioni, perché era un problema che avevo considerato anch'io a suo tempo quello per cui, se non ci sono informazioni sufficienti, questi strumenti finiscono per essere poco utili, per non dire altro.
Dichiaro quindi conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 13.