Sulla pubblicità dei lavori:
Russo Paolo, Presidente ... 2
INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANDAMENTO DEI PREZZI NEL SETTORE AGROALIMENTARE
Audizione di rappresentanti della Borsa merci telematica italiana SCpA (BMTI SCpA):
Russo Paolo, Presidente ... 2 8 9 11 12
Bellotti Luca (PdL) ... 11
Bettoni Francesco, Presidente della Borsa merci telematica italiana SCpA (BMTI SCpA) ... 2 9 11 12
D'Ippolito Vitale Ida (PdL) ... 9
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD) ... 8
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.
Resoconto stenografico
INDAGINE CONOSCITIVA
La seduta comincia alle 8,40.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata oltre che attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso anche mediante la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'andamento dei prezzi nel settore agroalimentare, l'audizione di rappresentanti della Borsa merci telematica italiana SCpA (BMTI SCpA).
Sono presenti il dottor Francesco Bettoni, presidente, Annibale Feroldi, direttore, Riccardo Cuomo, vicedirettore, Tiziana Pompei, dirigente area istituzionale Unioncamere, Amedeo Del Principe, funzionario Unioncamere, Maria Teresa Bruno, area comunicazione, Gianluca Pesolillo, area prezzi.
Do la parola a Francesco Bettoni, presidente della Borsa merci telematica italiana SCpA.
FRANCESCO BETTONI, Presidente della Borsa merci telematica italiana SCpA (BMTI SCpA). Buongiorno, signor presidente. A nome mio e di tutta la delegazione rivolgo un cordiale saluto e un ringraziamento a lei e a tutti i Commissari per aver voluto consultare la Borsa merci telematica su un tema così rilevante e di grande attualità.
La Borsa merci telematica italiana nasce come società nel 2000 su iniziativa della Camera di commercio, con il coordinamento di Unioncamere nazionale. Il compito istituzionale della società consortile è stato riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole, agroalimentari e forestali con decreto ministeriale n.174 del 2006.
Sin dai primi del '900, le Camere di commercio rivestono un ruolo strategico e importante in materia di tutela e di trasparenza del mercato, gestendo le venti Borse merci fisiche e le quaranta sale di contrattazione presenti nel territorio nazionale e occupandosi della rilevazione e della relativa diffusione dei prezzi all'ingrosso di molteplici prodotti anche tramite i propri uffici prezzi.
Attraverso la creazione di BMTI, le Camere di commercio hanno voluto offrire agli operatori di mercato un innovato strumento di commercializzazione, fondato su regole certe e trasparenti.
Nonostante la sua recente costituzione, BMTI sta collaborando attivamente con le istituzioni e le associazioni per rendere sempre più efficienti i mercati e fornire utili dati per l'analisi delle dinamiche dei prezzi agroalimentari e la comprensione del funzionamento dei mercati internazionali e nazionali.
Sperando di essere sufficientemente sintetico, desidererei suddividere il mio
intervento in alcuni punti, che si potranno seguire anche nella documentazione consegnata: i temi che intendo affrontare sono lo scenario macroeconomico, la volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli, il funzionamento e l'andamento del mercato internazionale e nazionale riferito al caso dei cereali, le conclusioni.
Desidero sottolineare innanzitutto gli elementi di scenario preoccupanti a livello nazionale e internazionale. Come evidenziato dall'ultima analisi congiunturale del centro studi di Unioncamere, la situazione economica attuale a livello nazionale e internazionale è caratterizzata dall'aggravarsi della crisi dei mercati finanziari, che sta avendo effetti devastanti sull'economia reale. Tra la fine del 2008 e la prima parte del 2009, l'attività economica dei Paesi industrializzati potrebbe subire un'ulteriore contrazione rispetto ai primi nove mesi del 2008, in quanto la perdita di ricchezza e l'inasprimento delle condizioni creditizie stanno portando ad un indebolimento degli investimenti e dei consumi.
A livello internazionale, lo scenario è caratterizzato dai seguenti fattori: un rallentamento della crescita del PIL mondiale dal 5,2 per cento del 2007 all'1,8 del 2009, un diffuso ridimensionamento dell'inflazione sotto il 2 per cento nel 2009 a causa dell'indebolimento della domanda e del rientro dei prezzi delle materie prime, tassi di interessi sotto l'1 per cento negli Stati Uniti, 2 per cento nell'area euro entro fine 2008, al fine di evitare una recessione più profonda.
A livello nazionale, le previsioni del nostro centro studi Unioncamere rilevano una contrazione del PIL dello 0,2 per cento nel 2008 e dello 0,3 per cento nel 2009, una contrazione della spesa per consumi delle famiglie prevista in caduta dello 0,3 per cento sia per il 2008 che per il 2009, una significativa riduzione delle vendite del commercio al dettaglio del 3,3 per cento rispetto al terzo trimestre 2007.
L'elemento nuovo che ha contraddistinto lo scenario macroeconomico mondiale è stata l'esplosione dei prezzi delle materie prime agroalimentari registratasi nel 2007, cui di riflesso è seguita la crescita dei prezzi al consumo dei beni alimentari.
I fattori che hanno inciso sull'andamento dei prezzi sono di natura sia strutturale che congiunturale. Tra i fattori di natura strutturale occorre citare innanzitutto la contrazione dell'offerta, conseguenza non solo della riduzione del tasso di crescita della produzione agricola e della diminuzione degli investimenti in strutture e in ricerca, ma anche effetto di nuove politiche agrarie meno protezionistiche nei confronti del settore agricolo. A livello strutturale, tuttavia, l'aumento della domanda dei prodotti agricoli rappresenta l'elemento cardine che ha causato la violenta crisi e la crescita dei prezzi dei mesi scorsi. Lo squilibrio tra un'offerta strutturalmente in contrazione e una domanda in espansione è stato ulteriormente aggravato da una serie di fattori congiunturali, primo fra i quali l'andamento climatico sfavorevole, che ha inciso negativamente soprattutto sulla produzione di cereali.
In aggiunta, per salvaguardare la propria domanda interna, Paesi esportatori come l'Argentina, la Russia, il Kazakistan hanno deciso di imporre dazi alle esportazioni cerealicole, limitando le quantità di prodotto disponibile sul mercato mondiale. In secondo luogo, l'aumento del costo del petrolio ha influito negativamente sui prezzi agricoli non solo in termini di incremento dei costi dei fertilizzanti, dei carburanti, dei trasporti, ma anche di maggiore spinta alla produzione di biocarburanti visti come possibili sostituti del petrolio. La svalutazione del dollaro, inoltre, ha comportato un aumento della domanda di importazione di prodotti agricoli. Infine gli altri due fattori congiunturali correlati fra di loro hanno influenzato i prezzi agricoli: la crisi dei mercati finanziari e lo scoppio della bolla immobiliare.
In un contesto così complesso, è necessario mettere in campo tutti gli strumenti essenziali per comprendere i criteri di formazione dei prezzi delle materie prime e dei semilavorati e monitorarne l'andamento, al fine di evidenziare eventuali
anomalie di mercato e bolle speculative a danno del consumatore finale. La condizione necessaria per raggiungere tale ambizioso obiettivo è la comprensione del funzionamento dei mercati tramite un contatto continuo con gli operatori di mercato, che ha permesso a Borsa merci telematica di attivare trentaquattro mercati telematici appartenenti al settore cerealicolo, lattiero-caseario, vinicolo, olivicolo, suinicolo e derivati. Avere attivato un mercato telematico significa avere superato una serie di step: realizzazione di uno studio di filiera, costituzione di un comitato di filiera, adozione di un regolamento speciale di prodotto valido a livello nazionale e accreditamento di operatori, che hanno poi portato all'effettiva possibilità di commercializzare il prodotto sulla piattaforma telematica all'interno di un mercato regolamentato e trasparente. In altri termini, avere trentaquattro mercati telematici attivi significa poter comprendere e monitorare
trentaquattro diverse filiere.
In questa sede, intendo soffermarmi sul caso dei cereali, primo mercato attivato dalla Borsa merci telematica, su cui si registrano i risultati più significativi. Nel trascorso anno 2007, quasi il 5 per cento della produzione nazionale di frumenti è stato transato attraverso la Borsa merci telematica.
Al fine di comprendere come gli andamenti del mercato internazionale influenzino il mercato nazionale di cereali, è necessario effettuare una prima analisi dello scenario mondiale attuale e prospettico. Dall'analisi dei dati internazionali emerge che, a partire dalla campagna 2004/2005, le scorte mondiali di frumento sono state in progressivo calo, risentendo da un lato della contrazione dell'offerta e dall'altro dell'aumento della domanda, giungendo nella campagna 2007/2008 a toccare i 118 milioni di tonnellate, valore più basso dalla campagna 1979/1980.
Per quanto riguarda invece il mercato mondiale del mais, si può notare come a partire dalla campagna 2004-2005 i consumi siano progressivamente aumentati, risentendo dell'incremento della domanda non solo per uso alimentare, ma anche per la produzione di carburanti, fenomeno eccezionalmente rilevante in particolare negli Stati Uniti d'America. Per quanto riguarda l'Italia, invece, questo percorso è stato molto limitato, non superiore all'1,5 per cento.
La crescita prevista per i consumi di frumento dipende non solo dall'aumento della domanda per alimentazione umana e dall'incremento della domanda alimentare, ma indirettamente anche dal forte aumento della domanda per biocarburanti. Lo scenario internazionale è influenzato soprattutto dall'andamento dei mercati a termine internazionali, che nascono con l'obiettivo di coprire il rischio di mercato, principalmente il rischio di oscillazione dei prezzi, attraverso attività di copertura finanziaria: la famosa operazione di hedging, al fine di stabilizzare gli utili delle aziende e aumentare la capacità di attrarre capitali.
La maggior parte dei contratti futures viene chiusa prima del periodo di consegna tramite una posizione finanziaria contraria a quella iniziale. Recentemente la Borsa merci telematica italiana ha avuto un incontro con il più grande mercato di futures americano, il Chicago board, al quale abbiamo fatto conoscere la nostra esperienza. Abbiamo capito che il funzionamento del Chicago board è tutto puntato sui futures e realizzato una collaborazione con esso.
In merito all'andamento del mercato a termine internazionale, i futures del mais e del frumento tenero hanno subìto una notevole e inusuale crescita dei prezzi nel corso del 2008. Il picco massimo per il frumento tenero si è registrato nel mese di marzo 2008, con una quotazione record pari a quasi quattro volte il prezzo del 2005. Situazione analoga si rileva per i futures del mais, che tuttavia hanno visto le proprie quotazioni crescere fino al luglio del 2008, facendo segnalare variazioni positive di quasi il 300 per cento rispetto ai minimi del 2005.
Dopo aver analizzato il quadro internazionale, desidererei entrare nello studio del mercato fisico domestico. È opportuno sottolineare innanzitutto la forte frammentazione
della produzione nazionale. Si contano infatti 633.000 aziende agricole, che hanno una superficie media investita in cereali pari a 5,5 ettari, per una superficie totale di circa 3,8 milioni di ettari. In Italia, l'industria molitoria detiene una posizione di assoluta leadership a livello europeo e mondiale ed è concentrata in 516 mulini, di cui 178 a grano duro e 338 a grano tenero, 129 pastifici, 185 industrie di panificazione. L'intermediazione del mercato dei cereali muove il 90 per cento del prodotto commercializzato in Italia, sfruttando la forte frammentazione della produzione nazionale. Gli agenti d'affari e mediazione che frequentano le Borse merci italiane e i più qualificati mediatori occasionali sono più di mille. Il mais è il prodotto che soffre di più passaggi intermedi prima dell'utilizzazione finale, con una media di sei passaggi.
Il mercato nazionale dei cereali è un mercato fisico, nel quale la consegna della merce avviene sempre e in cui è possibile negoziare due tipi di contratto: i contratti spot, che prevedono un'unica consegna di un determinato quantitativo di merci, e i contratti a consegna differita, che prevedono numerose consegne di merce ripartite nel tempo per rispondere alle esigenze di approvvigionamento delle industrie. L'80-90 per cento dei contratti è a consegna differita e rimanda la definizione del prezzo a una rilevazione di Borsa, un differenziale di prezzo da determinare in ogni periodo di consegna della merce. A tale proposito, le commissioni prezzi delle Borse merci, composte da operatori di mercato, rilevano settimanalmente con un meccanismo di contraddittorio la forchetta dei prezzi con un prezzo minimo e uno massimo, entro la quale i prodotti sono stati scambiati nel giorno di riferimento.
La diminuzione di presenze di operatori nelle Borse merci, i moderni sistemi di telecomunicazione e l'aumento dei tempi di spostamento provocano una continua diminuzione dei contratti generati nelle giornate di Borsa. A tal proposito, la Borsa merci telematica italiana e le sue quotazioni spot contribuiscono a fornire prezzi trasparenti e quantitativi effettivamente scambiati utili al lavoro delle commissioni prezzi.
Sebbene le contrattazioni attraverso la Borsa merci telematica non costituiscano ancora la modalità prevalente di contrattazione a livello nazionale, deve essere sottolineata l'eccezionalità dell'informazione che deriva dai contratti telematici, che per la prima volta offrono la possibilità di avere dati sui prezzi basati non su indicazioni generiche degli operatori, ma su contratti realmente conclusi e su quantitativi effettivamente scambiati.
Il lavoro delle Borse merci e delle sale contrattazioni è poi integrato dagli uffici prezzi delle Camere di commercio, che pubblicano i listini dei prezzi all'ingrosso su tutto il territorio nazionale. Tali listini confluiscono poi in un unico database omogeneo a livello nazionale, che permette di monitorare e analizzare un numero sempre maggiore di mercati agroalimentari, come evidenziato nell'allegato n. 1 alla documentazione consegnata.
Le rilevazioni delle Camere di commercio e le quotazioni derivate dai contratti telematici BMTI consentono poi di creare degli indicatori sintetici del prezzo di un determinato prodotto. In questa ottica, il fixing indicativo nazionale camerale (FINC) costituisce un innovativo e valido strumento di analisi dei prezzi riportato nell'allegato n. 2 alla documentazione consegnata, sfruttando il quale è stato analizzato l'andamento del mercato fisico, nazionale del frumento tenero, del mais e del frumento duro.
La campagna di commercializzazione 2007-2008 del frumento tenero nazionale si è caratterizzata per un sostanziale e significativo aumento dei prezzi. I picchi si sono raggiunti nei mesi di settembre, gennaio e marzo, quando il FINC del tenero nazionale panificabile sfiorava i 280 euro a tonnellata.
È importante sottolineare come la successiva, costante diminuzione dei prezzi a partire dalla primavera del 2008 abbia fatto completamente rientrare gli aumenti dell'anno precedente con una situazione
attuale simile a quella del maggio del 2007, ovvero prima dell'aumento dei grandi prezzi.
Durante la campagna di commercializzazione 2007/2008, il prezzo del mais nazionale sintetizzato attraverso il FINC si è attestato costantemente sopra i 200 euro a tonnellata. Dall'estate del 2008, il prezzo del mais ha decisamente invertito la tendenza fino all'attuale situazione di circa 130 euro a tonnellata, caratterizzata da livelli di prezzi inferiori a quelli di fine 2006.
La campagna di commercializzazione 2007/2008 del frumento duro nazionale è iniziata con una decisa impennata dei prezzi. Tali aumenti si sono protratti fino all'inizio del 2008, quando il FINC del duro nazionale fino superava i 500 euro per tonnellata. Dalla fine di marzo si assiste a una costante diminuzione dei listini, che, sebbene abbia riportato i prezzi ai livelli del giugno 2007, ha fatto rientrare gran parte dell'aumento verificatosi nella passata campagna di commercializzazione.
Dai grafici riportati nel documento emerge chiaramente come negli ultimi mesi il mercato delle materie prime cerealicole abbia vissuto una fase di deciso rientro dei prezzi, dopo i forti rialzi registrati nel periodo tra giugno 2007 e marzo 2008, che consideriamo una primavera troppo ristretta. Tale flessione soprattutto per i frumenti deve essere imputata principalmente all'aumento della produzione a livello mondiale. Nel caso del mais, il prezzo ha risentito anche della caduta del prezzo del petrolio.
La recente fase di forte riduzione dei prezzi evidenzia ancora di più l'instabilità dei mercati agricoli internazionali. In un tale scenario, diviene fondamentale poter disporre di informazioni circa le tendenze future dei mercati. In tal senso, BMTI, avvalendosi del contatto giornaliero con gli operatori dei mercati telematici, già oggi realizza panel previsionali in cui vengono ipotizzati gli andamenti dei principali mercati agroalimentari nel breve periodo.
Per quanto riguarda la relazione esistente tra i prezzi futures e i prezzi cash nazionali, la sempre maggiore attenzione che gli operatori di mercato italiani riservano alla contrazione del Chicago board of trade sembra giustificare un confronto fra i futures del Chicago board e il prezzo nazionale del mais tenero. Dai grafici risulta evidente come la sostanziale concordanza degli andamenti delle due serie si sia bruscamente interrotta a cavallo tra il 2007 e il 2008, quando, a fronte di una sostanziale stabilità del prezzo del mercato reale, gli scambi sul mercato a termine hanno fatto crescere il prezzo future sin quasi a quadruplicare i prezzi del 2005.
Si è verificata un'anomalia tra la fine del 2007 e l'inizio del 2008, quando i prezzi delle commodities agricole hanno cominciato a lievitare. Anche i prezzi futures sono cresciuti, ma a tassi decisamente più consistenti. Contravvenendo allo schema che le quotazioni hanno sempre seguito, questa dinamica ha comportato una progressiva espansione della base, rendendo il mercato dei futures inefficace come strumento di protezione dei rischi di prezzo, funzionalità che richiede invece una base abbastanza stabile nel tempo.
Pur risultando dubbie le cause che hanno indotto un tale andamento, è invece certo il risultato che questo ha determinato non soltanto con riferimento alla funzione di copertura che i mercati a termine assolvono, ma anche in considerazione del ruolo che i prezzi formati su questi mercati hanno ormai assunto anche nelle Borse merci tradizionali. L'importanza che hanno assunto i prezzi futures sul mercato nazionale è peraltro testimoniata dalla ormai costante presenza nelle Borse merci tradizionali di desk fissi, collegati in tempo reale con le principali Borse a termine internazionali, costantemente monitorate dagli operatori.
La comprensione del funzionamento e dell'andamento del mercato cerealicolo nazionale e internazionale ci permette di analizzare come le variazioni dei prezzi della materia prima e del semilavorato abbiano inciso sulla variazione del prezzo del prodotto finale. In particolare, abbiamo riportato i risultati di due analisi
sul prezzo del pane e della pasta negli allegati n.3 e n.4 del documento, che concludono il processo che parte dalla rilevazione dei prezzi nei vari settori e termina con la costruzione di indicatori sintetici dei prezzi stessi. Tali analisi indagano esclusivamente il legame esistente fra il costo delle materie prime cerealicole e il prezzo del prodotto finale, senza tener conto delle eventuali variazioni dei fattori che possono incidere sul prezzo del prodotto finale, come ad esempio il costo di petrolio, gas, luce, acqua, trasporti.
I due mercati sono molto diversi fra loro e hanno reagito in maniera differente alle eccezionali variazioni dei prezzi delle materie prime cerealicole verificatesi negli ultimi diciotto mesi. Nel caso della pasta, la materia prima e i semilavorati hanno un'incidenza strutturalmente maggiore sul prodotto finito. Tale incidenza ha subito importanti variazioni nell'ultimo anno. Il prezzo al consumo del prodotto ha sicuramente tempi di risposta più lunghi rispetto al pane, in funzione degli accordi commerciali tra l'industria e la distribuzione. Nella situazione attuale, la diminuzione del prezzo delle materie prime cerealicole sembra creare le condizioni necessarie per una successiva diminuzione del prezzo della pasta.
Il mercato del pane è invece molto diverso. In primo luogo, il tempo di risposta del prezzo del prodotto finale è sicuramente meno lungo che nel caso della pasta. Il costo della materia prima incide sicuramente in maniera meno rilevante sul prezzo del prodotto finito, per una percentuale di circa il 15-20 per cento. Le oscillazioni sia dell'incidenza del costo della farina sul prezzo del pane che del prezzo del prodotto finale risultano meno accentuate che nel caso della pasta. Tali analisi sono un importante strumento di controllo dei mercati, non limitandosi a rilevare un aumento dei prezzi ex post, ma segnalando le variazioni dei prezzi all'ingrosso delle materie prime e dei semilavorati, che potrebbero far presagire successive variazioni al consumo.
In questa ottica, riteniamo fondamentale e strategico aggiornare e monitorare costantemente i prezzi oggetto dell'analisi, nonché sviluppare e approfondire le analisi per comprendere al meglio i meccanismi di formazione del prezzo al consumo ed evidenziare eventuali anomalie e bolle speculative a danno dei consumatori.
In un contesto internazionale caratterizzato da un'elevata instabilità e con un mercato domestico agroalimentare contraddistinto da problemi strutturali storici, è necessario creare nuovi strumenti a servizio delle istituzioni, in grado di contribuire fattivamente alla comprensione dell'andamento dei mercati e di conseguenza dei criteri di formazione dei prezzi all'origine, all'ingrosso e al consumo finale.
Per raggiungere questo obiettivo, proponiamo l'adozione delle seguenti iniziative: accorciare la filiera assicurando efficienza e razionalità dei mercati e qualificando l'attività di intermediazione; fornire alle istituzioni informazioni trasparenti sui prezzi dei prodotti agricoli, che si basino non solo sulle rilevazioni tradizionali certamente utili, ma anche su contratti realmente conclusi; redigere regole di commercializzazione certe, che consentano negoziazioni trasparenti; capire il funzionamento e l'andamento dei mercati, al fine di individuare tempestivamente anomalie e bolle speculative tutelando così il consumatore.
Per dare risposte concrete e innovative a queste esigenze, il sistema camerale ha voluto contribuire attraverso l'ammodernamento delle vecchie Borse merci istituendo la Borsa merci telematica italiana, che ha la deputazione nazionale, in qualità di organo di vigilanza della Borsa, la società di gestione, BMTI, costituita da enti pubblici per fornire innovativi strumenti di commercializzazione, una rete capillare sul territorio costituita dalle Camere di commercio, che forniscono supporto e assistenza agli operatori.
Riteniamo che questo meccanismo potrebbe essere valorizzato con ulteriori iniziative che ne arricchiscano i contenuti di trasparenza, certezza ed efficienza. Le potenzialità di questo strumento sono infatti molteplici. Anche per fornire un contributo al contenimento dell'inflazione, si sta
avviando un progetto fra i mercati all'ingrosso e i gruppi di acquisto sociali (GAS) con l'obiettivo di realizzare una piattaforma telematica per la prenotazione e l'acquisto di prodotti ortofrutticoli da parte di gruppi organizzati di consumatori presso i mercati all'ingrosso, al fine di abbattere i costi di approvvigionamento e di sfruttare le piattaforme logistiche esistenti.
Il Governo centrale sta valorizzando l'iniziativa con la realizzazione di Borsa agroalimentare telematica mondiale (BAT), uno dei due progetti cardine insieme alla Città del gusto dell'Expo 2015 di Milano, la creazione di un network informativo e commerciale, che consentirà ai Paesi sviluppati e in via di sviluppo di scambiare prodotti agroalimentari e ittici sul mercato globale per la creazione di un'economia orientata al sociale, che garantirà grandi vantaggi all'economia mondiale. A tale proposito, il primo esempio di progetto di internazionalizzazione di Borsa merci telematica italiana è rivolto ai Paesi terzi del Mediterraneo.
Gli obiettivi principali del progetto BAT si possono sintetizzare in tre punti fondamentali: raccolta e diffusione di informazioni, creazione di un unico mercato virtuale, regolamentazione paritaria e condivisa dello scambio dei prodotti.
Desidero quindi concludere ringraziandovi e ringraziando lei, presidente, per l'invito e l'attenzione rivolta alla nostra società e dichiarandoci a completa disposizione per qualsiasi misura il Parlamento intenda adottare nell'interesse dell'intero Paese. Grazie.
PRESIDENTE. Do quindi la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre domande o formulare osservazioni.
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Anche a nome del gruppo del Partito Democratico desidero ringraziare gli auditi, l'Unioncamere e in particolare la Borsa merci. Spesso, leggo i vostri studi e me ne avvalgo per la nostra attività. Il presidente, insieme alla Commissione, ha giustamente ritenuto opportuno audirvi perché, nell'effettuare questa indagine sull'andamento dei prezzi, siamo partiti dalla constatazione di come i prezzi aumentassero, il potere di acquisto delle famiglie diminuisse e la domanda si contraesse.
Avete esaminato i problemi esistenti, sottolineando spesso la presenza di una filiera troppo lunga, disorganizzata, che necessita di razionalizzazione, di accorciamento. Appare fondamentale inoltre dare informazione in merito alla formazione dei prezzi.
In particolare, vorrei sapere se riteniate che il doppio o il triplo prezzo sull'etichetta del prodotto possano evitare eventuali speculazioni. Ci troviamo infatti dinanzi a una situazione molto strana. Lei afferma infatti che il prezzo della pasta dovrebbe subire una successiva diminuzione, laddove oggi si rileva una contrazione del prezzo dei cereali e un aumento della pasta nell'ultimo anno pari al 34 per cento, dato indicativo, che dimostra come nel medio periodo la diminuzione del prezzo delle materie prime non incida sul prezzo finale. Forse, quindi, indicare che i cereali si comprano a un prezzo, successivamente si rileva un prezzo di produzione e infine un prezzo di vendita rappresenterebbe un modo per informare meglio i cittadini, facendo capire come in questa filiera pochissimi ne approfittino. Le famiglie agricole hanno infatti redditi molto bassi, ma la grande distribuzione e il centro di acquisti costituiscono una sorta di oligopolio.
Voi avete verificato come si forma il prezzo, per cui vorrei sapere se questo possa rappresentare un elemento per dare informazione ai cittadini e aiutare a contrarre il prezzo dei prodotti, attualmente molto alto a causa non soltanto dell'inserimento nel mercato di India e Cina, ma anche di problemi nazionali.
La ringrazio soprattutto per il lavoro di studio e di vigilanza che svolgete in questo settore.
PRESIDENTE. In primo luogo, desidero esprimere apprezzamento per la relazione che ci è stata offerta, che ha colto esattamente il senso dell'audizione. Come
rilevato dal collega, siamo partiti dalla necessità di una valutazione del meccanismo di formazione del prezzo e di come questo sia spesso alimentato non solo dalla specificità e dalla somma di costi, ma anche da meccanismi speculativi.
Voi avete un osservatorio privilegiato e straordinario su vicende e fatti concreti, seppur per numeri limitati. Fate riferimento in particolare al frumento tenero nazionale, al frumento duro, al mais, prodotti tornati ai prezzi antecedenti l'incremento. Poiché questo non è accaduto con i prodotti a valle, né con quelli sui quali si ha un'incidenza a breve termine (il pane), né con quelli sui quali c'è un'incidenza spalmata in tempi più lunghi (la pasta), e poiché non è accaduto né con il pane dove l'incidenza percentuale è minore, né con la pasta dove l'incidenza percentuale del prodotto è maggiore, vorremmo capire insieme a voi se esistano altre dinamiche e altri meccanismi, se la tipologia articolata di contratti a breve e a lungo termine possa aiutare a misurare l'andamento dei prezzi al consumo dei prodotti finiti.
I futures sono una sorta di scommesse in realtà assicurate sul prezzo futuro. Poiché la vostra esperienza e il vostro osservatorio possono indicarci elementi di maggiore certezza, vorrei sapere se un'eccessiva scommessa formulata mesi prima possa essere determinante nella formazione dei prezzi, condizionarli e condizionare la cessione del bene.
Do ora la parola alla collega Ida D'Ippolito Vitale.
IDA D'IPPOLITO VITALE. Grazie, presidente. Anche a nome del PDL, rivolgo un benvenuto e un sentito ringraziamento agli auditi e a tutti i componenti della delegazione.
Avete fornito un documento attento e circostanziato, che individua la genesi, le cause dell'aumento dei prezzi attraverso una sottolineatura dello scenario internazionale, che mette in gioco anche il mercato nazionale. Tra i fattori strutturali, si annoverano dunque la contrazione dell'offerta e l'aumento della domanda in Paesi emergenti come Cina e India, che le maggiori disponibilità economiche e i mutati orientamenti nelle abitudini di vita inducono a una richiesta di proteine animali e di alimenti estranei alla tradizione alimentare.
Avete opportunamente sottolineato l'incidenza di una serie di fattori altri, quali l'andamento climatico, l'aumento del costo del petrolio, la svalutazione del dollaro.
In tale contesto macroeconomico si colloca l'economia nazionale. In premessa, desidero esprimere un convinto apprezzamento per la moderna risposta che avete saputo assicurare attraverso questa organizzazione di rete. I trentaquattro mercati telematici e un progetto strutturato con obiettivi ben individuati come quelli rappresentati nelle conclusioni del documento che ci avete consegnato testimoniano il forte sostegno che come organizzazione potete offrire all'analisi e alla proposta di soluzioni sul punto.
Mi domando però se, spostando l'analisi da un contesto internazionale a un contesto più strettamente nazionale e tenendo conto anche della «disparità» interna al quadro nazionale, laddove sul fronte dell'economia il Paese non segue un ritmo uguale, ma si evidenziano differenze tra regioni e diseconomie che incidono in modo diverso su di esse, siano stati individuati parametri di diversa incidenza dell'aumento dei prezzi sulle regioni e relativi fattori alla base. Vorrei quindi sapere se nelle regioni a maggiore sofferenza economica si rilevi paradossalmente un aumento maggiore del prezzo.
PRESIDENTE. Do la parola al presidente della Borsa merci telematica italiana, Francesco Bettoni.
FRANCESCO BETTONI, Presidente della Borsa merci telematica italiana SCpA (BMTI ScpA). Vi ringrazio innanzitutto per la vostra cordialissima attenzione e per gli apprezzamenti che ci avete rivolto, che ovviamente condivido con i miei collaboratori.
Per rispondere all'intervento dell'onorevole Oliverio, la nostra indagine, la nostra
valutazione, si basano su una constatazione fondamentale: il nostro è un mercato non speculativo, ma assolutamente regolamentato con regole ferree. Il fatto stesso di essere una Borsa telematica ci ha imposto di adottare regole che non sono speculative, perché il ruolo del sistema camerale consiste nel dare spazio ad aspetti di assoluta trasparenza.
Nella nostra indagine, quindi, rileviamo i veri prezzi, che emergono dall'incrocio fra domanda e offerta degli operatori accreditati attraverso il sistema delle Camere di commercio. L'accreditamento non è un aspetto banale, giacché per essere accreditati è necessario avere requisiti di professionalità e onorabilità. Spesso, ci siamo scontrati con le richieste di operatori provenienti da tutta Italia, che abbiamo dovuto cassare perché non dotati di tali requisiti. Questo è stato un passaggio molto delicato, che nella fase di avvio ci ha creato problemi e ostacoli. Quando anni fa ci siamo costituiti, abbiamo incontrato fortissime resistenze in chi interpretava ancora il mercato delle commodities agricole a livello locale come un mercato speculativo, legato alla non trasparenza.
Siamo certi che il prezzo di base sia quello giusto, in quanto è il risultato di un algoritmo tra la domanda e l'offerta. Alla fine della giornata, il nostro fixing viene pubblicato sul nostro sito on-line, da tutte le Camere di commercio e da Il Sole 24 Ore, che giornalmente ha la sua finestra per i nostri prodotti.
Considero difficile sviluppare un discorso di secondo e terzo prezzo, perché, come specificato nella relazione, non siamo in grado di stabilire i prezzi dal momento in cui la materia prima (grano, mais o frumento) viene posta nell'azienda del trasformatore, del negoziatore, del commerciante o della cooperativa. Qui si innesca il vero problema dei costi differenziati, della sottoinfrastrutturazione del Paese, della carenza di una logistica efficiente. Abbiamo pochi magazzini di stoccaggio moderni, funzionali ed efficienti, che rispondano anche alle esigenze di sicurezza alimentare. I grandi gruppi, che vogliono il contratto di filiera, pretendono infatti che i passaggi dalla semente fino al magazzino di stoccaggio, all'automezzo e alle celle frigorifere siano certificati.
Questo è un problema enorme, che induce a rilevare come il nostro Paese abbia un rilevante tasso di sottoinfrastrutturazione a differenza dell'Olanda, della Germania o della Francia, ma anche della Spagna, che in questi anni ha compiuto passi da gigante in tema d'infrastrutturazione e di logistica. Porti, aeroporti, strade, dogane hanno costi notevoli, cui ogni azienda aggiunge i propri costi, che non siamo in grado di ipotizzare. È necessario considerare inoltre tutti gli aspetti legati alla distribuzione sul territorio del prodotto finale, laddove raggiungere aree in cui si rilevano condizioni ambientali, fisiche e geografiche difficili richiede costi aggiuntivi. Avendo la certezza del prodotto di origine, il Governo può però affrontare gli altri aspetti e monitorarli con possibilità di intervenire.
La filiera è indubbiamente troppo lunga. Potrebbe essere accorciata attraverso il citato progetto di collaborazione tra il mercato ortofrutticolo all'ingrosso e l'organizzazione dei gruppi di acquisto solidale. I mercati all'ingrosso avviano infatti le loro transazioni alle tre o alle quattro del mattino. Alle otto spesso rimane l'invenduto, che oggi rappresenta un problema per i grossisti, perché si tratta di un prodotto fresco, la cui vendita non si può rimandare al giorno successivo. Stiamo quindi studiando un meccanismo telematico, per cui ad esempio gli operatori del mercato di Fondi o di Milano possano offrire il loro prodotto invenduto attraverso la nostra rete telematica e i gruppi di acquisto solidale possano immediatamente comprarli e distribuirli ai loro associati, accorciando moltissimo la filiera, risolvendo il problema dell'invenduto all'ortomercato e consentendo agli operatori di ridurre il prezzo, perché i commercianti del settore
ortofrutticolo consapevoli della percentuale di sfrido tendono ad aumentarla caricando il prezzo della merce in considerazione di questo. Eliminando dunque questa possibilità di lecita speculazione attraverso gruppi di acquisto che
acquistino parte dell'invenduto, calerà il prezzo all'origine e le famiglie potranno acquistare a costi accessibili prodotti dell'ortofrutta, che talvolta raggiungono prezzi incredibili.
Questo confligge con una parte importante della filiera, nel senso che la grande distribuzione non ha ancora accettato; questo non è un grido di allarme o una polemica, bensì una constatazione di quanto accade espressa a una Commissione autorevole come questa. La grande distribuzione vorrebbe utilizzare la Borsa merci telematica solo per prezzi in diminuzione, per aste al ribasso, ma ciò non è possibile.
In questo contesto, l'alea della trasparenza è stata il nostro motivo di battaglia, giacché purtroppo in molte aree del mercato italiano la mancanza di trasparenza ci ha creato e ci crea problemi. È vero, presidente, che noi intermediamo solo il 5 per cento del totale delle negoziazioni, a parte il fatto che siamo in una crescita esponenziale...
PRESIDENTE. Non l'ho detto in modo critico, semmai rammaricato!
FRANCESCO BETTONI, Presidente della Borsa merci telematica italiana SCpA (BMTI ScpA). Assolutamente! È vero che rappresentiamo il 5 per cento, ma oggi questo 5 per cento fa da riferimento per tutti e quindi consente alla deputazione di Borsa e all'autorità di mercato di controllare il prezzo di origine. Considero dunque difficile introdurre il discorso del secondo e terzo prezzo, perché diventa complicato verificare i costi di ogni azienda.
Per quanto riguarda, invece, il discorso del Chicago board e dei futures, presidente, lei ha colto il problema. I futures sono un mercato speculativo, il Chicago board, nel quale operano oggi più di 6000 operatori quotidiani, lavora esclusivamente sulla speculazione. Non esiste mercato reale. Quando abbiamo portato l'esempio del nostro mercato, piccolo ma reale, c'è stata una forte scossa da parte del Chicago board. Come Camera di commercio, non avremmo potuto attivare un mercato speculativo come il loro.
Riteniamo per buona parte fortemente speculativa la fiammata dei prezzi dei cereali, e del latte in polvere. Del resto, il calo dei prezzi della pasta e del pane è rapportato a quanto succede oggi con i carburanti. Il petrolio oggi ha un prezzo di 57 dollari il barile, ma, come constatano i consumatori, alla pompa non è certamente diminuito del 70-80 per cento, come si presupponeva.
Per quanto riguarda il prezzo della pasta, emerge certamente un problema. Da indagini svolte è emerso come spesso l'industria stipuli contratti di durata semestrale o annuale con la grande distribuzione. Stabilito un prezzo, per loro risulta quindi oggettivamente difficile andare a recuperare.
Per cercare di attutire questo prezzo, stanno facendo promozioni, iniziativa che sarebbe opportuno divulgare. L'altro ieri, una grande azienda che abbiamo interpellato su questi temi sottolineava come quattro anni fa, supposto un 100 per cento di costi promozionali sostenuti per pubblicità e altro, la campagna promozionale del famoso 3 per 2 rappresentasse solo il 5 per cento, contro l'attuale 60 per cento. Sarebbe quindi opportuno adottare questa politica di trasparenza nei confronti dei consumatori esortandoli a comprare i prodotti di quelle aziende che fanno promozioni. Oggi, infatti, si può monitorare, attutire, diluire un prezzo alto con le promozioni fra azienda produttrice, trasformatrice e grande distribuzione.
Spero di aver risposto a tutti.
PRESIDENTE. Chiederei al collega Bellotti, che si è dovuto assentare perché impegnato in votazioni in altre Commissioni, di porre la sua domanda.
LUCA BELLOTTI. Grazie, presidente. Non è semplice intervenire in un dibattito al quale non si ha partecipato fin dall'inizio, mi scuso per questo con gli auditi, che sono venuti ad approfondire temi fondamentali, inerenti alle questioni dei prezzi e ai tentativi di contenere quello del prodotto finale.
La mia prima considerazione è di carattere affettivo, perché ritengo opportuna
una difesa del mondo dell'agricoltura, troppo spesso accusato di essere il responsabile dell'innalzamento dei prezzi, mentre purtroppo è stato in sofferenza per vent'anni, per tre mesi ha avuto uno spiraglio e poi è ripiombato in una nuova crisi dei prezzi agricoli, che purtroppo sono in continua discesa.
Spesso, ho sentito suggerire una serie di ricette che riguardano l'accorciamento della filiera, giusta esigenza, che però non risolve il problema, perché questi ottimi ragionamenti non hanno avuto effetti concreti.
Ritengo che il tema delle scorte di lungo periodo necessiti di un supplemento di indagine e di un maggiore approfondimento. L'unico modo per compensare i prezzi dei prodotti dei cereali rendendo il mercato tendenzialmente stabile consiste infatti nell'aumentare le quantità legali delle scorte. Non poter intervenire sul prezzo nell'immediato e quindi dar luogo a speculazioni, avere la possibilità di una rivisitazione di tutta la filiera del prezzo sul lungo periodo può diminuire questo effetto speculativo, strada ancora non sufficientemente indagata.
Nei due minuti che ho avuto a disposizione con il Segretario europeo Fischer Boel, ho accennato a questo tema, perché ritengo che dovrebbe far parte di un progetto comunitario più che essere una iniziativa di carattere locale e nazionale. Questo renderebbe più stabile il settore delle materie prime agricole, indipendentemente da qualsiasi altro intervento sulla filiera, che anche in termini legislativi sarebbe in contrasto con le normative di libero mercato previste dalla Comunità europea, laddove a un commerciante, a un rivenditore, a una catena distributiva non si può certo imporre di vendere a un determinato prezzo come nell'Unione sovietica del passato. Ritengo invece che la politica delle scorte a livello europeo e nazionale possa essere uno strumento in grado di affrontare l'assoluta necessità di stabilizzare il mercato dei cereali e di andare nella direzione sia dei produttori che dei consumatori.
FRANCESCO BETTONI, Presidente della Borsa merci telematica italiana SCpA (BMTI SCpA). Indubbiamente questo è un tema cruciale. Lei ha già dato la risposta più opportuna e intelligente, suggerendo che debba essere una scelta dell'Unione europea, in quanto gli stoccaggi richiedono costi aggiuntivi, interessi passivi, calo peso. Appare quindi opportuno che questo aspetto venga affrontato da chi oggi gestisce l'economia agricola, ovvero dall'Unione europea.
Dovremmo essere meglio attrezzati per avere tutto questo. Una volta, c'erano gli ammassi del grano, operazione allora realizzata da Federconsorzi e oggi non riproponibile, per cui riteniamo che l'Unione europea debba adottare una scelta strategica di stoccaggi per evitare le ondate speculative. Sono quindi assolutamente d'accordo.
PRESIDENTE. Ringrazio gli auditi non soltanto per la cortesia di essere stati qui, ma anche per le utili indicazioni offerte, che sono per noi preziose.
Dichiaro quindi conclusa l'audizione in titolo.
La seduta termina alle 9,40.