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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione XIII
15.
Martedì 21 aprile 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Russo Paolo, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANDAMENTO DEI PREZZI NEL SETTORE AGROALIMENTARE

Seguito dell'esame del documento conclusivo:

Russo Paolo, Presidente ... 3 6 8 10
Beccalossi Viviana (PdL) ... 9
Gottardo Isidoro (PdL) ... 6
Negro Giovanna (LNP) ... 8
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD) ... 4 8
Pepe Mario (PD) ... 3
Zucchi Angelo (PD) ... 9
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.

COMMISSIONE XIII
AGRICOLTURA

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 21 aprile 2009


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PAOLO RUSSO

La seduta comincia alle 11,15.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Seguito dell'esame del documento conclusivo.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'andamento dei prezzi nel settore agroalimentare, il seguito dell'esame del documento conclusivo.
Ricordo che nella seduta del 2 aprile, a conclusione delle audizioni nell'ambito dell'indagine conoscitiva citata, il collega Gottardo, sulla base dell'incarico conferitogli, ha presentato uno schema di documento conclusivo nel quale, ai sensi dell'articolo 144 del regolamento della Camera, si dà conto dei risultati acquisiti nel corso delle varie fasi dell'indagine conoscitiva.
Ricordo, altresì, che lo stesso onorevole Gottardo è nuovamente intervenuto nella successiva seduta del 7 aprile.
Do la parola ai colleghi che intendano intervenire sulla proposta di documento conclusivo.

MARIO PEPE (PD). Signor presidente, ho ascoltato con viva soddisfazione la relazione del collega Gottardo, condividendone la sostanza.
Mi permetto, tuttavia, di esprimere alcune osservazioni. Innanzitutto, introdurrei all'interno della relazione una suddivisione per paragrafi, come chiarirò in seguito.
In secondo luogo, a pagina 5 aggiungerei: «Bisogna indicare possibilmente quali iniziative, attraverso forum tematici o stage formativi, è necessario fare perché i produttori della filiera agroalimentare possano diventare protagonisti in primis della grande distribuzione, sia per il loro format culturale, sia per la capacità professionale che hanno acquisito nell'immissione nella catena di distribuzione dei prodotti della loro azienda». In pratica, evocherei, per i produttori della filiera, un ruolo da protagonisti, come è stato richiamato in varie parti della relazione.
Continuo a leggere: «Inoltre, bisognerebbe diffondere la nuova figura professionale» - cui fa riferimento anche il relatore - «del farmer market, sia attraverso una ricognizione delle disponibilità presenti nella base produttiva di partenza della filiera, sia attraverso una capillare azione formativa e informativa che potrebbe essere affidata alle associazioni di categoria presenti sul territorio e capaci di valutare la formazione di base degli eventuali farmer market».
Insomma, un concetto che riguarda la trasformazione del mercato e rende visibile il valore del protagonista agricolo personalmente lo tradurrei sia a livello amministrativo e legislativo, con una codificazione della materia, come abbiamo fatto per gli agriturismi, sia attraverso un'azione di formazione.


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Come scrivo nella parte finale del mio contributo, «sarebbe opportuno istituire con legge nazionale e con recepimenti legislativi regionali» - se ci fossero le regioni e se facessero politiche salutari su questi argomenti - «una legge istitutiva e organizzativa del farmer market che, insieme al sistema degli agriturismi, potrebbe restituire pienamente i cittadini, i cosiddetti "turisti" e i consumatori, alla base della produzione».
Questo è un tema che abbiamo in più occasioni sollevato: il sistema agricolo e rurale deve essere difeso con un'azione non di mera salvaguardia, ma di protagonismo sul piano delle iniziative e delle azioni che si possono intraprendere. Come potete immaginare, in un'azienda agricola dove è possibile operare sia attraverso l'agriturismo, sia con un farmer market, sia attraverso il rilancio delle qualità produttive dei vari territori, in base alle loro vocazioni preesistenti, avremmo un cambiamento importante nella mentalità, sempre se abbiamo voglia di agire.
Questa è la parte propositiva, che io affido al relatore, consegnando il mio contributo.
Quanto alla schematizzazione per paragrafi, ad esempio, a pagina 4 propongo di aggiungere il paragrafo «Il mercato, la grande distribuzione e i prodotti di qualità», temi sui quali si soffermano le pagine 4 e 5. A pagina 5 aggiungerei il paragrafo: «Il sistema dei controlli e le fenomenologie dei consumi». Infatti, un tema del quale dobbiamo occuparci è capire come sono evoluti i consumi. Se svolgiamo questa analisi - complessa, difficile, non meramente descrittiva - capiremo anche quale ruolo le produzioni devono avere sul territorio e nell'ambito delle varie comunità.
Tenendo presente che il sistema dei controlli è già parva materia, in quanto affidato ad enti che agiscono in larga misura su questo argomento, mi preoccuperei di chiarire meglio la dinamica dei consumi. Aggiungerei, dunque, un paragrafo a questo fine, anche per introdurre una pausa nella lettura della relazione e renderla così più agevole.
In definitiva, comunque, condivido la sostanza della relazione.
Infine, mi affido alla presidenza affinché il risultato di questa indagine non sia un altro documento da depositare negli atti fausti della Camera dei deputati, ma possa costituire uno strumento di interlocuzione politica, sia intra moenia, all'interno della Commissione, sia nei rapporti con le istituzioni e il Governo. Del resto, anche dal G8 che si è svolto in questi giorni è emersa la necessità di acquisire elementi non di monotonia e di ritualità, ma di novità. Grazie.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Ringrazio, anche a nome del gruppo del Partito Democratico, il collega Gottardo per il lavoro che ha svolto e per l'impegno che ha profuso nel portare avanti il compito arduo che gli era stato affidato di fare una sorta di sintesi delle audizioni che abbiamo svolto.
Vorrei ora approfondire, sempre in modo costruttivo, alcuni dei punti affrontati dal relatore. Innanzitutto, al di là della rappresentazione puramente teorica dei principali fattori che determinano l'incremento dei prezzi nel settore agroalimentare, così come nella prima parte nel documento viene illustrato - ad esempio, inadeguatezza delle infrastrutture, asimmetria informativa, scarsa informazione del consumatore, associazionismo e filiera - il documento sconta forse anche una necessaria genericità dei contenuti. Esso non contiene, ad esempio, l'indicazione di misure in grado di calmierare i prezzi dei beni alimentari e, per di più, non fornisce alcuna indicazione utile ai fini dell'individuazione di quei soggetti della distribuzione e della intermediazione che speculano sui prezzi dei prodotti agroalimentari.
Il documento, quindi, non attribuisce alcun ruolo alle politiche di regolazione e controllo dei prezzi dei beni alimentari, soprattutto di quelli che costituiscono il paniere alimentare delle fasce di popolazione più fragili sul piano sociale ed economico. Con uno slogan, potremmo dire che forse manca la politica e l'indicazione


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di come muoversi intorno a questo tema. Questo, peraltro, mi meraviglia, dal momento che il collega Gottardo è molto sensibile a questo aspetto.
Il documento, inoltre, fa riferimento a un sistema sanzionatorio e repressivo, in tema di contrasto ai fenomeni speculativi, volutamente generico e di dubbia efficacia. Non fa riferimento ad alcun ruolo centrale, specialmente in alcuni territori, delle organizzazioni criminali che spesso monopolizzano la distribuzione, il mercato ortofrutticolo, e che credo abbiano un certo ruolo anche nella grande distribuzione organizzata.
Non si individua alcuna responsabilità della speculazione nel tenere sostenuti i prezzi dei beni alimentari. Basti pensare che mentre l'inflazione a marzo del 2009 è scesa all'1,2 per cento su base annua (grazie anche ad una forte contrazione dei costi energetici, pari al 6,6 per cento), i prezzi degli alimentari continuano a crescere a un ritmo del 3 per cento. L'esempio più eclatante riguarda proprio il grano, il cui prezzo, rispetto a gennaio del 2008, è calato di ben il 60 per cento, passando da 0,49 a 0,20 euro al chilo, mentre i prezzi di pane e pasta risultano sempre elevati e non accennano a diminuire.
Inoltre, il documento non rileva il ruolo della crisi economica nell'incremento dei prezzi dei beni alimentari. In questo senso, la minore disponibilità di reddito e di spesa delle famiglie fa sì che le risorse familiari disponibili siano destinate quasi in toto all'acquisto di beni alimentari. Ciò provoca delle conseguenze all'interno del mercato dei beni agroalimentari. Le imprese della commercializzazione e della distribuzione, al di là di alcune offerte «civetta» che servono a fidelizzare i clienti, riescono a mantenere - grazie anche a queste condotte monopolistiche e di cartello - elevati i prezzi dei prodotti. Negli altri settori, invece, vi è una difficoltà economica che, in ogni caso, fa sì che le risorse disponibili delle famiglie si concentrino soltanto su alcuni prodotti agroalimentari e non sul resto dei prodotti.
Comprendo che, forse, la crisi alimentare non si risolve soltanto attraverso prezzi bassi all'origine per i produttori. L'attuale struttura dei prezzi nei diversi segmenti della produzione agricola non consente ad un rilevante numero di imprese di sopravvivere e laddove il sistema produttivo riesce a ristrutturarsi a livelli più bassi di organizzazione dimostra di non essere più in grado, nel medio-lungo periodo, di riprendersi anche in condizioni di ciclo positivo.
Occorre, probabilmente, lavorare su alcuni punti. Innanzitutto, si dovrebbero intensificare i controlli sulle filiere, incrementando il numero e la qualità degli accordi con le associazioni dei produttori e dei consumatori. La stessa Guardia di finanza ci ha riferito espressamente che laddove la filiera è troppo lunga i prezzi aumentano del 300 per cento. Su questo, dunque, dobbiamo intervenire.
Inoltre, occorre: dare impulso ai controlli di polizia annonaria a livello comunale e promuovere azioni di monitoraggio costante dei prezzi da parte di rilevatori comunali preparati e motivati; attivare sportelli comunali e numeri verdi cui segnalare tempestivamente l'indiscriminato aumento dei prezzi; ampliare l'operatività e l'incisività della direttiva comunitaria n. 35 del 2000 sui ritardi di pagamento, per correggere il forte squilibrio tra le componenti della filiera e la posizione di forza contrattuale della grande distribuzione organizzata; incentivare accordi tra enti locali, associazioni dei commercianti, grande distribuzione e associazioni dei consumatori per difendere il potere di acquisto delle famiglie e tutelare le fasce a basso reddito, attraverso il blocco dei prezzi di numerose categorie di prodotti di largo consumo; intensificare lo sviluppo delle forme di vendita diretta - lo diceva bene il collega Mario Pepe - attraverso la creazione dei cosiddetti farmer market, i mercatini di campagna. La vendita diretta permette di praticare prezzi più convenienti e, con l'eliminazione dei passaggi intermedi, potrebbe consentire di tagliare il prezzo fino al 30 per cento.
Occorre, inoltre, promuovere i gruppi di acquisto solidali, riconosciuti giuridicamente dalla legge finanziaria del 2008:


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associazioni senza scopo di lucro costituite da persone o nuclei familiari che acquistano beni all'ingrosso, prevalentemente prodotti alimentari o di uso comune, per distribuirli all'interno del gruppo ottenendo un risparmio economico.
Infine, occorre contrastare e punire severamente gli effetti speculativi. Infatti, ogni qual volta accade un evento imprevisto - sciopero degli autotrasportatori, abbassamento della temperatura, eccetera - si verifica una brusca impennata dei prezzi, il cui annuncio a sua volta favorisce la speculazione sui prezzi dei beni alimentari. La speculazione è resa evidente, poi, dagli aumenti che riguardano alcuni prodotti come il pane, che non hanno bisogno di viaggiare molto e per i quali i costi di trasporto non possono assolutamente incidere sul prezzo finale dei prodotti stessi.
Queste sono alcune delle indicazioni emerse dalle nostre riflessioni. Credo che lavorando insieme possiamo creare le condizioni per un documento unitario che tenga conto, però, di tutte le audizioni che abbiamo svolto e del lavoro che il collega Gottardo ha condotto finora. Grazie.

PRESIDENTE. Mi sembra di aver registrato posizioni utili a migliorare ancora la proposta di documento relativa alla nostra indagine. Per arrivare a una rapida approvazione, così come concordato peraltro in ufficio di presidenza - l'ipotesi era di procedere al voto questa settimana, ma ovviamente non vi sono vincoli, quindi il voto avverrà compatibilmente con le esigenze espresse dai gruppi - valuterei la possibilità di misurare le sollecitazioni del collega Pepe e i suggerimenti relativi alla parte delle proposte, sebbene queste abbiano un'articolazione diversa, per tentare di giungere a un documento unitario.
In questo senso, suggerirei di rinviare la conclusione ad altra seduta, sostanzialmente a domani. Sarebbe auspicabile che già domani si arrivasse con un testo ulteriormente emendato, e mi auguro, migliorato.

ISIDORO GOTTARDO. Signor presidente, le considerazioni del collega Pepe mi trovano totalmente d'accordo. Ritengo che una rappresentazione diretta delle sue considerazioni sia, per esempio, nell'esperienza che ho sempre invidiato della Carinzia, dove aziende povere, magari con 100 ettari, metà bosco e metà prato, hanno sempre capito che il valore aggiunto consisteva nell'agriturismo e nella professionalità di presentare il proprio prodotto alla vendita diretta.
In quelle realtà lavorano soggetti che hanno frequentato scuole professionali, c'è una cultura specifica e un'economia che ha valorizzato quell'ambiente. Un'economia di questo tipo da noi è assente, in quanto è stata distratta dalla crescita dell'industria. Da noi l'agricoltura è diventata la «Cenerentola», non abbiamo una scuola professionale seria che prepari gli agricoltori a presentarsi adeguatamente sul mercato. In altri termini, il collega Pepe sottolinea che, accanto a elementi come qualità, trasparenza, prezzi eccetera, per la vendita diretta è necessaria una professionalità adeguata; occorre, dunque, una formazione specifica e una capacità di proporsi al mercato e ai consumatori. Personalmente, condivido totalmente questa impostazione.
Tuttavia, signor presidente, voglio essere chiaro. Farò una considerazione che è poco politica e non incline né alla mia cultura né a una mia spiccata caratteristica. Non sono disponibile a qualsiasi mediazione: intendo dire che ho presentato risoluzioni molto incisive e so che cosa ho scritto. So perfettamente che pesto i piedi a un mondo organizzato, ma nella mia risoluzione finale ho fatto delle scelte molto chiare. Si tratta di poche righe: si possono scrivere romanzi, ma anche concentrare in poche pagine quello che si vuole dire. Nel testo ho indicato chiaramente quali sono i fattori da cambiare e so perfettamente che molti «mondi» non possono apprezzare le cose che ho scritto. Nella prima pagina, in riferimento al tema di cosa è accaduto al produttore e al consumatore, ho individuato due pilastri per la nostra politica: uno è la certezza di redditività per le imprese e l'altro è la trasparenza, e dunque il potere del consumatore


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di giudicare sulla base della trasparenza e quindi di avere prezzi più equi. Ebbene, tutto ciò che sta in mezzo deve essere necessariamente riorganizzato, anche in termini di tracciabilità del prodotto.
Quindi, la mia relazione realizza una scelta ben precisa: sceglie il produttore e il consumatore. Tuttavia, mi rendo conto che, nel frattempo, si è organizzata una filiera in cui sono presenti anche altri soggetti.
Io ho letto e riletto attentamente i resoconti delle audizioni e vorrei portare un esempio molto semplice, relativo ad una questione molto seria: l'agricoltura può vendere energia. Quindi, essa non solo può abbattere drasticamente i costi che sostiene per l'energia, ma può ricavare reddito dalla vendita dell'energia dei propri scarti, dei propri prodotti, delle biomasse e così via. Invece, ad oggi non è stata fatta una scelta chiara e regolamentata in questa direzione. Qualsiasi agricoltore che sul territorio tenti di organizzarsi in questo senso viene ostacolato. Abbiamo centinaia e centinaia di agricoltori che hanno presentato proposte per creare impianti di biomasse sul proprio territorio e non c'è un comune che le approvi. Dunque, non esiste una direttiva chiara da questo punto di vista.
Ricordo che il collega Bellotti quando discutemmo - pur non essendo la sede opportuna - preparò degli emendamenti dimostrando come, sul tema delle biomasse, una normativa coerente avrebbe aiutato l'agricoltura a diventare autonoma. Cito questo esempio tra tanti. Allora, in che modo questo si può codificare? Io difendo a spada tratta il mio documento, specie dopo quanto ho sentito dal collega Oliverio in relazione alla critica generale all'impostazione dell'analisi e al fatto che questo documento finisca per non produrre effetti. Io non sono assolutamente d'accordo con la sua analisi. Ho ponderato bene ogni riga che ho scritto e so perfettamente a quali mondi si va a pestare i piedi. Nonostante ciò è arrivato il tempo delle scelte: o si ha il coraggio di stabilire con molta chiarezza i capisaldi rispetto ad una politica che dobbiamo perseguire o altrimenti non ne usciremo.
Questo documento ha lo scopo di porre alcuni capisaldi e non di indicare le misure e le soluzioni legislative, né di quantificare il costo. Al contrario, esso nasce dalla necessità di stabilire una politica di indirizzo rispetto a questi temi. Dopodiché - questo è un compito che lascio alla Commissione e che non affronto personalmente - il problema è come tradurre queste scelte di indirizzo in azioni concrete. Ciò deve essere realizzato sapendo che - e lo ha detto bene il collega Pepe - purtroppo il problema in questo Paese è rappresentato dalla legislazione concorrente. Infatti, se le regioni, che sono responsabili dell'attuazione delle leggi, non fanno una politica coerente rispetto a questo indirizzo, risulta difficile che a livello nazionale si possa determinare un indirizzo univoco su questi temi.
Inoltre, si pone soprattutto il problema di come sensibilizzare e richiamare l'attenzione su questi mondi. Presidente, tra i primi quattro punti della mia relazione ho indicato le «infrastrutture e la ricerca scientifica» e ho tentato di fare un'analisi di tutte le carenze, ma questo dato potrebbe essere riempito di proposte operative, e ciò costituisce uno degli obiettivi chiaramente indicati.
Ad esempio, il secondo obiettivo consiste nell'implementazione dell'efficienza del mercato, che oggi non c'è, mentre nelle conclusioni un ulteriore obiettivo è rappresentato dal sistema ispettivo e sanzionatorio. A ciò si aggiunge il tema della sensibilizzazione sociale dal momento che, se vogliamo aiutare i produttori onesti, corretti e che fanno bene il loro lavoro, dobbiamo sviluppare una sensibilizzazione sociale. Bisogna educare il mercato a comprendere la differenza tra i prodotti attraverso la lettura dell'etichetta. Ebbene, oggi questo lavoro di sensibilizzazione non viene portato avanti.
Dunque, io sono pronto a prendere in esame - e lo dico, presidente, con molta chiarezza - proposte precise che posso condividere, come quella del collega Pepe,


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e che si possono tradurre in un aggiornamento del documento. Se, invece, dovessi riscrivere il documento, le annuncio già da ora che sono pronto a rassegnare le dimissioni da relatore.
Per essere molto chiari, se la condizione è quella di arrivare ad un documento unitario votato da tutti, che usa parole grosse ma che poi non fissa obiettivi precisi su cui lavorare, ebbene credo di non essere il relatore giusto. Quindi, se questa fosse la volontà sono pronto a dirvi che non sono disponibile e che si trovi dunque un altro relatore disponibile a fare questo. Grazie.

GIOVANNA NEGRO. Ho letto attentamente la relazione del collega Gottardo e, considerando anche l'impronta che la Lega ha sempre dato alle varie iniziative, la condivido in pieno. La condivido anche in considerazione di com'è la nostra agricoltura a livello locale e per le scelte che gli agricoltori fanno proprio a livello locale, in particolare nel Veneto.
Pertanto, credo di non poter suggerire nulla perché ritengo che tale relazione sia completa anche nella forma e nel modo in cui si presenta.
Il gruppo della Lega, insomma, condivide appieno il documento del collega Gottardo.

PRESIDENTE. Vorrei dire alla collega Negro che non siamo ancora in questa fase, nel senso che avevo proposto di rinviare la votazione del documento ad altra seduta. Ovviamente, non siamo costretti a qualunque mediazione, ma piuttosto ad una mediazione utile ai fini di un documento condiviso, ovvero che abbia come presupposto quello di essere non solo un lavoro del relatore, ma anche espressione di tutta la Commissione.
Quindi, non vi è né il tentativo né il desiderio, da parte del presidente, di smantellarne l'impostazione, né viceversa di blindare una relazione che, se arricchita, si potrebbe tentare di rendere condivisa.
Sul piano del metodo, vorrei essere aiutato da voi. Le proposte del collega Pepe sono abbastanza circostanziate, ma avrei piacere che anche le altre proposte fossero scritte, in modo che si tenti di integrarle nel documento.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Nessuno è obbligato a realizzare documenti unitari. Noi abbiamo partecipato a una serie di audizioni e l'obiettivo che abbiamo avuto fin dall'inizio - ovvero da quando abbiamo promosso l'indagine conoscitiva - non era quello di capire se bisognava promuovere le biomasse. Al contrario, noi rispondevamo a un'esigenza, che in quel periodo era più forte ma che ancora oggi esiste, relativa al consistente e fortissimo aumento dei prezzi anche dei prodotti agricoli.
Dunque, l'obiettivo che mi sono posto nel mio intervento si riferiva al fatto che questo problema esiste: i prezzi sono aumentati e gli agricoltori non ci guadagnano. Questo è il tema ricorrente. Se poi il collega Gottardo indica come primo punto la carenza delle infrastrutture, rilevo che tutti gli interventi del Governo hanno fatto sì che si togliessero infrastrutture anche al sud, e quindi penso che forse siete voi a dovervi chiarire qualche idea.
L'obiettivo principale che noi ci siamo posti è quello di capire come mai - anche rispetto a una politica dei salari che manca e quindi alla mancanza di aiuto per coloro che hanno i redditi più bassi - nonostante i prezzi siano particolarmente elevati e le famiglie facciano fatica ad arrivare a fine mese, l'agricoltura non ci guadagni. Dunque, chi ci guadagna? Ci guadagnerà pur qualcuno.
Allora, abbiamo parlato della filiera troppo lunga, della grande distribuzione, dei sei centri di acquisto che ci sono in Italia. Insomma, esiste un problema che non può essere ridotto solo allo studio della domanda e dell'offerta.
Dunque, il mio voleva essere solo un intervento costruttivo, partendo dall'obiettivo che ci siamo posti sin dall'inizio, ovvero dare una mano alle famiglie ad affrontare il caro prezzi.
Se, poi, questo non va bene perché si vuole affrontare il problema delle biomasse,


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bene: ricordo a tale proposito che sull'agroenergia abbiamo impegnato tutto il gruppo e la stessa collega Servodio ha avanzato delle proposte. Pertanto, vorrei capire se la reazione del collega Gottardo è ideologica oppure se parte dalla considerazione di voler capire come mai questi prezzi aumentano mentre gli agricoltori non guadagnano. Grazie.

VIVIANA BECCALOSSI. Signor presidente, ho letto con attenzione la relazione del collega Gottardo, che ringrazio per essersi impegnato in un'impresa certamente difficile. Tale sarebbe stata anche se solo si fosse limitato a fare un riepilogo di tutte le audizioni che abbiamo tenuto; sappiamo bene che sono state tante. Al contrario, ritengo che il lavoro del collega Gottardo sia andato molto oltre e che abbia cercato di sviluppare delle considerazioni che assolutamente mi sento di condividere.
Ho ascoltato, altresì, la posizione di alcuni esponenti dell'opposizione. Quando il collega Oliverio sostiene che uno degli obiettivi è quello di capire come mai a fronte di un reddito sempre inferiore che il mondo agricolo ha denunciato ci sia comunque un aumento dei prezzi - e noi dobbiamo capire dove questo gap va a finire - io credo che questo sia sicuramente uno degli obiettivi che non tanto l'opposizione quanto l'intera Commissione si era posta all'inizio di questa indagine conoscitiva sui prezzi.
Quindi, per essere chiara, mi sembra di aver capito dal presidente che non è sua intenzione mettere in votazione oggi questo documento. Inoltre è vero, come ha sostenuto il collega Gottardo, che non è indispensabile che questo documento passi all'unanimità, però è altresì vero che non sarebbe così utile dividersi su un'indagine conoscitiva come questa, che di fatto ha visto tante posizioni coincidere. Anche per quanto riguarda la questione delle biomasse, sappiamo bene che da mesi su questo tema sta lavorando un gruppo ristretto insieme ad almeno due colleghi, uno di maggioranza e uno di opposizione - Bellotti e Servodio - proprio perché questa è una di quelle partite che, peraltro anche nella regione in cui io sono eletta, interessa molto gli agricoltori non certo come fonte unica di reddito ma come integrazione del reddito stesso.
Quindi ritengo che, tenuto conto degli spazi temporali che ci separano dalla votazione di questo documento, se fosse possibile accorciare le distanze - che per me non sono così grandi - tra alcune delle osservazioni dell'opposizione e il testo del collega Gottardo sarebbe cosa buona e giusta. Poi, se non ci sono le condizioni politiche non c'è alcun problema, si voterà a maggioranza. Tuttavia, ritengo che se invece ci fossero le condizioni per poter votare il documento e chiudere dopo aver sentito il parere ed i consigli di tutti, non ci sarebbe niente di scandaloso. Al contrario, ciò sarebbe in sintonia con quanto questa Commissione, escludendo alcune tematiche specifiche, ha sempre fatto.

ANGELO ZUCCHI. Signor presidente, intervengo perché non mi sembra che si stiano confrontando due orientamenti: uno che detta le linee di principio e che, con precisione, colpisce i poteri forti, l'altro che fa una critica generica e che questi poteri forti, in qualche modo, li difende. A me non pare che le osservazioni svolte dal collega Oliverio contenessero questa linea di principio, ma che chiedessero che su alcuni principi individuati nella relazione dell'onorevole Gottardo si procedesse ad una più attenta e migliore declinazione. Da questo punto di vista credo che ci sia spazio per procedere a un lavoro che ci porti a una posizione condivisa.
Non mi pare che ci sia stata una critica che tendenzialmente disconosce il lavoro fatto dall'onorevole Gottardo. Abbiamo solo chiesto che su alcuni principi, pur presenti, si arrivasse a una declinazione migliore. Credo che ci sia spazio per intervenire. Certo, poi abbiamo anche ascoltato dichiarazioni tendenti a chiudere qualsiasi tipo di confronto. Bisognerebbe ricordare - presidente, credo che lei lo possa fare bene - che questa Commissione ha il dovere di cercare posizioni condivise fino all'ultimo minuto utile possibile, attraverso


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il confronto, anziché fare dichiarazioni di voto un po' intempestive, come abbiamo sentito da qualche gruppo in precedenza. Ritengo che ci siano possibilità di intervento. Noi abbiamo un atteggiamento costruttivo e riterremmo sbagliato, come giustamente ha sollecitato anche l'onorevole Beccalossi, che ci si dividesse su questo documento. Non siamo per tutte le mediazioni possibili, però se ci si ascolta siamo per i miglioramenti possibili.

PRESIDENTE. Mi sembra che dopo le parole del collega Zucchi ci siano i margini per ragionare sulle mediazioni possibili, quelle che ovviamente questa Commissione può considerare e valutare. Se non vi sono altri deputati che intendono intervenire, rinvio il seguito dell'esame del documento conclusivo alla seduta di giovedì prossimo.

La seduta termina alle 11,50.

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