Sulla pubblicità dei lavori:
Rosso Roberto, Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SUL FENOMENO DEI DANNI CAUSATI DALLA FAUNA SELVATICA ALLE PRODUZIONI AGRICOLE E ZOOTECNICHE
Audizione di rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome:
Rosso Roberto, Presidente ... 3 5 6
Stefano Dario, Assessore alle risorse agroalimentari della regione Puglia e coordinatore della commissione politiche agricole della Conferenza delle regioni e delle province autonome ... 3
Cenni Susanna (PD) ... 5
Di Giuseppe Anita (IdV) ... 5
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Futuro e Libertà per l’Italia: FLI; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l’Italia: Misto-ApI; Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani: Misto-Noi Sud-PID; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Repubblicani, Azionisti. Alleanza di Centro: Misto-RAAdC.
Resoconto stenografico
INDAGINE CONOSCITIVA
La seduta comincia alle 14,10.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul fenomeno dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche, l'audizione di rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome.
Sono presenti il dottor Dario Stefano, assessore alle risorse agroalimentari della regione Puglia e coordinatore della commissione politiche agricole della Conferenza delle regioni e delle province autonome, il dottor Vito Amendolara, assessore all'agricoltura della regione Campania. Sono presenti anche la dottoressa Rosa Fiore, dirigente del settore agricoltura della regione Puglia, il dottor Gamper, funzionario dell'ufficio di Roma della provincia autonoma di Bolzano, il dottor Michele Bove, dirigente della regione Campania e il dottor Paolo Alessandrini, dirigente responsabile per i rapporti con il Parlamento.
Do la parola agli auditi. Al loro intervento potranno fare seguito eventuali domande da parte dei colleghi.
DARIO STEFANO, Assessore alle risorse agroalimentari della regione Puglia e coordinatore della commissione politiche agricole della Conferenza delle regioni e delle province autonome. Ringraziamo la Commissione di questa opportunità e di aver acceduto alle nostre richieste di rinvio. Infatti, il rinvio di questa audizione si era reso necessario per realizzare con dovuta dovizia e puntualità una ricognizione di tutto ciò che è accaduto nelle singole regioni dal 2005 in poi, e quindi rappresentare anche in questa sede con significativa esaustività il quadro, regione per regione, anche in termini di valore finanziario.
Mi dicono che oggi non abbiamo moltissimo tempo per svolgere questa audizione. Pertanto, lascerò agli atti una relazione assai sintetica che, però, ha allegata una serie di prospetti che, regione per regione, riportano l'evoluzione e l'esperienza di questi ultimi anni. I dati che abbiamo raccolto tra tutte le regioni e le province autonome evidenziano e confermano quella che era una sensazione diffusa, ossia che i danni causati dalla fauna selvatica alle coltivazioni agricole sono ingenti e presenti in maniera omogenea in tutte le regioni ancorché differenziate in ragione del territorio, delle colture presenti e delle specie che li causano. I dati evidenziano, altresì, che sono ingenti anche i danni alla zootecnia e che le specie responsabili in tal senso non sono cacciabili ma protette, come lo storno e il lupo.
Sul tema dello storno vi pregherei di fare qualche riflessione in più poiché, soprattutto in alcune aree della nostra penisola, ha effetti devastanti sulle produzioni. Credo perciò che uno degli elementi sui quali occorra accelerare - nel senso di operare una modifica dell'attuale quadro normativo - sia proprio questo. Ritengo, infatti, che, soprattutto per la questione dei danni causati dallo storno cosiddetto «volgare», sia assolutamente discutibile il fatto di averlo ricompreso tra le specie protette. Esistono sufficienti approfondimenti scientifici che escludono questa possibilità o eventualità.
Una cosa interessante che voglio sottolinearvi, ma che troverete affrontata in modo più dettagliato nella relazione e negli allegati, è che è assai significativo, ormai, anche il fenomeno degli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica e dei conseguenti danni alle persone e alle cose. Accade infatti sempre più spesso che le regioni e le province autonome siano condannate in sede giudiziaria al risarcimento di questa tipologia di danni, costrette così ad affrontare problematiche giuridiche ed economiche enormi. Su questo tema, la legge 11 febbraio 1992, n. 157 è assolutamente deficitaria. Credo che questo sia un altro tema di grande attualità sul quale bisognerebbe accelerare una riflessione in senso normativo. La citata legge n. 157 obbliga, infatti, le regioni al risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica alle coltivazioni agricole, escludendo altre tipologie, quali danni alle persone e alle cose, per i
quali invece si fa applicazione della norma generale prevista all'articolo 2043 del codice civile.
In questa relazione che, ripeto, deposito agli atti, vengono esplicitate nel dettaglio le diverse specie che causano danni all'agricoltura e sono stati esaminati tutti i dati: per le singole specie vengono anche individuate ipotesi di proposte operative. Quando parlo di specie mi riferisco al cinghiale e agli altri ungulati, all'avifauna, alla fauna alloctona e a specie inselvatichite, alle specie ittiofaghe e, come ho detto, agli incidenti stradali.
Un tema trasversale, che affrontiamo anche nella nostra relazione e che riguarda in generale tutto il settore gestionale faunistico e venatorio, è quello delle risorse finanziarie che appaiono sempre più limitate. Le regioni riaffermano la necessità di sollecitare il Governo, tramite il Ministro dell'economia e delle finanze, affinché dia completa attuazione alle disposizioni contenute all'articolo 66, comma 14, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (legge finanziaria per il 2001), che dispone lo stanziamento in via transitoria per i primi tre anni di una somma pari a circa 5 milioni e 200.000 euro, da ripartire tra le regioni per la realizzazione di programmi di gestione faunistico-ambientale a decorrere dall'anno 2004 e il trasferimento alle regioni di una somma pari al 50 per cento dell'introito derivante dall'applicazione della tariffa sulle concessioni governative relative alle licenze di porto di fucile a uso caccia.
Ciò, evidentemente, consentirebbe una maggiore intensità degli interventi preventivi e quindi di metodi alternativi utili a ricondurre le popolazioni selvatiche a livelli ecologicamente e socialmente sostenibili. Maggiori risorse sarebbero assolutamente di aiuto anche agli osservatori faunistici regionali per svolgere l'attività di monitoraggio degli habitat e della fauna selvatica nonché per i prelievi e per le deroghe, così come previsto con l'applicazione delle prossime linee guida dell'ISPRA.
Mi fermerei qui e consegnerei la copia della relazione da lasciare agli atti della Commissione, dove è stato svolto un significativo lavoro in sede tecnica, regione per regione, con la specificazione delle tipologie colturali e delle specie che determinano i danni in argomento.
Solo per coerenza rispetto allo schema che abbiamo sempre utilizzato in questo proficuo rapporto di relazione con voi, mi permetto, sebbene possa apparire non pertinente, di depositare agli atti anche un ordine del giorno approvato questa mattina nella Conferenza dei presidenti, at- traverso
il quale chiediamo al Governo l'adozione di una norma di carattere interpretativo sulle disposizioni relative alle forme di esercizio dell'attività venatoria in regioni diverse da quelle di residenza. La legge nazionale e le leggi adottate nelle province e regioni a statuto speciale, infatti, purtroppo hanno dato luogo ad una serie di difficoltà interpretative che molto spesso si sono trasformate in contenziosi, anche importanti, tra regioni diverse.
Da questo punto di vista, la Commissione politiche agricole ha elaborato, oggi, in Conferenza delle regioni - e la consegneremo oggi alla Conferenza Stato-regioni - una norma di carattere interpretativo che mettiamo a disposizione del Governo affinché si possa risolvere un problema che crea non poche difficoltà, soprattutto, ripeto, nell'applicazione della norma nazionale rispetto alla normativa vigente, alle regioni e alle province a statuto speciale.
PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.
ANITA DI GIUSEPPE. Ringrazio gli auditi e il responsabile all'interno della Conferenza delle regioni di tutti gli assessori all'agricoltura.
È chiaro che questa indagine è stata voluta dalla Commissione agricoltura per saperne di più, completare tutti i pezzi del puzzle, conoscere i luoghi, le specie, ed altro. Credo, quindi, che attraverso queste audizioni avremo una visione chiara della situazione anche per verificare in seguito se, al livello degli enti locali e delle stesse aziende, si sia fatto tutto quello che era necessario per contenere e prevenire questo problema.
Soprattutto all'Italia dei Valori preme che siano previste adeguate misure al fine di raggiungere un giusto equilibrio tra la tutela degli agricoltori, delle persone danneggiate, ma anche delle specie animali. Da quello che ho capito, la difficoltà principale è quella della mancanza di risorse nazionali che vengono trasferite alle regioni. Naturalmente, se ci sono danni causati dalla fauna selvatica, occorrono anche maggiori risorse finanziarie, che lo Stato dovrebbe destinare alle regioni proprio per porre rimedio ai danni prodotti dalla fauna selvatica.
Esiste anche, però, se ho capito bene, una certa incongruenza tra la normativa nazionale e quella delle regioni. In tal senso, vorrei saperne un po' di più perché ritengo che le regioni devono essere le prime a risolvere questa situazione.
SUSANNA CENNI. Ringrazio l'assessore Stefàno per l'audizione. Credo che questa sia l'ultima delle audizioni che facciamo nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui danni causati dalla fauna selvatica e voglio sperare che, dopo questo lungo lavoro di ascolto di tutti i soggetti che, a vario titolo, hanno competenza in materia, possiamo anche produrre, compatibilmente con l'evoluzione della legislatura, norme utili.
In realtà, credo anche che ci siano le condizioni politiche perché questa Commissione ha anche varato all'unanimità alcuni atti. Penso, ad esempio, ad alcuni atti sulla specie dello storno, sull'inserimento dello storno tra le specie cacciabili, che però, dopo il nostro documento, non ha di fatto visto un'evoluzione in altri luoghi e in altre sedi.
Lei ha citato, assessore, anche la questione spinosa degli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica. Io non so a che punto siamo, ma, come lei ha ricordato, molti enti, in modo particolare molte province, sono stati condannati a pagare. So che alcune regioni, che avevano anche legiferato in materia, per esempio prevedendo l'istituzione di polizze assicurative, sono poi tornate indietro perché questa iniziativa lasciava prefigurare l'assunzione di una responsabilità dell'ente pubblico di fronte al verificarsi di eventi dannosi di questo tipo.
Concordo assolutamente con l'opportunità di sollecitare ulteriormente - il gruppo del Partito Democratico lo ha fatto anche con ripetute interrogazioni - il Governo nel completare il trasferimento delle risorse dovute, ossia quelle provenienti
dalla concessione governativa. In questa Commissione sono anche depositate alcune proposte di legge sulla materia dei danni causati dalla fauna selvatica.
Mi auguro dunque che ci sia un scatto di buonsenso che sblocchi l'iter accidentato delle proposte di legge sulla caccia - in corso al Senato - che ci consenta infine di riprendere l'iter delle proposte di legge in materia (che sono state presentate da più gruppi) nella nostra Commissione, anche alla luce delle cose che voi stamani avete detto.
PRESIDENTE. Ringrazio gli auditi e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14,30.