Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Strumento di esplorazione della sezione Lavori Digitando almeno un carattere nel campo si ottengono uno o più risultati con relativo collegamento, il tempo di risposta dipende dal numero dei risultati trovati e dal processore e navigatore in uso.

salta l'esplora

Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

Torna all'elenco delle indagini Torna all'elenco delle sedute
Commissione V
7.
Mercoledì 30 maggio 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Giorgetti Giancarlo, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'INDIVIDUAZIONE DI INDICATORI DI MISURAZIONE DEL BENESSERE ULTERIORI RISPETTO AL PIL

Audizione del Presidente del CNEL, Antonio Marzano:

Giorgetti Giancarlo, Presidente ... 3 7 8 9 10
Boccia Francesco (PD) ... 8 9
Bruni Stefano, Capo della segreteria tecnica del Presidente del CNEL ... 10
Marzano Antonio, Presidente del CNEL ... 3 6 8 9 10
Salvemini Maria Teresa, Consigliere del CNEL ... 6 9
Vannucci Massimo (PD) ... 7
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.

COMMISSIONE V
BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 30 maggio 2012


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANCARLO GIORGETTI

La seduta comincia alle 15.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente del CNEL, Antonio Marzano.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'individuazione di indicatori di misurazione del benessere ulteriori rispetto al PIL, l'audizione del Presidente del CNEL, professor Antonio Marzano.
Accompagnano il professor Marzano la professoressa Maria Teresa Salvemini, il dottor Stefano Bruni, la dottoressa Margherita Chierichini e il dottor Valerio Gironi, che ringrazio per essere intervenuti.
Do la parola al professor Marzano per lo svolgimento della relazione.

ANTONIO MARZANO, Presidente del CNEL. Buonasera a tutti. Chiedo di depositare agli atti una relazione preparata in occasione dell'audizione odierna. Abbiamo anche predisposto un documento sul lavoro complessivo che si è compiuto finora su questo tema. Poiché non abbiamo il tempo necessario per sviscerare tutto l'argomento, mi limiterò qui a fornirvi una sintesi di tale lavoro.
Nel 2005, anticipando quindi molte delle iniziative rivolte al tema degli indicatori integrativi del PIL, il CNEL ha presentato il progetto denominato «Indicatori per lo sviluppo sostenibile». Nell'ambito di tale progetto ci si è posto l'obiettivo di coprire le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: sviluppo economico, sociale e ambientale. Il progetto fu approvato all'unanimità dalle parti sociali rappresentate al CNEL il 28 aprile 2005.
È stato allora proposto e realizzato un sistema di indicatori per lo sviluppo sostenibile basato su indici e obiettivi e, sulla base di esso, è stato predisposto un Rapporto sullo sviluppo sostenibile in Italia, capace di descriverne lo stato attuale della sostenibilità e di consentirne il monitoraggio nel futuro. Anche in questo caso, la condivisione sia dell'impianto metodologico sia degli indicatori - che erano allora 54 - nonché dei target di riferimento è stata considerata essenziale. Per questa ragione la definizione del sistema di indicatori è stata accompagnata da un processo di consultazione che ha visto la partecipazione dei diversi portatori di interessi, i quali hanno contribuito al dibattito con osservazioni e proposte. In questo senso, il progetto del 2005 è stato un precursore dell'ampia consultazione pubblica che ha caratterizzato nei mesi scorsi un'iniziativa del CNEL e dell'ISTAT sugli indicatori di progresso e benessere.
Il risultato finale della consultazione è stato rappresentato dai tre domini - economia, società e ambiente - articolati in temi e sottotemi, per i quali vengono proposti specifici indici chiave.


Pag. 4


Come si può notare, questo progetto di allora anticipa molte successive iniziative, fra cui la Commissione sulla misurazione del risultato economico e del progresso sociale istituita dal Presidente francese Nicolas Sarkozy nel 2008.
Il documento «Indicatori di crescita economica e sociale ad integrazione del PIL» è stato approvato all'unanimità dall'Assemblea del CNEL il 9 giugno 2010, cioè cinque anni dopo la nostra prima iniziativa. Il dibattito in Consiglio aveva fatto emergere, nel corso del 2009, la consapevolezza che le grandi trasformazioni economiche e sociali, che il mondo stava vivendo dopo l'esplosione della crisi, avrebbero richiesto nuove e più complesse strategie di azione. La discussione sugli strumenti di misurazione era strettamente legata a quella sui fini e sui metodi della politica economica, così come era segnalato anche nei lavori dell'OCSE e della cosiddetta Commissione Stiglitz.
Nel corso dell'istruttoria, curata dalla Commissione per la politica economica e la competitività del sistema produttivo, fu organizzato, il 14 aprile 2010, un seminario a cui parteciparono il professor Enrico Giovannini, presidente dell'ISTAT, che so essere stato già audito in questa indagine conoscitiva e il professor Fabrizio Barca, che era allora direttore generale al Ministero dell'economia e delle finanze e presidente del comitato per le politiche territoriali dell'OCSE.
A margine di questo seminario, il presidente dell'ISTAT Giovannini e io, come presidente del CNEL, maturammo l'idea di una collaborazione fra le due istituzioni sui temi della misurazione del benessere.
Nel citato documento del 2010 le parti sociali rappresentate al CNEL concordano con me nel ritenere che la definizione di una «Costituzione statistica» - questa è l'idea - rappresenti un tema non tecnico-statistico, ma politico. Come dice Amartya Sen, discutere di questi indicatori significa ragionare sui fini ultimi di una società. Tutto ciò implica, quindi, la necessità di avviare a livello internazionale e italiano un confronto per individuare un cruscotto di indicatori che sia di supporto per gli operatori economici e i decisori di politiche economiche, sociali e ambientali.
Ad avviso del CNEL gli istituti nazionali di statistica non possono, in quanto tali, essere lasciati soli a lavorare su questi temi. Ovviamente il loro contributo tecnico è fondamentale per definire indicatori e modalità di misurazione dei dati, ma essi non possono sostituirsi alle rappresentanze delle categorie produttive e alla società civile - che vuole essere rappresentata dal CNEL - nella condivisione dei fini della società.
Quando parliamo di indicatori integrativi del PIL ai fini del benessere, vuol dire che abbiamo in mente o vogliamo formarci un'idea di progresso. Noi qui stiamo parlando di come si possa misurare il progresso civile e sociale di una collettività.
Nasce, dunque, il comitato CNEL-ISTAT per la misurazione del benessere.
La costruzione di un indicatore multidimensionale del benessere e dunque del progresso richiede l'identificazione di un impianto logico di riferimento condiviso, sulla base del quale possa essere costruito il cruscotto di indicatori a cui mi riferivo prima. Lo sviluppo dei metodi statistici e l'ampia disponibilità di dati consente di ipotizzare la costruzione di indici di progresso economico e sociale; i relativi aspetti tecnici sono indagati dagli istituti nazionali di statistica.
Molto più complesso risulta, invece, l'aspetto politico del processo di individuazione degli indicatori, ossia della specificazione dei domini rilevanti ed essenziali per il benessere e per il progresso di una collettività, che siano ampiamente accettati e condivisi dalle diverse anime della società contemporanea, incluso il riconoscimento dei singoli cittadini.
Come suggerito dalle organizzazioni internazionali, questa ricerca deve avvenire istituendo in ogni Paese occasioni e luoghi strutturati di confronto che coinvolgano tutti gli attori sociali e, quindi, le rappresentanze delle categorie produttive e della società civile organizzata. Diviene, dunque, necessario individuare l'istituzione capace


Pag. 5

di creare e gestire un luogo strutturato in cui questo processo di condivisione e di sintesi possa avvenire. In questo specifico senso il contributo del CNEL è stato, forse, la parte qualificata dell'iniziativa.
L'intenzione di costruire un set di indicatori che si affianchi al PIL e consenta di superarne i limiti di indice unico, monodimensionale ed esclusivo del progresso, come è stato per moltissimi anni, ha fatto emergere però alcune questioni prioritarie di seguito riassunte.
La prima è la confrontabilità internazionale. Si è discusso se privilegiare la comparabilità tra i Paesi o cogliere piuttosto le specificità e peculiarità del nostro contesto. Si è scelta una linea intermedia con indicatori di carattere internazionale e altri più specifici del nostro Paese.
Il secondo aspetto metodologico riguarda la disaggregazione territoriale. È stata ampiamente dibattuta la questione inerente la fattibilità di una disaggregazione di questi indicatori per territorio e si è optato per la priorità della dimensione nazionale, unita a una raccomandazione in favore di disaggregazioni a livello regionale.
La terza questione concerne la possibilità di pervenire alla definizione di un indicatore sintetico unico. Essendo ciò molto difficile, si è convenuto di costruire indicatori unici per domini e non un indicatore unico per tutti i domini.
Un'altra questione è la definizione di indicatori di benessere per specifici soggetti oppure per segmenti. L'andamento del benessere «medio» potrebbe nascondere, infatti, importanti divergenze. Così come ci sono distribuzioni più o meno eque del reddito, ci sono distribuzioni più o meno eque del benessere. Il documento scritto che ho depositato contiene una serie di questioni metodologiche su cui ci siamo soffermati.
Veniamo così alla scelta dei domini, la cui individuazione ha costituito il problema principale incontrato dal Comitato istituito. I dodici domini scelti corrispondono a: ambiente; salute; benessere economico; istruzione e formazione; lavoro e conciliazione dei tempi di vita; relazioni sociali; sicurezza; benessere soggettivo; paesaggio e patrimonio culturale - molto importante in un Paese come l'Italia -; ricerca e innovazione; qualità dei servizi; politica e istituzioni.
Dei domini ha già parlato, credo, il presidente dell'ISTAT Giovannini nella sua audizione, per cui su tale aspetto non mi dilungherò molto: ogni dominio è stato declinato definendo alcuni indicatori specifici che sono stati ritenuti sufficientemente esaustivi per individuare e monitorare l'andamento del benessere della società, tenendo conto anche dell'equità e della sostenibilità.
Ma noi, verso quale obiettivo stiamo lavorando dal 2005 in poi - in anticipo rispetto a molte iniziative sullo stesso tema -, dove vogliamo andare?
In molti, soprattutto i più scettici, studiosi o opinionisti, hanno pensato che l'iniziativa del CNEL, in collaborazione con l'ISTAT, fosse un modo per distogliere l'attenzione dai più bassi tassi di sviluppo del PIL. In molti hanno pensato, cioè, che dietro questa proposta innovativa ci fosse il tentativo di occuparsi d'altro, anziché di un PIL italiano fermo, e di dimostrare che continuiamo comunque a essere il cosiddetto «bel Paese».
Niente di tutto questo. Siamo, invece, nel pieno di un'iniziativa che può essere ricondotta a un campo di studi multidisciplinari interno alla scienza politica. Ci si trova, cioè, nell'ambito di un'azione indirizzata a individuare, fra l'altro, i comportamenti dei soggetti operanti nell'arena pubblica. Lo studio delle politiche pubbliche consiste in un lavoro di ricerca che ha come unità di analisi fondamentale un problema collettivo, nei confronti del quale le autorità pubbliche, la classe politica decidono di fare o non fare qualcosa.
Una volta definiti gli indicatori, saranno la classe politica, il Governo, il Parlamento a decidere se fare qualcosa per migliorare la situazione. La segnalazione è data. Il progresso dipende dalla decisione politica. Lo strumento che si crea è per l'intera classe politica, per tutti i parlamentari, quotidianamente impegnati nella gestione dello Stato nelle sue diverse


Pag. 6

sfaccettature. Gli indicatori sono, dunque, un ottimo mezzo, dal nostro punto di vista, per valutare ex ante, ma anche ex post, le leggi che si approvano in relazione alle esigenze della collettività.
Questa mattina il CNEL si è soffermato su una serie di indicatori per ciascuno dei domini che ho elencato. Vi fornisco qualche esempio. Nell'ambito del dominio dell'ambiente, ad esempio, è presente la qualità delle acque. L'indicatore può essere la percentuale di coste balneabili sul totale delle coste del Paese. Per la qualità dell'aria l'indicatore può essere il numero dei superamenti del valore limite giornaliero previsto per il cosiddetto PM10 (Particulate Matter o particolato atmosferico), che indica la presenza delle cosiddette polveri sottili. Per la qualità del suolo e del territorio, l'indicatore è la percentuale delle aree franose sulla superficie totale. Altri aspetti sono la biodiversità e le energie da fonti rinnovabili.
Nel dominio della salute intervengono l'indice di stato psicologico e il tasso standardizzato di mortalità per incidenti di trasporto. Vi ricordo che gli incidenti di trasporto sono la principale causa di mortalità tra i giovani. Altri indicatori sono il tasso standardizzato di mortalità per tumore, la speranza di vita, l'assenza di limitazioni nelle attività quotidiane a 65 anni. Abbiamo trovato il modo di misurare statisticamente tutti questi fattori.
Nel dominio relativo al benessere economico sono misurabili il reddito disponibile pro capite e l'indice di vulnerabilità economica dei membri adulti della famiglia. In questo caso, la forma precisa dell'indicatore e la popolazione di riferimento vanno definite con precisione, ma lo scopo dell'indicatore è cogliere il grado di indipendenza o di dipendenza di ciascun membro adulto di una famiglia e la sua vulnerabilità rispetto a eventi imprevisti, come, per esempio, una separazione. Seguono l'indice di vulnerabilità finanziaria, l'indice di qualità dell'abitazione, l'indice di deprivazione dei bambini - cioè la quota di minori che non dispongono di beni o che non hanno accesso a servizi specifici per gli stessi -, l'incidenza di individui che vivono in famiglie senza occupati.
A proposito del dominio relativo a istruzione e formazione, gli indicatori sono la quota di persone tra 30 e 34 anni che hanno conseguito un titolo universitario, il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione, la quota di giovani che non lavorano e non studiano - i cosiddetti NEET (Not in Education, Employment or Training) -, la quota di persone con alti livelli di competenza informatica.
Nel dominio del lavoro e della conciliazione dei tempi di vita rilevano la percentuale di trasformazione - nel corso di un anno - di lavori instabili in lavori stabili, la percentuale di occupati in lavori a termine da almeno cinque anni, l'incidenza di occupati sovraistruiti, il tasso di infortuni mortali sul lavoro e di inabilità permanente, l'indice di asimmetria del lavoro familiare - come, per esempio, il tempo dedicato al lavoro domestico dalla donna o da entrambi i partner -, e così via. Tutti gli indicatori, per ciascun dominio, li trovate nel documento che ho depositato.
Vi segnalo, però, che questi indicatori sono stati in qualche modo decisi questa mattina.

MARIA TERESA SALVEMINI, Consigliere del CNEL. Non sono stati, invero, ancora decisi tecnicamente. In questi mesi la commissione dell'ISTAT ha lavorato molto e li ha suggeriti, ma il processo di approvazione definitivo non è ancora stato completato. Contiamo di farlo entro il prossimo giugno o luglio al massimo, ma non sappiamo ancora quale sarà l'elenco completo.

ANTONIO MARZANO, Presidente del CNEL. Stiamo arrivando a questa conclusione anche dopo aver interpellato la gente comune, che abbiamo invitato a esprimersi sul nostro sito.
Vogliamo costruire una Costituzione statistica accanto alla Costituzione giuridica in senso proprio. Vogliamo avere


Pag. 7

un'idea di quale sia il sentiero del progresso e di quali siano gli indicatori che ci permettono di capire a che punto siamo e se la classe politica stia facendo alcune cose oppure no. È un lavoro importante, di notevole livello.
Non dobbiamo cadere, però, nell'equivoco di credere che il PIL non conti più nulla: basta pensare alla correlazione statistica che esiste fra il PIL e la creazione di posti di lavoro per comprendere quanto sia ancora importante tale indicatore. Tale indicatore non è però tutto: ci sono Paesi in cui il tasso di incremento del PIL è altissimo, ma non c'è libertà, non ci sono diritti civili; per avere vero progresso non basta che il tasso di crescita del PIL sia alto, bisogna anche vedere quando questi diritti si cominciano a realizzare.
È un tema che vi segnalo sul piano politico, perché non si tratta solo di un tema tecnico.

PRESIDENTE. Ringrazio il professor Marzano per la sua relazione e do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

MASSIMO VANNUCCI. Ringrazio il presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro per averci dato una notizia. Il presidente dell'ISTAT, professor Giovannini, non ci aveva, infatti, comunicato i dodici domini che il CNEL sembra abbia definito.
Considero molto importante che il CNEL li adotti formalmente e ufficialmente. Gli indicatori non sono neutri. È un fatto fondamentale che a sceglierli sia il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, che comprende tutte le associazioni sindacali. Significa che l'Italia si è messa d'accordo su come misurare il proprio benessere e su quale «Costituzione statistica» darsi.
Strumenti ulteriori rispetto al PIL sono assolutamente necessari. Lo registriamo soprattutto in questo periodo di crisi, nel quale le cose e i numeri si muovono molto velocemente e noi non riusciamo a capirne gli effetti. Il presidente dell'ISTAT ci ha detto, ad esempio, che dal 1992 al 2011 il potere d'acquisto delle famiglie è calato del 4,5 per cento. Se lo rapportiamo al PIL, dal 1992 al 2011, il dato non è lo stesso. C'è stato un processo di redistribuzione incredibile.
Quando il prodotto interno lordo cresce, infatti, non è detto che sia distribuito equamente e che la crescita stessa si trasformi in benessere. Il professor Fitoussi, nella sua recente audizione, ci ha fornito l'esempio dell'esplosione della centrale nucleare giapponese nel 2011: probabilmente la ricostruzione farà crescere il prodotto interno lordo, ma non il benessere dei giapponesi che, anzi, calerà sostanzialmente.
Il lavoro compiuto dal CNEL è quindi molto importante. Dopo, secondo me, vi sono passaggi successivi e la nostra indagine conoscitiva potrebbe essere utile in tale contesto. Abbiamo già audito, nel suo ambito, diversi soggetti e altri ne sentiremo, come, ad esempio, Eurostat. Abbiamo avuto anche il supporto del Presidente della Repubblica. Non l'ho mai detto in quest'Aula, ma il Presidente Napolitano ha parlato di questi temi l'estate scorsa a Rimini e ha sostenuto formalmente l'indagine conoscitiva condotta dalla Camera dei deputati. Oggi esistono, inoltre, esperienze internazionali molto importanti. L'Australia, che ha adottato questi indicatori fin dal 1992, ha evidenziato l'importanza di condividerne la scelta, cosa che il CNEL sta facendo.
Per quanto riguarda le ambizioni che il Presidente del CNEL ha con riferimento a tali strumenti, però, io andrei oltre. Questi strumenti ci servono per conoscere l'andamento del Paese e decidere velocemente. È vero che abbiamo tutti i dati, ma sono dati a due, a tre anni e oltre. Bisognerà, quindi, stabilire quali strumenti operativi mettere in campo per avere una statistica più veloce e di quali strumenti dotarci. La relazione tecnica annessa ai progetti di legge che qui noi esaminiamo formalmente dovrebbe contenere anche gli effetti delle grandi leggi in termini di benessere equo e solidale. Quindi, ci occorre uno strumento a fini interni.


Pag. 8


È tuttavia evidente in una prospettiva europea che per adottare le politiche di coesione europee sono assolutamente indispensabili indicatori che permettano la comparazione tra Paesi. In chiave europea sono più necessari gli indicatori utili all'armonizzazione e alla coesione sociale che gli indicatori tarati su scala nazionale.
Se si afferma questa cultura, bisogna tenere conto anche del livello globale. Banalizzando, abbiamo affermato che la causa principale della crisi è stata l'apertura dei mercati, in assenza di autorità globali di regolamentazione. Abbiamo permesso di competere, nel mondo, senza uguali condizioni. Servirebbero, allora, gli opportuni indicatori per creare delle black list e individuare chi viola, ad esempio, i parametri del libero commercio nell'ambito del WTO, eventualmente sanzionandolo. Abbiamo bisogno di misurazioni oggettive e riconosciute. Sarà un processo lungo che, forse, le generazioni future vedranno completato, ma credo che sia l'unico modo di procedere.
Sono grato al Presidente del CNEL per questa audizione e per le informazioni che ci ha dato. Suggerirei di integrare il lavoro, fin qui compiuto, con la dimensione europea e globale.

PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole Vannucci per le sue riflessioni. Il collega Vannucci è l'alfiere in Parlamento di tali questioni. Innanzitutto, ha organizzato un convegno bellissimo in mezzo alle montagne della sua terra. Poi, ha voluto questa indagine conoscitiva, su cui qualche esponente della stampa ha scioccamente ironizzato: non vedo perché il fatto che il Parlamento si occupi della felicità e del benessere debba suscitare ironia. Mano a mano che l'indagine conoscitiva va avanti, ci rendiamo conto che questi temi cominciano a essere approfonditi e in qualche modo digeriti anche in altri contesti.
Do la parola al professor Marzano per la replica.

ANTONIO MARZANO, Presidente del CNEL. Mi complimento con l'onorevole Vannucci e mi dispiace che non faccia parte del nostro Comitato.
Siamo costretti a molti tagli di spesa in questo periodo. Sapere qual è l'effetto non solo sul PIL, ma anche sul benessere di questi tagli di spesa, sapere chi li paga e come si distribuiscono gli effetti sugli indicatori di benessere è un altro modo di utilizzare gli strumenti indicati.
Mi piacerebbe, a uno stadio più avanzato, confrontare gli indicatori che stanno emergendo con i diritti politici riconosciuti dalla Costituzione. Per esempio, come sapete, la nostra Costituzione, all'articolo 32, sancisce il diritto alla salute: gli indicatori possono dirci in che misura questo diritto costituzionale venga garantito. Un altro campo più generale di applicazione - sarà il Parlamento in collaborazione con il CNEL, se crederà, a dare questa indicazione - potrebbe essere la verifica degli effetti reali delle ultime leggi varate: talvolta, infatti, si approvano delle leggi le cui conseguenze non sono poi ben conosciute.
C'è un problema, come lei diceva, di omogeneità tra i Paesi dell'Unione europea. Abbiamo avuto molto coraggio a istituire una moneta unica tra Paesi così diversi tra loro. Una politica di omogeneizzazione dei Paesi europei, dal punto di vista degli indicatori, servirebbe anche per far funzionare meglio l'euro.
In merito alla globalizzazione, vorrei dire a titolo personale che la mancanza di regole mi pare sia dovuta al fatto che l'Occidente fosse convinto che la caduta degli steccati che proteggevano le varie economie gli avrebbe dato il vantaggio di un mercato molto più ampio. Non era stato previsto che, al contrario, l'Occidente potesse diventare il mercato di altri Paesi. C'è stata quindi un'illusione dell'Occidente.
Capire se la concorrenza che si sta sviluppando sia fair o unfair, cioè leale o sleale, potrebbe essere un altro campo d'applicazione per gli indicatori di cui si sta discutendo.

FRANCESCO BOCCIA. Colgo l'occasione per porre una domanda tecnica.
È scritto molto bene nella relazione che lei ha depositato che il PIL definisce le fluttuazioni di breve termine. La Commissione europea nella comunicazione: «Non


Pag. 9

solo PIL: misurare il progresso in un mondo in cambiamento» del 2009 faceva, però, riferimento a indicatori come l'uso efficiente delle risorse e l'inclusione sociale. Sui cambiamenti climatici la letteratura è ampia, ma su inclusione sociale e uso efficiente delle risorse avete sviluppato dei modelli in base ai quali potete dirci qualcosa di più di quanto sappiamo, anche in seguito all'audizione del presidente dell'ISTAT Giovannini?

ANTONIO MARZANO, Presidente del CNEL. Abbiamo indicatori specifici sia dell'inclusione sociale sia dell'esclusione sociale, temi che afferiscono al dominio delle relazione sociali.
Come dicevo prima, la distribuzione del reddito è spesso ineguale, ma anche la distribuzione del benessere lo è e non solo per conseguenza del reddito. Secondo le nostre valutazioni, ciò è particolarmente importante con riferimento alle donne e ai giovani.

FRANCESCO BOCCIA. Pensavo, infatti, soprattutto alle donne e ai giovani non solo italiani.

ANTONIO MARZANO, Presidente del CNEL. Secondo me una delle priorità per la classe politica è assicurare l'inclusione dei giovani. Se i giovani si sentono esclusi, ai margini, sorgono problemi politici anche molto gravi. Lo abbiamo constatato con riferimento non alla nostra società, ma, per esempio, alle società che si affacciano sulla costa sud del Mediterraneo. La reazione dei giovani che si sentivano esclusi dai meccanismi dell'economia lì è stata fortissima.

PRESIDENTE. La presidenza autorizza il deposito agli atti della Commissione della documentazione predisposta dal CNEL.

MARIA TERESA SALVEMINI, Consigliere del CNEL. La documentazione riguarda la prima fase del lavoro che è stato compiuto dal CNEL, da aprile 2011 fino alla fine dell'anno scorso, per individuare i domini ai quali la consultazione delle varie parti sociali interne ed esterne al CNEL aveva rivolto la propria attenzione. Successivamente, questi domini sono stati studiati da una commissione statistica dell'ISTAT incaricata di individuare gli indicatori disponibili e quelli utilizzabili per ottenere il risultato voluto.
Questa seconda fase, come ho riferito prima al presidente, non si è ancora completata. Il Parlamento avrà la lista definitiva degli indicatori non appena l'avremo stilata.

ANTONIO MARZANO, Presidente del CNEL. Quella che abbiamo dato è stata un'anticipazione.

FRANCESCO BOCCIA. Che tempi stimate per la lista definitiva?

MARIA TERESA SALVEMINI, Consigliere del CNEL. L'idea è di avere tutto quanto il lavoro completato tra giugno e luglio prossimi. In questa fase anche l'OCSE sta tirando le fila di una serie di lavori internazionali nell'ambito di convegni in cui sono messe a confronto le varie esperienze.
È un momento molto caldo.

ANTONIO MARZANO, Presidente del CNEL. L'OCSE è stata molto attiva in questo campo. Io stesso sono stato relatore all'importante convegno dell'OCSE di Busan, in Corea, nel 2009. Tengo, però, a ribadire che il CNEL si occupa di tale tema dal 2005.

MARIA TERESA SALVEMINI, Consigliere del CNEL. La commissione dell'ISTAT che si occupa degli indicatori è sì una commissione scientifica, ma ha già portato gli indicatori all'attenzione del comitato consultivo formato da varie associazioni che avevamo sentito precedentemente per definire i domini. Nel corso di questa dialettica gli indicatori sono stati discussi e modificati. Attualmente vengono presentati anche sul territorio attraverso una serie di convegni localizzati in varie zone del Paese.


Pag. 10


Il punto di partenza era che il progetto non fosse calato dalla mente di qualche scienziato o teorico, bensì che rivelasse le preferenze della società. Non sarebbe altrimenti politicamente significativo. Noi crediamo, attraverso questi passaggi, di rispondere a tale esigenza.
Aggiungo che il parametro del PIL è stato messo a punto in vari decenni e immaginiamo che anche per questi indicatori ci vorrà tempo: essi non nascono perfetti e intoccabili per il futuro.

ANTONIO MARZANO, Presidente del CNEL. Probabilmente constateremo che alcuni di questi indicatori sono correlati al PIL. A quel punto la distinzione sarà meno importante. Gli indicatori che, invece, avranno un andamento diverso rispetto al PIL completeranno il quadro.

STEFANO BRUNI, Capo della segreteria tecnica del Presidente del CNEL. Sul sito Internet www.misuredelbenessere.it potrete trovare tutte le iniziative, la documentazione e i convegni che si svolgono sul territorio cui accennava la professoressa Salvemini, nonché gli aggiornamenti su quanto accade a livello internazionale.

PRESIDENTE. Ringrazio il professor Marzano e tutti gli intervenuti per il loro contributo.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,40.

Consulta resoconti delle indagini conoscitive
Consulta gli elenchi delle indagini conoscitive