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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione VIII
9.
Giovedì 8 novembre 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Margiotta Salvatore, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA NELL'AMBITO DELL'ESAME DELLE PROPOSTE DI LEGGE C. 2 INIZIATIVA POPOLARE, C. 1951 MESSINA E C. 3865 BERSANI, RECANTI «PRINCIPI PER LA TUTELA, IL GOVERNO E LA GESTIONE PUBBLICA DELLE ACQUE E DISPOSIZIONI PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO»

Audizione di rappresentanti dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas:

Margiotta Salvatore, Presidente ... 3 7 9 12
Biancardi Alberto, Componente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas ... 6 9
Bratti Alessandro (PD) ... 8 12
Carbone Luigi, Componente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas ... 4 10
Colicchio Rocco, Componente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas ... 3
Dell'Oste Egidio Fedele, Responsabile dell'ufficio speciale tariffe e qualità dei servizi idrici dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas ... 11 12
Lanzarin Manuela (LNP) ... 8
Mariani Raffaella (PD) ... 7 9

ALLEGATO:Documentazione depositata dai rappresentanti dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas ... 13
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.

[Avanti]
COMMISSIONE VIII
AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di giovedì 8 novembre 2012


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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SALVATORE MARGIOTTA

La seduta comincia alle 13,20.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle proposte di legge C. 2 Iniziativa popolare, C. 1951 Messina e C. 3865 Bersani, recanti «Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico», l'audizione di rappresentanti dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas.
Ringrazio per la loro presenza i commissari Rocco Colicchio, Luigi Carbone e Alberto Biancardi, accompagnati dal responsabile dell'ufficio speciale tariffe e qualità dei servizi idrici dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, Egidio Fedele Dell'Oste.
Do quindi la parola al presidente Rocco Colicchio, commissario dell'Autorità.

ROCCO COLICCHIO, Componente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Onorevole presidente, onorevoli deputate e deputati, l'Autorità per l'energia elettrica e il gas, qui rappresentata dai componenti Alberto Biancardi, Luigi Carbone e Rocco Colicchio, desidera ringraziare la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati per l'invito odierno.
Per il collegio dall'Autorità, infatti, questo incontro rappresenta l'occasione per presentare al Parlamento una sintetica ricognizione dell'attività regolatoria fin qui svolta, che, come già abbiamo avuto modo di sottolineare nel corso della nostra precedente audizione del 19 aprile 2012, si prefigge l'obiettivo di introdurre nel settore dei servizi idrici un assetto che assicuri la stabilità del contesto regolatorio e promuova gli investimenti attraverso la definizione di tariffe eque, certe e trasparenti, l'individuazione di adeguati parametri di qualità del servizio, la tutela degli utenti e dell'ambiente, la copertura dei costi e la certezza dei ricavi. La memoria propone inoltre alcune riflessioni sugli assetti del settore e sulla regolazione tariffaria.
Come è noto, l'articolo 21 del decreto-legge n. 211 del 2011 ha attribuito le funzioni intestate alla soppressa Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acqua all'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Inoltre, la norma richiamata ha stabilito che siano trasferite ex lege le funzioni attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici. Ha altresì detto che queste funzioni di regolazione vengono esercitate con i medesimi poteri attribuiti all'Autorità stessa dalla legge n. 481 del 1995, che è la legge istitutiva dell'Autorità.
Il secondo periodo dell'articolo demanda a un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottarsi su


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proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, l'individuazione delle funzioni da trasferire.
Il decreto, da emanarsi entro 90 giorni (termine naturalmente ordinatorio), è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dello scorso 3 ottobre 2012. Nelle more dell'adozione di questo Regolamento, l'Autorità ha iniziato a svolgere le funzioni di regolazione del servizio idrico integrato ad essa attribuite dal decreto n. 211 del 2011.
L'attività regolatoria dell'Autorità si è sviluppata attraverso l'adozione di 10 provvedimenti di regolazione, scanditi nella memoria che oggi lasciamo agli atti della Commissione. Parallelamente all'emanazione di tali provvedimenti, è stata avviata ed è tuttora in corso un'intensa attività di consultazione e di confronto con l'intera platea dei portatori di interessi nel settore dei servizi idrici, ivi comprese le Autorità territorialmente interessate al servizio.
Nell'ambito dell'attività di consultazione e di confronto vanno segnalati due seminari specifici, nei quali sono stati illustrati le procedure e gli algoritmi che l'Autorità avrebbe adottato per effettuare alcune simulazioni, le cui risultanze sono attualmente ancora al vaglio degli uffici dell'Autorità.
L'Autorità sta inoltre organizzando una giornata dedicata alla regolazione dei servizi idrici, che si terrà a Milano il prossimo 3 dicembre, nel corso della quale è prevista un'ulteriore sessione di audizioni pubbliche e alla quale tutti, presidente, deputate e deputati, sono naturalmente invitati a partecipare e intervenire.
Nel corso di questo periodo, accanto a quella che è la produzione e l'adozione di questi dieci provvedimenti, l'Autorità ha anche avviato un processo di riorganizzazione interna per assolvere alle nuove funzioni ad essa demandate. In quest'ottica sono stati pertanto creati due uffici, un ufficio speciale tariffe e qualità dei servizi idrici, e un ufficio speciale che si occupa dell'assetto dei servizi idrici.
A questi due uffici tecnici è stata affiancata una unità di relazioni istituzionali per i servizi idrici nell'ambito del Dipartimento degli affari legislativi e relazioni istituzionali.
Attraverso una procedura di selezione interna, inoltre, l'Autorità ha assegnato le prime risorse di personale alle strutture sopra citate.
Anche prima di dare corso all'aumento dell'organico previsto per le nuove attribuzioni conferite, l'Autorità ha provveduto dunque a organizzare al suo interno in maniera sia pure provvisoria due servizi per dare inizio all'attività di regolazione.
Successivamente, a seguito dell'ampliamento della pianta organica dell'Autorità che è stata introdotta dall'articolo 24-bis del decreto-legge n. 1 del 2012, è stato bandito un concorso per assumere una prima tranche di diciassette unità da dedicare specificatamente alla regolazione dei settori idrici. Darei adesso la parola al mio collega Luigi Carbone.

LUIGI CARBONE, Componente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Grazie. Proseguirei l'illustrazione della memoria soffermandomi sugli assetti del settore, mentre il collega Alberto Biancardi si soffermerà sulla regolazione tariffaria.
Il collega Colicchio ha evidenziato le cose che l'Autorità ha già fatto in questi primi mesi (crediamo non poche), che sono state ispirate da tre princìpi già illustrati a questa Commissione nell'audizione del 19 aprile scorso e che è importante ribadire per comprendere quali siano state le nostre stelle polari, oltre a quella di attuare pienamente il dettato del referendum per quanto riguarda la nostra competenza, cosa che è non un criterio ispiratore, ma un dovere al quale ci atteniamo.
I tre principi ispiratori nel realizzare una regolazione incentivante che produca efficienza sono stati quello di riconoscere i costi di investimento solo dopo che i relativi impianti siano stati realizzati, quello di incentivare una tempestiva entrata in esercizio delle infrastrutture (il fattore tempo), quello di determinare il costo degli investimenti sulla base di valori mediamente efficienti, quindi non a piè di


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lista ma sulla base di un criterio di efficienza. A questi principi e criteri abbiamo cercato di attenerci strettamente.
Gli assetti del settore inducono a qualche considerazione rilevante. Già prima dell'evento referendario il quadro europeo assegnava al servizio idrico una connotazione molto particolare. La direttiva europea n. 60 del 2000 stabilisce infatti che l'acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, ma è un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale, e induce a integrare maggiormente la protezione e la gestione sostenibile delle acque con altre politiche come quella energetica e a sostenere un utilizzo idrico sostenibile, fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche.
Se questo è il contesto europeo, che mi sembra convintamente sentito anche nel nostro Paese, è necessario perseguire due criteri guida. Dal punto di vista della disponibilità della risorsa idrica, è necessario immaginare che questa risorsa sia distribuita attraverso strutture che ne consentano la fruizione in modo non discriminatorio, con un costo condiviso su un livello territoriale piuttosto ampio. Immaginiamo, ad esempio, come in un bacino «lungo» i consumatori che si trovano a monte influenzino la disponibilità della risorsa rispetto a quelli situati a valle. C'è, dunque, un elemento spaziale da tenere presente.
Un secondo elemento da tenere presente è quello temporale, in quanto occorre preservare questa risorsa anche per le generazioni future, con un impatto antropico il più possibile limitato. Nel tempo e nello spazio, quindi, queste due considerazioni di particolare rilievo della risorsa inducono a conformare la regolazione in modo da attuare questi due criteri.
I criteri che dovrebbero presiedere a una corretta regolazione tariffaria dovrebbero perciò invertire l'ordine solitamente seguito, per cui prima si valuta l'onere e poi conseguentemente si realizzano gli impianti, in quanto bisogna prima definire quello che è indispensabile per tutelare nel tempo e nello spazio un corretto uso della risorsa idrica e successivamente quantificare l'onere del servizio in modo ragionevole.
In questo modo si declina quello che l'Autorità definisce «criterio della selettività» nell'individuazione e nella regolazione degli investimenti, per cui bisogna non incentivare e remunerare tout court, ma incentivare in modo selettivo, secondo criteri di costi/benefici, avendo tutti risorse scarse. La selettività che già utilizziamo con convinzione nei settori dell'elettricità e del gas si declina in questo modo peculiare per i servizi idrici.
Una seconda considerazione sulle questioni degli assetti è quella della necessità di migliorare l'efficienza dell'offerta, che poi era la ratio originaria della riforma della legge Galli (legge n. 36 del 1994), che in parte è stata attuata ma che si potrebbe portare a compimento. Abbiamo ancora un elevato numero di imprese spesso di piccole dimensioni tra i soggetti gestori, spesso interessate a un solo segmento della filiera dei servizi idrici, per cui crediamo che una buona regolazione possa contribuire a razionalizzare, ad accorpare e a rendere più efficienti le forme gestionali.
C'è anche un'altra razionalizzazione alla quale l'Autorità può solo dichiararsi disponibile a contribuire, che è quella della governance, perché l'ambito è di competenza delle amministrazioni, ma ovviamente non è compito nostro, anche se dal punto di vista recente ma certamente privilegiato che abbiamo siamo a disposizione del Governo e del legislatore laddove volessero mettere mano a questa razionalizzazione.
La pianificazione degli interventi vive una sorta di mutazione genetica con l'introduzione nel sistema di un regolatore indipendente come l'Autorità. Fino ad oggi i Piani d'ambito hanno avuto un ruolo non solo di programmazione di interventi, ma di vero compositore delle tariffe. Oggi che la composizione della tariffa e l'individuazione delle varie coperture dei costi sono demandate all'Autorità, la pianificazione deve riacquistare il suo fondamentale ruolo strategico.


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In tal senso, i comuni e le regioni devono quindi rafforzare il loro ruolo di rilevare le esigenze, definire gli obiettivi, acquisire dagli altri livelli gli obiettivi generali e disegnare le misure strutturali e non strutturali da mettere in campo, senza che però questo ruolo rafforzato di pianificazione diventi uno strumento operativo di calcolo tariffario, come invece è potuto accadere in tempi recenti.
Darei adesso la parola ad Alberto Biancardi per la parte della regolazione tariffaria. Prima, però, vorrei evidenziare soltanto un aspetto legato alla parte consumatori-utenti per poi lasciarlo concentrare sulla parte squisitamente tariffaria, che è quello della qualità del servizio.
La regolazione tariffaria non riguarda solo la copertura dei costi, ma regola anche la qualità del servizio, che con successo l'Autorità ha diffuso e affermato nei settori dell'elettricità e del gas per quanto riguarda sia la qualità tecnica del servizio, che diventa un parametro per la remunerazione (pensiamo alla riparazione delle perdite, alla tempistica degli allacciamenti), sia la sua qualità commerciale (la frequenza di lettura dei contatori, il tempo di risposte ai reclami, i tempi di preventivazione).
Volevo segnalare quest'ultima annotazione prima di passare la parola sulla tariffa perché, nonostante i molti impegni, i nostri uffici hanno trovato il tempo per predisporre un documento di consultazione sulla bolletta trasparente, sui contenuti informativi da riportare nel documento di fatturazione.
Quando si parla di acqua si pensa sempre agli investimenti e ai costi, però alla fine è sempre l'utente finale, il cittadino che paga tutto questo nella bolletta, quindi era importante che, pur con l'urgenza di riformulare il metodo tariffario, si approntasse un documento sulla trasparenza delle bollette, per venire incontro all'esigenza dei cittadini di comprendere cosa pagano.

ALBERTO BIANCARDI, Componente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Userò qualche minuto solo per delineare le linee essenziali del nostro intervento in tema di tariffe. Il punto di partenza non può che essere la raccolta di informazioni e l'analisi dei dati, tenuto conto che, come è già stato detto, oggi il sistema tariffario si è basato non prioritariamente sui bilanci e sui costi effettivamente sostenuti, ma sulle previsioni di costo contenute nei Piani d'ambito.
Riteniamo che una buona regolazione debba basarsi sui veri costi sostenuti, quindi anche sui costi per l'investimento una volta realizzati. Abbiamo quindi dovuto lavorare (e lo stiamo facendo giorno dopo giorno) con gli operatori per acquisire più informazioni possibili soprattutto di bilancio per far sì che la tariffa si adatti non solo al costo di bilancio di partenza, ma anche al costo efficiente, perché altrimenti si darebbe una tariffa alta a un operatore poco efficiente solo perché ha costi elevati.
Abbiamo sviluppato un primo modello econometrico con l'obiettivo di avere un menù sufficientemente dettagliato per valutare le fonti di efficienza e di costo, cioè quanto per ogni tipo di attività o gruppo di attività sia giusto riconoscere in tariffa agli operatori.
Questa è un'attività particolarmente difficile, che richiederà ancora molto tempo, perché abbiamo ereditato un sistema estremamente diversificato dal punto di vista sia dei costi e dei bilanci sia della regolazione. Ci sono pezzi del Paese che hanno Piani d'ambito relativamente ben fatti e aggiornati, ma ci sono anche altri pezzi del Paese in cui c'è un Piano d'ambito non approvato o comunque approvato anche dieci anni fa, e i costi sono andati per altre vie.
Questa attività di ricongiunzione della tariffa al costo richiederà alcuni mesi, ma siamo fiduciosi di attuare entro la fine dell'anno un primo intervento di regolazione per varare un nuovo sistema di tariffa transitoria, riservandoci, nel corso dell'anno prossimo, ad individuare delle tariffe definitive.
Intendiamo lavorare non soltanto sulla parte del servizio idrico integrato, ma anche sull'altra parte degli usi. Facendo


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riferimento agli usi industriali, abbiamo ereditato un sistema estremamente disomogeneo, che nel corso dell'anno prossimo dovremo cominciare a razionalizzare, in quanto una buona regolazione deve garantire che a un determinato costo corrisponda un determinato tipo di tariffa, ma che questo costo sia ragionevolmente uguale su tutto il territorio nazionale.
Presumo che gli investimenti rappresentino un punto nevralgico anche per voi. Non è necessariamente il tempo di valutare in decine di miliardi il fabbisogno di investimenti, ma tutto quello che è stato detto prima dell'avvio dalla nostra attività è vero e quindi stiamo cercando di capire come risolvere il rebus o puzzle che ci è stato sottoposto in seguito al referendum.
Dovremo lavorare ed effettueremo con voi un'attività di segnalazione e di contatti informali, per attivare tutti gli strumenti che devono accompagnarsi a una tariffa fatta bene. Nella memoria abbiamo citato project bond, fondi rotativi, e anche su questo è opportuno che da parte nostra vengano tutti gli indirizzi per far sì che, oltre a una regolazione stabile e incentivante, ci siano tutti gli altri strumenti che come Autorità non possiamo attivare, perché esula dal nostro compito.
Un'altra cosa particolarmente rilevante riguarda per esempio la non coincidenza fra il piano di ammortamenti nell'ambito di una determinata attività di investimento e la scadenza del periodo di affidamento. Questo sta creando diversi problemi a tanti operatori che, non avendo la certezza di cosa avvenga dopo la fine del periodo di affidamento, creano oneri finanziari maggiori e un costo maggiore per l'utenza. Anche su questo ci riserveremo di fare tutte segnalazioni del caso.
Cercheremo, infine, di traslare la nostra esperienza nelle reti energetiche anche all'attività di investimento nei settori dell'acqua, quindi di corrispondere ai costi per investimenti una volta realizzati e attivare un sistema di premi e di penalità per incentivare l'operatore a fare bene e presto quanto annunciato nel Piano d'ambito o nello strumento di programmazione locale.
Ovviamente applicheremo i risultati del referendum perché per noi sono legge, è un atto dovuto, quindi non potremo utilizzare lo strumento classico che abbiamo a disposizione per il capitale investito, vale a dire il costo medio ponderato del capitale. Stiamo cercando quindi (e questo è un punto particolarmente critico) di far sì che la legge venga rispettata, cioé vengano prezzati i rischi cui l'operatore deve esporsi per una determinata attività, per cui, senza corrispondere la remunerazione sul capitale in quanto capitale investito, il finanziatore (banca o chi per essa) possa avere un ragionevole grado di remunerazione.
L'intenzione che abbiamo esplicitato nelle consultazioni è di riconoscere ad esempio il costo del titolo risk free, quello del debito pubblico, a cui andremo a maggiorare una serie di parametri di rischio che devono essere riconosciuti all'investitore e all'operatore per essere in condizioni di attirare i finanziamenti e di attivare il ciclo degli investimenti.
Alla fine dell'anno faremo un nuovo sistema tariffario transitorio, poi attiveremo anche altre linee di azione sulla tariffa trasparente, sulla separazione contabile, e anche focus su alcuni pezzi particolarmente critici come la depurazione, che in alcune aree del Paese versa in stato precario.

PRESIDENTE. Nell'autorizzare la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dagli auditi (vedi allegato), do la parola ai colleghi che vogliano intervenire per porre domande o formulare osservazioni.

RAFFAELLA MARIANI. Grazie, presidente. Desidero innanzitutto ringraziarvi e sottolineare che sentivamo il bisogno di audirvi perché molte delle questioni affrontate erano state sollevate da singoli soggetti o da territori che esternavano al Parlamento e ai rappresentanti dei territori alcune preoccupazioni che oggi già riassumete nella relazione, ma che forse richiedono ancora delle sottolineature.


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Da questo punto di vista, apprezziamo anzitutto che l'Autorità abbia stabilito di affrontare il primo anno di applicazione del nuovo sistema tariffario definendolo transitorio, perché, essendo il nostro territorio gestito in maniera molto differente da una regione all'altra da organizzazioni territoriali diverse, anche le prime indicazioni emerse nelle vostre consultazioni mostravano situazioni molto complesse e differenti fra loro.
Partendo dalla premessa che non si discute l'applicazione dell'esito referendario, per il quale il Governo e gli organismi deputati si sono già espressi chiaramente, si sottolineavano però numerose difficoltà nel riconoscimento di alcune peculiarità. Richiamo, ad esempio, il tema citato nell'ultimo intervento per fare riferimento alla composizione della tariffa, che riguarda però anche il riconoscimento della possibilità di completare o almeno avviare anche nel primo anno il piano degli investimenti che le autorità d'ambito nelle loro prerogative avevano messo in cantiere.
Io che provengo dalla regione Toscana, su questo argomento registro nei territori numerose perplessità, e questo richiede di capire se, al di là del tema remunerazione del capitale investito all'interno della tariffa, vi sia, per quel che riguarda il rapporto con il sistema bancario, la possibilità effettiva di portare avanti gli investimenti già avviati con sistemi di project financing, cosa che oggi a detta degli operatori non è affatto sicura.
Sulla base di questo tipo di iniziative sono stati stipulati infatti negli anni scorsi molti accordi di programma fra amministrazioni pubbliche e soggetti gestori e oggi, in un momento di crisi economico-finanziaria più ampia, l'incertezza sulla possibilità di portare avanti gli investimenti già avviati può causare la paralisi o addirittura l'annullamento di alcuni investimenti che per i gestori rappresentano occasioni preziose di lavoro e di ritorno economico, ma sono anche risposte a esigenze vere del territorio, come nel caso della depurazione o di programmi complessi avviati nei confronti di industrie che devono ricevere risposte.
Voi citate alcune simulazioni fatte sul versante della determinazione delle nuove tariffe, ma io vorrei capire se quelle che avete fatto e state facendo stiano dando un'idea concreta di cosa diventerà la tariffa. Da quanto ci risulta, infatti, in alcune situazioni la tariffa potrebbe calare, in altre, invece, potrebbe aumentare molto, cosa che rappresenta un'altra preoccupazione esternata dagli amministratori locali rispetto a un generale aumento delle tariffe a carico delle famiglie in una situazione economico-finanziaria già molto dura.

ALESSANDRO BRATTI. Vorrei porvi alcune domande specifiche alla luce delle cose che avete illustrato. In particolare, vorrei chiedervi di esplicitare meglio come il vostro lavoro si intrecci con quello delle nuove autorità regionali (laddove esistenti, perché credo che la situazione non sia omogenea su tutto il territorio italiano) che dovrebbero sostituire le vecchie Autorità d'ambito.
Vorrei chiedervi, inoltre, se nel lavoro che state facendo tenete conto della necessità di riuscire a verificare se gli investimenti programmati siano poi effettivamente realizzati perché questo è un punto sul quale presumo che ci sarà molto da discutere in questo Paese.
Vorrei sapere, altresì, se, intervenendo anche sulla questione dell'uso della risorsa idrica e non solo degli investimenti, abbiate ragionato sull'ipotesi di premiare l'efficienza e il risparmio, che sono due punti fondamentali.
Infine, voi avete detto che state valutando l'intera questione della remunerazione del capitale in coerenza con il risultato del referendum del giugno 2011, tema che prima o poi bisognerà esplicitare pienamente. Vorrei sapere quindi se abbiate effettuato qualche simulazione e cosa cambierebbe rispetto ad alcune soluzioni tipo esistenti nel Paese.

MANUELA LANZARIN. Anch'io mi ricollego ad alcune questioni che sono state citate dai miei colleghi facendo una premessa. Per quanto riguarda tutta la questione


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dei servizi pubblici, come abbiamo chiesto più volte, ci deve essere una presa di posizione ma anche un chiarimento da parte del Governo su come vorrà intendere e gestire i servizi pubblici locali, sia il servizio idrico che ha avuto un esito con il referendum che gli altri servizi.
Nello specifico, per quanto riguarda la determinazione delle tariffe del servizio idrico integrato vanno a intrecciarsi piani molto diversi. È stata approvata, infatti, e poi prorogata la soppressione degli ATO, alcune regioni hanno già legiferato, alcuni territori sono già a buon punto, altri non lo sono, quindi esiste una situazione disomogenea, così come anche rispetto ai vari Piani d'ambito, alle scadenze e al tipo di investimenti e di urgenze.
Raccomandiamo quindi massima attenzione per non creare disuguaglianze e sperequazioni rispetto a territori che per tradizione hanno investito e ottenuto un know-how molto più radicato e premiante su questioni come questa.
Noi abbiamo presentato anche un atto parlamentare d'indirizzo - una risoluzione in Commissione - relativamente alle modalità e ai contenuti della raccolta dati che voi avete promosso nei confronti degli enti locali, per la quale i gestori del servizio stanno facendo da tramite, per poi addivenire alla formulazione di queste vostre simulazioni tariffarie. C'è stata una proroga minima di quindici giorni, che è scaduta il 30 ottobre, ma mi risulta che i dati non siano arrivati all'Autorità anche perché tra opere di urbanizzazione, di depurazione e altre voci, la lettura dei vostri questionari non è molto semplice e ogni ente locale ha un ente gestore e concepisce, applica e interpreta in un determinato modo, quindi è molto difficoltoso, oltre a rappresentare un onere per enti locali, i cui uffici devono ricostruire un complesso intreccio di dati.
Visto che il termine è già scaduto, vorrei sapere come si ponga l'Autorità rispetto alla raccolta di questi dati.

RAFFAELLA MARIANI. Vorrei chiedervi un'ultima cosa, ovvero se siate riusciti a trovare ai fini della determinazione degli elementi della nuova tariffa un metro di misura omogeneo per tutto il Paese (sul modello dei cosiddetti costi standard) e se secondo voi sia comunque possibile farlo in una materia così. Come evidenziato dalla collega Lanzarin, infatti, anche noi ci chiediamo se siate sicuri che le differenti esigenze e attività (come, ad esempio, il trattamento o non trattamento dell'acqua) e anche le diverse organizzazioni possano permettere di realizzare un'operazione che riconosca tutte le peculiarità, tutti i costi e gli sprechi, garantendo un quadro omogeneo in tutto il Paese.

PRESIDENTE. Do la parola agli auditi per la replica.

ALBERTO BIANCARDI, Componente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Spero di chiarire sufficientemente quello che stiamo facendo. Sulla questione investimenti che riguarda, ad esempio, la regione Toscana riteniamo - e vogliamo fugare ogni dubbio - che qualora la regolazione non consenta di fare investimento sia sbagliata.
Il puzzle che stiamo cercando di comporre in alcune parti del Paese, in Toscana in particolare, mira quindi a far sì che si applichino comunque princìpi di buona regolazione a un sistema che non si basa più sul Piano d'ambito e sulle regole vigenti, una fra tutte quella sugli ammortamenti finanziari.
Spesso in zone del Paese dove ci sono investimenti in atto il gestore è costretto a recuperare in un periodo ragionevolmente breve le spese di investimento, proprio perché manca la certezza normativa di cosa succederà dopo la fine del Piano d'ambito o dell'affidamento della concessione.
In questo caso, fermo restando che dovremmo lavorare per far sì che questa sicurezza non venga garantita unicamente dalla tariffa, stiamo cercando di capire come far sì che gli investimenti siano comunque remunerati applicando i nostri sistemi di regolazione. In questo caso dovremmo scegliere se applicare le nostre regole come facciamo solitamente, quindi


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con ammortamenti civilistici, consentendo però al gestore di rinegoziare con la banca il piano di investimento con in cambio la sicurezza che questo venga remunerato, oppure trovare una serie di deroghe rispetto alle regole di buona regolazione, per garantire che l'investimento continui ad essere fatto.
Essendo un metodo transitorio quello che stiamo approntando oggi, stiamo operando in questo modo: dove abbiamo tutti gli elementi, dove siamo sicuri che il bilancio sia affidabile, il Piano d'ambito sia affidabile, non possiamo che andare sul costo; dove invece qualche dubbio c'è, essendo il sistema - come avete riconosciuto anche voi - estremamente diversificato, dovremo cercare rapidamente degli standard o delle tariffe tampone per mettere in moto il sistema in termini di tariffa transitoria e solo successivamente, via via che la nostra conoscenza aumenterà, andare sul singolo dato di bilancio.
Siamo ben consci della difficoltà degli operatori nel raccogliere i dati e per questo abbiamo esteso i periodi garantiti per darci queste informazioni.
Come espresso nella consultazione, non calcoliamo necessariamente noi le tariffe, e questo riguarda anche la questione dei nostri rapporti con le autorità locali. Potremmo anche limitarci con un set di informazioni più limitato a esplicitare un algoritmo e poi demandare ai singoli pezzi del Paese di calcolare le tariffe, però stiamo cercando di ottenere più informazioni possibili per essere sicuri prima dell'emanazione del nostro provvedimento di quali sono gli effetti. Gli effetti sono estremamente diversificati, però, via via che si fanno simulazioni con gli operatori e si esaminano i singoli bilanci e Piani d'ambito, emerge una ragionevole convergenza.
Che cosa venga fuori da quello che stiamo facendo è un argomento estremamente delicato perché lo stiamo ancora analizzando fra noi. È chiaro, comunque, che dove i Piani d'ambito non sono aggiornati da molto tempo c'è una grossa diversificazione fra il dato del Piano d'ambito e il bilancio, per cui la decisione sarà molto delicata, ma non potrà che voler dire che, se uno prende un dato di bilancio non depurato, la tariffa aumenta, come tipicamente avviene.
Possiamo però fare tutto questo solo se siamo sicuri che quel costo sia ragionevolmente efficiente. Anche su questo potrete aspettarvi un sistema a più fasi, in cui inizialmente dovremo riconoscere alcuni costi e via via consentiremo agli operatori un certo tipo di adattamento.
Siamo poi ovviamente convinti (in parte l'abbiamo già fatto) di estendere anche al settore dell'acqua tutti gli altri strumenti, compresi i bonus. Per questo, alla domanda relativa alla valutazione dell'efficienza e del risparmio energetico, la risposta è sì, tanto che alcuni interventi di risparmio d'acqua sono già riconosciuti nell'ambito del sistema di efficienza energetica.
Questo, anzi, è uno dei punti su cui si può fare leva per alimentare quel percorso virtuoso per trovare finanziamenti senza aumentare la tariffa o portandola a meno di quanto si dovrebbe fare in assenza degli strumenti medesimi.

LUIGI CARBONE, Componente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Sull'efficienza energetica - vedo qui anche il Sottosegretario Fanelli che, come voi sapete, ci ha preceduto come componente del collegio dell'Autorità -, grazie anche al lavoro intrapreso in passato, che noi speriamo di portare onorevolmente avanti e di rafforzare, l'Italia ha un ruolo pilota in Europa e nel mondo. I titoli di efficienza energetica, ad esempio, sono veramente un modello per l'Unione europea, quindi quanto evidenziato da Alberto Biancardi sul settore idrico potrà fruire dell'esperienza felice maturata nell'efficienza energetica.
Tornando alla domanda dell'onorevole Bratti sul rapporto con le nuove Autorità regionali, ritengo che le autonomie locali (regioni e comuni) e le loro emanazioni, le nuove Autorità, abbiano un ruolo fondamentale. Sono forse il vero valore aggiunto della regolazione sui servizi idrici rispetto a quello che accade per l'elettricità, in cui


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ovviamente non c'è un ruolo, e finanche per il gas che pure ha già una localizzazione diversa.
Siamo consapevoli di questo e siamo convinti che la pianificazione, che è tutta di ispirazione regionale e locale, debba valorizzare sempre di più i suoi profili strategici, che altrimenti rischiano di perdersi. Questa può quindi essere un'occasione per valorizzare competenze che a volte rischiano di frammentarsi e parcellizzarsi nell'individuazione delle esigenze e dei fabbisogni, nella definizione di obiettivi.
Certo, la presenza del regolatore contribuisce a calare le differenze territoriali in regole tecniche che facciano sistema, che abbiano una loro omogeneità - il famoso algoritmo di cui parlava Alberto Biancardi sul riconoscimento dei costi, sugli ammortamenti -. Io credo, infatti, che ci sia bisogno di omogeneità proprio perché le differenze rimangano tali perché trattate con regole omogenee, altrimenti il rischio è quello di una differenziazione di alcune regole tecniche che potrebbe acuire e non valorizzare le differenze territoriali.
Non dimentichiamo, poi, poi che tra i protagonisti istituzionali di questa vicenda c'è anche il Ministero dell'ambiente con tutto il coté della tutela ambientale della risorsa idrica.
Per quanto riguarda gli strumenti, al di là del confine provvisorio e flessibile che cerchiamo di stabilire, crediamo che lo strumento fondamentale sia quello del dialogo, e con i nostri uffici cerchiamo continuamente di ragionare con le regioni (proprio con la Toscana il collegio ha aperto un'interlocuzione istituzionale importante). Accanto al dialogo istituzionale non dimentichiamo, infine, che c'è l'importante strumento di qualità della regolazione adottato dall'Autorità, quello della consultazione.
Credo che poche regole vengano consultate con i destinatari come quelle delle Autorità di relazioni, in particolare della nostra: è un elemento di forza e lì emergono anche le problematiche che poi il dialogo può aiutare a risolvere.

EGIDIO FEDELE DELL'OSTE, Responsabile dell'ufficio speciale tariffe e qualità dei servizi idrici dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Vorrei integrare quanto detto dai commissari su tre punti.
Il primo punto è la bancabilità di questi interventi e ovviamente la nostra regolazione è articolata in tre fasi. Nella prima fase abbiamo fatto delle simulazioni, stressando il quadro regolatorio, per vedere dove si sarebbe potuti arrivare. La seconda fase prevede un'analisi di sensitivity su queste assunzioni che abbiamo fatto, ed è l'analisi che stiamo facendo. Infine, analizzeremo i termini del transitorio, che secondo noi possono essere analizzati solamente una volta che sia stato fissato l'obiettivo cui si vuole arrivare.
Quando si avrà chiaro, infatti, che si desidera arrivare a un determinato punto, allora questa regolazione avrà certe caratteristiche, sarà unica a livello nazionale, per cui come intercettare le diversità attuali per arrivare a un punto unico sarà oggetto delle analisi del transitorio.
Dico questo perché tutte le informazioni che sono circolate si riferiscono a questo stress test che abbiamo fatto rispetto a un'ipotesi di regolazione futura. Ma, anche dalle simulazioni che stiamo facendo, non ci sembrano emergere gli elementi di preoccupazione che sembrano circolare nell'ambiente, tenendo comunque sempre presente che stiamo ragionando in un sistema in cui la pronuncia di un referendum ha modificato i flussi di cassa delle imprese. Questo è inevitabile.
Il secondo punto è rappresentato dall'analisi degli investimenti fatti e non fatti. Allo stato attuale abbiamo assunto di riconoscere come costi (e di conseguenza riconosciamo gli ammortamenti) solamente quelli relativi agli investimenti effettivamente fatti, mentre su quelli che dovranno venire saranno riconosciuti nella misura in cui saranno effettivamente realizzati e inseriti nei libri contabili delle imprese.
Quanto invece al tema di verificare l'efficienza dell'impresa nel sostenere certe pianificazioni, questo sarà oggetto di una


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regolazione di tipo premio/penalità che vorremmo introdurre nella regolazione definitiva, laddove diremo: «Era previsto un dato investimento? »; «Quando è stato fatto?» e allora, riconosceremo un margine a chi l'abbia fatto prima, ma obbligheremo chi l'abbia fatto dopo a pagare una penalità. Ripeto, però, che queste sono regolazioni di tipo incentivante che pensiamo di prendere in considerazione nel metodo definitivo.
Il terzo punto che volevo toccare riguarda la disponibilità e la presentazione dei dati che stiamo raccogliendo. Gli enti locali hanno due scadenze, una già passata era quella relativa ai dati che i comuni avrebbero dovuto fornire alle imprese di gestione. I comuni invece che hanno un gestione diretta del servizio devono presentare i dati entro la metà di novembre, pertanto è ancora un termine che deve scadere.
Riguardo al termine già scaduto, preciso che i comuni non sono obbligati a presentare quei dati: nella regolazione tariffaria che abbiamo ipotizzato il canone, se riconosciuto precedentemente all'aprile 2006, e i mutui sostenuti dagli enti locali vengono comunque riconosciuti indipendentemente dai dati forniti dai comuni. Se, tuttavia, i comuni ritengono di avere degli asset che meritano una valorizzazione superiore al canone, superiore al mutuo, allora devono presentare dei dati, ma questo mi pare sacrosanto nei confronti dei clienti finali, perché comporterebbe un aumento tariffario che deve essere giustificato sulla base dei dati contabili dei comuni.

PRESIDENTE. Credo che abbiate risposto esaurientemente alle domande poste dai commissari e vi ringrazio a nome di tutti i deputati della Commissione.

ALESSANDRO BRATTI. Chiedo scusa, ma un po' tutti ci chiedevamo se il periodo transitorio abbia una tempistica definita.

EGIDIO FEDELE DELL'OSTE, Responsabile dell'ufficio speciale tariffe e qualità dei servizi idrici dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. È uno degli aspetti che stiamo discutendo: stiamo vedendo quale sia l'obiettivo e in funzione della distanza degli obiettivi tareremo il tutto. Se volete un ordine di grandezza, abbiamo previsto che per il 2012 e il 2013 ci sia un certo tipo di regolazione, che durante il 2013 cercheremo di affinare ulteriormente il modello regolatorio, effettuando anche analisi di efficienza cioè facendo il benchmark tra le varie imprese.
Successivamente, individueremo un metodo definitivo, rispetto al quale faremo un altro periodo transitorio.
Se può servire come ordine di grandezza, posso dire che negli altri sistemi abbiamo previsto un periodo transitorio dell'ordine complessivo di quattro anni, ma adesso non so se questo sia credibile per il settore idrico.

PRESIDENTE. Nel ringraziare nuovamente i rappresentanti dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14,20.

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