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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione I
16.
Mercoledì 2 marzo 2011
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Santelli Jole, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE AUTORITÀ AMMINISTRATIVE INDIPENDENTI

Audizione di rappresentanti di associazioni di consumatori:

Santelli Jole, Presidente ... 3 12
Castronovi Silvia, Rappresentante di Altroconsumo ... 6
Ciccarelli Liliana, Rappresentante di Cittadinanzattiva ... 8
Del Grosso Remigio, Rappresentante di Lega Consumatori ... 10
Landi Paolo, Rappresentante di Adiconsum ... 3
Melchiorre Claudio, Rappresentante di ADOC ... 5
Pappagallo Carlo, Rappresentante di Assoutenti ... 6
Ruggirello Maria, Rappresentante di Asso-Consum ... 6
Veroli Sergio, Rappresentante di Federconsumatori ... 9
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Futuro e Libertà per l’Italia: FLI; Italia dei Valori: IdV; Iniziativa Responsabile (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): IR; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.

COMMISSIONE I
AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 2 marzo 2011


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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
JOLE SANTELLI

La seduta comincia alle 15,15.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di associazioni di consumatori.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle Autorità amministrative indipendenti, l'audizione di rappresentanti di associazioni di consumatori.
Comunico che il dottor Longo, presidente del Movimento difesa del cittadino, ha reso noto di essere impossibilitato a prendere parte alla seduta e che il dottor Di Ascenzo, vice presidente del Codacons, ha comunicato che la sua associazione non parteciperà all'audizione. Entrambi hanno inviato delle memorie scritte che sono in distribuzione.
Do la parola agli auditi, ad iniziare dal rappresentante di Adiconsum, il dottor Paolo Landi.

PAOLO LANDI, Rappresentante di Adiconsum. Consegno alla presidenza una nota che in modo molto sintetico esprime alcune proposte delle associazioni consumatori dell'Adiconsum. Innanzitutto, le associazioni consumatori ritengono che il ruolo delle autorità di regolazione debba essere sviluppato, migliorato e potenziato per una ragione molto semplice: con la liberalizzazione stanno crescendo in modo esponenziale in tutti i settori pratiche commerciali scorrette rivolte ai consumatori che riguardano l'informazione, i contratti, il consumo. È una pratica iniziata con la telefonia, oggi riguarda anche l'energia, i trasporti e via dicendo. È importante, quindi, avere forti e autorevoli autorità di regolazione.
In secondo luogo, l'esperienza di questi anni dei nostri rapporti con le autorità di regolazione - abbiamo avuto e abbiamo rapporti con tutte le autorità - ci fornisce un dato molto semplice: l'efficacia di queste authority dipende soprattutto da due fattori, l'indipendenza e l'autorevolezza delle persone chiamate a gestire l'autorità. Questo deve diventare un elemento importante nella scelta dei commissari. Riteniamo estremamente negativo, infatti, vedere arrivare commissari che abbiano una espressione partitica. Ci sono autorità che possiamo elencare sotto questa veste. Giudichiamo questa una pratica assolutamente sbagliata, che comporta una minore efficacia e autorevolezza della stessa autorità sia nei confronti dei cittadini sia nei confronti delle imprese. Riteniamo, inoltre, che ci sia un problema di armonizzazione tra le varie autorità per quanto riguarda i tempi, i criteri di nomina e via dicendo.
Inoltre, a nostro avviso è importante che le autorità abbiano un compito, certamente,


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di regolazione, ossia che cerchino di prevenire possibili criticità di un settore, ma debbano avere anche un ruolo di definizione degli standard di qualità legati al servizio. È questo un aspetto a nostro avviso significativo dell'attività delle autorità.
Discorso analogo vale per le sanzioni, che devono essere efficaci rispetto al business dell'impresa. Spesso assistiamo a delle sanzioni del tutto marginali che le imprese hanno già messo in cantiere rispetto al loro enorme business. Anche il valore delle sanzioni rispetto al business è un elemento deterrente che può caratterizzare l'attività di un'autorità.
Chiediamo, inoltre, che le autorità prevedano, così come qualcuna di loro ha previsto, - mi riferisco all'Autorità per l'energia elettrica e il gas - risarcimenti automatici nel caso in cui sussistano violazioni contrattuali rilevate dalla stessa autorità. C'è bisogno di rafforzare l'aspetto risarcitorio dei consumatori. Oggi abbiamo due strumenti risarcitori, uno dei quali è quello delle conciliazioni, che in questi anni si sono sviluppate moltissimo. Stamattina abbiamo partecipato a un convegno dove si rifletteva sulle procedure conciliative che abbiamo sviluppato in tutti i settori. Il problema è che, se non vengono trovati nuovi sistemi, si rischia che il consumatore che subisce un disservizio debba affrontare anche un costo per accedere alla giustizia. È importante, quindi, che le autorità di regolazione, e qualcuna lo sta facendo - mi riferisco di nuovo all'autorità per l'energia - prevedano dei fondi specifici per sostenere le procedure conciliative a cui il consumatore può accedere e ottenere così un accesso alla giustizia che non comporti alcun costo per il consumatore.
I consumatori ritengono inoltre che ci siano alcuni settori in cui è fondamentale istituire delle nuove autorità. Ci riferiamo al settore dei trasporti, dove stanno crescendo pratiche commerciali scorrette con conseguenti difficoltà da parte delle associazioni di consumatori di contrastare questi fenomeni. L'istituzione di una simile autorità chiama in causa ferrovie, autostrade, trasporto aereo. Sono settori dove, a nostro avviso, è urgente l'istituzione di un'autorità.
È necessario poi un confronto sul settore dell'acqua. Ci sono iniziative a livello regionale per l'istituzione di autorità regionali. Noi siamo decisamente contrari ad autorità regionali per la semplice ragione che sull'acqua non può esserci una giungla di normative, di standard di qualità, ma devono esserci normative, standard e criteri di tariffa comuni a tutto il territorio nazionale. Ho parlato di criteri di tariffa, non di eguali tariffe, che è cosa ben diversa. Se procediamo, invece, con le autorità regionali, andremo incontro, oltre che a un costo rilevante per la collettività, a una giungla di situazioni che credo vadano evitate.
Sarebbe auspicabile che l'autorità dell'acqua fosse ricondotta a un'unica authority sulle grandi reti, quindi gas, luce e acqua, fermo restando che ognuna deve avere delle proprie direzioni per esercitare il proprio ruolo.
Per quanto riguarda la questione delle poste, dove è previsto un discorso di Agenzia, riteniamo questa proposta del tutto inefficace. Se vogliamo garantire anche per questo servizio un riferimento di regolazione, è opportuna una autorità di regolazione. Nel caso non si volesse costituire una nuova autorità, credo che la più appropriata dovrebbe essere quella delle comunicazioni.
Infine, esiste un problema di sussidiarietà, e anche questo è un aspetto significativo, tra autorità e associazioni consumatori e tra il Parlamento e le autorità. Per quanto riguarda quello riferito alle associazioni dei consumatori, riteniamo che nei ruoli delle authority si debba prevedere non solo una consultazione con le associazioni dei consumatori sulle varie normative, ma anche la possibilità di delegare a queste un monitoraggio degli standard di qualità sul territorio attraverso il finanziamento di progetti specifici per evitare, da un lato, strutture elefantiache delle autorità e, dall'altro, di avere sul territorio da parte delle varie autorità un riscontro di come le varie normative, le


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varie regolazioni vengono rispettate e attuate, attraverso quindi un preciso processo di sussidiarietà. Anche in questo caso con l'autorità per l'energia è già in corso un progetto, che è importante cercare di far diventare una linea per l'insieme delle autorità.
Parlavo di sussidiarietà anche rispetto al Parlamento. Il Parlamento, ad esempio, ha varato una normativa sul registro delle opposizioni per non ricevere la sera le telefonate commerciali. Tale normativa presenza un'enorme lacuna poiché tutte le banche dati private restano escluse. Abbiamo contattato il Garante della privacy che, fortunatamente, ha emanato una disposizione inserendo nella normativa anche tutte le banche dati private. Il Parlamento non ci fa una bella figura. Sarebbe stato opportuno che il Parlamento avesse sancito il diritto delegando il Garante della privacy a prendere le disposizioni necessarie perché quel diritto di privacy fosse rispettato. Credo che anche questo sia un aspetto importante del rapporto tra la politica, che deve dare l'indirizzo - questo spetta certamente al Parlamento - e quella che può essere la soluzione tecnica rispetto al problema che, invece, va delegata all'autorità.
Riguardo al discorso dell'azione collettiva, c'è il bisogno, in aggiunta alle sanzioni che possono comminare le varie autorità alle imprese che non rispettano le normative, anche di risolvere il problema del risarcimento ai consumatori. Nel nostro Paese le imprese vengono, giustamente, sanzionate, ma i consumatori che hanno subìto una violazione dei loro diritti non ricevono alcun risarcimento. La normativa sull'azione collettiva approvata dal nostro Parlamento è assolutamente inefficace, bisogna modificarla per renderla uno strumento efficace che si aggiunge alle sanzioni come elemento deterrente affinché le imprese rispettino le leggi e anche il criterio di concorrenza.

CLAUDIO MELCHIORRE, Rappresentante di ADOC. ADOC ha condiviso con altre associazioni un documento che illustrerà la collega Ciccarelli di Cittadinanzattiva. Vorrei semplicemente aggiungere alcune riflessioni.
La prima riguarda la procedura di risoluzione delle controversie delle autorità di regolazione. Come ha detto anche il collega che mi ha preceduto, c'è bisogno di sussidiarietà, ma soprattutto di garantire che il sistema possa funzionare dal momento che il sistema di conciliazione ipotizzato dalla norma comunitaria e da quella nazionale di fatto ancora non funziona. Tra l'altro, abbiamo un patrimonio enorme in termini di risoluzione delle controversie, appunto la cosiddetta conciliazione bilaterale, che è il sistema assolutamente più efficace d'Europa e questo va sicuramente tenuto in considerazione.
Ovviamente, c'è un problema di oneri, che non possono ricadere in capo ai consumatori, né in capo alle associazioni dei consumatori, che sono a tutti gli effetti associazioni di volontariato e senza fini di lucro.
Esiste, inoltre, un problema di potenziamento dell'indipendenza delle autorità di regolazione e di rafforzamento del loro potere sul piano sanzionatorio. In particolare, siamo piuttosto perplessi sulla situazione, per esempio, del settore bancario dove, di fatto, l'indipendenza non può essere considerata accettabile dal momento che l'autorità di regolazione e di controllo è la Banca d'Italia, come è noto di proprietà delle stesse banche.
Un altro problema rilevante è quello della velocità di intervento e di sanzione per quanto riguarda, per esempio, tutte le pubblicità ingannevoli o i comportamenti scorretti. Riterremmo che si debba dare alle autorità di regolazione la possibilità della costruzione di vere e proprie task force per un intervento rapido. È inutile intervenire, infatti, su una comunicazione scorretta dopo mesi, quando le aziende di fatto dopo pochi giorni stanno già provvedendo a realizzare tutti gli effetti che si volevano ottenere con quella comunicazione.
Altro problema, è rappresentato dalle assicurazioni. L'Isvap non riesce a garantire un sistema di mercato accettabile, e quindi anche in questo caso si parla di


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potenziamento tanto dell'indipendenza quanto anche dei poteri regolatori. Basti pensare a tutto quello che accade in termini di crescita dei premi assicurativi, specialmente al sud.
Quanto al potenziamento della tutela dei consumatori attraverso l'uso delle risorse delle sanzioni comminate dalle autorità di regolazione, dobbiamo cercare di trovare delle soluzioni anche attraverso i fondi che possono entrare nella disponibilità delle autorità di regolazione. Ricordiamo, ad esempio, che l'Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni non ha un potere di definizione amministrativa delle controversie quando non dovessero funzionare le conciliazioni paritetiche o quelle presso il Corecom. Anche in questo caso va fatta una riflessione.
Sul piano operativo, ci sono, oltre a quelli ricordati, gli aspetti transfrontalieri e il problema degli standard di servizio che riguardano ormai lo spazio comune europeo. Anche in questo senso crediamo che sia necessario uno sguardo delle autorità di regolazione non soltanto all'interno dei confini nazionali ma con le autorità degli altri Paesi comunitari, ivi comprese anche le autorità che stanno nascendo a livello comunitario. Siamo anche qui di fronte a un problema di sussidiarietà e complementarietà da valutare.
C'è, infine, la questione delle autorità di livello regionale. La nostra posizione è meno netta rispetto a quella del collega Landi. Sebbene, tuttavia, la creazione di enti di regolazione di livello regionale sia auspicabile sotto certi aspetti, specie per i settori nei quali la competenza regionale e locale è primaria e dove la gestione dipende dalle stesse autorità di controllo, è però evidente che la creazione di autorità indipendenti sarebbe di grande aiuto. Potrebbe essere il caso dei rifiuti o dell'acqua, però è chiaro che i princìpi di sussidiarietà e complementarietà andrebbero applicati anche in questo caso, prevedendo cioè sin dal principio l'impossibilità di duplicazioni di decisioni, la sovrapposizione, la giungla di funzioni che è stata appena ricordata, in uno schema collaborativo, ma che deve essere anche assolutamente distinto.

SILVIA CASTRONOVI, Rappresentante di Altroconsumo. Ringraziamo anche noi per l'invito a partecipare all'audizione. Anche Altroconsumo ha sottoscritto il documento che sarà illustrato dalla rappresentante di Cittadinanzattiva. Intervengo, quindi, brevemente solo su due punti che riteniamo essenziali. Il primo è rappresentato dall'esigenza di coprire con autorità indipendenti i settori ancora scoperti, quali sono quelli del trasporto e del servizio idrico, con delle autorità che abbiano anche una funzione regolamentare in modo che possano garantire non solo il rispetto delle regole, ma anche una possibile e reale concorrenza tra le aziende. L'unico posto deputato per pensare delle regole e garantire che vengano rispettate ci sembra risieda nelle authority indipendenti.
Inoltre, ribadiamo che l'autonomia e l'indipendenza delle authority debbono essere focalizzate non tanto e non solo sul problema delle nomine, quanto soprattutto sulla funzionalità delle authority stesse. Devono essere, infatti, messe nella posizione di poter lavorare per garantire, appunto, concorrenza e tutela del consumatore nel settore di loro competenza.
Come Altroconsumo ci rifacciamo, per quanto riguarda la consultazione, al documento che sarà presentato da Cittadinanzattiva. Consegniamo alla presidenza una petizione che riguarda specificatamente il settore del trasporto ferroviario, nella quale si richiama l'importanza della possibilità di istituire, o di individuare tra quelle già esistenti, un'authority che possa garantire concorrenza e trasparenza in questo settore.

MARIA RUGGIRELLO, Rappresentante di Asso-Consum. Sottoscriviamo come associazione il documento che sarà illustrato dalla dottoressa Ciccarelli di Cittadinanzattiva e ci rifacciamo al suo intervento.

CARLO PAPPAGALLO, Rappresentante di Assoutenti. Ho già consegnato delle


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memorie alla presidenza e ciò mi consentirà di rubare, onorevoli commissari, poco tempo soltanto pregandovi di porre la vostra attenzione su alcuni punti particolarmente rilevanti della memoria.
Le nostre osservazioni partono dalla constatazione che si è registrata in questi anni una certa discontinuità nell'attività delle autorità indipendenti rispetto agli interessi e ai diritti dei consumatori e degli utenti e un ineguale livello di tutela. Ciò deriva, innanzitutto, dalla insufficienza di taluni poteri affidati a talune autorità o dalla eccessiva onerosità o fatica di determinati procedimenti amministrativi, che in qualche modo costringono le autorità ad arrivare perennemente in ritardo.
Su questo primo versante abbiamo già avuto modo di segnalare - alcune osservazioni sono state riprese dalla stessa Autorità antitrust nella segnalazione al Parlamento e al Governo per il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza - le procedure per il ravvedimento operoso di colui che si renda responsabile di pratiche commerciali scorrette, il rafforzamento della sanzione sociale disponendo che vengano pubblicate le sanzioni dell'autorità negli stessi spazi e con gli stessi mezzi con cui è stato veicolato il messaggio scorretto, quindi anche la televisione, e l'elevazione delle sanzioni.
Mi permetto di richiamare l'attenzione della Commissione su un aspetto particolare relativo ai poteri delle autorità esistenti. Nel settore dei mercati finanziari è molto probabile che occorra prevedere per le autorità di settore, in generale, e per la Consob in particolare, la possibilità di esercitare poteri di intervento urgenti per correggere andamenti congiunturali, abbattendo in qualche modo quei vincoli giuridici di tipo garantistico che sono tollerati in situazioni in cui non si verifica l'emergenza di tutela del risparmio e dell'investimento.
Questo è un settore scoperto perché negli ultimi anni, come è noto, la normazione internazionale e interna in materia ha previsto un doppio regime di regolazione: una regolazione più leggera per il segmento business to business e una più penetrante per il business to consumer. In realtà, quello che è successo dal 2008 a oggi ha dimostrato che l'una viene travolta dall'altra, quindi noi prospettiamo alla Commissione l'eventualità della revisione del sistema dei poteri delle autorità che presiedono ai mercati finanziari per consentire loro degli interventi immediati.
Un altro dei versanti su cui si è rivelata talvolta la timidezza di intervento di alcune autorità amministrative è l'eccesso di politicità da cui esse sono state contraddistinte anche a causa dei procedimenti di nomina. Da questo punto di vista e più in generale ci permettiamo di richiamare l'attenzione della Commissione sull'opportunità di introdurre nella legislazione vigente disposizioni molto severe che prevengano conflitti di interesse o situazioni di pregiudizio. Bisogna, infatti, evitare, al di là dell'integrità effettiva delle singole persone, che possano essere nominate componenti di autorità indipendenti persone che abbiano ricoperto cariche elettive o di nomina governativa e viceversa. Bisognerebbe cercare di creare uno status intorno alle autorità amministrative indipendenti di particolare rigore.
Il terzo aspetto su cui richiamo l'attenzione della Commissione è che vi sono interi settori che oramai sono presidiati da princìpi concorrenziali del tutto sprovvisti di autorità di regolazione. È stato fatto cenno all'acqua e ai rifiuti, all'autorità ambientale, e io aggiungerei anche i trasporti. Una direttiva comunitaria prevede l'obbligo di creare un'autorità per il trasporto, c'è in Germania l'esempio della Bundesnetzagentur o in Gran Bretagna quella dell'Office of Rail Regulation, che già sono autorità di Governo nel settore dei trasporti.
Insistiamo sul tema dei servizi postali anche se ci pare che il Governo si sia orientato per un'agenzia governativa anziché per un'autorità indipendente, ovvero per attribuire queste competenze a una delle autorità già esistenti, che naturalmente sarebbe l'Agcom.
Infine, rappresentiamo alla Commissione l'opportunità di estendere in modo omogeneo a tutte le autorità una disposizione


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vigente per la disciplina dei mercati finanziari, e cioè che quando le autorità adottano provvedimenti aventi natura regolamentare o a contenuto generale possano essere consultati gli organismi rappresentativi dei consumatori, degli utenti e dei risparmiatori. Di fatto le autorità procedono già in questo modo, ma forse una precisazione legislativa sarebbe opportuna.

LILIANA CICCARELLI, Rappresentante di Cittadinanzattiva. La delegazione di Cittadinanzattiva è composta dalla sottoscritta, in qualità di consigliere del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, e da Vittorio Ferla, responsabile dei rapporti istituzionali.
Con altre associazioni - in particolare, come è stato già ricordato, con ADOC, con Movimento Consumatori, con Altroconsumo e con Assoconsum - abbiamo condiviso un documento, che consegniamo alla presidenza. Molte delle indicazioni contenute nel documento sono state già richiamate in ordine, soprattutto, alla necessità di un riordino razionale, efficace e in via di semplificazione delle competenze delle authority, in particolare nel settore delle poste - a richiederlo, come sappiamo, è propria la direttiva comunitaria e noi riteniamo che tale competenza debba essere affidata all'Agcom - e, per il servizio idrico, a una razionalizzazione di competenze in capo all'Autorità per l'energia elettrica ed il gas, richiamando su questo anche le osservazioni del presidente Ortis, audito presso la 1a Commissione affari costituzionali del Senato nella passata legislatura, il 31 maggio 2007, in occasione dell'indagine conoscitiva svolta nell'ambito dell'esame del disegno di legge S. 1366, recante disposizioni in materia di regolazione e vigilanza sui mercati e di funzionamento delle autorità indipendenti preposte ai medesimi. Il presidente Ortis faceva presenti in quella circostanza le opportune modifiche da apportare ai poteri delle autorità al fine di un loro opportuno rafforzamento, anche da un punto di vista strutturale e finanziario, quando vengono a intervenire anche su altri settori.
Dei trasporti si è già detto. Vorrei soffermarmi sul discorso del servizio idrico per rappresentare quanto sia palese la mancanza di una regia generale nel nostro Paese a fronte di processi di liberalizzazione che in altri Paesi hanno portato a un'efficiente gestione di tali processi con una distribuzione di competenze funzionali in capo a 3 organismi di natura pubblica. In Italia al momento gli organismi non sono 3, ma 93, con un'assoluta ed evidente inefficacia di gestione della situazione in ordine al settore delle tariffe, alla qualità e al monitoraggio di servizi così cruciali.
Vorrei aggiungere la richiesta di un intervento legislativo, a mio avviso urgente, per il rafforzamento dell'autonomia e della strumentazione finanziaria delle autorità di regolamentazione che altrimenti rischiano di non poter garantire quell'importante funzione che all'interno di mercati liberalizzati debbono svolgere.
Ritengo, inoltre, che sia necessario anche intervenire su alcune funzioni delle autorità che in questi anni destano qualche preoccupazione, come in particolare l'abuso del ricorso ai programmi di clemenza, e quindi la possibilità che le aziende accettino impegni per evitare le sanzioni. A nostro avviso, questo elemento va monitorato. Il ricorso ai programmi di clemenza è, infatti, eccessivo e depotenzia la deterrenza che è in capo alle autorità perché i provvedimenti sono sempre di meno. Le sanzioni, che in taluni casi sono anche rilevanti, è vero che da un punto di vista economico non incidono moltissimo sui bilanci delle grandi imprese, ma hanno un forte potere di deterrenza e di denuncia al quale le stesse associazioni di consumatori possono fare riferimento laddove pongono in essere delle azioni importanti come le azioni di classe. Senza i provvedimenti sanzionatori delle autorità può mancare anche un serio utilizzo delle class action, quindi è un discorso da non sottovalutare.
Infine sottoscrivo le considerazioni sul rafforzamento della sussidiarietà inteso come necessità di una collaborazione sempre maggiore tra associazioni di consumatori


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e autorità per quanto riguarda le funzioni di monitoraggio, assistenza e tutela del consumatore. A tale scopo mi permetto di consegnare alla presidenza anche un rapporto, che era stato citato, sulle conciliazioni, dai cui dati risulta una buona collaborazione tra associazioni di consumatori e authority nell'implementare degli strumenti seri a vantaggio della tutela dei consumatori e dell'equilibrio dei mercati stessi.

SERGIO VEROLI, Rappresentante di Federconsumatori. Concordo in pieno con quanto affermato dal dottor Landi e in larga misura con quanto detto adesso dalla dottoressa Ciccarelli di Cittadinanzattiva.
Aggiungo che è importante rafforzare le authority perché non esiste una difesa sufficiente per i consumatori. Richiamerò un dato non immediatamente attinente, ma che mi ricollegherà a quanto devo argomentare in seguito: la disposizione legislativa sulla class action, che ha già un anno e mezzo di vita, è assolutamente insufficiente e non attuabile. A un anno e mezzo dalla sua entrata in vigore, infatti, credo che soltanto una class action sia stata attivata. È troppo costosa, farraginosa e piace più alle aziende che ai consumatori.
Per ciò che riguarda le autorità, condivido l'idea e la proposta di istituirne una per i trasporti. Ritengo, infatti, che sia assolutamente scandaloso quello che avviene nel settore autostradale, dove un monopolio privato senza concorrenza può alzare quando e come vuole i prezzi, con scarsa vigilanza e scarso controllo. Prima funzionava il price cap, adesso non funziona più neanche quello, non sappiamo in base a che cosa vengano decisi gli aumenti delle autostrade e molto spesso aumenti che si dicono del 2, del 3 o del 4 per cento non rispondono a quanto dichiarato e ci viene detto che nel precedente aumento non si era fatto l'arrotondamento. È fuori controllo l'aumento ed è indispensabile che venga ripristinata al più presto un'autorità che possa controllare.
Il discorso è importante anche per i treni. Benché in quel caso il monopolio sia pubblico, questo non basta a garantire ai cittadini una regolamentazione delle tariffe, della qualità e della pulizia dei treni. Un esempio per tutti è l'aumento, un anno fa, del prezzo del biglietto Roma-Fiumicino, da 11 a 14 euro: non si capisce perché e come accada. Basta che Trenitalia decida e può aumentare quanto vuole i prezzi dei biglietti. Questo non è pensabile. Dal centro di Lisbona all'aeroporto si spendono 3 euro, da Berlino all'aeroporto si spendono 2,20 euro, per andare da Roma a Fiumicino servono 14 euro. Non è pensabile. Esiste un problema generale di tariffe, che non sono alte, ma ci sono alcuni luoghi dove alcuni prezzi delle tariffe sono altissimi e fuori controllo. Questo vale anche per gli aerei. Quello che è successo con Alitalia non è condivisibile per tutte le conseguenze che ne sono scaturite. L'aver lasciato il monopolio ad Alitalia ha, infatti, comportato un danno ai cittadini, cosa assolutamente non giusta.
Condividiamo l'esigenza di istituire un'authority per l'acqua. Siamo contro la privatizzazione della gestione, ma nel momento in cui si decide in questa direzione, è assolutamente inammissibile che il controllo avvenga a livello regionale o territoriale. Un controllore deve essere forte e autorevole per controllare. A livello territoriale rischiano di coincidere i controllati con i controllori.
Per le poste, l'Agenzia è insufficiente, è un organo governativo, e quindi non ha le caratteristiche di autonomia, c'è bisogno di un'autorità. Riteniamo, come già detto, che possa trattarsi dell'Agcom, come per l'acqua si potrebbe muoversi all'interno dell'Autorità per l'energia per evitare la creazione di ulteriori authority.
Condivido anche l'idea dell'aumento del potere da parte delle attuali authority. Le sanzioni erogate a volte non sono un sufficiente deterrente per le aziende. Quando queste, infatti, organizzano una campagna pubblicitaria, mettono quasi in conto di poter prendere una multa da parte delle autorità, dell'Antitrust, ad esempio, per pratiche scorrette, e queste


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pratiche rischiano di essere caricate già automaticamente del costo della sanzione. Bisogna dare all'autorità la possibilità di erogare sanzioni che possano incidere pesantemente ed essere realmente un deterrente forte nei confronti delle imprese non virtuose e scorrette.
Esiste un problema di fondo per ciò che riguarda l'autonomia. L'autonomia di un'authority dipende da tre cose: dalle nomine, dai finanziamenti e dalla durata in carica dei componenti. Allo stato attuale esiste tra le autorità una giungla di sistemi di nomina diversi, di finanziamenti diversi e anche sui criteri che i commissari debbono possedere per gestire le authority. Io non credo che i sistemi e i criteri debbano essere tutti uguali, ma credo che sia necessaria un'omogeneizzazione che consenta una indipendenza reale.
Bisogna occuparsi anche del caso delle revolving door, in relazione sia al Governo, come è accaduto per la Consob recentemente, sia alle aziende: che ci siano persone che passano da un ex monopolio pubblico all'authority è un fatto veramente osceno in molti casi, come non è condivisibile il passaggio di un commissario da un'authority a un'altra authority, come è avvenuto in più occasioni, o da una presidenza a un'altra presidenza.
C'è un giudizio di assoluta insufficienza per ciò che riguarda l'Isvap. Abbiamo le assicurazioni più care d'Europa e le giustificazioni che danno i gestori dell'Isvap sono assolutamente risibili e insufficienti. A nostro avviso, c'è un problema di concorrenza e di controllo delle tariffe, che sappiamo di non poter determinare in un modo amministrativo, ma così come stanno le cose non è pensabile che si vada avanti. Credo che per le assicurazioni paghiamo il doppio di quello che si paga in Francia e molto di più di quello che si paga in Germania. La giustificazione delle aziende è che lo scarto deriva dall'entità dei sinistri, che decidono loro, che controllano loro, per i quali fanno poco e niente per prevedere e risolvere. Esiste, quindi, una situazione praticamente incontrollabile anche in questo caso da parte delle assicurazioni e non c'è difesa per il cittadino.
Non condivido il giudizio su Banca d'Italia dato dai miei colleghi. Credo anzi che, ultimamente, abbia fornito un esempio di come possono funzionare le cose. Si è svegliata tardi per ciò che riguarda i consumatori, ma l'istituzione dell'arbitro bancario e finanziario è una cosa molto importante e positiva: con 20 euro un cittadino può avere diritto a che la Banca d'Italia giudichi sul comportamento scorretto di un'azienda o di una finanziaria.
La partecipazione delle aziende o delle assicurazioni fu un espediente individuato sessanta anni fa per evitare che la Banca fosse dipendente dal Governo, un espediente che non ha mai avuto delle conseguenze sull'autonomia, che è dipesa da altre questioni, a volte anche dai comportamenti dei governatori.
Per ciò che riguarda l'ultimo punto toccato dalla dottoressa Ciccarelli, condivido il discorso della preoccupazione sul modo con cui si affrontano le questioni, ad esempio, con i piani di clemenza. C'è il rischio di un affievolimento della deterrenza dell'azione dell'Antitrust e anche di una demotivazione del personale che lavora all'interno. Noi pensiamo che debbano esserci sanzioni forti per chi si comporta male, altrimenti il discorso dell'impegno fa diventare l'Antitrust per molti versi quasi un organo politico.
Quanto alle nomine, sono necessari dei criteri di professionalità. Abbiamo assistito in passato a nomine che, relativamente ai criteri di professionalità, erano veramente carenti. C'è bisogno di un elevamento dell'indipendenza, dell'autonomia e della professionalità all'interno delle authority.

REMIGIO DEL GROSSO, Rappresentante di Lega Consumatori. Anche la Lega Consumatori ha depositato presso la Presidenza un documento molto specifico, quindi accennerò soltanto ad alcuni aspetti che non vi sono riportati.
Per quanto riguarda la nomina e i requisiti dei componenti delle autorità, è giusto garantire la competenza di questi


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componenti, per esempio evitando che ci siano dei medici in organismi molto tecnici, e anche l'indipendenza, evitando che ci siano ex parlamentari come componenti delle autorità; non possiamo però fare generalizzazioni anche in questo campo. Abbiamo avuto, infatti, ottimi ex parlamentari, come Giuseppe Gargani all'Autorità per le comunicazioni e lo stesso presidente Vegas, il nuovo presidente della Consob, che è circondato dalla stima generale e, in effetti, nella sua nuova funzione ha garantito un'inversione di tendenza rispetto alla conduzione precedente. È, inoltre, certamente necessaria un'uniformazione della durata in carica dei componenti e del numero.
Per quanto riguarda l'impugnabilità delle decisioni dell'autorità, saremmo favorevoli ad accorciare la possibilità dei ricorsi contro le decisioni delle autorità. Non dimentichiamo che ai vertici delle autorità siedono persone di elevata qualificazione giuridica, presidenti di sezione del Consiglio di Stato, quindi riservare agli atti delle autorità il trattamento che si riserva a qualsiasi delibera di un qualsiasi comune mi sembra un po' eccessivo. Sarebbe logico prevedere soltanto il ricorso in un unico grado, quello più elevato, che è quello del Consiglio di Stato.
Quanto a risorse finanziare, strutture e status del personale, le risorse ovviamente devono essere adeguate all'importanza e alla molteplicità dei compiti delle varie autorità. Anche lo status del personale andrebbe unificato e forse bisognerebbe bloccare la pratica dei cosiddetti comandi da altre amministrazioni pubbliche. Questi, infatti, contribuiscono a svilire la professionalità del personale interno delle authority e vanno a scapito dell'elevata qualificazione professionale e specifica del personale. Bisognerebbe, quindi, cassare la norma che prevede la possibilità di passare da un'amministrazione all'altra e persino da un'amministrazione pubblica alle autorità.
Per quanto riguarda le varie autorità, anche noi consideriamo un po' fuori dalla realtà la previsione di un'agenzia governativa per le poste. A tal proposito mi viene in mente una battuta del presidente dell'Agcom Calabrò sulla Commissione paritetica prevista nel contratto di servizio RAI, composta da metà componenti del ministero e metà della RAI, a proposito del fatto che se la cantavano e se la suonavano. La stessa battuta si potrebbe fare su un'autorità governativa che regoli il settore postale.
Non bisogna generalizzare neanche riguardo alla sede delle autorità. L'indipendenza dalla politica non si misura, infatti, in chilometri e essere a Roma non significa fiancheggiare la politica o essere al suo servizio. La Consob forse per sua natura andrebbe più logicamente dislocata nella capitale economica. Non si comprende, per esempio, perché l'Autorità delle comunicazioni sia divisa in due sedi: si scelga Napoli o Roma.
Per quanto riguarda le autorità regionali, ben vengano se sono autorevoli. Purtroppo, abbiamo davanti agli occhi delle specie di autorità regionali, come sono i Corecom, non propriamente autorevoli, per quanto si diano molto da fare per le conciliazioni e lo stesso presidente Calabrò le abbia elogiate perché risolvono le controversie tra cittadini e imprese in maniera egregia e abbastanza velocemente. Tuttavia, non sono diventati che poltronifici delle regioni piuttosto che organismi funzionali dell'autorità.
L'ultimo eclatante esempio è il rinnovo del Corecom Campania, avvenuto proprio in questi giorni, in cui sono stati riservati ben sette componenti su nove ad una sola area politica. Naturalmente, un consesso così organizzato difficilmente potrà garantire il pluralismo dell'informazione locale, una corretta distribuzione dei contributi pubblici e una seria vigilanza sulla programmazione dell'emittenza locale che proprio in Campania è sotto inchiesta da parecchio tempo.
Credo che conti che tutte le autorità, ma in genere tutte le pubbliche amministrazioni, non trattino i cittadini come sudditi.
Un'ultima notazione di dovere riguarda il fatto che il Ministro Brunetta ha obbligato tutte le amministrazioni e anche le


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autorità a dotarsi di un indirizzo di posta certificata, ma non le ha ancora obbligate a rispondere ai cittadini che mandano e-mail certificate. Per avviare un'istruttoria davanti all'IAP, l'Istituto dell'autodisciplina pubblicitaria, basta una semplice e-mail anche non certificata. In alcuni casi, come è successo per l'Authority della privacy, le e-mail certificate non vengono nemmeno scaricate dal computer.

PRESIDENTE. Non essendoci interventi per porre quesiti o formulare osservazioni, ringrazio gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16.

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