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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione III
27.
Martedì 11 dicembre 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Colombo Furio, Presidente ... 2

INDAGINE CONOSCITIVA SU DIRITTI UMANI E DEMOCRAZIA

Audizione di Marta Ocampo de Vasquez, presidente dell'Associazione Madres de Plaza de Mayo - Linea Fundadora:

Colombo Furio, Presidente ... 2 6 7 8
Cherniak Carlos, Consigliere responsabile dell'Ufficio politico, cooperazione e diritti umani dell'Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia ... 5
Di Tella Torcuato, Ambasciatore della Repubblica Argentina in Italia ... 4
Narducci Franco (PD) ... 7
Ocampo de Vasquez Marta, Presidente dell'AssociazioneMadres de Plaza de Mayo - Linea Fundadora ... 2 8
Pianetta Enrico (PdL) ... 6
Porta Fabio (PD) ... 6
Vasquez Ocampo José Antonio, Ambasciatore della Repubblica Argentina in Belgio ... 5
Vigevani Jarach Vera, Rappresentante dell'Associazione Madres de Plaza de Mayo - Linea Fundadora ... 3
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Intesa Popolare): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Autonomia Sud - Lega Sud Ausonia - Popoli Sovrani d'Europa: Misto-ASud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL; Misto-Diritti e Libertà: Misto-DL.

COMMISSIONE III
AFFARI ESTERI E COMUNITARI

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 11 dicembre 2012


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FURIO COLOMBO

La seduta comincia alle 12,05.

(Il Comitato approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione di Marta Ocampo de Vasquez, presidente dell'Associazione Madres de Plaza de Mayo - Linea Fundadora.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva su diritti umani e democrazia, l'audizione di Marta Ocampo de Vásquez, presidente dell'Associazione Madres de Plaza de Mayo - Linea Fundadora.
L'associazione si occupa della difesa dei diritti umani in Argentina e del contributo allo sviluppo del diritto internazionale umanitario.
Segnalo che la visita a Roma della signora Ocampo coincide con le celebrazioni della Giornata mondiale dei diritti umani, indetta nel giorno della proclamazione, da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni unite, della Dichiarazione universale dei diritti umani, avvenuta il 10 dicembre 1948. Ricordo che la signora Ocampo ha partecipato, come delegata, al gruppo di lavoro incaricato di elaborare la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalla sparizione forzata, adottata dall'ONU nel 2006 e siglata dall'Italia nello stesso anno ed entrata in vigore, a livello internazionale, nel dicembre 2010.
Voglio anche ricordare che questo Comitato ha svolto, nell'ottobre 2009, l'audizione di Estela Carlotto, presidente della Abuelas de Plaza de Mayo e dell'onorevole Remo Carlotto, deputato argentino, nel segno di un impegno di lungo periodo da parte di questa Camera dei deputati sul tema dei desaparecidos argentini, molti dei quali erano di nazionalità italiana.
Saluto e ringrazio della presenza la signora Ocampo, che è accompagnata da Vera Vigevani Jarach, madre de Plaza de Mayo e cittadina italiana, da Torcuato Di Tella, ambasciatore della Repubblica argentina in Italia, da José Antonio Vasquez Ocampo, ambasciatore della Repubblica argentina in Belgio, nonché figlio della signora Marta Ocampo, e dal ministro Carlos Cherniak, responsabile dell'Ufficio politico cooperazione per i diritti umani dell'ambasciata argentina in Italia.
Do subito la parola alla signora Ocampo, che ci illustra le ragioni specifiche della sua venuta in Italia in questi giorni.

MARTA OCAMPO DE VASQUEZ, Presidente dell'Associazione Madres de Plaza de Mayo - Linea Fundadora. Non posso non ringraziarvi per la gentilezza della vostra accoglienza in questi giorni. Siamo qui per ricordare l'anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948. In particolare, ricordiamo ciò che è accaduto nel mio Paese, come in molti altri. È per me un vero onore essere qui, perciò vi sono estremamente grata.


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Vi racconterò la nostra storia affinché conosciate questi 36 anni di lotta e di ricerca dei nostri figli e sappiate ciò che siamo riuscite a fare, noi madri che lasciammo le nostre case e uscimmo a cercare i nostri figli. Ingenuamente, all'inizio, pensavamo che sarebbero tornati nelle nostre case. Devo confessare che io aspettai il ritorno di mia figlia per otto anni. Quanto fui ingenua. Mi ricordo di alcuni giornalisti italiani che mi chiesero se pensavo che i nostri figli tornassero. Io quasi mi offesi e risposi che certamente sarebbero tornati, dovevano tornare. Dopodiché, a poco a poco, capii che non sarebbero tornati, lo accettai e la nostra lotta continuò con sempre più forza, ma senza odio e brama di vendetta.
Abbiamo imparato tutto quello che abbiamo fatto. Abbiamo percorso in lungo e in largo il nostro Paese e, vedendo che non c'erano soluzioni, siamo andate all'estero, ma anche lì abbiamo capito che non c'erano soluzioni. All'epoca, appartenevo alla Federazione latinoamericana delle Associazioni dei familiari dei detenuti scomparsi (Fedefam), di cui nel 1990 fui designata come presidente. Quando, a Ginevra, all'ONU, si cominciò a lavorare nell'ambito di un Gruppo internazionale sui diritti umani, fui presente come presidente della Fedefam. Era, infatti, un gruppo misto e, oltre ai rappresentanti nazionali dei vari Paesi, erano presenti anche le organizzazioni dei diritti umani accreditate presso l'Ecosoc (United Nations Economic and Social Council), che potevano partecipare con facoltà di parola, ma non con diritto di voto.
Furono tre anni di lotta e di riunioni, sotto l'ottima presidenza dell'ambasciatore francese dell'epoca Bernard Kessedjian. Grazie a lui, arrivammo a buon fine. Lottammo parecchio e con certi Paesi fu davvero dura. Mi chiedevo che cosa stessi facendo in quel consesso, ma qualcosa mi illuminò. Penso che furono mia figlia e mio genero, che furono sempre accanto a noi. I nostri figli hanno continuato ad accompagnarci e ci hanno indicato la strada da seguire. Come erano loro, così dovevamo essere noi.
Dopo questi primi passi, nel settembre 2005 nacque, finalmente, la Convenzione approvata all'unanimità da tutti i presenti. La festa fu grande, nonostante alcune carenze. Per noi, quel risultato era un sogno folle. Tutti gli argentini, i cileni e i paraguaiani che si trovavano a Ginevra festeggiarono insieme a noi, tutti insieme, come doveva essere. Festeggiammo anche con il Presidente e gli altri componenti.
La convenzione fu riconosciuta il 21 dicembre 2006 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York e dall'Ecosoc. Dopo 23 anni dalla presentazione del progetto di Convenzione da parte della Federazione, eravamo riuscite a farle vedere la luce. Tuttavia, c'è voluto ancora altro tempo perché solo adesso comincia a funzionare. Ciò di cui abbiamo bisogno è che più Paesi ratifichino la Convenzione e riconoscano l'articolo 31 affinché si possa agire concretamente. Speriamo che il comitato che, secondo la convenzione, deve essere formato da 10 membri, avrà successo e potrà svolgere il suo compito. Siamo alla fine del nostro percorso. Questa Convenzione ci dà tranquillità perché è in grado di raggiungere il fine per cui fu varata, cioè fare in mondo che si possa indagare in qualunque Paese in cui vi possa essere uno scomparso e mai più, in nessun Paese, avvengano scomparse forzate, che sono delitti di lesa umanità.
Pensiamo, quindi, di potercene andare tranquillamente e facciamo affidamento su voi tutti e sulla gioventù di oggi. Saranno i giovani a continuare la nostra opera e a fare in modo che nei nostri Paesi regnino sempre la verità, la memoria e la giustizia.

VERA VIGEVANI JARACH, Rappresentante dell'Associazione Madres de Plaza de Mayo - Linea Fundadora. Anch'io devo ringraziare di questa accoglienza che ci permette di trasmettere la storia del nostro passato, che voi in maggioranza conoscete, e anche la necessità di riuscire nel nostro scopo, che è quello di rendere efficace questa Convenzione a livello internazionale. Abbiamo bisogno di questa ratifica, ma, prima di tutto, che si capisca


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l'assoluta necessità che in tutti i Paesi del mondo nunca más, mai più, devono esserci questi crimini di lesa umanità, che sono il sequestro e la sparizione di persone.
Tra questi sequestri e sparizioni di persone ci sono stati molti giovani e molti bambini; quei bambini, neonati o piccoli, che furono rubati alle madri, poi uccise, fanno parte di questo nostro progetto di vita. Cerchiamo, infatti, di trovarli. Ormai sono persone adulte, dai 30 ai 38 anni. Abbiamo una rete internazionale che si è formata e che sta lavorando molto seriamente e con molte speranze di successo. Oramai, non siamo solo noi, cioè e madri o le nonne, ma sono questi stessi adulti che, a un certo punto, cominciano a sospettare di essere figli di desaparecidos.
Allora, per questo, c'è un'organizzazione, di cui credo vi diranno anche le nostre rappresentanze diplomatiche. Ormai siamo tutti associati. Gli organismi di tutela dei diritti umani, le ambasciate e le istituzioni siamo tutti uniti su molti obiettivi, su quelli di giustizia e, in particolare, su questo di restituire l'identità a queste persone che hanno anch'esse sofferto dei crimini. Ognuno di noi ha il diritto di sapere chi è. Quindi, tutti uniti, stiamo lavorando, ma abbiamo bisogno che il resto del mondo - l'Italia e tutti gli altri Paesi - si associno. C'è - ripeto - un'organizzazione per restituire l'identità a coloro che ne furono privati, come vi spiegheranno. Abbiamo, infatti, quasi la sicurezza che queste persone possano essere anche in Italia, in piccole città o in qualsiasi altro posto. Di questo, però, vi parleranno dopo.
Inoltre, abbiamo bisogno di solidarietà nel mondo. Credo che la solidarietà sia il nostro quarto obiettivo dopo la verità, la giustizia e la memoria. Abbiamo, infatti, bisogno dell'impegno dei cittadini che vivono sia in Stati democratici che in quelli non democratici. Vogliamo che si capisca nel mondo che è necessaria la solidarietà. Non si deve guardare dall'altra parte o essere indifferenti. Questo è anche uno dei nostri scopi.
In relazione a quanto vi ha detto Marta, noi sentiamo la presenza dei nostri figli. Diciamo «presentes, ahora y siempre». Non sono, però, presenti solo in noi, ma anche in un'altra maniera. Questo, che sembra quasi un miracolo, non lo è perché è il frutto di tanti sforzi e lotte pacifiche. In Argentina, siamo riusciti a creare un modello, ovvero a realizzare quelle che erano le mete dei nostri figli, che desideravano una società migliore in cui tutti abbiano le stesse opportunità; in sintesi, la giustizia sociale. Insomma, i loro sogni si stanno avverando, passo a passo, quasi quotidianamente, con leggi, decisioni e inclusione. Si possono combattere le crisi in maniere diverse da quelle che si usano nel mondo e che stanno facendo sì che, passo a passo, ci sia una giustizia sociale.
Queste sono le nostre mete. Questo è uno dei messaggi che noi che siamo alla fine della nostra vita, perché è logico che a un certo momento ce ne andremo, vogliamo lasciare. Per questo, lo facciamo dappertutto, nelle scuole, nelle piazze e tra di voi, che siete nel posto in cui le decisioni possono essere prese. Oggi, quindi, vorrei farmi carico della richiesta, che tutti condividiamo, che l'Italia ratifichi la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalla sparizione forzata e che la cittadinanza italiana si impegni, sul piano morale, per il futuro e per la gioventù, a essere sempre solidale.

TORCUATO DI TELLA, Ambasciatore della Repubblica Argentina in Italia. Vi ringrazio tutti di essere qui. Per noi è un onore essere ricevuti in questo Comitato. È un modo per confrontarci con l'opinione pubblica italiana. Sappiamo che l'Italia è stata sempre al primo posto, nella solidarietà verso le Madri di Plaza de Mayo e di noi tutti, perché esse rappresentano, appunto, tutti noi. I loro figli, qui, sono vivi. Queste madri hanno fatto questo per i loro figli, ma anche per i nostri, per renderci un Paese più giusto. Questo viene loro riconosciuto. Sono poche e deboli fisicamente, ma forti moralmente e hanno fatto in modo che, moralmente, l'Argentina possa ancora presentarsi al mondo.


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CARLOS CHERNIAK, Consigliere responsabile dell'Ufficio politico, cooperazione e diritti umani dell'Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia. Signor presidente, vorrei ringraziare la sua persona e l'intero Comitato, anche per l'atteggiamento di assoluta apertura che tutte le istituzioni italiane hanno mostrato fin dall'inizio, quando abbiamo preso i contatti per organizzare questo incontro. Si è compreso che era una bella opportunità, anche perché cadeva l'11, il giorno dopo la Giornata internazionale dei diritti umani. Questo incontro è importante perché il messaggio di pace e di amore che le madres hanno inviato all'Argentina e a tutta la comunità internazionale doveva essere portato anche in questo Comitato sui diritti umani.
Devo ringraziarvi anche perché, dopo l'ultima volta che siamo stati qui, cioè dopo l'incontro con Estela Carlotto, il Governo italiano ha iniziato la fase operativa dell'apertura degli archivi relativi al periodo dell'ultima dittatura militare e del consolato generale presso l'ambasciata italiana a Buenos Aires. I primi 60 fascicoli sono stati portati dalla sottosegretaria Dassù in Argentina e questo per noi è stato molto importante. Devo dire che il ruolo del Comitato sui diritti umani e della Commissione affari esteri della Camera dei deputati italiana è stato molto importante. Ovviamente, 60 fascicoli su 5-6.000 sono pochi, ma questo segnale è molto rilevante perché è l'inizio di un percorso che sicuramente non si fermerà.
Inoltre, rivolgo un ringraziamento alle istituzioni italiane in generale perché la nostra campagna per trovare alcuni nipoti che le nonne di Plaza de Mayo stanno cercando - come ha detto Vera Vigevani - ha riscontrato una solidarietà molto forte da parte della politica democratica italiana. Nessuna regione, piccolo comune o parte del territorio italiano ha dato risposta negativa. In questa campagna che stiamo portando avanti, tutte le istituzioni sono state presenti, da Torino, a Milano, a Napoli, alla Puglia. Tutti hanno partecipato a questa campagna. Anche il sistema universitario italiano è stato presente. Ieri abbiamo avuto una riunione con la CGIL e con la UIL. Vedremo sicuramente anche la CISL in questa settimana. Anche i tre principali sindacati italiani saranno parte di questa campagna, per avere la possibilità di trovare qualcuno di questi nipoti in territorio italiano.
È sempre bellissimo venire qui perché mi sento a casa. Sapere che la politica italiana è in prima fila in questa vicenda è per noi la ratifica di un livello di fratellanza del rapporto bilaterale.
Ieri la nostra ambasciata ha fatto un omaggio a Marta Ocampo de Vasquez. Vorrei chiudere questo intervento dicendo che ho ricevuto una lettera dalle altre madri di Plaza de Mayo - Lìnea Fundadora, che, per una questione di tempo, non possiamo leggere, ma che consegneremo personalmente a Marta. Tuttavia, mi hanno chiesto di dire in pubblico che, in Argentina, tutte le madres sono molto contente e orgogliose perché, in questo momento, sono sedute vicino a Marta, sostenendo la presentazione che lei sta facendo di fronte a tutti voi. Sono, inoltre, convinte che questo omaggio è molto giusto e sentono anch'esse la necessità di dire grazie a voce alta a tutti voi per aver ricevuto la presidentessa delle Madres de Plaza de Mayo in Italia, a Montecitorio. Grazie.

JOSÉ ANTONIO VASQUEZ OCAMPO, Ambasciatore della Repubblica Argentina in Belgio. Grazie per l'accoglienza e per la vostra presenza. Questa è una causa nazionale argentina e internazionale. È la lotta per un mondo migliore, più vivibile per tutti e di giustizia. Tutto l'impegno dell'organizzazione delle Madres de Plaza de Mayo è una vera e propria offerta, da parte loro, alla cultura degli argentini e alla cultura universale. È la possibilità di superare, una volta per tutte, comportamenti selvaggi e disumani nella vita quotidiana dei cittadini del mondo.
La lotta contro l'impunità nel mio Paese è davvero fondamentale. Stiamo affrontando un difficile processo di ricostruzione e rafforzamento della democrazia e, a questo fine, la giustizia è la chiave fondamentale. Senza giustizia non c'è convivenza sociale. L'impegno delle madres,


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delle abuelas e delle organizzazioni dei diritti umani punta, in ultima analisi, a superare l'impunità. Infatti, con l'impunità non esiste una società vivibile.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che desiderano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

FABIO PORTA. Vorrei salutare e, allo stesso tempo, rendere, anche pubblicamente, un omaggio dovuto alla presidente Marta Ocampo che ieri ha ricevuto, nell'ambasciata del suo Paese, l'Argentina, un riconoscimento al quale credo che noi e il Parlamento italiano ci dobbiamo associare.
Voglio, poi, salutare Vera Vigevani che mi ha fatto da guida nel Parco della memoria a Buenos Aires, propiziandomi un'esperienza unica. Il Parco dalla memoria è dedicato a tutte le vittime, a tutti i desaparecidos e a tutte le persone che hanno sofferto negli anni della dittatura. Credo che tutti i giovani, ma anche tutti coloro che hanno cariche elettive, debbano fare quell'esperienza. Ugualmente, anche in Europa bisognerebbe visitare un campo di concentramento per capire quanto sia importante la memoria e per evitare che certi drammi si ripetano.
Saluto, ovviamente, l'ambasciatore Di Tella, l'ambasciatore Ocampo e il ministro Carlos Cherniak. Approfitto dell'occasione per ringraziare pubblicamente il Governo argentino per questa sua battaglia permanente e per aver posto al centro della propria strategia politica e di governo la lotta per la giustizia, contro l'oblio di questi crimini.
Rivolgo, infine, un ringraziamento alle madres e alle abuelas per questo impegno incessante, instancabile e per questa testimonianza permanente, che non è per la vendetta - come ieri ha ricordato Marta Ocampo in ambasciata - ma per la memoria e la giustizia, che sono princìpi ai quali tutti i Paesi democratici dovrebbero ispirarsi.
Vorrei fare due ultime considerazioni. La prima è che questo Parlamento, in questa legislatura, ha seguito da vicino tutta l'esperienza, la lotta e le rivendicazioni delle madres e delle abuelas di Plaza de Mayo. A questo proposito, rivolgo un ringraziamento al presidente del Comitato sui diritti umani, onorevole Colombo, che assieme a noi ha lavorato e ha portato avanti varie rivendicazioni, a partire - citandone solo una - da quella per la consegna degli archivi degli anni della dittatura da parte del nostro Ministero degli esteri alle autorità argentine.
Sono stato il primo firmatario di un'interrogazione specifica in questo senso e voglio, anche in questo caso, mandare, anche attraverso il nostro Comitato, un ulteriore messaggio al nostro Ministero degli esteri perché possa accelerare questo lavoro di consegna, che sino ad ora è stata quasi simbolica. Vorremmo, invece, che questo lavoro non fosse simbolico, ma concreto e completo.
Inoltre, abbiamo dato spazio e voce alla ricerca dei desaparecidos che ancora, probabilmente, esistono in Argentina, ma anche nel resto del mondo, a partire dalla divulgazione della banca del DNA, come abbiamo fatto anche alla Camera con un'apposita conferenza stampa.
Concludendo, vorrei dire che anche se, in questo scorcio di fine legislatura, sarà improbabile una ratifica della Convenzione da parte di questo Parlamento, sono convinto che possiamo assumere politicamente questo impegno per la legislatura che verrà, sapendo che si tratta di una battaglia che dovranno abbracciare tutti i partiti ispirati ai valori ai quali mi riferivo poc'anzi. In questo senso, credo che la presidente delle Madres de Plaza de Mayo potrà contare sul sostegno dalla politica italiana e, in primo luogo, del Partito Democratico, del cui gruppo parlamentare faccio parte.

ENRICO PIANETTA. Anch'io voglio ringraziare i nostri ospiti, in particolare la signora Ocampo, per le parole che ci ha voluto testimoniare. È vero quanto diceva il collega Porta circa il fatto che il Parlamento italiano - come diceva anche il signor ambasciatore - ha sempre seguito con particolare attenzione questa vicenda.


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Faccio riferimento, per esempio, alla Commissione sui diritti umani che aveva anche ascoltato la signora Carlotto. Io stesso, con la Commissione diritti umani del Senato, mi ero recato in Argentina. Abbiamo, poi, avuto anche diversi incontri.
Le parole conclusive dell'intervento della signora Ocampo - verità, memoria e giustizia - sono fondamentali e hanno sempre indotto l'Italia, e in particolare il Parlamento italiano, a partecipare attivamente a tutto ciò che è poi approdato alla Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalla sparizione forzata.
Questo Parlamento, ormai, è alla fine della sua opera, ma ci sono tutte le attenzioni e tutte le circostanze perché finalmente anche l'Italia possa ratificare questa Convenzione. Sappiamo che sono in atto delle attività, a livello italiano, per quanto riguarda tutto ciò che attiene alle necessità tecniche relative alla ratifica stessa. Insomma, c'è l'attenzione umana e politica di questo Parlamento e senz'altro il prossimo Parlamento non potrà che seguire - questo è il nostro auspicio - questo percorso e arrivare a una conclusione positiva, affinché l'Italia possa essere annoverata tra i Paesi che hanno non solo firmato, ma anche ratificato e, insieme alla Francia, alla Germania e tanti altri, possa operare proficuamente, come le parole della signora Ocampo e degli altri intervenuti hanno sottolineato.

FRANCO NARDUCCI. Vorrei dire solo poche parole per ringraziare la presidente della Federazione dei familiari dei desaparecidos e delle madri di Plaza de Mayo, unitamente alla signora Vera Vigevani e all'ambasciatore, che abbiamo incontrato altre volte, con i suoi collaboratori. Vorrei ringraziarli soprattutto per la battaglia che stanno conducendo, che è giusta.
Vorrei, però, anche confermare, come abbiamo fatto in altre occasioni, tutto il sostegno della nostra Camera dei deputati, del Parlamento italiano e dell'Italia, che lo ha dimostrato attraverso i processi che sono stati celebrati a Roma. Condividiamo la vostra battaglia; siamo con voi per la ricerca della verità e perché vengano accertate le responsabilità giuridiche, politiche e morali di quello che è avvenuto in quel periodo buio della storia dell'Argentina, affinché questo non abbia a ripetersi.
Sotto questo aspetto, bisogna sempre stare molto attenti perché il mondo, a volte, prende delle pieghe che sembrano inspiegabili con il senno di poi. Quindi, siamo con voi per costruire un Paese più giusto, come ha detto l'ambasciatore. Credo, peraltro, che l'Italia, nella condivisione della vostra battaglia, non sia da sola. Tutta l'Europa è con voi. L'Europa che ha conosciuto Auschwitz e Dachau non può che essere con le madri di Plaza de Mayo in questa lotta con le armi della costanza, senza spirito di vendetta, per accertare quelle responsabilità a cui facevo cenno prima.
Di recente, proprio in quest'aula, abbiamo avuto - se ricordo bene nel mese di luglio - un momento altrettanto solenne, anche carico di tristezza nella conferenza stampa che poi è seguita, per la ricerca della verità sulla morte di padre Tedeschi, di cui hanno parlato molto i giornali argentini, grazie soprattutto all'impegno dell'onorevole Veltroni e del capogruppo in Commissione del nostro partito, onorevole Tempestini. Si stava già operando in quella direzione, ma fu una bella notizia apprendere, pochi giorni dopo, che l'ambasciata d'Italia a Buenos Aires aveva aperto - usando una metafora - gli archivi sui desaparecidos di origine italiana. Con queste poche, ma sentite parole vorrei testimoniare la nostra condivisione e incoraggiarvi ad andare avanti in questa giusta battaglia di civiltà.

PRESIDENTE. Tutte le vostre parole si completano con l'impegno, da parte di quelli di noi che saranno presenti nella prossima Camera dei deputati, di accogliere questo messaggio e di fare in modo che la ratifica della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalla sparizione forzata avvenga al più presto.


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MARTA OCAMPO DE VASQUEZ, Presidente dell'Associazione Madres de Plaza de Mayo - Linea Fundadora. Vi ho sentito parlare con molta emozione. Ho visto che avete compreso la nostra richiesta di aiuto. Dopo 36 anni, credo che dobbiamo arrivare alla fine sapendo che la pace, la libertà, la giustizia, la memoria e la dignità dei popoli saranno assicurate per sempre, se tutti pensano come voi. Vi ringrazio, quindi, per aver accolto la nostra richiesta e spero che presto si avrà un riscontro reale.

PRESIDENTE. Siamo noi che vi siamo grati di questa visita e di questa testimonianza. Quelli di noi che proseguiranno nel percorso parlamentare si impegnano, senza dubbio, a fare in modo che vi sia questa ratifica così ritardata.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 12,45.

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