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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione III
19.
Mercoledì 8 luglio 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Colombo Furio, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI NEL MONDO

Audizione di rappresentanti del World Uyghur Congress:

Colombo Furio, Presidente ... 3 6
Alptekin Erkin, Ex presidente del World Uyghur Congress ... 3
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: Misto-RRP.

COMMISSIONE III
AFFARI ESTERI E COMUNITARI
Comitato permanente sui diritti umani

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 8 luglio 2009


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FURIO COLOMBO

La seduta comincia alle 16,25.

(Il Comitato approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti del World Uyghur Congress.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo, l'audizione di rappresentanti del World Uyghur Congress.
Do ora la parola a Erkin Alptekin, già presidente del World Uyghur Congress.

ERKIN ALPTEKIN, Ex presidente del World Uyghur Congress. Domenica 5 luglio 2009, gli studenti uiguri hanno organizzato una protesta ad Urumchi per esprimere il proprio malcontento di fronte alla risposta delle autorità cinesi alle uccisioni e ai pestaggi di operai uiguri ad opera della folla presso una fabbrica di giocattoli a Shaoguan, nel Guangdong, il 26 giugno 2009. Lo scopo dei dimostranti era chiedere giustizia per le vittime di Shaoguan ed esprimere solidarietà alle famiglie di coloro che erano stati uccisi o feriti.
Secondo i media cinesi ufficiali, un'enorme aggressione di massa in una fabbrica nella città di Shaoguan ha causato la morte di due operai uiguri e 118 feriti. Secondo alcune notizie, la maggior parte dei feriti era di etnia uigura. Stando a notizie non confermate, nell'attacco sarebbero stati uccisi più uiguri rispetto ai due morti riportati dai media ufficiali. Inoltre, secondo un rapporto pubblicato su un sito web governativo di Shaoguan ora soppresso, gli operai uiguri feriti sono stati 81, di cui 66 ricoverati in ospedale in condizioni critiche. Dal momento dell'incidente non è stato effettuato alcun arresto collegato all'uccisione degli uiguri a Shaoguan.
Secondo altre notizie, tra i mille e i tre mila dimostranti hanno marciato attraverso la zona di Döng Körük (Erdaoqiao) a Urumchi il 5 luglio 2009, alcuni dei quali sventolando la bandiera della Repubblica Popolare Cinese. Ai dimostranti il Governo cinese ha opposto una decisa reazione volta a soffocare la protesta, con il dispiegamento di quattro tipi di polizia (polizia ordinaria, polizia anti-sommossa, polizia speciale e la polizia armata del popolo). Dei partecipanti alla protesta che preferiscono mantenere l'anonimato per motivi di sicurezza hanno affermato, in alcune conversazioni telefoniche, che un numero imprecisato di uiguri è stato accolto a fucilate dalle autorità cinesi e ucciso.


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L'incidente avrebbe potuto essere evitato se le autorità cinesi avessero indagato a dovere sulle uccisioni a Shaoguan. I giovani uiguri hanno esercitato il loro diritto a protestare pacificamente contro la reazione inadeguata alle uccisioni e a loro volta sono stati accolti dal Governo con la violenza.
Il Governo cinese ha immediatamente incolpato delle violenze le «forze straniere». Non è la prima volta che il Governo cinese incolpa «forze straniere» per le agitazioni nel Turkestan orientale, conosciuto anche con il nome coloniale di Xinjiang. Negli ultimi 60 anni, il Governo cinese ha etichettato gli uiguri come «agenti delle tigri di carta americane», «marionette degli egemonisti sovietici», «controrivoluzionari», «spiritisti», «separatisti» e «fondamentalisti», a seconda di quale slogan si prestasse meglio all'agenda politica di Pechino. Dopo il barbaro attentato agli Stati Uniti dell'11 settembre 2001, le autorità cinesi hanno cominciato a bollare gli uiguri come «terroristi».
L'attuale campagna volta a etichettare gli uiguri come «terroristi» rientra nella strategia cinese, come si ricava da un documento segreto del Comitato Permanente del Partito Comunista Cinese, intitolato «Difendere la stabilità dello Xinjiang» e adottato il 19 marzo 1999, in cui si afferma in breve che: «attraverso la disinformazione, [occorre] impedire con tutti i mezzi alle forze separatiste di fare del cosiddetto Turkestan orientale un problema internazionale».
In altre parole, si dovrebbe cercare di scongiurare l'internazionalizzazione del problema del Turkestan orientale persino attraverso la disinformazione.
Nonostante le preoccupazioni espresse dalla comunità internazionale, le autorità cinesi continuano a usare la guerra contro il terrorismo internazionale come pretesto per lanciare pesanti azioni repressive contro gli uiguri.
È tempo che i leader cinesi riflettano sul fatto che il principale fattore scatenante di tante accese manifestazioni anti-cinesi nel Turkestan orientale potrebbe essere stato l'ingiustizia del loro Governo in quella regione da 60 anni a questa parte.
Dopo l'occupazione del Turkestan orientale nel 1949, il Governo cinese ha perseguito una politica di oppressione politica, assimilazione culturale, sfruttamento economico, distruzione ecologica, discriminazione razziale, arresti arbitrari, torture ed esecuzioni.
Per fare dell'intero Turkestan orientale una provincia cinese, vengono insediati milioni di cinesi. Nonostante le ricchezze naturali della regione, come il petrolio, il gas, l'oro e via dicendo, gli uiguri vivono con il minimo necessario alla sussistenza, con l'80 per cento della popolazione al di sotto della soglia di povertà.
Per limitare la crescita della popolazione uigura, si sta effettuando un controllo delle nascite coercitivo e disumano tra le donne uigure.
Una dura campagna è stata messa in atto per sinizzare la lingua uigura. Tutte le scuole di lingua uigura sono state accorpate a quelle di lingua cinese, imponendo il cinese come lingua d'insegnamento; in tutto il Paese, sono stati bruciati centinaia di migliaia di libri scritti in lingua uigura.
Il Governo cinese seguita a vedere nella religione una forza negativa nel Turkestan orientale. Il Governo cinese continua a sollevare rivendicazioni territoriali sul Turkestan orientale, ma tratta gli uiguri come stranieri in Cina. Nonostante la loro ricca civiltà tanto antica quanto quella cinese, gli uiguri continuano ad essere considerati «barbari», «sporchi», «primitivi» e «arretrati» dalla maggioranza dei cinesi comuni. Milioni di cinesi si sono stanziati nel Turkestan orientale, ma se un uiguro vuol stabilirsi in Cina ha bisogno di un permesso speciale, impossibile da ottenere. Un colono cinese nel Turkestan orientale ha il diritto di stabilirsi dove più gli aggrada e intraprendere qualsiasi attività desiderata; invece agli uiguri non è consentito avviare un'attività in Cina. Quei pochissimi studenti uiguri che vanno a studiare nelle province interne della Cina


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sono soggetti a discriminazione razziale sia da parte degli studenti che delle autorità cinesi.
Attualmente, a prescindere dal rispetto dei diritti umani, gli uiguri che semplicemente cercano di vivere con dignità sono arrestati, torturati e giustiziati per motivi politici. Di conseguenza, gli uiguri sono precipitati in una situazione frustrante, disperata e senza sbocco. Il perdurare della disperazione può avere gravi conseguenze per tutte le parti interessate e in particolare per gli uiguri, come adesso sta accadendo nel mio Paese. È urgente quindi, disinnescare le tensioni crescenti facendo cessare le flagranti e sistematiche violazioni dei diritti umani degli uiguri. Il rispetto dei diritti umani è un elemento importante per prevenire i conflitti. È tempo che il Governo cinese si renda conto che gli esseri umani non possono sopportare l'oppressione in eterno. Devono anche capire che gli uiguri che vogliono vivere con dignità non possono essere messi a tacere con gli arresti, le torture o le esecuzioni. Anziché ricorrere a misure repressive per mettere a tacere le richieste, i desideri e le aspirazioni degli uiguri, i leader cinesi dovrebbero scegliere la via del dialogo. Gli uiguri sono fermamente convinti che il dialogo sia la base di una migliore comprensione e cooperazione e di una coesistenza pacifica.
Secondo nostre fonti nel Turkestan orientale, conosciuto anche con il nome coloniale di Xinjiang, la situazione attuale è molto tesa. Ci sono nuovi sviluppi di ora in ora. È quindi diventato piuttosto difficile per noi seguire gli eventi. Ora le dimostrazioni contro i cinesi si sono propagate a Kashgar, una città della parte meridionale del paese. Le fonti riferiscono che c'è pericolo che si possano diffondere nelle città di Ili, Yarkent e Hoten. La città di Ili si trova nella zona nord-occidentale del paese, presso il confine con il Kazakhstan. Yarkent e Hoten si trovano a sud. Negli ultimi anni, accese manifestazioni anti-cinesi si sono svolte specialmente nelle città di Ili e Hoten.
Inoltre, le fonti riferiscono che in tutte le principali città del Turkestan orientale il Governo cinese ha preso provvedimenti straordinari, dispiegando sempre più forze di sicurezza, carri armati e veicoli blindati e pattugliando le città giorno e notte. Le forze di sicurezza stanno effettuando perquisizioni casa per casa e arresti di giovani uomini e donne in molte città. Nonne, madri e sorelle uigure sono scese in piazza a pretenderne il rilascio. Ora sono in marcia i civili di etnia cinese. Secondo una fonte del Turkestan orientale, una turba di cinesi è in marcia da una località chiamata Shingo verso il centro di Urumchi, malmenando a calci e pugni e perfino uccidendo gli uiguri sulla loro strada. Hanno anche incendiato una delle principali moschee, nota come Han Tengri, ad Urumchi. Il gruppo paramilitare Bintuan è stato messo in allerta. Una sparatoria è avvenuta tra poliziotti uiguri e cinesi, e di conseguenza tutti i poliziotti uiguri di Urumchi e dintorni sono stati disarmati.
L'esatto numero delle vittime dopo la rivolta ad Urumchi è ancora incerto. Secondo le fonti cinesi sono morte 156 persone e 800 sono rimaste ferite. Ma le fonti uigure affermano che tra i 600 e gli 800 uiguri sono stati uccisi dalle forze di sicurezza cinesi. Affermano inoltre che nessun cinese è rimasto ucciso durante le violenze, e che i cinesi stanno manipolando i filmati e Youtube per mostrare la brutalità dei manifestanti uiguri, ma non mostrano gli innumerevoli corpi degli uiguri uccisi e feriti.
Hanno anche affermato che gli ospedali di Urumchi e dintorni stanno negando le cure mediche agli uiguri feriti. È sconvolgente, ma tre fonti diverse hanno riferito di aver visto quattro teste mozzate di ragazze uigure appese a quattro diversi pali vicino all'Università medica di Urumchi.
Stando alle cifre ufficiali, quasi 1.500 uiguri sono stati arrestati. Tuttavia, gli uiguri affermano che i detenuti si avvicinano a 3.000, poiché durante le perquisizioni casa per casa le forze di sicurezza cinesi hanno arrestato molti uomini


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e donne giovani che non avevano preso parte a nessuna manifestazione.
Vi ringrazio per questa audizione e vi chiedo di fare tutto il possibile per aiutare a ridurre la tensione nel Turkestan orientale.

PRESIDENTE. Ringrazio Erkin Alptekin, a nome di questo Comitato, per la sua importante relazione; sarà nostro compito rendere pubblico nel nostro Paese quello che oggi ci ha riferito.
Stante l'imminente l'inizio delle votazioni in Aula, dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16,40.

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