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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissioni Riunite (III e IV)
6.
Martedì 13 ottobre 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Cirielli Edmondo, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA NELL'AMBITO DELL'ESAME, IN SEDE REFERENTE, DELLE PROPOSTE DI LEGGE C. 1213 CIRIELLI, C. 1820 GAROFANI E C. 2605 DI STANISLAO, RECANTI «DISPOSIZIONI PER LA PARTECIPAZIONE ITALIANA A MISSIONI INTERNAZIONALI»

Audizione del dottor Biagio Mazzotta, direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato:

Cirielli Edmondo, Presidente ... 3 6 7 8 9 10
Mazzotta Biagio, Direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ... 3 6 7 8 9 10
ALLEGATO: Documentazione prodotta dal Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ... 11
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: Misto-RRP.


III (AFFARI ESTERI E COMUNITARI) E IV (DIFESA)

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 13 ottobre 2009


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DELLA IV COMMISSIONE EDMONDO CIRIELLI

La seduta comincia alle 12,15.

(Le Commissioni approvano il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del dottor Biagio Mazzotta, direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva relativa all'esame, in sede referente, delle proposte di legge C. 1213 Cirielli, C. 1820 Garofani e C. 2605 Di Stanislao, recanti «Disposizioni per la partecipazione italiana a missioni internazionali», l'audizione del dottor Biagio Mazzotta, direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato.
Nel dare la parola al dottor Mazzotta, lo ringrazio per la partecipazione alla seduta odierna.

BIAGIO MAZZOTTA, Direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. Signor presidente, ho fatto distribuire una breve relazione in cui abbiamo cercato di riportare, in maniera sintetica, tutti i dati finanziari relativi alle missioni internazionali. Inizio il mio intervento con un excursusdi quelle che sono state nel tempo, e che sono tuttora, le modalità di finanziamento del fondo.
Nel momento in cui sono nate, nei primi anni del 2000, le missioni di pace sono state finanziate attraverso il ricorso al fondo delle spese impreviste, proprio perché si trattava di interventi nuovi. Quindi, data l'imprevedibilità della situazione, nei primi anni si è fatto ricorso al fondo di riserva per le spese impreviste. Successivamente, a partire dall'anno 2003 in particolare, tali modalità di finanziamento si sono concretizzate attraverso appositi stanziamenti, che da sempre sono stati appostati sulle leggi finanziarie. Nella sostanza, dunque, le leggi finanziarie, fino al 2006, hanno rifinanziato annualmente il fondo per le missioni di pace. A partire poi dal 2007, si è disposto un finanziamento per tre anni, e precisamente per gli anni 2007, 2008 e 2009. Per il momento, il fondo delle missioni di pace presenta stanziamenti fino a tutto l'anno in corso, mentre per il prossimo anno, al momento, non è previsto alcun importo. I ministeri interessati da questi stanziamenti sono soprattutto il Ministero della difesa (quasi per il 90 per cento), il Ministro degli affari esteri, il Ministero dell'interno, il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero della giustizia, chi più, chi meno, con percentuali abbastanza basse.
Per quanto riguarda l'ammontare degli stanziamenti, inizialmente, essi sono partiti con circa 1,2 miliardi di importo. Se osservate la tavola n. 1, potete vedere come nell'anno 2004-2005 sia stato confermato,


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attraverso la finanziaria, lo stanziamento degli anni 2003 e precedenti per un importo pari ad 1,2 miliardi di euro. Tale importo si è andato poi riducendo nel corso del tempo: con le leggi finanziarie è stato autorizzato l'importo di 1 miliardo di euro, per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008.
Tuttavia, questi importi iniziali, autorizzati dalle varie leggi finanziarie, in realtà - in corso d'anno, ovvero nel momento in cui si adottavano i decreti-legge di autorizzazione alla proroga delle missioni di pace - sono stati integrati, poiché ci si è resi conto che le risorse, a partire da un certo anno, erano insufficienti.
Questo è il motivo per il quale, nel corso del tempo, gli stanziamenti sono stati integrati, e nello specifico per l'anno 2007, di 50 milioni di euro circa; per il 2008 di altri 90 milioni di euro, portando l'ammontare ad un totale 1,090 miliardi; mentre per il 2009, invece, sono stati complessivamente stanziati - da ultimo con il decreto-legge n. 78/2009 - 1,5 miliardi di euro, quale dotazione del fondo. Dunque, questo è il quadro degli stanziamenti autorizzati dalle varie finanziarie.
A questo punto, vorrei chiarire come vengono utilizzate queste risorse. In realtà, una volta adottato il decreto-legge che autorizza la proroga della missione, il fondo istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze viene ripartito - tecnicamente così diciamo - tra le amministrazioni competenti, che sono quelle che ho citato in precedenza, vale a dire difesa, esteri, interno, giustizia ed economia.
Se osservate la tavola n. 2, potete vedere anche una sorta di percentuale di ripartizione fra queste amministrazioni. Da essa emerge che la Difesa, per esempio, che nel biennio 2004-2005 percepiva circa il 95-96 per cento del fondo, a tutto il 2008 si attesta intorno al 90 per cento. Ovviamente, il dato relativo al 2009 è ancora provvisorio.
Un'altra quota importante è percepita dal Ministero degli affari esteri: ormai, da qualche anno a questa parte, circa un centinaio di milioni di euro. Mentre la quota in percentuale del Ministero della difesa si è ridotta nel corso del tempo, al contrario, la quota relativa al Ministero degli affari esteri è, in corrispondenza, aumentata. Gli altri ministeri partecipano - come vedete - in maniera abbastanza minimale, perché impiegano meno uomini e mezzi sui vari teatri di attività. Queste sono le somme stanziate e ripartite fra le varie amministrazioni.
Ora passo a descrivere per quali finalità esse vengono impiegate, ovvero quali attività finanziano. La tavola n. 3 riepiloga la situazione, analizzando tutti i decreti di variazione di bilancio, ovvero di assegnazione dei fondi alle varie amministrazioni. Come vedete, più del 50 per cento è assegnato per spese di personale, i cosiddetti redditi da lavoro dipendente e le imposte pagate sulla produzione, ossia l'IRAP e le indennità di missione. Negli ultimi anni, siamo quasi arrivati al 60 per cento. La restante parte viene impiegata quasi tutta per l'acquisto di beni e servizi, quindi per tutto ciò che riguarda i beni strumentali, i servizi di manutenzione ordinaria, i trasporti e via dicendo. A ciò si aggiungono altre voci minori, alle quali seguono subito dopo i trasferimenti correnti all'estero. Infatti - lo accennavo prima - l'80-90 per cento della quota di risorse assegnata al Ministero degli affari esteri, solitamente circa una centinaio di milioni di euro, si traduce in trasferimenti ad associazioni, ad organismi internazionali eccetera. La tavola n. 4 ci dice che, per quanto riguarda il Ministero degli affari esteri, il 90 per cento delle risorse viene destinato a trasferimenti correnti all'estero, per dare sostegno ai vari Paesi e alle popolazioni in particolare. Questo è un po' il quadro generale dal punto di vista dei numeri.
Per quanto riguarda, invece, i teatri operativi e le aree di intervento a cui sono destinate le quote maggiori, il 20-40 per cento delle risorse assegnate al Ministero della difesa sono state soprattutto destinate ai Balcani, all'Afghanistan e all'Iraq. Le missioni in Libano iniziano ad assorbire una quota molto importante, circa il 40 per cento, a partire dal 2007. Nel 2009,


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questo andamento si è un po' invertito: si sta leggermente riducendo, ma comunque il Libano rimane confermato, mentre sale in maniera notevole l'Afghanistan. La relativa tabella non è stata ancora riportata, perché si tratta di dati provvisori, quindi non abbiamo tutte le assegnazioni perché sono ancora in corso. Ad ogni modo, lo scenario è questo.
Nella tavola n. 8, trovate, anche se soltanto per gli anni 2005, 2006 e 2007, la distribuzione percentuale delle risorse finanziarie per le missioni di pace per area di impiego, tratta dalle relazioni della Corte dei conti, con alcuni piccoli aggiustamenti che abbiamo apportato, per meglio precisare le zone in cui sono state effettuate le missioni. I dati vanno fino al 2007, però, ripeto, nel 2008 grossomodo questa situazione è confermata, mentre nel 2009 sta acquisendo, ovviamente, un maggiore rilievo la missione in Afghanistan, anche in relazione al maggior impegno che c'è stato negli ultimi tempi e ai fatti che sono accaduti.
Per quanto riguarda l'adeguatezza della dotazione finanziaria del fondo, sono state poste molte questioni da parte del Ministero della difesa, che poi sono state confermate anche dalla Corte dei conti nelle relazioni allo stato di previsione del ministero.
Infatti, come avete potuto notare - ne ho già accennato prima - il fondo ha avuto nel tempo un andamento abbastanza variabile: gli 1,2 miliardi di euro iniziali sono scesi, infatti, a 1 miliardo di euro. Quest'ultima cifra poi, nel corso del tempo, con vari provvedimenti, è stata integrata con 50 e 90 milioni di euro, e quest'anno addirittura con 500 milioni di euro. Le fonti di finanziamento sono state diverse: a volte sono stati utilizzati i fondi speciali per la copertura di nuovi provvedimenti legislativi di spesa; altre volte, invece, si è fatto ricorso ad alcune nuove o maggiori imposizioni fiscali; mentre altre volte ancora, alla quota dell'8 per mille dello Stato. Dunque, le modalità di finanziamento sono state eterogenee, fermo restando la modalità principale del fondo appostato nella legge finanziaria. Ciò evidenzia il fatto che, man mano che si prorogano ed autorizzano le missioni, in realtà questi stanziamenti vengono poi successivamente sempre integrati.
Ebbene, questo dato è stato sottolineato un po' da tutti e, in particolare, dal Ministero della difesa. Tale Ministero, infatti, lamenta il fatto, per esempio, che questo fondo, non tanto per l'anno 2009 quanto per gli anni precedenti, non tenga conto di tutte le spese relative all'addestramento, alla manutenzione dei mezzi, ai materiali ed equipaggiamenti e ai costi sanitari. Allo stesso modo, quando sia le persone sia i mezzi rientrano, occorre considerare le spese necessarie per rimetterli «in sesto». Questo è un problema importante.
Fino all'anno scorso, queste somme hanno gravato sul bilancio ordinario del Ministero della difesa. Il Ministro della difesa, ripeto, si sta lamentando di ciò, tanto è vero che quest'anno, per la prima volta, con i 500 milioni di euro in più stanziati col decreto-legge n. 78, si è in un certo senso andati proprio nella direzione di «spesare» anche la quota parte di spese che non è direttamente imputabile alla spesa viva sostenuta per la missione, considerando in tal modo anche una sorta di effetto indotto - effetto riflesso - derivato da queste missioni. Ciò anche in considerazione dei tagli che ci sono stati negli ultimi anni e che hanno colpito, in particolare, anche il Ministero della difesa. Questi tagli, negli anni 2009, 2010, e nel 2011 ancora di più, sono stati sempre crescenti.
La Corte dei conti ha quantificato questi oneri riflessi in 161 milioni di euro per il 2007 e in 468 milioni di euro nel 2008. Nel 2009, come abbiamo detto, il fondo è stato dotato direttamente con 1,5 miliardi di euro, e quindi già integrato rispetto allo stanziamento ordinario.
Fino ad ora, abbiamo parlato degli stanziamenti, di come si sono evoluti nel tempo, di come si distribuiscono tra i vari teatri di attività e di come e su quali tipologie di spese vengono destinate le risorse. Ovviamente, il documento che vi


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ho messo a disposizione contiene un dettaglio un po' più approfondito di quanto sto dicendo.
Vorrei ora descrivere le procedure di spesa, ovvero il modo in cui, in particolare, la Difesa gestisce questi fondi, una volta assegnatigli. A questo riguardo, occorre fare una precisazione. A partire dal 2008, per effetto della ristrutturazione del bilancio per missioni e programmi, nell'ambito del Ministero della difesa, è stato istituito un programma che si chiama «Missioni militari di pace». Dunque, i soldi stanziati a favore della difesa, e che provengono dal fondo che fa capo al Ministero dell'economia, vengono assegnati su questo capitolo. Una volta assegnati su questo capitolo, essendo anch'esso un fondo da ripartire, il Ministero della difesa, attraverso un apposito decreto del ministro, ripartisce il fondo tra i vari capitoli del suo stato di previsione, interessati ai vari scenari. Questa procedura è sicuramente abbastanza complicata, dal momento che esige due decreti. Il primo è un decreto di ripartizione del cosiddetto «fondone», autorizzato con la finanziaria, che assegna fondi ai vari ministeri, tra cui quello della difesa. Successivamente, i soldi, una volta arrivati alla Difesa, hanno la necessità di essere a loro volta ripartiti.
Insomma, mentre il primo decreto acquisisce efficacia dal momento della registrazione della Corte dei conti, il decreto del Ministro della difesa, che ripartisce questo fondo, diventa efficace a partire dal momento della firma del Ministro, e viene poi comunicato sia alla Ragioneria generale sia alla Corte dei conti. Dunque, tra il momento in cui viene autorizzata la missione, e quindi viene adottato il decreto-legge, e quello in cui il Ministero della difesa, dopo tutte queste procedure, si vede accreditare i fondi, a volte passano diversi mesi.
Il problema, nel caso del Ministero della difesa, è stato risolto attraverso delle anticipazioni di cassa che il Ministero fa a valere sulle contabilità speciali, che si trovano distribuite sul territorio dello Stato italiano. In sostanza, in tutto questo periodo, il Ministero anticipa con i propri fondi le spese per l'avvio della missione, le cosiddette spese inderogabili, vale a dire quelle a cui bisogna assolutamente provvedere (stipendi, assicurazioni eccetera). Una volta che il Ministero ha la disponibilità di questi fondi, che gli arrivano attraverso tutta la procedura che vi ho descritto prima, ripiana questa «anticipazione di cassa» che ha dovuto effettuare con propri fondi e assesta la situazione.
Ovviamente, a rendiconto, di tutto ciò non emerge nulla dal momento che rimangono le spese imputate sui capitoli pertinenti, ovvero lì dove i fondi dovevano essere assegnati e spesati, come l'acquisto dei mezzi o il pagamento degli stipendi. Questo è indubbiamente un elemento di criticità della procedura che, nel caso di specie, viene risolto attraverso tale forma di flessibilità che il Ministero della difesa adotta nell'utilizzo delle contabilità speciali.
Negli ultimi anni, la stessa normativa ha autorizzato questa sorta di anticipazione. Nel 2008, ad esempio, ha autorizzato un'anticipazione pari a un dodicesimo degli stanziamenti al medesimo scopo iscritti in bilancio nel 2007 e non superiore a 100 milioni di euro. Lo stesso dicasi per il 2008. Quindi, nel 2007 sono state anticipati 71 milioni di euro, mentre nel 2009 addirittura 200 milioni di euro. Questo per sottolineare la diacronia tra il momento in cui viene disposta la proroga con il provvedimento e il momento in cui il Ministero, in effetti, ha disponibili le risorse da spendere. Ripeto che non si tratta di un problema da poco, che però viene risolto in questo senso.

PRESIDENTE. Questo è soltanto un problema contabile o comporta dei problemi di natura sostanziale?

BIAGIO MAZZOTTA, Direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. Si tratta sicuramente di un problema contabile. Certo, a rendiconto viene tutto quadrato, ma nel corso dell'anno, con il meccanismo dell'anticipazione, non riusciamo a capire bene come si stanno spendendo i soldi. Più


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che altro, ci occorre sapere per cosa si stanno spendendo le risorse. Ripeto che, a consuntivo, viene tutto chiuso e sanato perfettamente. Il problema si pone nel corso dell'anno, ovvero finché il Ministero non chiude il conto sulle contabilità speciali (abbiamo un anno e mezzo di ritardo fino a che tutto non viene inquadrato). Tuttavia, tale meccanismo ha consentito al Ministero di avviare queste grandi operazioni.
Nel documento abbiamo allegato la tavola n. 5, dove sono riportate queste differenze di date tra il momento in cui viene adottato - nei vai anni, 2007, 2008 e 2009 - il decreto-legge e il momento in cui le somme vengono rese disponibili alla Difesa.
Vi porto un esempio. Nel 2008, il 31 gennaio, è stato adottato il decreto-legge n. 8, ma le somme sono state rese disponibili alla Difesa soltanto il 14 maggio, ovvero dopo che era stata esaurita tutta la procedura che comprendeva la conversione in legge del decreto-legge, il decreto di assegnazione al Ministero da noi predisposto, la registrazione presso la Corte dei conti e, infine, il decreto del Ministro della difesa che distribuisce le somme al suo interno. Insomma, c'è tutto un profilo temporale, che non è di scarso rilievo.
Vorrei dare un'ultima informazione: le somme gestite attraverso le contabilità speciali sono circa l'80-85 per cento delle spese per le missioni. Quindi, anche per questo il Ministero riesce a risolvere il problema. In altre parole, l'80-85 per cento delle spese per missioni vengono spesate attraverso il sistema delle contabilità speciali. L'altro 15-20 per cento, invece, corrisponde a tutte le spese sostenute qui dal centro. Quindi, il ministero provvede...

PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo, ma vorrei fare una domanda. Noi ci siamo posti il problema del fatto che sinora la Difesa si faceva carico dell'usura dei mezzi in dotazione, attraverso i suoi fondi ordinari. Ovviamente, dopo il decreto-legge n. 112 del 2008 ciò non è stato più possibile. Pertanto, quest'anno è stata chiesta un'integrazione, e questo è stato anche uno dei motivi per cui si è registrato un incremento. Ebbene, adesso come faranno contabilmente a inquadrare e a spendere questi soldi?

BIAGIO MAZZOTTA, Direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. Dobbiamo fare una distinzione. Quando parliamo di costo di usura dei mezzi, in realtà introduciamo un concetto di tipo economico. Sappiamo bene che il bilancio dello Stato è un bilancio finanziario. Lo stesso Ministero della difesa, quando vengono fatte le relazioni tecniche per alcune tipologie di oneri, come ad esempio l'utilizzo dei mezzi navali o aerei...

PRESIDENTE. Si sa quanto dura una parte meccanica...

BIAGIO MAZZOTTA, Direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. Esatto, quindi il Ministero della difesa quantifica i costi dell'utilizzo del mezzo. In realtà poi, siccome il Ministero non può giustamente sapere né come né quando potrà utilizzare un certo mezzo, effettua una quantificazione sulla base del costo.
Chiaramente, nel momento in cui assegniamo le risorse, quelle sono spese e non costi, ovvero si tratta di somme e risorse messe a disposizione che, sulla base dei princìpi della nostra contabilità di Stato - perché il bilancio dello Stato è un bilancio finanziario - seguono criteri un po' diversi. Quindi, sicuramente c'è un disallineamento tra il costo, così come giustificato dal Ministero, e il momento temporale in cui la spesa viene effettivamente realizzata e, dunque, senz'altro si verifica una diacronia tra i due momenti.
Molti di questi aspetti il Ministero li risolve col fatto che, sempre attraverso le contabilità speciali - l'abbiamo anche scritto nel documento - esso può imputare all'esercizio passato le spese sostenute nei primi tre mesi di quello successivo. Quindi, tali spese vengono imputate nella contabilità speciale. Pertanto, almeno in


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parte, il Ministero riesce a sanare anche attraverso questo meccanismo, che però è un sistema un po' particolare, tipico della Difesa. Si tratta di un espediente davvero particolare. Tuttavia, questa diacronia tra i due momenti sicuramente rimane poiché abbiamo il bilancio finanziario.
È chiaro che l'usura del mezzo, dal punto di vista della Difesa, deve essere considerata. Ripeto, nello stanziamento di quest'anno, con quell'ulteriore integrazione di 500 milioni di euro, si è tenuto conto di questo aspetto, così come si è tenuto conto dei tagli del decreto-legge n. 112, come lei stesso, presidente, ha poco fa precisato.

PRESIDENTE. C'erano ovviamente anche degli atti di indirizzo del Parlamento in tal senso al Governo.

BIAGIO MAZZOTTA, Direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. Quindi il meccanismo dell'anticipazione, in questo senso, è uno strumento che consente di risolvere questo problema.
Desidero esprimere in linea generale alcune considerazioni, in relazione anche ai meccanismi cui abbiamo poco fa accennato. Le problematiche che ho evidenziato attengono in particolare all'ambito di programmazione e gestione finanziaria delle attività svolte nell'ambito delle missioni di pace. In questo contesto, gli interventi migliorativi devono essere ricercati in tutti quegli strumenti idonei ad assicurare la massima aderenza della capacità di spesa al luogo, al tempo e alle caratteristiche delle esigenze da soddisfare.
In tal senso, si ritiene che potrebbero essere introdotti idonei meccanismi - ovviamente da sottoporre alla verifica di opportuni sistemi di controllo - necessari per rendere più flessibile l'utilizzo delle risorse al verificarsi di eventi imprevisti, che implicano rilevanti scostamenti rispetto a una eventuale situazione pianificata. Magari, si potrebbe far ciò nell'ambito della stessa relazione tecnica del decreto-legge, ma anche successivamente, perché a volte si verificano degli eventi che fanno sì che il Ministero della difesa debba rivedere le proprie priorità nei vari scenari, nelle varie aree, eccetera. Non voglio, però, entrare in temi di competenza del Ministero.
Questo potrebbe realizzarsi, ad esempio, anche a partire dalle vigenti modalità di finanziamento delle missioni di pace e attraverso procedure che assicurino ovviamente il soddisfacimento delle esigenze, tenendo conto delle specificità proprie del programma «Missioni militari di pace» del Ministero della difesa. In questa ottica, il Parlamento potrebbe valutare eventuali interventi sull'ammontare dell'anticipazione - cui abbiamo accennato prima - che è necessario rendere aderente alle concrete esigenze da soddisfare da parte del Ministero. A nostro parere, questo potrebbe avvenire in due modi: mediante l'autorizzazione a procedere con le modalità già in atto - quelle che prima vi ho descritto brevemente - oppure, attraverso l'utilizzo di anticipazioni di tesoreria.
In altri termini, anziché far anticipare il Ministero della difesa, avvalendosi delle sue contabilità speciali, quindi con i suoi fondi, si potrebbero utilizzare i cosiddetti «sospesi di tesoreria», cioè un plafond, ovviamente massimo, che potrebbe essere parametrato anche mensilmente (un plafondmassimo iniziale che consenta al Ministero di pagare le assicurazioni, gli stipendi per il primo mese e qualcosa che serva subito, più qualcosa legato al periodo di tempo necessario affinché vengano perfezionati tutti gli atti per mettere a disposizione le risorse). Ovviamente, quando verranno effettivamente stanziate, le risorse andranno a chiudere il sospeso, quindi non ci sarebbe più bisogno che il Ministero della difesa anticipi, con i propri fondi, queste cose. Si tratta solo di un'anticipazione di cassa, ma potrebbe essere un meccanismo da valutare. Per noi, questa potrebbe essere una strada percorribile.

PRESIDENTE. Quindi, se ho ben capito, si potrebbe prevedere in maniera stabile nella legge quadro che l'anticipazione


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di volta in volta concessa al Ministero sia invece un'anticipazione ordinariamente prevista per queste missioni, oppure prevedere che l'anticipazione sia a carico del Ministero dell'economia.

BIAGIO MAZZOTTA, Direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. Esatto. Come «sospeso di tesoreria», come noi lo chiamiamo tecnicamente.

PRESIDENTE. Certo, ovviamente intendevo riferirmi al Dicastero nel suo complesso.

BIAGIO MAZZOTTA, Direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. Ci sono due modalità di procedere...

PRESIDENTE. Ovviamente, sempre prevedendo ciò nell'ambito della legge quadro, ovvero in maniera ordinamentale.

BIAGIO MAZZOTTA, Direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. Per esempio, c'è il discorso del dodicesimo, per ogni mese che passa. Quello potrebbe essere un meccanismo, già autorizzato, mi pare, per i vecchi decreti-legge del 2008, ma anche nel 2009, che potrebbe essere messo a regime.

PRESIDENTE. Oppure, in alternativa, quest'altro. Lei quale ritiene sia più adatto? Ai fini della Ragioneria probabilmente il secondo, sul piano della coerenza complessiva.

BIAGIO MAZZOTTA, Direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. Sì, potrebbe andare anche il secondo.
Un altro aspetto su cui intervenire, o comunque su cui fare una riflessione in merito alle modalità, è quello della materia contrattuale. Sappiamo, infatti, che il Ministero della difesa o anche altre amministrazioni, quando si trovano ad operare su questi scenari, beneficiano di una certa normativa che le agevola, per quanto riguarda l'acquisto di beni, servizi eccetera. Ebbene, anche in questo caso, per cercare di rendere più snelle, flessibili e veloci le procedure, si potrebbe ipotizzare, nell'ambito di questa legge quadro, una disciplina di carattere generale, che riguardi proprio la materia contrattuale, quindi l'acquisto di beni e servizi. Mi riferisco, in altre parole, al ricorso a procedure semplificate per l'acquisizione di beni e servizi, per lo svolgimento delle operazioni di pace all'estero. Si potrebbe immaginare, in questa sede, di semplificare una serie di procedure, che magari oggi sono più complicate quando ci si trova ad operare in certi scenari, per far fronte alle urgenti necessità che potrebbero intervenire.
Infine, se mi consente, presidente, faccio un riferimento agli attuali testi in discussione presso questa Commissione, in particolare alle modalità di finanziamento del fondo del MEF per le missioni militari di pace. Nel testo si parla di rinvio alla legge finanziaria, cosa che accade già oggi. In altre parole, la quantificazione del fondo viene fatta attraverso un apposito stanziamento che viene sempre stabilito con apposita norma, ovvero con un articolo della legge finanziaria.
A scanso di equivoci, vorrei fare solo una precisazione: a nostro parere sarebbe poco percorribile l'ipotesi di rinvio alla tabella C della legge finanziaria. Infatti, essendo la tabella C della legge finanziaria una tabella che quantifica gli stanziamenti di leggi di spesa che hanno natura permanente, in realtà le missioni di pace non dovrebbero avere tale natura. In questo senso, noi giudichiamo inappropriato un aspetto di questo tipo. Questa è solo un'osservazione finale, rispetto a quello che ho visto essere il testo.

PRESIDENTE. Sulle procedure contrattuali, lei ha pensato a qualcosa di più specifico?

BIAGIO MAZZOTTA, Direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. No, non c'è


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nulla di specifico. Tuttavia, rispetto alle attuali procedure contrattuali che vengono adottate per l'acquisto di beni all'estero, si potrebbe fare un approfondimento più tecnico, insieme con il Ministero della difesa.

PRESIDENTE. In modo da prevedere una procedura semplificata, in base alle esigenze operative.

BIAGIO MAZZOTTA, Direttore generale del Servizio studi del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato. Esatto. Su questo aspetto, siamo disponibili anche a partecipare a tavoli tecnici di confronto.

PRESIDENTE. Scusandomi per il ritardo iniziale, ringrazio il dottor Mazzotta, che ha fornito, a mio avviso, suggerimenti importanti nell'ambito dell'esame delle proposte di legge oggetto dell'indagine conoscitiva. Ringrazio anche per la documentazione consegnata, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico dell'audizione odierna (vedi allegato).
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 12,50.


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ALLEGATO

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