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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione IV
4.
Martedì 16 dicembre 2008
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Cirielli Edmondo, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ACQUISIZIONE DEI SISTEMI D'ARMA, DELLE OPERE E DEI MEZZI DIRETTAMENTE DESTINATI ALLA DIFESA NAZIONALE, A VENTI ANNI DALL'ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE 4 OTTOBRE 1988, N. 436

Audizione del Segretario generale della Difesa, Generale di corpo d'armata Aldo Cinelli:

Cirielli Edmondo, Presidente ... 3 9 10 11
Cicu Salvatore (PdL) ... 9 10
Cinelli Aldo, Segretario generale della Difesa ... 3 9 10 11
Recchia Pier Fausto (PD) ... 9
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.

COMMISSIONE IV
DIFESA

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 16 dicembre 2008


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE EDMONDO CIRIELLI

La seduta comincia alle 14,05.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
(Così rimane stabilito).

Audizione del Segretario generale della Difesa, Generale di corpo d'armata Aldo Cinelli.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'acquisizione dei sistemi d'arma, delle opere e dei mezzi direttamente destinati alla difesa nazionale, a venti anni dall'entrata in vigore della legge 4 ottobre 1988, n. 436, l'audizione del Segretario generale della Difesa, generale di corpo d'armata Aldo Cinelli.
Gli do la parola per lo svolgimento della relazione.

ALDO CINELLI, Segretario generale della Difesa. La ringrazio molto, signor presidente.
Onorevoli deputati, desidero innanzitutto esprimere un sincero ringraziamento ai membri della Commissione per l'opportunità fornitami di illustrare e approfondire, nella sede istituzionale del Parlamento, i differenti e molteplici aspetti inerenti alle problematiche per l'acquisizione degli assetti destinati alla difesa nazionale, necessari per garantire la completa efficienza e la piena efficacia dello strumento militare.
Dopo la descrizione delle competenze e delle attività del Segretariato generale della difesa, direzione nazionale degli armamenti, nell'ambito del procurement militare, seguita dall'illustrazione del quadro normativo nazionale e internazionale di riferimento, la mia presentazione traccerà il processo di acquisizione, e verrà fatto un cenno agli aspetti della ricerca tecnologica e alle industrie interessate alla produzione degli armamenti. La relazione si concluderà con alcune considerazioni sugli argomenti summenzionati. Nel corso della mia esposizione mi avvarrò del supporto grafico di alcune lastrine di sintesi.
Con l'entrata in vigore della legge 18 febbraio 1997 n. 25 sulla riforma dei vertici militari, il Capo di stato maggiore della Difesa è il responsabile della pianificazione, predisposizione e impiego delle Forze armate nel loro complesso; predispone, sentiti i capi di stato maggiore di Forza armata, la pianificazione generale finanziaria e quella operativa interforze; definisce i conseguenti programmi tecnico finanziari. Coerentemente, il decreto del Presidente della Repubblica n. 556 del 25 ottobre 1999, regolamento di attuazione della citata legge, gli assegna il controllo operativo dei fondi destinati al settore dell'investimento e del funzionamento. Conseguentemente, dallo stato maggiore della Difesa sono formulate le esigenze operative e i relativi requisiti operativi per la successiva trasformazione nelle possibili soluzioni tecniche, individuate e acquisite


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a cura dell'area tecnico-amministrativa che ricade sotto la mia responsabilità.
In questo scenario, in qualità inoltre di Direttore nazionale degli armamenti, ho la specifica responsabilità di individuare e promuovere i programmi di ricerca tecnologica e dello sviluppo, produzione e approvvigionamento dei sistemi d'arma, nel rispetto delle direttive e della pianificazione generale finanziaria definita dal capo di stato maggiore della Difesa.
È, inoltre, mia competenza sostenere la politica degli armamenti in ambito internazionale, sia in seno alle varie organizzazioni di cui l'Italia è membro, sia nei rapporti bilaterali e multilaterali che il nostro Paese intrattiene in questo settore. Per tali ragioni sono, infatti, membro del Consiglio superiore delle Forze armate e del comitato dei capi di stato maggiore e presiedo il comitato consultivo per l'esame dei contratti più importanti in materia di armamenti.
Nell'esercizio delle mie attribuzioni mi avvalgo, quale organo di staff, del Segretariato generale della Difesa e direzione nazionale degli armamenti e, quale braccio operativo, dei direttori generali, la cui azione è da me indirizzata e controllata. In particolare, quattro direzioni generali sono impegnate nello sviluppo, produzione e approvvigionamento degli armamenti terrestri, navali, aeronautici e delle telecomunicazioni, dell'informatica e delle tecnologie avanzate.
Il processo di acquisizione si sviluppa secondo una procedura distinta in tre fasi. Una fase di definizione dell'esigenza e di approvazione politica, di competenza del Capo di stato maggiore della Difesa; una di analisi e valutazione, condotta congiuntamente dallo stato maggiore della Difesa e dal Segretariato; una conclusiva di acquisizione, effettuata dal Segretariato tramite le sue direzioni generali sopra delineate o tramite accordi internazionali gestiti da agenzie di programma - vedi l'OCCAR - o agenzie NATO.
La prima fase prevede, in sintesi, il seguente iter: individuazione della minaccia e definizione dell'esigenza operativa; definizione del requisito operativo preliminare nell'ambito del Comitato di valutazione interforze dei requisiti operativi (COVIRO) nel quale siede un rappresentante del Segretariato generale; sviluppo del requisito operativo definitivo in cui sono individuate le caratteristiche tecniche del sistema destinato a soddisfare le esigenze; definizione del sostegno finanziario da parte del capo di stato maggiore della Difesa; formulazione del parere a cura delle Commissioni difesa del Parlamento (legge Giacchè), ove previsto; approvazione del Ministro della difesa, qualora si utilizzino fonti del bilancio ordinario della Difesa o del Parlamento, nel caso in cui il progetto sia finanziato da una legge speciale.
Per i progetti di contratto di ammodernamento o rinnovamento di valore superiore ai 5 milioni di euro, è prevista in aggiunta l'acquisizione del parere di apposito comitato consultivo connotato dalla presenza di membri esterni all'amministrazione Difesa e presieduto dal Segretario generale. Va precisato che tale procedura è applicata per i programmi sviluppati nell'ambito del bilancio ordinario della Difesa.
Corre l'obbligo di evidenziare, come peraltro già precisato sia dal ministro, sia dal capo di stato maggiore della Difesa nelle precedenti audizioni, che la Difesa usufruisce anche di fondi provenienti dal Ministero dello sviluppo economico per la realizzazione di programmi di specifico interesse nel comparto industriale che possono avere ricadute positive sullo strumento militare. In tale ambito, il rapporto tra Ministero dello sviluppo economico e il Ministero della difesa risponde a un preciso coordinamento concettuale e procedurale, tra esigenze della Difesa e esigenze dello sviluppo tecnologico e industriale.
Completata la finalizzazione del progetto, il requisito operativo definitivo, unitamente al decreto ministeriale di approvazione, viene quindi inviato al Segretariato generale della Difesa che a sua volta affiderà l'espletamento dell'occorrente procedura di acquisizione alla Direzione generale competente, con l'eventuale intervento di gruppi integrati di progetto -


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direzione di programma - composti da rappresentanti dell'area tecnico-operativa e dell'area tecnico-amministrativa.
Formule innovative sono attuate per i programmi più complessi.
Nella fase di analisi e di valutazione, complessivamente la Direzione generale degli armamenti tende alla standardizzazione delle metodologie di gestione delle attività; individua e propone l'integrazione interforze del settore tecnologico e logistico; promuove e sostiene l'industria nazionale nel contesto internazionale; fornisce indirizzi nel campo delle compensazioni industriali, gli offset, e dei ritorni tecnologici soprattutto da parte di Paesi non dell'Unione europea.
Le compensazioni industriali sono di interesse industriale o governative, e si applicano normalmente ai programmi di acquisizione di materiali dei servizi nel settore militare, prevedendo transazioni commerciali che la ditta fornitrice estera è obbligata a corrispondere alle industrie del Paese acquirente.
Sono di tipo diretto quando riguardano beni e servizi relativi allo stesso prodotto previsto dal programma di acquisizione d'origine e di tipo indiretto quando, invece, riguardano beni e servizi diversi da tale prodotto, ma dello stesso livello e valore tecnologico.
La fase di acquisizione, infine, si realizza nel rispetto della normazione nazionale con i previsti procedimenti amministrativi, in cui i criteri della scelta del contraente sono ben definiti e in larga misura dettati dal codice dei contratti che già recepisce le norme comunitarie in vigore.
In particolare, in primo luogo viene accertata l'esistenza dei presupposti per l'eventuale applicazione della deroga prevista dall'articolo 296 del trattato della Comunità europea. La prima condizione è di ordine oggettivo e consiste nella verifica che l'oggetto da acquisire - armi, munizioni, materiale bellico - rientri tra quelli individuati da apposito elenco elaborato dalla Comunità europea in precedenza.
La seconda condizione, recentemente ribadita dalla Commissione europea con la comunicazione interpretativa del 2006, è data dal riscontro di interessi essenziali di sicurezza nazionale, da tutelare attraverso l'applicazione della deroga prevista dall'articolo 296.
Qualora l'esito sia negativo per l'applicazione del sistema derogatorio, le commesse vengono regolate dalle norme relative al mercato interno comunitario, con l'applicazione integrale delle procedure previste dalle direttive comunitarie, così come recepite dal codice dei contratti. In caso positivo, si dà corso alla verifica circa l'applicabilità o meno del codice di condotta dell'Agenzia europea d'armamento: in esso, infatti, sono indicate alcune materie che ne escludono l'applicazione, lasciando liberi gli Stati firmatari di adottare le procedure più rispondenti agli interessi nazionali. Si segnalano, tra le altre, le materie riguardanti la ricerca e tecnologia, il procurement in cooperazione; completano il quadro i materiali per la difesa nucleare biologica e chimica, e gli equipaggiamenti crittografici.
Al di fuori di tale materia, il codice di condotta privilegia la procedura competitiva con gara formale, ovvero negoziata, con pluralità di concorrenti, derogabile solo nei casi specificatamente previsti: pressante urgenza operativa, acquisto di beni e servizi supplementari dal fornitore originario, straordinarie ed impellenti ragioni di sicurezza nazionale.
Il ricorso alla trattativa privata con una sola controparte - procedura non competitiva - è sottoposto a particolari cautele. In ragione della sua eccezionalità, essa deve essere motivata, in modo preciso e circostanziato, con l'enunciazione dei presupposti di fatto e diritto - proprietà di know-how, standardizzazione dei sistemi, prosecuzione di contratti precedenti - dell'iter logico e delle valutazioni che hanno portato all'individuazione del contraente. Inoltre, nella fattispecie, in assenza di una comparazione fra più offerte, l'unica disponibile viene sottoposta ad un giudizio di congruità in cui si procede a valutarne tutti gli elementi, singolarmente e complessivamente considerati.


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Per le procedure competitive, il criterio adottato per la scelta del contraente è quello denominato dell'offerta economicamente più vantaggiosa che prende in considerazione una pluralità di parametri dalla combinazione dei quali emerge l'offerta più conveniente per l'amministrazione.
Per quanto concerne, poi, i progetti di contratto che superano l'importo di 5 milioni di euro, essi devono essere sottoposti al parere preventivo del Comitato consultivo, di cui ho accennato in precedenza, istituito con la legge n. 496 del 1998, la cui caratteristica, al fine di conferire trasparenza ed imparzialità all'azione amministrativa, è costituita dalla composizione che annovera la presenza di soggetti esterni all'amministrazione: magistrati del Consiglio di Stato e della Corte dei conti, ed esperti in materia di analisi dei costi e contabilità industriale.
Le continue ristrettezze di bilancio, comuni a tutti i dicasteri europei, unitamente all'attuale quadro geostrategico che impone l'interoperabilità delle Forze armate nei vari teatri di crisi, ha indotto le maggiori potenze europee a ricercare requisiti comuni con i propri sistemi d'arma, allo scopo di abbattere sia i costi di ricerca e sviluppo, sia quelli di produzione, nonché per assicurare la necessaria interoperabilità.
L'Italia è stata uno dei firmatari di questi consessi ed il Segretariato partecipa come attore principale nella CNAD (Conferenza dei direttori nazionali degli armamenti), massimo organo di consulenza dell'alleanza nel campo della cooperazione sui programmi d'armamento, della standardizzazione dei materiali e del procurement della Difesa; dipende dal Consiglio del Nord Atlantico, che è il principale organismo decisionale della NATO; partecipa, poi, all'OCCAR (Organisation Conjointe de Coopération en matière d'Armement o Agenzia multilaterale di gestione di programmi di cooperazione), nata nel 1998, a cui partecipano, oltre all'Italia, Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. Infine, il Segretariato partecipa alla LOI, lettera di intenti sulla base della quale è stato sottoscritto un accordo quadro nel 2000 con Francia, Gran Bretagna, Germania, Svezia e Spagna, destinato a dare ai Paesi con maggiori componenti industriali - circa il 90 per cento del complesso industriale dell'Unione europea - regole comuni in settori determinanti per la cooperazione.
La nascita dell'Agenzia europea degli armamenti nel corso del Consiglio europeo di Salonicco del giugno 2003, i capi di Stato e di Governo dei Paesi dell'Unione europea hanno dato mandato al Consiglio di creare un'Agenzia europea nel settore dello sviluppo delle capacità di difesa, della ricerca tecnologica, del mercato europeo degli armamenti militari e dello sviluppo di opportunità di cooperazione per gli armamenti.
L'Agenzia europea di difesa è stata ufficialmente creata con l'approvazione di una azione comune, la Council joint action del 12 luglio 2004. La funzione principale dell'Agenzia è quella di fungere da incubatrice di programmi di cooperazione tra le nazioni europee, per acquisire capacità che rispondono alle nuove esigenze operative europee.
Per far ciò, l'Agenzia può condurre in proprio attività di studio e di ricerca finalizzate all'avvio di progetti e programmi di interesse comune per tutti gli Stati membri (cosidddetti progetti di tipo A) a carico di tutti gli Stati membri. Parimenti, l'EDA può creare le condizioni acciocché, ove due o più Paesi desiderino intraprendere attività di cooperazione, questa possa realizzarsi sotto forma di progetti ad hoc a carico dei soli partecipanti (cosiddetti progetti di tipo B).
Con riguardo al processo decisionale, il Comitato direttivo, composto dai Ministri della difesa o loro rappresentanti, assume decisioni secondo il modello a maggioranza qualificata. Esiste, tuttavia, la possibilità di avvalersi del cosiddetto freno di emergenza - emergency break - secondo il quale uno Stato membro può, per seri e comprovati motivi di interesse nazionale, richiedere la discussione, a livello di consiglio, di alcuni punti di particolare rilievo.


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In sostanza, la nascita dell'Agenzia europea di difesa costituisce un'importante opportunità per i Paesi dell'Unione europea in quanto essa contribuisce a conferire rilievo alla prospettiva degli organismi della Difesa europea nell'ambito delle protezioni, e della sicurezza e difesa comune, caratteristica che era mancata nei precedenti tentativi di integrazione europea nel settore.
I risultati di tali consessi si esplicano in programmi internazionali che rappresentano la maggioranza delle nostre attività di procurement. Per essi è prevista l'elaborazione, in stretto coordinamento con il Ministero degli affari esteri, e la sottoscrizione di memorandum of understanding con i Paesi interessati. Essi sono sottoscritti dal Ministro della difesa o dal suo delegato.
Il quadro normativo europeo è tuttora in evoluzione. L'Unione europea, infatti, che rappresenta per il nostro Paese il principale quadro di riferimento strutturale per la convergenza, fattibilità, sviluppo e ottimizzazione delle capacità nazionali nel settore dell'aerospazio e della Difesa, intende sviluppare un'identità europea di sicurezza e di difesa, e richiede una cooperazione tecnologica e industriale che consenta la realizzazione di una struttura industriale integrata e interdipendente, attenuando le barriere protezionistiche interne ai vari Paesi dell'Unione europea, favorendo le fusioni settoriali delle industrie e concentrando le varie capacità nazionali in poli di eccellenza tecnologica.
In tale contesto, nel dicembre 2007, la Commissione europea ha presentato il cosiddetto Defence package che propone misure volte ad incrementare la competitività nel mercato della difesa, limitando i casi di applicabilità dell'articolo 296 e fornendo un regime che tenga conto della specificità del comparto.
Le novità introdotte da tale pacchetto sono specialmente contenute nelle due proposte di direttiva di imminente approvazione da parte del Parlamento europeo, rispettivamente concernenti gli appalti pubblici per i settori della difesa e sicurezza, ed i trasferimenti intracomunitari.
In particolare, la prima direttiva intende promuovere: il rafforzamento del mercato europeo della difesa e la cooperazione tra gli Stati membri, attraverso la confermata possibilità di avvalersi dell'articolo 296 nei limiti della comunicazione interpretativa; il ricorso alle sole procedure più flessibili, anche per garantire la tempestività degli approvvigionamenti quando richiesti; la centralità dei requisiti di interoperabilità richiesti dalla partecipazione alle alleanze internazionali; la tutela della sicurezza delle informazioni e degli approvvigionamenti; la tutela degli accordi internazionali con Paesi terzi ed agenzie internazionali (OCCAR ed agenzie NATO); il rafforzamento della cooperazione tra Stati membri nel settore della ricerca e sviluppo, estesa a tutte le fasi del ciclo di vita dei sistemi d'arma.
Le iniziative assunte in ambito europeo comporteranno una serie di miglioramenti nel campo degli approvvigionamenti militari e comunque connessi alla sicurezza dal punto di vista nazionale. In definitiva, si ritiene che il livello di flessibilità raggiunto nella direttiva degli appalti pubblici di difesa e sicurezza risulti adeguato per tutelare le prioritarie esigenze delle Forze armate e le aree nazionali di eccellenza tecnologica e industriale.
La proposta di direttiva sui trasferimenti intracomunitari di prodotti della difesa, infine, mira ad eliminare molti degli ostacoli burocratici legati alla movimentazione dei prodotti d'armamento in ambito europeo, tramite la definizione di nuove norme di licenza di esportazione, licenza generale, licenza globale, licenza individuale. Nel contempo, tali documenti potranno assicurare la massima omogeneità tra tutti gli Stati membri, limitando il rischio che si creino condizioni diverse per le imprese nazionali a seconda della loro localizzazione.
La direttiva degli ICT, ossia Intra-Community Transfers, consentirà così all'industria della difesa, con le opportune precauzioni, di spostare più agilmente il materiale in Europa con un immediato aumento


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dell'efficienza e diminuzione dei costi. Tale direttiva, oltre a favorire la razionalizzazione e specializzazione dell'industria europea, completerebbe la direttiva sugli appalti pubblici, facilitando la partecipazione di imprese europee ai programmi di acquisto dei Paesi in cui essi sono presenti, evitando pertanto di risultare penalizzante nel confronto con le imprese ivi locate. Il recepimento di tale direttiva, nel quadro del sistema italiano dei controlli sui trasferimenti di materiali d'armamento, comporterà una serie di adeguamenti alla legge n. 185 del 1990, come già modificata nel 2003.
Con riferimento ai maggiori programmi di acquisizione, l'Italia è impegnata in numerose iniziative di sviluppo e di produzione di equipaggiamenti e di sistemi d'arma. Il Segretario generale, oltre a provvedere all'impiego amministrativo dei fondi destinati ai programmi d'armamento, è responsabile dell'indirizzo e del coordinamento di un altro settore di rilevante importanza quale quello della ricerca tecnologica. In tale ambito, nel rispetto delle aree tecnologiche di interesse della Difesa, questo provvede, in ambito nazionale, attraverso la definizione e la gestione del piano nazionale di ricerca militare strettamente correlato con il piano nazionale della ricerca; sul piano internazionale, attraverso la partecipazione ai consessi di Agenzia europea della difesa (LOI, NATO), preposti a coordinare le iniziative nel campo della ricerca, col duplice obiettivo di evitare duplicazioni e ottimizzare l'impiego delle risorse.
Questa specifica attribuzione viene sviluppata in stretto coordinamento con lo stato maggiore della Difesa che definisce le aree tecnologiche prioritarie su cui indirizzare la ricerca. Più in dettaglio, esse sono attualmente raggruppabili in quattro comparti: comando e controllo, coordinamento, computer e informazione; protezione personale e difesa nucleare, biologica, chimica e elettromagnetica; unmanned aerial vehicles, robotica, microelettronica, tecnologia satellitare e sensoristica; veicoli elettrici, balistica, propulsione.
In particolare, una significativa parte delle risorse destinate all'attività di ricerca e sviluppo viene impiegata per le tecnologie duali, in grado di offrire indiscutibili vantaggi tecnologici anche in applicazioni civili di notevole importanza strategica. Più in dettaglio, i settori di ricerca tecnologica nei quali sono sviluppati investimenti a carattere duale sono quelli relativi ai materiali compositi innovativi, microelettronica, navi e veicoli elettrici, radiocomunicazioni digitali, antenne innovative, robotica, sensori ottici e a radiofrequenza, scoperta decontaminazione nucleare biologica e chimica, osservazione e controllo del territorio.
Nel periodo 2001-2008 sono stati concretizzati 510 progetti di ricerca tecnologica militare duale, coinvolgendo la maggior parte delle industrie, università e centri di ricerca nazionale. In particolare, sono stati sviluppati 80 progetti a connotazione duale, e piccole e medie imprese hanno contribuito in maniera significativa partecipando a 186 progetti.
Intendo, ora, fornire un brevissimo cenno relativo all'industria italiana della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza la cui associazione, l'AIAD, costituisce l'interfaccia di riferimento con la Difesa. Associata a Confindustria, è l'organizzazione nazionale di categoria dell'impresa ad alto contenuto tecnologico per produzioni, applicazioni e servizi destinati ai clienti istituzionali o ad essi equiparabili nell'ambito dei sistemi ed equipaggiamenti aerospaziali, terrestri, navali ed elettronici. Le agenzie dell'AIAD sviluppano, in pratica, buona parte della produzione italiana nei rispettivi settori.
Tra i principali gruppi presenti, naturalmente, c'è Finmeccanica. La distribuzione territoriale degli impianti è estesa su gran parte del territorio nazionale e comprende tutti i settori di produzione.
Signor presidente, onorevoli deputati, ho inteso con questa mia presentazione fornirvi una visione di sintesi, auspico chiara, dei soggetti e delle procedure interessati all'acquisizione dei sistemi d'arma destinati alla difesa.


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Da un lato, la molteplicità e la concretezza delle esigenze che lo strumento militare deve affrontare impongono un approccio assolutamente pragmatico nell'adottare le scelte di pianificazione; dall'altro, il ritmo del progresso scientifico e tecnologico richiede una partecipazione attiva di tutti i soggetti interessati e conseguentemente la Difesa deve proporsi come elemento sempre più propositivo, non solo in termini di richiesta ma anche, ove possibile, di orientatore e catalizzatore dei processi.
Lo sviluppo dei maggiori programmi di acquisizione a respiro internazionale è la miglior prova di questo assunto.
La dinamica contrapposta tra domanda e offerta va spesso superata, adottando, nel pieno rispetto dei ruoli e delle responsabilità, un approccio sereno e cooperativo con il comparto produttivo e della ricerca. Da ciò emerge la dimensione sopranazionale e internazionale dell'azione del procurement militare, necessariamente non più limitato ai confini nazionali, ma pienamente protagonista dello scenario europeo e transatlantico.
Resto a disposizione della Commissione per ogni approfondimento che si ritenesse necessario.

PRESIDENTE. Ringrazio il Generale Cinelli.
Avverto che alle 15 dovremo concludere l'audizione per concomitanti votazioni in Aula.
Do la parola ai colleghi che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

PIER FAUSTO RECCHIA. Vorrei porre una domanda brevissima.
Ringrazio il generale; attraverso lo svolgimento di questa indagine conoscitiva stiamo più o meno chiarendo alcuni punti relativi ai sistemi d'arma e così via.
Vorrei chiederle se la Segreteria generale compie una valutazione sul rapporto tra costi e benefici dei programmi, in particolare in relazione al fatto che spesso le condizioni cambiano in corso d'opera. Ad esempio, è successo che per mancanza di risorse alcuni programmi siano stati spostati in avanti; quindi, in qualche modo, sicuramente crescono i costi e forse diminuiscono i benefici. Vorrei, dunque, capire se a quel punto siamo prigionieri del programma, oppure, qualora si valutasse che il rapporto tra costi e benefici non è soddisfacente, è possibile tornare indietro.

ALDO CINELLI, Segretario generale per la Difesa. Onorevole, ciò che lei chiede riguarda un aspetto molto sentito. C'è da tener presente che questi adeguamenti dei costi, e quindi la comparazione costi-benefici, in funzione anche della lunghezza del programma, è un aspetto che viene tenuto in conto.
Inoltre, come Segretariato, noi diventiamo l'elemento che memorizza l'andamento del programma; quella, poi, di uscire o di entrare nel programma è una responsabilità dello stato maggiore della Difesa, che, nel quadro generale delle esigenze della difesa, assegna o cambia le priorità a quei programmi che potrebbero avere avuto degli slittamenti o avrebbero avuto dei costi eccessivi. C'è, dunque, questo controllo; non si procede a testa bassa e si porta a termine il programma solo perché lo si è iniziato.
Una delle attività che sono già in corso, ma che svolgeremo nei prossimi mesi, è quella di mettere a punto le priorità con le disponibilità per il prossimo 2009; ci sono già alcuni programmi che slitteranno ai prossimi anni, naturalmente con alcune conseguenze, ovvero quelle dovute all'aver sottoscritto dei memorandum con altri Paesi.
Tuttavia, in linea di massima, questa è la linea che seguiamo.

SALVATORE CICU. Ringrazio il generale Cinelli per l'approfondimento che ci ha offerto. Vorrei fare una considerazione e porre una domanda.
Secondo me è molto importante il passaggio che ci vede sempre più inseriti in un contesto europeo e che guarda, in maniera particolare, alla eliminazione delle burocrazie. Mi rendo conto, infatti, in maniera importante, di quanto sia sempre


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più necessario avviare un percorso che attivi un meccanismo di confronto, ma anche di interazione e di un linguaggio comune che sempre di più diventa necessario all'interno del sistema europeo.
Nello stesso tempo, mi rendo conto anche del fatto che la credibilità della nostra industria - lasciatemi passare questo termine - diventa sempre più importante nel momento in cui i nostri progetti vanno a buon fine e realizzano, poi, anche quello che diceva il collega Recchia. In altre parole, il compito della Commissione, e quindi del Parlamento, dovrebbe essere anche quello di compiere questo tipo di valutazione nel momento in cui vengono effettuati dei tagli o nel momento in cui ci sia una programmazione di risorse da destinare, perché si tratta di un programma che non riguarda solo l'efficacia del servizio che noi rendiamo al Paese rispetto alle missioni di pace o alla difesa del Paese, ma è un servizio che realizziamo come sistema complessivo tra industria e Difesa.
Sono stato in missione diverse volte in Cina e in tali occasioni, nel momento in cui la Difesa partecipava, limitatamente agli aspetti che le competevano, per far sì che si concretizzassero le condizioni necessarie all'ingresso delle nostre industrie soprattutto nel settore civile, mi sono reso conto che era sì importante l'azione del Ministero delle attività produttive, ma era molto più importante la credibilità di quello che, nel nostro Paese, era già stato concretizzato come modello di sistema d'arma.
Tuttavia, al di là di queste considerazioni velocissime - mi sarebbe piaciuto approfondire alcuni aspetti - lei ha citato, nella parte relativa ai programmi, il fatto che uno è affidato a trattativa privata e uno, invece, è assegnato tramite procedura competitiva. In quale percentuale questo avviene, a livello statistico? Glielo chiedo solo per capire in che modo poi si esplica questa assegnazione.

ALDO CINELLI, Segretario generale della Difesa. Onorevole Cicu, come le dicevo, la procedura a trattativa privata non rappresenta la generalità delle modalità adottate nell'ambito di queste attività di procurement, ma è dettata da alcune condizioni ben precise e ristrette, ovvero il fatto di avere già la maggioranza di quei mezzi, in termini generali, che sono della tipologia necessaria. In alcuni casi, non si può cambiare la logistica per andare su una trattativa formale aperta, ma è necessario continuare con quella produzione, perché abbiamo già tutti i mezzi di quel sistema; in tali casi, dunque, si procede a trattativa privata.
Nella trattativa privata, come le ho detto, c'è una attività svolta dalla Direzione generale che deve stabilire e verificare la congruità del prezzo. Una volta stabilito il prezzo, la pratica passa al comitato consultivo di cui fanno parte un magistrato della Corte dei conti, un magistrato del Consiglio di stato e due esperti esterni, i quali verificano che l'operato della Direzione generale sia in linea con il sistema e con il prezzo che viene offerto dalla ditta.
La trattativa privata, direi, è in minoranza rispetto a tutte le altre trattative perché è soltanto una specificità per ottenere un certo prodotto. Non sono in grado di riferire quale sia la percentuale, ma si tratta di casi limitati.

SALVATORE CICU. Vi sono alcune regioni a statuto speciale dove l'ordinarietà ha superato la specialità, quindi mi interessava capire se anche nei nostri sistemi di trattativa questo fosse avvenuto.

ALDO CINELLI, Segretario generale della Difesa. Come dicevo, mi riservo di farvi avere i dati che lei chiedeva; tuttavia, nell'ambito di tutte le attività che noi svolgiamo, questa è una piccola parte e costituisce una specificità per rispondere a certe nostre necessità.

PRESIDENTE. Signor generale, mi scusi, vorrei porle una domanda, visto che lei vi ha accennato. Relativamente all'investimento tecnologico, il Ministero della difesa, tramite le Forze armate o, meglio, tramite il Segretario generale della Difesa,


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compie qualche azione diretta, oltre a influenzare la direzione strategica della ricerca delle industrie? Impegna direttamente risorse in direzione dell'investimento tecnologico? E in che maniera?

ALDO CINELLI, Segretario generale della Difesa. Diciamo che negli ultimi anni, dal 2001 al 2006, l'andamento del budget per la ricerca è stato di circa 115 milioni di euro. Nel 2007 si è abbassato a 59 milioni di euro; nel 2008 è stato 51 milioni di euro.
Come le dicevo, ci sono alcune aree in cui l'indirizzo della ricerca della Difesa è ben definito - adesso non vorrei dimenticarne qualcuna - sia in ambito nazionale, sia in ambito europeo. In quest'ultimo ambito, partecipiamo a quei programmi che, come ho accennato, sono nell'Agenzia europea di difesa; in ambito nazionale, siamo coinvolti in alcuni progetti quali la sensoristica, i radar di scoperta, le comunicazioni.
Pertanto, i fondi destinati alla Difesa vengono spesi per attività che sono in parte nell'ambito della ricerca dell'Unione europea e in parte nell'ambito della ricerca nazionale.

PRESIDENTE. Ringrazio il generale Cinelli.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14,40.

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