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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione IV
3.
Mercoledì 19 ottobre 2011
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Cirielli Edmondo, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RECLUTAMENTO DEL PERSONALE MILITARE DEI RUOLI DELLA TRUPPA A DIECI ANNI DAL DECRETO LEGISLATIVO N.215 DEL 2001

Audizione del Capo I Reparto dello stato maggiore della Marina, Contrammiraglio Pietro Luciano Ricca:

Garofani Francesco Saverio, Presidente ... 3 8 9 10
Di Stanislao Augusto (IdV) ... 8
Gidoni Franco (LNP) ... 8
Recchia Pier Fausto (PD) ... 8
Ricca Pietro Luciano, Capo del I Reparto dello stato maggiore della Marina ... 3 9

ALLEGATO: Documentazione consegnata dal Capo del I Reparto dello stato maggiore della Marina, Contrammiraglio Pietro Luciano Ricca ... 11
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Italia dei Valori: IdV; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): PT; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A.

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COMMISSIONE IV
DIFESA

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 19 ottobre 2011


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE EDMONDO CIRIELLI

La seduta comincia alle 15,15.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO SAVERIO GAROFANI

Audizione del Capo I Reparto dello stato maggiore della Marina, Contrammiraglio Pietro Luciano Ricca.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul reclutamento del personale militare dei ruoli della truppa a dieci anni dal decreto legislativo n. 215 del 2001, del Capo del I Reparto dello stato maggiore della Marina, contrammiraglio Pietro Luciano Ricca. Prima di iniziare l'audizione intendo ringraziare per la partecipazione anche il capitano di fregata Marco Cherubini del 7o Ufficio del I Reparto dello stato maggiore della Marina e il capitano di fregata Giovanni Rizzo del 4o Ufficio dell'Ispettorato delle scuole.
Nel dare quindi la parola al contrammiraglio Ricca per la sua relazione, lo ringrazio anche per la documentazione che ci ha consegnato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato).

PIETRO LUCIANO RICCA, Capo del I Reparto dello stato maggiore della Marina. Signor presidente, onorevoli deputati, ringrazio innanzitutto per l'opportunità che mi è offerta di rappresentare in questa autorevole sede istituzionale un punto di situazione su un tema di particolare attualità quale il reclutamento del personale militare della truppa.
Il decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, ha determinato l'avvio del processo di trasformazione dello strumento militare prevedendo la progressiva riduzione delle dotazioni organiche da 230.000 unità, di cui 40.000 per il personale della Marina, sino a complessive 190.000 unità, di cui 34.000 per il personale della Marina, da conseguirsi entro il 1o gennaio 2021, termine stabilito per la realizzazione del modello professionale, previsto dalla stessa legge.
La dotazione organica della Marina è, quindi, di 34.000 unità. Il numero degli ufficiali è pari a 4.500, mentre i sottufficiali sono 13.576, di cui 7.952 marescialli e 5.624 sergenti. Ci sono poi 15.924 volontari di truppa, di cui 10 mila volontari in servizio permanente e 5.924 in ferma prefissata.
Prima dell'entrata in vigore della legge 23 agosto 2004, n. 226, nel periodo in cui hanno convissuto leva e professionale, il personale volontario della truppa era costituito da tre figure professionali: i volontari in ferma annuale (VFA), tratti da un bacino di giovani che decidevano di assolvere gli obblighi di leva - a quel


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tempo ancora attiva - prestando un anno di servizio retribuito nelle Forze armate, con possibilità di impiego anche all'estero nell'ambito di operazioni a bassa intensità; i volontari in ferma breve (VFB), reclutati attraverso una procedura interforze e interministeriale con una ferma triennale e con possibilità di transito al termine della stessa, in una aliquota minoritaria, nel ruolo di volontari in servizio permanente ovvero nelle carriere iniziali delle forze di polizia (per tale categoria di volontari sono state previste forme di assistenza e promozione per agevolare l'inserimento nel mercato del lavoro privato del personale non immesso nel servizio permanente); infine, i volontari in servizio permanente (VSP), tratti attraverso una procedura di selezione dai volontari in ferma breve che avevano precedentemente optato per tale immissione.
Durante i primi anni della «professionalizzazione», dal 2001 al 2005, mentre i reclutamenti dei volontari in ferma annuale consentivano, grazie alla celerità delle procedure, di soddisfare le esigenze connesse alla leva, quelli dei volontari in ferma breve non garantivano a tutto il personale uno sbocco occupazionale certo nelle Forze armate ovvero in quelle di polizia.
Con l'entrata in vigore della legge 23 agosto 2004, n. 226, oggi confluita nel codice dell'ordinamento militare, sono state introdotte due nuove categorie dei volontari: i volontari in ferma prefissata di un anno (VFP1), in sostituzione dei volontari in ferma annuale, e i volontari in ferma prefissata quadriennale (VFP4), in sostituzione dei volontari in ferma breve, il cui bacino di provenienza è costituito esclusivamente dai volontari in ferma prefissata di un anno (VFP1). La stessa legge ha, inoltre, modificato in aumento il numero dei volontari in servizio permanente, portandolo per la Marina militare da 9.400 a 10.000 unità, e ha contestualmente diminuito quello dei volontari in ferma prefissata, riducendolo da 6.524 a 5.924 unità complessive.
Per entrambe le figure di volontari, istituite da quest'ultima norma, è stata prevista la possibilità di rafferma rispettivamente di un anno per i volontari in ferma prefissata annuale e di due anni per i volontari in ferma prefissata quadriennale, rinnovabile per questi ultimi di un ulteriore biennio.
Inoltre, ulteriore importante innovazione introdotta è stata la previsione dello svolgimento della ferma volontaria annuale quale condizione per il successivo accesso alle carriere iniziali delle Forze armate e delle forze di polizia, rendendo di fatto più appetibile la nuova architettura del reclutamento.
Il conseguimento degli obiettivi numerici fissati nel modello professionale veniva subordinato a una progressiva e significativa riduzione dei marescialli, in considerazione della cospicua eccedenza nel ruolo, nonché a un graduale incremento dei sergenti, dei volontari in servizio permanente e di quelli in ferma prefissata. L'incremento per questi ultimi doveva inizialmente compensare la carenza del personale di leva in previsione dell'anticipo della sospensione di tale servizio dal 1o gennaio 2005, previsto dalla modifica apportata dalla citata legge n. 226.
Il processo graduale di trasformazione dello strumento professionale, pur realizzando l'obiettivo numerico delle 34.000 unità per la Marina dal 1o gennaio 2007, ha tuttavia incontrato concrete difficoltà per il conseguimento dei volumi organici previsti per ciascun ruolo. Tale difficoltà è stata determinata da un'incompleta attuazione dei provvedimenti previsti dal legislatore per ridurre i ruoli in eccedenza, attraverso il transito negli organici del personale civile della Difesa o di altre amministrazioni ovvero attraverso il collocamento anticipato in ausiliaria e in quiescenza, nonché a causa delle contrazioni di ordine finanziario che hanno interessato il citato modello professionale.
La situazione attuale vede per la Marina la presenza di 6.304 volontari in servizio permanente, rispetto alle 10.000 unità di dotazione organica prevista, e di 4.216 volontari in ferma prefissata, di cui


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3.167 volontari in ferma quadriennale e 1.049 volontari in ferma annuale, rispetto alle 5.924 unità complessive previste.
La Forza armata recluta i volontari in ferma prefissata annuale (VFP1) presso il Centro di selezione, addestramento e formazione del personale volontario (Maricentro), ubicato a Taranto. Prima delle attività di selezione e di reclutamento del personale volontario vengono svolte dalla Forza armata attività promozionali specifiche, gestite dall'Ufficio per la comunicazione della Marina. Tali attività promozionali sono effettuate sull'intero territorio nazionale, privilegiando tuttavia le regioni del centro e nord Italia per incentivare il numero delle domande di partecipazione dei giovani nelle aree geografiche dove la Marina è istituzionalmente meno rappresentata.
Tali attività utilizzano differenti forme di promozione attraverso campagne pubblicitarie (TV, radio, carta stampata, web, circuiti cinematografici e pubblicità veicolare), partecipazione a circuiti di orientamento post diploma, conferenze illustrative presso gli istituti scolastici di secondo grado, mostre, istituzioni promozionali in coincidenza di eventi istituzionali di Forze armate o esterni (come ad esempio il salone nautico di Genova) e con l'uso del centro mobile informativo. Dal 2001 al 2005 le risorse disponibili hanno consentito di svolgere l'attività promozionale, anche con il sostegno delle citate campagne pubblicitarie, per quasi tutte le tipologie di concorsi, mentre nel periodo successivo sono state svolte limitatissime attività ed esclusivamente con risorse interne.
La selezione e il reclutamento del personale volontario in ferma prefissata annuale della Marina avviene mediante procedure delegate al citato centro di selezione dalla Direzione generale per il personale militare (Persomil), dalla presentazione delle domande fino alla compilazione delle graduatorie approvate con decreto dirigenziale dalla predetta Direzione generale. Successivamente il Centro provvede a convocare i candidati risultati idonei, traendoli dalla graduatoria approvata fino al completamento dei numeri previsti.
Una volta incorporato, il personale svolge un programma di formazione di base della durata di cinque settimane, che ne consente anche l'impiego a bordo delle unità navali. Il predetto periodo formativo è finalizzato a impartire ai suddetti volontari la formazione etica, militare e marinaresca, sviluppando le specifiche attitudini necessarie per poter assolvere, presso le destinazioni di servizio, le mansioni richieste per tale figura professionale, che sono prettamente di natura logistica e di difesa delle installazioni militari. A tali militari viene attribuita la categoria «supporto e servizio amministrativo-logistico» e la specialità «marinai».
La progressiva contrazione delle risorse finanziarie stanziate per la «professionalizzazione» ha comportato una riduzione dei reclutamenti di personale. A partire dal 2007 la Forza armata ha dovuto rinunciare a raffermare i volontari in ferma prefissata annuale e in ferma breve. Tale contrazione delle risorse, proseguita anche negli ultimi anni, determinerà, stando alle attuali previsioni, la completa rinuncia al reclutamento del personale VFP1 nell'anno 2012.
Per quanto concerne l'analisi dei dati sul reclutamento dei VFP1, dopo un iniziale comprensibile picco di domande ricevute durante i primi anni di reclutamento, dovuto all'effetto novità, e una fisiologica successiva riduzione, l'andamento degli ultimi anni evidenzia comunque un trend in crescita, che ha raggiunto nell'anno in corso il rapporto di 8 a 1 tra il numero delle domande presentate e il numero dei posti previsti, dovuto potenzialmente anche alla crisi di offerta lavorativa nel mondo civile. I valori indicati nelle slide proiettate sono comprensivi anche del personale nocchiere di porto.
Il personale VFP1 al termine della ferma annuale, come detto in precedenza, costituisce oggi il naturale bacino di alimentazione dei volontari in ferma prefissata quadriennale (VFP4). Il bando di


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concorso dei volontari in ferma prefissata quadriennale, emanato dalla Direzione generale per il personale militare, prevede i requisiti necessari e le fasi in cui si articola la procedura concorsuale, che per la Marina include, oltre alla prova di selezione culturale presso il Centro di selezione e reclutamento nazionale dell'Esercito di Foligno, accertamenti presso il Centro di selezione di Ancona dell'idoneità fisio-psico-attitudinale, comprensivi delle prove di efficienza fisica, nonché la valutazione dei titoli, effettuata dalla Commissione preposta alla valutazione e nominata da Persomil.
Per quanto concerne i dati sul reclutamento dei VFP4, si può notare come il numero delle domande di partecipazione sia rimasto pressoché costante nel corso degli anni, attestandosi su un rapporto di circa 5 a 1 tra il numero delle domande presentate dai VFP1 e i posti previsti dal concorso. Tale rapporto risulta incrementato nell'anno 2010 (circa 7 a 1), con un trend in crescita anche nell'anno 2011 (8 a 1) dovuto principalmente alla riduzione del numero dei posti messi a concorso. I succitati rapporti di selezione consentono un adeguato livello di selezione del personale.
Il personale utilmente collocato in graduatoria, ultimato il servizio quale volontario in ferma prefissata annuale, viene ammesso con decreto dirigenziale della Direzione generale alla ferma quadriennale. Per la Marina in tale fase avviene l'attribuzione della categoria-specialità, che determinerà per l'interessato scelte di impiego e la progressione di carriera. Infatti, già dalle prime fasi di formazione il personale viene destinato, in funzione della categoria-specialità, presso gli istituti di formazione di Taranto, La Maddalena e presso il Comando delle forze da sbarco di Brindisi (COMFORSBARC) esclusivamente per il personale per il quale è prevista l'assegnazione della categoria-specialità «fuciliere di Marina».
Il ciclo formativo e di impiego per tale personale prevede un corso di formazione professionale della durata di sei mesi, orientato a far acquisire le conoscenze professionali nell'ambito delle categorie-specialità di assegnazione, seguito da un tirocinio pratico individuale della durata di tre mesi presso la prima sede di destinazione e, quindi, dall'impiego definitivo. Il predetto periodo formativo ha lo scopo di fornire al volontario in ferma prefissata quadriennale la formazione di base nell'ambito della categoria-specialità di assegnazione, completare la formazione etico-militare e marinaresca appresa durante il precedente iter di formazione in qualità di VFP1 nonché di fare acquisire una preparazione di base in termini di sicurezza del personale (primo soccorso elementare, sopravvivenza e salvataggio in mare) in accordo con la convenzione IMO STCW95.
Ultimato il periodo di ferma ed eventualmente al termine di ogni anno della rafferma, il personale volontario in ferma prefissata può transitare nel ruolo di volontario in servizio permanente. La procedura di transito è regolata da una specifica circolare emanata da Persomil che prevede i requisiti di partecipazione, la conferma del mantenimento del possesso dell'idoneità psico-fisica e una valutazione dei titoli posseduti e del rendimento espresso nel periodo della ferma. Il VFP4 costituisce, pertanto, la porta di accesso al ruolo del servizio permanente. Conseguentemente le immissioni dei volontari in ferma prefissata sono calibrate in modo coerente all'alimentazione effettiva del ruolo dei volontari in servizio permanente, consentendo verosimilmente a tutti i volontari in ferma prefissata in servizio il passaggio a tale ruolo superiore. Il VFP4 è, quindi, calibrato per un transito verosimilmente totale verso i VSP.
Nel periodo 2006-2010 la Marina ha inoltre bandito, stante la carenza nell'organico del ruolo del personale di truppa in servizio permanente, oltre alle ordinarie procedure di transito, quattro concorsi straordinari dando l'opportunità di immissione nel ruolo alle migliori professionalità di volontari in ferma breve provenienti dal precedente ordinamento, ossia quello precedente la legge n. 226: 823 unità appartenenti al Corpo degli equipaggi militari


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marittimi e 373 nocchieri di porto che non erano stati assorbiti attraverso le citate procedure ordinarie.
L'iter formativo propedeutico all'impiego nel ruolo di volontari in servizio permanente ha lo scopo di completare la preparazione professionale, acquisita dai volontari in ferma prefissata nei precedenti momenti formativi e nell'impiego, propedeutica a far assolvere al personale i compiti e a far assumere le responsabilità tecniche e professionali connesse con la categoria-specialità di appartenenza e con la figura professionale di volontario in servizio permanente. Tale iter prevede un corso di aggiornamento professionale della durata di tre mesi, svolto presso gli istituti di formazione di Taranto e La Maddalena, nonché presso il Comando delle forze da sbarco di Brindisi per il personale della categoria-specialità «fuciliere di Marina».
Per le categorie-specialità alimentate attraverso bandi interni, come gli incursori e i palombari, è attualmente prevista la frequenza del corso presso il comando di appartenenza. Successivamente a tale corso, sempre per le categorie-specialità operative e tecniche ne viene svolto uno ulteriore di qualificazione della durata di circa tre mesi presso il Centro di addestramento aeronavale della Marina militare (Maricentad) di Taranto, il cui scopo è quello di fornire al personale le conoscenze per la qualificazione di «manutentore di primo livello e operatore». Al termine dei citati corsi formativi è previsto un tirocinio di qualificazione della durata di sei mesi presso la destinazione di impiego, al termine del quale il personale consegue la qualificazione di «manutentore di primo livello e operatore».
Analizzando i dati sul livello di istruzione del personale volontario in ferma prefissata annuale reclutato nella Forza armata, emerge la presenza di una cospicua percentuale di diplomati (72 per cento) a fronte di una minore presenza di personale in possesso della licenza media (27 per cento) e della laurea (1 per cento). I dati sul livello di istruzione del personale volontario in ferma prefissata quadriennale evidenziano, invece, la presenza di una percentuale maggiore di diplomati (92 per cento) a fronte di una minore presenza di personale in possesso della licenza media. Il dato relativo al personale in possesso della laurea risulta, invece, costante (1 per cento).
Esaminando i dati sulla distribuzione geografica del personale volontario di truppa attualmente in servizio nella Forza armata, emerge la sostanziale conferma che la provenienza è fondamentalmente dalle regioni meridionali e dalle isole (90 per cento), con una minore percentuale che interessa le regioni del centro (6 per cento) e del nord (4 per cento). Tali percentuali sono sostanzialmente allineate a quelle relative alla provenienza delle singole categorie di personale della truppa (VFP1, VFP4 e VSP).
Nel frattempo la Marina, data la situazione finanziaria che, come ho detto, sta influenzando l'implementazione del professionale, ha avviato un processo di razionalizzazione delle risorse, che tiene conto dell'evoluzione tecnologica dei nuovi mezzi acquisiti e in fase di acquisizione, e ha adottato provvedimenti ordinativi volti a ridurre la suddivisione del personale in categorie-specialità mediante accorpamenti e soppressioni, in modo da attualizzare il sistema mediante l'introduzione di elementi di flessibilità, rendendo in sintesi meno rigido l'impiego del personale stesso.
Accennerò brevemente al servizio militare femminile, che nella Marina è diventato realtà con i primi arruolamenti avvenuti nell'anno 2000. L'arruolamento in Forza armata di tale personale ha comportato alcuni cambiamenti connessi alla contestuale trasformazione del sopradescritto modello interamente professionale.
Nella Marina, i reclutamenti del personale femminile sono avvenuti in modo graduale - inizialmente negli ufficiali, a seguire nel ruolo dei marescialli e infine in quello della truppa - per soddisfare l'esigenza di costituire inizialmente un nucleo di personale femminile più anziano come grado, in possesso di sufficiente esperienza da poter impiegare nella fase di formazione


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e addestramento del personale femminile più giovane. In particolare, nel 2000 sono state arruolate circa 50 donne nella categoria degli ufficiali, alle quali sono seguite nel 2001 circa 60 donne appartenenti al ruolo marescialli. Infine, nel 2004 hanno avuto inizio anche i primi reclutamenti del personale di truppa con circa 160 donne.
Inizialmente, per l'accesso del personale femminile nelle Forze armate, sono state stabilite delle aliquote massime percentuali del 20 per cento per tutti i corpi, i ruoli e le categorie per consentire graduali adeguamenti, soprattutto da un punto di vista infrastrutturale, prevedendo sistemazioni logistiche adeguate. A partire dall'anno 2006 le citate aliquote sono state rimosse, consentendo pertanto un reclutamento indifferenziato a favore del personale femminile. Attualmente, per la Marina, su 32.286 unità complessive di militari presenti, 1.032 unità sono costituite da personale femminile (242 ufficiali, 125 marescialli, 2 sergenti e 663 volontari di truppa), di cui 450 sono imbarcate a bordo delle unità navali delle basi di Taranto, Brindisi, La Spezia e Augusta.
A riguardo, a fronte di 6.304 volontari in servizio permanente, vi è una presenza complessiva di 169 donne in servizio permanente, con una percentuale del 2,7 per cento, mentre, a fronte dei 4.216 volontari in ferma prefissata, il personale femminile si attesta su 494 unità, con una percentuale di presenza dell'11,7 per cento.
Signor presidente, onorevoli deputati, con questo ho terminato e rimango a disposizione per eventuali domande e approfondimenti.

PRESIDENTE. Ringrazio il contrammiraglio per la completezza della relazione.
Do ora la parola ai colleghi che vogliano porre quesiti o svolgere osservazioni.

FRANCO GIDONI. Ringrazio il contrammiraglio per la esaustiva relazione.
Vorrei innanzitutto chiedere se fosse possibile avere copia delle tabelle richiamate, dal momento che non risultano nell'allegato.
Vorrei, poi, porre alcune brevi domande. Nel modello, al 2021 sono previsti 7.952 marescialli; oggi ne avete in organico ancora 13.291. Poiché questo elemento è emerso anche in altre audizioni, vorrei chiederle se, secondo voi, è pensabile raggiungere quella cifra nel 2021 oppure se per quella data il numero di marescialli in organico sarà ancora considerevole e occorrerà intervenire con scivoli o incentivi per consentire il transito di queste figure professionali - per esempio, ad altre amministrazioni dello Stato - e alleggerire così il peso per la Marina.
Non mi pare di aver visto, o mi è sfuggito, il dato relativo alla stabilizzazione del personale che transita da VFP4 a volontario in servizio permanente.
Da ultimo, vorrei sapere se la Marina prevede, o ha in previsione, corsi qualificanti e formativi per il personale che non sarà impiegato in servizio permanente - penso ad esempio ai VFP4 che non transitano nel servizio permanente - per aiutarne l'inserimento nel mondo del lavoro, eventualmente attraverso il conferimento di titoli o specializzazioni aggiuntivi rispetto alle professionalità che avevano all'inizio.

PIER FAUSTO RECCHIA. Anch'io ringrazio il contrammiraglio.
La mia prima domanda è molto simile a quella posta dal collega Gidoni. Volevo chiederle di fornirci, in base alla sua esperienza, un bilancio e una valutazione, a dieci anni dalla modifica del sistema di reclutamento, sul funzionamento del modello a 190.000 unità, sia in termini di qualità sia soprattutto in termini di quantità rispetto ai compiti e agli obiettivi richiesti alle Forze armate e, nello specifico, alla Marina.
Inoltre, vorrei sapere come ha funzionato, a suo giudizio, il rapporto tra i diversi ruoli (ufficiali, sottufficiali e truppa) e se lo ritiene squilibrato in relazione anche agli obiettivi finali.

AUGUSTO DI STANISLAO. Vorrei porre la prima domanda per inquadrare dal punto di vista storico il tema della


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Marina e capire che rapporto c'è oggi tra vocazione e professione.
Lascio aperta la domanda perché io ho un'idea al proposito.
Sul tema del reclutamento, poi, le chiedo se esso corrisponda ai reali bisogni della Marina. A dieci anni di distanza dalla riforma, voi avrete un'idea del quadro generale. Vi ha aiutato a essere più efficaci, più efficienti e più organizzati e a rappresentare un modello di livello europeo rispetto ai reali bisogni che nascono dentro e fuori l'Italia?
In ultimo, con riguardo al tema del reclutamento femminile, in base ad alcuni dati mi pare che nell'accesso graduale ai livelli successivi si perdano delle opportunità. Credo che sul tema delle pari opportunità ci sia qualche carenza.
Vorrei dei chiarimenti perché le pari opportunità riguardano le donne, ma anche un'apertura che deve avere una base sia culturale sia professionale sia economica.

PRESIDENTE. Ringrazio i colleghi intervenuti e do la parola al contrammiraglio Ricca per la replica.

PIETRO LUCIANO RICCA, Capo del I Reparto dello stato maggiore della Marina. Ci sono alcune domande abbastanza «ghiotte», come quella su vocazione e professione, per rispondere alle quali occorrerebbe tanto tempo.
Una valutazione di questo genere non si può fare in così breve tempo. Il fatto stesso che molti ragazzi accedano in Marina, dove le condizioni di impiego, soprattutto a bordo, sono del tutto particolari, ci fa sempre sperare che esista una spinta motivazionale diversa dalla sistemazione professionale, nel senso più brutale del termine.
Questo lo vediamo nell'impiego. Il mio collega responsabile dell'impiego e i rappresentanti della squadra navale potranno fornirvi un dato più concreto perché hanno il polso della situazione. Per quanto ho visto io come comandante di unità, i giovani che vengono in Marina hanno ancora oggi una grande spinta. Forse all'inizio non sono così convinti, come non lo erano tutti i diciottenni, incluso il sottoscritto, quando entravano in Marina, ma la loro convinzione si rafforza via via, facendo parte di una squadra e vivendo sulla stessa barca. Lo spirito di corpo, cioè la condivisione degli spazi, delle attività e delle esperienze, rappresenta un fattore motivante ancora oggi molto forte nei giovani.
Il discorso relativo al personale femminile è abbastanza semplice. Forse l'indicazione offerta dai numeri è fuorviante perché sembrerebbe che le donne non abbiano opportunità di transito. In realtà le opportunità sono completamente aperte. Il dato numerico che può saltare gli occhi è quello relativo ai sergenti, e penso che l'onorevole Di Stanislao si riferisse a questo. Siccome si diventa sergenti attraverso un percorso che parte dai VFP1, avviato solo nel 2004, i sergenti donna sono ancora pochissimi. Noi speriamo di ripianare quello 0,05 per cento con una percentuale più consona. Negli ufficiali c'è già una «regimazione» e siamo intorno al 5,4 per cento.
Nel passaggio al servizio volontario permanente interviene una riflessione legata alla vocazione e soprattutto alle condizioni della propria vita, a ciò che si vuole come persone. Le valutazioni delle donne sono diverse, tanto più considerato che si accede al servizio permanente in una fascia d'età «particolare», intorno ai ventinove anni. In taluni casi, quella nella Forza armata viene giudicata una bella esperienza da abbandonare, però, a vantaggio di un'altra sistemazione più comoda o che consenta una vita familiare più agevole e tranquilla.
Per quanto riguarda, invece, l'organico e la sua capacità di soddisfare le esigenze della Marina, il modello non si è realizzato, quindi non abbiamo un quadro chiaro della situazione. Come previsto dalla legge, si dovrebbe entrare a regime nel 2021, ma attualmente la mancata fuoriuscita del personale in esubero in ruoli quale quello dei marescialli, che evidentemente rappresenta una sacca di organico


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in eccesso (i numeri lo dimostrano), non consente di avere l'idea di un raggiungimento proporzionale e lineare dell'obiettivo a quella data.
In un certo senso viviamo una contingenza continua e, come i miei colleghi responsabili dell'impiego potranno meglio delineare, esistono difficoltà dovute al fatto che il maresciallo dovrà sopperire alla carenza di volontari in servizio permanente sottoposti. Questo si aggiunge alla difficoltà, a causa delle scarse disponibilità economiche, di alimentare correttamente dal basso l'organico in servizio. Dire che siamo soddisfatti e che il modello è completamente adeguato, in una situazione fluida e in divenire in cui le criticità sono manifeste, è complicato.
Per quanto riguarda la domanda dell'onorevole Gidoni, invece, il transito da VFP4 a VSP, dal punto di vista teorico, il passaggio è lineare. Noi privilegiamo la selezione nel passaggio da VFP1 a VFP4. Non vogliamo infatti perdere né le professionalità acquisite né le spese sostenute per la formazione di entrambe le categorie, né tanto meno il bagaglio di esperienza professionale per quella categoria-specialità maturata a bordo o negli enti di terra.
Nel ruolo di VFP4 gli uomini acquisiscono competenze in categoria-specialità. Si tratta, quindi, di personale professionista, direi quasi col marchio. Poiché vogliamo che il passaggio sia indolore, lo calibriamo in modo che il taglio avvenga nella prima fase e che l'accesso al servizio permanente sia lineare o meglio cilindrico. Le uscite possono essere dovute alla perdita di idoneità oppure alla mancanza di volontà di transitare, cosicché all'ultimo momento non viene presentata la domanda concorsuale per passare al servizio permanente effettivo.
Del reinserimento si occupa la Direzione generale della previdenza militare, della leva e del collocamento al lavoro dei volontari congedati (Previmil). Non esistono corsi specifici per riorientare la professionalità acquisita nella vita militare verso una professionalità «civile», ma c'è una sollecitazione affinché il personale si iscriva ai centri sul territorio gestiti da Previmil. La Marina ha incaricato personale proprio all'interno di questi centri, che sono prettamente dell'Esercito, perché vogliamo che i volontari congedati ottengano la massima assistenza per trovare un'altra collocazione.
Per noi il personale è prezioso e dispiace non poter disporre di unità per la cui formazione, ancorché iniziale, ma prolungata, abbiamo speso soldi dei contribuenti. Abbiamo la possibilità e vogliamo fare di tutto affinché il ricollocamento nella vita civile di questi ex militari ed ex colleghi possa essere agevolato e soddisfacente per le loro esigenze personali.

PRESIDENTE. Ringrazio il contrammiraglio Ricca e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,50.

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