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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione VII
4.
Giovedì 14 maggio 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Aprea Valentina, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PROPOSTA DI LEGGE C. 2131, SENATORE CAFORIO, APPROVATA DALLA 7a COMMISSIONE PERMANENTE DEL SENATO, RECANTE ABROGAZIONE DELL'EQUIPOLLENZA DEL DIPLOMA DI LAUREA IN SCIENZE MOTORIE AL DIPLOMA DI LAUREA IN FISIOTERAPIA

Audizione di rappresentanti dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, della Confederazione delle Associazioni provinciali dei diplomati Isef e laureati in Scienze motorie (Capdi&LSM), di Doctor in Motor Science Association (DMSA), dell'Associazione italiana fisioterapisti (AIFI) e della Federazione italiana educatori fisici e sportivi (FIEFS):

Aprea Valentina, Presidente ... 3 5 8
Brienza Livia, Vicepresidente della Confederazione delle associazioni provinciali dei diplomati Isef e laureati in Scienze motorie ... 3
Cindolo Giuseppe, Presidente della Federazione italiana educatori fisici e sportivi ... 6
De Angelis Carlo, Responsabile operativo del settore fisioterapisti dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti ... 5
Gugliucciello Mauro, Consigliere nazionale dell'Associazione italiana fisioterapisti ... 6
Pasetto Giorgio, Segretario nazionale di Doctor in Motor Science Association ... 6
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: (Misto-RRP).

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di giovedì 14 maggio 2009


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VALENTINA APREA

La seduta comincia alle 15,30.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, della Confederazione delle Associazioni provinciali dei diplomati Isef e laureati in Scienze motorie (Capdi&LSM), di Doctor in Motor Science Association (DMSA), dell'Associazione italiana fisioterapisti (AIFI) e della Federazione italiana educatori fisici e sportivi (FIEFS).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla proposta di legge c. 2131, senatore Caforio, approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato, recante abrogazione dell'equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia, l'audizione di rappresentanti dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, della Confederazione delle associazioni provinciali dei diplomati Isef e laureati in Scienze motorie (Capdi&LSM), di Doctor in Motor Science Association (DMSA), dell'Associazione italiana fisioterapisti (AIFI) e della Federazione italiana educatori fisici e sportivi (FIEFS).
Su proposta del relatore, onorevole Barbieri, la Commissione è ritornata su questo provvedimento, perché da più legislature stiamo cercando di definire questo rapporto ed ha voluto realizzare un approfondimento per capire se la soluzione, cui era addivenuto il Senato, fosse da portare avanti oppure fosse opportuno modificare la norma.
Purtroppo, i tempi sono molto stretti e vi chiediamo scusa per avervi fatto attendere. Incontrarci è comunque importante perché il relatore può acquisire le documentazioni e perché con la vostra testimonianza per noi sarà più facile addivenire a una conclusione.
Darò la parola a un rappresentante per associazione; vi chiedo di essere brevi, ma sottolineo l'importanza di poter raccogliere le vostre posizioni per creare il contatto con il relatore e i capigruppo presenti.
Do la parola alla professoressa Brienza.

LIVIA BRIENZA, Vicepresidente della Confederazione delle associazioni provinciali dei diplomati Isef e laureati in Scienze motorie. Signor presidente, onorevoli deputati, cercherò di sintetizzare i punti fondamentali.
Ritengo che i problemi nascano già dalla creazione del corso di laurea in Scienze motorie, perché nel disegno di legge che lo istituiva veniva inserita un'annotazione assolutamente inconsueta, con cui si precisavano in maniera inusuale gli ambiti non di pertinenza di questo corso di laurea. L'articolo n. 2, comma 7 del decreto legislativo n. 178 dell'8 maggio 1998 recita infatti «il diploma di laurea in Scienze motorie non abilita all'esercizio


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delle attività professionali sanitarie». Sarebbe altrettanto assurdo specificare nel profilo della laurea in giurisprudenza che non abilita all'esercizio della professione di ingegnere, laddove generalmente nell'istituzione di un corso di laurea ne viene precisato solo l'utilizzo.
Anche in occasione dell'approvazione della legge n. 127, la legge Bassanini, che dava la delega per l'istituzione del corso di laurea in Scienze motorie, veniva approvato un ordine del giorno in cui si precisava che «la previsione dell'istituzione di un indirizzo tecnico-sportivo potrebbe risultare lesiva dell'autonomia tecnica delle federazioni sportive nazionali del CONI» invitando a salvaguardare l'autonomia del CONI in ogni senso.
Tutto questo fa capire come il corso di laurea in Scienze motorie nasca stretto fra due muri. Si rileva inoltre anche un'altra contraddizione: circa 30 dei 50 corsi di laurea sono istituiti presso le facoltà di medicina. Stranamente, quindi, un corso di laurea non sanitario, l'unico che non ha niente a che vedere con la salute e con l'area sanitaria, deve stare presso la Facoltà di Medicina. Non ci siamo mai spiegati questo aspetto con chiarezza.
In conclusione, quindi, il laureato in Scienze motorie non si dovrebbe occupare di sport, perché spetta al CONI, non si dovrebbe occupare di attività motorie preventive e adattate di ginnastica posturale, perché questo si sovrappone con l'ambito dei fisioterapisti, o di attività per anziani e disabili, che spettano ad altre professioni sanitarie competenti in questo campo, come gli educatori professionali e i terapisti occupazionali. Emerge quindi un grosso problema nello stabilire che cosa oggi possa fare il laureato in Scienze motorie, perché altri ambiti professionali reclamano una priorità in questo campo.
Si rileva inoltre anche il problema che personale non adeguatamente qualificato opera nelle palestre e nelle strutture turistiche termali in seguito all'ampio sviluppo del settore del fitness e delle attività motorie in genere per tutte le fasce d'età.
Nel settore in piena espansione delle attività motorie e del tempo libero, i laureati in Scienze motorie sono disoccupati o nella maggior parte dei casi sottoccupati, svolgono un lavoro diverso da quello per cui sono stati preparati.
Nel nostro documento, invece, richiamiamo l'articolo n. 9 della raccomandazione del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulla Carta europea dello sport del 2001, secondo cui «tutto il personale impegnato nella direzione e nella supervisione delle attività sportive dovrà possedere le qualifiche necessarie, accordando un'attenzione particolare alla garanzia della sicurezza e alla protezione della salute delle persone loro affidate».
Per entrare brevemente nel merito dell'1-septies, è necessario considerare come, nel momento in cui sono decollate le lauree specialistiche, di cui quella in attività motorie adattate ha una prevalenza di insegnamenti a carattere biomedico, molti dei docenti insegnassero anche in altri corsi di laurea presso la Facoltà di medicina e dell'area sanitaria in genere. Si è quindi creata una sovrapposizione nella formazione tra il corso di laurea in Fisioterapia e i laureati del corso di laurea di Scienze motorie.
Desideriamo sottolineare in particolare l'assurda situazione di questi laureati quinquennali, quelli della laurea magistrale 67, che dopo cinque anni non trovano un campo in cui esercitare le competenze acquisite, che potrebbero costituire un gran numero di crediti formativi comuni a quelli del corso di laurea in Fisioterapia.
Nella stessa propaganda della laurea M67, in quella dello IUSM in particolare, emerge come tali laureati dovrebbero trovare lavoro anche nelle aziende ospedaliere o comunque nelle strutture sanitarie o sociosanitarie. Ci sta molto a cuore risolvere il problema di questa laurea in Scienze adattate, perché è necessario decidere se stabilire con chiarezza il loro campo d'azione una volta laureati e specialisti dopo cinque anni, o chiudere questo corso di laurea, che si traduce in un inganno nei confronti di questi studenti.
Per quanto riguarda i due corsi di laurea, poiché almeno nelle discipline di


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base ci sono crediti comuni, molti laureati in scienze motorie non trovando lavoro, perché il mercato del fitness e delle palestre private preferisce assumere personale non qualificato, che lavora «in nero», spesso come secondo lavoro, facendo concorrenza sleale a ragazzi che hanno seguito un percorso universitario e hanno con successo superato il test di accesso al corso di fisioterapia. Abbiamo verificato che normalmente almeno 60 crediti vengono riconosciuti ai laureati in Scienze motorie.
Riteniamo quindi che nel caso dei laureati della M67 potrebbe essere previsto comunque un percorso che tenga conto della formazione pregressa, qualora il laureato in Scienze motorie o il laureato specialistico che non trova lavoro nel suo settore, per ottenere un riconoscimento, decida di acquisire un secondo titolo di studi.
Al Senato è stato dichiarato che il disegno di legge Caforio poteva costituire una risposta ai problemi dei laureati in Scienze motorie. Non siamo assolutamente d'accordo, considerando maggiormente validi molti altri disegni di legge presentati anche in questa legislatura.
In particolare, desideriamo precisare i punti imprescindibili. Occorre una definizione precisa dell'oggetto della competenza dei professionisti delle attività motorie e sportive e comunque dei laureati in Scienze motorie e anche dei laureati specialisti. Per tutelare i praticanti le attività motorie, considero necessario introdurre l'obbligo di rendere noto per iscritto al pubblico e alla clientela il possesso dei titoli di studio, perché ad esempio la professione del personal trainer non esiste. Si tratta di titoli che possono essere acquisiti anche con tre week-end e con una formazione assolutamente non controllata e pressappochista, mentre questi operatori andranno a lavorare con persone che vogliono migliorare la loro salute e la loro performance fisica e che dovrebbero quindi essere correttamente informate dei titoli del loro insegnante.
Sempre per la tutela del consumatore, sarebbe necessario prevedere, come già legiferato in numerose leggi regionali, la presenza obbligatoria di un responsabile laureato in Scienze motorie in ogni palestra, struttura termale o sportiva. Dopo aver visionato alcune proposte di legge in tal senso, riteniamo che sarebbe ottimale affidargli anche responsabilità sul rispetto delle normative antidoping. Il doping è infatti molto diffuso non solo nello sport di vertice, ma soprattutto nelle strutture private, per cui questa presenza rappresenterebbe una garanzia per limitare e combattere il fenomeno.
L'ultimo aspetto importante riguarda un elemento presente sin dal diploma ISEF dagli anni '30, ovvero il settore della ginnastica posturale o correttiva, che è stata inventata dall'educazione fisica. Vorremmo che i laureati in Scienze motorie fossero garantiti introducendo nell'articolato della legge tra le competenze del laureato in Scienze motorie anche la prevenzione dei vizi posturali e il recupero post-riabilitativo.
Spesso, infatti, in quest'Aula è stata ribadita l'esistenza di uno spazio dopo la riabilitazione, di cui abbiamo appena parlato anche con i rappresentanti dell'AIFI, in cui per il recupero completo della performance fisica il professionista più indicato è sicuramente il laureato in Scienze motorie.

PRESIDENTE. Grazie. Sono veramente in difficoltà per i tempi. Condividiamo l'ampio quadro delineato dalla dottoressa, ma vi chiedo di esprimervi rispetto alla legge e ad eventuali cambiamenti.

CARLO DE ANGELIS, Responsabile operativo del settore fisioterapisti dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti. Sarò veramente breve, perché la mia presenza qui deve soltanto confermare la posizione già adottata in altri ambiti, ovvero l'abrogazione dell'articolo 1-septies. Le varie motivazioni sono già state espresse dal relatore, hanno già avuto i pregressi percorsi di spiegazione, per cui non intendiamo aggiungere altro all'analisi esaustiva della precedente interlocutrice.
Questa conferma come, qualora malauguratamente questo articolo non venisse


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completamente abrogato, noi fisioterapisti, che recentemente abbiamo raggiunto un'unificazione e acquisito una certa area di intervento, ci ritroveremmo a essere mescolati in una serie di confusioni, per ricadere poi in un calvario per fortuna superato.
Suggeriamo dunque ai nostri interlocutori di fare chiarezza innanzitutto tra loro, dichiarandoci comunque aperti a fornire dopo l'abrogazione qualsiasi contributo utile in qualità di operatori dotati di esperienza.

GIORGIO PASETTO, Segretario nazionale di Doctor in Motor Science Association. Rappresento un'associazione di dottori in scienze motorie, che si occupa prevalentemente dell'ambito rieducativo della motricità.
Per noi è fondamentale che questo articolo non venga abrogato, perché ogni giorno siamo attaccati da continue denunce di abuso di professione sanitaria in un ambito che riteniamo invece nostro. In Italia, siamo 40.000 a occuparci di questo ambito che è la rieducazione, non la riabilitazione. Tutti gli equivoci nascono da questa interpretazione, laddove la riabilitazione è compito del fisioterapista, la rieducazione del dottore in Scienze motorie.
In passato, probabilmente, arrivati a una certa età, ci si accontentava di camminare. Oggi, abbiamo invece pazienti-clienti che a 80-85 anni vanno a sciare. Se questi soggetti subiscono un trauma, vogliono tornare giustamente a svolgere la loro attività motoria. Ritengo quindi che ci sia una prima fase riabilitativa, compito del fisioterapista, e una seconda rieducativa, compito del dottore in Scienze motorie. Abrogare l'articolo 1-septies mette fuori gioco tutti coloro che da anni lavorano nel settore della rieducazione motoria. Come DMSA, siamo quindi contrari ad abrogare l'articolo 1-septies.

MAURO GUGLIUCCIELLO, Consigliere nazionale dell'Associazione italiana fisioterapisti. Porto il saluto del Presidente nazionale, Antonio Bortone, alla presidenza della Commissione e a tutti gli onorevoli componenti.
La nostra posizione è molto semplice: condividiamo in pieno il lavoro fatto al Senato, che con un atto di responsabilità e di chiarezza ha abrogato l'articolo 1-septies. Condividiamo quindi il testo e le dichiarazioni di voto di tutte le forze politiche, che, a cominciare dal relatore, hanno evidenziato come tale abrogazione consenta di riparare a un errore compiuto nella scorsa legislatura. Si tratta di un atto di responsabilità, perché già erano a conoscenza della sentenza del Consiglio di Stato, che intimava all'amministrazione di procedere con il decreto attuativo.
Consideriamo quindi necessario e urgente che per chiarezza, per rispetto delle regole e per non mettere in crisi la legislazione che regola le professioni sanitarie la Commissione riconosca l'esigenza di giungere a una rapida e definitiva approvazione del provvedimento. Invitiamo pertanto a non presentare emendamenti aggiuntivi, che alcuni nelle dichiarazioni di voto hanno ritenuto incoerenti con lo spirito abrogativo e con l'equilibrio raggiunto nella scorsa legislatura.
Approfittiamo dell'occasione per ringraziare tutte le organizzazioni firmatarie del manifesto «No all'equipollenza», le più prestigiose associazioni di tutela dei cittadini in ambito sanitario, le organizzazioni sindacali, le professioni sanitarie, che hanno sottoscritto il manifesto da noi promosso e collaboreranno con noi fino alla definitiva approvazione del provvedimento.

GIUSEPPE CINDOLO, Presidente della Federazione italiana educatori fisici e sportivi. Grazie, presidente. Buonasera a tutti. Vorrei fare una breve premessa. La nostra Associazione Federazione italiani educatori fisici e sportivi ha tra i suoi iscritti laureati in scienze motorie, diplomati ISEF, operatori del mondo dello sport, dirigenti sportivi, fisioterapisti e quanti si occupano del motorio in generale. Il mio compito quindi non è di imbarazzo, ma di piacere, giacché riesco ad avere più chiarezza sulle posizioni delle varie componenti.


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Insegno anche all'università di Urbino Teoria, tecnica e didattica degli sport individuali e ci occupiamo spesso di corsi di formazione e aggiornamento non solo per il personale della scuola, ma per tutti gli operatori del mondo del motorio.
Non mi dilungo su quanto espresso in precedenza. Nella carta intestata dell'Università di Urbino c'è scritto: Facoltà di scienze motorie, corso di laurea in scienze motorie e sportive e della salute. Bisogna considerare le differenze tra le due lauree specifiche che stiamo cercando di unire o separare.
Abbiamo la consapevolezza che gli ISEF, prima della Facoltà di scienze motorie, sono sempre stati indetti con percorsi universitari e non sono mai state affiancate equipollenze a questi corsi, come invece è accaduto con i nostri amici che si occupano di fisioterapia, con figure di massofisioterapia, forse considerate in un altro ruolo.
Prendendo atto della trasformazione degli ISEF in lauree in Scienze motorie, i percorsi di studio si sono estesi di gran lunga verso discipline di carattere biomedico, al punto che oggi la nostra laurea è dichiarata laurea scientifica. Oggi si chiama laurea L32, non si chiama più E33.
Ho con me le nuove proposte dell'indirizzo motorio e della salute del triennio. Già dal secondo anno del primo corso di laurea triennale, gli allievi devono operare delle scelte per un futuro indirizzo se nella preventiva o adattata. Tra l'altro, già nel secondo e terzo anno sono proposte materie che riguardano non solo la medicina, ma l'applicazione di momenti curativi sul paziente. Tutto quindi si avvicina al mondo medico. Questo è un contributo che la Facoltà di Scienze motorie sta dando a questi studenti sotto l'aspetto culturale e scientifico, avvicinandoli a chi si occupa della salute, fermo restando che il laureato in Scienze motorie già da tempo opera nei vari centri benessere, nelle palestre.
Anche nel nostro Statuto abbiamo previsto che le società sportive e le palestre debbano avere un laureato in Scienze motorie quale garante della qualità professionale dei suoi collaboratori e degli operatori.
Tra l'altro, nelle strutture di recupero i fisioterapisti e i laureati in Scienze motorie lavorano insieme con percorsi paralleli. Si tratta solo di distinguere i compiti, ma i percorsi culturali e formativi non sono lontani.
Anche se parlare di equipollenza può sembrare fuori luogo, perché le competenze specifiche dovrebbero essere meglio finalizzate, è giunto il momento di chiarire la figura del laureato in scienze motorie, perché altrimenti non sappiamo dire ai ragazzi cosa faranno da grandi. Esiste il mondo dell'insegnamento nella scuola, esiste il mondo preventivo adattato sanitario o non sanitario - questo è da vedere - in base al loro percorso formativo.
È auspicabile che in tempi brevi possa apparire sulla ricetta dei medici la prescrizione dell'attività motoria fatta dal laureato in Scienze motorie, sotto l'attenzione del fisioterapista per quanto riguarda i metodi di cura, ma è una strada lunga.
Nel documento lasciato durante l'incontro precedente, a pagina 61 erano indicate alcune proposte non di modifica, ma in sostituzione dell'articolo 1-septies, per le quali forse oggi il tempo è scaduto, anche se qualcuna mi pare in sintonia anche con l'Associazione fisioterapisti. Si proponeva di creare gli esami che mancano al biennio magistrale di attività motoria preventiva e adattata per riconoscere il titolo di fisioterapista. Questi ha infatti accesso al biennio magistrale in attività motoria preventiva e adattata.
Sotto questo aspetto, troviamo un riconoscimento in quell'articolo. Forse, si potrebbe fare una sanatoria di chi in passato ha avuto la cultura ISEF con cinesiologia, con ginnastica correttiva.
Desidero fare anche un piccolo esempio: mia madre di 93 anni ha avuto dieci applicazioni da un mio amico fisioterapista. Il resto l'ho fatto io, che sono diplomato ISEF e poi laureato in Scienze motorie. Erano stati previsti almeno sei mesi di inizio di attività, mentre dopo tre mesi mia madre è andata a ballare. Evidentemente,


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c'è una forma di applicazione di competenze che possono essere discusse ed equiparate.
Non individuo grande difficoltà sull'articolo 1-septies. Rilevo anzi un momento di riconoscimento di entrambe le figure, delle quali la mia associazione intende tutelare gli interessi, mentre si potrebbe introdurre qualche modifica su proposta dei fisioterapisti. Mi sentirei comunque sofferente nell'accettare l'abrogazione di quell'articolo. Suggeriamo quindi di rivederlo, ma non di abrogarlo, anche perché sarebbe presentato un ricorso nei confronti del Governo e del Parlamento per non aver reso attuabile la legge, passati i sei mesi della sua approvazione.

PRESIDENTE. Grazie. Le posizioni estremamente chiare restano a disposizione della Commissione, del relatore e del Comitato ristretto, che sicuramente costituiremo.
Nessuno chiedendo di intervenire, dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16,05.

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