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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione VII
6.
Martedì 23 giugno 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Aprea Valentina, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PROPOSTA DI LEGGE C. 2131, SENATORE CAFORIO, APPROVATA DALLA 7a COMMISSIONE PERMANENTE DEL SENATO, RECANTE ABROGAZIONE DELL'EQUIPOLLENZA DEL DIPLOMA DI LAUREA IN SCIENZE MOTORIE AL DIPLOMA DI LAUREA IN FISIOTERAPIA

Audizione di rappresentanti di associazioni e di organizzazioni sindacali:

Aprea Valentina, Presidente ... 3 5 6 7 8 9 10 11
Barbieri Emerenzio (PdL) ... 11
Berloffa Giorgio, Presidente dell'Unione chinesiologi ... 3
Fletzer David Antonio, Presidente della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa ... 5
Forte Giacomo, Coordinatore nazionale di UGL sanità privata ... 9
Gobbo Maria Vittoria, Segretario nazionale di UIL FPL ... 9
Mezzadri Gianluca, Responsabile nazionale di FpCGIL per le professioni sanitarie ... 7
Muffo Ettore, Consigliere dell'Associazione italiana terapisti occupazionali ... 7
Pierro Anna, Rappresentante della Federazione logopedisti italiani ... 6
Volpato Daniela, Segretario nazionale di CISL funzione pubblica ... 8
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: (Misto-RRP).

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 23 giugno 2009


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VALENTINA APREA

La seduta comincia alle 12,30.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di associazioni e di organizzazioni sindacali.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla proposta di legge C. 2131, approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato, recante l'abrogazione dell'equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia, l'audizione di rappresentanti di associazioni e di organizzazioni sindacali.
Sono stati invitati rappresentanti dell'Unione nazionale chinesiologi (UNC), della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (SIMFER), dell'Associazione nazionale idrokinesiterapisti (ANIK), della Federazione logopedisti italiani (FLI), dell'Associazione italiana terapisti occupazionali (AITO) e dell'FpCGIL, della CISL Funzione pubblica, della UIL FPL e della UGL.
Do la parola al presidente dell'Unione chinesiologi, Giorgio Berloffa.

GIORGIO BERLOFFA, Presidente dell'Unione chinesiologi. Ringrazio il presidente per averci dato l'occasione di venire a rappresentare anche il nostro pensiero sull'atto C. 2131.
Mi permetta soltanto una brevissima presentazione: l'Unione nazionale chinesiologi è l'associazione che rappresenta i laureati in scienze motorie, soprattutto coloro che esercitano la libera professione. È sicuramente l'associazione più ampia, dal momento che raccoglie oltre duemila associati, e sarà riconosciuta dal Ministero della giustizia tra qualche settimana, nell'ambito dell'articolo 26 del recepimento della direttiva europea, che prevede poi, eventualmente, anche l'istituzione di piattaforme. Siamo, dunque, l'associazione più rappresentativa del mondo delle scienze motorie.
Vorrei parlare unicamente dell'articolo 1-septies. Difatti, è inutile adesso discutere di tutte le problematiche dei laureati in scienze motorie, anche perché sta ripartendo, ed è già in discussione presso la II e la IX Commissione, la riforma delle professioni, al cui interno sarà riportata l'intera questione, compreso il tema dei laureati in scienze motorie.
Suggerirei, dunque, di accentrare unicamente l'attenzione sull'abrogazione o meno dell'articolo 1-septies. È chiaro che il compito della Commissione, prima, e del Parlamento, dopo, è quello di lavorare a favore della salute dei cittadini. Penso, infatti, che occorra avere sempre in mente che, quando si parla di professioni, gli stessi ordini e le stesse associazioni debbano, almeno nelle intenzioni, lavorare prevalentemente nell'interesse del cittadino, sebbene a volte si sconfini anche


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nella tutela. In questi momenti, dunque, dovremmo dimenticarci che cosa rappresentiamo e limitarci a parlare dei fatti, che d'altronde parlano già da soli.
L'argomento è già stato trattato in Senato, che non ha certo sbagliato nell'abrogare questa norma, sebbene non conoscesse ancora il decreto ministeriale poi approvato d'intesa tra il Ministero della salute e il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. In effetti, poiché non sapevano con quali modalità sarebbe stato attuato ed essendo l'articolo 1-septies - questo bisogna ammetterlo - piuttosto ambiguo nella formulazione, in cui si parla semplicemente di un corso sul paziente, avrebbero potuto ancora avere dubbi; tuttavia, sarebbe stato sufficiente chiedere al Comitato nazionale universitario che cosa questo avesse elaborato e proposto, per sapere che non sarebbe stato un semplice corso di poca entità, ma sarebbe stato forse ancora di più di quello che in alcune università già avviene.
Voi sapete che nelle università il riconoscimento dei crediti è già prassi: ci si presenta con una laurea, si chiede il riconoscimento dei crediti e questo viene accordato. In talune università sono stati riconosciuti più di 60 crediti, come andremo a vedere; il decreto ministeriale, dunque, è più restrittivo di quanto avviene attualmente in Italia.
È chiaro che voi, come VII Commissione, siete agevolati, perché avete già in mano il decreto ministeriale. Basta leggerlo per sapere cosa dice, ovvero: che è obbligatoria la frequentazione di tutte le attività professionalizzanti; che occorre integrare le discipline teoriche previste nel corso di laurea in scienze motorie e non riconosciute; che è possibile riconoscere un massimo di 60 crediti universitari, il che vuol dire solo un anno; che, dunque, è necessario seguire ancora due anni di corso di formazione, dopo i tre già fatti in scienze motorie, ovviamente, o i cinque per chi ha conseguito la laurea specialistica.
Esiste, inoltre, la programmazione triennale dei posti in sovrannumero, operata dal Ministero della salute. Non si tratta, dunque, di un numero indiscriminato, ma di un numero che sarà il Ministero della salute a decidere, a seconda delle necessità. Diciamo, quindi, che non saranno, come abbiamo sentito dire, 20-30 mila persone, ma alcune centinaia, forse meno, quelle che parteciperanno ogni anno a questo corso. Anche questo va detto.
Si parla, poi, di un esame finale, che porti alla abilitazione di queste persone ad esercitare la professione di fisioterapista, non alla laurea. Anche questo è da sottolineare. Se io mi presento a una facoltà di medicina e chirurgia, presento i miei titoli, mi riconoscono i crediti e faccio percorsi di fisioterapia, concludo il mio percorso con una laurea, che in questo corso, invece, non è prevista. La persona non risulta laureata in fisioterapia, secondo il decreto ministeriale; questi sono passaggi che dobbiamo leggere, perché io non li ho visti ripresi in nessun intervento. Sono le questioni fondamentali su cui voi dovete decidere.
Siamo, dunque, di fronte ad un professionista che ha la conoscenza totale del movimento umano attivo nella salute e che ha recuperato totalmente tutti i deficit che aveva nei confronti del percorso universitario del fisioterapista. Siamo di fronte ad un professionista a 360 gradi, con delle competenze assolute, nel movimento, che vanno dalla patologia fino alla pratica dello sport. Si tratta dell'unica figura che sarebbe in grado di prendere un atleta infortunato, portarlo poi sul campo di gioco e preparargli la tattica di gioco. Credo sia molto difficile gridare allo scandalo e dire che con l'articolo 1-septies attentiamo alla salute del cittadino creando un super professionista, senza cadere nel ridicolo.
È chiaro che vi sono alcune categorie che si sentono minacciate, anche se il numero dei professionisti che verrebbero introdotti è talmente basso, che non andrà sicuramente ad incidere sul numero dei fisioterapisti e sulla loro occupazione. Sappiamo tutti che attualmente i fisioterapisti che escono dalle università italiane non sono sufficienti a ricoprire le necessità


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dello Stato italiano, tant'è vero che importiamo fisioterapisti dall'estero, soprattutto dall'est. Questo vuol dire che numericamente queste persone non sono sufficienti e che, quindi, con queste poche centinaia o decine di persone all'anno, non andremmo nemmeno a creare disoccupazione in questo campo.
L'articolo 1-septies, dunque, crea un professionista a 360 gradi e non crea disoccupazione: mi chiedo come possa essere abrogato.
Giustamente la Camera, nella passata legislatura, aveva fatto un percorso completamente diverso e il Senato non ha tenuto in nessuna considerazione questa decisione della Camera. Era stato svolto un lavoro molto pesante, che aveva impegnato molto anche l'onorevole Aprea. Direi, quindi, che non c'è più nulla di nuovo.
Vorrei lasciarvi con ancora due citazioni brevissime. In primo luogo, nella relazione si fa riferimento all'articolo 33 della Costituzione, in cui si parla dell'abilitazione che i fisioterapisti sarebbero tenuti a ottenere. Ovviamente, la Costituzione parla degli ordini professionali. L'abilitazione che viene data ai fisioterapisti non prevede poi delle riserve professionali, ma serve soltanto nel mondo della sanità, quindi non è quella di cui parla la Costituzione.
Infine, vorrei terminare leggendo ciò che hanno detto alcune persone, che sono al di sopra delle parti, nell'audizione che si già tenuta in questa Commissione, precisamente dal Presidente della Società italiana ginnastica medica, dottor Alvaro Corigliano, che è ortopedico, e dal past president della medesima associazione, che è un fisiatra. Si tratta di medici, dunque, che sono al di fuori, perché la SIGM rappresenta sia fisioterapisti, sia laureati in scienze motorie, pertanto rappresentano al loro interno entrambe le facce della medaglia.
Ebbene, in questa Commissione costoro hanno detto testualmente quanto segue: «Riteniamo, pertanto, che il percorso formativo indicato dal decreto attuativo dell'articolo 1-septies sia un percorso serio e qualificante, che darà la possibilità a chi lo percorrerà di avere una conoscenza a 360 gradi del movimento umano. Si creerà in tale logica un professionista che avrà conoscenze che spazieranno dal movimento finalizzato allo sport, all'educazione, alla prevenzione, alla rieducazione, alla riabilitazione motoria e alla riabilitazione neurologica, alle terapie manuali e alle terapie strumentali. In conclusione, la SIGM e noi stessi siamo certi che in questo modo la salute del cittadino potrà essere completamente tutelata da chi seguirà questo percorso formativo». Non l'ha scritto la Facoltà di scienze motorie, ma l'hanno scritto due medici, ripeto, presidenti di una società scientifica che raccoglie al suo interno laureati in scienze motorie e fisioterapisti.

PRESIDENTE. Do ora la parola al presidente della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa, professor David Antonio Fletzer.

DAVID ANTONIO FLETZER, Presidente della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa. Ringrazio il presidente. Noi abbiamo consegnato un documento in dieci copie al quale mi atterrò, anche per brevità.
La Società italiana di medicina fisica e riabilitativa il 6 dicembre 2008 ha compiuto cinquant'anni, a dimostrazione della grande lungimiranza della medicina italiana in una disciplina scientifica così giovane come la riabilitazione, uno dei tre pilastri, insieme alla prevenzione e alla terapia, della legge n. 833 che istituiva il Servizio sanitario nazionale, che compie trent'anni.
La SIMFER oggi rappresenta 2.800 fisiatri che operano nelle strutture riabilitative italiane, organizzati in diciassette gruppi regionali e in venticinque sezioni scientifiche, ed è affiliata a una società europea la European Society of Physical and Rehabilitation Medicine ESPRM internazionale e la ESPRM delle discipline. La Società italiana di medicina fisica e riabilitativa è costituita da medici fisiatri appartenenti sia al mondo ospedaliero che territoriale, sia a quello universitario, che


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operano in strutture riabilitative pubbliche e private in stretta collaborazione con le figure professionali dell'area riabilitativa (fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, infermieri professionali eccetera).
La SIMFER ha sempre svolto un ruolo importante nell'ambito della formazione del personale sanitario, in ambito riabilitativo, difendendone la specificità e la peculiarità delle differenti figure professionali.
Queste riflessioni sull'argomento in questione. Le figure del fisioterapista e del laureato in scienze motorie non sono equipollenti. La laurea in fisioterapia non è equipollente a quella in scienze motorie. Il fisioterapista è un professionista che opera in ambito sanitario, mentre il laureato in scienze motorie non opera in ambito sanitario ad indirizzo terapeutico e prevalentemente agisce in diversi ambiti (scolastico, centri sociali, palestre) ove si svolge attività fisica non terapeutica, ma adatta per il benessere del soggetto come prevenzione della disabilità. Tali figure, comunque, devono essere considerate per la loro intrinseca complementarietà.
Il laureato in scienze motorie che vuole iscriversi al corso di laurea in fisioterapia con curriculum quadriennale - quello vecchio - e scelta dell'indirizzo preventivo adattato o quinquennale (cioè la laurea specialistica in scienze delle attività motorie preventive adattate) deve necessariamente seguire un percorso integrativo con riconoscimenti di crediti/debiti (i CFU) formativi adeguati, sia professionalizzanti, sia caratterizzanti, sia affini o integrativi o elettivi. Va comunque regolamentata l'ammissione a tali percorsi o corsi integrativi nell'ambito della programmazione annuale del Ministero della salute in accordo con le regioni.
Al termine del percorso ciascun candidato deve sostenere un esame finale professionalizzante e la discussione della tesi (esame di laurea). Per quanto riguarda l'attivazione di tali corsi, le università, nell'ambito della propria autonomia, possono decidere se attivare o meno tali corsi. Pertanto, si può concludere sostenendo che l'articolo 1-septies, così come approvato dal Parlamento il 2 febbraio 2006, va abrogato.
Il decreto attuativo dell'articolo 1-septies del 24 febbraio 2009 va modificato in maniera tale da definire in maniera chiara ed ineluttabile: che il numero dei laureati in scienze motorie iscritti al corso di laurea o a tale percorso formativo per fisioterapisti non deve superare un numero programmato dal Ministero dell'università, dal Ministero della salute e dalle regioni, in base al fabbisogno e soprattutto alle risorse universitarie, previa sempre la selezione d'accesso con tutela dei neo diplomati; che il tirocinio professionalizzante deve essere esclusivamente frequentato con la supervisione del tutor fisioterapista; che non devono essere previsti percorsi abbreviati inferiori a due anni.
Questa è la dichiarazione della SIMFER.

PRESIDENTE. La ringrazio, è stato molto chiaro.
L'ANIK ha dichiarato di essere impossibilitata a partecipare; ha inviato alcune memorie, che peraltro abbiamo già messo in distribuzione ai deputati.
Do la parola alla dottoressa Pierro, rappresentante della Federazione logopedisti italiani.

ANNA PIERRO, Rappresentante della Federazione logopedisti italiani. Signor presidente, onorevoli deputati, do lettura di quel che mi ha inviato la nostra presidente, dottoressa Tiziana Rossetto: «La Federazione logopedisti italiani, rappresentativa della professione sanitaria del logopedista, come da decreto ministeriale (14 aprile 2005, e successive modificazioni), anche in accordo con le altre organizzazioni firmatarie del manifesto, esprime il dissenso all'equipollenza e chiede a tutte le forze politiche e al Governo di approvare, senza alcuna modifica, il testo in oggetto già approvato il 28 gennaio, in sede deliberante, dalla 7a Commissione del Senato, per garantire qualità professionale e appropriatezza delle cure per la tutela della salute del cittadino».


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Chiaramente, tutte le motivazioni che sono state fino adesso elencate dal Presidente della SIMFER ci trovano concordi in modo assoluto.

PRESIDENTE. La ringrazio.
Do la parola al dottor Muffo, consigliere dell'Associazione italiana terapisti occupazionali.

ETTORE MUFFO, Consigliere dell'Associazione italiana terapisti occupazionali. Signor presidente, innanzitutto la ringrazio per l'opportunità di questa audizione. Non ripeto tutte le osservazioni espresse dal professor Fletzer, perché ci trovano pienamente d'accordo.
Anche noi abbiamo aderito al manifesto già presentato da parte di tutte le associazioni dell'area della riabilitazione, con cui è stata sostenuta l'abrogazione dell'articolo 1-septies della legge n. 27. Ciò su cui noi sentiamo la necessità di esprimere un'opinione più concreta è proprio ciò che è stato detto prima rispetto alle «prassi» - è stato usato questo termine - attuate dalle università: mentre esiste una direttiva precisa che impone di non superare mai i 60 crediti, come sistema di riconoscimento per accedere ad una formazione specifica, invece la prassi messa in atto dall'università è spesso in contrasto con questo principio. Per noi questo ha un valore determinante nella professione.
Come AITO aderiamo alla Federazione mondiale della terapia occupazionale, che per la formazione prevede dei minimi standard di materie cosiddette «caratterizzanti». I crediti previsti per la libera circolazione di questa professione in Italia, in Europa e nel mondo sono un minimo di 108 crediti formativi caratterizzanti. Se viene meno questo principio, dunque, il problema non è tanto di riconoscere più o meno a una certa professione di accedere a dei corsi abbreviati, ma quello di mettere in discussione la qualità della formazione per esercitare una professione sanitaria.
È chiaro che la professionalità dei laureati in scienze motorie deve essere valorizzata e va incentivata, ma questo all'interno delle proprie competenze; altrimenti si rischia di creare una nuova professione all'interno del sistema sanitario, quando invece si sta parlando di ridurle.
Io ho una memoria scritta che vi lascio.

PRESIDENTE. La ringrazio, è opportuno.
Passiamo ora alla componente sindacale. Do la parola al dottor Mezzadri, responsabile nazionale della FpCGIL per le professioni sanitarie.

GIANLUCA MEZZADRI, Responsabile di FpCGIL per le professioni sanitarie. Anche noi abbiamo già consegnato una memoria scritta sul nostro pensiero. Abbiamo fatto rilevare fin da subito la nostra contrarietà a questo percorso, che abbiamo visto non tanto come una scorciatoia, quanto come un qualcosa che scombussolava l'intero sistema della formazione delle professioni sanitarie.
Qualcuno - non ricordo se il dottor Fletzer o il consigliere Muffo - poco fa ricordava il fatto che quando si individuano i fabbisogni per le professioni sanitarie c'è una collaborazione di più organismi. Il Ministero della salute assieme alle Regioni e assieme alle professioni si fanno carico di andare a definire dei fabbisogni di professionisti che hanno un percorso che, col permanere di questo articolo 1-septies e anche del decreto attuativo, andrebbe a perdere di efficacia almeno in una delle ventidue professioni. Del resto, alla fine dei conti, se pensiamo di stabilire dei sovrannumeri all'interno di fabbisogni, a mio giudizio, già abbastanza filtrati da tutti questi passaggi, si genera un problema serio.
Senza parlare di tutto ciò che riguarda l'aspetto professionalizzante che è indubbiamente diverso; sono due professioni diverse e che operano per caratteristiche diverse, per cui hanno bisogno di percorsi diversi, che possono certamente essere integrati, ma nelle modalità già ammesse dalla legge: chi vuole avere una formazione complementare, una formazione in un'altra figura professionale già oggi può


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accedere all'università, presentare il proprio curriculum e chiedere il riconoscimento dei crediti. Dopodiché è tenuto a compiere tutto il percorso che compiono gli altri, a parità di condizioni. Tali condizioni verrebbero meno per chi invece non può godere di queste agevolazioni.
Pertanto, noi oggi chiediamo - come abbiamo già fatto in questi due o tre anni di vigenza di questo articolo legislativo - una rapida conclusione di questo iter legislativo di abrogazione dell'articolo 1-septies, perché consideriamo che la vigenza di quell'articolo non sia utile alle finalità di salute di questo Paese.

PRESIDENTE. La ringrazio.
Do la parola alla dottoressa Volpato per la CISL.

DANIELA VOLPATO, Segretario nazionale di CISL funzione pubblica. Vi ringrazio dell'opportunità, anche se va detto in premessa che noi seguiamo questa vicenda ormai dagli ultimi mesi del 2006; siamo stati auditi più volte, abbiamo partecipato fattivamente a un percorso per rimettere in coerenza quello che era successo.
Oggi auspichiamo che gli onorevoli deputati possano, anche attraverso i nostri contributi - poi lasceremo le memorie scritte - addivenire a quella decisione che noi auspicavamo già da allora e sulla quale, peraltro, ormai tre legislature si sono espresse, ormai per tre volte, tre Governi con i ministeri competenti si sono espressi, nel senso dell'abrogazione dell'articolo 1-septies. Solo l'abrogazione dell'articolo può in qualche modo rimettere il percorso all'interno del giusto binario.
Il regime delle professioni sanitarie in Italia, così come oggi è regolamentato e ordinato, nasce negli anni Novanta. L'abbiamo fortemente condiviso come sindacato confederale per due ragioni: a tutela della salute dei cittadini e a tutela di un sistema delle professioni sanitarie. Se interveniamo all'interno di questo sistema in maniera in qualche modo obbligata attraverso questo percorso legislativo che voleva essere l'1-septies, di fatto disordiniamo il sistema; non in maniera coordinata, cioè in maniera convinta e attraverso una nuova programmazione, ma con interventi spiccioli come questo.
Pertanto, l'invito non riguarda solo la questione della professione del fisioterapista, ma anche tutto il sistema oggi ordinato delle professioni sanitarie.
Oggi ricordo che, anche dopo la legge n. 43 del 2006 che interviene sul regime delle professioni sanitarie, comunque la regolamentazione delle professioni sanitarie è rimasta a livello nazionale, anche dopo la modifica del Titolo V. Questa è una scelta del legislatore precisa, voluta e non casuale; mentre le professioni dell'assistenza sono andate, dopo il Titolo V, a regolamentazione regionale, solo le professioni sanitarie sono rimaste sotto l'egida del livello nazionale e con le regole oggi date, cioè all'interno di un quadro normativo modificato.
Possiamo certo - e non è oggi il giorno per farlo - aprire un dibattito per capire se c'è qualcosa da modificare e da rinnovare nei criteri del sistema, ma non possiamo intervenire a gamba tesa solo ed esclusivamente per una fattispecie, di fatto destabilizzando il sistema. Questo - lo ricordo agli onorevoli deputati - proprio a garanzia e a tutela dei cittadini, in un sistema, quello della riabilitazione, che oggi è spettatore tutti i giorni di forti e preoccupanti fenomeni di abusivismo, soprattutto in alcune realtà regionali piuttosto che in altre.
In qualche modo, dunque, noi proponiamo l'abrogazione diretta dell'articolo 1-septies che permette di rimettere la questione dei laureati in scienze motorie, rispetto ai problemi occupazionali e ai problemi di sviluppo professionale, in un altro ambito: un ambito di confronto, come noi abbiamo proposto più volte, o anche in ambito legislativo. Vi sono, peraltro, anche proposte di legge in questo senso, anche nell'attuale legislatura. Questo dovrebbe portare poi ad aprire un dibattito presso il Ministero dell'università e presso il Ministero della salute - a questo noi siamo sempre stati disponibili, come abbiamo sempre dichiarato ai vari


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ministeri competenti - sulla questione, invece, della programmazione universitaria.
Ad esempio, veniva toccato il problema della carenza di queste figure, problema che non si risolve con interventi di equipollenza dei titoli, ma con alcune scelte sulla programmazione dei profili sanitari e delle professioni sanitarie, che dovremmo sicuramente affrontare in forma di dibattito con gli organi competenti.
Credo, dunque, che solo l'azione di abrogazione possa rimettere in qualche modo in campo tutte le altre iniziative necessarie.

PRESIDENTE. La ringrazio.
Do ora la parola alla dottoressa Gobbo, segretario nazionale della UIL.

MARIA VITTORIA GOBBO, Segretario nazionale di UIL FPL. Buongiorno. Ringrazio a nome della mia organizzazione la VII Commissione che ci ha invitato a partecipare a questa audizione. Già nella scorsa legislatura avemmo l'opportunità di esprimere, presso questa Commissione, la nostra posizione in merito all'abrogazione dell'articolo 1-septies sull'equipollenza della laurea in scienze motorie alla laurea in fisioterapia.
Oggi siamo qui a ribadire questa posizione, chiedendo alla Commissione di voler procedere all'approvazione della proposta di legge in esame, nel testo già approvato dal Senato lo scorso mese di gennaio. Con la nostra richiesta non vogliamo disconoscere l'importante lavoro svolto dalla Commissione nella scorsa legislatura, per il quale invece desidero esprimere il nostro apprezzamento. Riteniamo, però, che una abrogazione per così dire «secca» dell'articolo 1-septies consentirà di riparare ad un errore senza introdurre ulteriori elementi di confusione, ripristinando così una situazione di legittimità, di normalità del quadro normativo, e di certezza per i cittadini di ricevere prestazioni adeguate da professionisti che sono stati appositamente formati.
Non voglio qui riprendere ulteriori argomenti già trattati dai miei colleghi e riportati nella memoria che abbiamo lasciato alla segreteria della Commissione. Vorrei rivolgere, però, un appello a questa Commissione, perché metta fine, in tempi rapidi, a questa vicenda. Siamo certi che la Commissione saprà trovare, in altre proposte di legge, in altre iniziative legislative, strade più appropriate per dare risposta alla necessità di valorizzare l'identità, la professionalità, l'occupabilità dei laureati in scienze motorie, chiudendo però definitivamente la parentesi dell'articolo 1-septies che, nato da pressioni e da interessi, non ha giovato, né mai potrebbe giovare, a nessuna delle parti interessate.
Non giova ai fisioterapisti, per i quali è stata messa in discussione la qualità del percorso formativo e l'unicità della professionalità; tantomeno giova ai laureati in scienze motorie, la cui aspirazione non crediamo sia quella di essere assimilati ad altra figura - peraltro attraverso un percorso estremamente oneroso, quale quello che è stato delineato - ma di essere valorizzati per le proprie specificità. Né l'articolo 1-septies potrebbe mai giovare ai cittadini che legittimamente si aspettano che alle esigenze di salute vengano date risposte secondo le norme che regolano le professioni e le prestazioni sanitarie.
Grazie per l'attenzione e per l'accoglimento che ci auguriamo la Commissione vorrà dare alla nostra richiesta.

PRESIDENTE. La ringrazio. Passiamo all'ultimo intervento.
Do la parola al coordinatore nazionale della UGL sanità privata, Giacomo Forte.

GIACOMO FORTE, Coordinatore nazionale di UGL sanità privata. Grazie per questo invito. Saremo brevi; anche noi abbiamo lasciato una memoria.
Vogliamo essere da subito precisi. La UGL sanità, coerentemente con quanto affermato e rappresentato da anni a tutti i livelli istituzionali, con quanto sottoscritto insieme alle associazioni di categoria e degli utenti nel manifesto «No all'equipollenza» e con lo sciopero nazionale, che l'ha vista partecipe affianco dell'Associazione italiana fisioterapisti (AIF) e


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delle altre organizzazioni sindacali il 21 marzo 2006, ribadisce la richiesta di una rapida conclusione dell'iter parlamentare dell'atto C. 2131 di abrogazione dell'articolo 1-septies come già avvenuto al Senato, nonché il blocco degli effetti dell'emanato decreto interministeriale applicativo della norma in oggetto.
Chiediamo questo perché in un'epoca in cui in sanità si parla di appropriatezza, efficienza ed efficacia delle prestazioni, di audit clinico e rischio clinico, di accreditamento strutturale e accreditamento professionale, e soprattutto in un momento in cui lo stesso Ministero della salute ha provveduto a istituire solo alcune settimane fa un tavolo nazionale specifico che tracci le linee di definizione per valutare l'appropriatezza delle prestazioni riabilitative, chiedendo sempre più - come è giusto che si faccia - una validazione scientifica a questa importante branca della medicina, è semplicemente assurdo che si continui a paventare la possibilità di assimilare i curricula formativi dei laureati in scienze motorie a quelli dei laureati in fisioterapia, considerando i diversi iter proposti dalla formazione e dalla professione.
È fondamentale che si tenga presente il diverso percorso culturale delle due professionalità, le innumerevoli ore di tirocinio svolte nei reparti ospedalieri da parte dei laureati in fisioterapia a stretto contatto con i colleghi esperti e secondo precisi iter formativi clinici, utili a conseguire un apprendimento teorico necessario per sapere e saper fare. Tutto questo affinché le core competence del fisioterapista siano ad esclusivo vantaggio di tutta quella particolare e delicata utenza che si rivolge ai servizi riabilitativi.
Inoltre, non meno importante da tener presente è la notevole e importantissima produzione normativa che negli ultimi anni ha avuto la professione del fisioterapista a garanzia dell'utenza - ci riferiamo al decreto n. 741 del 1994, al n. 42 del 1999, alle leggi n. 43 del 2006 e n. 251 del 2000 - sulla quale l'UGL sanità invita tutti ad un'attenta riflessione e, anzi, a velocizzare, se è possibile, anche l'iter di approvazione della legge sull'ordine professionale.
La nostra organizzazione sindacale chiede a questo ramo, a questa Commissione che non ci si soffermi pericolosamente solo sul termine «esercizio fisico», perché la fisioterapia e la riabilitazione non sono questo, o almeno non sono solo questo. È necessario conoscere le metodiche riabilitative, le patologie di interesse, le tecnologie e quant'altro si apprende in tre anni di corso di laurea per erogare prestazioni di riabilitazione, e offrire un servizio ai cittadini sicuro e professionale che metta al riparo il Servizio sanitario nazionale anche da costi eccessivi di inefficacia e inappropriatezza.
Concludiamo soltanto con un passaggio per quanto riguarda i laureati in scienze motorie. Se, come pensiamo noi, l'origine di questo articolo 1-septies è stato quello di offrire più possibilità occupazionali, ebbene diciamo che forse è il caso di focalizzare l'attenzione su quella miriade di palestre disseminate su tutto il territorio nazionale che vede impiegati dei praticanti, degli improvvisati e non laureati in scienze motorie. Non confondiamo, però, quello che è sanitario con quello che, invece, è sportivo.

PRESIDENTE. La ringrazio. Dopo questa nota polemica finale, che peraltro corrisponde a verità, come sappiamo, perché ne abbiamo parlato anche in Commissione più volte, presento i deputati che hanno assistito all'audizione: onorevole Ghizzoni, capogruppo del Partito Democratico; onorevole Coscia, onorevoli Rossa e Bachelet, del Partito Democratico; onorevole Zazzera, capogruppo Italia dei Valori; il relatore onorevole Barbieri del Popolo della Libertà. Ci hanno raggiunto anche l'onorevole Centemero sempre del Popolo della Libertà e l'onorevole Siragusa del Partito Democratico.
Nessun altro chiede di intervenire?
Sarà veramente difficile decidere, relatore, perché si tratta di bianco o nero. Occorre tirare la monetina, la mediazione politica sarà molto difficile.


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EMERENZIO BARBIERI. Presidente, da buon democristiano troverò il grigio.

PRESIDENTE. È la sua forza, come sappiamo.
Ringraziamo le associazioni. Presto conoscerete gli esiti dei lavori parlamentari e della Commissione. Speriamo che sia l'ultima volta. D'altronde io che, come sapete, ho un buon numero di legislature alle spalle, ho affrontato questo tema anche come Governo, quindi ho giocato tutti i ruoli.
Nel ringraziare gli auditi, dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 13,20.

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