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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione VII
7.
Martedì 30 giugno 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Aprea Valentina, Presidente ... 2

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PROPOSTA DI LEGGE C. 2131, SENATORE CAFORIO, APPROVATA DALLA 7a COMMISSIONE PERMANENTE DEL SENATO, RECANTE ABROGAZIONE DELL'EQUIPOLLENZA DEL DIPLOMA DI LAUREA IN SCIENZE MOTORIE AL DIPLOMA DI LAUREA IN FISIOTERAPIA

Audizione del professor Vito Li Causi, docente di idrokinesiterapia presso il corso di laurea in Scienze motorie alla facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Catania:

Aprea Valentina, Presidente ... 2 6 8
De Torre Maria Letizia (PD) ... 6
Goisis Paola (LNP) ... 6
Li Causi Vito, Docente di idrokinesiterapia presso il corso di laurea in Scienze motorie alla facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Catania ... 2 6
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: (Misto-RRP).

COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 30 giugno 2009


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VALENTINA APREA

La seduta comincia alle 12,15.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del professor Vito Li Causi, docente di idrokinesiterapia presso il corso di laurea in Scienze motorie alla facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Catania.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla proposta di legge C. 2131, senatore Caforio, approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato, recante abrogazione dell'equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia, l'audizione del professor Vito Li Causi, docente di idrokinesiterapia presso il corso di laurea in Scienze motorie alla facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Catania.
Avverto che quella odierna è l'ultima audizione nell'ambito dell'indagine conoscitiva che ho citato. Porgo le scuse a nome del collega Barbieri, che è assente in quanto impegnato come osservatore nelle elezioni che si stanno svolgendo in Albania.
Saluto il professor Li Causi, che è stato membro di questa Commissione nella scorsa legislatura, e gli do la parola.

VITO LI CAUSI, Docente di idrokinesiterapia presso il corso di laurea in Scienze motorie alla facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Catania. Porgo un deferente saluto a tutti voi, signore e signori deputati. Ringrazio il presidente, onorevole Valentina Aprea, e tutti i componenti della Commissione per avermi voluto audire. È un onore tornare in quest'Aula, dove abbiamo lavorato proficuamente per quasi due anni, riuscendo a creare, peraltro, un clima costruttivo e proficuo su molti temi, anche grazie al lavoro nascosto ma efficace degli uffici.
Al riguardo, vorrei porgere un ringraziamento non formale a tutto il personale della Camera, sempre attento e preparato, e un saluto affettuoso all'amico dottor Francesco Petricone, che voi tutti stimate, come me.
Desidero informarvi che insegno idrokinesiterapia - terapia del movimento in acqua - sia nel corso di laurea in scienze motorie della facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Catania, sia alla scuola di specializzazione in Medicina fisica e riabilitazione presso la facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Perugia. Ho insegnato la stessa disciplina nel corso di laurea in fisiokinesiterapia della facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Chieti. Sono laureato in scienze motorie e sono in possesso del diploma triennale di massofisioterapista - giusta legge n. 403 del 1971 - diploma che nel 2000 ha ottenuto per legge l'equipollenza alla laurea in fisioterapia.


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Nel 2006, in qualità di deputato, in Commissione cultura, scienza e istruzione sono stato nominato relatore per l'Assemblea sui progetti di legge relativi all'abrogazione dell'equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia (articolo 1-septies del decreto legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito dalla legge n. 27 del 3 febbraio 2006).
Desidero fare un breve excursus sui lavori allora svolti in sede referente con l'esame delle tre proposte di legge - la C. 28, la C. 522, la C. 1620 - dal testo identico. Dopo un proficuo esame dei provvedimenti in Comitato ristretto, si pervenne infatti all'adozione di un testo unificato, il quale prevedeva, oltre al comma 1, abrogativo dell'articolo 1-septies citato, altri due commi, da me elaborati, volti a considerare le giuste esigenze dei tanti laureati in scienze motorie.
In Commissione, all'inizio dei lavori parlamentari, affermai infatti che non era accettabile la sovrapposizione tra la fisioterapia, di area sanitaria, e le scienze motorie, di area non sanitaria, pertanto era utile accostarsi all'abrogazione dell'equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie a quello in fisioterapia (articolo 1-septies).
I due corsi di laurea - è vero - non sono sovrapponibili, ma sono contigui; non a caso la medicina definisce l'esercizio motorio come momento fondamentale per il recupero della motricità e della riabilitazione motoria.
Aggiunsi, inoltre, che quel testo meritava una profonda riflessione ed un'azione legislativa più completa, perché il fisioterapista è un professionista che opera in ambito sanitario, con trattamenti terapeutici riabilitativi in forma passiva, mentre il laureato in scienze motorie agisce nell'ambito preventivo adattativo dell'attività fisica per il benessere del soggetto, come mantenimento e prevenzione delle disabilità in forma attiva.
Oggi intendo solo aggiungere che le due lauree hanno somiglianze e differenze importanti: il fisioterapista agisce sul malato con massaggi terapeutici, manipolazioni, apparecchi elettromedicali e lo segue nella fase acuta, mentre il laureato in scienze motorie è un professionista del movimento e agisce sul convalescente nella fase post-acuta.
Il testo che licenziammo alla Camera dei deputati, oltre ad abrogare l'equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia, prevedeva, entro sei mesi dall'entrata in vigore della nuova legge, l'approvazione di un decreto ministeriale per il riconoscimento dei crediti formativi universitari ai laureati in scienze motorie e le modalità di espletamento del periodo di formazione e di tirocinio sul paziente, ai fini del conseguimento della laurea in fisioterapia.
Con piccole correzioni, legate soprattutto al parere della Commissione affari sociali, si pervenne allora all'approvazione in sede legislativa di un nuovo testo (il 23 aprile 2007), che quindi fu trasmesso all'altro ramo del Parlamento.
Ricordo, inoltre, l'importante contributo offerto durante i lavori in Commissione dall'attuale presidente onorevole Valentina Aprea, dall'onorevole (allora vicepresidente) Emerenzio Barbieri, dagli onorevoli Nicola Bono, Manuela Ghizzoni, Paola Goisis, Paola Frassinetti, Fabio Garagnani, Carlo Costantini e naturalmente dall'allora presidente della Commissione onorevole Pietro Folena.
Nel 2007, alla modifica del testo avvenuta in Senato è seguito un ulteriore periodo di attento lavoro di questa Commissione insieme al Governo. L'allora Sottosegretario Dalla Chiesa ricordava infatti, a nome del Governo, che il Senato aveva effettivamente recepito le indicazioni della Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati e che non si rilevava alcun intervento difforme dei due rami del Parlamento, in particolare nessun atteggiamento ostile nei confronti dei laureati in scienze motorie da parte del ministero.
Il rappresentante del Governo allora riconobbe: che vi erano molte affinità tra i due corsi di laurea; che si doveva consentire


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ai laureati in scienze motorie di avere i crediti formativi universitari necessari per l'iscrizione in fisioterapia, proprio come avviene per altri corsi di laurea affini, per esempio scienze politiche ed economia (così disse il sottosegretario Dalla Chiesa); che il corso di formazione ovvero tirocinio pratico sui pazienti doveva avvenire nell'ambito dei policlinici, dei policlinici universitari, degli ospedali, delle strutture del servizio sanitario nazionale e istituzioni private accreditate, con un esame finale abilitante alla professione; che, vista la grave carenza di personale qualificato nel settore riabilitativo, era necessario assegnare ogni anno dei posti in soprannumero a favore degli studenti e dei laureati in scienze motorie che nel loro piano di studio avessero scelto il profilo dell'area preventiva ed adattata.
Oggi, nell'ambito della riabilitazione, la richiesta di prestazioni è aumentata, sia per il mutare dei dati epidemiologici nella popolazione, sia per la diversa attenzione nei confronti delle fasce fragili - gli anziani, i bambini, i diversamente abili - che richiedono prestazioni professionali che possono e debbono essere svolte dai laureati in scienze motorie.
La qualità formativa, culturale e scientifica di chi opera in campo riabilitativo e di rieducazione motoria deve essere adeguata a un progetto riabilitativo individuale, in cui si richiedono, oltre al fisiatra, molte figure professionali - fisioterapisti, logopedisti, biologi, fisici, chimici, ingegneri e gli stessi laureati in scienze motorie - come avviene negli Stati Uniti d'America, in Australia, in Giappone, in Corea e in Europa.
Signor presidente, onorevoli deputati, considerato l'importante lavoro svolto con il presidente, onorevole Folena, e l'intera Commissione nel corso della XV legislatura e le decisioni assunte di recente dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dal Ministero della salute con l'adozione del decreto del 24 febbraio 2009, nonché l'eccellente vostro operato che - grazie al relatore onorevole Barbieri - ha portato all'individuazione di scelte condivise, il Governo potrà definire un decreto coerente con il lavoro parlamentare svolto durante gli ultimi tre anni, che interpreti in maniera autentica le diverse posizioni assunte e fornisca chiarimenti in merito al numero dei posti in soprannumero da destinare agli studenti e ai laureati in scienze motorie. Molti di loro, infatti, si sono iscritti col convincimento dell'equipollenza con il corso di laurea in fisioterapia - come avviene da tre anni a questa parte e come accadrà anche il prossimo anno accademico - ritenendo, in questo modo, di raggiungere un obiettivo professionale.
Il laureato in scienze motorie, dopo essersi occupato, nel corso dei suoi studi, dell'attività fisica dei pazienti disabili, diabetici, affetti da malattie cardiovascolari e respiratorie, se non si sente valutato nel mercato del lavoro, a quel punto vuole fare il fisioterapista.
Al di là delle possibilità lavorative, tuttavia, è necessario sottolineare come oggi l'Unione europea sia intervenuta a più riprese per occuparsi del movimento umano e razionale dei propri cittadini. Infatti, in occasione della proclamazione del 2004 quale anno dell'educazione attraverso lo sport, l'Unione europea ha affermato come la sedentarietà sia contraria al concetto di salute e come debbano essere aumentate le attività di movimento.
Vorrei ricordare, inoltre, che la legge n. 104 del 1992 sancisce che l'attività motoria e la pratica delle discipline sportive sono favorite senza limitazione alcuna. Lo sport rivolto ai soggetti disabili ha importanti effetti, a seconda dell'età e della condizione, sullo stato emotivo, relazionale e motivazionale, oltre a consentire importanti vantaggi funzionali.
La riabilitazione è compito del laureato in fisioterapia, mentre la rieducazione motoria spetta al laureato in scienze motorie. Se quella del fisioterapista è una professione parasanitaria, non potrebbe esserlo anche quella di chi è deputato a far svolgere attività motoria a un diabetico, a un infartuato? Per comprenderlo, ritengo


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che non si debba essere cardiologi, endocrinologi o diabetologi; anzi, alla loro prescrizione di attività motoria non segue alcuna risposta, se non genericamente quella di «fare del movimento».
Sorge qualche dubbio quando, nelle strutture sanitarie, ci si occupa delle scienze dell'alimentazione, ma non delle scienze del movimento. Soggetti affetti da vasculopatia, neuropatia periferica, alterazioni posturali e chinesiologiche possono incorrere in gravi problemi se spinti in modo improprio alla pratica dell'attività motoria.
I miei colleghi, deputati della XV legislatura, ricorderanno che a gennaio 2008, durante l'approvazione della finanziaria del Governo Prodi, fu espresso parere favorevole a un ordine del giorno a mia firma sull'inserimento del laureato in scienze motorie nell'area sociosanitaria. Il gesto motorio, infatti, appartiene sia alla persona malata sia alla persona sana e richiede, al momento della prevenzione, l'intervento del laureato in scienze motorie, al momento della terapia quello del laureato in fisioterapia, al momento della convalescenza l'intervento del fisiatra medico e quello del fisioterapista nella fase acuta di riabilitazione motoria passiva. Infine, il laureato in scienze motorie subentra nuovamente nella fase post-acuta di rieducazione motoria adattativa e di adattamento fisiologico.
Molte volte il laureato in scienze motorie e il laureato in fisioterapia cooperano nell'ambito professionale, si sovrappongono, si integrano nel settore sportivo, negli ospedali, nelle cliniche riabilitative, nelle residenze sanitarie assistite (RSA) e nelle case di riposo, intervenendo sul soggetto che ha necessità di recuperare abilità motoria.
I laureati in scienze motorie devono afferire all'area sanitaria perché si occupano della prevenzione e dell'educazione funzionale, motoria, adattata e finalizzata a soggetti di diverse età, anche disabili, così come recita una parte della legge istitutiva del corso di laurea in scienze motorie. Infatti, con il progresso scientifico, le due lauree sono sempre più assimilabili: studi medici e scientifici hanno dimostrato che l'esercizio fisico regolare, preventivo e controllato, condotto dal tecnico di scienze motorie, ha una notevole efficacia nelle patologie cardiovascolari e cerebrovascolari, in quelle osteoarticolari, nell'osteoporosi, nelle malattie metaboliche come il diabete, in termini di prevenzione sia primaria che secondaria.
La spesa sociale e sanitaria può agevolmente diminuire con la prevenzione delle malattie e il miglioramento della qualità della vita. L'assistenza sanitaria e sociale di un paziente trascurato costa allo Stato qualche migliaio di euro al mese; se, però, si offre al paziente una convenzione con una fonte di benessere, quel paziente costerà alcune decine di euro al mese. È questa la differenza, come tutti voi ben comprendete. La prevenzione, ovviamente, costa molto meno della terapia.
Tutti gli auditi hanno espresso le loro rispettabili opinioni sull'equipollenza. Comprendo pure la posizione dei sindacati, che entrano nel merito dell'equipollenza a difesa dei lavoratori, ossia solo dei fisioterapisti, i quali hanno già un lavoro, mentre i laureati in scienze motorie sono solo disoccupati, senza difesa alcuna.
Adesso spetta a voi, onorevoli deputati, stabilire il percorso legislativo, al di là delle tendenze corporative, e garantire al cittadino le migliori prestazioni professionali. Sono certo di una vostra forte concentrazione per dare risposte concrete ai pazienti e far sì che avvenga una condivisione, abbattendo le barriere ideologiche e prevedendo l'inserimento, per uno specifico profilo di laureati in scienze motorie, nel settore sanitario.
Se la linea prevalente di sintesi è quella dell'onorevole Emerenzio Barbieri, vista l'eccellente relazione svolta in qualità di relatore, la Commissione potrebbe seguire un percorso legislativo che non infici tutto il lavoro svolto da questa onorevole sede durante l'arco di tre anni (attualmente siamo quasi a quattro anni). Questa Commissione è il massimo consesso culturale, scientifico e istruttivo dello Stato italiano: di certo non


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avete bisogno di relazioni, letture magistrali o paroloni da parte di alcun audito, semmai di conoscere attraverso di noi la situazione concreta.
L'attuale maggioranza, dunque, che era tale anche quando è stato messo in opera l'articolo 1-septies di cui all'oggetto, sicuramente favorirà le condizioni per approvare l'opera del relatore, onorevole Emerenzio Barbieri, in sede legislativa.

PRESIDENTE. Grazie. Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

MARIA LETIZIA DE TORRE. Ringrazio il professor Li Causi per l'esposizione. È molto chiara la differenza tra un laureato in fisioterapia e un laureato in scienze motorie. È necessario che anche il contesto intorno a queste due discipline si differenzi, come lei ha ben spiegato. Mi sorge, però, un dubbio: se portiamo la professione del laureato in scienze motorie nell'area sanitaria, compiamo un ulteriore passo verso la sanitarizzazione della nostra società, con effetti a mio parere negativi. Non sono molto esperta in questo ambito, tranne per ciò che riguarda il lavoro quotidiano, ma credo che un laureato in scienze motorie possa svolgere diverse professioni, a favore non solo di chi è diabetico o di chi ha bisogno di riabilitazione, ma dell'intera popolazione.
In tantissime palestre, per esempio, si esercita il movimento in modo a volte inadeguato, in alcuni casi danneggiando le persone. La popolazione del nostro Paese fa pochissimo movimento: come lei diceva in precedenza, ci occupiamo delle questioni alimentari, ma non del movimento.
Mi chiedo se inserire interamente questa professione nell'area sanitaria, concettualmente e culturalmente ci sanitarizzi. Mi sono molto occupata delle professioni di assistente sociale e di educatore, che hanno diverse analogie tra loro. Anche in quel caso, c'è chi vuole sanitarizzare tutto. Concretamente gli educatori vengono formati dalle facoltà di medicina; personalmente lo ritengo profondamente sbagliato, ma questo è dipeso dagli interessi di alcune facoltà.
Vorrei capire, in sostanza, come si può valorizzare questa professione senza sanitarizzarla.

PAOLA GOISIS. Vorrei ricordare brevemente il lavoro svolto in questa sede nella legislatura precedente - come sottolineava il professor Li Causi - e le perplessità che avevo manifestato in quell'occasione e che mantengo. Mi chiedo, ad esempio, se parlare di equiparazione della laurea in scienze motorie con la laurea in fisioterapia potrebbe comportare un'eccessiva ingerenza della prima area nell'ambito della seconda.
Peraltro, come avevo ricordato, ho assistito a casi in cui alcuni ragazzi, manipolati da parte di laureati in scienze motorie, hanno subìto gravi danni.
Nella scorsa legislatura - ma anche nell'attuale - nel corso delle audizioni si è insistito molto sulla questione del percorso relativo ai laureati in scienze motorie. È vero, da una parte, che dobbiamo salvaguardare il diritto al lavoro, ma al tempo stesso non si può stabilire una equipollenza tout court solo per questa ragione. Laddove si parli - e sono sicura che se ne parlerà - del riconoscimento di crediti che possano avvicinare questi laureati all'area sanitaria, chiediamo una garanzia, altrimenti avremmo difficoltà ad esprimere una posizione favorevole. Riconosciamo, da una parte, il diritto al lavoro, dall'altra la differenziazione tra le due lauree. Bisogna arrivare a una conciliazione dei due aspetti, perché non vengano commessi errori di tipo sanitario, come è accaduto in passato.

PRESIDENTE. Do la parola al professor Li Causi per la replica.

VITO LI CAUSI, Docente di idrokinesiterapia presso il corso di laurea in Scienze motorie alla facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Catania. Signor presidente, desidero manifestare ulteriormente


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la mia approvazione per i lavori di questa Commissione e rispondere alle domande che mi sono state poste.
Non sono assolutamente d'accordo relativamente al rischio di sanitarizzazione. Sarebbe così se io parlassi di equipollenza tra laureati in scienze motorie e in fisioterapia. Ebbene, non solo sono assertore del contrario - come dissi all'inizio - perché quella delle scienze motorie è un'area non sanitaria, ma al contempo la proposta riguarda solo i laureati in scienze motorie che si occupano - e sono non più del 10 per cento del totale - di attività adattata.
La ginnastica correttiva è stata inventata trenta o quaranta anni fa dai professori di educazione fisica. Si tratta di un'attività che ci porta all'adattamento fisiologico. Il soggetto che ha un'affezione di questo tipo - in primis, ma non solo, a livello della colonna vertebrale, ha bisogno di una correzione, ma è sano.
È certo, quindi, che interveniamo con la scienza del movimento in base alle esigenze del malato e del sano: il primo in fase di convalescenza, il secondo per l'adattamento fisiologico. Onorevole De Torre, sono a favore dell'adattamento fisiologico perché, anche nel campo dell'odontoiatria, basta che la nostra posturologia non sia in linea per andare incontro a malanni che tutti conosciamo. Ovviamente non sono qui per persuadere nessuno, assolutamente, semmai per riflettere sul fatto che l'esperienza personale aiuta ad avere un quadro più chiaro; chi svolge questa professione, sicuramente, sa bene che cosa accade.
Storia diversa è quella delle palestre, in cui si esercita in maniera - passatemi il termine - quasi piratesca. Nelle palestre succede di tutto, per la semplice ragione che una federazione, attraverso il CONI, dopo due giorni o un certo numero di ore di attività, svolta magari nel fine settimana, rilascia titoli che non sono equivalenti né equipollenti a un bel niente. Accade, dunque, che aprano palestre persone che, magari, svolgono un altro tipo di professione.
Quello che si chiede è che i laureati in scienze motorie possano operare nell'ambito che spetta loro. Queste persone ormai vanno in camice, non più in tuta, e hanno quattro diversi profili professionali: il primo è quello di cui si parla, un altro è di natura manageriale (non possono esercitare un'attività in questo senso perché oggi chiunque apre una palestra e la dirige come vuole), un altro riguarda l'area educativa, ma sappiamo bene che nelle scuole, purtroppo, in questo momento non hanno alcuna opportunità, come del resto non trovano posto nemmeno nelle federazioni. Non a caso, poco fa ho detto che i laureati in scienze motorie non sono garantiti da nessuno: non hanno un sindacato, diversamente dovrebbero avere quello dei disoccupati.
Onorevole Goisis, ricordo bene le sue perplessità. Addirittura anni fa ha citato in questa sede il caso di un ragazzo finito sulla carrozzina, aggiungendo che, se fosse stato aiutato a rimettersi da un laureato in scienze motorie e non da un fisioterapista, quel ragazzo avrebbe potuto perdere anche l'azione primaria della parte superiore del corpo.
Permettetemi di citare l'esempio della mia mamma, che è stata colpita da un ictus cerebrale tanti anni fa, ultrasettantenne. Dalla provincia di Trapani, dove vivo, la portai a Costa Masnaga, in provincia di Lecco, in un ospedale di 81 posti letto, diretto da Molteni e legato all'ospedale Sant'Anna di Como, per la riabilitazione neurologica.
Ricordo che, dopo il periodo di acuzie, ci fu riferito che mia madre non avrebbe più potuto camminare, ma sarebbe rimasta sulla sedia a rotelle o a letto. Questo avveniva nel mese di gennaio o febbraio, ma ad aprile, dopo due mesi di riabilitazione kinesiologica e di adattamento fisiologico, durante il precetto pasquale mia madre ha preso la comunione andando a messa con le proprie gambe. Vi dico di più: dopo due mesi mia madre è andata a Chianciano con la coppia che l'assisteva, passando una settimana così bella da ricordarla a lungo.


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Dopo un anno o due al massimo, la poverina è venuta meno, ma ha avuto almeno la soddisfazione di vivere un'esperienza in più.

PRESIDENTE. Credo che potremo fare tesoro anche di quest'ultima audizione. Salutiamo amichevolmente il nostro collega, intervenuto in veste di autorevole professore della sua facoltà.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 12,50.

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