Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Strumento di esplorazione della sezione Lavori Digitando almeno un carattere nel campo si ottengono uno o più risultati con relativo collegamento, il tempo di risposta dipende dal numero dei risultati trovati e dal processore e navigatore in uso.

salta l'esplora

Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

Torna all'elenco delle indagini Torna all'elenco delle sedute
Commissione VII
15.
Mercoledì 4 luglio 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'APPLICAZIONE DELLA LEGGE N. 2 DEL 9 GENNAIO 2008, RECANTE DISPOSIZIONI CONCERNENTI LA SOCIETÀ ITALIANA DEGLI AUTORI E DEGLI EDITORI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AD ATTIVITÀ, GESTIONE E GOVERNANCEDELLA MEDESIMA SOCIETÀ

Audizione del Ministro per i beni e le attività culturali, Lorenzo Ornaghi:

Ghizzoni Manuela, Presidente ... 3 6 10 12 13
Barbieri Emerenzio (PdL) ... 13
Colucci Francesco (PdL) ... 3
De Biasi Emilia Grazia (PD) ... 6 10
Goisis Paola (LNP) ... 12
Ornaghi Lorenzo, Ministro per i beni e le attività culturali ... 6 13
Zazzera Pierfelice (IdV) ... 11

ALLEGATO: Nota depositata dal deputato Colucci ... 14
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.

[Avanti]
COMMISSIONE VII
CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 4 luglio 2012


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MANUELA GHIZZONI

La seduta comincia alle 9,10.

(La Commissione approva il verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro per i beni e le attività culturali, Lorenzo Ornaghi.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'applicazione della legge 9 gennaio 2008, n. 2 recante disposizioni concernenti la Società italiana degli autori e degli editori, con particolare riferimento ad attività, gestione e governance della medesima società, l'audizione del Ministro per i beni e le attività culturali, Lorenzo Ornaghi.
Signor Ministro, prima della sua esposizione vorrei dare la parola al questore Colucci, che deve allontanarsi a causa di un altro impegno.

FRANCESCO COLUCCI. Colleghi, ho seguito attraverso i resoconti stenografici delle audizioni i numerosi interventi svolti nel corso dell'indagine conoscitiva sull'applicazione della legge n. 2 del 9 gennaio 2008.
Mi accingo a svolgere un breve intervento ma, se il presidente me lo consentirà, chiederò che sia allegato al resoconto stenografico della seduta il testo integrale del mio intervento; ho chiesto di intervenire prima del Ministro proprio per lasciare alcuni spunti di riflessione che ritengo utili per la discussione.
A seguito delle numerose audizioni svolte finora, si è giunti a una sola conclusione, ovvero la necessità che, in tempi rapidissimi, siano azzerate le cariche di commissario, vicecommissario e direttore generale attualmente ricoperte all'interno della SIAE. Con serenità, sapendo di essere interprete di un sentimento comune in Commissione, mi rivolgo proprio al Ministro Ornaghi, che stimo e con il quale condivido la comune appartenenza milanese - essendo stato «trapiantato» a Milano dalla mia Puglia - e che ringrazio sentitamente per essere intervenuto oggi partecipando ai nostri lavori.
Sintetizzo di seguito le motivazioni a supporto della mia richiesta, chiedendo formalmente alla presidenza della Commissione di consentire la pubblicazione della mia nota in allegato al resoconto della seduta odierna.
Parto dall'alienazione degli immobili del fondo pensioni SIAE e dall'alienazione degli immobili della SIAE. La necessità di vendere gli immobili per fronteggiare alle esigenze di liquidità del fondo pensioni e per contenere gli investimenti immobiliari entro il limite del 20 per cento del patrimonio immobiliare entro il 2012 - termine, peraltro, soggetto a proroga con riferimento al decreto ministeriale n. 62


Pag. 4

del 2007 - riguardava esclusivamente il patrimonio del fondo pensioni, non gli immobili di proprietà della SIAE.
Non vi era alcuna ragione di dismettere in maniera repentina e pressoché clandestina anche gli immobili appartenenti a un ente pubblico - com'è ancora la SIAE - pur dopo l'emanazione della legge n. 2 del 2008, attraverso il loro trasferimento a fondi immobiliari appositamente costituiti.
Ad oggi non sono chiari i costi delle operazioni immobiliari, compresi quelli fiscali, che resteranno definitivamente a carico della società. La Commissione pretende un quadro riepilogativo, chiaro, completo ed esaustivo della reale necessità dell'operazione così come congegnata, di tutti i soggetti coinvolti e di tutti i costi ad essa connessi - consulenze, commissioni varie, imposte, finanziamenti bancari, interessi, premi di assicurazione - che rappresentano spese comunque riferibili all'iniziativa in parola. La gestione commissariale del direttore generale, a cui dette richieste sono state rivolte dalla Commissione, non ha dato risposte adeguate.
Con il decreto del Presidente della Repubblica del 9 marzo 2011 è stato affidato al commissario e ai due subcommissari, tra l'altro, l'incarico di assicurare il risanamento finanziario e l'equilibrio economico-gestionale della società, nonché di individuare le modifiche statutarie idonee a garantire la funzionalità dell'ente.
Va premesso che non sussisteva alcuna necessità di risanamento finanziario dell'ente, considerate le rilevanti riserve patrimoniali e l'ingente e costante liquidità a disposizione della società - pari a oltre 600 milioni di euro - evidentemente non valutate in modo adeguato dall'estensore del provvedimento di commissariamento. Anche l'equilibrio economico risultava, dai risultati di bilancio, pur con tutte le riserve derivanti dalla contrazione dei ricavi e dall'andamento declinante degli incassi, in connessione con la crisi economica che ha investito il Paese e con le note difficoltà ad approcciare il mercato digitale.
Nonostante l'assoluta libertà di azione della gestione commissariale del direttore generale, grazie alla mancanza degli organi e degli organismi societari attraverso cui si esplicavano i poteri decisionali - sorveglianza e controllo della base associativa -, nessun obiettivo sembra raggiunto, a distanza di quasi tre anni dall'insediamento del direttore generale e di quasi un anno e mezzo dalla nomina dei commissari.
Nessuna iniziativa è stata assunta per garantire in maniera strutturale l'equilibrio economico della SIAE, se non ricorrendo ad operazioni sulla ricchezza dell'ente già esistente - ovvero il suo patrimonio immobiliare - e creando artificiosamente plusvalenze contabili, ma con elevati costi reali. Nulla è stato fatto per quanto concerne lo sviluppo di nuove fonti di ricavi, tranne un fumoso e astratto piano strategico, dal quale non risulta alcuna iniziativa programmata di concreta produzione di nuovi ricavi, ma solo una mera elencazione descrittiva di generiche e modeste opportunità da coltivare, tutte da verificare e comunque insuscettibili di tradursi in effetti credibili e consistenti proventi.
Il direttore generale e i commissari si sono dimostrati palesemente non all'altezza dei loro compiti e, a mio avviso, devono essere tempestivamente rimossi e sostituiti.
Per quanto riguarda il fondo pensioni, è singolare che il direttore generale - a suo dire, sempre attento e pronto a rilevare le criticità della struttura aziendale - non si sia accorto né del presunto buco nel fondo pensioni né dell'asserita mala gestio da parte degli amministratori e dei revisori del fondo, pur avendo affrontato la problematica fin dal suo insediamento, insieme con il consiglio di amministrazione della SIAE. Si chiede di conoscere se, in occasione dell'approvazione del bilancio SIAE 2009 nel giugno del 2010, il direttore generale si era accorto o meno del presunto buco e della mala gestio del fondo pensioni.
Per quanto riguarda i rapporti professionali con il subcommissario Scordino, si chiede - negli atti delle audizioni sono presenti alcuni elementi di riflessione al riguardo - di conoscere se risponda al vero


Pag. 5

che l'avvocato Scordino, prima della sua nomina a subcommissario, sia stato il legale di fiducia del direttore generale, di cui a più riprese avrebbe curato l'interesse, anche in sede di predisposizione del contratto di lavoro con la SIAE. È quantomeno atipico che, nella gestione di un ente pubblico, uno dei suoi responsabili, un subcommissario, sia il legale retribuito del suo sottoposto, il direttore generale, con evidente confusione di ruoli e responsabilità.
Per quanto riguarda alcuni rapporti di parentela e affinità tra subcommissari e amministratori della SGR (Società di gestione del risparmio) di fondi immobiliari, si chiede di conoscere se esistano e quali siano eventuali relazioni di parentela e affinità tra i membri della gestione commissariale e i propri coniugi e il responsabile della gestione dei fondi immobiliari costituiti dalle SIAE, ovvero della SGR prescelta nell'operazione immobiliare oggetto di questa indagine.
Per quanto riguarda l'assunzione di un sindacalista del Ministero per i beni e le attività culturali come dirigente presso la SIAE, il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri ha ribadito, anche recentemente, l'incompatibilità, di cui all'articolo 53, comma 1-bis, del disegno n. 165 del 2001, per un impiegato già esponente sindacale presso il Ministero per i beni e le attività culturali. Questo impiegato, inquadrato nella categoria di concetto presso il Ministero, è stato assunto dal direttore generale presso la SIAE addirittura come dirigente di vertice, pur versando nella situazione di incompatibilità stabilita dalla legge e deliberatamente ignorata dal direttore generale. Si chiede di conoscere quali provvedimenti sono stati assunti in proposito.
Per quanto riguarda la dichiarazione che il direttore generale Blandini ha reso alla Commissione, essa non risponde al vero, perché, contrariamente a quanto dichiarato sulle modalità di scelta di Cerasoli, il direttore generale Blandini ha personalmente partecipato a tutte le riunioni per la selezione dei candidati. Questo può essere agevolmente verificato consultando i documenti sicuramente disponibili presso la società di cacciatori di teste Molza & Partners di Bologna, appositamente incaricata dal direttore generale, e i cui rappresentanti potranno essere chiamati a testimoniare sulla presenza del direttore Blandini al momento della valutazione e scelta di Cerasoli.
Poiché il direttore generale fa riferimento a verbali firmati dal cosiddetto «comitato», i cui membri attesterebbero quanto da lui affermato, si chiede la produzione di tali verbali e di tutti gli atti del comitato.
Resta inspiegabile il motivo per cui il direttore generale abbia dovuto fare ricorso a una società di ricerca e selezione di manager, con dispendio di tempi e di risorse, per scoprire Cerasoli - impiegato di gruppo B ed esponente sindacale del Ministero dei beni culturali, ben conosciuto al direttore generale per scomode iniziative sindacali nei suoi confronti relative a vicende denunciate dai sindacati interni del Ministero - come potenziale candidato addirittura alla carica di dirigente responsabile.
A differenza di quanto ha affermato, il direttore generale non ha seguito le procedure previste in varie assunzioni di personale. Da quanto sopra, emerge un quadro di gravi responsabilità a carico del direttore Blandini, che non ha esitato a rendere dichiarazioni non rispondenti al vero su aspetti oggetto di specifiche domande di approfondimento e di fronte a una Commissione parlamentare, dando la netta impressione di depistare e confondere l'interlocutore con affermazioni che non trovano riscontro nei fatti.
È sorprendente, infine, che la gestione commissariale ometta qualsiasi controllo e verifica dei comportamenti del direttore generale anche per ciò che attiene alle dichiarazioni rese da quest'ultimo alla Commissione. Chiedo, quindi, che gli organismi di vigilanza, in questo caso il Ministro Ornaghi, forniscano risposte agli interrogativi sovraesposti e adottino consequenziali provvedimenti nei confronti del direttore generale e della gestione


Pag. 6

commissariale della SIAE, l'uno e l'altra del tutto inidonei a proseguire nello svolgimento delle loro funzioni.
Presidente, le chiedo grazia; sono forse stato un po' lungo rispetto a quanto mi ero promesso, ma il tema è vasto e consegnerò agli uffici il mio intervento integrale.

PRESIDENTE. Certo, onorevole Colucci, l'argomento è interessante e su di esso ci applichiamo da molte sedute. Accogliendo la sua richiesta, autorizzo la pubblicazione della nota che ha predisposto in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato).

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Ministro, considerato che lavoriamo da tre mesi a questa indagine conoscitiva, anche in virtù delle affermazioni del collega Colucci, che peraltro riassumono in modo pregevole quanto ci è stato detto in questi mesi, penso sia corretto comunicare anche a lei che, a mio avviso, l'indagine conoscitiva è finita. Prima di prendere decisioni - che peraltro spettano agli organi vigilanti -, credo sia giusto iniziare il percorso della Commissione d'inchiesta per la quale questa Commissione ha firmato una proposta all'unanimità.
Sicuramente si tratta di un problema che riguarda i vertici della SIAE, ma che merita anche di essere approfondito: non vorrei che tutto terminasse esclusivamente con la rimozione degli interessati.

PRESIDENTE. L'ufficio di presidenza deciderà in merito a quanto ora annunciato dalla collega De Biasi, avendone peraltro già discusso in più occasioni.
Do la parola al Ministro Ornaghi per lo svolgimento della relazione.

LORENZO ORNAGHI, Ministro per i beni e le attività culturali. Anzitutto saluto ciascuno di voi e, in modo particolare, la nuova presidente, alla quale auguro buon lavoro: è la prima seduta a cui partecipo da quando ha assunto l'incarico.
Vorrei svolgere una premessa informale, prendendo atto della proposta, avanzata all'unanimità, di avviare una Commissione d'inchiesta. Certamente, delle poche questioni che da decenni o da qualche mese giacciono sul tavolo del Ministero per i beni e le attività culturali, quella riguardante la SIAE è fra le più complesse; faccio anch'io fatica a coglierne tutti i fili e ogni intervento mostra un filo nuovo della matassa. Per questo motivo, è possibile che la Commissione d'inchiesta permetta di avere un quadro sinottico più preciso e, se l'onorevole De Biasi mi consente, si tratta di convergenze parlamentari unanimi e significative. Ne prendo atto più che volentieri.
Sulle recenti vicende della SIAE si è concentrata l'attenzione dei media e quella della politica, e su alcuni frammenti ho già riferito in Parlamento in diverse circostanze, in occasione della risposta ad interrogazioni a risposta immediata sia alla Camera sia al Senato. D'altro canto, sin dallo scorso mese di febbraio, questa Commissione sta opportunamente svolgendo un'approfondita indagine conoscitiva - anche attraverso l'audizione dei vertici della SIAE, del commissario e dei due subcommissari, nonché delle categorie interessate - e ha ricevuto la bozza del nuovo statuto, sottoposto, in data 7 marzo 2012, all'esame delle amministrazioni vigilanti della Presidenza del Consiglio e del Ministero per i beni e le attività culturali (sebbene la redazione di questo statuto rimandasse a molto tempo prima).
Credo che siamo tutti impegnati a monitorare, come si usa dire, le vicende di questo ente pubblico economico a base associativa, retto dal diritto privato in base alla legge n. 2 del 2008 che lo riformò. È bene ricordare che l'ente non riceve alcun contributo diretto a carico dell'Erario, né compare nell'elenco ISTAT degli enti inclusi nel conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni. In questo senso, la SIAE non pone un problema di spending review, ma pone e ha posto - credo che da ciò derivino le ragioni del suo commissariamento - un problema di efficienza della gestione, di miglior definizione della sua missione istituzionale e del suo assetto organizzativo in tutti gli aspetti, anche quelli appena ricordati.


Pag. 7


Per questo suo carattere bicipite, pubblico e privato, alla luce del suo profilo privatistico di società di collecting, la SIAE richiederebbe maggior efficienza nella gestione, mentre, in forza del suo rilievo pubblicistico - che attiene alla questione della tutela dei diritti degli autori -, esigerebbe una garanzia di tipo genuinamente pubblicistico. Ciò sarebbe auspicabile anche in un'ottica solidale, per non abbandonare le fasce più deboli o meno fortunate, fra gli autori in difficoltà, che inevitabilmente inciderebbe in senso negativo sulla effettività della tutela dello stesso diritto d'autore.
La SIAE presenta costi gestionali e di agenzia piuttosto alti che si scaricano sulle entità dell'aggio trattenuto sui diritti degli autori e degli editori, la cui percentuale è ben superiore alle medie praticate in Europa; ciò costituisce un problema ulteriore, se non tra i principali problemi che hanno provocato dissidi e diverse valutazioni interne alla compagine associativa fino al commissariamento.
Sullo sfondo, non dobbiamo nascondercelo, si pone un dibattito più generale relativo alla possibile (da taluni prospettata e auspicata) privatizzazione e liberalizzazione di questo servizio, in un'ottica tutta incentrata sull'aspetto del mercato. Tale ottica ha fatto breccia anche nella nota vicenda del nuovo IMAIE (Istituto mutualistico per la tutela degli artisti, interpreti ed esecutori), il quale, rispetto alla SIAE, presenta talune similitudini, pur avendo obiettivi diversi e mostrando differenze significative. Si tratta, infatti, dell'associazione di diritto privato prevista per legge degli artisti, interpreti ed esecutori per la raccolta e la distribuzione dei diritti connessi al diritto d'autore.
Delineati i termini essenziali giuridico-formali all'interno dei quali si colloca il tema delle recenti vicende, occorre prendere avvio dalle ragioni gestionali, organizzative e giuridiche che hanno condotto il precedente Governo a disporre, sul finire del 2010, il commissariamento che l'attuale Governo ha prorogato di sei mesi.
Il commissariamento, richiesto nella sostanza e accettato da tutte le componenti interne della SIAE, è stato determinato, com'è ben noto, da una situazione di stallo in cui si trovava la società nella seconda metà del 2010. La società non era più stata in grado di convocare l'assemblea e approvare il nuovo bilancio preventivo, e questo blocco era nato dal conflitto interno tra la componente - forse i termini sono inappropriati ma precisi, per alcuni aspetti - più industriale, cioè costituita dagli associati con maggiore peso economico, anche in termini di contribuzione all'ente, la quale lamentava una scarsa rappresentanza negli organi sociali, e la componente più numerosa dell'assemblea, costituita dagli altri associati rappresentativi della parte minore delle contribuzioni in termini percentuali.
Sullo sfondo di questo conflitto vi erano talune difficoltà gestionali e di bilancio legate anche alla gestione del fondo pensioni della SIAE, che presentava un'eccessiva immobilizzazione del suo patrimonio non in linea con la normativa del settore. Ciò mostrava la problematicità di un rapporto non adeguatamente definito e precisato con la SIAE, che negli anni precedenti aveva sempre erogato le liquidità necessarie a far fronte agli impegni previdenziali. In questo già complicato contesto si è, inoltre, innestata la rinegoziazione del contratto collettivo, che secondo gli attuali amministratori non è in linea con gli standard di efficienza imposti dalla difficile congiuntura economica.
Il decreto di commissariamento del 9 marzo 2011 fornisce indicazioni chiare e assegna al commissario una duplice missione: dapprima il risanamento finanziario e l'equilibrio economico-gestionale della società e, in secondo luogo, «l'instaurarsi di una dialettica interna più equilibrata, anche attraverso l'introduzione delle modifiche statutarie idonee ad assicurare un'effettiva rappresentatività in seno agli organi sociali della SIAE e ai titolari dei diritti in rapporto ai relativi contributi economici, nonché attraverso eventuali altre modifiche che dovessero emergere come necessarie e idonee a garantire la funzionalità della società, anche con riferimento


Pag. 8

alle modalità di costituzione e funzionamento degli organi deliberativi».
La gestione commissariale ha operato per un anno ed è stata prorogata da questo Governo con decreto del Presidente della Repubblica 5 aprile 2012, svolgendo, come pure vi è noto, i compiti a titolo gratuito. La gestione commissariale ha evidentemente prodotto alcuni risultati, introducendo elementi di risparmio e di efficienza, e a tale proposito corre l'obbligo per me di ringraziare il commissario Rondi e i subcommissari Mario Stella Richter e Domenico Luca Scordino.
In particolare, va ricordato come il commissariamento si sia trovato subito di fronte la questione relativa ai costi di produzione e abbia proceduto a una revisione dei contratti in essere in tutti i comparti dei lavoratori dell'ente. Nel luglio 2011 è stato rinnovato il contratto con i dirigenti della società e nel dicembre 2011 si è giunti alla chiusura dei negoziati con la categoria dei mandatari, lavoratori autonomi responsabili delle minime unità territoriali in cui la SIAE è articolata.
I due nuovi contratti hanno consentito alla SIAE di registrare un risparmio significativo; resta da concludere la trattativa sindacale con il restante personale dipendente. Al riguardo, un passo in avanti è dato dalla sottoscrizione, il 27 giugno 2012, di un protocollo d'intesa che prefigura la sottoscrizione breve di un nuovo contratto collettivo definitivo per quanto concerne i dipendenti della SIAE.
Va altresì ricordato come il commissariamento abbia condotto la proposta di una soluzione contabile del rapporto creditorio con il fondo maggiormente aderente alla realtà, elaborando un complesso piano volto a ricondurre la gestione del fondo all'interno dei canoni imposti dalle relative leggi speciali per quanto attiene alla percentuale massima di immobilizzazioni consentite nel patrimonio degli enti previdenziali.
La gestione commissariale ha dunque avviato la liquidazione immobiliare del fondo, optando per una soluzione volta a dilazionare nel tempo le alienazioni, allo scopo di massimizzare i profitti. Nel contempo, essendovi tra i mandati del decreto di commissariamento anche il compito di fare efficienza, la gestione commissariale ha proposto una forma di gestione più dinamica dello stesso patrimonio immobiliare della SIAE. Questa complessa operazione - sulla quale ho già riferito alle Camere - relativa al fondo pensioni e al patrimonio immobiliare della stessa SIAE, è stata oggetto di critiche e di polemiche. Questa stessa Commissione ha già ricevuto tutte le informazioni richieste al riguardo.
Come amministrazione vigilante, il Ministero, allo stato, non ha rilevato elementi di criticità tali da inficiare la validità dell'operazione. Vi sono, peraltro, ancora profili che meritano di essere meglio chiariti e, proprio a tal fine - d'intesa con la Presidenza, con la quale si condivide la vigilanza -, ho provveduto a richiedere ulteriori elementi conoscitivi e di giudizio, soprattutto relativi alla sostenibilità economico-finanziaria nel medio periodo di un tale complesso procedimento. Ciononostante, non mi sembra che esso possa essere rifiutato a priori, ferma restando la sostanziale autonomia, che pure va rispettata, delle scelte strategiche riservate a questo ente privato e pubblico.
Infine, informo che proprio ieri è stata trasmessa dalla SIAE agli uffici del Ministero la bozza di bilancio consuntivo 2011, la quale registra un utile di gestione pari a circa 900 mila euro. Tale bozza di bilancio è attualmente allo studio degli uffici del Ministero, così come di quelli delle altre due amministrazioni vigilanti, il Dipartimento per l'editoria della Presidenza del Consiglio e il Ministero dell'economia e delle finanze. Essa costituisce, a mio giudizio, un punto di partenza positivo e un significativo traguardo raggiunto dal commissariamento.
Certamente, più rilevante per il futuro è il versante della governance della società. Su questo versante, la gestione commissariale ha elaborato un progetto di riforma dello statuto, volto - in linea con il mandato del decreto di commissariamento - a introdurre il sistema del voto ponderato (che è piuttosto complesso) per dare un peso maggiore agli associati che maggiormente


Pag. 9

contribuiscono al bilancio societario. Il progetto è all'esame degli uffici tecnici del Ministero e della Presidenza per l'esercizio del potere approvativo di vigilanza.
Più nel dettaglio, il commissario straordinario, con due successive delibere del 7 marzo 2012 e dell'8 marzo 2012, ha provveduto all'approvazione dello statuto della SIAE allegato alle delibere stesse. Nella sua nota di trasmissione, il direttore della SIAE ha osservato che «lo schema di statuto adotta un sistema organizzativo moderno e sostanzialmente mutuato dagli assetti comunemente diffusi in aziende pubbliche o private di grandi dimensioni. In tale ambito, la scelta è ricaduta su un sistema di tipo dualistico, che consenta a un organo di sorveglianza - il consiglio di sorveglianza - di svolgere il ruolo di rappresentatività della base associativa e di indirizzo, e a un organo tecnico, il consiglio di gestione, di seguire la gestione quotidiana della società».
Uno degli aspetti che gli uffici del MIBAC stanno approfondendo riguarda proprio questa impostazione, poiché, com'è diffusamente rilevato, il modello dualistico ha trovato applicazione, sì, ma non è sempre del tutto soddisfacente nel contesto italiano, fatta qualche eccezione per le società pubbliche a livello locale e per gli istituti di credito costituitisi a seguito di fusione. In particolare, non sembrerebbe in linea con i modelli organizzativi adottati da altri enti pubblici nazionali di grandi dimensioni.
Tale modello, duale per sua natura, tende ad attenuare il ruolo delle minoranze e, più in generale, attenua il rapporto fiduciario fra soci e gestori a causa dell'impossibilità, da parte dei soci stessi, di intraprendere azioni dirette nei confronti dei gestori, se non attraverso la revoca dei membri del consiglio di sorveglianza, ossia dell'organo che presiede al controllo della gestione. Come sapete, il modello duale è oggetto di grandi controversie già in dottrina; in tal senso, si è anche espresso il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato presso il Ministero dell'economia e delle finanze.
Benché si tratti solo di un'opinione personale che, per dovere di chiarezza e sincerità, ritengo di esprimere qui, non sono contrario, in via pregiudiziale, ai suddetti modelli duali, anche se ritengo che debba essere la società stessa, considerati i suoi profili di peculiarità, a trovare in maniera autonoma la soluzione più appropriata e funzionale. Invece, questione di più diretta competenza delle amministrazioni vigilanti è l'opportunità che tali amministrazioni restino fuori dagli organi di gestione specifici per esercitare in modo più forte e trasparente il dovere della vigilanza.
In considerazione della rilevanza delle problematiche legate alla governance della società, che si intrecciano a quelle ancora aperte dell'approvazione del bilancio consuntivo 2010, il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri ha convocato una riunione di coordinamento con le altre amministrazioni vigilanti, formulando le proprie osservazioni in una nota tecnica diffusa il 18 aprile 2012.
A seguito della prima riunione, svoltasi il 4 maggio 2012 per l'approfondimento dell'esame dello schema di nuovo statuto, si è ritenuto necessario invitare i vertici della SIAE - commissario, subcommissari e direttore generale - in un successivo incontro tenuto il 30 maggio 2012. In tale occasione, sono state esposte le osservazioni delle autorità vigilanti in merito soprattutto alla tutela delle minoranze e alle prerogative dell'attività di vigilanza. In data 31 maggio, l'ufficio legislativo del Ministero dell'economia e delle finanze ha trasmesso le predette osservazioni della Ragioneria generale dello Stato, e si va dunque verso l'approvazione di questo documento contabile.
Su entrambe le tematiche - risanamento gestionale, con particolare riguardo al fondo pensioni, e riforma dello statuto - ma anche su tutti gli ulteriori aspetti via via emersi da questa vostra indagine conoscitiva, nonché sulla base della richiesta di istituire una Commissione d'inchiesta, attendo con il massimo interesse le conclusioni a cui la Commissione addiverrà e


Pag. 10

i suggerimenti e le indicazioni, corrispondenti e funzionali a quella parte di vigilanza che svolge il Ministero, che saranno importanti per eventualmente ridisegnarla.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Grazie, signor Ministro; mi riserverò di leggere la memoria che ha depositato e che è anche abbastanza complessa. Tuttavia, vi sono alcuni elementi di cui mi preme parlarle oggi a caldo, perché la preoccupazione relativa allo statuto è molto grande e non riguarda soltanto la sottoscritta o il Parlamento, ma il mondo stesso degli autori e degli editori.
C'è un problema molto serio, che è consistito innanzitutto in una scarsa comunicazione e informazione nei confronti di larga parte delle associazioni che abbiamo audito, perché quasi tutte ci hanno riferito di non aver avuto momenti di consultazione in riferimento allo statuto. Che sia vero o meno, questo è quanto esse hanno dichiarato ed è contenuto all'interno delle memorie.
Inoltre, lo statuto presenta un tratto d'innovazione molto complicato: sono d'accordo con lei sul fatto che vi sia la dualità pubblicistico-privatistico, ma non si capisce in quale contesto e in quale missione della SIAE. Infatti, tutto il tema del diritto d'autore è completamente fermo: considero un gravissimo errore (come ho detto pubblicamente nel decreto sulle liberalizzazioni) esaminare la materia del diritto connesso slegata dalla materia del diritto d'autore. Si tratta di un errore molto grave, al quale non so come il Governo riuscirà a rimediare, poiché non esistono esempi in Europa di concorrenza di collecting del diritto connesso. Infatti, è del tutto evidente che se il diritto connesso viene sottoposto a concorrenza, rischia di essere usato dall'utilizzatore al massimo ribasso, penalizzando in tal modo gli stessi artisti che esso dovrebbe compensare.
Come ho già detto, si è effettuata la liberalizzazione del nuovo IMAIE senza istituire un tavolo serio di confronto fra i diversi soggetti - elemento che, a mio avviso, costituisce un vulnus molto grave - e nel contempo si sono lasciate inalterate, come se niente fosse, le vicende del diritto d'autore e della SIAE.
Mi preme dire che quando si redige uno statuto occorre capire l'approdo a cui si vuole arrivare; il dottor Masi, ascoltato in una tra le audizioni che abbiamo svolto, è stato molto chiaro in materia e ha detto ciò che io temo sia sotteso a questo statuto, ovvero che bisogna privatizzare la collecting e istituire un'authority del diritto d'autore. È una posizione rispettabile, ma gradiremmo poterne discutere, piuttosto che trovarci con un altro decreto.
Quando quella che lei ha chiamato «dualità» si configura non solo come uno squilibrio fra autori ed editori - squilibrio che di per sé costituisce un punto su cui riflettere, perché rispetto ad altre società europee è un po' troppo forte - ma, all'interno dello statuto, si sancisce in modo molto chiaro una differenza anche in seno agli autori, allora esiste una duplice differenza. Penso occorra parlarne perché, al di là delle opinioni di ciascuno, in questa sede abbiamo audito diversi soggetti che hanno espresso tutti, paradossalmente, problemi reali, con un fondamento. Non si tratta di schierarsi da una parte o dall'altra, ma di trovare un punto di equilibrio che qui non c'è, perché l'unico criterio che troviamo è quello del denaro.
Se cambia la natura della società - perché cambia la natura del voto - allora bisogna parlare della sua missione. Quest'ultima non può essere cambiata surrettiziamente, attraverso uno statuto; francamente, signor Ministro, è davvero troppo e, tra l'altro, ciò rispecchia il modo di muoversi del gruppo dirigente della SIAE, su cui non dico niente perché non è questa la sede adatta.
Per farle un altro esempio circa il fondo di solidarietà - che è un tema molto discusso e sul quale abbiamo anche presentato alcuni ordini del giorno che il Governo ha accolto come raccomandazioni (ulteriore aspetto a mio parere stravagante) -


Pag. 11

l'articolo 29 relativo al fondo di solidarietà mette insieme «pere e mele», perché, pur sancendo che questo riguarda attività solidaristiche per gli autori, che questi pagano, in sostanza il fondo diventa il sussidio per i poveri e gli indigenti.
Non si capisce quale configurazione dare agli 87 o 90 milioni che, allo stato attuale, sono in bilancio; è vero che prima servivano, in modo improprio, come un sorta di piccolo fondo pensioni, ma è altrettanto vero che non si può eliminare uno strumento - per di più pagato dagli autori - e trasformarlo in un fondo indigenza. Si tratta di due cose molto diverse.
Qui si chiude il cerchio di quanto è stato compiuto dal vertice della SIAE nel dicembre dell'anno scorso, che con una lettera ha deciso di eliminare il fondo di solidarietà. È una questione complessa, perché la peculiarità degli autori non è paragonabile a nessun'altra categoria di lavoratori: gli autori producono, dopodiché i diritti vengono meno con il tempo; c'è un livello di impoverimento effettivo e l'accantonamento poteva servire a una sussistenza dignitosa. Se non si può fare il fondo pensioni con i soldi del fondo di solidarietà, si trovi allora un altro sistema, ma non si può abolire uno strumento che, peraltro, è retribuito con i soldi degli autori.
Il terzo e ultimo punto del mio intervento riguarda vigilanti e vigilati. Sono d'accordo con lei, signor Ministro, perché il fatto che gli enti vigilanti eleggano una parte del consiglio di sorveglianza è stravagante: è il consiglio di sorveglianza che dovrebbe essere sorvegliato dagli enti vigilanti. Del resto, ciò rientra nel grande «pasticcio» per cui il direttore generale è anche segretario del consiglio consultivo e può ricoprire incarichi che hanno a che fare con la sorveglianza dei conti: anche questo è un po' stravagante.
C'è una serie di articoli molto pesanti e occorre distinguere le funzioni anche sul piano della governance, perché un direttore generale non può essere contemporaneamente anche segretario del consiglio di sorveglianza e del consiglio dei conti. C'è qualcosa che non funziona in questa commistione di ruoli, per non parlare del fatto che tra i revisori dei conti - oltre a quelli autorizzati - possono esservi anche figure di carattere universitario. La revisione dei conti è una cosa seria e non è un caso che, in tutte le società, i revisori abbiano uno status particolare; se, invece, vogliamo farne solo chiacchiere, allora il ragionamento cambia.
Signor Ministro, sono molto preoccupata. Mi auguro che questa Commissione possa arrivare a un punto serio, ma mi preoccupa l'incertezza sulla missione che riguarda alcuni lavoratori ma, in primo luogo, un patrimonio culturale rappresentato dagli autori e, in parte, anche dagli editori. Infatti, come lei capirà, se ci si consegna solo agli editori con uno squilibrio, entrano in gioco le multinazionali e un cambiamento della natura dell'ente.

PIERFELICE ZAZZERA. Il Ministro ha detto che la situazione della SIAE è complessa. Condivido l'osservazione, anche se credo che la SIAE abbia due grandi problemi: il suo governo e il suo futuro, in termini di regolamenti e di statuto. Su questo, signor Ministro, lei ha ragione, perché la SIAE è bloccata per una contrapposizione interna tra autori ed editori all'interno dell'assemblea, su una serie di questioni.
Il Ministero ha ricevuto una bozza di statuto il 7 febbraio ma, se non sbaglio, noi ne siamo venuti a conoscenza solo qualche giorno fa; credo che quest'assenza di comunicazione da parte di un ente vigilato dal Ministero - su cui anche il Parlamento e questa Commissione esercitano un'azione di controllo - rappresenti anche una mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni. Non voglio interpretare il suo pensiero, signor Ministro, ma dalla relazione che lei ha svolto mi sembra di capire che, nonostante le criticità evidenziate, lei ha ancora fiducia nei confronti dell'attuale gruppo dirigente di gestione della SIAE.
Credo che il problema dello statuto sia cruciale, perché pone una questione di rapporto non solo tra autore ed editore, ma


Pag. 12

anche di modalità in cui la SIAE deve stare sul mercato nel nostro Paese e - aggiungerei - anche rispetto ad altri. Vorrei che il Ministro mi rispondesse al riguardo, perché l'Italia diventerebbe un'anomalia, nel sistema internazionale, in quanto la SIAE stabilirebbe già a monte i rapporti di forza al proprio interno. Di fatto, mediante il principio del voto pesato - che a mio giudizio è sbagliato, perché implica che il voto di un determinato soggetto pesi di più perché lo stesso contribuisce maggiormente -, si corre il rischio di avere una SIAE costituita per due terzi da editori e multinazionali e per un terzo da autori. Si tratterebbe di un caso unico in tutt'Europa, perché negli altri Paesi il rapporto nelle società che si occupano di diritto d'autore è invertito - un terzo contro due terzi - e, nella migliore delle ipotesi, gli editori hanno società a parte rispetto agli autori, garantendosi così la rappresentanza. Credo che l'organo vigilante debba intervenire sulla questione e chiarire che, così facendo, imbocchiamo una strada sbagliata.
Circa il problema del fondo di solidarietà (sul quale, non so se volontariamente, mi sembra che abbia sorvolato) si presenta una questione di comportamento: gli organi amministrativi di questo ente - nel quale, come lei ha giustamente fatto notare, non si perde alcun denaro pubblico, essendo un ente privato - sono vigilati dal Ministero e hanno il compito di gestire denaro non proprio, ovvero quello dei soci. Non è possibile pensare che il cittadino che ha versato per il proprio futuro il 4 per cento sul fondo di solidarietà, da un giorno all'altro possa trovare la porta chiusa e perdere ogni diritto a quel gruzzolo che ha messo da parte e che gli spetterebbe.
Credo sia necessario trovare alcune soluzioni. Non so se il fondo di solidarietà sia giusto o sbagliato, ma dobbiamo pensare a qualche soluzione possibile; si è parlato di fondo di solidarietà atipico, si era pensato a un emendamento all'interno del Parlamento e anche a un'azione legislativa. Il Governo si faccia promotore in questo senso e dia una risposta; altrimenti, se si vuole eliminare il fondo di solidarietà, quei soldi devono essere restituiti a chi li ha dati.
Non ho sentito bene, ma credo che il Ministro abbia parlato anche di bilanci. Vorrei sapere se il bilancio consuntivo del 2010 è stato consegnato agli organi di vigilanza che dovrebbero certificarlo.
Con riferimento all'operazione immobiliare - sulla quale non entro nel merito, perché se ne è parlato tanto sui giornali e credo sia aperta anche un'indagine di natura giudiziaria al riguardo -, dalla lettura degli atti e dagli interventi risulta che la progressiva dismissione degli immobili fosse già prevista dalla SIAE. Ne consegue che era prevista anche la trasformazione del patrimonio immobiliare in un altro fondo di natura pensionistica. Siamo sicuri che quel fondo immobiliare garantisca il fondo pensioni? Se il patrimonio immobiliare venisse ceduto, quel fondo pensioni avrebbe ancora copertura per chi ha versato i soldi? Personalmente nutro forti dubbi, perché nel momento in cui gli immobili vengono ceduti, viene meno la garanzia per il fondo assicurativo e domani queste persone rischiano di trovarsi senza neppure il fondo pensioni.
Poiché credo che l'organo vigilante abbia anche una funzione, che è quella di lanciare un segnale ai cittadini - benché non si tratti né di un ordine né di una necessità -, vorrei sapere se lei, signor Ministro, ritiene ancora prorogabile che al vertice di un ente vigilato dal Ministero possa esserci un direttore generale sotto indagine per concorso in corruzione.

PAOLA GOISIS. Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Poiché in Aula è in corso la discussione della mozione di sfiducia al Ministro Fornero, che noi stessi abbiamo presentato, chiedo alla presidenza di voler sospendere la seduta, perché mi interessa anche prendere parte alla discussione in Aula.

PRESIDENTE. Sarei intervenuta sulla stessa questione, onorevole Goisis. In Aula non è ancora iniziata la discussione della mozione di sfiducia e, al momento, sono iscritti


Pag. 13

a parlare gli onorevoli Levi e Giulietti; possiamo chiedere al Ministro Ornaghi di darci un'altra disponibilità, per portare a conclusione gli interventi dei colleghi e consentire la sua replica. In alternativa, potremmo dare subito la parola all'onorevole Levi - per portare avanti i nostri lavori -, rinviando poi il seguito dell'audizione ad un'altra seduta.

EMERENZIO BARBIERI. Presidente, sempre sull'ordine dei lavori e anche per rispetto nei confronti dell'onorevole Levi, se la discussione in Aula della mozione di sfiducia ha inizio tra pochi minuti, non mi sembra opportuno dare ora la parola all'onorevole Levi per il suo intervento.

PRESIDENTE. Se i gruppi concordano, accolgo tale proposta. Se avessimo concluso prima i nostri interventi, anche l'onorevole Levi avrebbe già svolto il proprio. Mi adeguo alla volontà espressa dai gruppi: l'audizione sarà sospesa in quanto abbiamo esaurito il tempo assegnatoci e, quindi, ne rinvieremo il seguito ad altra data.
Il Ministro Ornaghi ha già accordato la sua disponibilità per il 18 luglio alle 14.

LORENZO ORNAGHI, Ministro per i beni e le attività culturali. Ringraziandovi sin da ora, vorrei che mi fosse concessa un'ultima battuta. Anche rispetto all'ultimo intervento, è vero che la frattura è fra editori e autori, ma le vere ineguaglianze emergono fra gli stessi autori.
Quando facevo il «lavoratore dell'intelletto», da giovane ricercatore guadagnavo 500 mila lire - quando la vendita di un libro andava molto bene -, ma quel mio diritto d'autore deve essere comparato con gli eredi di Battisti, con Mina o Zucchero. Questa è una riflessione importante e non possiamo considerare esclusivamente la frattura tra editori e autori.

PRESIDENTE. Ci aggiorniamo ad altra seduta con il Ministro Ornaghi, verosimilmente il 18 luglio. Ricordo che dobbiamo svolgere ancora l'audizione del sottosegretario Peluffo. Oggi pomeriggio il sottosegretario sarà presente ai lavori della Commissione in sede referente sul decreto cosiddetto «editoria», ma non svolgerà la sua audizione in merito alla SIAE.
Ringrazio il Ministro Ornaghi e rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

La seduta termina alle 10,05.

[Avanti]
Consulta resoconti delle indagini conoscitive
Consulta gli elenchi delle indagini conoscitive