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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione VIII
13.
Mercoledì 1° luglio 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Alessandri Angelo, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE POLITICHE PER LA TUTELA DEL TERRITORIO, LA DIFESA DEL SUOLO E IL CONTRASTO AGLI INCENDI BOSCHIVI

Audizione di rappresentanti della gestione commissariale ex Agensud:

Alessandri Angelo, Presidente ... 3 5 8
Iodice Roberto, Commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ... 3 5 7
Margiotta Salvatore (PD) ... 7
Mariani Raffaella (PD) ... 5
Piffari Sergio Michele (IdV) ... 6
Romano Giacomo, Addetto all'ufficio del Commissario ad acta ... 4 6

ALLEGATO: Documentazione prodotta dai rappresentanti della gestione commissariale ex Agensud ... 9
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: (Misto-RRP).

[Avanti]
COMMISSIONE VIII
AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 1° luglio 2009


Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ANGELO ALESSANDRI

La seduta comincia alle 14,10.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito.
(Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti della gestione commissariale ex Agensud.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle politiche per la tutela del territorio, la difesa del suolo e il contrasto agli incedi boschivi, l'audizione di rappresentanti della gestione commissariale ex Agensud.
Sono presenti il commissario ad acta, ingegner Roberto Iodice, e l'ingegner Giacomo Romano. Do la parola subito ai nostri ospiti per lo svolgimento della relazione.

ROBERTO IODICE, Commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie presidente. Riteniamo molto utile questa indagine conoscitiva e ci auguriamo di poter fornire il nostro modesto contributo nel settore dell'utilizzo delle risorse idriche, settore intimamente connesso con la difesa del suolo e la tutela del territorio.
Questa indagine può essere ricollegata a quella analoga svolta nella precedente legislatura e nell'attuale dalla Commissione Agricoltura della Camera limitatamente al settore infrastrutture irrigue. Pur non essendo articolata come la vostra, essa evidenzia nel settore delle risorse idriche l'aspetto della vulnerabilità, della difesa del suolo, perché l'utilizzo delle risorse idriche in agricoltura è prevalente.
Vorrei lasciare agli atti una relazione sull'attività svolta, che permette di comprendere le competenze e le attività della gestione commissariale. Con la soppressione dell'intervento straordinario nel Mezzogiorno, le competenze sono passate alle amministrazioni ordinarie. L'utilizzo delle risorse idriche in agricoltura è stato trasferito alla competenza del Ministero dell'agricoltura. Successive leggi hanno attribuito alla figura speciale del commissario ad acta, deputato a definire le pregresse attività Agensud, ulteriori competenze e in maniera specifica nella realizzazione di programmi infrastrutturali irrigui da approvarsi da parte del CIPE.
Questa attività, che verrà meglio illustrata dall'ingegner Romano, per una decina di anni è consistita nell'approvazione e realizzazione di circa 100 interventi, di cui alcuni ancora in corso di realizzazione, per un totale di 1,5 miliardi di euro.
Siamo partiti da uno studio condotto dall'Istituto nazionale di economia agraria (INEA) vigilato dal Ministero sullo stato delle infrastrutture irrigue nelle otto regioni del Mezzogiorno. Questi dati, sintetizzati nella nostra relazione, evidenziano come, a fronte di circa 800 mila ettari attrezzati nel Mezzogiorno, si riscontri


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una percentuale di utilizzazione di questi impianti che oscilla tra il 30 e l'80 per cento, senza superare mediamente il 50 per cento. Prima di proporre al finanziamento nuovi impianti di irrigazione su nuove superfici, ci sembra quindi serio concentrare gli sforzi, l'attenzione e le risorse per far funzionare bene quanto avevamo già realizzato.
I motivi per i quali il grado di utilizzazione non è quello atteso sono diversi: c'è stato un problema di approvvigionamento delle risorse idriche e ci sono stati problemi di ordine naturale, legati alla parzializzazione del territorio per lo sviluppo delle diverse colture, e di ordine territoriale che non hanno consentito lo sviluppo dell'agricoltura irrigua ai livelli ipotizzati. Ci siamo quindi impegnati a superare questi problemi, suggerendo al CIPE, che le ha fatto proprie con la delibera n.41 del 2002, le linee guida e gli indirizzi per l'efficientamento degli invasi, degli adduttori, delle tecniche irrigue di telecontrollo e automazione, dell'eventuale utilizzo dei reflui, ovvero una serie di azioni mirate a incrementare questa percentuale di utilizzazione.
In seguito a un'indagine condotta insieme all'INEA, abbiamo riscontrato una significativa irrigazione di aree extraconsortili, ovvero non comprese nei comprensori irrigui attrezzati ai consorzi di bonifica. Consideriamo utile quindi concentrarci anche su tali aree, perché se è vero che non dobbiamo estendere l'irrigazione rispetto a superfici non ancora attrezzate, è anche vero che, incidendo sulle aree attualmente irrigate da privati con emungimenti non controllati da pozzi o da corsi d'acqua non autorizzati, andremmo a razionalizzare un'irrigazione esistente in molte aree, con esclusione delle aree puntuali. Dove c'è una concentrazione di irrigazione da privati, appare utile e rispettoso nei riguardi dell'ambiente incidere positivamente sui prelievi abusivi e scriteriati dalle falde, con i connessi problemi di infiltrazioni del cuneo salino in aree del Paese quali soprattutto la Puglia, la Campania, la Sicilia, quindi dell'inquinamento delle falde di acqua dolce con acque salate.
L'ultimo aspetto da sottolineare è rappresentato dalla salvaguardia della presenza sul territorio degli agricoltori, che, incentivati all'utilizzo della risorsa idrica, possono costituire un supporto valido per la difesa del territorio, per il presidio contro eventuali incendi, contribuendo quindi indirettamente alle finalità che l'indagine si prefigge.
Desidero esprimere due ultime considerazioni relativamente ad alcuni aspetti ricorrenti: l'efficienza dei sistemi idrici, in particolare irrigui, e l'utilizzo dei reflui. Sull'utilizzo dei reflui depurati in agricoltura ci siamo impegnati, riscontrando in passato divergenze di opinione rispetto ai colleghi del Ministero dell'ambiente, perché riteniamo che l'attuale normativa sia penalizzante perché eccessivamente restrittiva per quanto riguarda i parametri fisici, chimici e soprattutto microbiologici anche in relazione alla qualità delle acque convenzionali normalmente utilizzate per l'irrigazione. Riteniamo eccessivo pretendere, nel caso dei reflui, affinamenti non riscontrati nelle acque normalmente utilizzate per l'irrigazione. Si constata inoltre anche una difficoltà economica, perché non sempre esistono le condizioni ideali per tale utilizzazione.
Per quanto riguarda le perdite, abbiamo condotto un'indagine a campione, che verrà pubblicata a fine luglio, effettuata su un solo comprensorio-test, ma in grado di ribattere all'errata opinione diffusa a livello mediatico secondo cui le reti sarebbero un colabrodo, che evidenzia invece perdite molto contenute rispetto, ad esempio, agli acquedotti potabili cittadini.
Se mi è consentito, cederei la parola per un'integrazione all'ingegner Romano per quanto riguarda l'attività che stiamo svolgendo nel settore delle risorse idriche.

GIACOMO ROMANO, Addetto all'ufficio del Commissario ad acta. Considero importante aggiungere una breve notazione su questo punto. Una delle criticità con cui ci scontriamo nel nostro campo è rappresentata


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dalla mancanza di adeguati livelli di coordinamento sia con le Regioni che con le Autorità di bacino.
Riteniamo infatti che nella programmazione di bacino la questione dell'utilizzazione delle risorse idriche per l'irrigazione sia trascurata o comunque non coinvolga un livello operativo di rilievo come il nostro. Gli schemi idrici che la gestione commissariale ha ereditato dalla Cassa del Mezzogiorno e sui quali stiamo ancora operando sono spesso regionali o interregionali, come lo schema idrico del Sinni, che coinvolge una larga fetta della Basilicata e la Puglia. In questo settore, abbiamo difficoltà a inquadrare i problemi, perché talvolta mancano gli interlocutori. I nostri sono costituiti dai consorzi di bonifica, attraverso i quali con numerose difficoltà quotidiane vengono portati avanti i nostri progetti. Spesso, però, questo livello di interlocuzione non è sufficiente.
L'elenco inserito nella relazione comprende oltre 100 interventi, molti dei quali già chiusi e ormai in esercizio, altri in corso. Specialmente negli ultimi tempi, però, abbiamo difficoltà a portare a termine questi lavori per mancanza di adeguate risposte da parte dei consorzi di bonifica.

ROBERTO IODICE, Commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Vorrei integrare, se possibile, con una breve considerazione sul problema della sovrapposizione di competenze. Fino ad oggi, a livello centrale, oltre al Ministero dell'agricoltura ci sono state competenze del Ministero delle infrastrutture per quanto riguarda gli interventi strategici della legge obiettivo nelle aree meridionali, del Ministero dell'ambiente con finanziamenti sull'utilizzo dei reflui e anche del Ministero dell'economia, che gestisce un programma nelle infrastrutture irrigue, e a livello locale delle regioni con le proprie competenze.
Sarebbe quindi opportuno un momento di condivisione delle priorità territoriali per utilizzare al meglio le risorse e definire una distinzione dei ruoli. Il Ministero dell'agricoltura dovrebbe occuparsi del completamento dei grossi schemi anche interregionali di rilevanza nazionale, mentre le Regioni dovrebbero porre maggiore attenzione alla manutenzione delle opere, che non sempre è adeguata alla loro importanza e agli investimenti necessari per la loro realizzazione, e al risparmio della risorsa idrica.
Ci stiamo battendo perché ogni impianto sia dotato di apparecchi di misura, che garantiscano una corretta utilizzazione. Siamo confortati dal riscontrare come l'adozione di questi impianti di misura garantisca un risparmio della risorsa idrica e quindi della risorsa energetica del 30-35 per cento. Si dovrebbe quindi puntare più su un discorso qualitativo di nuova programmazione piuttosto che sulla richiesta di maggiori risorse, oltretutto oggi inesistenti.

PRESIDENTE. Do ora la parola ai colleghi che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

RAFFAELLA MARIANI. Vorrei prendere visione con calma del materiale consegnatoci. Ringrazio i nostri ospiti. Ho sentito lamentare la difficoltà della mancanza di coordinamento, che, facendo riferimento a più Ministeri e alle istituzioni locali, rappresenta una complessità ulteriore per un ente di questo tipo.
Desidero quindi chiedervi quali difficoltà incontriate nella gestione dei lavori rispetto alla definizione degli appalti, alla messa a punto delle concessioni, ovvero se la normativa abbia permesso di realizzare lavori con la tempistica necessaria o abbia creato ostacoli. Abbiamo spesso toccato il codice degli appalti, anche con interventi frammentari, siamo stati polemici ma non abbiamo svolto un lavoro organico, ma vorremmo conoscere le difficoltà incontrate nella veste di stazione appaltanti.

ROBERTO IODICE, Commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.


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La ringrazio particolarmente della domanda, perché ero tentato di parlare anche dell'aspetto realizzativo e quindi delle difficoltà che riscontriamo quotidianamente nella gestione degli appalti, ma temevo di uscire fuori tema. Nel vivere in prima linea una serie di problematiche che vanno dalla fase approvativa dei progetti alla fase di affidamento dei bandi di gara sino alle successive fasi realizzative, abbiamo riscontrato alcune difficoltà, che abbiamo segnalato anche all'Autorità di vigilanza. Recentemente, abbiamo chiesto il suo parere anche per quanto riguarda l'interpretazione del criterio da seguirsi nella valutazione delle offerte anomale.
Ci siamo relazionati con l'Autorità di vigilanza anche a proposito di un altro problema di carattere generale sorto con molte stazioni appaltanti d'Italia, quindi non solamente con i nostri consorzi di bonifica, relativamente alle necessità di adeguamento dei prezzi, che abbiamo constatato rappresentare un circolo vizioso, perché impone ai consorzi di bonifica, che si avvalgono dei prezziari regionali o dei provveditorati, di adeguare costantemente i prezzi da porre a base di appalto, nonostante la tempistica realizzativa delle opere rischi poi di determinare ulteriori richieste e provvedimenti di adeguamento dei prezzi.
Potremmo eventualmente fornire alla Commissione un nostro modesto contributo su alcuni punti per i quali abbiamo anche investito l'Autorità di vigilanza, che sarebbe molto utile proporre alla vostra attenzione perché si tratta di aspetti normativi che, se definiti o meglio interpretati, potrebbero consentire uno snellimento delle procedure realizzative. Questo costituisce un problema rilevante, perché si lega a quello della perenzione dei fondi destinati alle opere pubbliche.
La legge finanziaria del 2007 ha ridotto da sette a tre anni il tempo di erogazione di spesa degli impegni assunti. In base alla nostra modesta esperienza, riteniamo che, salvo alcune piccole opere, in Italia non si riesca a completare un'opera pubblica in un triennio. Siamo quindi purtroppo ripetutamente incorsi nella perenzione dei fondi. L'attuale blocco delle disponibilità di bilancio sta causando notevoli difficoltà agli appalti in corso. Snellire le procedure e creare un percorso privilegiato significa quindi eliminare la sofferenza in numerosi appalti del settore delle opere pubbliche.
Questa settimana forniremo dunque tali dati, evidenziando le criticità che quotidianamente rileviamo.

SERGIO MICHELE PIFFARI. Grazie per la documentazione corposa e ricca di dettagli interessanti. Vorrei chiedere alcuni chiarimenti. La questione definita a livello dei singoli progetti «concessioni chiuse o in corso» è molto chiara, giacché le concessioni sono date a terzi e c'è un capitolo relativo alla revoca del recupero dei corposi contributi emessi e allo strumento utilizzato attraverso Equitalia per recuperare queste risorse.
Poiché le tabelle indicano le superfici irrigate o la totalità dei chilometri di tubazioni, vorrei conoscere il dato sul volume dell'acqua utilizzato o gestito.
Vorrei chiedervi anche se nella valorizzazione delle risorse idriche dal punto di vista dell'irrigazione vi siano progetti in corso o prospettive di valorizzazione dell'energia idroelettrica su acquedotti o forme di questo tipo, se vi sia quindi la possibilità di recuperare energia pulita da questa rete.

GIACOMO ROMANO, Addetto all'ufficio del Commissario ad acta. Per quanto riguarda la questione dei volumi e della valorizzazione degli interventi ai fini della produzione di energia, purtroppo i volumi sono ancora un mistero, perché spesso interveniamo su impianti già esistenti con ristrutturazioni e ammodernamenti e non sempre questi hanno organi di misura adatti a far emergere questi dati e non sempre il gestore, ovvero il consorzio di bonifica, si dimostra interessato a effettuare questo tipo di misurazione.
È facile trovare dati teorici che riguardano i fabbisogni, ma sui dati effettivi dei consumi c'è grande incertezza. Stiamo lavorando su questo, perché uno degli obiettivi di alcuni interventi è quello di


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dotare questi impianti di organi di misura. L'intenzione è di effettuare la misurazione direttamente alla bocca di erogazione, ovvero di dotare tutti i punti di erogazione di un contatore con apparecchi atti a effettuare la registrazione dei consumi. Purtroppo, questi apparecchi una volta installati devono anche essere gestiti, è questo è un ulteriore problema che richiede soluzioni e attenzione da parte del gestore. Su questo aspetto c'è attenzione, ma si è ancora lontani da una soluzione definita.
Per quanto riguarda la produzione di energia, dove esistono queste possibilità abbiamo già impianti di produzione in funzione. Ad esempio sull'Alento, in Abruzzo, ci sono impianti di produzione di energia collegati con utilizzazioni irrigue. Negli ultimi anni, si sta cercando di utilizzare gli impianti di irrigazione, che spesso necessitano di superfici di una certa ampiezza per la costruzione di bacini di compenso, per la produzione di energia fotovoltaica. Alcuni impianti realizzati recentemente sono quindi dotati di piccole o medie centrali fotovoltaiche, che danno un sensibile contributo alle spese di gestione dell'ente.

ROBERTO IODICE, Commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Per dare completezza alla nostra risposta per quanto riguarda le concessioni, vorrei aggiungere che il sistema di realizzazione dei nostri lavori si basa sulla concessione delega (quindi non sulla concessione ai sensi del codice civile) ai consorzi di bonifica, perché in virtù della legge n. 215 del 1933, tuttora vigente, il Ministero realizza attraverso i concessionari, i consorzi di bonifica, le infrastrutture irrigue di rilevanza nazionale. Si tratta quindi di concessioni chiuse, per cui, quando in molti casi portiamo a termine l'opera senza varianti e maggiori spese per contenziosi, con le Regioni abbiamo interesse a chiudere per ricavare economie poi utilizzate su disposizione del CIPE per realizzare nuovi interventi.
Per quanto riguarda i volumi, l'ingegner Romano ha evidenziato il problema della misurazione. Stiamo puntando affinché anche le Regioni si impegnino per misurare l'acqua effettivamente erogata e farla pagare in base al consumo e non, come spesso avviene oggi, «a ettaro tipo», perché, se l'agricoltore paga un fisso per l'acqua, tende a risparmiare solo se è virtuoso, mentre laddove invece la paga in funzione dei volumi effettivamente erogati, si rilevano considerevoli risparmi.
Per quanto riguarda il problema degli impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili, nella precedente indagine conoscitiva conclusasi con ben tre disegni di legge poi unificati era previsto l'utilizzo di alcune economie che abbiamo realizzato per incentivare impianti di questo genere.

SALVATORE MARGIOTTA. Intervengo molto rapidamente perché il tempo stringe. Vorrei chiedere al commissario, in relazione alle moltissime esigenze cui in generale nella gestione delle risorse idriche è necessario rispondere, poiché nella legge del 30 dicembre 2008 è previsto un fondo per la progettazione nelle aree sottoutilizzate, se ad oggi vi siano già esperienze significative in tal senso o come sarebbe opportuno intervenire perché questo fondo dia i suoi frutti.

ROBERTO IODICE, Commissario ad acta per la gestione delle attività della soppressa Agensud trasferite al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Noi riteniamo che la previsione di questo fondo della progettazione sia uno strumento molto utile e non a caso essa è contenuta in quel disegno di legge poi unificato nella precedente legislatura, che poi non si è concretizzato. Non è risolutivo di tutti i problemi, ma, rispetto a una programmazione basata su progetti molto datati, addirittura degli anni Ottanta, fornire ai consorzi di bonifica l'opportunità di dotarsi di un parco progetti adeguato e attuale costituisce una grande opportunità.
Abbiamo i fondi disponibili, ma la norma prevede che debba essere adottato


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con un decreto del Ministro. Abbiamo fornito agli uffici ministeriali uno schema e riteniamo che se questo strumento venisse immediatamente attuato, esso potrebbe fornire un valido contributo a numerosi consorzi di bonifica delle aree depresse.

PRESIDENTE. Ringrazio i rappresentanti della gestione commissariale ex Agensud per il loro intervento e per la documentazione prodotta, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato).
Dichiaro conclusa l'audizione.
L'audizione termina alle 14,45.

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