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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione IX
7.
Giovedì 3 febbraio 2011
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Valducci Mario, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SUL SETTORE DEL TRASPORTO FERROVIARIO DI PASSEGGERI E MERCI

Audizione di rappresentanti di Confapi Trasporti:

Valducci Mario, Presidente ... 3 4 5 6
Fuochi Riccardo, Presidente di Confapi Trasporti ... 3 5 6
Lovelli Mario (PD) ... 4
Toto Daniele (FLI) ... 5

ALLEGATO: Documento depositato dai rappresentanti di Confapi Trasporti ... 7
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Futuro e Libertà per l’Italia: FLI; Italia dei Valori: IdV; Iniziativa Responsabile (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): IR; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.

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COMMISSIONE IX
TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di giovedì 3 febbraio 2011


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARIO VALDUCCI

La seduta comincia alle 11,05.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti di Confapi Trasporti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul settore del trasporto ferroviario di passeggeri e merci, l'audizione di rappresentanti di Confapi Trasporti.
Do la parola al presidente di Confapi Trasporti, dottor Riccardo Fuochi, per lo svolgimento della relazione.

RICCARDO FUOCHI, Presidente di Confapi Trasporti. Confapi Trasporti è l'associazione di categoria che cura, all'interno del mondo Confapi, gli interessi delle piccole e medie aziende del settore dei trasporti e della logistica.
Ho preparato una relazione - la consegno alla presidenza - che contiene molti spunti tecnici, che vi sono stati probabilmente già illustrati meglio da altre associazioni di categoria. Tuttavia, vorrei soffermarmi maggiormente su alcuni problemi considerati dalla parte dell'utenza, ovvero dei nostri associati, che sono penalizzati dalla carenza di servizi ferroviari.
In particolare, questa carenza la si nota nei rapporti internazionali. Abbiamo, infatti, una mancanza di servizi intermodali che colleghino in maniera efficiente i porti con i centri logistici interni. Come sapete, la logistica è un elemento essenziale dello sviluppo dell'economia e, purtroppo, la delocalizzazione produttiva ha comportato anche una delocalizzazione delle attività di logistica. Quindi, è essenziale un'azione incisiva che consenta di recuperare una parte di questi flussi.
Il trasporto ferroviario svolge un ruolo centrale in questo ambito. Ciò nonostante, negli ultimi tempi, la dismissione di una buona parte dell'attività cargo da parte di Trenitalia e il mancato inserimento di enti privati che possano supplire a questa assenza ci penalizzano moltissimo. Per citare un esempio recente, il porto di Gioia Tauro sta praticamente morendo; pochi giorni fa, la Maersk Line ha annunciato che non scalerà più a Gioia Tauro ma direttamente a Genova, evitando, quindi, un porto nato con una vocazione di proiezione sul Mediterraneo e che poteva diventare, a nostro avviso, un centro di arrivo e di smistamento di merci.
La ricchezza nella logistica non la si raggiunge soltanto con il transito di un contenitore o di un mezzo di trasporto, bensì con interventi volti a creare, vicino ai porti di sbarco e agli snodi ferroviari, dei centri logistici per il traffico intermodale.
Il panorama è abbastanza desolante. Infatti, i nostri porti non dispongono di un retroterra sufficiente e le strutture ferroviarie al loro interno non sono in grado di accogliere treni di lunghe dimensioni,


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quindi occorre adattare i terminal portuali alla ricezione di tali treni e sviluppare degli interventi per adeguare le strutture delle ferrovie all'interno dei porti.
Una soluzione ottimale è quella realizzata nei porti del nord Europa: quando la nave arriva i contenitori vengono direttamente scaricati sui treni e da qui proseguono verso le destinazioni interne, dove esistono grandi strutture logistiche in grado di effettuare lavorazioni sulle merci ad alto valore aggiunto.
A nostro avviso, in questo contesto è importante sviluppare un network di operatori di terminali a livello europeo adeguatamente collegato da un sistema intermodale e soprattutto è necessario collegare i nostri porti con l'entroterra tramite la ferrovia.
D'altra parte, il costo dell'autotrasporto è elevatissimo, per non parlare di tutti i problemi ad esso connessi, e questo ci mette completamente fuori mercato. Inoltre, questo tipo di trasporto subisce problematiche legate, ad esempio, alle soste dei mezzi in attesa di poter essere caricati sui camion e portati all'interno. Ciò contribuisce ad appesantire ulteriormente il costo dell'autotrasporto, con tutte le problematiche che conosciamo, e non consente lo sviluppo del trasporto ferroviario.
Una possibilità potrebbe essere quella di individuare i terminali che la ferrovia sta dismettendo, e che quindi non sono più utilizzati, per cercare di creare al loro interno poli logistici che possono essere gestiti dalle aziende del settore, soprattutto quelle piccole e medie, che in questo momento stanno soffrendo pesantemente per le difficoltà ad affacciarsi in un mercato mondiale competitivo.
Del resto, purtroppo, questa è la struttura delle nostre aziende. In Italia, anche nel settore del trasporto e della logistica, il 95 per cento delle aziende sono medio-piccole. Quindi, visto che non possiamo farle scomparire di colpo, dobbiamo cercare di stimolarne l'aggregazione, obiettivo che può essere raggiunto soltanto individuando dei luoghi in cui concentrare i piccoli operatori, creando delle sinergie tra loro. Come dicevo poc'anzi, una possibilità potrebbe risiedere nello sfruttamento dei terminali che le ferrovie non intendono più utilizzare.
Occorre, poi, un sistema informatico che sia interfacciabile tra terminali, ferrovie, operatori logistici e dogane, al fine di determinare quell'efficienza che esiste nei porti del Nord, nostri diretti concorrenti, e che purtroppo ci penalizza in maniera drammatica.
Dunque, questo è il panorama attuale, al quale si aggiunge il problema dei corridoi, ovvero del completamento delle infrastrutture per poter utilizzare le reti TEN-T (Trans European Network) che si agganciano ai nostri corridoi interni. Sappiamo che per questo occorrono anni; tuttavia, speriamo che si possa partire immediatamente o comunque accelerare il completamento di quanto è stato già avviato.

PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

MARIO LOVELLI. Ringrazio il dottor Fuochi per la relazione. Sfogliando la documentazione che ha presentato, che è molto più ampia rispetto alla relazione svolta, ho notato due questioni sulle quali le chiederei di soffermarsi. La prima concerne gli scali ferroviari dismessi da Rete ferroviaria italiana (RFI), sui quali lei ha avanzato alcune considerazioni. Di questo tema ci siamo già occupati in questa Commissione. Una direttiva del Presidente del Consiglio ha individuato gli scali funzionali alla operatività del trasporto merci sulla rete ferroviaria italiana, quindi di interesse per RFI, distinguendoli dagli altri. Vorrei capire il vostro punto di vista in proposito. Voi ritenete che gli scali non utilizzati debbano essere messi a disposizione delle società di trasporto privato per lo svolgimento della loro attività? Inoltre, vorrei sapere se e in che modo oggi ciò sia impedito oppure ostacolato.
Venendo alla seconda considerazione, è chiaro che la partita infrastrutturale nazionale dei collegamenti con l'Europa è da considerarsi a medio e lungo termine.


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Tuttavia, data l'attuale situazione infrastrutturale - criticità dei porti, difficoltà di collegamento con retroporti efficienti e così via - le chiedo quali siano concretamente le azioni che individuate come possibili nel breve periodo per favorire un'inversione di tendenza. Difatti, al di là degli investimenti a medio e lungo termine, si tratta di ragionare sull'immediato, tenendo conto delle cifre del trasporto merci che avete ricordato.
Le domando, allora, dal punto di vista degli operatori privati, in che modo ritenete si possa intervenire nel breve periodo per ribaltare la situazione, che cosa impedisce che ciò avvenga. È solo un problema di regole e di ostacoli alla concorrenza oppure c'è anche un problema che riguarda la vostra potenzialità effettiva di intervento, che va eventualmente adeguata?

DANIELE TOTO. Spiace quasi notare che i dati sui quali abbiamo più volte dibattuto sono relativi alla crisi drammatica del settore trasporti. Negli ultimi quattro anni, nel mercato merci, il settore ferroviario ha registrato un calo del 40 per cento. In valori assoluti la percentuale del trasporto ferroviario è del 6 per cento, a fronte del 40 per cento degli Stati Uniti e del 21 per cento della Francia, se non sbaglio.
Del resto, le criticità che lei ha palesato nella sua esaustiva relazione sono state oggetto di un importante dibattito in questa Commissione. Ricordo che la direttiva del 7 luglio 2009 è stata anche oggetto di un'interrogazione parlamentare a mia firma. Ritengo, inoltre, che il sistema adottato da Trenitalia Cargo di dismettere in maniera dolce il servizio crei un nocumento grave al mercato, perché impedisce anche agli operatori privati di poter concorrere in maniera efficace. Ciò si evidenzia anche in relazione al PIR (Prospetto informativo della rete) che obbliga le aziende ad avere carri per il soccorso, attività che attualmente può essere esercitata solo da Trenitalia.
Le pongo una domanda molto secca in merito a quanto espresso nella sua relazione, dalla quale leggo in maniera letterale: «Trenitalia Cargo applica una strategia per una graduale dismissione del servizio». Ebbene, questa strategia di graduale dismissione del servizio da parte di Trenitalia è un'evidenza che voi avete e in base a quali considerazioni?

PRESIDENTE. Do la parola al presidente Fuochi per la replica.

RICCARDO FUOCHI, Presidente di Confapi Trasporti. Per quanto riguarda i terminali dismessi le problematiche sono diverse. Si tratta, comunque, di luoghi che potrebbero essere rimessi in efficienza e utilizzati. Per esempio, un terminale dismesso, non più operativo, è lo scalo Farini, in centro città a Milano, ormai abbandonato a livello ferroviario; anche a Segrate esiste un centro intermodale che, nei piani iniziali, doveva essere integrato con la dogana, con servizi di distribuzione cittadina e con alcuni magazzini. Purtroppo, così non è stato e adesso quell'area sta diventando il più grande centro commerciale d'Europa.
Per creare dei momenti e dei punti di aggregazione tra medie e piccole imprese occorre anche trovare delle collocazioni fisiche che consentano di gestire determinati servizi in comune. Questo ruolo potrebbe essere svolto anche attraverso gli interporti, molti dei quali sono stati realizzati in località dove non c'è lavoro effettivo; tali strutture sono scarsamente raggiungibili per la mancanza di collegamenti ferroviari e non sono competitive dal punto di vista dei costi. Ebbene, i collegamenti potrebbero essere effettuati tramite i terminali non utilizzati, inducendo anche le aziende a un migliore utilizzo dei servizi ferroviari. È ovvio che le aziende private che stanno entrando nel settore cargo ferroviario possono utilizzare al meglio questi terminali; tuttavia, queste potrebbero essere integrate con l'attività delle aziende medio-piccole.
Non vi sono ostacoli, o meglio gli ostacoli sono legati alle possibilità di intervento e, in particolare, alla mancata conoscenza delle regole e agli aspetti burocratici


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che, per aziende non fortemente strutturate come le nostre, sono estremamente difficili.
Quanto alla domanda dell'onorevole Toto, relativa alla graduale uscita di Trenitalia Cargo dal settore, questo si nota nella regolarità del servizio e nell'utilizzo dei treni. Ribadisco l'esempio eclatante del porto di Gioia Tauro - peraltro gestito non solo da Trenitalia ma anche da aziende private - dove vi erano venti treni alla settimana, che sono stati ridotti progressivamente fino a essere annullati.
È vero che vi è uno sbilanciamento di traffico, per cui non vi è un volume di merci adeguato a supportare le due tratte, tuttavia la realtà è questa. Quindi, il discorso sulla strategia deriva da una constatazione, desunta anche da alcune considerazioni fatte apertamente da Trenitalia circa l'economicità del servizio. È verissimo, ma questo, allo stesso tempo, mette in moto un meccanismo negativo che penalizza tutte le aziende della filiera, escludendoci dalla concorrenza nell'ambito del mercato europeo.

PRESIDENTE. Le chiedo, solo per ricordarlo, se siete stati coinvolti nella redazione del Piano nazionale della logistica predisposto dal sottosegretario Giachino.

RICCARDO FUOCHI, Presidente della Confapi Trasporti. Sì, siamo stati auditi dal sottosegretario Giachino.

PRESIDENTE. Le azioni che il Piano prevede - anche per rispondere alle osservazioni dell'onorevole Lovelli - vi vedono concordi rispetto a misure, magari marginali, che però si possono attuare immediatamente?

RICCARDO FUOCHI, Presidente di Confapi Trasporti. Trovo il Piano della logistica uno strumento eccezionale. È la prima volta che si crea un progetto integrato con la collaborazione diretta degli operatori. Un evento simile non era mai accaduto e proprio alla mancanza di un piano di base vanno attribuiti, a mio avviso, i problemi della nostra logistica, che non è stata mai considerata come un'industria fine a se stessa, in grado di generare posti di lavoro e trainare l'economia.

PRESIDENTE. Nel ringraziare il presidente Fuochi per la relazione e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto della seduta odierna (vedi allegato), dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 11,25.

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