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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione X
6.
Martedì 14 febbraio 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Dal Lago Manuela, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA CRISI DEL SETTORE DELLA RAFFINAZIONE IN ITALIA

Audizione di rappresentanti della regione Sicilia:

Dal Lago Manuela, Presidente ... 3 7 8
Froner Laura, Presidente ... 5
Cimadoro Gabriele (IdV) ... 5
Marino Giosuè, Assessore regionale all'energia e ai servizi di pubblica utilità della regione Sicilia ... 3 7
Prestigiacomo Stefania (PdL) ... 6
Urso Adolfo (Misto-FCP) ... 6
Venturi Marco, Assessore regionale alle attività produttive della regione Sicilia ... 4
Vico Ludovico (PD) ... 5
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA.

COMMISSIONE X
ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 14 febbraio 2012


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MANUELA DAL LAGO

La seduta comincia alle 12,35.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti della regione Sicilia.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla crisi del settore della raffinazione in Italia, l'audizione di rappresentanti della regione Sicilia.
Sono presenti il dottor Giosué Marino, assessore regionale all'energia e ai servizi di pubblica utilità, e il dottor Marco Venturi, assessore regionale alle attività produttive.
Do loro la parola per la relazione introduttiva.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LAURA FRONER

GIOSUÈ MARINO, Assessore regionale all'energia e ai servizi di pubblica utilità della regione Sicilia. Buongiorno e grazie per l'invito a questa audizione.
Ricordo che con la recente riforma del 2010 le competenze in questo settore, che originariamente erano intestate all'assessorato per l'industria, sono state ripartite tra il nuovo assessorato per l'energia, del quale ho la responsabilità, e l'assessorato per le attività produttive, che ha preso in carico le competenza afferenti all'ex assessorato all'industria. All'assessorato che dirigo competono tutti i provvedimenti autorizzativi dell'attività di raffinazione, dei depositi costieri e degli impianti da biocarburanti. Per quanto attiene al monitoraggio e all'andamento delle stesse attività autorizzate dal mio assessorato occorre, invece, fare riferimento all'assessorato alle attività produttive.
In Sicilia esistono tre poli petrolchimici. Il primo è la raffineria di Gela, il secondo è l'impianto Isab-Esso nella zona di Priolo-Melilli-Augusta, il terzo è la raffineria di Milazzo che fa riferimento a ENI. Questi stabilimenti sono stati interessati da imponenti interventi di sviluppo finalizzati, da una parte, al mantenimento della competitività sui mercati e, dall'altra, a una maggiore compatibilità ambientale, l'aspetto che in misura preponderante interessa l'intero comparto. C'è anche un quarto polo petrolchimico che fa capo a Ragusa, con una forte caratterizzazione estrattiva in considerazione dell'ubicazione in sito di molti giacimenti minerari di idrocarburi.
Per quanto riguarda l'andamento di questi quattro poli - su cui riferirà molto più compiutamente il dottor Venturi - non si registrano flessioni dalla produzione, se non con riferimento alla raffineria di Gela, dove il fenomeno è da ricondurre ai massicci interventi di ristrutturazione miranti a rendere ecocompatibili le strutture. L'indotto di detto sito


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ammonta complessivamente a 500 unità, mentre la manodopera direttamente impiegata è di circa 1.300 persone. Con specifico riferimento a tale impianto, è stato, però, stipulato un accordo con i sindacati per la fuoruscita, attraverso un sistema di incentivazioni, di circa trecento unità in esubero.
Sulla base dell'esperienza vissuta sul territorio e di quanto testimoniato sia a livello sindacale sia a livello imprenditoriale, si può affermare che non vi sia una pressante ipotesi di riduzione della produzione, con risvolti negativi per il mantenimento dei livelli occupazionali. È una situazione in progress, rispetto alla quale sarebbe opportuno dare corpo alle procedure negoziate che regione e Stato avevano avviato tra il 2001 e il 2003 con il proposito di concludere quattro accordi istituzionali di programma per le aree di Milazzo, Gela, Priolo-Melilli-Augusta e Ragusa.
Tali accordi non hanno avuto esito favorevole, a eccezione di quello relativo al polo siracusano, che fu firmato nel 2005. L'accordo prevedeva un pacchetto di investimenti pubblici e privati e risorse rese disponibili dallo Stato e dalla regione, ma in realtà non è mai stato avviato. L'impegno della regione c'è stato, ma non è intervenuto un impegno statale che consentisse di avviare proficuamente questa iniziativa.
Credo che, rispetto alla situazione complessiva in cui si inserisce l'attività di produzione e raffinazione siciliana, sarebbe opportuno riprendere il ragionamento sulle procedure negoziate e sugli accordi di programma quadro per avviare iniziative idonee a superare situazioni di emergente patologia e nello stesso tempo a fronteggiare le ricadute negative sul piano occupazionale. Sotto questo profilo, la regione dà ampia disponibilità a riaprire tavoli di confronto nonché a impegnare risorse del Programma operativo (PO) 2007-2013 contenute nell'Asse 2.
Questo è il quadro di sintesi relativo al tema posto da questa Commissione che sarà integrato da quanto vorrà riferire il collega della Giunta. Stiamo acquisendo ulteriori informazioni anche da parte dei produttori, al di là dei dati oggettivi che ne caratterizzano l'impegno sul territorio e degli investimenti davvero significativi che sono stati intrapresi, come dicevo, con la finalità di rendere le strutture compatibili con la normativa ambientale.

MARCO VENTURI, Assessore regionale alle attività produttive della regione Sicilia. Saluto il presidente e i commissari.
Integro con una breve nota quanto già detto dall'assessore Marino. In Sicilia abbiamo tre grandi poli petrolchimici, quelli di Milazzo, Gela e Siracusa. I dati di Siracusa non ci sono pervenuti, sarà quindi nostra cura far pervenire queste informazioni alla Commissione successivamente e per iscritto.
La raffineria di Gela rappresenta oggi il punto di maggior criticità del nostro territorio. Abbiamo già attivato tavoli prefettizi alla presenza della regione e della presidenza di Raffineria di Gela Spa, una società dell'ENI, al fine di affrontare i problemi del personale in esubero sia nell'indotto sia nella produzione diretta.
Il numero di occupati nella raffineria di Gela è di circa 1.174 dipendenti, mentre l'indotto è di circa 1.800 unità lavorative. La raffineria ha presentato alla prefettura e alle organizzazioni datoriali e sindacali un piano industriale abbastanza articolato, prevedendo di investire circa 210 milioni di euro per l'ammodernamento della centrale termoelettrica, 70 milioni di euro per interventi di logistica a mare, 50 milioni di euro per logistica a terra, 44 milioni di euro per ottimizzazione del ciclo dello zolfo e 30 milioni di euro per fermata e manutenzione della linea. Nonostante questo grande flusso di investimenti che la raffineria attuerà sul nostro territorio, vi sono ancora esuberi.
Per quanto riguarda gli occupati dell'indotto, anziché utilizzare i soliti ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione, e poiché nei nostri territori si stanno costruendo importanti opere stradali, abbiamo concordato con i general contractor la possibilità di spostare parte del personale che fa capo alle imprese


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edili dell'indotto su questi cantieri stradali. Abbiamo già avuto un'ottima interlocuzione con le ditte appaltatrici dell'autostrada Caltanisetta-Agrigento e a breve dovremmo pervenire a un protocollo che stabilirà quante unità potranno essere spostate da Gela ai cantieri edili della costruenda autostrada.
A Milazzo la situazione è più tranquilla. Il numero di occupati diretti è di 589 unità, mentre l'indotto è pari a circa 700 unità. Ancora oggi non abbiamo ricevuto segnali relativi all'utilizzo di ammortizzatori sociali o a esuberi. Vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà. Anche la raffineria di Milazzo ha un programma di investimento abbastanza articolato. Cercheremo di seguire tutte le prassi e le procedure in itinere.
Aspettiamo, invece, i dati relativi all'area di Priolo.

PRESIDENTE. Ringrazio i rappresentanti della regione Sicilia. Do la parola ai colleghi che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

GABRIELE CIMADORO. Vorrei sapere se la regione Sicilia abbia partecipazioni in questi impianti. Voi proponete di spostare la manodopera in esubero dalle raffinerie alle attività edilizie e alle grandi opere stradali che si stanno compiendo sul territorio. Potrebbe anche essere una soluzione, ma il dubbio è che la regione Sicilia si trovi ancora una volta ad avere in carico esuberi, dipendenti o precari da regolarizzare.
La prassi che si è adottata in questi ultimi cinquant'anni in regione è stata quella di mettere tutto a spese dello Stato centrale. No so se sia la soluzione migliore o se ci sia la possibilità di dislocare o riqualificare il personale in esubero. Il settore è fortemente in crisi su tutto il territorio nazionale. Pertanto, credo che il problema delle raffinerie della regione Sicilia sia un problema da risolvere a livello nazionale. La produttività delle raffinerie siciliane, se non ricordo male, è pari alla capacità di raffinazione della grande raffineria ENI di Pavia. Credo siano questi i dati che ci sono stati mostrati in Commissione. Non so se il piano industriale possa risolvere il problema o se finirà nuovamente per spostare il problema a carico di qualcun altro.

LUDOVICO VICO. È importante ciò che la regione siciliana ci presenta in questa sede con la propria relazione. Come i due assessori comprenderanno, il quadro relativo agli impianti siciliani ci era già abbastanza chiaro grazie alle audizioni che abbiamo avuto con i titolari delle raffinerie, ivi compreso il petrolchimico di Priolo. Mi pare che il piano di investimenti di Polimeri Europa sia interessante in termini di processi di ammodernamento di impianti e attività.
Il punto è che nella vostra regione i problemi energetici non sono risolti. Le due raffinerie e il petrolchimico, data la collocazione dell'isola nel Mediterraneo, hanno una location importante. Dalla vostra relazione mi sembra di capire che non vi è stata una riduzione significativa nella produzione. Ciò che mi interessa comprendere è se ci sia stata una diversificazione nella qualità delle benzine e dei gasoli. È vero che la vicenda del gas ha fatto riaprire le centrali a olio combustibile, ma vorrei sapere se nelle raffinerie, ad esempio, si lavora il biodiesel. La qualità del gasolio lavorato fa parte del processo di ammodernamento.
Per quanto riguarda Gela, è evidente che il rapporto tra unità di prodotto e produzione non ha riferimenti nelle altre raffinerie italiane. Su 4,5 milioni di tonnellate di prodotto raffinato, il rapporto tra occupati diretti e indiretti è altissimo, mentre gli investimenti che voi citate sono molto limitati. Poiché non si mette mano al cracking, è evidente che il ciclo produttivo non viene modernizzato.
Sarebbe anche interessante conoscere quali saranno gli investimenti per ammodernare le centrali termoelettriche riguardo impianti a olio combustibile o a turbogas. La seconda tipologia consentirebbe, infatti, un abbattimento secco di NOx e di SO2,


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un aspetto che le popolazioni vicine apprezzerebbero più di ogni altro.

ADOLFO URSO. Mi hanno colpito le ultime righe della relazione che è stata distribuita, in cui si ammette che non ci sono ancora i dati riferiti al polo petrolchimico di Priolo. Presumo che la regione abbia una propria valutazione sui dati esistenti e non possa limitarsi esclusivamente ad aspettare quelli forniti dall'azienda in questione.
Come stimolo all'attività conoscitiva della nostra Commissione, che è in atto da tempo e si concluderà con un documento di prospettiva contenente gli interventi da realizzare per rendere più competitivo il settore nel quadro di una politica energetica industriale nazionale, vorrei sapere se la regione Sicilia ha proposte, indicazioni o suggerimenti da fornire alla Commissione a proposito di ciò che il Governo nazionale e il Parlamento dovrebbero fare per rendere più competitivo il settore in termini di riqualificazione e ammodernamento delle strutture e del sistema produttivo e distributivo del Paese.
In quale tipo di politica, a vostro avviso, si potrebbe inquadrare la politica energetica e produttiva che la regione Sicilia sta certamente attuando e dovrà attuare, essendo il polo siciliano forse il più importante che c'è in Italia? Qual è il suggerimento di carattere politico che la regione vuole fornire al Parlamento attraverso questa Commissione in occasione di questa indagine conoscitiva affinché la politica nazionale sia frutto anche delle proposte che la regione Sicilia avanza in questa sede alla luce della politica energetica e produttiva che sta portando avanti, per quanto di sua competenza, sul proprio territorio di riferimento e con le proprie imprese?

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MANUELA DAL LAGO

STEFANIA PRESTIGIACOMO. Mi associo alle parole del collega Urso. Vorrei fare presente ai due autorevoli rappresentanti del governo regionale che questa Commissione da diverse settimane sta svolgendo audizioni ad ampio raggio sulla crisi della raffinazione nel nostro Paese e ha ascoltato, oltre che le associazioni di categoria, quasi tutti i principali gruppi di raffinazione del nostro Paese. Mi auguro che tali elementi di informazione possano essere utili alla Commissione per concludere questa indagine conoscitiva avendo proposte concrete da presentare al Governo.
Mentre noi continuiamo a sentire tutti i rappresentanti, già iniziano a registrarsi fibrillazioni all'interno dei poli di raffinazione più importanti del Paese. Non è soltanto questione del dato occupazionale dei singoli siti, ma anche dell'indotto. Si dà il caso che in Sicilia i tre poli di raffinazione costituiscano sostanzialmente l'industria della regione. Anche l'imprenditoria del nostro territorio è legata e dipendente da questi importanti poli.
È verissimo, come diceva l'assessore Marino, che sono stati avviati interventi ambientali in tutte e tre le aree, anche se a Gela e a Priolo sono stati più importanti e consistenti rispetto a quelli che interessano Milazzo. Questi interventi devono procedere in parallelo e potrebbero costituire il presupposto di una reindustrializzazione delle aree. Quello che a noi sta a cuore è capire la valutazione che la regione Sicilia dà di questa crisi e quali proposte porta a questa Commissione.
Credo che prima di concludere l'indagine ci potrebbe essere la possibilità di audire nuovamente i rappresentanti della regione perché forse non era stato specificato, al momento della convocazione, quale fosse il contributo che ci aspettavamo. Se ci dovessero essere crisi occupazionali, tutti noi siamo convinti che potranno essere ammortizzate da altri settori, ma non sono queste le risposte che nemmeno voi - immagino - pensate di dare a una regione con un problema occupazionale generale non indifferente.
Poiché la crisi della raffinazione è certamente legata alla questione energetica complessiva, approfitto dell'occasione per


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chiedere all'assessore Venturi cosa pensa di fare la regione rispetto all'autorizzazione del rigassificatore di Priolo. Faccio presente che nel 2008, in qualità di Ministro dell'ambiente, ho rilasciato tre autorizzazioni ambientali relative a importanti infrastrutture energetiche del nostro Mezzogiorno, una a Gioia Tauro e due in Sicilia a Priolo e a Porto Empedocle. Sono passati tre anni e mezzo da quando la valutazione ambientale è stata rilasciata dal Ministero dell'ambiente, ma l'iter non si è ancora concluso.
Le valutazioni ambientali nazionali hanno una qualità non indifferente ma, mentre per tutte le altre regioni diventano operative, in Sicilia, essendo la regione a statuto speciale, c'è un doppio passaggio. Non si capisce perché dopo tre anni e mezzo non si riesca a ottenere una risposta né positiva, finanche con prescrizioni o con modifiche, né negativa.
Di fronte alla preoccupazione per la contrazione della manodopera nei siti di raffinazione e alla possibilità di realizzare importanti interventi privati, questa inerzia, questo silenzio e questo continuo rinvio della regione preoccupa. Inoltre è diventato poco trasparente. Le compensazioni ambientali con il territorio sono state discusse e definite. Cosa manca ancora?
So che i due rappresentanti qui presenti sono particolarmente impegnati su questo fronte e non voglio essere polemica, ma bisognerebbe cercare di concludere l'iter del procedimento.

PRESIDENTE. Vorrei ricordare che abbiamo iniziato questa indagine conoscitiva tre mesi fa e credo che nella convocazione fosse chiaro l'intento di conoscere eventuali proposte provenienti dagli auditi. Come abbiamo detto a tutti gli interlocutori incontrati finora, potrete inviarcele anche per iscritto, ma ritengo difficile pensare ad una nuova audizione, visto anche il carico di lavoro di questa Commissione.
Do ora la parola ai nostri ospiti per la replica.

GIOSUÈ MARINO, Assessore regionale all'energia e ai servizi di pubblica utilità della regione Sicilia. Grazie, presidente. Risponderò limitatamente agli aspetti che rientrano nel raggio d'azione del mio assessorato. La risposta all'onorevole Cimadoro riguarda, più che la situazione specifica, il sistema nel suo complesso. Innanzitutto, non c'è alcuna partecipazione. In secondo luogo, non c'è alcuna voglia o alcun interesse a creare altri bacini di precariato. I bacini di precariato già esistenti in Sicilia sono davvero consistenti e difficili da gestire.
Mi riferisco a situazioni nell'ambito del territorio palermitano che hanno scadenze ravvicinate di finanziamento e che sarà necessario governare con soluzioni alternative sia per il numero cospicuo di precari sia perché il problema occupazionale o la fuoruscita da un'occupazione precaria potrebbero determinare difficoltà di ordine pubblico, accentuate dall'imminenza delle consultazioni elettorali.
Sarà necessaria un'interlocuzione forte, nel caso specifico, tra il commissario che gestisce la vicenda e le autorità governative regionali e nazionali. Come ripeto, nessun bacino di precariato è tra gli obiettivi dalla regione, così come non siamo disponibili a tentare di avviare processi di questo genere, che l'esperienza ci ha insegnato essere ampiamente ingovernabili.
Il collega dirà la sua opinione al riguardo, ma credo di poter affermare che abbiamo interpretato questa convocazione come finalizzata a una ricognizione oggettiva della situazione. Ci riserviamo, se ce lo consentirete, di sottoporvi le nostre proposte successivamente. Tuttavia, per quanto riguarda il mio settore, ribadisco l'importanza degli accordi di programma quadro, che possono essere uno strumento valido per mettere in circolo energie positive.
Condivido l'analisi dell'onorevole Prestigiacomo sul sistema nel suo complesso. Noi ci muoviamo nell'ottica di lavorare proficuamente in questa direzione, ma le fonti energetiche sono quelle fossili tradizionali. Cercheremo di puntare in maniera significativa sull'utilizzo delle energie alternative e a tal proposito abbiamo impostato un regolamento di attuazione del piano


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energetico - che peraltro ci accingiamo adesso a rinnovare - che punta fortemente sul solare diffuso a servizio dell'agricoltura, della piccola impresa e degli edifici pubblici e privati, ma anche su altre fonti di energia alternativa, come le biomasse.
In questa cornice rientra anche la questione del rigassificatore di Priolo-Melilli. Devo confermare che la vicenda affonda nel tempo le sue origini, ma l'onorevole Prestigiacomo saprà altrettanto bene che il sottoscritto ha ripreso in mano la questione e ha avviato seri approfondimenti in merito ai problemi di sicurezza che sono stati ripetutamente segnalati. Nel corso dell'istruttoria alcuni passaggi sono stati osservati rigorosamente sia dalla Commissione regionale di sicurezza dei Vigili del fuoco sia dal Ministero dell'interno, che ha attestato l'efficacia di tali approfondimenti. Ritengo che questi profili e altri ancora siano superati e che il procedimento sia nella sua fase conclusiva.
Sono d'accordo anch'io sul fatto che un procedimento amministrativo per quanto delicato dovrebbe svilupparsi e definirsi nel più breve tempo possibile, quale che possa essere il contenuto provvedimentale. È quanto ho cercato di fare e assicuro che a breve ciò risulterà evidente. Certamente, per quanto concerne la mia gestione delle procedure autorizzatorie in corso, non ci sono stati tentativi di frapporre ostacoli, anche contemperando la necessità di dare soddisfazione e di verificare gli esposti e le segnalazioni che il territorio ha espresso nel tempo, così da evitare eventuali problemi. Su questo mi sento di dare ampia assicurazione.

PRESIDENTE. Ringrazio gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 13,20.

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