Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Strumento di esplorazione della sezione Lavori Digitando almeno un carattere nel campo si ottengono uno o più risultati con relativo collegamento, il tempo di risposta dipende dal numero dei risultati trovati e dal processore e navigatore in uso.

salta l'esplora

Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

Torna all'elenco delle indagini Torna all'elenco delle sedute
Commissione X
9.
Martedì 25 settembre 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Vignali Raffaello, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA CRISI DEL SETTORE DELLA RAFFINAZIONE IN ITALIA

Audizione del sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Claudio De Vincenti:

Vignali Raffaello, Presidente ... 3 6
De Vincenti Claudio, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico ... 3
Vico Ludovico (PD) ... 6
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.

COMMISSIONE X
ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 25 settembre 2012


Pag. 3

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RAFFAELLO VIGNALI

La seduta comincia alle 13,55.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).

Audizione del sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Claudio De Vincenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla crisi del settore della raffinazione in Italia, l'audizione del sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Claudio De Vincenti.
Do la parola al sottosegretario De Vincenti per lo svolgimento della relazione, alla quale potranno seguire gli interventi dei colleghi che vorranno porre domande e formulare osservazioni.

CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Ringrazio la X Commissione per l'invito a quest'audizione nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla crisi del settore della raffinazione in Italia.
Il contesto internazionale europeo e nazionale ci pone anche in questo settore continue sfide, a cui il Governo e gli operatori tutti, pubblici e privati, sono chiamati a rispondere con prontezza di idee e azioni non solo in un'ottica di breve periodo per superare le difficoltà più impellenti, ma anche guardando in prospettiva al futuro del Paese.
Il comparto della raffinazione è caratterizzato da una crisi dovuta a più ragioni, prima di tutto di carattere strutturale: una progressiva sostituzione di alcuni prodotti oil con altre fonti, per esempio gasolio del riscaldamento e olio combustibile termoelettrico sostituiti dal metano; un utilizzo dei prodotti petroliferi ormai concentrati prevalentemente nel settore dei trasporti; la forte competizione internazionale, spesso distorsiva, in particolare causata dalla costruzione di impianti di raffinazione di grandi dimensioni in area asiatica con vincoli ambientali ridotti e spesso anche sovvenzionati.
Esistono, però, anche ragioni di carattere congiunturale che sono davanti agli occhi di tutti noi, legate al difficile avvio di una ripresa economica in cui si inserisce una politica nazionale europea di estremo rigore nei conti, ma che è necessario perseguire per frenare gli attacchi della speculazione internazionale.
Abbiamo analizzato le difficoltà europee e nazionali del settore della raffinazione e i conseguenti progetti di disinvestimento o di chiusura di alcuni impianti, Tamoil Cremona, TotalErg Roma, ENI Marghera e Gela, API Falconara: questi progetti attestano i ridotti margini del settore in una fase di calo dei consumi e di inasprimento dei surplus di capacità nei Paesi occidentali, oltre al disagio in cui versano alcune raffinerie italiane a seguito dell'entrata in vigore il


Pag. 4

1o luglio scorso dell'embargo totale delle forniture di greggio da parte dell'Iran.
Tutto ciò sta inducendo gli operatori a un ripensamento delle loro strategie e dei loro investimenti. Questo Governo ha fatto proprie le istanze di fondo che vengono dal settore per fronteggiare la crisi e ha intrapreso, primo in Europa, azioni per trovare risposta adeguata alla sfida strategica che abbiamo di fronte. Già nel Consiglio per l'energia di Bruxelles del 24 novembre scorso il Governo italiano ha presentato all'ordine del giorno il documento Concerted actions to sustain the competitiveness of the EU refining industry, nel quale si faceva presente la situazione critica dell'industria della raffinazione che, nell'Unione europea, si trova a fronteggiare una caduta dei margini, sostanzialmente difficoltà analoghe a quelle già descritte per la raffinazione in Italia.
Dall'inizio della crisi della raffinazione in Europa nel 2008 sono stati avanzati progetti di disinvestimento e chiusura per 19 impianti su un totale di 104 in funzione, equivalenti al 17 per cento della capacità europea installata. Per la gestione di questa fase è necessario approfondire tutti gli aspetti e le proposte di soluzione.
Il riconoscimento della strategicità dei prodotti petroliferi e, di conseguenza, del settore della raffinazione impone, a questo punto, uno sforzo per la salvaguardia di questo settore nell'ambito industriale europeo per evitare di creare una nuova futura dipendenza extra Unione europea anche per quanto riguarda i prodotti raffinati.
Allo stesso tempo, gli investimenti necessari per rispondere alle stringenti normative ambientali europee risultano condizionati dalla politica energetica dell'Europa stessa. La recente road map europea al 2050 introduce nuovi elementi di riflessione sul futuro anche dell'industria della raffinazione dato che prefigurano economia a bassissimo impiego di carbonio.
Di fatto, tuttavia, il ruolo del petrolio nel mondo continuerà ancora a essere importante. Secondo le previsioni dell'Agenzia internazionale dell'energia la domanda mondiale di energia aumenterà di circa l'1,8 per cento l'anno tra il 2000 e il 2030, nel 2030 oltre la metà della domanda di energia verrà dai Paesi in via di sviluppo e nel sistema energetico mondiale i combustibili fossili avranno ancora una quota dell'80 per cento. L'industria della raffinazione continuerà, quindi, a svolgere un ruolo chiave nel mix energetico mondiale e i prodotti petroliferi rimarranno essenziali soprattutto nel settore dei trasporti, aviazione, marina e così via. Esistono altri settori, petrolchimica, bitumi, lubrificanti, in cui i prodotti petroliferi saranno difficilmente sostituibili.
Con le attuali distorsioni nel mercato, che generano forti vantaggi competitivi per le industrie della raffinazione di Paesi soggetti a vincoli normativi di tutela sociale, di sicurezza e ambientali molto meno severi rispetto a quelli europei e in alcuni casi anche con sussidi diretti alla produzione, la pressione sull'industria europea della raffinazione è destinata ad acuirsi, con il rischio di dipendere per i prodotti raffinati sempre più dall'estero.
La stessa Unione europea ha riconosciuto la strategicità dell'industria della raffinazione nelle conclusioni del Consiglio europeo sull'energia del febbraio 2011 e, anche a seguito dell'intervento italiano in ambito comunitario, sono state avviate riunioni a livello ministeriale sul tema della raffinazione convocate dal commissario per l'energia, la prima delle quali ha avuto luogo il 15 maggio scorso. In essa, si è preso atto della necessità di un'azione concertata a livello comunitario e si è deciso di organizzare un forum europeo per dibattere dell'impatto che le politiche europee in materia ambientale e di tassazione di prodotti energetici possono avere sul comparto della raffinazione creando svantaggi competitivi rispetto alle stesse imprese operanti fuori Europa. Sono state anche proposte politiche di reimpiego e formazione dei lavoratori coinvolti. È stata, inoltre, richiamata l'attenzione sui costi che gravano sulla raffinazione per effetto della legislazione europea in tema di salute, sicurezza e ambiente.


Pag. 5


In tale sede, da parte italiana si è proposta l'introduzione di una green label per i prodotti raffinati in Europa al fine di ribilanciare lo svantaggio competitivo che il settore soffre rispetto ai paesi extra-europei, ove queste misure sono minime o del tutto assenti, stabilendo cioè che solo i prodotti ottenuti con processi industriali che soddisfino gli stessi standard ambientali applicati in Europa possono essere utilizzati in Europa, ossia solo quelli che abbiano pari sostenibilità ambientale. Tale misura si muove nello stesso ambito dei criteri di sostenibilità stabiliti nelle direttive sui biocarburanti e sulla qualità dei combustibili. Per quanto riguarda il nostro Paese, si è data una prima attuazione a questa misura con l'adozione già nel decreto-legge sullo sviluppo recentemente approvato dal Governo di disposizioni che vanno in questa direzione.
Nel nostro Paese è già attivo un tavolo sulla raffinazione con la partecipazione di Confindustria Energia, Unione petrolifera, compagnie petrolifere ed esteso alle parti sociali, CISL, CGIL, UIL, i chimici e così via, e ben vediamo l'istituzione di un tavolo permanente europeo sulla raffinazione coordinato dall'Esecutivo comunitario che sviluppi e dia attuazione a tutte le misure condivise a sostegno del settore.
L'attenzione del Governo al settore ha sinora registrato altri interventi importanti di sostegno, consistenti nel riconoscimento di legge della strategicità delle raffinerie, delle strutture della logistica di più rilevanti dimensioni, dei depositi costieri di oli minerali, di quelli per aviazione, degli impianti di produzione di oli vegetali nonché degli oleodotti di interesse nazionale nell'ambito della legge in materia di semplificazione.
Al fine di garantire il contenimento dei costi e la sicurezza degli approvvigionamenti sono state in essa introdotte misure di semplificazione per le infrastrutture energetiche e strategiche prevedendo procedure autorizzative semplificate e accelerate. Tali misure sono state, da ultimo, rafforzate con il decreto-legge per lo sviluppo, che comprende norme per la riconversione delle raffinerie in depositi, semplificazioni per le bonifiche nonché norme sui biocarburanti e per la bonifica dei punti vendita di carburanti.
Un altro segmento che ha visto l'impegno del Governo, in questo suo semestre di attività, è stato di rendere il mercato di carburanti più concorrenziale, di incidere sul livello dei prezzi rafforzando la tutela dei consumatori e degli utenti, la trasparenza dei prezzi e la loro conoscibilità. Con la legge in materia di liberalizzazione sono, infatti, state inserite significative misure, quali l'incremento delle modalità self service; la rimozione dei vincoli sulle attività non oil e il loro ampliamento; l'introduzione di nuove tipologie contrattuali tra compagnie, «retisti» e gestori; la possibilità per i titolari e gestori dei punti vendita di riscattare l'impianto, un primo passo verso l'eliminazione del vincolo di esclusiva; il miglioramento della comunicazione all'utente della trasparenza dei prezzi e dei carburanti; l'implementazione delle misure per la chiusura degli impianti cosiddetti incompatibili.
Riassumendo rapidamente, stiamo ultimando i decreti attuativi. Alcuni, già pronti, stanno per essere varati in tutte le materie che ho ricordato sopra. In particolare, sta per essere varato il decreto ministeriale relativo al fondo per la razionalizzazione dei distributori nonché quello sulla cartellonistica. Per quel che concerne la contrattualistica, il decreto-legge «sviluppo» affidava alle parti di definire le tipologie contrattuali entro il 31 agosto e, se non l'avessero fatto, sarebbe intervenuto il Ministero: le parti non hanno trovato un accordo e il Ministero sta predisponendo il decreto che entro il prossimo novembre definirà tutte le nuove tipologie contrattuali. Ricordo anche che il Ministero ha svolto varie riunioni e tavoli sulle problematiche della distribuzione dei carburanti sia nella rete ordinaria stradale sia nella rete autostradale.
Nelle prossime settimane, inoltre, presenteremo alle competenti Commissioni parlamentari lo schema di decreto legislativo relativo alle scorte obbligatorie di prodotti petroliferi, che dovrà entrare in vigore entro il 1o gennaio 2013 in attuazione


Pag. 6

di norme europee. Il testo è pronto e conterà alcune novità tese a ridurre i costi complessivi del nuovo sistema di scorte prevedendo un forte utilizzo delle infrastrutture di stoccaggio private o pubbliche già esistenti e la costituzione di una piattaforma per il trading della logistica. In tale sede, troveranno anche trattazione gli argomenti che il decreto-legge sulle liberalizzazioni ha aggiunto alla delega, in particolare quello riguardante il mercato all'ingrosso dei carburanti.
Un altro tema di interesse del comparto della raffinazione è la proposta di modifica della direttiva dell'Unione europea riguardo una ristrutturazione del quadro comunitario per la tassazione di prodotti energetici. Su tale proposta, a più riprese è stata espressa da parte italiana una chiara riserva di carattere generale in considerazione dei notevoli problemi che ne deriverebbero per il settore energetico nazionale. Il Governo, in particolare il Ministero dello sviluppo economico, sarà pronto a far valere le specificità italiane, che possono così essere riassunte: condivisione del principio generale della tassazione basata sia sul contenuto energetico sia sul contenuto di CO2, così come del progressivo allineamento della tassazione del gasolio e della benzina in base al contenuto energetico; gradualità maggiore nella tempistica per non danneggiare nel breve periodo la competitività dell'industria automobilistica italiana ed europea, che ha puntato sul gasolio come tecnologia vincente per ridurre le emissioni di CO2 ed è leader mondiale nella tecnologia dei motori a gasolio; attenzione alle particolarità del mercato italiano del GPL e del metano per autotrazione chiedendo che la direttiva preveda un'esenzione di prodotto o esenzione di Paese per mettere al riparo da possibili impatti distruttivi queste filiere tipicamente italiane.
Tutte queste azioni si inseriscono nel contesto della strategia energetica nazionale che, come accennavo già nell'audizione precedente, sarà rubricata e sottoposta a consultazione pubblica. Solo con una politica concertata a livello europeo, con uno sforzo congiunto tra settore pubblico e privato potranno essere superate le problematiche del settore della raffinazione proseguendo una ristrutturazione del sistema con miglioramento del livello di efficienza e di competitività dell'industria petrolifera italiana ed europea sui mercati internazionali. Vi ringrazio per l'attenzione.

LUDOVICO VICO. Desidero solo ringraziare sottosegretario De Vincenti per l'esauriente relazione che ci consente di concludere egregiamente la nostra indagine sulla crisi del settore della raffinazione.

PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario De Vincenti associandomi alle parole di apprezzamento del collega.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14,10.

Consulta resoconti delle indagini conoscitive
Consulta gli elenchi delle indagini conoscitive