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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione XIII
4.
Giovedì 12 febbraio 2009
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Russo Paolo, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SUL SISTEMA DI FINANZIAMENTO DELLE IMPRESE AGRICOLE

Audizione di rappresentanti dell'Equitalia Spa:

Russo Paolo, Presidente ... 3 5 6 8
Cuccagna Marco, Direttore generale del-l'Equitalia Spa ... 3 5 6 7 8
Di Giuseppe Anita (IdV) ... 5 6
Taddei Vincenzo (PdL) ... 7 8
Zucchi Angelo (PD) ... 7

Audizione di rappresentanti dell'ABI:

Russo Paolo, Presidente ... 8 10 12 13 14 16
Beccalossi Viviana (PdL) ... 11 16
Di Giuseppe Anita (IdV) ... 12
Faissola Corrado, Presidente dell'ABI ... 8 13 14 15 16
Fogliato Sebastiano (LNP) ... 11
Negro Giovanna (LNP) ... 16
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD) ... 11
Rainieri Fabio (LNP) ... 12 13
Zadra Giuseppe, Direttore generale dell'ABI ... 14 15 16
Zucchi Angelo (PD) ... 11

Audizione di rappresentanti dell'INPS:

Russo Paolo, Presidente ... 16 21 22 26
Beccalossi Viviana (PdL) ... 25
Ermini Anna Maria, Dirigente entrate dell'INPS ... 24
Fogliato Sebastiano (LNP) ... 22
Mastrapasqua Antonio, Presidente dell'INPS ... 16 21 22 24 25
Negro Giovanna (LNP) ... 22
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD) ... 22
Zucchi Angelo (PD) ... 21

ALLEGATO: Tabelle contenute nella nota consegnata dai rappresentanti dell'INPS ... 27 Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.

[Avanti]
COMMISSIONE XIII
AGRICOLTURA

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di giovedì 12 febbraio 2009


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PAOLO RUSSO

La seduta comincia alle 10,05.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'Equitalia Spa.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento alle imprese agricole - deliberata dalla Commissione nella seduta del 16 settembre 2008 -, l'audizione di rappresentanti dell'Equitalia Spa. Sono presenti, il dottor Marco Cuccagna e il dottor Angelo Coco, rispettivamente direttore generale e responsabile affari generali della Equitalia Spa. Do quindi la parola al direttore generale, dottor Marco Cuccagna.

MARCO CUCCAGNA, Direttore generale dell'Equitalia Spa. Ringrazio il presidente della XIII Commissione e i suoi componenti.
Rispondiamo molto volentieri alla richiesta della Commissione interessata ad acquisire dati, informazioni ed elementi di valutazione, nonché eventuali suggerimenti e proposte in merito alla complessiva situazione finanziaria delle imprese agricole e alla relativa posizione di indebitamento delle stesse.
Il contributo all'indagine conoscitiva sulla situazione di difficoltà finanziaria che coinvolge le imprese agricole che Equitalia può fornire alla Commissione è naturalmente legato all'attività del gruppo. Desidero pertanto fare una breve introduzione sull'attività del gruppo Equitalia e dell'Equitalia Spa.
Equitalia Spa è una holding a totale partecipazione pubblica - il 51 per cento delle quote è detenuto dall'Agenzia delle entrate, il 49 dall'INPS -, che detiene, a sua volta, pacchetti azionari integrali del 100 per cento per le società per azioni, agenti della riscossione, che operano su norma la riscossione coattiva con ruolo sul territorio nazionale. Dal 1o ottobre 2006 ha questo incarico. Resta esclusa la Sicilia per previsione di legge. È dunque presente sul territorio nazionale con 21 società partecipate dell'Equitalia Spa, che svolgono il ruolo di agenti della riscossione.
Il passaggio in mani pubbliche dell'attività di riscossione, oltre che rappresentare un passo strategico nel contrasto all'evasione fiscale, ha la finalità di ridurre l'impatto dei costi a carico del bilancio dello Stato e di migliorare le prestazioni della riscossione stessa. Equitalia, ricevendo questo mandato istituzionale, si è impegnata a costruire un rapporto nuovo con i cittadini, perché l'attività di riscossione non focalizzasse più la sua attività sullo scopo di lucro. Come avveniva in precedenza per le attività svolte attraverso gruppi bancari privati e privati stessi dai concessionari, la remunerazione delle attività degli agenti non è più forfettaria, ma


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è legata a un aggio consentito in funzione delle entrate riscosse a titolo definitivo dall'azienda.
Si è lavorato su diverse direttrici, a cominciare dalla localizzazione sul territorio di un numero consistente di sportelli informativi e di pagamento, così da facilitare l'adempimento fiscale dei contribuenti, riducendo i tempi e le modalità per entrare in contatto con l'agente della riscossione e i tempi di percorrenza nelle grandi città.
Per la riscossione coattiva utilizziamo gli strumenti messi a nostra disposizione dal Parlamento. Nel rispetto della legge e con particolare attenzione alla situazione del contribuente, svolgiamo il compito affidatoci.
Siamo diventati conformi alle norme sul codice etico e nell'attivazione delle procedure esecutive cautelari tutti gli agenti della riscossione operano in base ad apposite direttive che la capogruppo ha emanato al fine di adottare lo stesso criterio su scala nazionale, modulando però l'intervento per evitare di intervenire immediatamente con strumenti invasivi. La norma prescrive infatti una cifra di progressività delle azioni poste a tutela del credito.
Ci siamo impegnati molto per migliorare l'istituto della rateazione del debito per quei contribuenti (persone fisiche o imprese) che in una situazione di difficoltà non fossero in grado di sanare la loro posizione con il fisco in un'unica soluzione, altra testimonianza di gradualità della posizione debitoria, che il contribuente si trova a dover sanare di fronte agli uffici della riscossione.
Da marzo 2008, rendendo più semplice l'accesso all'istituto della rateazione per i contribuenti, incluse ovviamente le imprese agricole, gli articoli 19 del decreto del Presidente della Repubblica 602 del 1973 e 26 del decreto legislativo n. 46 del 1999, come modificati rispettivamente dai commi 2-bis e 2-ter dell'articolo 36 del decreto-legge n. 248 del 2007, convertito dalla legge n. 31 del 28 febbraio 2008, hanno attribuito agli agenti della riscossione il potere di dilazionare il pagamento delle somme iscritte al ruolo dagli organi statali, dalle agenzie istituite dallo Stato e dagli enti previdenziali.
L'applicazione delle suddette disposizioni concerne anche le restanti entrate riscosse a mezzo ruolo, per le quali è tuttavia riconosciuta all'ente creditore la facoltà di adottare una diversa determinazione.
Consci che il punto in cui si può qualificare il contributo di Equitalia al problema contingente del settore agricolo sia in una situazione di difficoltà economica, consci appunto della maggiore difficoltà di ottenere per il debitore garanzie fideiussorie o fideiussioni bancarie, ci siamo adoperati affinché per il debitore venisse meno l'obbligo della prestazione di una delle garanzie previste dalla legge nel caso in cui la somma da dilazionare superasse l'importo di 50 mila euro. Considerando inoltre la sfavorevole situazione di congiuntura economica e le numerose segnalazioni che hanno evidenziato la difficoltà diffusa di sostenere l'onere finanziario che grava sulla prima rata del piano di ammortamento, nell'ipotesi di concessione del beneficio della rateazione, Equitalia, dopo aver acquisito il conforme parere dell'Agenzia delle entrate e dell'INPS, è intervenuta con una propria direttiva, per alleggerire il peso della prima maxirata, spalmandolo sull'intero periodo di dilazione.
Dallo scorso 14 gennaio, infatti, seguendo le indicazioni della capogruppo, tutti gli agenti della riscossione non conteggiano più nella prima rata l'importo di tutti gli interessi di mora e degli aggi, ma li ripartiscono lungo l'intero piano di rientro del debito. Restano ricompresi nella prima rata i diritti di notifica della cartella di pagamento e le spese per le procedure di riscossione, poiché si tratta di costi già sostenuti dall'agente della riscossione.
L'agente di riscossione può concedere su richiesta del debitore al massimo 72 rate. Si tratta quindi di 6 anni di dilazione della posizione debitoria, senza necessità che il contribuente presti garanzia ipotecaria o fideiussoria. Con la direttiva del 14 gennaio sono state impartite disposizioni


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alle società partecipate in merito all'accesso al beneficio della maggior rateazione anche per i soggetti diversi dalle ditte individuali in contabilità semplificata e dalle persone fisiche, fornendo indicazioni per il calcolo del valore dell'indice alfa e l'indice di liquidità per la concessione della rateazione.
Nell'ottica di un nuovo rapporto con i cittadini e per facilitare loro il contatto con gli agenti della riscossione, in modo da rendere più semplice l'adempimento degli obblighi fiscali, abbiamo cercato e continuiamo a cercare la migliore dislocazione dei nostri sportelli di assistenza e consulenza sul territorio, puntando alla creazione di piccoli poli di assistenza e consulenza, con la presenza negli stessi locali degli sportelli di Equitalia dell'Agenzia delle entrate e dell'INPS.
Ad oggi, su tutto il territorio nazionale contiamo circa 343 sportelli, dove è possibile, oltre che chiedere informazioni a ricevere assistenza e consulenza, effettuare operazioni di pagamento, presentare richieste di rateazione di un debito iscritto a ruolo, ottenere informazioni sulla posizione debitoria e sul rimborso in conto fiscale.
In aggiunta a questi sportelli, abbiamo inoltre attivato 34 sportelli virtuali digitali, in alcuni casi caselle mail a disposizione degli ordini professionali, e abbiamo in essere 12 convenzioni con associazioni di categoria, tra le quali la Coldiretti. In questo caso, viene messa a disposizione una cartella di posta elettronica privilegiata per la ricezione di quesiti, punti di attenzione e criticità nella materia posta dagli associati.
Ringraziando i componenti della Commissione e il presidente, rimango a vostra disposizione per eventuali domande, curiosità o dubbi.

PRESIDENTE. Do ora la parola ai colleghi che desiderino intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

ANITA DI GIUSEPPE. Ringrazio i rappresentanti di Equitalia. Sono una parlamentare molisana. Poiché avete spiegato la dislocazione degli sportelli, di piccoli poli, vorrei chiedervi quale sia la situazione degli sportelli in Molise.

PRESIDENTE. L'interesse nell'indagine che abbiamo avviato consiste nel misurare le condizioni di criticità del comparto agricolo, al di là della esaustiva e puntuale relazione che avete offerto a questa Commissione. Vorremmo quindi conoscere la vostra percezione da un osservatorio privilegiato rispetto a questo comparto e alle sue sofferenze.

ANITA DI GIUSEPPE. Mi scusi, se un servizio deve essere reso con gli obiettivi da voi descritti e in relazione alla domanda posta dal presidente, se una delle vostre peculiarità consiste nel dare ascolto ai cittadini per garantire l'efficacia dei risultati, gradirei sapere cosa sta succedendo in Molise.

MARCO CUCCAGNA, Direttore generale dell'Equitalia Spa. L'analisi della situazione specifica del Molise e delle altre regioni è in corso di esame partendo dal presupposto secondo cui il concetto di convenienza nel mantenimento di uno sportello non debba essere valutato solo dal punto di vista economico, ma debba corrispondere a una facilità di accesso delle strutture di assistenza e di consulenza per i contribuenti.
Faccio ammenda sulla situazione molisana, per la quale, poiché in esito a questa indagine i tempi ci consentiranno di integrare la risposta, mi riservo di informarla delle attività che stiamo svolgendo in Molise, confermandole l'intenzione di perseguire il piano avviato nel 2007, che ci ha visti incrementare del 40 per cento il numero degli sportelli e ripristinare le condizioni di funzionalità di accesso, non sempre garantite nelle passate gestioni.
Abbiamo proceduto a un intenso lavoro di ripresa, in conformità alle norme in materia di sicurezza all'accesso ai locali e sono in corso di apertura nuove strutture; a tal fine, ci serviamo di locali dell'Agenzia delle entrate e dell'INPS già operanti in


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queste regioni, per raggiungere due obiettivi, primo fra i quali la visibilità di una forte integrazione azionaria - il capitale di Equitalia è detenuto dai soci dell'INPS e dell'Agenzia delle entrate - e delle conoscenze alla base della pretesa debitoria iscritta in cartella. Si tratta di crediti e posizioni creditorie vantate prevalentemente da enti pubblici quali l'Agenzia delle entrate, l'INPS e altri. Si rileva quindi l'esigenza di ottenere nello stesso luogo un'assistenza e un inquadramento complessivi, che non si limitino solamente a eliminare le difficoltà nell'effettuare un pagamento, ma si concentrino nella comprensione della natura del credito che il debitore deve onorare.
Consideriamo quindi strategico l'investimento di apertura di sportelli e punti di assistenza presso le strutture dell'Agenzia delle entrate e dell'INPS. Ove questo non fosse possibile per le particolari problematiche di logistica di questi due enti, stiamo mettendo a punto un piano per collocare sportelli di Equitalia nelle immediate vicinanze, azione traguardata con riferimento a tutte le regioni, per le quali mi faccio riserva di rispondere in modo specifico sul Molise.

PRESIDENTE. Sono sportelli front office?

ANITA DI GIUSEPPE. La ringrazio, ma mi auguro che le immediate vicinanze non siano la Campania.

MARCO CUCCAGNA, Direttore generale dell'Equitalia Spa. Abbiamo effettuato un'analisi di geomarketing, per valutare la distanza tra un contribuente, inteso come popolazione residente, e il luogo in cui può accedere alla consulenza, che non deve superare un valore chilometrico. Questo testimonia l'intenzione di procedere a una collocazione puntuale studiata sulla base del potenziale bacino di contribuenza.
Mi spiace di non poterle fornire dati sulla situazione sul Molise, ma on line le posso definire una situazione similare per le sue particolarità, di cui mi sono direttamente occupato negli scorsi anni come amministratore delegato di una società agente della riscossione nella provincia di Firenze e di Massa Carrara. Abbiamo sviluppato una serie di azioni, mettendo come progetto pilota zone di questo tipo, nelle quali il problema logistico e la profilazione del contribuente risultano fondamentali. Stiamo dunque considerando le caratteristiche del contribuente anche con riferimento alla strutturazione degli sportelli.
Si tratta di sportelli front office, che, collocati all'interno delle strutture dell'Agenzia delle entrate o dell'INPS, svolgono tutti i compiti di assistenza e consulenza, in primis l'acquisizione delle informazioni utili a individuare la complessiva posizione debitoria del contribuente. Oggi, la cartella è strutturata in modo da avere una posizione complessiva delle posizioni debitorie riguardanti tutti gli enti creditori, esponendo la posizione debitoria complessiva del soggetto. Lo sportello è quindi in grado di rispondere su vasto raggio alle istanze proposte dagli enti creditori e posizionate su un unico documento, e di garantire una serie di operazioni tecniche, quali la domiciliazione presso quello sportello di notifiche non andate a buon fine per problemi logistici o strutturali e l'effettuazione di operazioni di pagamento tramite POS nelle strutture dell'Agenzia delle entrate e dell'INPS. È comunque possibile aprire sportelli autonomi, nei quali effettuare tutte le operazioni, incluse quelle di pagamento o di esame delle rateazioni.
Per quanto riguarda il problema rappresentato dal presidente, nelle more del completamento dei tempi dell'indagine siamo disponibili a fornire all'occorrenza informazioni estrapolandole dalle nostre basi dati informative, che per quanto riguarda il nostro incarico istituzionale non prevedono la segregazione per categorie di contribuenti dell'operazione di riscossione. Il mandato ci viene infatti affidato in riferimento all'identificazione di codici fiscali, che non necessariamente implicano la segregazione per settori industriali della stessa attività.


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Equitalia si dichiara tuttavia disponibile a fornire estrazioni delle attività di riscossione, che puntino ad ottenere uno stato dell'arte delle stesse qualificate in capo al settore agricolo. Con opportune richieste, potremo dunque soddisfare questo tipo di necessità.

ANGELO ZUCCHI. Anche io ringrazio i rappresentanti di Equitalia. Poiché si è parlato di un accordo con Coldiretti, vorrei conoscere i criteri e le condizioni previste da una convenzione di questo tipo.

MARCO CUCCAGNA, Direttore generale dell'Equitalia Spa. Per il momento, si tratta di una forma di accordo che si basa su un'iniziativa assunta da uno dei nostri agenti della riscossione, Equitalia Parma, e quindi rappresentativa di una zona dove la presenza del settore è considerata rilevante. Non è l'unica, però è un progetto che parte da tale area.
Abbiamo proposto alla Coldiretti l'istituzione di una casella postale dedicata agli associati messa a disposizione da Equitalia Parma per assumere la presa in carico di quesiti, domande, criticità e punti di attenzione. Si tratta di uno sportello digitale, concentrato su categorie associate a quella particolare organizzazione.
Poiché nel frattempo abbiamo adottato iniziative omogenee per altri settori rappresentativi, oggi disponiamo di 12 convenzioni di questo tipo, oltre a un numero consistente di sportelli digitali.
Siamo aperti all'espansione di questa iniziativa idonea a concentrare l'attenzione su specifiche problematiche di categoria.

VINCENZO TADDEI. Anche io ringrazio il presidente, in attesa di verificare fino in fondo la problematica del settore agricolo. In riferimento all'attività di Equitalia di intesa con gli altri enti, come l'INPS e l'Agenzia delle entrate, vorrei evidenziare una criticità sollecitata da più parti, relativa alla questione delle fideiussioni.
Spesso, questa problematica impedisce a Equitalia e ai creditori di mettere a sistema crediti avanzati da altri enti, come l'INPS e l'Agenzia delle entrate. Vorrei sapere quale situazione Equitalia intenda proporre agli altri livelli, in qualità di ente esecutore, non in grado di decidere; come intenda intervenire rispetto a una questione rilevante, che spesso non consente di risolvere il problema, che si incancrenisce e si avvia a soluzioni estreme, mentre il nostro obiettivo in questa delicata fase del Paese consiste nell'accompagnare le aziende agricole.

MARCO CUCCAGNA, Direttore generale dell'Equitalia Spa. Rispondo positivamente. L'intento della modifica delle norme in materia di riscossione, in particolare nel caso della valutazione preventiva a seguito di richiesta della possibilità di certificare uno stato momentaneo di difficoltà finanziaria, da marzo 2008 consente di fare assumere a Equitalia l'incarico di definire di concerto con il contribuente l'asseverazione di questa posizione di difficoltà finanziaria, finalizzata alla concessione della dilazione di pagamento. Si è quindi esteso il numero di rate potenziali per questo tipo di dilazione da 60 a un massimo di 72 ed è stato rivisto il sistema delle garanzie connesse con tale dilazione, prevedendo l'eliminazione integrale delle garanzie necessarie a onorarla per importi superiori a un certo valore.
Oggi, quindi, Equitalia può consentire al debitore di rimodulare questo debito in ragione di un'asseverata posizione di difficoltà finanziaria - tema molto attuale per quanto riguarda il settore agricolo -, garantendo un rapido esame degli indicatori che identificano questa posizione. Ciascuno di noi può accedere al sito di Equitalia, che consente un motore di calcolo per verificare in primis la propria posizione. Tale semplice operazione, tesa ad alleggerire il carico amministrativo del debitore nel dialogo con la pubblica amministrazione, consente una rapida verifica della situazione di difficoltà finanziaria momentanea, utile per ottenere una dilazione, considerando anche la sostanziale incongruenza derivante dal vedersi consentire una dilazione ma rifiutare una


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fideiussione bancaria. Ci è sembrato logico quindi promuovere l'eliminazione di una garanzia, che sarebbe difficile ottenere proprio a causa dello stato di difficoltà finanziaria del contribuente. Oggi, quindi, la dilazione non richiede più garanzie fideiussorie.

VINCENZO TADDEI. C'è quindi un'eliminazione totale della fideiussione?

MARCO CUCCAGNA, Direttore generale dell'Equitalia Spa. Per importi superiori a 50 mila euro.

PRESIDENTE. Ringrazio i rappresentanti dell'Equitalia Spa per la relazione e per le ulteriori indicazioni che vorranno fornirci nelle prossime settimane.

La seduta, sospesa alle 10,35, è ripresa alle 11.

Audizione di rappresentanti dell'ABI.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento alle imprese agricole, l'audizione di rappresentanti dell'ABI. Sono presenti il presidente dell'ABI, avvocato Corrado Faissola, il dottor Giuseppe Zadra, direttore generale, la dottoressa Maria Carla Gallotti, responsabile dell'ufficio rapporti istituzionali Italia, il dottor Mario Cataldo, responsabile dell'ufficio interventi pubblici per le imprese e il dottor Riccardo Benincampi, area studi. Do la parola ad presidente dell'ABI, avvocato Corrado Faissola.

CORRADO FAISSOLA, Presidente dell'ABI. Grazie presidente, rivolgo un saluto cordiale a tutti. Cercherò di toccare i diversi aspetti del tema, iniziando da un'affermazione di principio, che attiene alle profonde modifiche strutturali che il settore agricolo ha subìto anche a seguito dell'entrata nella Comunità europea dei Paesi dell'Est. Questo ha determinato una diversa visione dell'impresa agricola, che ha assunto un ruolo multifunzionale, laddove ci si attende da quest'ultima, oltre alla produzione di beni per l'utilizzo alimentare, anche la compatibilità ambientale e aspetti di tutela del territorio finalizzati al mantenimento di un giusto equilibrio, che attiene agli aspetti economici e sociali.
Dal punto di vista del prodotto, dal 2001 al 2008, l'andamento del settore evidenzia una sostanziale stabilità in termini di produzione di valore aggiunto. A seguito dei miglioramenti di carattere tecnologico, ha avuto invece una significativa riduzione degli occupati, che sono passati da 1.526.000 a 1.264.000.
Dal punto di vista del credito, la situazione dei finanziamenti all'agricoltura è profondamente mutata a partire dal 1994 con l'entrata in vigore del nuovo Testo unico, che consente a tutte le banche, senza distinzioni di natura giuridica, di finanziare il settore agricoltura sia a breve che a medio e lungo termine. Grazie a tale importante innovazione, oggi tutte le banche sono in grado di sostenere finanziamenti all'agricoltura senza necessità di particolari autorizzazioni e di una specifica mission nel settore. Dal lato dell'offerta da parte delle banche e della struttura del settore agricolo è cambiato molto, per cui, a quasi 15 anni dall'innovazione, si può affermare che l'attuale situazione normativa presenta più vantaggi che svantaggi, perché la selezione avviene attraverso la concorrenza, bene al quale teniamo particolarmente. I possibili svantaggi, peraltro superati e superabili, sono quelli della specializzazione. La banca universale è infatti meno specializzata di quanto non fosse l'istituto di credito agrario.
Diversi grandi istituti si sono attrezzati attraverso apposite divisioni nell'ambito della loro struttura organizzativa per seguire in maniera specifica il settore agricolo. Considero estremamente importante questo aspetto, perché i nostri costanti contatti con il mondo dell'agricoltura evidenziano come il bisogno di una sempre maggior competenza specifica da parte


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degli imprenditori agricoli debba trovare un riscontro sempre più adeguato da parte delle banche.
Nei giorni scorsi, è stato presentato un progetto in fase di realizzazione da parte di una delle nostre grandi banche. In quell'istituto, tra l'altro, ricopre il ruolo di amministratore anche il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, per cui queste interazioni tra banca e mondo agricolo possono produrre situazioni di miglioramento di tipo organizzativo, per supportare le imprese agricole.
I finanziamenti bancari al settore dell'agricoltura, che include anche silvicoltura e pesca, tra il marzo del 2001 e il settembre 2008 hanno evidenziato un incremento da 22,9 a 37,2 miliardi di euro. La quota di finanziamento al settore dell'agricoltura sul totale dei finanziamenti all'economia è rimasta sostanzialmente intatta. È cresciuto molto, ma è in linea con la crescita degli altri settori dell'economia.
In questo periodo 2001-2007, i tassi di crescita sono stati non perfettamente allineati con quelli rilevati in altri settori economici, anche se la crescita è stata uniforme. Sono stati evidenziati alti e bassi con punte di crescita dell'11,7 per cento nel 2004, mentre nell'ultimo dato di settembre scorso la crescita dei finanziamenti all'agricoltura manteneva un ritmo sostenuto. Pur non essendo in grado di fare previsioni certe, ritengo che anche l'attuale situazione di crisi dell'economia porterà a una crescita del settore agricolo superiore a quella di altri settori.
Un'altra sottolineatura importante riguarda lo spostamento dei finanziamenti all'agricoltura nel breve termine: dalle cambiali agrarie ai finanziamenti a medio e lungo termine. Dal punto di vista delle istituzioni che erogano credito, uno dei problemi fondamentali e di più difficile soluzione, rispetto al quale l'attuale crisi può aggravare una situazione già in essere, è rappresentato dal fatto che gli investimenti in agricoltura hanno tempi molto lunghi di messa a regime e di ritorno sui capitali investiti. Condivide questo aspetto con i settori dell'energia e delle fonderie.
Questo determina la difficoltà di apprezzare da parte delle banche le capacità di rimborso dell'imprenditore e la provvista, aspetto attualmente più critico. Fare provvista a trent'anni o comunque oltre i vent'anni è diventato praticamente impossibile. Mi permetto di dare questo messaggio a questa autorevolissima Commissione. Da parte dell'Associazione bancaria, c'è una disponibilità globale per affrontare insieme questo tema fondamentale della provvista a medio e lungo termine a costi compatibili con il ritorno degli investimenti dell'agricoltore. Se si pianta un oliveto, occorrono infatti almeno 10 anni perché giunga alla produzione, che poi inizialmente è molto modesta. Analogamente, nel settore della viticoltura e dell'apicoltura. Su questo problema generale, l'ABI ha avuto occasione di confrontarsi con i rappresentanti del mondo agricolo.
Forse, per dare un contributo concreto, è necessario citare anche i problemi di riscadenzamento di finanziamenti in essere, sui quali i rappresentanti dell'imprenditoria agricola si sono soffermati per evitare che investimenti coraggiosi ma anche particolarmente proficui per il futuro possano avere difficoltà momentanee, correlate a questo aspetto di lunghi periodi di ritorno sul capitale investito.
La qualità del credito in agricoltura è molto migliorata. I crediti non performing del settore agricolo sono superiori a quelli degli altri settori produttivi. Questo dipende dalla crisi che colpisce alcuni specifici settori, come quello dei suini, dove determina sofferenze di livello molto elevato.
Le regole di Basilea hanno rappresentato una grandissima innovazione anche per il settore agricolo. Poiché le abbiamo sempre considerate proficue anche per imprenditori di credito, oltre che per le banche, nel settore agricolo si è creato un importante flusso di informazione bilaterale tra il mondo dell'agricoltura e il mondo delle banche. La quantità di piccole imprese, che nel mondo agricolo hanno natura quasi familiare, determina una maggiore difficoltà nella valutazione del credito, e criteri di tipo astratto quali


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quelli di Basilea, anche se applicati in concreto, possono creare situazioni di disagio.
Da parte dell'industria bancaria è in atto un grande sforzo sia nel mondo agricolo, sia in tutti gli altri settori produttivi, per far comprendere ai potenziali imprenditori di credito le regole, i principi, le procedure attraverso cui le banche valutano il rischio del credito, per consentire di attrezzarsi al meglio e fornire alle banche gli elementi essenziali per una valutazione del rischio, cui poi è correlato anche il prezzo del credito.
Le imprese agricole sono tendenzialmente sottopatrimonializzate, ma tutte le piccole e medie imprese hanno livelli di capitalizzazione molto modesti nel nostro Paese. Il ricorso al credito bancario è quindi molto più sostenuto di quanto avviene negli altri Paesi della Comunità. Finora abbiamo peraltro trovato un punto di equilibrio senza gravi danni per gli imprenditori e per le banche, per cui dal punto di vista della qualità del credito non siamo peggiori di altri Paesi e le nostre imprese non meno capaci di svolgere il loro ruolo delle imprese agricole di altri Paesi, dove esiste una situazione diversa.
Un altro cenno di tipo provocatorio riguarda la possibilità di estendere al mondo dell'agricoltura gli interventi di carattere strutturale e fiscale già sostenuti da Confindustria e da noi pienamente condivisi. I problemi delle piccole e medie imprese agricole, commerciali o industriali sono identici, pur nella diversità delle attività.
Spesso, le imprese agricole sono a base familiare, per cui si rileva una certa confusione del patrimonio familiare con il patrimonio dell'impresa, aspetto da cui possono derivare effetti positivi, laddove il patrimonio familiare è a disposizione delle banche, o rilevanti problemi di carattere economico-sociale dovuti alla mancata separatezza tra il patrimonio delle risorse destinate. I dati di bilancio spesso non sono sufficienti ad effettuare una valutazione del rischio di credito da parte della banca.
Ho accennato alle iniziative da noi intraprese. Stiamo coltivando un rapporto molto positivo con l'ISMEA, abbiamo siglato convenzioni con la Coldiretti, con Confagricoltura, con la Confederazione italiana degli agricoltori, finalizzate a far conoscere meglio al mondo delle banche il mondo dell'agricoltura e al mondo dell'agricoltura i principi fondamentali a cui le banche si ispirano per l'erogazione del credito e il sostegno finanziario alle imprese.
La prima fideiussione diretta realizzata in Italia a valenza massima è quella che abbiamo concordato con ISMEA ed è stata disciplinata nel febbraio 2006 dal decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Si tratta di uno strumento di garanzia che, adeguandosi ai principi di Basilea 2, con la controgaranzia dello Stato rende l'assolvimento patrimoniale per le banche pari a zero, quindi facilita molto non soltanto l'erogazione del credito, ma soprattutto il suo costo. Un importante progetto formativo ha coinvolto 20 mila imprenditori agricoli in un anno, con 300 giornate di formazione. In accordo con il mondo dell'agricoltura, abbiamo predisposto anche dépliant di tipo informativo, di cui sono state distribuite 250 mila copie.
Le banche e l'associazione che le rappresenta sono profondamente convinte che questo e gli altri mondi delle attività produttive debbano sempre più integrarsi con il mondo della finanza per superare le difficoltà di questo momento nel nostro Paese, che ha meno colpe di altri.
Il sistema bancario, che da oltre un anno continua ad affrontare questa crisi, ha dimostrato di essere all'altezza del proprio ruolo. Questo rappresenta una ricchezza non tanto per il sistema delle banche, quanto per il sistema Paese.
Vi ringrazio dell'attenzione e resto a disposizione per rispondere a eventuali domande.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che desiderino intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.


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VIVIANA BECCALOSSI. Grazie, presidente. Saluto tutti i rappresentanti dell'ABI, ringraziando il presidente Faissola per la puntuale relazione. Vorrei approfittare della sua presenza per chiedere un approfondimento sul livello di indebitamento del mondo agricolo. Il settore agricolo non è esente dalla crisi che coinvolge tutti, ma vorrei sapere se particolari settori del mondo agricolo siano in sofferenza, a parte quello suinicolo.
Poiché ho dato vita a un progetto in Lombardia sull'accesso al credito, cui hanno partecipato tutte le banche, vorrei chiederle se, al di là del livello di indebitamento, il mondo agricolo sia considerato un settore affidabile dal punto di vista delle banche, seppur meno conosciuto di altri.
Avete lavorato molto sui piani di sviluppo rurale, perché si parla sempre di co-finanziamento e spesso la restante parte è a carico delle banche. Vorrei sapere se i nuovi piani di sviluppo rurale, alcuni dei quali prevedono un business plan, abbiano una visione più aziendalista e privata rispetto a un tempo, se, alla luce di quanto accaduto dal punto di vista economico negli ultimi sei mesi, debbano essere rivisitati o siano ancora all'altezza delle aspettative e possano sostenere questo momento di grave crisi.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Ringrazio sentitamente il presidente per averci illustrato un problema così tecnico e i problemi di questo settore. Desidero soffermarmi su due affermazioni, la prima sui tassi di crescita non allineati rispetto agli altri settori, la seconda sul livello delle sofferenze del settore, che è andato diminuendo. Vorrei sapere se questa diminuzione testimoni il tentativo delle banche di avere maggiori protezioni per concedere denaro e mutui. Ci occupiamo di un mondo che ha valori catastali particolarmente bassi, aspetto che induce le banche a non allargare le maglie del credito.
Comprendo che voi non possiate regalare i benefici del denaro, ma vorrei capire come la politica, insieme a voi, Associazione bancaria, possa aiutare gli agricoltori ad accedere con maggior facilità al credito. Come lei rilevava, infatti, in agricoltura la redditività del capitale è molto più lunga e i mutui non debbono essere superiori ai venti anni. Vorrei chiedere quindi come possiamo vicendevolmente aiutarci, affinché gli agricoltori possano avere i maggiori benefici.

SEBASTIANO FOGLIATO. Ringrazio il Presidente dell'ABI, l'avvocato Faissola e i suoi collaboratori, per averci fornito dati puntuali con una relazione esaustiva.
Anche il settore dell'agricoltura risente di questo momento di crisi. Ringrazio per lo spaccato che ci avete fornito, corredato anche di grafici. Il settore dei suini sta attraversando un momento difficile. È necessario crederci, andare avanti. Il sistema bancario deve contribuire, tenendo presente che si tratta di una fase di passaggio, come tutti auspichiamo. Le aziende hanno bisogno di strutturarsi, di avere una certa dimensione, per ottenere gli utili. Nel nostro Paese, è necessario un sistema di ricomposizione fondiaria dei prodotti che consentano lunghi termini per ammortizzare, come peraltro il sistema bancario sta già facendo. Le aziende si devono strutturare e necessitano del sistema bancario per raggiungere dimensioni in grado di competere sul mercato.
Volevamo sollecitare questi punti, che sono stati bene introdotti da questa ampia relazione, per la quale ringrazio anche a nome della Lega nord.

ANGELO ZUCCHI. Intervengo anch'io per ringraziare per la esaustiva relazione illustrata dal presidente dell'ABI.
Vorrei solo esprimere una brevissima osservazione e porre al presidente alcune domande. Stiamo vivendo un periodo di grave crisi economica, che ha inevitabilmente forti ripercussioni sul settore produttivo, e, come leggiamo quotidianamente sulla stampa, ha modificato l'atteggiamento delle banche verso la possibilità di erogare denaro, quindi finanziamenti e prestiti.
Vorrei sapere come questo atteggiamento delle banche impatti sul settore


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agricolo proprio per le sue specifiche caratteristiche, ovvero per la sua frammentarietà, per la presenza di piccoli imprenditori familiari spesso privi di un patrimonio da dare in garanzia, che spesso usano come garanzia perfino i contributi PAC che dovranno ricevere.
Nei confronti di questo settore agricolo così fragile e frammentato, l'impatto di una maggiore prudenza da parte delle banche rischia di essere ancora più gravoso. Le organizzazioni agricole avanzano continue richieste di provvedimenti legislativi per aiutare l'accesso al credito delle piccole e medie imprese, ma ancor più per le imprese agricole, testimoniando come il settore sia molto più in difficoltà di quanto lei ci ha rappresentato.
Vorrei capire come questa nuova vicenda, che riguarda esattamente il 2008 e tutto l'anno 2009, possa impattare su questo settore.

ANITA DI GIUSEPPE. Anche io vi ringrazio per la presenza. Una relazione così esaustiva ha bisogno soprattutto di una buona lettura.
Desidero soffermarmi soltanto sulla vostra azione tesa a diffondere e a migliorare la cultura finanziaria anche presso le imprese agricole. Vorrei chiedervi quindi quali risultati abbiano dato le iniziative PattiChiari e altre che avete promosso, per capire se gli imprenditori agricoli abbiano questa cultura e conoscano questo importante accesso al credito.

FABIO RAINIERI. Mi associo ai colleghi nel ringraziamento al presidente Faissola e ai suoi collaboratori. Vorrei esporre alcune considerazioni e suggerire alcuni aiuti del mondo bancario nei confronti dell'agricoltore.
Come agricoltore e proprietario di un'azienda agricola, per fare investimenti ho assolutamente bisogno delle banche, però spesso mi confronto con la diffidenza del settore, che considero in parte immotivata. Il capitale dell'azienda agricola non è infatti alienabile o facilmente distraibile dal patrimonio, come invece è molto facile per le imprese che hanno macchinari. Questo dovrebbe rappresentare una garanzia per le banche, mentre spesso il settore, soprattutto dopo il crack della Parmalat e della Cirio, è stato considerato quasi connivente con questa situazione, laddove invece non ne ha alcuna colpa.
Vorrei sapere se la garanzia ipotecaria da voi richiesta nei finanziamenti a lungo termine non sia troppo elevata rispetto alle somme erogate. È necessario un aiuto anche sulla professionalità dei tecnici delle varie banche, che istruiscono la pratica, perché nelle banche con cui ho avuto rapporti ho riscontrato come spesso il settore sia poco conosciuto dal tecnico della banca che deve istruire la pratica. Si allungano quindi i tempi e difficilmente si riesce a trovare un accordo sulle necessità dell'azienda agricola. Ritengo che le aziende agricole abbiano patrimoni di elevato valore economico e possano quindi godere della fiducia delle banche, perché spesso hanno bilanci più bassi rispetto al patrimonio di cui dispongono, derivante dall'elevato valore del terreno e dei fabbricati.
Credo che nel momento che stiamo attraversando, caratterizzato da poca liquidità, le banche debbano dimostrare maggiore fiducia nel settore. Rivolgo inoltre un invito a concedere maggiori finanziamenti sui progetti, che nel campo agricolo hanno bisogno di essere stimolati soprattutto per quanto riguarda i giovani.

PRESIDENTE. Vorrei aggiungere qualche breve osservazione. Ci avete sollecitato una riflessione sulla provvista impossibile a trent'anni. Vorrei sapere se immaginiate qualche altro strumento oltre al sistema di raccordo con l'ISMEA o intendiate suggerirci soluzioni che possano rendere più praticabile questa opportunità.
Dai dati che utilmente ci avete fornito, le sofferenze sembrano in linea con quelle degli altri settori. Vorrei sapere se abbiate misurato differenze geografiche di queste sofferenze e se riusciate a misurare il rapporto tra raccolta e impieghi nel mondo agricolo, dove c'è una straordinaria tradizione di risparmio, e se registriate questo risparmio come reinvestito nel medesimo


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settore. Do la parola al presidente dell'ABI, Corrado Faissola, per la replica.

CORRADO FAISSOLA, Presidente dell'ABI. Grazie, presidente. Cercherò di rispondere, ma per alcuni aspetti mi avvarrò della collaborazione dei colleghi.
Inizio rispondendo all'onorevole Beccalossi, che ha posto una domanda di carattere generale, riscontrata anche in altri interventi, in merito all'atteggiamento del mondo bancario nei confronti degli agricoltori e delle imprese agricole. Non ho citato dati statistici obiettivi, ma la mia non breve esperienza mi indurrebbe a dare una risposta molto positiva. Le banche in cui ho lavorato hanno sempre dato una valutazione della serietà, dell'onestà e dell'impegno a far fronte alle proprie obbligazioni da parte degli agricoltori, che non si riscontra normalmente in altre categorie allo stesso livello. Esprimo quindi con grande positività questo giudizio.
Ritengo anche che questo atteggiamento sarà foriero di risultati positivi anche in periodi di crisi come questo. È vero, onorevole Rainieri, che c'è una richiesta di garanzia, che ci sono maggiori difficoltà, ma concentrerei i suggerimenti dei quali la ringrazio sulla professionalità reciproca, come accennato anche nella mia relazione. In tutti i rapporti umani, è necessario un giusto equilibrio di conoscenze e di approccio. Lei proviene da zone agricole per eccellenza, quindi sul suo territorio di Parma e Piacenza le banche sono molto vicine al mondo agricolo e avete anche l'emanazione della più grande banca agricola del mondo, il Crédit Agricole, per cui dovrebbe sentirsi particolarmente supportato. Mi scusi la confidenzialità con cui le rispondo.

FABIO RAINIERI. Intendevo non muovere una critica, ma cercare di migliorare la qualità da entrambe le parti. Nel mondo agricolo, si rileva molta ignoranza per quanto riguarda il settore bancario e creditizio. Si richiede collaborazione, perché è molto più facile ragionare con imprese dotate di bilanci che con imprese che spesso non hanno nemmeno un brogliaccio del conto economico. La mia non voleva essere una critica, cercavo solamente delle soluzioni per migliorare questo rapporto.

CORRADO FAISSOLA, Presidente dell'ABI. Non ho assolutamente assunto il suo intervento come una critica.

FABIO RAINIERI. A Parma, c'è anche il problema del parmigiano che vendiamo a 1,5 anni dalla produzione, quindi il rapporto con la banca è ancora più stretto, perché abbiamo bisogno di finanziamenti molto lunghi. La collaborazione con le banche c'è, ma si cerca di migliorarla.

CORRADO FAISSOLA, Presidente dell'ABI. Condivido pienamente questa esigenza. Il mondo creditizio dimostrerà sempre maggiore impegno per superare anche queste difficoltà correlate. Naturalmente, il livello di cultura finanziaria riguarda gli imprenditori agricoli, ma anche i funzionari e i dirigenti di banca che trattano queste pratiche.
Le sue osservazioni sono assolutamente perspicaci e produttive e ne terremo sicuramente conto.
Finanziare i progetti è un tema ricorrente nel mondo dell'agricoltura. Il finanziamento presuppone l'assunzione di rischi particolarmente elevati. Come associazione che rappresenta tutte le banche, riconosciamo l'esistenza di alcune cautele, soprattutto in certi momenti.
L'andamento delle sofferenze nel settore agricolo presenta dimensioni non preoccupanti, ma leggermente superiori a quelle di altri settori. Speriamo poi che le imprese agricole non diventino le migliori da questo punto di vista perché sorpassate dall'andamento negativo che purtroppo in altri settori si presenta, a mio giudizio, molto più grave di quello dell'agricoltura.
Per quanto riguarda gli aspetti correlati ai mutui, si accennava a vent'anni, ma ho suggerito trent'anni, periodo che ritengo ragionevole, come facevano una volta i vecchi istituti di credito agrario raccogliendo con obbligazioni agrarie che allora


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si chiamavano cartelle - ho fatto anche questo mestiere nella mia vita - ed erano facilmente collocabili in situazioni di contesto totalmente diverse da quelle attuali.
La globalizzazione ha portato sicuramente tanti vantaggi, ma ha determinato anche il venir meno di talune abitudini ancora oggi presenti nelle nostre collettività rurali.
L'onorevole Fogliato accennava agli aspetti correlati al sostegno da dare a tutte le attività riguardanti il settore. Ritengo che con la loro capillarità di presenza sul territorio soprattutto nelle aree a produttività agricola positiva (la Pianura padana) le banche italiane siano presenti in tutte le dimensioni, dalle grandi banche, che hanno una tradizione nel settore dell'agricoltura, alle banche di credito cooperativo, che sono correlate a questo preciso settore.

PRESIDENTE. Presidente questo significa che sono in quelle zone e non altrove?

CORRADO FAISSOLA, Presidente dell'ABI. Il problema delle sofferenze nelle varie aree geografiche esiste. Non sono in grado di fornirle il dato specifico sul settore agricolo, ma posso chiedere supporto al collega.

GIUSEPPE ZADRA, Direttore generale dell'ABI. Il settore agricolo è suddiviso in nord, centro e sud.

CORRADO FAISSOLA, Presidente dell'ABI. Le sofferenze nel nord Italia sono molto basse, nel sud sono molto alte. Le faremo pervenire questa tabella, che è già disponibile.

GIUSEPPE ZADRA, Direttore generale dell'ABI. In compenso il trend recente è che aumentano di più al nord che non al sud.

CORRADO FAISSOLA, Presidente dell'ABI. Questo è un fenomeno molto interessante da esaminare, perché non riguarda soltanto l'agricoltura, ma la qualità del credito al sud, da quando si sono create le grandi aggregazioni bancarie. Non sono un campanilista, mi considero cittadino del mondo, sono nato in una regione che i padani considerano sud, in Liguria, e a Torino mi dicevano che tutti quelli che erano nati a sud del Po erano «terroni». È però indubbio che, quando importanti gruppi con sede legale al nord hanno assorbito le banche del sud, la situazione è nettamente migliorata. Questo è un dato oggettivo.
La quantità di credito erogata al sud è aumentata, il rapporto tra la raccolta e gli impieghi al sud è nettamente migliorato a favore degli impieghi rispetto alla raccolta, realizzando un'evoluzione. Non siamo ancora in una situazione ottimale, ma la strada che abbiamo imboccato - e dobbiamo superare la crisi senza perdere la giusta strada - deve essere valutata in termini positivi.
Il presidente rilevava anche l'elevata capacità di risparmio degli agricoltori e chiedeva come tali risparmi siano utilizzati e se siano più i risparmi o gli impieghi. Non esiste una classifica, ma, in base alla mia esperienza, ho l'impressione che ci sia più deposito che impieghi. Questo però dipende da molti fattori e può essere valutato positivamente, perché il senso del risparmio dell'agricoltore rimane molto elevato. Dall'altro lato, il discorso dei finanziamenti evidenzia le citate problematicità, che possono essere superate anche attraverso iniziative imprenditoriali che stanno evolvendosi per tenere al passo la nostra agricoltura con quella degli altri Paesi della Comunità europea; è già un risultato che fa onore agli imprenditori agricoli.
L'onorevole Zucchi evidenziava una generale riduzione dei finanziamenti, che quindi riguarda anche l'agricoltura.
Si tratta di un tema estremamente dibattuto, talvolta in maniera razionale e altre volte - scusate l'espressione - in modo demagogico, perché le imprese che finora hanno visto mancare il credito, di norma, non avevano una posizione creditizia e una capacità di credito elevata, ma erano già in gravissime difficoltà prima della crisi. Come abbiamo verificato sulle


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pagine dei giornali, anche grandi imprese con lo scatenarsi della crisi hanno visto diventare difficilmente solvibili i loro problemi già molto gravi.
Il sistema bancario però è estremamente attento. La parola d'ordine di molte nostre banche è che sia più opportuno arrivare alla fine della crisi con il 90 per cento delle imprese ancora in vita, capaci quindi di riprendere il cammino dello sviluppo loro e del nostro Paese avendo un «pizzichino» in più di perdite sul credito.
Questa è la filosofia adottata da moltissime banche. Mi sembra che questa situazione di grande preoccupazione si sia attenuata. Abbiamo attivato una serie di strumenti con le associazioni imprenditoriali, con le camere di commercio e con gli enti locali per monitorare questo fenomeno.
Le banche dimostrano grande interesse nel supportare le economie di quei territori, perché la caduta di queste economie determinerebbe per le banche stesse, al di là delle perdite sul credito, anche una grave perdita di avviamento.
L'onorevole Di Giuseppe chiedeva cosa abbiamo ottenuto con l'iniziativa PattiChiari. I risultati nel mondo dell'agricoltura sono considerati positivi dalle nostre controparti; è importante non la nostra opinione, ma quella altrui. In generale, il mondo dei rapporti con i piccoli operatori, risparmiatori o piccole imprese, negli ultimi cinque anni ha subìto un'evoluzione unica in Europa. Il discorso della trasparenza sui conti correnti, che abbiamo adottato ormai da cinque anni, è sempre affinato. Per essere più trasparenti - ci siamo rivolti alla Banca d'Italia - occorre ora semplificare e dare meno informazioni ai clienti (anche il legislatore da parte sua ha qualche responsabilità).
In Europa, siamo comunque l'unico Paese dove ci sia assoluta trasparenza sui conti correnti, tanto che la Commissione europea sta cercando di far adottare il nostro modello da tutte le banche della Comunità, che stanno facendo notevoli resistenze, di cui è testimone il dottor Zadra, in quanto fino a un mese fa è stato presidente del Comitato esecutivo dell'organo operativo della Federazione bancaria europea.
Siamo accusati dai sistemi bancari degli altri Paesi di aver adottato interventi non compatibili per i conti correnti, per i mutui. Per quanto riguarda i mutui alle famiglie, in Italia siamo all'avanguardia e ci stiamo ulteriormente impegnando, rifondando PattiChiari, per creare situazioni di maggiore sensibilizzazione delle nostre banche e di comunicazione del sistema. Dico questo con convinzione e non per dovere d'ufficio.
Per quanto riguarda in particolare il dato chiesto dall'onorevole Beccalossi, lascerei la parola al direttore Zadra.

GIUSEPPE ZADRA, Direttore generale dell'ABI. Non siamo in grado di fornire il dato chiesto dal presidente sulla raccolta degli agricoltori. Abbiamo la raccolta per comune, ma non per categoria di depositanti.

CORRADO FAISSOLA, Presidente dell'ABI. Comunque la sensazione è che fortunatamente gli agricoltori siano ancora in grado di risparmiare; ovviamente poi la questione è sempre quella di chi risparmia e di chi ha bisogno di credito.
Quanto ai piani rurali, non sono in grado di rispondere.

GIUSEPPE ZADRA, Direttore generale dell'ABI. Direi che tale questione è congiunta all'iniziativa con ISMEA e con PattiChiari.
Il lavoro che abbiamo fatto sia con ISMEA che con le associazioni degli agricoltori consiste nell'educare al progetto finanziario, valutando i costi dell'investimento, la ripresa, un minimo di cash flow, di garanzie e via dicendo. Tali forme di educazione alla pianificazione finanziaria nel settore agricolo sono essenziali. La nostra civiltà è basata sul ciclo finanziario, perché abbiamo imparato dall'agricoltura: a valutare il risparmio per investire e il tempo per raccogliere. L'idea che esistano periodi morti da attendere appartiene al patrimonio culturale, ma riuscire a definirlo


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in maniera amministrativa è quello che serve per discuterlo con la banca.

VIVIANA BECCALOSSI. Signor presidente, volevo abusare ancora della pazienza dei colleghi e in particolare della sua, per chiedere di fornirci nelle prossime settimane attraverso i suoi tecnici i dati del livello di indebitamento in particolare dell'area padana per quanto riguarda il settore lattiero-caseario. Questo mi interessa per due aspetti: il primo attiene alla questione dei consorzi del Parmigiano reggiano e del Grana padano, che sono in sofferenza per i mancati contributi all'ammasso, trattandosi di formaggi che vengono ammassati, stagionati e venduti solo dopo diversi mesi; il secondo è il livello di indebitamento. Due settimane fa, il Governo ha varato un decreto sulla questione quote-latte.
Come assessore regionale della Lombardia, nel corso degli ultimi otto anni ho potuto assistere a ingenti investimenti da parte del mondo agricolo per l'acquisto di quote, spesso utilizzate come garanzia nei confronti delle banche grazie al valore di circa 1.500 lire. Oggi, le quote hanno perso valore e di conseguenza c'è molta preoccupazione da parte del mondo agricolo, anche considerando che nell'arco dei prossimi mesi verranno gratuitamente immesse nel mercato agricolo 840 mila tonnellate di quote. Sono certa che nell'arco delle prossime settimane sarà possibile avere questi dati particolari.

GIOVANNA NEGRO. Mi scusi, presidente, vorrei chiedere di aggiungere alla richiesta dell'onorevole Beccalossi anche i dati dell'indebitamento degli agricoltori della Sardegna.

CORRADO FAISSOLA, Presidente dell'ABI. Faremo il possibile per fornire i dati richiesti.

GIUSEPPE ZADRA, Direttore generale dell'ABI. Su questo punto stiamo lavorando, come anche sul settore suinicolo e caseario per quanto riguarda la filiera bufalina. In Sardegna c'era un problema amministrativo, su cui non possiamo intervenire perché si trattava di un provvedimento statale, quindi europeo. L'elemento non appare rimediabile in via amministrativa, ma si continua a perseguire la politica di aiutare a sopravvivere queste imprese fino alla loro ripresa. Non possiamo evitare l'aspetto amministrativo delle multe o delle sanzioni.
Per quanto riguarda le domande dell'onorevole Beccalossi, cercheremo aiuto in sede locale, perché in sede di regione e di banche locali avranno certamente più informazioni di noi. La nostra base informativa è la Banca d'Italia, che però non ricopre queste categorie di dettaglio, per cui ci è difficile arrivare a questi dati attraverso la nostra base dati normale. Cercheremo di fare il meglio per arrivare a questi dati.

PRESIDENTE. Ringrazio il presidente dell'ABI, l'avvocato Corrado Faissola, il direttore generale Giuseppe Zadra e i loro collaboratori per la rilevante mole di dati e di elementi. Questa audizione è stata talmente interessante da aver ottenuto il privilegio di attrarre anche autorevoli e prestigiosi colleghi di altre Commissioni. Ringrazio anche per la disponibilità nell'offrirci ulteriori dati nelle prossime settimane.
Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti dell'INPS.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul sistema di finanziamento alle imprese agricole, l'audizione di rappresentanti dell'INPS.
Sono presenti il presidente dell'INPS, dottor Antonio Mastrapasqua, e la dirigente del settore entrate dell'INPS, Anna Maria Ermini.
Do la parola al presidente dell'INPS, Antonio Mastrapasqua, per lo svolgimento della relazione

ANTONIO MASTRAPASQUA, Presidente dell'INPS. Grazie, presidente. Per


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quanto riguarda i rapporti dell'Istituto con il mondo agricolo, mi permetto innanzitutto di fornire qualche cifra riferita all'ultimo anno chiuso. Nel 2007, a fronte di un dovuto di circa 2,7 miliardi, si è avuto un versamento di 2,2 miliardi. Può sembrare una forma anomala di presentazione dei dati, ma questo può servire per inquadrare il bisogno delle aziende rispetto a quanto in un anno abbiamo potuto ottenere. Questo dato viene anche arricchito dall'obbligo imposto dalla norma di compensare per tutti i benefici che le aziende debbono godere da parte della Comunità europea precedentemente all'ottenimento degli stessi attraverso l'AGEA. Dal punto di vista degli incassi dell'INPS, si tratta di un'ulteriore possibilità.
Varie agevolazioni previdenziali sono riferite al mondo agricolo. Il decreto-legge n.171 del 3 novembre 2008, lo stesso che si applica fino al 31 marzo 2009, recita: «Nei territori montani particolarmente svantaggiati e nelle zone agricole svantaggiate, sono previste misure determinate dall'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 1o gennaio 2006 n. 2», ovvero, come si può vedere alla pagina 2 della nota che abbiamo prodotto, fino al 31 marzo 2009 esistono agevolazioni a seconda del territorio di appartenenza dell'azienda. Per quanto riguarda il centro-nord si va da uno 0 per cento di agevolazioni, per Abruzzo e Molise da un 68 per cento, per il centro-nord da un altro 68 per cento, mentre per l'ex svantaggiato sud si va da un 68 per cento e per i territori particolarmente svantaggiati, ex zona montana, dal 75 per cento.
I territori montani sono definiti dal decreto del Presidente della Repubblica n.601 del 1973, mentre i territori svantaggiati sono delineati dall'articolo 15 della legge n. 984 del 27 dicembre 1977.
Ai sensi del comma 8, articolo 7 della legge n.233 del 1990, i contributi IVS per i soggetti minori di 21 anni sono ridotti di 3,5 punti per i soggetti ubicati in territori normali e di 7,5 per i soggetti ubicati nei territori individuati dall'ultimo comma dell'articolo 13 della legge n. 537 del 1981.
Il contributo capitario INAIL è ugualmente ridotto nelle zone montane e svantaggiate nelle misure fissate dalle varie disposizioni di legge.
Esistono poi sgravi contributivi per incentivare la contribuzione di secondo livello. Per retribuzioni di secondo livello si intendono le erogazioni previste dai contratti collettivi aziendali e territoriali, delle quali sono incerti la corresponsione o l'ammontare, la cui struttura sia correlata dal contratto collettivo medesimo alla misurazione di incrementi di produttività, qualità e altri elementi di competitività, assunti come indicatori dell'andamento economico dell'impresa e dei suoi risultati.
Il comma 67 della legge n. 247 del 2007 ha previsto l'istituzione di un fondo per il finanziamento di sgravi contributivi per incentivare la contrattazione di secondo livello. Tale fondo è utilizzato in via sperimentale per gli anni 2008 e 2010, nei limiti della sua disponibilità, per la concessione di uno sgravio la cui fruizione deve essere espressamente richiesta dalle imprese.
Per effetto del comma 68 della citata legge 247, è stato emanato il decreto interministeriale del 7 maggio 2008, che ha previsto le seguenti modalità in misura dello sgravio a partire dal 1o gennaio 2008: concessione di uno sgravio contributivo sugli importi previsti dalla contrattazione collettiva aziendale e territoriale, ovvero di secondo livello, entro il limite del 3 per cento della retribuzione contrattuale annua dei lavoratori, nel limite massimo di 25 punti percentuali dell'aliquota a carico del datore di lavoro; in agricoltura, l'aliquota deve essere al netto delle agevolazioni per i territori montani e svantaggiati; totale sulla quota del lavoratore.
Esistono poi riduzioni contributive per tipo di ditta, che consistono nella riduzione dell'aliquota contributiva totale dovuta per l'assunzione di manodopera legata alla particolare condizione di attività dell'azienda, ovvero alla veste giuridica, quale ad esempio e a titolo non esaustivo la conduzione dell'azienda in qualità di


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coltivatore diretto, la conduzione dell'azienda organizzata in forma cooperativa o di cooperativa sociale.
Le riduzioni sono previste da numerose norme emanate nel tempo. Ci siamo quindi permessi di dare una quantificazione prettamente economica e non divisa, perché il numero delle norme è abbastanza ampio. Annualmente sono concessi a vario titolo oltre 638 milioni di euro per agevolazioni alle aziende assuntrici di manodopera. Nello schema riportato nella nota sono ripartite tra tipo di ditta, tipo di contratto, zona tariffata.
Una terza attività che può interessare l'attuale indagine della Commissione è quella del recupero crediti, che nel settore agricolo ha avuto inizio solo nell'anno 2000 con la cessione dei crediti alla SCCI e la contestuale iscrizione a ruolo di tutti i crediti pregressi. L'iscrizione a ruolo dei crediti insoluti viene effettuata regolarmente e obbligatoriamente in ottemperanza all'articolo 17 del decreto legislativo n. 46 del 1999. Al momento, non risultano iscritti a ruolo i residui dei condoni - l'ultimo, iniziato nell'anno 1998 e comprensivo degli altri, si è concluso nel novembre 2008 -, le dilazioni amministrative, i crediti all'ufficio legale e altre tipologie di crediti inserite tra quelle in fase amministrativa.
Beneficiano della dilazione le ditte che hanno usufruito delle agevolazioni contributive previste dalla legge n. 350 del 2003, cosiddetta legge Alemanno, per le calamità che hanno interessato una vasta platea di contribuenti, con la rateazione in 40 rate trimestrali e l'abbattimento delle sanzioni civili al 2,5 per cento. In ottemperanza alla legge n. 350 del 2003, sono state sospese le cartelle dei pagamenti e i versamenti vengono effettuati direttamente all'Istituto. Gli agenti della riscossione hanno iniziato gli atti esecutivi dall'anno 2002-2003.
Con la legge n. 81 del 2006 sono state sospese tutte le cartelle di pagamento in attesa di una soluzione agevolata nei confronti delle aziende agricole, che si è concretizzata solo nell'anno 2007 con la ristrutturazione dei debiti agricoli. Nell'ottobre 2006, un pool di banche ha acquistato dalla SCCI, cessionaria dei crediti, i crediti oggetto di cessione, che hanno compreso tutto il periodo pregresso, dal 1980 a tutto il 2004.
Negli anni 2000-2004, i crediti del settore agricolo sono stati oggetto di cessione e sono state cedute anche le rate del condono 1997 (l'ultima rata è scaduta nel novembre 2008) e le rate di dilazione amministrativa. A fronte della cessione, l'INPS ha ricevuto dalla società di cartolarizzazione vari corrispettivi di importo variabile a seconda dell'anno di cessione.
L'INPS ha avuto il ruolo di gestire i crediti in fase amministrativa o su cartella adottando tutti i provvedimenti necessari alla gestione stessa: eliminazione, rateazione, sospensione, controllando l'operato di Equitalia.
Le riscossioni dei crediti ceduti, sia su cartella che in fase amministrativa, vengono riversate dai concessionari e dall'INPS direttamente alle società di cartolarizzazione sul conto di Tesoreria. Tali riscossioni sono destinate al pagamento delle cedole delle obbligazioni emesse dalle banche acquirenti, che hanno emittenti delle obbligazioni con scadenza al 2011.
In data 15 ottobre 2006, la SCCI ha stipulato con alcune banche un accordo in base al quale veniva offerta ai debitori agricoli la facoltà di pagare il 30 per cento del debito alle banche acquirenti, purché fosse raggiunto un obiettivo minimo, e veniva offerta alle banche la possibilità di offrire ai debitori, che non si fossero avvalsi della prima fase della ristrutturazione, una ristrutturazione ad hoc per un arco di quindici anni.
La prima fase di ristrutturazione, conclusa nel periodo 2008, è stata prorogata fino al settembre 2008. Nel complesso, le banche hanno versato alla SCCI 430 milioni di euro, più una parte delle riscossioni, il 30,5 per cento, versate dai contribuenti al di fuori delle ristrutturazioni nel periodo da ottobre 2006 a giugno 2008. Tale percentuale di versamento continua ad essere mantenuta sui trimestri successivi, come da accordi tra SCCI e banche.


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In questa fase di ristrutturazione, l'INPS ha assolto il compito di certificare il debito presente negli archivi, mentre non ha avuto un ruolo contabile, perché già con la cessione dei crediti ha ricevuto da SCCI il corrispettivo.
La ristrutturazione ha riguardato le banche interessate e le associazioni di categoria, nonché l'Istituto che, oltre a essere garante dei crediti presenti negli archivi, ha dovuto procedere alla ridefinizione dei crediti su richiesta dei contribuenti o delle associazioni di categoria.
Nel mese di aprile 2008, con il pagamento da parte delle ditte aderenti alla ristrutturazione del 30 per cento del debito complessivo, certificato da un notaio, è stato effettuato lo sgravio delle cartelle e sono state sospese le procedure esecutive, ovvero ipoteche e procedure immobiliari. I contribuenti interessati sono stati circa 47 mila e le banche hanno versato i 430 milioni di euro al netto degli aggi di riscossione, per l'incasso dei crediti in fase amministrativa al ruolo.
Una seconda fase si è conclusa a settembre 2008 e ha interessato una platea marginale di non più di 3 mila contribuenti e una parte delle aziende interessate, che avevano già pagato nella prima fase e dovevano solo procedere alla certificazione, ha versato circa il 30 per cento del dovuto, mentre la parte restante il 40 per cento del debito totale. Nel complesso, circa 50 mila contribuenti hanno ristrutturato i debiti imputabili ad iscrizione quali lavoratori autonomi o titolari di impresa agricola con dipendenti.
A gennaio 2008 sono state riattivate le esecuzioni da parte del concessionario Equitalia. Conclusa in modo molto soddisfacente la prima fase della ristrutturazione, in base al contratto stipulato da SCCI e banche, queste hanno ottenuto da SCCI la facoltà di procedere a una fase di ristrutturazione ad personam sui crediti non ristrutturati per un arco temporale di quindici anni. Tale terza fase elaborata dalle banche è in corso di preparazione tecnica.
Le modalità di pagamento (percentuale del credito e gli aspetti contabili) della platea degli interessati INPS e/o associazioni di categoria sono in fase di definizione. Potenzialmente, la terza fase potrebbe interessare tutti i crediti oggetto di cessione non ristrutturati.
I crediti agricoli per l'anno 2005 sono stati interessati solo dai benefici della legge Alemanno, mentre a decorrere dall'anno 2006 le norme comunitarie hanno imposto il pagamento degli oneri comunitari previa compensazione dei debiti contributivi. Ne è conseguito che gli aiuti comunitari attraverso l'AGEA e gli enti pagatori vanno prima a coprire per intero i debiti 2006 e successivi, comprensivi di sanzioni, e poi vengono erogati all'interessato. In conformità alla legge, viene fornito ad AGEA l'archivio delle ditte debitrici, utilizzato per procedere alla compensazione.
Sono state avanzate ipotesi di proposte, una delle quali per i contributi dovuti fino all'anno 2004: si potrebbe operare sulla percentuale di ristrutturazione in accordo con le banche, prevedendo un intervento a carico dello Stato, sempre in conformità alle norme sugli aiuti legittimi. Per l'anno 2005, le ditte interessate dalla legge Alemanno potrebbero beneficiare di una riduzione di sanzioni, e per quanto riguarda i crediti dall'anno 2006 in poi si potrebbe procedere ad un recupero rateale, applicando gli interessi in relazione al tasso di interessi legali degli aiuti comunitari dichiarati illegittimi.
Abbiamo poi inserito nell'appunto che vi abbiamo consegnato, una serie di agevolazioni sul piano della semplificazione della vita delle aziende più che per il profilo finanziario, ma spesso i due aspetti nel mondo agricolo sono più correlati che in altri.
Per quanto riguarda le assunzioni, dal 1o marzo 2008 le comunicazioni di assunzione, cessazione, trasformazione e proroga dovute dai datori di lavoro devono essere inoltrate esclusivamente in via telematica,


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utilizzando la procedura «Unificato LAV». Tale comunicazione è efficace anche nei confronti dell'INPS.
Dal 1o marzo 2008, la procedura di invio telematico del Registro impresa per la comunicazione di assunzione è stata chiusa con esclusione degli utenti della provincia autonoma di Bolzano, per i quali, in considerazione del più ampio periodo transitorio, è stata chiusa dal 1o dicembre 2008. Viene meno, pertanto, anche il dibattito segnalato al paragrafo precedente circa il numero dei fogli da rilasciare, assumendo il registro la sola funzione primaria di libro matricola e paga. Nell'ottica della semplificazione degli adempimenti in materia di lavoro, con il decreto-legge n.112 del 2008 convertito dalla legge n. 133 del 2008, è stato istituito il Libro unico del lavoro in sostituzione dei libri matricola, paga e presenze. Il Libro unico del lavoro deve essere tenuto anche dai lavoratori agricoli in luogo del registro dell'impresa.
Con decreto ministeriale del 9 luglio 2008, è stata data attuazione alla disciplina in materia prevista dall'articolo 39 del decreto-legge n. 112, disciplinando la fase transitoria fino al 16 gennaio 2009. Il registro delle imprese s'intende abrogato dal 18 agosto 2008.
Esiste, altresì, un regime transitorio, giacché fino al periodo di paga riferito al mese di dicembre 2008, quindi fino al 16 gennaio 2009, i datori di lavoro adempiono agli obblighi di istituzione e tenuta del Libro unico del lavoro mediante la regolare tenuta del libro paga nelle sue sezioni paga e presenze. Sono scomparsi al 17 agosto 2008, con l'entrata in vigore del decreto ministeriale, il libro matricola e il registro delle imprese. Fino a tale data, sono stati rilasciati i registri di impresa, per consentire la tenuta del libro paga nelle sue sezioni paga e presenze.
Con la fine del regime transitorio, anche le aziende agricole vidimano all'INAIL il libro unico del lavoro, mentre l'INPS non svolge più alcuna funzione in merito. È stata quindi realizzata una vera semplificazione.
Passando a svolgere alcune considerazioni, dalle informazioni che possiamo estrapolare dalle tabelle elaborate dai nostro uffici allegate al documento, si desume uno stato di crisi del settore agricolo imputabile a difficoltà di accesso al credito bancario e alla riduzione dei finanziamenti comunitari. La situazione del settore agricolo risente di molteplici fattori, quali gli eventi climatici, il regime concorrenziale dei mercati, l'andamento internazionale dei prezzi, le difficoltà di accesso al credito, l'osservanza delle norme comunitarie e la riduzione dei finanziamenti comunitari.
Il Paese si è quindi trovato impreparato a questi nuovi scenari e, in mancanza di strategie mirate e di adeguate sinergie fra Governo, sistema bancario e imprenditoria, il settore agricolo rischia il collasso a causa di una congiuntura sfavorevole difficilmente sostenibile senza adeguate contromisure.
A livello normativo, si avverte l'esigenza di mediare fra normativa comunitaria e peculiari esigenze del Paese. In questo ambito, l'Europa è chiamata a elaborare regole certe che siano valide per tutti Paesi membri e aderenti alle realtà territoriali estremamente variegate. Come effetto collaterale, infatti, si possono determinare situazioni fortemente sperequate fra i Paesi della stessa comunità.
Il sostegno dell'Istituto in questo scenario, nei limiti del quadro normativo vigente, si è concretizzato nel supporto amministrativo alle operazioni di ristrutturazione dei crediti agricoli per gli anni 2004 e precedenti, ma purtroppo non ha avuto un impatto adeguato perché le adesioni sono state minori rispetto alle aspettative, nonostante le condizioni offerte fossero estremamente vantaggiose. Nonostante ciò, la ristrutturazione ha dimostrato notevoli potenzialità ancora da sviluppare. Può quindi rivelarsi utile agire per coinvolgere maggiormente il settore, al fine di sensibilizzare gli operatori verso interventi in grado di determinare la risoluzione


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o la riduzione dell'esposizione debitoria del settore fino ai debiti contributivi maturati al 31 dicembre 2004.
Per gli anni successivi, sono mutate le finalità degli aiuti comunitari, divenuti un finanziamento finalizzato alla regolazione della posizione debitoria, piuttosto che a un sostegno economico alla ripresa del settore agricolo, come era nella ratio degli interventi. In proposito, l'articolo 4 della legge n. 46 del 6 aprile 2007 prevede che in sede di pagamento degli aiuti comunitari organismi pagatori possano compensare gli aiuti stessi di cui l'impresa agricola sia beneficiaria con i contributi previdenziali vantati dall'INPS. Nel caso italiano, i debiti sono comunicati dall'INPS all'AGEA, organismo erogatore dei premi e dei contributi comunitari.
L'INPS può soltanto fare proprie le preoccupazioni del mondo agricolo per sensibilizzare le istituzioni verso una politica di sostegno maggiormente penetrante ed efficace, rispettando i limiti posti dal normativa comunitaria e utilizzando i margini di operatività come un'opportunità da sfruttare nell'interesse comune, per valutare la possibilità di elaborare un piano di rientro delle situazioni debitorie dilazionato nel tempo, in modo da consentire adeguati investimenti nel settore e un rilancio su scala nazionale, e sensibilizzare il sistema bancario verso una linea di credito con condizioni vantaggiose riservata agli operatori del settore agricolo.
Le sintesi numeriche delle situazioni di debito sommate alle sanzioni vantate dall'Istituto rispetto alla totalità del mondo agricolo rappresentano cifre importanti al netto della ristrutturazione.
Nei dati riportati c'è anche la ristrutturazione, per cui si può evincere quanto sia l'ammontare dei debiti vantati dall'INPS nei confronti dell'intero mondo agricolo, suddiviso per sorte, per sanzioni, per tipo di debiti e per anno di maturazione.

PRESIDENTE. Ringrazio il presidente, dottor Mastrapasqua. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

ANGELO ZUCCHI. Nel porre una domanda molto veloce, ringrazio il presidente per la sua relazione. Nelle sue conclusioni, leggo che la ristrutturazione del debito dei famosi crediti INPS non ha prodotto i risultati sperati. Vorrei sapere quindi a che punto siamo, perché su questo provvedimento avevamo molto contato, come in parte anche le organizzazioni agricole. Evidentemente, però, ci hanno contato meno gli imprenditori agricoli.

ANTONIO MASTRAPASQUA, Presidente dell'INPS. Di fatto, la considerazione secondo cui il risultato si colloca al di sotto delle aspettative nasce dal fatto che il vantaggio per le aziende agricole era indubbiamente forte, mentre si verifica invece un'adesione non molto ampia. Su 2 miliardi di debiti complessivi riferiti al periodo, le adesioni hanno interessato circa 500 milioni, laddove il differenziale è costituito da aziende che hanno deciso di non aderire alla ristrutturazione dei crediti. C'era quindi una aspettativa maggiore. L'adesione è stata sufficiente per far decollare l'iniziativa, ma inferiore alle aspettative, nonostante il rinvio dei tempi per consentire di aderire e la massiccia campagna di informazione delle associazioni.

PRESIDENTE. Vorrei sapere se abbiate un quadro dell'adesione articolato per aree geografiche.

ANTONIO MASTRAPASQUA, Presidente dell'INPS. Siamo in grado di fornirlo alla Commissione. Potrebbe essere infatti interessante analizzare percentualmente rispetto al totale quale sia stata l'adesione parziale a seconda dell'area geografica. Ne prendiamo nota e vi faremo pervenire il dettaglio in tempi brevissimi, anche perché c'è una situation room, dove INPS, banche e associazioni si incontrano periodicamente per il monitoraggio della situazione.
Vi invieremo quindi sia la ripartizione geografica sia l'aggiornamento riferito all'ultima situation room svolta.


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SEBASTIANO FOGLIATO. Ringrazio il presidente dell'INPS e i suoi collaboratori. Considero importante questa audizione, che ci rende edotti dei dati e dell'esposizione del settore dell'agricoltura con l'INPS. Abbiamo letto alcuni dati sui giornali. Vorrei avere una valutazione sull'utilizzo dei voucher in agricoltura nei periodi della vendemmia. Nel leggere i giornali, infatti, mi hanno colpito le percentuali dei voucher venduti al nord, al centro e al sud, da cui emerge una sperequazione del 2 per cento rispetto al sud. Questo strumento è stato fortemente voluto, si è spinto in questo senso per semplificare i lavori occasionali in agricoltura, però vi è una parte del Paese che non compra i voucher così come non aderisce alla rateizzazione dei contributi.
Vorrei conoscere inoltre l'efficacia del sistema dei controlli, perché una parte del Paese che non paga i contributi, peraltro agevolati, fa concorrenza sleale alle imprese che lavorano onestamente e pagano i contributi INPS. Il confronto avviene sul mercato, laddove questi possono vendere il prodotto a un prezzo inferiore perché sostengono costi minori, possono avvantaggiarsi in diversi modi conquistando clienti e lavorando in condizioni che al nord non sarebbero ammesse. Ritengo quindi necessario un maggiore equilibrio.
Per quanto riguarda la sospensione dei contributi per le calamità, vorrei capire come si utilizzino queste risorse: se i contributi siano sgravati su tutto l'anno contributivo o soltanto solo in parte. Sulle calamità, in Commissione abbiamo svolto un dibattito con l'ASNACODI, l'Associazione nazionale dei consorzi di difesa, per le assicurazioni, questa è una agevolazione per il settore, ma è necessario capire come sia spalmata.
Desidero raccomandare l'utilizzo di sistemi sanzionatori di recupero uguali in tutto il Paese, senza sacche di «tolleranza». A proposito dei voucher venduti al Sud, vorrei sapere quante persone siano state trovate non in regola in seguito ai controlli dell'ispettorato. Non sono ostile al sud, ma sono contrario alla concorrenza sleale nei confronti delle aziende che operano con sistemi di legalità e regolarità contributiva.

PRESIDENTE. Vorrei aggiungere una considerazione. Leggo dalle tabelle che le sanzioni sono praticamente quasi quanto i contributi.

ANTONIO MASTRAPASQUA, Presidente dell'INPS. Si tratta periodi vecchi; questo è il meccanismo previsto dalla legge.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. La ringrazio, presidente, per la sua attenzione e per i dati che ci ha fornito.
Il Governo ha stabilito che i contributi, per quanto riguarda le agevolazioni previdenziali, scadano il 31 marzo. Vorrei sapere cosa intenda fare l'INPS per tutte le zone svantaggiate nel nord come nel sud, se il Governo non concederà altre proroghe.

GIOVANNA NEGRO. Vorrei sapere come siano stati ripartiti i 638 milioni di euro di agevolazioni alle aziende assuntrici. Vorrei conoscere inoltre l'ammontare e la ripartizione della ristrutturazione dei debiti agricoli disciplinati dalla legge n. 81 del 2006.

ANTONIO MASTRAPASQUA, Presidente dell'INPS. Per quanto riguarda l'operazione voucher non sfuggirà che nella campagna relativa alla vendemmia 2008 all'inizio si era quantificato una potenziale emissione di voucher di circa 30 mila unità. Per fortuna spesso si sbagliano le previsioni; quindi Ministero, associazioni e INPS avevano calibrato la macchina su questi numeri. La conclusione della campagna voucher 2008 ha portato all'emissione di circa 600 mila voucher, con un numero riferito a persona, giorno, voucher di circa 70 mila. Indubbiamente, c'è una forte sperequazione tra i voucher venduti nel nord e quelli venduti nel sud. Abbiamo notato che in Veneto, ove negli anni scorsi si era promosso l'esperimento, si è concentrato


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quasi il 50 per cento della vendita di voucher. Questo significa che tale nuovo sistema doveva essere spiegato non solo localmente, ma anche alle stesse ditte e associazioni.
Abbiamo il dato conclusivo dell'operazione vendemmia, che forniremo non solo su base regionale, ma anche in base all'età dei fruitori, perché è interessante verificare quale fascia di età abbia usufruito del voucher, in quali periodi e per quale tipo di attività. Il voucher è uno dei provvedimenti sui quali il Ministro Sacconi punta. Due settimane fa, ci siamo riuniti, perché nel frattempo il voucher si sta estendendo ad altre attività e sta per iniziare un nuovo momento di interesse verso il settore agricolo.
Si sta ipotizzando di istituire una settimana del voucher, ovvero di sensibilizzare tutti gli uffici dell'INPS, giacché nelle regioni in cui non c'era stata sperimentazione anche i nostri uffici non erano in grado di fornire spiegazioni puntuali, e di reclamizzarlo con la collaborazione delle Poste, altro partner che opera insieme ad INPS, realizzando una campagna di sensibilizzazione.
Il voucher ha avuto un aspetto positivo, perché la cifra prima citata era costituita da persone totalmente estranee al processo. Un monitoraggio importante consisteva quello nel verificare ex post se l'introduzione del voucher facesse registrare una diminuzione dei rapporti di lavoro nelle imprese: questo per fortuna non c'è stato, fugando così i dubbi delle parti sociali, le quali temevano che il voucher potesse essere sostitutivo di un rapporto di lavoro; al contrario, c'è stato un incremento sia dei rapporti, che dei voucher. Questo testimonia il successo dell'esperimento nel 2008. A marzo comincerà questa campagna di promozione.
Anche il Ministro Zaia ci ha sottoposto alcune problematiche di semplificazione del processo, che forse potranno essere affrontate insieme, perché può essere complicato prendere il voucher e compilarlo e stiamo cercando di individuare formule che semplifichino fornendo garanzie, dal momento che il voucher può avere anche dei punti deboli. Dobbiamo quindi trovare qualcosa che semplifichi, ma tuteli il lavoratore. Nel voucher c'è infatti anche la parte dell'INAIL, quindi la parte degli infortuni, su cui si focalizza l'attenzione del Paese.
In una circolare del 18 settembre 2008 il Ministro Sacconi ha dettato le nuove linee guida della vigilanza dei vari organismi, dove l'INPS riveste un ruolo importante. Su espressa indicazione del Ministro e del Ministero, quest'anno non ci sono stati i voli di elicottero sulle aziende agricole per vedere se i pensionati lavorassero e in questo l'INPS è stato più sobrio, ma ci siamo concentrati dove non c'era «tiraggio» di voucher e si riproponeva la medesima fotografia dell'anno precedente. Indubbiamente, non potevamo avere attenzione in un processo in divenire, perché il processo del voucher è stato concentrato in 60 giorni ed è stato venti volte superiore alle aspettative.
Sicuramente, l'attività ispettiva dell'Istituto che abbiamo varato la scorsa settimana si concentrerà nelle zone in cui si manifesta una volontà di non utilizzare gli strumenti di agevolazione e semplificazione. L'Istituto si concentrerà dove esistono evasione e sommerso e una mancata richiesta di questi strumenti.
Anche nelle aziende agricole ci disinteresseremo degli aspetti formali, come il Ministro ha stabilito nella circolare, mentre ci concentreremo sugli aspetti sostanziali: lavoro nero e sommerso. Questa è l'indicazione ricevuta dal Ministero e impartita agli ispettori. La semplificazione del decreto-legge n. 112 del 2008 certamente agevola l'attività dei nostri ispettori, ma in questa fase saremo assolutamente non formali e andremo su aspetti sostanziali.
Per quanto riguarda l'atteggiamento dell'Istituto dopo il 31 marzo, l'INPS è un organo dello Stato, quindi dopo il 31 marzo si conformerà al dettato normativo. Non so se nel frattempo il Parlamento


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abbia nuove indicazioni, ma, in assenza di indicazioni contrarie, faremo quello che le norme impongono.

ANNA MARIA ERMINI, Dirigente del settore entrate dell'INPS. Per quanto riguarda le calamità naturali, ci atteniamo a quanto previsto dai vari decreti in materia a seconda del tipo di calamità naturale. In alcuni casi viene chiesto di sgravare completamente i contributi, compresa la quota a carico dei lavoratori, in altri solo quelli a carico dei datori di lavoro. L'Istituto si attiene a questo.
Nella tariffazione che effettuiamo ogni tre mesi alle scadenze di legge, dobbiamo tenere conto anche di quanto previsto dai decreti sulle eventuali calamità naturali.
Per quanto riguarda l'importo di 638 milioni di riduzioni contributive, come si può vedere dalla tabella, per un anno solare, cioè per gli ultimi due trimestri del 2007 e i primi due del 2008, le riduzioni sono in gran parte assorbite dalle riduzioni per zona tariffaria, che verranno meno il 31 marzo, se non ci sarà una proroga. Le aziende agricole pagano con sei mesi di ritardo rispetto alla competenza, quindi a marzo riscuoteremo il terzo trimestre 2008 e a giugno riscuoteremo il quarto trimestre 2008.
Una piccola percentuale è invece dedicata al tipo di ditta, cioè alle agevolazioni riconosciute a seconda della tipologia della ditta agricola, quindi il coltivatore diretto, la cooperativa, la cooperativa sociale. Una parte ancora minore è dedicata poi al tipo di contratto esistente nelle aziende agricole.
Abbiamo inserito anche il discorso della contrattazione di secondo livello, perché abbiamo potuto verificare che nelle domande pervenute nel 2008 esiste un certo numero di aziende agricole, seppur esiguo. È possibile che con l'apertura del 2009 ci siano nuove domande, per cui abbiamo voluto effettuare la suddivisione sinteticamente riportata in questa tabella, che eventualmente possiamo anche disaggregare ulteriormente.
Le attività di recupero sono ripartite per gli anni successivi a quelli della ristrutturazione. Stiamo procedendo su tutto il territorio all'invio di avvisi bonari e di iscrizioni al ruolo per tutte le aziende sia agricole assuntrici di manodopera, sia autonome, che risultino insolventi nei confronti dell'Istituto in modo totale o parziale.

ANTONIO MASTRAPASQUA, Presidente dell'INPS. Se posso integrare, preciserei un punto che considero importante. Come evidenziato dalla dottoressa Ermini, a questo punto abbiamo iscritto tutto al ruolo. Abbiamo anche modificato in questi giorni la modalità di iscrizione al ruolo di tutti i debiti che hanno le aziende, gli agricoli, gli artigiani e i commercianti.
La legge ci impone di iscrivere al ruolo entro il 31 dicembre dell'anno successivo. Ci siamo accorti che numerose aziende aspettavano l'iscrizione al ruolo, perché solo in seguito a questo si riesce ad avere il massimo di rateazione previsto dalla legge, pari a sei annualità. I diciotto mesi in cui l'INPS continuava a gestire i propri crediti erano un nocumento per le aziende, facendo incrementare le sanzioni e gli interessi e impedendo alle aziende di ottemperare al loro debito, laddove, se volevano farlo, la rateazione consentita equivaleva al massimo a 24 rate mensili, ampliabili a 36 con decreto del Ministero.
Si è scelta quindi la strada di iscrivere immediatamente al ruolo i debiti. Se da una parte questa può sembrare un'azione coercitiva più forte, considerando che chi riscuote il ruolo è sempre un organismo dello Stato e che questo può consentire una dilazione fino a sei anni, già oggi abbiamo in Equitalia più di 3 miliardi di euro di richieste di dilazioni, dato che si sta velocemente incrementando. Tutte le aziende, comprese quelle agricole, in un momento di difficoltà potranno avere una dilazione fino a sei anni. Non è una forma di finanziamento, ma è una forma di dilazione di un debito che si trasforma in una forma di finanziamento, senza aspettare i diciotto mesi, durante i quali il debito si raddoppia per le sanzioni e gli interessi, che con l'INPS e per legge corrono abbastanza veloci.


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VIVIANA BECCALOSSI. Saluto e ringrazio i rappresentanti dell'INPS. La vicenda dei vecchi crediti INPS mi ricorda molto quella delle quote-latte, che riguarda però un'altra zona del Paese. Spesso, a livello politico ci si prende in giro dicendo che se al nord c'è la questione delle quote-latte, al sud c'è questa vicenda, quasi a fare a gara su chi subisca il danno peggiore.
Faccio questo riferimento perché, se nella vicenda quote-latte c'è una competenza di carattere regionale ai sensi della legge n.119, laddove dice che il rispetto del regime delle quote-latte, le conseguenti multe, nonché riscossione dipendono dalle regioni, che sono responsabili, su questa vicenda le regioni non hanno competenza.
Al di là della presa d'atto di una situazione che si trascina da anni, mi permetto quindi non di dare un suggerimento, perché non ne sono all'altezza, ma di sottolineare come nella vicenda delle quote-latte sia stata trovata una forma di compensazione tra il dare e l'avere. Quando qualche anno fa mi sono trovata a rappresentare temporaneamente la pubblica amministrazione in qualità di vice presidente della regione con delega all'agricoltura, mi sono posta una domanda più di carattere morale che politico. Mi chiedevo come potessi consentire da un lato l'accesso ai finanziamenti alle aziende agricole sulla PAC e sulle varie misure del Piano di sviluppo rurale, dall'altro invece le multe. Appariva necessario trovare una forma di compensazione.
Sulla questione delle quote abbiamo trovato a fatica una compensazione tra il dare e l'avere sul Piano di sviluppo rurale, dal momento che nelle circolari applicative abbiamo stabilito che chi voleva accedere alle misure del Piano di sviluppo rurale con relativi finanziamenti doveva dimostrare di essere a posto con il regime delle quote-latte. Si è poi passati alla questione della PAC, che sembrava inviolabile per il mondo agricolo, mentre si è lavorato con AGEA per confrontare i dati. Abbiamo quindi realizzato una triangolazione tra regione Lombardia, attraverso l'organismo pagatore regionale che fa capo al bilancio e la direzione generale agricoltura, AGEA nazionale, con cui confrontavamo i dati, ed Equitalia che ha riscosso.
Mi chiedo se questo metodo non sia applicabile anche a questa partita. Mi rendo conto che in questo caso le regioni non hanno competenza, ma mi chiedo se si possa immaginare una collaborazione con le regioni, delle quali le più interessate sono quelle del centro-sud, perché aiutino lo Stato a riscuotere queste risorse.
Le regioni danno cospicui contributi in materia agricola, perché la banca dei contributi agricoli, che si chiama sostanzialmente Piano di sviluppo rurale prima ancora che la PAC, è sicuramente più interessante al centro-sud rispetto al nord, giacché, sebbene la Pianura padana sia la culla dell'agricoltura italiana, laddove il PIL agricolo è il più alto in termini assoluti, nella distribuzione delle risorse dei piani di sviluppo rurale non c'è proporzione tra PIL agricolo, addetti ai lavori e terreno occupato rispetto alle risorse assegnate. La regione Lombardia ha infatti solo 400 milioni di euro, cifra irrisoria rispetto alle regioni Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise e Basilicata.
Vorrei sapere se sia un discorso puramente sofista o possa trovare un'applicazione a livello amministrativo, dal momento che regioni, province, Commissione agricoltura rappresentano lo Stato. Mi sembra inaccettabile che i livelli istituzionali e governativi e gli uffici non si confrontino.

ANTONIO MASTRAPASQUA, Presidente dell'INPS. La ringrazio degli spunti e delle riflessioni indubbiamente interessanti. Oggi facciamo con AGEA quanto la norma consente. Indubbiamente, non è facile sciogliere le difficoltà di dialogo tra diverse amministrazioni e diversi livelli di amministrazione dello Stato.
Mi permetto di fare tesoro di quanto da lei espresso e di valutare con quali Ministeri (sicuramente Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e Ministero degli affari regionali) avviare questo dialogo,


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perché le regioni hanno una serie di provvidenze e dovrebbe esistere una compensazione a monte per adempiere ai contributi dei lavoratori. Ne faremo quindi tesoro. La dottoressa Ermini effettuerà con il nostro ufficio legislativo una ricerca delle norme che ci consentono di farlo. Interesseremo i Ministeri del welfare, dell'agricoltura e degli affari regionali, per valutare la percorribilità di questa via. Mi sembra questo un ottimo spunto che possiamo tradurre in fatti.

PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Mastrapasqua e la dottoressa Ermini per la disponibilità manifestata, ma anche per l'utile mole di suggerimenti, sollecitazioni e dati forniti. A tale riguardo, autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna delle tabelle contenute nella nota prodotta dai rappresentanti dell'INPS (vedi allegato).
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 13.

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