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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione XIII
8.
Giovedì 16 ottobre 2008
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Russo Paolo, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'ANDAMENTO DEI PREZZI NEL SETTORE AGROALIMENTARE

Audizione dei rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome:

Russo Paolo, Presidente ... 3 4 6
Falotico Roberto, Assessore all'agricoltura della regione Basilicata ... 5
Russo Enzo, Assessore all'agricoltura della regione Puglia ... 3
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.

COMMISSIONE XIII
AGRICOLTURA

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di giovedì 16 ottobre 2008



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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PAOLO RUSSO

La seduta comincia alle 12,55.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata oltre che attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso anche mediante la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione dei rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'andamento dei prezzi nel settore agroalimentare, deliberata dalla Commissione nella seduta del 26 giugno 2008, l'audizione dei rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome.
Sono presenti: Enzo Russo, assessore all'agricoltura della regione Puglia e coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle regioni e delle province autonome, Roberto Falotico, assessore all'agricoltura della regione Basilicata, Alessandro Palmacci, responsabile agricoltura della Conferenza delle regioni e delle province autonome, Stefano Mirabelli, capo ufficio stampa della Conferenza delle regioni e delle province autonome. Sono altresì presenti Maddalena Fallacara e Giovanna Pongiglione, rispettivamente coordinatore e funzionario del servizio agricoltura della segreteria della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome.
Nel dare la parola agli auditi specifico che, all'esito del loro intervento, potranno intervenire i colleghi parlamentari per porre eventuali domande.

ENZO RUSSO, Assessore all'agricoltura della regione Puglia. Grazie, presidente. Anche su questo punto la Commissione che coordino ha discusso attentamente in due sedute, una tecnica ed una politica, giungendo alle conclusioni contenute nel documento che consegneremo.
La riflessione è stata condotta soprattutto riguardo ai prezzi dei prodotti agricoli che, a partire dal 2006, hanno avuto un'impennata eccezionale, creando non pochi disagi. Questo è dovuto soprattutto ad alcuni fattori: l'andamento climatico ormai sfavorevole, la crescita sempre maggiore del prezzo del petrolio, la svalutazione del dollaro, la crisi finanziaria, gli aspetti strutturali legati sia all'offerta che alla domanda dei prodotti agricoli. Quando parliamo di offerta, parliamo di rallentamento dei tassi di crescita delle produzioni, calo della resa, minori profittabilità delle produzioni agricole a causa soprattutto dell'andamento dei costi. Quando parliamo di domanda, invece, ci riferiamo alla crescita della domanda mondiale di alcuni alimenti da parte dei Paesi emergenti (Cina e India) e la crescita sostanziale della domanda sui biocarburanti.
I comparti coinvolti sono quelli dei grassi, dei cereali, del latte e del riso. Ovviamente i cereali - l'Italia produce il 10 per cento della produzione mondiale - sono quelli che hanno conosciuto, probabilmente,


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una maggiore riflessione. Voglio sottolineare che la produzione del 2007, rispetto al 2006, ha avuto un sostanziale calo a causa del prezzo, che non è stato vantaggioso. Ciò ha determinato un decremento della produzione, addirittura con un abbattimento del 30 per cento delle semine. Oltre all'abbassamento dei prezzi di vendita del prodotto, all'origine del calo della produzione vi è stato anche il «disaccoppiamento», misura in base alla quale, anche in assenza di produzione, si mantiene quell'integrazione al reddito come contributo della Comunità sino alla data prestabilita.
Un altro aspetto importante è legato al fatto che la produzione interna non soddisfa il fabbisogno interno relativamente ai gradi di qualità. Noi vorremmo che su questo si concentrasse l'attenzione, affinché si introducano misure di politica economica che aiutino a contenere i danni, sia per la produzione sia per il consumo. Va sostenuta soprattutto l'attività della commercializzazione. Infatti, la scelta dell'Unione europea di sospendere il dazio sulle importazioni di cereali ci crea qualche problema. Lo stesso dicasi per l'azzeramento dell'obbligo della messa a riposo dei terreni, che non ci consente di guardare con razionalità a un'attività produttiva che per noi è molto importante.
Chiediamo dunque l'introduzione di azioni mirate al miglioramento qualitativo e quantitativo del prodotto e, soprattutto, azioni che riguardino la trasformazione e lo stoccaggio delle produzioni per controllare il mercato. Questo significherebbe determinare un potere di acquisto da parte dei piccoli produttori che oggi, invece, manca in quanto sono lasciati alla mercé dell'intermediazione o del compratore, che sceglie sempre i momenti nei quali l'impossibilità di stoccare il prodotto determina condizioni vantaggiose per chi compra.
Le oscillazioni di mercato sono dovute soprattutto a questi fatti, che non consentono un controllo reale della fase iniziale per arrivare poi alla fase finale, quella della commercializzazione del prodotto. Ne derivano quelle dinamiche alle quali ho accennato prima. Per questo dobbiamo guardare avanti con una ragionevole positività, nella misura in cui ognuno di noi saprà trarre vantaggio dalla montagna di risorse che la Comunità ci ha affidato fino al 2013.
Come regioni del Mezzogiorno probabilmente dobbiamo impegnarci di più, perché dopo il 2013 usciremo dall'Obiettivo 1 (Convergenza) per entrare nell'Obiettivo Competitività. Questi anni sono utili, dunque, anche per saggiare la nostra capacità di ingegno per rendere funzionali le risorse della Comunità. Come dicevo prima, la creazione di dinamiche di filiera e di cooperazione che guardino soprattutto con attenzione al collegamento tra produzione e commercializzazione è un obiettivo che ci appartiene.
Chiediamo, altresì, misure di controllo perché il fenomeno di passaggio delle superfici agricole dalle produzioni alimentari alle produzioni di colture energetiche non vada nella direzione sbagliata - pur nel rispetto degli impegni assunti nei protocolli internazionali - cancellando la condizione di vantaggio che l'agricoltura italiana potrebbe avere.
Abbiamo una grande opportunità che coinvolge l'intero Paese; il confronto con l'Europa per la valorizzazione della dieta mediterranea. Dobbiamo cercare di assumere un atteggiamento tale da favorire il riconoscimento della dieta mediterranea come patrimonio immateriale dell'UNESCO. Questo sarà utile e funzionale all'obiettivo di dare valore aggiunto alla capacità di tenuta dei nostri prodotti tipici, ma soprattutto di riservare una maggiore attenzione alla fase della loro commercializzazione.

PRESIDENTE. Abbiamo voluto invitarvi sostanzialmente per un doppio profilo. Il primo è rappresentato dal rispetto che si deve, anche dal punto di vista delle competenze costituzionali, alle regioni. Il secondo è perché crediamo che il vostro punto di osservazione privilegiato, direi quasi un po' «al fronte», consenta a voi di


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percepire criticità e eccellenze di percorsi che possono diventare sistema nel nostro Paese.
Pertanto, nel percorso di audizioni che abbiamo individuato per capire come funzionano le dinamiche dei prezzi del nostro Paese, abbiamo ritenuto indispensabile ed essenziale ascoltare anche voi.
In questo senso, voi registrate condizioni particolari e diverse nell'ambito del panorama regionale? Mi spiego meglio: ravvisate che vi siano condizioni che alimentano o alterano le dinamiche ordinarie dei prezzi, da regione a regione? Misurate che ci sono specificità diverse, in ragione delle condizioni logistiche e infrastrutturali?
Anche su questo vorremmo conoscere la vostra opinione. Grazie.

ROBERTO FALOTICO, Assessore all'agricoltura della regione Basilicata. Signor presidente, certamente la questione della politica dei prezzi e, quindi, successivamente, della commercializzazione dei prodotti dell'agroalimentare, varia da regione a regione, dipendendo evidentemente dalla capacità infrastrutturale di alcune regioni rispetto ad altre.
Nella mia regione, ad esempio, l'area del metapontino ha una totale vocazione al sistema produttivo agricolo, soprattutto per quanto riguarda il settore dell'ortofrutta. Tuttavia, in quest'area, manca la catena del freddo e manca una piattaforma per quanto riguarda servizi importantissimi per lo stoccaggio e la gestione di questi prodotti in tempi che, ovviamente, sui mercati hanno una loro ragion d'essere proprio per quanto riguarda il tema della commercializzazione. In altre parole, l'impossibilità di stoccare ed, evidentemente, di trattenere il prodotto per il tempo necessario, che si traduce nell'impossibilità di metterlo sui mercati, anche a seconda dell'andamento delle trattative che spesso vengono fatte nei vari mercati generali, costituisce certamente un punto di debolezza della regione.
Noi riteniamo che il sistema Italia debba innanzitutto riequilibrare la condizione che riguarda il tema delle infrastrutturazioni. Credo che questo sia un tema all'ordine del giorno dell'Europa e del nostro Governo. Siamo molto interessati, come regione dell'area del Mediterraneo, ad affrontare il tema di come interfacciarsi con le aree nordafricane. Il Mediterraneo, specialmente per quanto riguarda l'ortofrutta, deve rientrare nel panorama unico della produzione mondiale di questo particolare settore.
Inoltre, credo si debba sottolineare un aspetto legato al tema della tracciabilità e, quindi, dei marchi. Questi dovrebbero tutelare il made in Italy in Europa. Invece, almeno negli ultimi anni, quando alcune regioni si sono presentate con il proprio marchio di qualità, questo non è stato assolutamente riconosciuto da Bruxelles e, quindi, è stata avviata in quel caso la procedura di infrazione. Noi riteniamo che su questo tema bisognerebbe ritornare se vogliamo tutelare, anche da un punto di vista commerciale, la qualità del rapporto dei nostri prodotti con i vari mercati.
Considerata la maggiore domanda di alcuni prodotti, in particolare dalla Cina e dall'India, abbiamo la necessità di tutelare questa capacità produttiva. Attraverso la qualità del marchio e, quindi, attraverso la tracciabilità territoriale, si può indicare che un prodotto è italiano e viene realizzato in una certa regione. Questo riconduce al territorio e a un tema più ampio che richiama, tra l'altro, la politica dei prezzi. Il tema del prezzo, spesso, specialmente sui prodotti di nicchia, viene affrontato in base alla peculiarità che quel prodotto mette in campo, anche per quantità, non soltanto per qualità.
Noi riteniamo che si debba intervenire. Prima si parlava di linee guida alle quali potersi ispirare, anche sul tema delle scelte che le regioni compiono su una materia comune. Oltre al tema delle linee guida in materia di spesa, relativamente al passaggio di risorse al primo e al secondo pilastro, noi riteniamo che si dovrebbero realizzare delle linee guida anche sul tema della commercializzazione. Ad esempio, ci sono regioni che hanno conosciuto il fallimento dei consorzi agrari, non potendo stoccare i cereali. Quale politica commerciale


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possono fare se non sono in condizioni di mettersi sul mercato con un livello di trattativa valida, ossia sapendo bene dove stoccare il prodotto e vendendo quando conviene farlo e non quando il mercato, in modo strozzato, impone di vendere?
C'è da dire, peraltro - questo è uno dei temi che stiamo affrontando in Commissione politiche agricole - che il sistema è «lobbizzato». Parliamo dei cunicoli, in particolare, dove c'è un sistema di produzione a livello mondiale che ormai è indubbio; a volte lo ritroviamo abbastanza riequilibrato rispetto alla capacità di produzione che abbiamo in Italia e anche rispetto al tema della qualità. Ebbene, noi ci siamo ritrovati con questo sistema «imballato», perché a governare la politica dei prezzi, in questo settore, spesso sono poche centrali. Noi crediamo che, su questo, il Governo debba intervenire. Non a caso abbiamo chiesto una puntuale interlocuzione su questo tema, perché riteniamo che sempre di più bisognerebbe trovare fra le regioni e, quindi, fra le regioni e il Governo nazionale, un comune denominatore su come trattare questi aspetti. Ciò anche al fine di attivare regimi di aiuti quando servono, ma soprattutto per far crescere sempre di più la capacità del privato, naturalmente garantendogli anche una sponda istituzionale per poter generare una politica dei prezzi virtuosa e non una politica dei prezzi che, evidentemente, viene a volte marginalizzata da chi ha un potere finanziario maggiore e condizioni di know how più importanti da mettere in campo.

PRESIDENTE. Se non vi sono altri interventi, ringrazio gli auditi per la cortese presenza, ma anche per le utili indicazioni e sollecitazioni che hanno voluto fornire a questa Commissione.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 13,10.

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