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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione XIII
6.
Martedì 15 febbraio 2011
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Russo Paolo, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SITUAZIONE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI FENOMENI DI ILLEGALITÀ CHE INCIDONO SUL SUO FUNZIONAMENTO E SUL SUO SVILUPPO

Audizione dei rappresentanti delle associazioni Legambiente e FareAmbiente:

Russo Paolo, Presidente ... 3 5
Zucchi Angelo, Presidente ... 7
Pergolizzi Antonio, Componentedell'Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente ... 3
Zollo Anna, Membro del comitato scientifico di FareAmbiente e coordinatrice del Rapporto sulle frodi agroalimentari 2010 ... 5 7
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Futuro e Libertà per l’Italia: FLI; Italia dei Valori: IdV; Iniziativa Responsabile (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): IR; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.

COMMISSIONE XIII
AGRICOLTURA

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 15 febbraio 2011


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PAOLO RUSSO

La seduta comincia alle 15.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione dei rappresentanti delle associazioni Legambiente e FareAmbiente.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla situazione del sistema agroalimentare, con particolare riferimento ai fenomeni di illegalità che incidono sul suo funzionamento e sul suo sviluppo, l'audizione dei rappresentanti delle associazioni Legambiente e FareAmbiente.
Sono presenti, per Legambiente, Antonio Pergolizzi dell'Osservatorio ambiente e legalità e Daniela Sciarra dell'ufficio scientifico e, per FareAmbiente, Anna Zollo, membro del comitato scientifico e coordinatrice del Rapporto sulle frodi agroalimentari presentato da FareAmbiente.
Do subito la parola agli auditi. Al loro intervento potranno far seguito domande da parte dei colleghi deputati, alle quali gli auditi potranno replicare.

ANTONIO PERGOLIZZI, Componente dell'Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente. Buonasera. Ringrazio tutti per l'audizione e per la possibilità di poter raccontare la nostra esperienza in merito all'illegalità in tutte le questioni che riguardano l'ambiente.
Ogni anno noi produciamo il Rapporto ecomafia, l'unico studio in Italia e nel mondo sul fenomeno dell'illegalità ambientale. Il Presidente Russo, essendo stato presidente della Commissione sul ciclo dei rifiuti, conosce bene la nostra attività.
Il settore agroalimentare è una parte del nostro Rapporto ed è elemento integrante della nostra attività di analisi e di denuncia. Leggerò alcuni brevi appunti per facilitare il compito di esporre i nostri dati e per essere il più sintetico possibile.
Il settore agroalimentare è continuamente colpito dagli attacchi dell'agropirateria e il falso made in Italy a livello mondiale ha raggiunto un valore economico stimato in oltre 50 miliardi di euro. All'estero sono falsi tre prodotti alimentari di tipo italiano su quattro, un fenomeno che frena la diffusione del made in Italy e che causa danni economici, di immagine e di salute per la cittadinanza.
I dati del 2010 evidenziano, infatti, che l'agroalimentare made in Italy rappresenta circa il 15 per cento del prodotto interno lordo ed è secondo solo al comparto manifatturiero. Tale settore esprime livelli quantitativi da primato, con la conquista nel 2009 della leadership dei prodotti tipici in Europa e del maggior numero di imprese biologiche. Si tratta di dati che, secondo gli esperti, potrebbero addirittura portare il nostro Paese fuori dalla crisi economica in atto.
I tentacoli criminali che colpiscono a morte uno dei settori di maggior vanto


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della nostra economia pongono anche seri rischi per quanto riguarda la salute pubblica.
I dati sull'illegalità nel settore agroalimentare che Legambiente, insieme al Movimento Difesa del cittadino, riporta annualmente nel dossier «Italia a tavola», dimostrano in maniera inoppugnabile che, in questo settore, gli interessi della criminalità organizzata e non solo - non parliamo solo di mafie - continuano a crescere in maniera esponenziale.
Secondo i dati raccolti dai NAS dei Carabinieri in tema di sicurezza alimentare, nel 2009 sono state accertate ben 4.568 infrazioni penali. Se consideriamo anche quelle amministrative, arriviamo a una cifra di 18.774. Solo le infrazioni penali accertate sono più di 12 al giorno, mentre quelle non accertate, ma che vengono commesse, sono ragionevolmente molte di più.
È stato sequestrato un quantitativo di 39 milioni di chilogrammi di prodotti alimentari, per un valore economico complessivo che supera i 145 milioni di euro. I danni alla salute dei cittadini, oltre che all'economia sana e alle imprese che operano in maniera legale sull'intero mercato, sono pertanto incalcolabili, col rischio che rappresentino soltanto la punta di un iceberg.
La questione dell'agroalimentare riveste un posto fisso nel Rapporto ecomafia di Legambiente. Al di là dei dati accertati, ciò che emerge analizzando le inchieste della magistratura e di tutti gli organi investigativi è il forte potere del controllo mafioso, che si estende dai luoghi di produzione fino alla commercializzazione finale dei prodotti.
Sappiamo benissimo che la mafia affonda le proprie radici nella terra. La mafia rurale nasce nelle campagne e ha avuto la capacità di espandersi in ogni aspetto che riguarda la commercializzazione dei prodotti, con un potere in grado di alterare la libera concorrenza, influenzando la formazione dei prezzi (che vengono decuplicati per il consumatore), la qualità dei prodotti, quindi la salute dei cittadini, e il mercato del lavoro stesso.
La mafia continua a mantenere una forte signoria sull'intero settore, secondo quanto emerge dalle indagini. Volendo brevemente effettuare una stima, tutto ciò costa alle aziende 3,5 miliardi di euro all'anno, ovvero 5.400 euro a impresa. Ogni impresa, cioè, paga economicamente il fatto che le mafie opprimano l'attività economica.
La recente vicenda - è un aspetto interessante, che andrebbe ulteriormente esplorato - che ha riguardato la Germania, con la chiusura di 4.700 aziende agricole colpevoli di aver immesso nel mercato prodotti contaminati dalla diossina, rimanda ad alcune indagini che anche in Italia proverebbero come la catena alimentare possa essere uno dei modi di smaltimento dei rifiuti tossici. Molte indagini hanno dimostrato come i rifiuti tossici finiscano anche nel mangime degli animali, entrando così nella catena alimentare.
I reati più frequenti vanno dal furto di attrezzature e mezzi agricoli, all'usura, al racket, all'abigeato, alle estorsioni, al pizzo, alle macellazioni clandestine - un aspetto fondamentale molto spesso legato al sud Italia e alle corse clandestine di cavalli; sappiamo benissimo come i cavalli, una volta dopati, vengano macellati clandestinamente - al danneggiamento alle colture, all'aggressione, alla truffa all'Unione europea, al caporalato e via elencando.
Sicuramente il furto delle attrezzature agricole rappresenta un aspetto molto inquietante, perché fa fatturare, secondo le stime della CIA, 4,5 miliardi di euro l'anno.
Un discorso a parte, sul quale poniamo la massima attenzione, è quello che riguarda le infiltrazioni della criminalità organizzata di tipo mafioso nei mercati ortofrutticoli in Italia. La DNA, la Direzione nazionale antimafia, nel 2009 rivela come, a partire dai mercati ortofrutticoli di Vittoria, di Gela, di Niscemi, di Fondi e di Milano si siano costituiti pericolosi cartelli che gestiscono e controllano in maniera monopolistica e mafiosa le rotte della commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli


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verso le diverse zone d'Italia. Le mafie, dunque, non si limitano a organizzare il caporalato, ma controllano l'intera filiera.
Le quotazioni sui campi sono veramente stracciate, mentre all'ingrosso subiscono forti e ingiustificati rincari per quanto riguarda l'imposizione del prezzo. Un caso su tutti è quello dell'anguria, che all'agricoltore viene pagata 10 centesimi al chilo e al consumatore arriva a 1,20 euro al chilo.
Le indagini della magistratura approfondiscono solo i casi di Vittoria, di Niscemi e di Fondi, sui quali anche il prefetto di Latina ha chiesto invano lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni della criminalità organizzata.
È auspicabile, quindi, un rafforzamento della rete dei controlli a livello periferico attraverso una più forte azione di coordinamento tra il Ministero della salute e quello delle politiche agricole, alimentari e forestali, che ricoprono specifiche competenze nella gestione dei controlli del settore agricolo e agroalimentare. Il primo infatti svolge funzioni di programmazione, di indirizzo e di coordinamento nell'ambito dei controlli ufficiali e il secondo, attraverso l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, ha la competenza in materia di repressione e di prevenzione delle infrazioni.
Legambiente, come associazione, propone al Governo e a tutte le istituzioni di considerare la lotta alla contraffazione e alle frodi del settore agroalimentare un'azione prioritaria di intervento, su cui allocare più risorse per sostenere l'economia del Paese, la quale individua proprio nell'agricoltura di qualità un elemento irrinunciabile nella formazione del prodotto interno lordo.
Al Ministero della salute consiglia di dare priorità d'azione ai controlli sulle produzioni di qualità e sui prodotti tipici certificati, DOP, IGP, DOC e STG, di cui l'Italia è leader a livello europeo.
Oltre alle azioni straordinarie di controllo dovrebbero anche trovare piena attuazione a livello nazionale ed europeo le misure normative che garantiscono la rintracciabilità e la tracciabilità dei prodotti. Ciò permetterebbe di tutelare la sicurezza dei consumatori e di attribuire le giuste responsabilità agli attori che intervengono nei processi di filiera.
All'azione di controllo e di prevenzione delle frodi dovrebbe, infine, essere affiancata una politica di investimenti nella prevenzione, coinvolgendo in primis l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, che dovrebbe giocare un ruolo più incisivo nella gestione della sicurezza alimentare, insieme a un'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, la cui proposta di realizzazione è stata cancellata.
Infine, in risposta ai bisogni di sicurezza alimentare dei consumatori, sarebbero auspicabili ulteriori controlli riguardanti la presenza di OGM nei prodotti importati e, in particolare, nelle sementi di mais e di soia destinate alla trasformazione o all'alimentazione animale.
Come accennato anche in precedenza, sarebbe auspicabile un approfondimento sulla qualità dei mangimi, al fine di verificare i rischi che essi possano essere realmente considerati uno dei tanti modi di smaltimento di rifiuti tossici.
Noi abbiamo portato all'esame della Commissione un estratto del Rapporto ecomafia e una copia intera dello stesso Rapporto per ogni ulteriore approfondimento.

PRESIDENTE. Grazie. Siamo tutti ben consapevoli del lavoro e della qualità del lavoro che producete attraverso la redazione del Rapporto ecomafia.
Do la parola alla dottoressa Zollo.

ANNA ZOLLO, Membro del comitato scientifico di FareAmbiente e coordinatrice del Rapporto sulle frodi agroalimentari 2010. Buonasera e grazie per l'audizione. FareAmbiente è un movimento piuttosto giovane, ma, fin dalla sua nascita, ha deciso di puntare tra le sue linee strategiche su un particolare settore, quello agroalimentare e alimentare, compiendo diverse azioni capillari sul territorio.
Una di queste azioni riguarda proprio il Rapporto sulle frodi nel settore alimentare


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ed agroalimentare. Innanzitutto, intendiamo ringraziare tutte le autorità di polizia e le associazioni di categorie, che ci hanno supportati in questa iniziativa.
Non mi dilungo sui dati, perché il collega ha ben esposto le negatività che il fenomeno della contraffazione e degli illeciti nel campo agroalimentare comportano in Italia, nonché le problematiche sull'importazione o sull'esportazione di prodotti.
Vi illustro velocemente il Rapporto sulle frodi organizzato da FareAmbiente. Gli ultimi dati del 2010 non sono molto positivi per quanto riguarda l'Italian sounding e il made in Italy in relazione al numero di illeciti reperiti.
Proprio ieri mi sono arrivati i dati della capitaneria di porto e del Corpo forestale. Anche se i controlli effettuati sono stati numerosi, purtroppo non sono mai sufficienti, perché comunque anche quest'anno si registra un aumento degli illeciti, per quanto riguarda sia il prodotto tipico, quindi anche i marchi di qualità e i marchi collettivi, sia tutto il sistema della filiera corta o delle esportazioni.
Il Rapporto di FareAmbiente, che ha avuto chi vi parla tra i suoi coordinatori, si è differenziato perché abbiamo deciso di verificare non solo quale fosse la problematica delle frodi agroalimentari in Italia, secondo la politica propria del movimento, ma anche altre questioni. Quest'anno l'amplieremo ancora, perché abbiamo deciso di puntare su un'altra situazione ancora.
Abbiamo valutato, sulla base di una somministrazione a campione, l'opinione del consumatore italiano su un prodotto contraffatto, evidenziando anche quella dell'acquirente straniero, per verificare se effettivamente essi conoscessero le negatività per quanto riguarda sia il settore economico, sia il settore sanitario, nel senso dei riflessi negativi sulla salute.
Quest'anno nel rapporto abbiamo evidenziato la conoscenza del cittadino in merito agli organi di controllo. Una delle peculiarità che abbiamo rilevato è proprio il fatto che, purtroppo, il cittadino oggi conosce solo pochi soggetti od organi di controllo, come i NAS, ma non la Capitaneria di porto, il Corpo forestale o il NAF.
Quest'anno, anche in considerazione del problema che si è verificato a gennaio, poco dopo la presentazione del nostro Rapporto - conosciamo tutti l'episodio della mozzarella blu - abbiamo deciso di monitorare la situazione anche per quanto riguarda il settore imprenditoriale. È necessario sicuramente erogare maggiori finanziamenti alle imprese, ma è necessario anche che le imprese e i consumatori siano maggiormente a conoscenza delle ripercussioni degli illeciti nel campo alimentare e agroalimentare.
A tal proposito, il movimento ha anche predisposto un piano di comunicazione ad hoc. Tale piano è iniziato l'anno scorso e quest'anno avvieremo le attività vere e proprie, che partiranno solo ed esclusivamente dopo aver redatto il Rapporto sulle frodi e dopo aver verificato qual è lo stato dell'anno attuale rispetto a quello passato. Sarà, inoltre, predisposto un sito Internet in cui verranno analizzate le normative già poste in essere e quelle future, tra cui anche il cosiddetto decreto Ronchi, oppure la nuova normativa sulle etichettature. Vedremo qual è la situazione.
Successivamente, verranno tenuti corsi ad hoc (in modalità blended e frontale), da portare avanti non solo ed esclusivamente nelle scuole. Noi crediamo che l'educazione e, quindi, il cambiamento del comportamento siano importanti e che debbano avvenire comunque a 360 gradi, ma riteniamo anche che sia necessario che il cittadino sappia riconoscere quando un prodotto è contraffatto, le potenziali negatività per la salute e quanto sia importante non solo il ripristino del danno, ma anche che il danno o il rischio che possono derivare da un determinato fattore vengano evitati del tutto.
A tal proposito, abbiamo già predisposto un rapporto non solo con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ma anche con il Ministero della salute e con i NAS, per vedere quali siano, da un punto di vista sia epidemiologico che a campione, i problemi sulla salute e


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i cosiddetti consigli utili che si devono fornire ai consumatori nel momento in cui si trovano in una situazione di illecito alimentare.
Naturalmente, abbiamo ricevuto anche l'aiuto e il supporto, che ci auguriamo di ottenere anche quest'anno, della Direzione nazionale antimafia. Abbiamo avuto la possibilità di verificare gli illeciti nel campo alimentare o agroalimentare, quindi il caporalato o la vendita sottobanco dei prodotti non conformi, anche perché, come ha già osservato il collega, è normale che le imprese, nel momento in cui hanno un surplus di produzione, tendano a vendere uscendo dal mercato controllato, se così lo vogliamo definire.
Chi desiderasse una copia del rapporto, la può richiedere al movimento, oppure può navigare sul sito, dove è tranquillamente scaricabile.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ANGELO ZUCCHI

ANNA ZOLLO, Membro del comitato scientifico di FareAmbiente e coordinatrice del Rapporto sulle frodi agroalimentari 2010. La parte iniziale del rapporto è evidenziata anche da un punto di vista teorico: abbiamo visto come e quando il settore agroalimentare in particolari aree, soprattutto quelle del Mezzogiorno, o nelle aree montane o interne sia del Mezzogiorno, sia del nord d'Italia, rappresenti oggi il volano di un'economia particolare, legata al turismo. Sono componenti importanti di sviluppo di una nazione che non vuole puntare solo ed esclusivamente sulla commercializzazione o sulla produzione di imprese pesanti.

PRESIDENTE. Ringraziamo i nostri ospiti per gli spunti interessanti che ci hanno consegnato.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,20.

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