Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

Cerca nel sito

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

Strumento di esplorazione della sezione Lavori Digitando almeno un carattere nel campo si ottengono uno o più risultati con relativo collegamento, il tempo di risposta dipende dal numero dei risultati trovati e dal processore e navigatore in uso.

salta l'esplora

Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

Torna all'elenco delle indagini Torna all'elenco delle sedute
Commissione XIII
9.
Mercoledì 2 marzo 2011
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Rosso Roberto, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SITUAZIONE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI FENOMENI DI ILLEGALITÀ CHE INCIDONO SUL SUO FUNZIONAMENTO E SUL SUO SVILUPPO

Audizione dei rappresentanti dell'Associazione nazionale imprese agrofarmaci (Agrofarma):

Rosso Roberto, Presidente ... 3 5 6 7
Rosso Marco, Direttore dell'Agrofarma ... 3 6
Delfino Teresio (UdC) ... 5
Fogliato Sebastiano (LNP) ... 6
Gottardo Isidoro (PdL) ... 6
ALLEGATO: Relazione consegnata dai rappresentanti dell'Agrofarma ... 9
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Futuro e Libertà per l’Italia: FLI; Italia dei Valori: IdV; Iniziativa Responsabile (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): IR; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.

COMMISSIONE XIII
AGRICOLTURA

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di mercoledì 2 marzo 2011


Pag. 3

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO ROSSO

La seduta comincia alle 14,35.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione dei rappresentanti dell'Associazione nazionale imprese agrofarmaci (Agrofarma).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla situazione del sistema agroalimentare, con particolare riferimento ai fenomeni di illegalità che incidono sul suo funzionamento e sul suo sviluppo, l'audizione dei rappresentanti dell'Associazione nazionale imprese agrofarmaci (Agrofarma).
Sono presenti il dottor Andrea Barella, vicepresidente dell'Agrofarma, il dottor Marco Rosso, direttore dell'Agrofarma, e la dottoressa Francesca Igliozzi, della direzione delle relazioni istituzionali della Federchimica.
Do la parola agli auditi. Ai loro interventi faranno seguito eventuali domande da parte dei deputati, alle quali i nostri ospiti potranno replicare.

MARCO ROSSO, Direttore dell'Agrofarma. Grazie per averci richiesto l'audizione su un tema che per noi è molto importante, quello degli agrofarmaci illegali. Troverete i dettagli nella relazione che vi abbiamo lasciato, ma cercherò di illustrarvi molto velocemente lo scenario.
Il problema degli agrofarmaci illegali negli ultimi 10-15 anni ha conquistato uno spazio importante nell'attività della nostra associazione e, purtroppo, anche nell'attività illegale. Ne stimiamo un'incidenza sul mercato di circa il 4 per cento, circa 30 milioni di euro.
Vi sono fondamentalmente tre filoni: i furti di prodotti registrati e autorizzati di proprietà delle aziende o dei distributori, le importazioni illegali parallele in altri Paesi della Comunità europea o Paesi terzi fuori dalla Comunità europea, e le contraffazioni vere e proprie che forse molti di voi conoscono anche su un ambiente più vicino, come quello del farmaco per utilizzo umano o addirittura della moda (che conosciamo molto meglio forse perché tutti quanti ne siamo informati).
Sui furti abbiamo dati più precisi rispetto, ovviamente, al mercato illegale delle importazioni parallele e a quello delle contraffazioni, perché provengono da statistiche interne. Trattandosi, infatti, di merci di nostra proprietà, possiamo monitorarne molto più rapidamente il livello. Le cifre si attestano intorno a qualche milione di euro di furti. Su questo versante l'attività di statistica e di indagine da parte nostra è stata molto importante perché ci ha consentito di porre delle barriere di sicurezza all'interno dei nostri magazzini e sulle fasi di trasporto per ciò che riguarda la nostra gestione.
Va detto che, però, dal momento che probabilmente le persone che agiscono in


Pag. 4

questo senso non cambiano lavoro, ma si spostano solo sulla catena distributiva per trovare l'anello debole, forse il fenomeno si è spostato a livello di rivenditori (parlo di consorzi agrari o di rivendite private), per effettuare furti a danno di questi. In questo caso non abbiamo dati statistici, come ne abbiamo per quanto riguarda l'Agrofarma, perché, ovviamente, la merce è proprietà del consorzio agrario o di altri, le cui associazioni di categoria non hanno dati in questo senso.
Tuttavia, è possibile fare una considerazione: in alcune aree d'Italia i furti ai danni del distributore e nella fase del trasporto da deposito a distributore si stanno intensificando, anche con pericoli per i soggetti che vengono rapinati. Le rapine avvengono sempre più, infatti, a mano armata e con sequestro di persona, per cui, oltre al danno diretto sulla singola impresa, portano anche problemi gestionali a livello di personale.
Altro tema molto importante sono le importazioni parallele illegali. Le definiamo illegali perché in Italia c'è una norma che garantisce la certificazione di un prodotto che può essere importato da chiunque da un Paese della Comunità nel territorio italiano previa autorizzazione del Ministero della salute. Tale autorizzazione non viene concessa superficialmente, ma è garanzia di sicurezza del prodotto contenuto, nel senso che garantisce gli effetti dell'uso (qualora l'impiego avvenga come descritto in etichetta) per chi lo impiega, per l'ambiente e per il consumatore finale. Ovviamente, saltare tutto il processo legislativo significa saltare quel sistema di garanzie e di sicurezza che la bottiglia o il sacco che vendiamo danno. È anche chiaro che, evitando i costi legislativi, i costi di vendita di questi prodotti sono più bassi rispetto agli altri, ma la garanzia di sicurezza non è la stessa.
Anche grazie alla collaborazione con i NAS, intercettiamo sul mercato italiano prodotti che provengono da altri Paesi dell'Unione ed extraeuropei con etichette in lingua straniera, privando l'operatore agricolo di uno strumento fondamentale per capire dove e come deve essere impiegato il prodotto. A meno, dunque, che un operatore agricolo non sia poliglotta, non potrà acquisire le informazioni necessarie in lingua straniera.
Esiste, inoltre, l'altra area della contraffazione pura, dove avviene un camuffamento del marchio commerciale della confezione e all'interno si possono trovare le sostanze più disparate. A pagina 4 della documentazione da noi prodotta c'è un grafico che vuole esemplificare qual è il problema: nel primo diagramma del cromatogramma chimico i picchi indicano sostanze che conosciamo e di cui abbiamo dovuto dimostrare l'innocuità alla Commissione europea, all'EFSA, quindi all'Autorità sulla sicurezza alimentare e al Ministero della salute, per cui l'etichetta e la valutazione sono date su sostanze conosciute, identificate e dimostrate innocue. Nella parte sottostante, tutti gli altri picchi indicano sostanze sconosciute e di cui, in conseguenza, non è stata dimostrata l'innocuità. Capite che differenza di pericolosità c'è nell'utilizzo di questo prodotto già a partire dall'operatore agricolo, su se stesso e sulla coltura in atto.
Vi sono poi esempi di prodotti contraffatti che hanno completamente «bruciato» la coltura, come in Piemonte - riporto un esempio di questa regione perché mi sento quasi a casa da piemontese intorno a un tavolo in cui siedono in prevalenza piemontesi - dove sono state danneggiate una tipologia di pomodori e altre colture. Questo è un danno diretto alla coltura, per cui il risparmio che si pensa di avere dall'acquistare un prodotto a minor costo si ribalterà in un danno importante sulla coltura.
In questi anni abbiamo lavorato per capire qual fosse il problema, attivando: una campagna di sensibilizzazione sulla filiera agricola, partita nel 2005; un numero verde, al quale l'operatore agricolo o il distributore, o chiunque, anonimamente, può fornire informazioni su illegalità riscontrate sul territorio, che vengono girate immediatamente ai NAS, con i quali abbiamo siglato un accordo di programma; corsi di formazione per gli organi di controllo, per i distributori e anche per gli


Pag. 5

operatori agricoli; e, infine, campagne di comunicazione anche su tutte le riviste tecniche.
Nella documentazione che vi è stata consegnata è presente anche un elenco delle principali attività che i NAS hanno svolto e dei primi risultati che hanno portato per dimostrarvi anche che non si tratta di un tema da sottovalutare, ma è necessario sensibilizzarvi tutta la filiera.
Per quanto riguarda la qualità della produzione agricola: questa è garantita dall'utilizzo corretto dei prodotti. I dati del Ministero della salute sui residui ci dimostrano che siamo il primo Paese in Europa e il secondo al mondo per qualità e, quindi, corretto utilizzo degli agrofarmaci, però non dobbiamo neanche viaggiare coi paraocchi e non vedere che può esserci uno spazio di illegalità che può danneggiare tutto il discorso del made in Italy. È difficile, infatti, conquistare la fiducia del consumatore, ma è facilissimo perderla in un battibaleno.
Nel documento consegnato ci siamo anche permessi di sottolineare alcuni aspetti ai quali, a nostro avviso, occorrerebbe rivolgere attenzione per migliorare la situazione. Uno degli aspetti è la campagna di sensibilizzazione sulla filiera agricola. Se c'è chi compra, infatti, c'è anche chi vende, quindi è chiaro che c'è un sistema distributivo e di utilizzo che coinvolge gli operatori della filiera agricola.
Inoltre, per quanto riguarda il tema dell'operatività degli organi di controllo, a proposito dei quali siamo assolutamente convinti che svolgano un grande lavoro, abbiamo notato che hanno difficoltà a comunicare tra di loro. Probabilmente, si lavora molto a compartimenti stagni, mentre in un'attività di questo tipo, con prodotti che arrivano dalla Cina, dall'India o dalla Spagna, l'utilizzo di tutti gli organi di controllo, siano essi l'Agenzia delle dogane o i NAS oppure la Guardia di finanza, che collaborassero a sistema, potrebbe portare anche alla definizione di scenari diversi rispetto a quelli che si conoscono attraverso il controllo dell'azienda agricola.
Il terzo aspetto, e capisco che sia forse la parte più complessa, riguarda il sistema sanzionatorio: è riconosciuto anche dagli organi di controllo che nel caso degli agrofarmaci non è un deterrente in termini di prevenzione perché le sanzioni sono tutte depenalizzate, amministrative e, onestamente, in alcuni casi vale la pena pagarle in anticipo rispetto al business che vi ruota intorno. Sappiamo di sanzioni anche di 300 euro laddove il business magari è di 2 o 3 milioni di euro. Bisogna, quindi, ripensare anche il sistema sanzionatorio, che non è detto sia un'ammenda, ma potrebbe essere anche la sospensione dell'autorizzazione alla distribuzione oppure proporzionale al mercato del distributore o dell'agricoltore.
Con questo vi ringrazio, ho concluso e sono disponibile per rispondere a eventuali domande.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

TERESIO DELFINO. Per la verità, signor presidente, anche questa relazione è molto completa e anche a questa, quindi, esprimo il mio apprezzamento. Mentre parlava ho letto la notizia dell'accordo siglato nel 2009 tra la Federchimica, di cui l'Agrofarma fa parte, e i Carabinieri. Ho detto già in un altro passaggio che è assolutamente importante la collaborazione di tutti gli operatori, comprese le organizzazioni professionali: esiste un analogo accordo con le organizzazioni professionali rispetto a questo tema, che per me è uno dei più importanti rispetto alla qualificazione della nostra produzione agricola e agroalimentare? Vorrei capire a chi si riferiva l'indicazione che ha illustrato alla fine di una rivalutazione del sistema sanzionatorio.
È vero, infatti, che se c'è chi vende c'è chi compra, però sappiamo che l'occasione rende più debole la non attitudine a commettere errori. Normalmente, credo, essendo figlio di coltivatore diretto, che i produttori siano, un po' come i consumatori, gli anelli più deboli. La mia curiosità


Pag. 6

era, dunque, quella di capire se la vostra proposta era soprattutto orientata a un sistema sanzionatorio più drastico nei confronti di coloro che fanno scientemente con la loro vendita illegale un'azione dannosa rispetto a chi ha già difficoltà a competere e si trova nella condizione di dire poiché fatichiamo già tanto proviamo anche questo, che costa poco per dirla traducendo un detto in dialetto piemontese.
Rispetto al resto, concordo con la relazione.

ISIDORO GOTTARDO. Ringrazio anch'io per le informazioni e per il quadro che mi pare abbastanza esaustivo sia di analisi sia di indicazioni di quelle che possono essere iniziative legislative per far fronte al problema.
Hanno attirato la mia attenzione, in particolare, i dati sul valore della merce rubata guardando il grafico della caratterizzazione e il dato che questo fenomeno interessi in particolare l'Emilia-Romagna e il Veneto e, al sud, la Puglia, mentre praticamente è quasi inesistente in altre regioni. Ci sono regioni caratterizzate, per esempio, da malavita organizzata e in quelle c'è totale assenza di furti di agrofarmaci.
L'altro dato che mi colpisce e chiedo se è per assenza di dati o meno, è che l'Emilia-Romagna nel 2007 aveva praticamente valore zero, nel 2008 sale, cresce ulteriormente nel 2009; il Veneto non mostrava fenomeni nel 2007, molti nel 2009, pochi nel 2008. In realtà, sono pochi casi con valore elevato o sono fenomeni sostanzialmente estesi? Vorrei capire se si tratta di furti di grande valore oppure di un sistema più diffuso.

SEBASTIANO FOGLIATO. Anche noi interveniamo nella questione dell'illegalità degli agrofarmaci per porre una questione. Oggi, al di là dell'importazione da Paesi all'interno dell'Unione europea, laddove princìpi attivi ammessi, come in Spagna, non sono registrati in Italia anche se il principio attivo è uguale (e restiamo comunque nell'ambito del reato), vorrei sapere se avete riscontrato tra le indagini svolte dalle autorità preposte il fenomeno di utilizzo di molecole non conosciute dagli organismi europei di controllo. Paradossalmente, le aziende che usano queste molecole, oltre a comportarsi illegalmente, potrebbero fornire un prodotto da agricoltura biologica con pesticida illegale di cui non conosciamo la provenienza. Ho infatti notizia che in certe zone del sud - non lo dico perché sono della Lega - il fenomeno sia piuttosto diffuso. Il problema è che viene tirato in ballo anche il discorso di salubrità del prodotto, per cui il consumatore mangia un alimento non sicuro, e questo è senza dubbio un fenomeno da perseguire. Vedo che sono già state fatte delle operazioni importanti che hanno portato a denunce.
Dovremmo, inoltre, ragionare sull'opportunità di un incremento nel meccanismo sanzionatorio, che non solo sia limitato, giustamente, alla pena pecuniaria, ma arrivi anche alla revoca o alla sospensione della licenza di chi si dà a questo genere di traffici. Questo tipo di misure avrebbero forse un effetto maggiore che non pagare qualche centinaia di euro di multa. Dovremmo ragionare e dibattere in questa Commissione, quindi, per approntare dei provvedimenti per rendere le sanzioni più cogenti. Oltretutto, la concorrenza sleale da parte di questi mercanti non avviene solo a danno delle aziende, ma anche dell'agricoltore.

PRESIDENTE. Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

MARCO ROSSO, Direttore dell'Agrofarma. Vado in ordine di domande.
Onorevole Delfino, abbiamo contattato anche le associazioni di produttori, le confederazioni agricole, dalle quali abbiamo avuto sempre un appoggio forte. Devo dire che, però, ci siamo concentrati, e rispondo alla seconda domanda, sull'anello che noi riteniamo più debole, inteso come più propenso all'attività illegale, che è quello della distribuzione. Mi riferivo a sanzioni relative proprio al rivenditore. La maggiore sanzione per l'agricoltore


Pag. 7

deriva, infatti, dalla circostanza per cui, fruendo di contributi comunitari, con la condizionalità, trovandosi nella situazione di usare un agrofarmaco illegale, perde tali contributi. Questo rappresenta già un deterrente incredibile. Le sanzioni, invece, sono tutte riferite alla distribuzione. Parlavamo di revoca dell'abilitazione alla vendita ed era intesa per la distribuzione, quindi mi riferisco anche all'intervento dell'onorevole Fogliato su questo aspetto.
Sulla parte dei furti, devo innanzitutto sottolineare che sono pochi e di grandi dimensioni, ma devo anche dire che i furti in Emilia e in Veneto sono commessi, come lei forse può trovare nell'operazione «Stop and go» di Bari, da bande che operavano prima in Puglia e che, in seguito alla creazione di sistemi di sicurezza impostati in questa regione, hanno trasferito il loro raggio d'azione sulla dorsale adriatica.
L'Abruzzo, ad esempio, è una regione con molti furti perché c'è un autogrill dove se un autista di un camion con agrofarmaci vi sosta, ha la certezza matematica di venire completamente derubato. Ora utilizziamo il trasporto col doppio autista per evitare le soste e, in ogni caso, queste ultime avvengono solo in determinate aree. Credo che questo accada per gli agrofarmaci come per i dentifrici e i forni a microonde, come ci confermano gli organi di controllo con i quali ormai vi è un rapporto decennale per lo scambio di questo genere di informazioni.
Nel 2007 non c'erano stati furti in Emilia-Romagna e in Veneto, successivamente sono stati commessi dei furti con bilici, sfondando i muri, entrando coi muletti e caricando bancali su bancali, riempiendo così due o tre camion nei magazzini. Può, quindi, trattarsi benissimo di soli due furti, ma con una dimensione che va dai 400 ai 600 mila euro.
Per rispondere all'onorevole Fogliato, premesso che abbiamo cominciato a occuparci di questo tema, e lo dico in modo molto trasparente e sincero, non tanto e solo per la preoccupazione della perdita di business, ma soprattutto per l'immagine del nostro settore - non siamo tra i più benvoluti in termini generali dal consumatore, ma parlando con l'operatore agricolo si capisce, ovviamente, l'importanza del nostro settore -, parlare anche di agrofarmaci illegali a livello di immagine era ancora peggio che parlare solo di pesticidi, quindi questo è veramente il nostro stimolo primario, poi è ovvio che c'è anche una perdita di business.
Infine, esistono casi conclamati. Tra l'altro, ce n'è uno anche qui, l'atrazina, sospesa in Piemonte negli anni Ottanta, che è stata trovata in quantità considerevoli in Veneto, o il caso stesso, verificatosi a Latina, del Dormex che arriva dalla Cina. Nostri collaboratori presidiano un'area della Campania, su incarico di un pubblico ministero della procura di Nola, di un deposito di agrofarmaci illegali, in cui stimiamo trovarsi tra le 30 e le 40 tonnellate di prodotto, gran parte proveniente dalla Cina (quindi la realtà è molto importante).

PRESIDENTE. Ringrazio gli auditi per le utilissime indicazioni, autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della relazione predisposta dai rappresentanti dell'Agrofarma, e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,05.


Pag. 9

ALLEGATO


Pag. 10


Pag. 11


Pag. 12


Pag. 13


Pag. 14


Pag. 15

Consulta resoconti delle indagini conoscitive
Consulta gli elenchi delle indagini conoscitive