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Resoconti stenografici delle indagini conoscitive

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Commissione XIII
14.
Martedì 5 aprile 2011
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Russo Paolo, Presidente ... 3

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SITUAZIONE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI FENOMENI DI ILLEGALITÀ CHE INCIDONO SUL SUO FUNZIONAMENTO E SUL SUO SVILUPPO

Audizione del Capo del Corpo forestale dello Stato, ingegnere Cesare Patrone:

Russo Paolo, Presidente ... 3 4 5 7 8 9 14
Bardanzellu Fabrizio, Capo del servizio I - Polizia ambientale, forestale, agroalimentare e protezione civile del Corpo forestale dello Stato ... 4
Delfino Teresio (UdC) ... 8
Dima Giovanni (PdL) ... 10 14
Fogliato Sebastiano (LNP) ... 7
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD) ... 14
Patrone Cesare, Capo del Corpo forestale dello Stato ... 3 11 13
Pepe Mario (PD) ... 8
Rainieri Fabio (LNP) ... 9 12 14
Razzi Antonio (IR) ... 8
Servodio Giuseppina (PD) ... 9
Vadalà Giuseppe, Direttore della divisione 2a - Polizia agroalimentaredel servizio I del Corpo forestale dello Stato ... 5 13

ALLEGATO: Documentazione consegnata dal Capo del Corpo forestale dello Stato ... 15
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Futuro e Libertà per l’Italia: FLI; Italia dei Valori: IdV; Iniziativa Responsabile (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione): IR; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.

[Avanti]
COMMISSIONE XIII
AGRICOLTURA

Resoconto stenografico

INDAGINE CONOSCITIVA


Seduta di martedì 5 aprile 2011


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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PAOLO RUSSO

La seduta comincia alle 14,10.

(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del Capo del Corpo forestale dello Stato, ingegnere Cesare Patrone.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla situazione del sistema agroalimentare, con particolare riferimento ai fenomeni di illegalità che incidono sul suo funzionamento e sul suo sviluppo, l'audizione del capo del Corpo forestale dello Stato, ingegnere Cesare Patrone.
Ringrazio l'ingegner Patrone, per aver prontamente accolto il nostro invito, insieme ai suoi collaboratori: l'ingegner Fabrizio Bardanzellu, capo del servizio I - Polizia ambientale, forestale, agroalimentare e protezione civile, il dottor Giuseppe Vadalà, direttore della divisione 2a - Polizia agroalimentare del servizio I, l'ingegner Berardino Abbruzzese, direttore della divisione 9a - Programmazione e gestione economico-finanziaria del servizio III - Affari generali, programmazione e gestione risorse finanziarie, il dottor Daniele Tittoni, aiutante di campo, e i signori Valentina Belcastro e Paolo Franchi, del cerimoniale del capo del Corpo.
Do la parola all'ingegner Cesare Patrone.

CESARE PATRONE, Capo del Corpo forestale dello Stato. Grazie, signor presidente. Se permette, farei un inquadramento di tipo generale anche piuttosto veloce, com'è mio costume, mentre per quanto riguarda aspetti specifici potrebbero intervenire i miei collaboratori, che potranno molto meglio di me spiegare anche le ultime operazioni interessantissime in questo settore e, qualora lei ritenesse, alcuni aspetti finanziari. L'ingegnere Abruzzese potrà dare anche ulteriori risposte a eventuali domande.
Il Corpo forestale è fortemente radicato sul territorio, perché riesce a sposare una cultura della repressione del reato agroambientale con una cultura dello sviluppo economico-sociale delle collettività.
Adesso, in tempi di contrazione delle strutture, in genere troviamo radicata nei sindaci una cultura dell'accoglienza e, quindi, c'è una gara per mettere a disposizione strutture che siano a costo zero per lo Stato.
Il Corpo forestale è posto alle dipendenze del Ministro delle politiche agricole e forestali, però evidentemente intercorre una collaborazione molto forte con il Ministero dell'ambiente, soprattutto per quanto riguarda i parchi e le riserve naturali, e vi è un rapporto strettissimo con il Ministero dell'interno. Soprattutto in questi giorni, in un periodo difficile per la questione profughi - sia a Manduria, sia a Potenza e in altre situazioni - il Corpo forestale è in prima linea a supporto


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della Polizia di Stato e delle altre forze di polizia per azioni di tutela sotto questo profilo.
Il Corpo forestale è diffuso su tutto il territorio, anche nelle Regioni a statuto speciale, dove la competenza è dei Corpi forestali regionali e ha dei punti di riferimento soprattutto attraverso le strutture del servizio CITES (Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione) del Corpo forestale dello Stato.
Voglio ricordare anche l'attività del Centro operativo aeromobili, di cui l'ingegnere Bardanzellu è il responsabile generale, che si avvale di una flotta elicotteristica piuttosto pesante messa a disposizione della Protezione civile, ma non solo. Gli elicotteri importanti, gli S 64, sono messi a disposizione della Protezione civile durante il periodo estivo. Le regioni, anche al fine del reperimento finanziario - dal momento che vi sono difficoltà finanziarie - hanno tutta la convenienza ad affidarsi a elicotteri dello Stato perché il Corpo forestale cerca di volare solo laddove serve, e nel contempo ha tutta la convenienza di creare un rapporto di reale collaborazione, con emolumenti per il personale.
La legge n. 36 del 2004 ha effettuato una riorganizzazione, dopo alcuni decenni di buio. Il Corpo forestale rileva oltre il 50 per cento dei reati ambientali, effettua la lotta agli incendi, la sorveglianza nelle aree naturali, la polizia ambientale nei parchi nazionali e la gestione delle riserve naturali dello Stato, i controlli in materia di sicurezza alimentare dei cittadini e di biosicurezza in genere. Altre questioni riguardano la tutela della flora e degli animali, che ha un rilevante impatto sociale.
Si è parlato anche di divulgazione, di pubblico soccorso, di convenzioni internazionali - si veda l'inventario forestale dove il Ministero dell'ambiente affida al Corpo forestale la conta degli alberi, che non è un mero esercizio di tipo scientifico, ma è il dato che lo Stato dà alla comunità internazionale per il protocollo di Kyoto - e soprattutto di sicurezza alimentare.
Come lei sa bene, presidente, essendone stato uno degli artefici più importanti, la legge sull'etichettatura ci ha inserito organicamente nelle sezioni di polizia giudiziaria presso le Procure della Repubblica, e per noi - dopo la citata legge n. 36 - è un punto fondamentale, insieme ad altre norme, che pone il Corpo forestale in una posizione di forza presso le Procure della Repubblica.
Come ha suggerito il signor Ministro, con il quale ho avuto un colloquio, anche in Sicilia, dove esiste il Corpo forestale regionale con cui c'è un ottimo rapporto, un'azione del Corpo forestale presso le Procure della Repubblica può essere un punto molto importante per arricchire l'esperienza del Corpo forestale.
Aggiungo che noi già siamo presso le procure della Repubblica, ma ritengo che avere dei nuclei abilitati alla tutela agricola e ambientale sia una svolta anche culturale, perché il Corpo forestale dà una lettura del territorio e del danno ambientale molto corretta, quindi non estremista: una lettura vera, che tiene conto del danno ma, nel contempo, anche dello sviluppo economico e sociale delle popolazioni.
Se lei, presidente, è d'accordo, cederei la parola per aspetti più specifici legati al tema agroalimentare ai colleghi, ingegner Bardanzellu e dottor Vadalà, pur restando disponibile a rispondere a tutte le domande che i commissari vorranno porre.

PRESIDENTE. Ovviamente sì.
Do la parola all'ingegner Fabrizio Bardanzellu.

FABRIZIO BARDANZELLU, Capo del servizio I - Polizia ambientale, forestale, agroalimentare e protezione civile del Corpo forestale dello Stato. Ritengo che gli aspetti più interessanti siano quelli prettamente operativi, sui quali lascerò poi la parola al responsabile del Nucleo agroalimentare forestale, dottor Giuseppe Vadalà.
Considero importante sottolineare che la tutela ambientale, mission fondamentale del Corpo forestale dello Stato, trova nella sicurezza agroalimentare e ambientale un momento particolarmente significativo. Infatti,


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tutelare la produzione agricola nazionale, il made in Italy agricolo, significa anche tutelare il paesaggio così come oggi lo vediamo.
Attraverso la conservazione di certi elementi caratterizzanti il paesaggio, oltre a dare ristoro alla produzione, a un settore (mi riferisco in particolare ai produttori agricoli) che ha bisogno di rimanere così com'è, manteniamo una delle caratteristiche fondamentali del nostro Paese, che è appunto quella del territorio.
Ecco, quindi, perché anche il Corpo forestale dello Stato, una delle cinque forze di polizia, ha un interesse diretto alla conservazione di quello che oggi si definisce «paesaggio alimentare»: per avere uno strumento in più per tutelare l'ambiente nel suo complesso.
Il dottor Giuseppe Vadalà, responsabile del Nucleo agroalimentare forestale, cioè della struttura che ha una sua capillarità sul territorio dedicata proprio alla tutela e alla salvaguardia agroambientale e agroforestale, potrà illustrare gli aspetti di carattere eminentemente operativo che il Corpo forestale pone in essere per questo settore così particolare.

PRESIDENTE. Do la parola al dottor Giuseppe Vadalà.

GIUSEPPE VADALÀ, Direttore della divisione 2a - Polizia agroalimentare del Servizio I del Corpo forestale dello Stato. Buongiorno signor presidente, buongiorno onorevoli deputati. Il 31 marzo scorso è stato presentato il Rapporto sulla sicurezza agroambientale e agroalimentare condotto dal Corpo forestale nell'anno 2010. Cito alcuni dati puramente riassuntivi, che poi troverete anche nella relazione allegata. I controlli effettuati nell'anno 2010 sono stati in totale 5.056, i reati accertati 102, le persone segnalate all'autorità giudiziaria 120, gli illeciti amministrativi 772, le indagini complesse 23. Questi numeri, rispetto al 2009, sono in aumento, così come prevedeva la direttiva del Ministro: i controlli effettuati sono aumentati del 14 per cento, l'accertamento dei reati del 36 per cento e le persone segnalate dell'87 per cento. Questi dati dicono che il Corpo forestale dello Stato è un'amministrazione inserita nel più vasto sistema di sicurezza agroalimentare del Paese, dove vengono effettuati migliaia di controlli sulla sicurezza alimentare, e in questo senso vogliamo dare un contributo non totalizzante, che trova il punto di riferimento essenziale nella capillarità e nella dislocazione dei comandi del Corpo forestale.
Queste attività vengono effettuate grazie ai 1100 comandi stazione dell'amministrazione, che sono localizzati soprattutto nelle zone rurali e montane, dove nasce quasi sempre il prodotto agroalimentare, e in quelle zone dove sono presenti in maniera minore le altre forze di polizia.
Come il Capo del Corpo forestale ha già ricordato, questa capacità dell'amministrazione di leggere il territorio, l'ambiente e anche la produzione (in questo caso si tratta dell'alimento) fa sì che quel valore che abbiamo voluto sintetizzare sotto la denominazione di «paesaggio alimentare», che trova riferimento anche nei princìpi costituzionali dell'amministrazione, possa essere un impegno e un'attività svolta dall'amministrazione in maniera positiva.
Sicuramente, un punto essenziale dell'attività che, con direttiva del Ministro, stiamo portando avanti, soprattutto dal 2009, è rappresentato dalla lotta alla contraffazione dei prodotti agroalimentari, quindi dalla tutela dell'eccellenza del made in Italy.
Al riguardo va osservato che, per quanto il livello del prodotto agroalimentare nazionale sia sicuramente eccelso, nelle diverse filiere che sono state oggetto dei nostri controlli e delle indagini abbiamo evidenziato delle criticità. Questo è dovuto probabilmente al fatto che negli anni tutto il settore della sicurezza agroalimentare è stato soggetto alle sanzioni del decreto legislativo n. 297 del 2004. Si tratta di un livello sanzionatorio di tipo amministrativo, che può essere positivo per fattispecie di natura colposa, quindi di natura più lieve. Per le fattispecie di natura dolosa, invece, e quindi per coloro


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che lucrano con bassi rischi profitti veramente enormi, la sanzione amministrativa a volte non basta e non riesce a costituire il giusto freno.
In questo senso, la legge n. 99 del 2009, che ha introdotto nel Codice penale l'articolo n. 517-quater al fine di contrastare la contraffazione dei prodotti agroalimentari, rappresenta ovviamente una normativa di totale efficacia, e ancor di più lo è la normativa sull'etichettatura di recente votata dal Parlamento. Infatti, vi è la possibilità di effettuare i controlli e risalire la filiera dallo scaffale fino alla produzione solamente attraverso la tracciabilità, ossia il sistema che questo Parlamento ha introdotto molto opportunamente.
La cosa essenziale è dunque la presenza dell'origine in etichetta, che deve essere stampigliata su qualunque prodotto agroalimentare, perché, se non abbiamo l'origine nell'etichetta, non possiamo risalire, ad esempio, dalla bottiglia di olio all'origine di questo olio. Questo è quindi un fatto essenziale, e sicuramente la recentissima normativa di febbraio da questo punto di vista è uno strumento investigativo di grande valore.
Voglio citare l'indagine che il Corpo forestale ha iniziato nel novembre 2010 sull'olio deodorato e che è ancora in corso. Si tratta di una grande questione nazionale che preoccupa anche i produttori in quanto una parte della produzione di olio viene ottenuta e imbottigliata non a freddo, e con metodi meccanici come deve essere, ma utilizzando scorciatoie per produrre da olive di basso valore un prodotto che poi viene venduto come olio extravergine di oliva.
Dal novembre 2010 abbiamo iniziato l'attività con la procura di Firenze. È in atto l'incidente probatorio ed è stata affidata a un ricercatore l'analisi dei 450.000 chili di olio che sono stati bloccati. Non possiamo, tuttavia, non evidenziare come nel gennaio 2011 il regolamento comunitario abbia ufficializzato il metodo adottato dal Consiglio oleicolo internazionale (COI). Esso infatti ha previsto che, per quanto riguarda il contenuto di alchil esteri e metil esteri, al di sotto di una certa soglia si possa considerare olio extravergine di oliva, mentre sopra una certa soglia non si possa più definirlo tale.
Per quanto i parametri siano ancora parzialmente alti rispetto a quanto sostenuto dal regolamento comunitario, tuttavia si evidenzia l'effetto origine, cioè quello di introdurre un paletto che costringe gli imprenditori a produrre olio extravergine con determinate caratteristiche di qualità come i consumatori si aspettano.
Nel documento consegnato alla Commissione ci siamo permessi di individuare alcune proposte che potrebbero essere portate avanti. Sicuramente, c'è l'esigenza che l'autorità giudiziaria possa recepire con maggiore sensibilità la questione della cosiddetta «agropirateria» in questo settore. Ci vorranno anni, ma è importante che a poco a poco questo possa essere recepito come un reato, che ha un valore economico e che nuoce alla salute del consumatore.
Per quanto riguarda possibili proposte che sottoponiamo alla vostra attenzione, una potrebbe essere quella di estendere, almeno per alcuni prodotti che il Parlamento possa ritenere di valore, quanto previsto dall'articolo 517-quater del Codice penale - norma che funziona bene - perché a quelle fattispecie di dolosità si deve contrapporre una deterrenza più forte.
Un'altra esigenza è quella della realizzazione di una banca dati, che possa individuare le varietà. Dobbiamo infatti riuscire a individuare l'olio tunisino, l'olio spagnolo, l'olio italiano, il concentrato di pomodoro cinese, la passata di pomodoro italiana e poi anche le varietà. La ricerca ha veramente fatto passi da gigante e ora - attraverso l'analisi degli isotopi, quindi delle caratteristiche di ossigeno diverse a seconda del pomodoro cinese o italiano - questa possibilità esiste.
Il Corpo forestale dello Stato, insieme all'Istituto San Michele all'Adige, che è rinomato per la banca dati sul vino ed è riuscito a censire tutte le centinaia di varietà del vino nazionale, ha avviato la stessa attività per l'olio e per il pomodoro e l'ha realizzarla per il parmigiano reggiano


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e per il grana padano, per riuscire a individuare le contraffazioni. Questo è quindi uno strumento di grande importanza.
Per quanto riguarda un aspetto che attiene più all'amministrazione del Corpo forestale, una delle proposte è quella dell'attivazione del comparto di specializzazione agroambientale, che è già previsto da un decreto interministeriale del Ministero dell'interno e del Ministero delle politiche agricole.
Questo individua il Corpo forestale dello Stato proprio per quella caratterizzazione e dislocazione dei comandi stazione in questa peculiarità agroambientale al fine di verificare la bontà dell'alimento partendo dal territorio, dalla terra. In questo senso, il Corpo forestale, come forza di polizia specializzata nella lotta alle contraffazioni agroalimentari, può sicuramente dare il suo contributo.
Un'altra proposta che potrebbe essere utile al settore è quella del coordinamento delle informazioni in seno alle forze di polizia e a tutte le agenzie che operano nel contrasto. Sarebbe possibile realizzare una direzione interforze per la sicurezza agroalimentare, che non replichi comandi a livello territoriale, ma funga da coordinamento delle informazioni a livello centrale fra tutte le forze di polizia, quindi il Corpo forestale, i nuclei antifrode dei carabinieri (NAC) presso il Ministero delle politiche agricole, i nuclei antisofisticazioni (NAS), l'Ispettorato per il controllo della qualità.
Riteniamo che per quanto riguarda i controlli e le indagini questa possa essere una delle proposte da avanzare. Vi ringrazio dell'attenzione.

PRESIDENTE. Do ora la parola ai colleghi che desiderino intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

SEBASTIANO FOGLIATO. Desidero innanzitutto scusarmi perché dovrò lasciare i lavori della Commissione per una concomitante riunione presso il nostro Gruppo. Vorrei però approfittare di questo momento per rivolgere al Corpo forestale dello Stato, all'ingegner Cesare Patrone e a tutti i suoi collaboratori oggi presenti il ringraziamento mio personale e del gruppo della Lega in Commissione per il lavoro da voi svolto per la tutela dell'ambiente e del nostro patrimonio agroalimentare.
La vostra audizione si svolge nell'ambito dell'indagine conoscitiva avviata da questa Commissione sulla situazione del sistema agroalimentare, che riguarda in particolar modo le contraffazioni del nostro made in Italy. Nei mesi scorsi ci chiedevamo come mai il made in Italy sia invidiato e copiato in tutto il mondo e, poi, succede che le nostre produzioni e le nostre filiere tipiche di qualità non trovino collocazione. Registriamo infatti prodotti in crisi che non trovano mercato. Ciò avviene per la complicità anche dell'industria agroalimentare del nostro Paese, che ha messo in concorrenza i nostri agricoltori con gli agricoltori di altre parti del mondo, dove esiste ancora lo sfruttamento del lavoro minorile e femminile.
Una parte dell'industria agroalimentare - quella che noi combattiamo - usa lo specchietto per allodole del made in Italy per venderci il concentrato di pomodoro cinese o altri vini. Conseguentemente, le nostre produzioni DOC e i nostri prodotti DOP sono messi a serio rischio e in concorrenza con un'agricoltura con costi di produzione diversi dai nostri, che ha altre dinamiche sui costi di produzione. Questo riguarda i compiti della polizia agroambientale, che ringrazio per il lavoro svolto.
La legge sull'etichettatura, voluta dal precedente Ministro Zaia e che è stata da poco portata a termine, ha aperto un varco nella tutela del nostro made in Italy, ma anche nelle problematiche di questo settore, cercando di dare degli spunti.
Nella legge sull'agroalimentare è confluita la questione delle sezioni di polizia giudiziaria da noi fortemente sostenuta, che andava a completamento di questa legge. Infatti, nella legge da una parte si introduce l'etichettatura e, da un'altra, si trova la situazione ideale per l'istituzione delle sezioni di polizia giudiziaria.


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In questa legge, quindi, è confluita la citata norma che abbiamo sostenuto all'interno della Commissione e, dunque, vi ringrazio per gli spunti che ci avete fornito. Occorre infatti ragionare in modo diverso sulle sanzioni, perché dobbiamo migliorare anche dal punto di vista legislativo e mettervi nelle condizioni di poter lavorare nel modo giusto. In questo campo le sanzioni devono quindi essere pesanti per indurre a evitare di commettere reati.
Il presidente mi sollecita perché i lavori dell'Assemblea limitano il tempo a nostra disposizione. Ringrazio ancora per questa audizione e per l'utile supporto che ci avete fornito e per il lavoro che tutti i giorni svolgete per la tutela del nostro patrimonio, per il made in Italy e i prodotti agroalimentari.

PRESIDENTE. Abbiamo ancora sei interventi. Se vogliamo ascoltare le repliche, sarò costretto con il vostro consenso a togliervi la parola dopo i primi due minuti.

ANTONIO RAZZI. Grazie presidente, sarò breve. Desidero innanzitutto complimentarmi con il Corpo forestale per l'ottimo lavoro svolto, specialmente per quanto riguarda l'etichettatura e la lotta alla contraffazione.
Circa due settimane fa, ho avviato un'iniziativa per istituire la targa di qualità ai ristoratori italiani all'estero, anche per fermare la contraffazione. Bisogna portare questo progetto a termine. Abbiamo una perdita annua per quanto riguarda la contraffazione che oscilla tra i 60 e gli 80 miliardi di euro l'anno. Questa iniziativa prevede una targa di qualità per i ristoratori che importino almeno il 60 per cento dei prodotti made in Italy.
Dobbiamo ancora attivare la Commissione per vedere come meglio muoverci e, caro presidente, le porterò la documentazione perché è giusto che la Commissione agricoltura l'abbia, in modo che tutti possano essere informati. Grazie e buon lavoro.

MARIO PEPE. Presidente, lei è stato già draconiano, perché ci ha posto dei vincoli e dei limiti temporali e noi li rispettiamo.
Tralascio le provocazioni del capo del Corpo forestale e anche degli altri poli di questa audizione policentrica che ci sollecita obiezioni e interventi, dal momento che avremo modo e tempo per approfondire alcune questioni a livello istituzionale.
Vorrei ricordare agli auditi e a noi stessi che questa è un'indagine conoscitiva e, quindi, presuppone una ricerca delle cause o concause che motivano le difficoltà registrate nel settore agroalimentare. La relazione che avete consegnato fa delle dichiarazioni di princìpi condivisibili e cita anche fatti che sono stati acquisiti nella vostra attività istituzionale. Condivido pienamente le proposte che si trovano al punto 7, che sono poi le proposte riassuntive da voi rivolte alla Commissione.
Vorrei chiedere quali siano le illegalità più diffuse e quali ne siano le cause. Vorrei sapere, schematizzando, se le cause e le motivazioni siano di ordine economico, se esse interessino più la produzione o la distribuzione. Vorrei chiedervi, in secondo luogo, se le Regioni, che vengono talvolta considerate pars minoritaria, collaborino attivamente con il Corpo forestale alla tutela dell'ambiente, in primis, e poi nell'evitare le contraffazioni agroalimentari.
Voi avete fatto una proposta organizzativa, ma vorrei sapere se all'interno del Corpo forestale ci sia anche un settore, una struttura diagnostica, parasanitaria che vi consenta di superare i tempi morti e di intervenire con celerità.

PRESIDENTE. Ringrazio il collega Pepe non solo per la brevità, ma anche per la puntualità delle domande.

TERESIO DELFINO. Rivolgo un cordiale saluto al capo del Corpo forestale e a tutti i suoi collaboratori. Condivido quanto affermato dall'ingegner Patrone in merito al Corpo forestale, che ha radici profonde nel Paese e nella comunità nazionale. Si tratta di un dato profondamente vero che esprime anche la ragione e la forza di una riforma fatta non molti anni fa. Mi fermo sulle criticità.
Nelle proposte che avete formulato, voi sostenete l'istituzione di una direzione nazionale


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di sicurezza agroalimentare. Esiste già un coordinamento operativo - è citato anche nella relazione - assicurato dal Comitato tecnico di cui all'articolo 5 del decreto ministeriale del 2005.
Sono contrario a moltiplicare gli organismi dirigenti: se quest'ultimo organismo non funziona, possiamo modificarlo, ma dovremmo evitare di istituire nuovi direttori generali anche perché, ingegner Patrone, altri auditi ci hanno detto che le cose andavano a meraviglia. Mettiamoci, quindi, d'accordo per capire. Tendenzialmente preferisco valorizzare le risorse e gli organismi che ci sono, e non crearne di nuovi. In questo, quindi, non mi trova d'accordo con i colleghi che hanno parlato prima dicendo di condividere tutte le proposte fatte.
Per quanto riguarda l'assetto sanzionatorio, sono stati fatti - e mi pare che la relazione lo riconosca - decisi passi in avanti nell'assicurare al Corpo forestale un potere effettivo nell'azione di tutela del nostro made in Italy. Pur condividendo la necessità che questo potere abbia un campo di estensione maggiore - voi dite non soltanto ai prodotti certificati e DOP ma anche a quelli non DOP e non certificati, proposta da valutare -, se dobbiamo intervenire ancora sulle sanzioni che ritengo già sufficientemente efficaci, si dovrebbe scegliere di applicare sanzioni severe per i reati sostanziali e non per i reati formali. Sovente, infatti, vengono colpiti più i reati formali che i reati sostanziali.
Vorrei concludere esprimendo, invece, un pieno apprezzamento sulla proposta di fare una banca dati centralizzata; non come corpo estraneo alle interforze, ma in relazione a un organismo che potrebbe essere il già previsto Comitato di coordinamento operativo. Sarebbe interessante centralizzare in un'unica struttura tutti i dati e metterli a disposizione di tutti gli operatori che combattono le frodi e le contraffazioni alimentari.
Ringrazio ed esprimo pieno apprezzamento per l'attività del Corpo e per il contributo fornito nell'audizione.

FABIO RAINIERI. Anch'io rivolgo un saluto - seppure il collega Fogliato lo ha già fatto a nome di tutto il gruppo della Lega Nord - al Corpo forestale.
Vorrei agganciarmi a quanto è stato detto nell'audizione per sottolineare che non sono esattamente d'accordo con le considerazioni espresse dall'onorevole Delfino per quanto riguarda un coordinamento delle forze di polizia.

PRESIDENTE. Non è una novità, non è una notizia.

FABIO RAINIERI. Le spiego anche perché, presidente. Con l'onorevole Zucchi e altri facciamo parte della Commissione contraffazioni e abbiamo svolte molte audizioni di forze dell'ordine e istituzioni; avremo, inoltre, sicuramente modo di sentire anche il Corpo forestale dello Stato.
Tutti ci hanno chiesto però un maggior coordinamento tra le varie forze, anche perché in alcuni casi sono state effettuate azioni con riferimento ad alcuni prodotti che poi si sono rivelate non corrette. Ciò ha causato danni sia all'immagine di chi ha fatto l'intervento, sia a quella dei produttori, e ha prodotto danni anche ai prodotti sequestrati in modo anomalo o comunque non corretto.
Ho presentato una proposta di legge su questo coordinamento e chiedo al presidente che se ne possa iniziare la discussione in Commissione. Vista la richiesta formulata, potrebbe essere un motivo per iniziare a ragionare e dare alle forze di polizia un coordinamento di cui credo ci sia assolutamente bisogno, perché molte procedono in modo disgiunto e alla fine si perde tempo e possibilità di intervenire in tempi celeri, evitando di creare situazioni imbarazzanti sul mercato.

GIUSEPPINA SERVODIO. Anch'io ringrazio l'ingegner Patrone. L'onorevole Mario Pepe vi ha invitato, non solo in questa circostanza ma anche nelle prossime che potremo promuovere, a darci un contributo su quelle che possono essere le cause di questi fenomeni.


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Vorrei sapere anche se queste forme di illiceità siano individuali o organizzate, perché la vostra audizione si colloca nell'ambito di un'indagine conoscitiva che riguarda un settore, quello dell'illegalità, che in questo Paese sembra viaggiare non solo per iniziative individuali, ma purtroppo per pezzi di filiera e attraverso organizzazioni malavitose.
Qui il problema non è solo economico: attraverso queste forme si individuano anche degli elementi per il controllo del territorio da parte delle organizzazioni malavitose. Spesso, quindi, non si tratta tanto del singolo, piccolo produttore - provengo dalla Puglia e lei sa che oltre alle cose positive anche noi abbiamo qualche male - che mischia l'olio della terra pugliese con quello tunisino o marocchino. C'è la forte preoccupazione - ed è per questo che abbiamo richiesto la vostra audizione - di capire quali siano i meccanismi attraverso i quali tali forme di illiceità diventino un modo per controllare il territorio e quindi la sua ricchezza e le sue risorse.
Voi avete tanti punti di riferimento regionali, ma a seconda delle Regioni ci sono collaborazioni diverse con il Corpo forestale. Vorrei sapere quali possano essere, a vostro avviso, le modalità, i tempi e gli strumenti per incrementare il grado di collaborazione garantito dalle regioni. Esse, infatti non hanno una competenza primaria, ma una competenza di carattere collaborativo sul territorio dove molte vostre risorse umane spesso non trovano tale collaborazione anche sul piano della programmazione del territorio, dai porti al complessivo territorio regionale.
Sono d'accordo con l'onorevole Delfino, ma vorrei conoscere anche la vostra opinione: è importante il coordinamento tra le forze, tuttavia in questo Paese quando vogliamo effettuare un coordinamento siamo abituati a inventarci nuovi organismi, per cui ormai ne abbiamo moltissimi. Avete esperienza e certamente nella risposta motiverete il perché della vostra proposta di istituire una direzione nazionale, tuttavia, oggi disponiamo già di una serie di organismi, per cui è importante capire come farli collaborare e non proporre un'altra sovrastruttura.
La banca dati si può realizzare se c'è anche un esame chimico particolare, perché anche senza l'etichetta è possibile capire la provenienza dell'olio. Vorrei sapere se riteniate che questa banca dati, che potrebbe essere un elemento di unificazione e quindi di coordinamento, debba trovare supporto negli istituti scientifici e universitari di questo nostro Paese.
So che l'Università e il Centro mediterraneo di Bari svolgono importanti ricerche per capire se un determinato tipo di olio possa arrivare dal Marocco o dalla Tunisia. spesso, però, queste ricerche universitarie non vengono messe a punto perché non esiste un coordinamento. La banca dati non è quindi solo un fatto informativo, ma si basa sulla ricerca delle caratteristiche di un prodotto.

GIOVANNI DIMA. Ringrazio il Corpo forestale dello Stato, il capo del Corpo, ingegner Cesare Patrone, e i dirigenti che oggi ci danno la possibilità di questo confronto.
Esprimerò alcune considerazioni e poi formulerò una serie di richieste che considero necessarie a corredo della vostra relazione, ma anche per facilitarci successivamente nel compito di riassumere l'indagine che abbiamo condotto, per avere un quadro ancora più chiaro rispetto alla materia trattata finora.
Voi ci avete fornito una serie di dati assolutamente utili e una conferma su alcune filiere. Emerge anche con evidenza che le contraffazioni più evidenti e immediate sono quelle dell'olio, dei formaggi, del pomodoro, così come abbiamo riscontrato qualche novità per quanto riguarda l'aceto balsamico di Modena, che non immaginavo potesse diventare oggetto di contraffazione. C'è una conferma sulle filiere e c'è una forte capacità da parte vostra di fornirci dei dati in questa direzione.
Condivido sostanzialmente anche le proposte formulate, laddove considero essenziale il coordinamento. Fortunatamente,


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il Corpo forestale ha caratteristiche di coordinamento nazionale, per cui, pur con la ovvia articolazione di carattere regionale, dispone di questa forza di regia sul piano nazionale.
Al riguardo si potrebbe immaginare qualcosa di simile a quanto accade per la Guardia di finanza, che è un organismo fortemente concentrato sulle frodi di natura finanziaria, di carattere contributivo o tributario. Immaginerei, quindi, una «ultraspecializzazione» del Corpo forestale in conseguenza della grande necessità di intervenire nell'ambito della sfida di carattere commerciale del made in Italy. Questa si vince, infatti, anche attraverso la capacità di reprimere tutti i tentativi di contraffazione. Sappiamo che è un punto di forza del nostro Paese e quindi c'è la necessità politica primaria di salvaguardare questo patrimonio.
Mi permetto, quindi, di formulare alcuni suggerimenti. In passato questa Commissione, pur occupandosi di agricoltura, non si è affatto risparmiata riguardo all'aspetto paesaggistico, territoriale. Sarebbe quindi gradito alla Commissione ricevere ulteriori elementi rispetto al tema della tutela del territorio, dell'ambiente e del patrimonio forestale. Di recente, ho chiesto attraverso un'interrogazione urgente al Ministero delle politiche agricole cosa vi fosse di vero rispetto al possibile taglio di 6.000 alberi nel Parco nazionale della Sila o, comunque, in Calabria.
Tale tema non è affatto secondario nel ragionamento svolto in Commissione agricoltura, giacché l'agricoltura italiana passa anche attraverso la sua specificità territoriale. Assemblare anche questi elementi per avere un'idea ancora più chiara della vostra azione sarebbe utile non solo alla Commissione ambiente, ma anche alla Commissione agricoltura.
L'ultimo tema è legato a un aspetto già accennato. Abbiamo svolto questa nostra indagine conoscitiva partendo dal dato legato al lavoro nero, dalla vicenda di Rosarno, e ci siamo inoltrati in una serie di audizioni e di confronti. So che voi non avete competenze specifiche su questo tema però siete anche un punto di riferimento preciso soprattutto per le aree interne, dove soprattutto nel settore zootecnico il lavoro nero è abbastanza diffuso. Con ulteriori dati e riferimenti del Corpo forestale potremo rafforzare la nostra indagine.

PRESIDENTE. Uno dei temi più spesso sollecitati da questa Commissione è quello della semplificazione normativa, che garantisce maggiore serenità nell'esercizio dell'attività d'impresa ai nostri agricoltori e alle aziende agricole.
La semplificazione, da una parte, e un'azione energica nell'esercizio dei controlli, dall'altra, sono due esigenze alle quali si è sempre cercato di ottemperare. Spesso ci viene riferito come tante volte accada che sono sempre le solite aziende ad essere sottoposte ad attività di controllo, magari anche da più forze di polizia a ripetizione.
Probabilmente, un maggiore coordinamento potrebbe non solo risparmiare risorse, ma anche consentire un esercizio di controlli che possa essere percepito come amico in quanto funzionale ad aiutare le imprese agricole a migliorare la propria performance.
Vorrei sapere anche se siano in vostro possesso dati più specifici sulle attività criminose in agricoltura, in particolare sulla logistica, sui trasporti, sulle attività di intermediazione tra il campo e i sistemi di mercato.
Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

CESARE PATRONE, Capo del Corpo forestale dello Stato. Se posso, dopo la mia replica vorrei lasciare rispondere il dottor Vadalà sia per quanto riguarda la questione della logistica e dei trasporti, sia per quella posta dall'onorevole Pepe sulle illegalità più diffuse, in modo di offrirvi dati più precisi.
Rivolgo innanzitutto un grande ringraziamento a questa Commissione e a tutti i deputati perché è importantissima e fondamentale, per il ruolo del Corpo forestale e per l'attività che svolge sul territorio, disporre di una legge che istituisce


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le sezioni di polizia giudiziaria, tanto più che nel pacchetto sicurezza non eravamo riusciti in questo intento. Non posso, quindi, non ringraziare questa Commissione e i deputati che sono stati sensibili a un percorso che si è rivelato difficile e accidentato.
Quando noi parliamo di direzione nazionale di sicurezza non parliamo di una direzione - forse siamo stati poco precisi - da istituire con nuovi direttori generali e nuove strutture. Noi diciamo che così come esiste un Comitato ordine pubblico che funziona, in cui il sistema delle forze di polizia funziona pur nelle difficoltà di questi giorni dovute al problema dei migranti e dove insieme alle altre forze di polizia il Corpo forestale mette a disposizione, dopo la sollecitazione del Capo della polizia, cavalli e pattuglie e via dicendo, similmente riteniamo auspicabile una riflessione su un valore nuovo - emerso negli ultimi anni, perché qualche decennio fa non si parlava del valore agroalimentare che l'UNESCO addirittura considerava di tipo immateriale - e su una forma di coordinamento collegato anche all'università, che abbia una forza di tipo operativo.
In questo modo, se ad esempio quest'anno il Corpo forestale lavora soprattutto sull'olio e i Carabinieri soprattutto sul vino, senza creare nulla di nuovo, si potrà ottimizzare l'impiego delle forze di polizia sul territorio. Mentre, infatti, sull'ordine pubblico e sull'ambiente abbiamo acquisito una cultura del coordinamento, in questo settore può darsi che - e non si fa apposta - a volte le stesse aziende vengano controllate da noi e da altre forze di polizia.
Anche se non hanno una competenza diretta, il Corpo forestale ha stipulato con le regioni delle convenzioni per cui facciamo moltissime cose per esse. Si pensi agli incendi, dove le regioni hanno competenze dirette fortissime e nelle sale operative ci sono i funzionari, gli agenti, gli ispettori del Corpo forestale dello Stato collegati ai DOS sul territorio, che fanno decollare l'elicottero quanto veramente c'è bisogno.
Le regioni - abbiamo convenzioni con tutte le regioni tranne con la regione Veneto, con cui stiamo cercando in tutti i modi di attivarla - ogni anno, per spese tutto sommato accessorie, danno al Corpo forestale fondi che ci permettono di avere delle prebende che potrebbero essere utili anche per le azioni di sorveglianza del Corpo forestale relative a questi settori.
Ovviamente, sono fondamentali i rapporti con le università. Intratteniamo rapporti, onorevole Servodio, con diverse università e senza dubbio sono da incrementare, tenendo conto che il Corpo forestale ha una capacità di rendere questi dati «universitari» e scientifici spendibili.
Non vogliamo creare doppioni, ma in questi giorni stiamo pensando di iniziare un laboratorio all'aeroporto di Rieti, dove abbiamo un laboratorio chimico con alcuni laureati. Infatti, affinché la nostra azione condotta insieme all'autorità giudiziaria possa essere più efficace, abbiamo bisogno di fornire ad essa immediatamente il dato anche se il controllo non è approfondito come potrebbe essere quello di un laboratorio universitario.
Qualcuno ha parlato di una relazione critica, ma la nostra relazione esprime una critica assolutamente positiva, dove noi evidenziamo la presenza della malavita in zone come il casertano così come la presenza di un'imprenditoria deviata, perché, essendo la contraffazione e l'adulterazione del prodotto italiano un grande business, è ovvio che vi operi un'imprenditoria deviata. Ci sono quindi illiceità sia individuali, sia organizzate.
È vero che, come giustamente rilevava l'onorevole Rainieri, a volte ci poniamo il problema di azioni che possano danneggiare i produttori quando non siano perfette, però citerei anche l'ultima azione dell'olio...

FABIO RAINIERI. La mia non era una critica: chiedevo semplicemente di evitare questi episodi, se possibile. So perfettamente che sono in numero molto maggiore le azioni che vanno a buon fine, però i giornali riportano solo le altre.


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CESARE PATRONE, Capo del Corpo forestale dello Stato. Mi permetta, onorevole Rainieri, c'è uno stile del Corpo forestale dello Stato che è quello di rispettare tutti, a partire dall'incendiario doloso a colui che maltratta gli animali, al produttore disonesto. Parlo di non dare in pasto, tanto che facciamo eventuali nomi sempre, solo ed esclusivamente sotto l'autorizzazione dell'autorità giudiziaria. Lei coglie un problema, ma il Corpo forestale è piuttosto sensibile a non mettere il mostro in prima pagina.
Avete assolutamente ragione sulla struttura a monitoraggio in cui mettere tutti i dati: stiamo andando in quella direzione e in altri settori già abbiamo fatto questi passi, ma nel solo settore agroalimentare, che è più nuovo rispetto al settore ambientale, abbiamo bisogno ancora di farli. Questo conforta assolutamente la proposta che abbiamo avanzato non di una nuova direzione generale presso il Ministero delle risorse agricole alimentari e forestali o un altro, ma di una direzione nazionale di coordinamento che sia un punto fondamentale e cruciale per analizzare problemi che riguardano anche gli aspetti legislativi.
Mi preme sottolineare un esempio che ho trovato veramente interessante, ovvero il decreto Pisanu. Questo riguarda il coordinamento delle forze di polizia, stabilendo chi fa che cosa. Noi abbiamo avuto un'esperienza molto interessante perché sono state individuate le diverse aree di competenza, in cui esisteva da parte di ogni forza di polizia una propria specificità, che secondo me è stato un contributo fondamentale senza costi e ulteriore aggravio dal momento che sono stati i vice capi e i capi delle varie forze di polizia a «partorire» un decreto assolutamente di chiarificazione.
Chiederei adesso al Presidente di voler dare la parola al dottor Vadalà per rispondere alle due domande sui dati specifici della logistica trasporti e sulle illegalità più diffuse.

GIUSEPPE VADALÀ, Direttore della divisione 2a - Polizia agroalimentare del servizio I del Corpo forestale dello Stato. Per quanto riguarda le illegalità più diffuse, la questione della qualità degli alimenti ruota attorno al reato della frode in commercio che consente lucri ingenti a fronte di rischi minimi.
Chi produce l'Amarone o il Valpolicella che troviamo sui banchi a 27-30 euro e lo produce con vino contraffatto, con capsule contraffatte, con etichette e con fascette contraffatte con costi che vanno da cinquanta centesimi a un euro, vende tale merce contraffatta non in Italia, ma in Danimarca, in Germania, dove è anche più difficile riconoscere il sapore. Se lo moltiplichiamo per milioni di bottiglie, vediamo che a fronte di un rischio molto basso, perché la frode in commercio è un reato che il codice, all'articolo 515, dota di pene e strumenti investigativi molto lievi, il guadagno è altissimo.
Lo stesso si può dire per l'olio deodorato che si produce, forse, a 0,50 euro. Se si riesce a metterlo sul banco a 8 euro a bottiglia, quindi a venderlo quasi come un extravergine spremuto in frantoio, si ottengono guadagni enormi. Sulla mozzarella di bufala, altro prodotto importante, c'è la questione del surgelato. In tal caso, c'è un contingente di prodotto che viene bloccato e poi rivenduto in base a una dinamica dei prezzi più favorevole.
Questo si può fare su tanti prodotti, quindi un primo dato di analisi interessante è che, come abbiamo riscontrato ormai più di 20-30 anni fa, quando è iniziata la grande questione dei rifiuti, a rischi quasi zero si fanno ricavi altissimi. Per la qualità dell'agroalimentare ci troviamo nella situazione in cui c'è un grande valore economico, c'è una grande sensibilità: le norme nel 2009 e la norma sull'etichettatura di febbraio si stanno mettendo al passo e ci danno la possibilità di fare una prima barriera.
L'indagine sull'olio deodorato è partita dalla semplice attività di controllo. Sono stati i controlli normali, ordinari, a permettere, andando a bussare alla porta di una grande ditta, di verificare la falsificazione dei documenti e tutto il resto. Il dato


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essenziale, quindi, è quello della qualità: si riescono a fare ingenti guadagni in questo settore.
La seconda domanda riguardava l'eventuale presenza della criminalità organizzata nei territori che più le sono consoni. Abbiamo sentore di questo interesse e un punto importante è la questione dell'olio nel porto di Gioia Tauro, che smista l'olio proveniente dal nord Africa dove ci sono indagini in atto. Un'altra nota indagine è stata condotta dalla Polizia di Stato sul mercato di Fondi e sulla sua distribuzione logistica, mentre un'altra riguarda la mozzarella di bufala nel casertano, dove abbiamo indagini in atto con la procura di Santa Maria Capua Vetere.
Anche in questo, diremmo «nulla di nuovo», nel senso che dove questi guadagni sono facili chi è abituato a delinquere lo fa.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Ringrazio l'ingegner Patrone per questo spaccato e per il lavoro che svolgete con i 1100 comandi dislocati in tutto il territorio. Mi meraviglia tanto il fatto che manchi la convenzione con il Veneto, quando noi abbiamo avuto prima il Ministro Galan che era Presidente della regione, oggi il Presidente Zaia che era Ministro dell'agricoltura, per cui non comprendo come ci sia questa impossibilità da parte del Veneto e di due ministri a fare una convenzione con il Corpo forestale.

PRESIDENTE. Avrei apprezzato molto di più questa sollecitazione se fosse stata fatta un attimo prima.

GIOVANNI DIMA. Si tratta di una vecchia questione.

FABIO RAINIERI. In Veneto amiamo fare le cose bene.

PRESIDENTE. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dal capo del Corpo forestale dello Stato (vedi allegato).
Nel ringraziare gli auditi non solo per la cortesia di essere stati qui, ma per le utilissime informazioni che hanno saputo offrirci e per il lavoro svolto quotidianamente, dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15,15.

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