Sulla pubblicità dei lavori:
Bongiorno Giulia, Presidente ... 3
Audizione del capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia, dottor Luigi Giuseppe Birritteri, del direttore generale per i sistemi informativi automatizzati del Ministero della giustizia, dottor Sergio Brescia, del vicecapo dipartimento vicario per gli affari della giustizia del Ministero della giustizia, dottoressa Maria Teresa Saragnano, e del direttore generale del dipartimento per la giustizia minorile del Ministero della giustizia, dottor Emanuele Caldarera, in relazione all'esame in sede consultiva dei disegni di legge C. 1713 (legge finanziaria 2009) e C. 1714 (bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011) (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Bongiorno Giulia, Presidente ... 3 4 11 12 13 14 17 19
22 24 25 26 27
Belsito Giuseppe, Direttore generale del bilancio del Ministero della giustizia ... 24
Birritteri Luigi Giuseppe, Capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia ... 3 4 11 13 18 22
25 26
Brescia Sergio, Direttore generale per i sistemi informativi automatizzati del Ministero della giustizia ... 20
Caldarera Emanuele, Direttore generale del dipartimento per la giustizia minorile del Ministero della giustizia ... 22
Capano Cinzia (PD) ... 15
Contento Manlio (PdL) ... 12 13 14 25 26
Ferranti Donatella (PD) ... 14 25
Lo Presti Antonino (PdL) ... 11
Mantini Pierluigi (PD) ... 15
Melis Guido (PD) ... 16
Paolini Luca Rodolfo (LNP) ... 17
Saragnano Maria Teresa, Vice capo dipartimento vicario per gli affari di giustizia del Ministero della giustizia ... 19
Vitali Luigi (PdL) ... 16
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-Repubblicani: Misto-LD-R.
Resoconto stenografico
AUDIZIONE
La seduta comincia alle 13,40.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, del capo dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi, dottor Luigi Giuseppe Birritteri, del direttore generale per i sistemi informativi automatizzati, dottor Sergio Brescia, del vice capo dipartimento vicario per gli affari di giustizia, dottoressa Maria Teresa Saragnano e del direttore generale del dipartimento per la giustizia minorile, dottor Emanuele Caldarera, in relazione all'esame in sede consultiva dei disegni di legge C. 1713 (legge finanziaria 2009) e C. 1714 (bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011).
È la prima volta che, nel corso dell'esame dei provvedimenti di bilancio, la Commissione interpella direttamente i responsabili dei diversi settori tra i quali sono suddivise le competenze del Ministero della giustizia. A tale proposito, ricordo che martedì prossimo si svolgerà l'audizione del Ministro Alfano sulla materia penitenziaria.
Ritengo che le audizioni che ci apprestiamo a svolgere possano essere un importante ausilio per la Commissione, in relazione all'esame della manovra finanziaria.
Ringrazio i nostri ospiti per la loro presenza. Prima di iniziare con la formulazione di domande specifiche, darei la parola al dottor Luigi Giuseppe Birritteri per una illustrazione preventiva; dopodiché procederemo con le singole domande da parte dei commissari. Ovviamente, se qualcun altro desidera fare un'introduzione al tema può chiedere la parola.
LUIGI GIUSEPPE BIRRITTERI, Capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia. Grazie, presidente. Mi consenta anzitutto di salutarla e di ringraziarla per questo invito, così come saluto e ringrazio gli onorevoli deputati, che hanno inteso apprendere direttamente
da noi le valutazioni di impatto della legge finanziaria e della legge sul bilancio.
Il dipartimento che dirigo provvede, come è noto, ad erogare tutte le spese di funzionamento di tutti gli uffici giudiziari italiani, nonché le spese concernenti il personale dell'amministrazione giudiziaria; per quanto riguarda le spese di giustizia, che sono spese tecniche, la competenza appartiene, invece, al DAG, il dipartimento dell'amministrazione giudiziaria che è qui rappresentato dalla collega Saragnano.
Come già sapete, il bilancio taglia trasversalmente, nelle stesse proporzioni, tutto il Ministero.
PRESIDENTE. Mi segnalano che ci sono problemi di audio, dunque le chiedo gentilmente di avvicinare un po' il microfono. Colgo l'occasione di questa interruzione per chiedere a tutti i presenti di attivare i meccanismi di silenziatore sui cellulari. Grazie.
Mi scuso ancora, ma ho dimenticato di comunicarvi che è presente il dottor Giuseppe Belsito, direttore generale del bilancio.
LUIGI GIUSEPPE BIRRITTERI, Capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia. È inutile dire che se ci fossero maggiori risorse saremmo ben contenti di poterle utilizzare; ci rendiamo conto che, invece, la situazione economica è uguale per tutti i Ministeri, e gli ultimi eventi certamente non aiutano e non promettono nulla di buono sul piano dell'economia internazionale che, come è noto, condiziona anche l'impatto di bilancio tra le poste distribuibili.
Sinteticamente, le voci che riguardano la gestione del dipartimento che dirigo sono cinque.
Una è la voce cosiddetta «fissa» delle spese di personale, per la quale abbiamo avuto un incremento di poste del 17 per cento, passando da 2 miliardi e 900 mila euro a circa 3 miliardi e 400 mila; si tratta di un effetto tecnico, perché abbiamo assorbito i magistrati militari con la relativa posta di retribuzione che a loro compete.
Sui beni e sui servizi, che sono quelli che vi ho appena chiarito, abbiamo avuto un abbattimento di variazione del 12,50 per cento, passando da 98 milioni di euro circa a 86 milioni.
Signor presidente, sono in grado di indicare le cifre al millesimo, ma sarebbe una perdita di tempo; se la Commissione è d'accordo, farò riferimento solo ai grandi numeri.
PRESIDENTE. Si può riferire tranquillamente ai grandi numeri.
LUIGI GIUSEPPE BIRRITTERI, Capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia. Sull'informatica abbiamo avuto un abbattimento del 30 per cento, passando da 49 a 34 milioni di euro; su questo riferirà meglio di me il consigliere Brescia, che dirige la direzione generale per i servizi informatici.
Sui contributi ai comuni abbiamo avuto un aumento dell'8 per cento, passando da 227 a 247 milioni di euro. Poi ci sono due voci relativamente pesanti: le spese per gli investimenti, che hanno avuto un abbattimento del 28 per cento, e le spese per la riforma dell'ordinamento giudiziario, che hanno avuto un abbattimento del 50 per cento, anche se, presidente, parliamo di cifre davvero modeste, si tratta di 13 milioni di euro abbattuti a 6 milioni, non dei grandi numeri di cui abbiamo parlato prima. Questa è l'analisi per singoli settori.
Il dipartimento che dirigo si muove sfruttando soprattutto i cosiddetti consumi intermedi, ovvero le spese materiali di funzionamento e manutenzione che ha qualsiasi dicastero - acqua, luce, elettricità - alle quali per noi si aggiungono anche le spese attinenti alla verbalizzazione degli atti processuali e, in alcuni casi, ben noti anche alla stessa presidente, alle videoconferenze nei processi penali laddove, per ragioni di sicurezza, alcuni testi, o imputati, o collaboratori di giustizia vengono sentiti a distanza.
I capitoli su cui incide la spesa nel mio dipartimento sono sostanzialmente due: il
1501, che gestisce le spese informatiche e sul quale riferirà il consigliere Brescia, e il 1541 per i beni e i servizi, un mega capitolo che comprende 31 piani gestionali e 29 capitoli distinti.
È ben noto che, nel corso degli anni, tutte queste spese sono state sempre progressivamente abbattute. Malgrado ciò, con la finanziaria del 2007 si è dato vita al fondo per il funzionamento della giustizia, che è stato dotato di 200 milioni di euro e che ha contribuito ad abbattere il livello del debito pregresso.
Il decreto-legge 112/2008 impatta su tutto il Ministero della giustizia - dunque non solo sul DOG, ma su tutti e quattro i dipartimenti di cui il Ministero si compone - per 210 milioni di euro per il 2009 (in diminuzione), per 250 milioni di euro nel 2010 e per 442 milioni di euro per il 2011. I tagli riguardano sia i consumi intermedi che le spese fisse e in conto capitale.
Inoltre, i consumi intermedi, che per noi sono importanti perché consentono materialmente di far funzionare ogni giorno i servizi giudiziari, presentano una situazione specifica, avendo subito un abbattimento del 18,6 per cento che li ha abbassati dai circa 148 milioni di euro dell'anno 2008 ai 120 milioni di euro delle previsioni di bilancio per il 2009.
Bisogna però aggiungere che, a questi stanziamenti, si aggiungono quelli del fondo di riserva - che attualmente possiede 122 milioni di euro - i quali, tuttavia, sono da suddividere tra tutti e quattro i dipartimenti, con appositi provvedimenti ministeriali.
In conseguenza di ciò, la leva ci consente di utilizzare questi fondi di riserva per integrare i capitoli maggiormente deficitari, mentre possiamo rimodulare la spesa nell'intento di individuare sacche di inefficienza - che è il nostro vero obiettivo -, sulle quali abbiamo buone possibilità di intervento.
Questo è, per così dire, il cahier des doléances del nostro Ministero; tuttavia, siccome siamo abituati a lavorare e pensare positivo, ci stiamo impegnando a tutto tondo.
Mi scuso per qualche eventuale imprecisione, ma sono capo DOG soltanto da pochi giorni e, malgrado questo, mi sono impegnato per poter fornire a questa Commissione un quadro esauriente delle cose da fare.
In questo contesto, diamo una prima valutazione largamente positiva all'emendamento che colpisce l'impignorabilità dei fondi giustizia.
Nella precedente legislatura è stato introdotto nella finanziaria 2007 il comma 294-bis che escludeva, meritoriamente, dalla pignorabilità eseguita da terzi presso le varie banche d'Italia i fondi inviati dal Ministero.
Tale comma eliminava l'impatto di questa pignorabilità ma, purtroppo, funzionava male, perché non si era tenuto conto di un passaggio tecnico ovvero che, eseguito il pignoramento presso il terzo, il terzo deve comunque sospendere l'erogazione delle somme e poi deve opporsi in giudizio, con un giudizio di opposizione vero e proprio, per ottenerne lo svincolo.
L'emendamento governativo di recente approvato, invece, elimina questa discrasia, e siamo davvero grati al Governo che l'ha proposto e alla maggioranza che l'ha approvato.
Questo emendamento garantisce infatti una maggiore tranquillità, soprattutto nelle sedi periferiche: tenga conto, signor presidente, che i pignoramenti nell'ultimo anno sono stati pari a 15 milioni di euro circa, una massa di danaro che, per altro, essendo già destinata alle singole corti di appello o alle singole procure generali, andava a colpire esigenze di immediata operatività. Pertanto, plaudiamo a questo emendamento.
Disponiamo, inoltre, di uno strumento che potrebbe diventare la vera svolta nelle risorse della giustizia e che sarà gestito da Equitalia giustizia.
Nella rassegna stampa di questi giorni, malgrado l'autorevolezza delle fonti da cui derivavano le informazioni pubblicate, è stata fatta un po' di confusione. Nel tentativo di fare chiarezza, ruberò alla Commissione qualche ulteriore minuto.
I fondi che noi gestiamo per conto della Giustizia sono più di uno. Equitalia giustizia è stata oggetto di due interventi legislativi che si sono accavallati tra vecchia e nuova legislatura, ed è forse per questo che si è creata un po' di confusione, su cui mi sembra utile fare luce.
Equitalia giustizia è una società a socio unico interamente partecipata da Equitalia Spa - a sua volta controllata dall'Agenzia delle entrate e dall'INPS -, società che si è costituita il 28 aprile 2008, cioè nel pieno dell'operatività della passata legislatura, in virtù delle disposizioni della vecchia finanziaria (articolo 1, comma 367, per la precisione).
A questa società, per ragioni di razionalizzazione del recupero della spesa si affidava opportunamente la gestione della riscossione dei crediti riferiti alle spese di giustizia - ovvero le sanzioni processuali e le spese processuali -, nonché la gestione del recupero delle pene pecuniarie.
Queste somme sono e saranno sempre di competenza del Ministero della giustizia, e non verranno mai in alcun modo suddivise. Non fanno parte di altre somme, su cui ora mi soffermerò, che appartengono al cosiddetto fondo unico della giustizia, che è un'altra cosa.
Per capirci meglio, queste sono somme assegnate in via esclusiva; sono somme non incassate, ma che si devono inseguire per essere successivamente incassate.
Se un soggetto viene condannato a una pena pecuniaria, o a pagare una somma alla cassa delle ammende, o a pagare le spese processuali per il processo che ha subìto, deve essere individuato e inseguito affinché queste spese vengano recuperate. In altre parole, gli si deve materialmente chiedere di pagare le somme.
Gli importi, signor presidente e onorevoli deputati della Commissione, sono davvero rilevanti: grosso modo parliamo di 644 milioni di euro, rispetto ai quali il nostro sistema ha manifestato una totale inefficienza: pensate che riusciamo a recuperare solo circa 42-43 milioni di euro l'anno, il che significa meno del 7 per cento (il 6,67 per cento, se dobbiamo essere precisi).
Pertanto, questa disposizione, che risale alla vecchia maggioranza - oggi opposizione -, è certamente utile e stiamo lavorando al recupero di queste somme.
Tuttavia, il progetto governativo, quindi la legge di bilancio, ci fornisce uno strumento che evolve nettamente in senso favorevole e che colpisce un'altra massa di somme che, vorrei che fosse chiaro, non sono da inseguire: sono già a nostra disposizione, custodite nei nostri depositi giudiziari.
Qui entra in gioco il fondo unico della giustizia, che si aggiunge a questi 644 milioni di euro.
Se mi si passa la battuta, il Governo precedente ha opportunamente incaricato Equitalia giustizia di recuperare questi 644 milioni di euro, che bisognava individuare ed ottenere in pagamento. Il Governo attuale, il Ministro Alfano, la maggioranza, ha invece approvato una normativa che dà alla stessa società - nell'ottica di un'unica società che poi è in linea di continuità con la Commissione Greco, che aveva già lavorato su questo fronte - l'incarico di recuperare delle somme giacenti, la cui massa è enormemente più grande delle somme di cui abbiamo fino ad adesso parlato.
Per darvi un'idea, ogni volta che, ad esempio, ad uno spacciatore vengono requisiti 400 euro provento di spaccio, il carabiniere che si occupa dell'operazione deposita quel denaro in un libretto bancario. Quei soldi possono anche essere destinati a morire lì, perché magari lo spacciatore è un extracomunitario che torna al suo Paese e quindi figurarsi se chiederà di recuperare quella somma che, per altro, è provento di un reato.
Ho fatto questo esempio, ma posso citare anche il denaro derivante dai sequestri penali o dai sequestri ottenuti. Stiamo parlando di migliaia e migliaia di operazioni fatte ogni giorno dalla polizia e dai magistrati della pubblica accusa e il cui risultato finale è, come previsto dalla legge, il deposito delle somme requisite sia presso Poste Spa, col vecchio libretto postale, sia nelle varie banche, come da recente introduzione.
Ebbene, la consistenza di queste somme è davvero rilevante: pensi, signor presidente, che in questo momento abbiamo 674.450 libretti di risparmio postale accesi per ragioni di giustizia, che danno un saldo di 1 miliardo e 678 milioni di euro in conto capitale e 20 milioni di euro in conto interessi.
Stiamo parlando solo delle somme quantificate da Poste Spa, perché non siamo in grado di dire quante ce ne siano nel sistema bancario, dal momento che queste somme possono essere depositate in tutte le banche d'Italia.
Da una lettera a firma del mio predecessore, Claudio Castelli, apprendiamo che, in mancanza di una rilevazione centralizzata di queste somme, le banche allo stato si sono dichiarate non in grado di quantificarle. Pertanto, potrebbero essere rilevanti tanto quanto le somme depositate presso Poste Spa, ma noi non possiamo saperlo.
C'è stata una deficienza nella verifica da parte dell'amministrazione; io devo dire, a questa Commissione, che ho immediatamente attivato un canale con ABI, facendo un ragionamento squisitamente giuridico: se la legge oggi impone, sia a Poste Spa che a tutte le banche, di trasferire queste somme a Equitalia nello stato in cui si trovano, si fa un semplice passaggio tecnico lasciando tali somme intestate ai singoli imputati, come sequestro di giustizia, ma indicandone come titolare Equitalia Spa.
Si vedrà in un secondo tempo, signor presidente, onorevoli deputati della Commissione, se queste somme dovranno essere restituite, se è prevista una quota di riserva.
La logica con cui si è mosso il Governo è quella di recuperare queste somme e gestirle in maniera più efficiente lucrandone la differenza, e di recuperare anche le somme cosiddette «abbandonate», ovvero quelle, depositate da almeno cinque anni, che possono derivare da una serie di incidenti giuridici. Ad esempio, il giudice potrebbe essersi dimenticato di confiscare una somma, che rimane giacente; dopo cinque anni, questa somma appartiene al bilancio dello Stato e si può tranquillamente recuperare.
Detto questo, lo strumento che ci viene offerto è estremamente utile, e sono chiamato qui a descriverne la logica. Tale strumento prevede l'apprensione di queste somme e la loro ripartizione, attraverso un decreto interministeriale comandato dal Ministero dell'economia, tra quest'ultimo, il Ministero della giustizia e il Ministero dell'interno.
Questa ripartizione ha suscitato qualche piccola polemica. Io debbo dire che, anche per ragioni «morali», è opportuno che il fondo venga suddiviso almeno tra la Giustizia e il Ministero dell'interno, perché tutti noi lavoriamo all'acquisizione dei proventi del reato - che sono somme poi utilizzabili - sia con i poliziotti che con i carabinieri presenti sul territorio. Ciò non toglie che la più gran parte di queste somme dovrebbe essere corrisposta alla Giustizia.
In una riunione tecnica sul funzionamento di Equitalia giustizia, è stato stabilito con il Ministero dell'economia e delle finanze - e ai massimi livelli ho avuto assicurazioni in tal senso - che la sua partecipazione dovrebbe essere soltanto di tipo tecnico. Pertanto, coerenza vorrebbe che, a tutto voler concedere, la partecipazione del MEF sia nulla, signor presidente, perché queste risorse vengono apprese da noi e dal Ministero dell'interno.
Ci auguriamo di avere il supporto tecnico di Equitalia giustizia e il supporto giuridico del Ministero dell'economia - con il decreto di ripartizione -, e poi di poter godere di queste riforme. Ovviamente, sta alle scelte della politica decidere di articolare eventuali emendamenti in tal senso.
Mi piace sottolineare che c'è una linea di coerenza tra quello che, sul tema, era stato stabilito dal vecchio Governo - attraverso l'introduzione di un meccanismo simile, ma molto più ridotto, nell'ambito delle somme che si potevano apprendere - e quanto fatto dal Governo attuale. Questo, in linea con le indicazioni fornite dalla
Commissione Greco, ha semplicemente ampliato il meccanismo già esistente creando questo fondo nel quale vengono convogliate non soltanto le giacenze, come era previsto dal comma 612 della finanziaria 2008, bensì il complesso dei beni sequestrati.
La logica in cui si muove il fondo è quella di colpire i patrimoni illecitamente acquisiti, sia che appartengano alla criminalità organizzata, sia che appartengano alla criminalità comune, ma è soprattutto quella di gestire con efficacia e con criteri di economicità il complesso di queste somme.
Il problema si sposta in avanti. Secondo me e secondo la valutazione del mio dipartimento, costringere Poste e banche a trasferire a Equitalia, entro 30 giorni, come previsto dalla legge, tutti questi fondi, è una grande trovata.
In relazione alle resistenze da parte delle banche a comunicare i dati, stiamo valutando se, giuridicamente, queste somme ex lege non diventino pecunia pubblica. Se così fosse, l'obbligo del trasferimento, oltre ad essere cogente, potrebbe aprire - parlo da vecchio e modestissimo penalista - profili di responsabilità che dovrebbero indurre «garbatamente» anche le banche a fare come Poste Spa, cioè a rendere immediatamente disponibile il dato contabile e a provvedere al trasferimento delle risorse relative a quel dato, facendolo diventare una risorsa di Equitalia giustizia.
Ovviamente noi contiamo molto su questo fondo, che è la risposta data dal Governo in termini di attenzione ai temi della sicurezza e dell'accrescimento delle magre casse della nostra giustizia, con la ovvia finalità di farla funzionare meglio.
Proprio per questo, stiamo già lavorando con Equitalia al progetto del decreto ministeriale. Personalmente, ho dato mandato giusto ieri di procedere insieme ai funzionari di Equitalia - spero così di avere esaurito il panorama dei chiarimenti in tale materia - ad un monitoraggio presso il tribunale e la procura di Firenze, affinché ad Equitalia venga trasferita questa enorme massa di denaro che, però, al suo interno è indistinta.
Poi, mentre Equitalia giustizia gestisce con criteri di economicità questa massa di denaro, gli uffici giudiziari avranno il compito di fare delle verifiche per capire quante di queste somme possono essere direttamente girate al patrimonio dello Stato e quante corrono il rischio di essere restituite.
Inoltre, Equitalia giustizia ha una quota di riserva come garanzia. Infatti, signor presidente e onorevoli deputati, ad Equitalia giustizia - ed è questa la vera trovata, secondo me vincente - vanno anche le somme provvisorie, ovvero quelle sequestrate in procedimenti non ancora definiti.
Ad esempio, potrebbe darsi il caso che 100 milioni di euro dovranno essere restituiti alla persona cui sono stati sequestrati. Una formula matematica finanziaria molto semplice - non vi annoierò certo su questo - calcola la quota di riserva che consente a Equitalia giustizia di gestire la massa critica di rischio di restituzione.
Ovviamente, questo sarà un lavoro che, in seconda battuta, faranno gli uffici giudiziari, ed è su questo che ho già dato impulso per un monitoraggio in tal senso.
Ci aspettiamo poi di recuperare risorse - il senatore Caliendo mi è maestro in questa vicenda - dal contributo unificato, riformato nel 2004, al rialzo, con risorse che dovevano essere trasferite sulla Giustizia ma che, purtroppo, signor presidente, da tale data non funziona, a causa di un difetto di coordinamento normativo e persino della difficoltà da parte dell'Agenzia delle entrate nell'individuazione di un codice tributo a cui gli uffici devono versare queste somme.
I nostri uffici si sono già attivati per risolvere la questione amministrativa, ovvero l'individuazione del codice tributo. Infatti, il direttore generale, dottor Belsito, ha già preso contatti con l'Agenzia delle entrate, al fine di fare attivare il codice, consentendo i versamenti con il famoso modello F24, a tutti noto, essendo lo stesso
modello usato per i pagamenti che ci coinvolgono ogni anno intorno al mese di maggio.
Se fosse possibile, auspicheremmo una deroga normativa al vincolo di legge per la redistribuzione di queste entrate, in modo tale da poter recuperare qualcosa come circa 40 milioni di euro, che ci consentirebbero un ulteriore recupero delle spese.
Al mio dipartimento ho trovato un lavoro, iniziato meritoriamente dal consigliere Castelli, che riguarda la diffusione delle best practices (le buone pratiche). Tale lavoro intende portare sul piano nazionale l'esperienza della procura di Bolzano diretta dal collega Cuno Tarfuser, che fa parte per altro di un'unità strategica della cui collaborazione mi continuerò ad avvalere.
Abbiamo già attivato un percorso di comune collaborazione. Se proprio un difetto ha questo progetto fino ai giorni nostri, è quello che nei due anni e sei mesi della legislatura precedente, pur essendo un progetto di buone pratiche, non ha mantenuto la buona pratica della velocità. Cercherò quindi, di spingerlo con tutte le mie forze, in modo tale da riuscire a farlo funzionare meglio e metterlo al servizio degli uffici giudiziari.
A questo si incrociano gli esperimenti sull'ufficio del processo e il CAF (Common Assessment Framework) dove, insieme alla funzione pubblica, abbiamo elaborato nell'ambito del CAF generale un CAF tarato sulla giustizia che dovrebbe consentire un'autodiagnosi.
Ci aspettiamo, dal punto di vista istituzionale e politico, la collaborazione del Consiglio superiore della magistratura, in questo senso: noi vorremmo che finalmente passasse il principio che fare il capo dell'ufficio giudiziario non significa solo governare magistrati, ma significa governare responsabilmente i processi di spesa, fare analisi di costi-benefici sui processi, fare analisi di costi-benefici e carte sociali in termini di efficienza singola, spalmata sulle 166 procure e altrettanti tribunali presenti sull'intero territorio, e sulle 26 corti d'appello con le relative procure generali. Se così sarà, questa potrà essere veramente l'occasione per recuperare la spesa.
Ho pensato personalmente al modo in cui recuperare anche queste spese e, parlandone con il Ministro Alfano, ho avuto mandato di sollecitare la VII Commissione del CSM.
Oggi gli incarichi direttivi sono temporanei: un capo dell'ufficio dura in carica quattro anni e può avere un solo rinnovo per i successivi quattro anni. Quale migliore occasione, questa temporaneità, per valutare un soggetto non soltanto come bravo magistrato, coordinatore di indagini, procuratore, o presidente di tribunale, ma anche come bravo amministratore dei soldi dei contribuenti (che non sono infiniti), che salvi l'intangibilità della scelta giuridica sull'indagine? Non si comprende perché un procuratore della Repubblica non debba chiedere a un suo sostituto quanto costi un'indagine e dove debba andare a finire.
Credo che questo sia uno dei settori in cui mi piacerebbe lavorare al meglio, aiutato magari anche da parametri di efficienza informatica che sono destinati a migliorare e auspichiamo che questo avvenga, dal processo telematico alle nuove procedure di registrazione delle notizie del reato. Su questo argomento penso vi intratterrà molto meglio di me il collega Sergio Brescia.
In questo contesto, merita almeno una citazione il fatto che il Ministero è impegnato nel reclutamento dei magistrati, con tre concorsi: uno, in atto, di cui inizieranno gli orali a breve, che coprirà 350 posti; uno, già bandito, a 500 posti e uno, di cui è stata chiesta e ottenuta dal Ministro la pubblicazione, ad ulteriori 350 posti.
Tuttavia, io ritengo di dare impulso alla direzione generale magistrati realizzando ciò che finora non è mai stato fatto: un concorso per la magistratura con cadenza fissa annuale, al pari dell'esame di avvocato.
Abbiamo bisogno di non spiazzare i giovani laureati che, con fatica, si preparano all'esame di magistratura, e abbiamo
bisogno di razionalizzare la spesa dei concorsi. Dopo il blocco dei concorsi nel 2004, ora ne facciamo tre tutti insieme per reperire mille magistrati; ma pochi sanno che la statistica dimostra che, nell'arco di un quadriennio, il bacino di utenza degli aspiranti magistrati rimane uguale a se stesso, nel senso che le stesse persone - orientativamente 35 mila unità - partecipano più volte allo stesso concorso.
Noi, invece, vogliamo dare l'opportunità ai più giovani e ai più bravi di studiare e di prepararsi bene per questo concorso impegnativo, evitando che le date di prova siano stabilite a sorpresa, di volta in volta, come è appena accaduto.
Per questo, è mia ferma intenzione collaborare con il direttore generale magistrati per recuperare non soltanto efficienza nella spesa, ma anche per recuperare lo spazio per un concorso annuale fisso, da tenersi magari in primavera o in autunno, in modo che non disturbi gli altri concorsi - il concorso di notaio, il concorso per gli esami di abilitazione all'avvocatura e quant'altro - e che ci consenta di selezionare con poca spesa le migliori teste, per migliorare la giustizia non soltanto economicamente ma anche qualitativamente, nell'interesse di tutti.
Desidero fare un'ultima notazione sul personale amministrativo e sull'impatto dell'ormai celebre articolo 74 del disegno di legge n. 112/2008, che prevede l'abbattimento del 10 per cento sulle piante organiche.
C'è un equivoco nel modo in cui la stampa ha dato questa informazione, che va assolutamente chiarito: l'abbattimento non colpisce il 10 per cento delle piante organiche, ma il 10 per cento della spesa con una ricaduta sulle piante organiche. Questo messaggio, sottosegretario Alberti Casellati, sembra che sulla stampa non sia passato.
La percentuale indicata si riferisce al monte degli stipendi; tuttavia, il mio predecessore ha opportunamente agito d'anticipo e, d'intesa con i miei uffici, ha proposto alla Funzione pubblica, in data 6 agosto, una ristrutturazione delle piante organiche che, fermo l'abbattimento dei costi entro il 10 per cento, riduce l'impatto della diminuzione dei posti a 3.300 unità circa, sulle 47 mila in pianta organica.
Credo che in questo caso, signor presidente e signori deputati, i numeri siano importanti. Prima dell'articolo 74 avevamo una pianta organica che, compresi i dirigenti, si riferiva a 47.366 unità; tuttavia, la reale copertura di questa pianta organica era pari a 40.598 unità.
Se fosse vera la regola del 10 per cento, avremmo dovuto diminuire l'organico di 4.736 posti, giusto per essere precisi. In realtà, dopo che la funzione pubblica approverà la nostra pianta organica, auspichiamo di ridurle di 3.200 unità. Bisogna però ricordare che questa è una riduzione soltanto formale, perché stiamo parlando di lavoratori non presenti realmente nei ministeri, perché di fatto sono vuoti di organico. Noi accorciamo la pianta organica.
Sono venuto qua per sottolineare una cosa importantissima: sulla stampa e anche su alcune note di prestigiosi rappresentanti dell'ANM si è veicolato un messaggio che non è corrispondente al vero. Si è detto, cioè, che il Ministero e il Governo fotografano la pianta esistente e riducono conseguentemente i posti, senza lasciare nessuna possibilità di implementazione.
Questo non corrisponde al vero, nel caso della Giustizia, per due motivi. Innanzitutto perché, rispetto ai vuoti di personale che abbiamo, ci sono ancora 3.000 posti disponibili, anche con le piante organiche ridotte di questo famoso 10 per cento. Dunque, 1.588 ruoli li ricopriamo assumendo i lavoratori socialmente utili; ne restano circa 1.500, e stiamo già attivando le procedure con la Funzione pubblica per poter reperire, almeno nell'area C, dove siamo maggiormente deficitari, tutte le risorse umane necessarie.
Sento l'obbligo morale di fare in vostra presenza un plauso al dipartimento e alla direzione generale del personale perché pochi sanno che, nell'ambito della mobilità consentita tra ministeri, il Ministero della giustizia riceve da altre amministrazioni
circa 3.000 dipendenti - per la precisione, 2.944 operatori provenienti da altre aree - e ne cede solamente 124.
Abbiamo dunque un Ministero che ha attivato una politica molto selettiva, a beneficio delle risorse della Giustizia. Siamo pronti a ricevere risorse, ma un po' più restii a cederne ad altri. Detto questo, tenendo conto di queste risorse aggiuntive abbiamo una percentuale complessiva di scopertura che è pari all'8,07 per cento, dunque del tutto fisiologica.
Il vero problema per noi, più che il numero complessivo dei dipendenti - che sarà comunque aumentato - è la disomogeneità della distribuzione territoriale di questo personale. A questo intendiamo rimediare con gli strumenti forniti dalla legge, compresi gli accordi con le regioni e con le autorità locali. Ne abbiamo uno in corso, ad esempio - a cui ha dato il suo prestigioso contributo anche la senatrice Casellati - con la regione Veneto, in relazione al quale proviamo a farci dare risorse per migliorare il servizio.
In questo modo recuperiamo, aumentando quella famosa quota dei 3.000 che dreniamo da altre risorse. Su questo so che il senatore Caliendo ha già attivato i percorsi di colloquio con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, e troverà in me una persona in grado di impegnarsi notte e giorno per risolvere il problema della mobilità e della riqualificazione del personale, alla ricerca di nuove risorse. E chissà che il fondo unico della giustizia non ci possa dare una risposta ben fatta.
PRESIDENTE. La ringrazio. Prima di proseguire vorrei avere soltanto un chiarimento. Da quello che ho compreso, Equitalia si prende subito le somme oggetto di sequestro perché, ovviamente, la confisca avviene solo dopo tantissimi anni. Le chiedo: che percentuale di sequestri si trasforma poi in confisca? Quando possiamo ritenere acquisite per certo le cifre che sequestriamo?
LUIGI GIUSEPPE BIRRITTERI, Capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia. Da questo punto di vista mi sento di dire che le percentuali sono molto alte. Lo desumo dal dato processuale: otto volte su dieci la somma sequestrata diventa confiscata, anche grazie all'articolo 321 del codice di procedura penale.
La percentuale di restituzione delle somme sequestrate è una questione da tarare, invece, con maggior precisione non tanto in materia di processo penale quanto di misure di prevenzione, perché in quel caso c'è il problema dei terzi che, subendo il sequestro, intervengono nel giudizio e, magari più spesso di quanto possa fare l'imputato, riescono a dimostrare la legittimità dell'acquisizione delle somme.
PRESIDENTE. Grazie.
Do la parola ai deputati che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
ANTONINO LO PRESTI. Grazie, presidente. Innanzitutto ringrazio i signori direttori che ci hanno reso questa preziosissima e chiarissima informazione, che ci ha permesso di penetrare, con grande consapevolezza, nel complesso sistema dell'amministrazione economico-finanziaria della giustizia italiana. Ringrazio quindi il presidente Birritteri e tutti coloro che l'accompagnano.
Traggo spunto dall'intervento del presidente, che ha posto una domanda ben precisa che io mi permetto di ampliare. Vorrei chiederle esattamente che fine fanno, contabilmente, le somme che vengono confiscate. Non quelle sequestrate, che giacciono sul conto di Equitalia, ma quelle confiscate, con particolare riferimento alle somme requisite a imputati e condannati per delitti di mafia, per intenderci. Vorrei sapere quali sono i passaggi di quelle somme.
Le chiedo questo, presidente Birritteri, perché da troppo tempo il fondo di rotazione per le vittime della mafia, istituito con la legge n. 512 del 1999, soffre di una costante incapienza, che porta all'impossibilità di liquidare i giusti risarcimenti
alle vittime della mafia, come previsto dalla legge.
Pertanto, le chiedo qual è lo stato attuale di questi fondi e come vi interfacciate col Ministero dell'interno, a cui compete la gestione materiale di questo fondo di rotazione. Vorrei capire quando versate al Ministero queste somme, come le versate e che tempi avete.
A me risulta, presidente, da notizie che ciascuno di noi può raccogliere dagli organi di informazione, che di recente siano state confiscate diverse decine di milioni di euro ai mafiosi (parlo di liquidità); queste somme farebbero parte di quel patrimonio che dovrebbe confluire nel cosiddetto fondo di rotazione.
La seconda domanda che volevo farle è la seguente. In sede di valutazione dell'assestamento di bilancio del Ministero della giustizia abbiamo potuto verificare come sia veramente eccessivo il capitolo destinato al pagamento degli oneri per le difese d'ufficio. Se non vado errato, sottosegretario Caliendo, credo sia intorno ai 500 milioni di euro, che a me sembra francamente una somma spropositata.
Io sono avvocato, non penalista ma civilista; posso in teoria attingere anche io, per difese d'ufficio di carattere civile, a questo fondo che però, ripeto, mi sembra veramente spropositato.
Le chiedo, presidente Birritteri, cosa si può fare per ridimensionare questo esborso incredibile, quali sono i criteri che danno l'accesso al fondo e se sia possibile prevedere strumenti alternativi che soddisfino l'esigenza di garantire un difensore d'ufficio a tutti coloro che non possono permettersi l'assistenza legale, evitando però che, magari, dei delinquenti incalliti che nascondono altrove il proprio patrimonio approfittino di questa opportunità.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lo Presti. Prima di ascoltare le risposte, vorrei finire con le domande. Ricordo a tutti i commissari, come metodo di questa Commissione, che noi dobbiamo cercare di sfruttare al massimo la presenza dei nostri invitati consentendo loro di rispondere ai nostri quesiti; pertanto, gli interventi più lunghi riserviamoli alle occasioni opportune. In questa sede cerchiamo di porre soprattutto delle domande.
Prima di procedere con gli interventi, ricordo che le persone presenti, oltre a rispondere in merito al tema dell'audizione di oggi, possono rispondere anche su altri temi come la giustizia civile o minorile, l'aspetto informatico o il processo telematico. Abbiamo potuto ascoltare una breve introduzione al tema dell'audizione di oggi; tuttavia, i nostri auditi possono rispondere ad ampio raggio, non dovete limitarvi quindi a quanto è stato detto dal presidente Birritteri. Abbiamo convocato tutti questi soggetti contemporaneamente in modo tale che le domande possano spaziare oltre il problema delle risorse.
MANLIO CONTENTO. Vorrei porre alcune questioni al capo del dipartimento.
Per quanto riguarda il recupero delle spese di giustizia dovute all'erario, si è parlato di un arretrato stimato in circa 644 milioni di euro. È possibile disporre di un dato disaggregato per ufficio, relativamente a questo dato?
In relazione alla possibilità che queste somme non vengano recuperate, risultano disposte ispezioni presso gli uffici giudiziari per quanto concerne il loro mancato recupero? Se sì, quali? Se no, perché?
In relazione alla gestione del bilancio e ai tagli che sono stati operati, relativamente al Ministero della giustizia ci sono situazioni di crediti arretrati nei confronti dell'amministrazione pubblica o di soggetti privati che azionano, poi, quelle cause a cui spesso hanno fatto riferimento anche altri colleghi negli interventi precedenti? Se sì, in che misura questi crediti arretrati possono rendere più difficoltosa la gestione del bilancio a fronte delle minori risorse che, come è stato ricordato, sono state trasferite?
Lei, direttore, poco fa ha parlato delle piante organiche in relazione alla richiesta rivolta alla funzione pubblica. Può spiegarci, a grandi linee, quali sono i criteri in forza dei quali avete operato questa riduzione, riferita correttamente al 10 per cento? Lo chiedo perché la situazione sul
territorio nazionale, sulla base dei dati riferiti alla scorsa legislatura - che probabilmente devono essere rivisti e corretti - denotava una scopertura notevole negli uffici del centro-nord e meno marcata negli uffici del centro-sud.
In relazione, quindi, all'operazione a cui lei ha fatto riferimento, quali sono gli indicatori e i criteri che sono stati utilizzati per compensare - non dico in tutto, ma almeno in parte - questo differenziale di copertura degli uffici giudiziari?
Non so se lei abbia avuto modo di visionarlo, ma nel dossier che ci è stato distribuito dal Servizio studi - a pagina 76 vi sono delle indicazioni riferite al personale dipendente al 31 dicembre 2008, credo, e, in previsione, al 2009.
PRESIDENTE. Attenda un attimo, onorevole Contento. Forniamo la tabella anche al presidente Birritteri.
MANLIO CONTENTO. La ringrazio, presidente. Se guardiamo gli stipendi della magistratura giudiziaria indicati al punto 121/1400 - la seconda voce del prospetto partendo dall'alto - abbiamo 9.238 magistrati. Credo sia un dato relativo alla pianta organica; se sono in servizio effettivo le chiedo di specificarlo.
LUIGI GIUSEPPE BIRRITTERI, Capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia. Sono in servizio effettivo; la pianta è 10.151.
MANLIO CONTENTO. Stando alla previsione per il 2009, avremmo una diminuzione dei magistrati a 8.680 unità, se il numero che vedo accanto è riferito, come suppongo, al 2009.
Lei, però, ci ha parlato di procedure di concorso - se ho ben capito - relative a circa 1.200 magistrati (350 nel primo bando, 500 nell'altro e 350 in quello che dovrebbe essere avviato tra poco). Questi magistrati si aggiungeranno agli altri 8.680 oppure sostituiranno personale che va in quiescenza, quindi raggiungeremo le 8.680 unità a regime con i 1.200 di cui lei ci ha parlato?
Vorrei fare con lei lo stesso ragionamento per quanto riguarda la quarta voce partendo dall'alto, punto 1.2.1/1402: il personale delle cancellerie e segreterie giudiziarie.
Abbiamo 40.159 persone che risultano attive e credo che, anche in questo caso, il dato sia probabilmente parziale. Mi sembrava, tuttavia, che lei ci avesse dato una cifra diversa rispetto a questi 40 mila; mi correggerà magari in sede di risposta.
Nel 2009 ne prevediamo 43.402, quindi oltre 3.000 persone dovrebbero far parte dei nuovi ingressi. Qui il conto potrebbe tornare perché, se ho ben capito, 1.588 sono quelli che lei attinge dai lavori socialmente utili - o comunque dai precari - mentre 1.500 sarebbero nuovi ingressi.
Non capisco, tuttavia, come mai lei parlasse di un numero diverso; quindi, o il dato dei 40 mila non è corretto perché mancano magari quelli provenienti da altre amministrazioni - ma mi sembrerebbe strano -, oppure c'è qualcosa che va chiarito.
Le ultime questioni che vorrei porre sono relative agli uffici di diretta collaborazione. Per quanto riguarda il personale amministrativo del gabinetto e gli uffici di diretta collaborazione, al 2008 c'erano 207 persone che, al 31 dicembre 2009, diventano 283. Le chiedo se questa previsione sia corretta nel prospetto considerato che è comunque una previsione di un certo peso. Per quanto riguarda il personale della sanità penitenziaria, immagino che 1.700 unità spariscano perché la spesa è stata riferita al Servizio sanitario nazionale. Rimangono però 180 persone: lei è in grado di dirmi come mai residuano queste 180 persone? (Commenti).
MANLIO CONTENTO. Mi sembra che il presidente abbia appena detto che le domande potevano anche variare.
PRESIDENTE. Fate concludere l'onorevole Contento. Il DAG (Dipartimento dell'amministrazione generale del personale e dei servizi del Tesoro) sarà presente martedì, ma lei faccia pure tutte le domande che desidera.
MANLIO CONTENTO. Chiedo scusa, ma se i presenti non possono rispondere nel corso di questa audizione considero ritirata questa domanda.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Contento. Per quanto concerne l'unica sezione non presente, cioè quella del DAG, martedì risponderà chi di competenza, all'onorevole Contento. Per il resto, mi sembra invece che siate tutti presenti e possiate rispondere.
DONATELLA FERRANTI. Vorrei fare una domanda molto semplice che vi rivolgo in maniera indistinta; può rispondermi chiunque lo desideri. Partiamo da un dato oggettivo, che non possiamo smentire: ci sono dei tagli di spesa e, indubbiamente, a fronte vi erano dei programmi. Ci sono, dunque, dei tagli di spesa anche rispetto al 2008, quindi rispetto alle previsioni di spesa che erano state fatte nella precedente finanziaria.
Io vorrei fare una domanda a largo spettro: vorrei sapere se i programmi che riguardavano il personale, l'informatica e quindi anche i servizi inerenti avranno delle sofferenze rispetto ai tagli di spesa relativi ai vari dipartimenti.
In particolare, vorrei sapere se, sulla base di questi tagli, si ritiene di poter far fronte, e in che modo, ai contratti pluriennali che riguardano, in particolare, l'assistenza informatica e il servizio di trascrizioni.
Vorrei sapere se si pensa di dare completezza al processo telematico su tutto il territorio nazionale dato che, se non erro, ora è riferito soltanto alla sede di Milano e solamente per la parte riguardante i decreti ingiuntivi. Per completezza intendo sia su tutto il territorio nazionale, sia in riferimento anche agli atti difensivi, le memorie e via dicendo.
In merito ai dati sul personale mi rifaccio alle osservazioni sollevate dall'onorevole Contento, perché anch'io ho rilevato delle discrasie sulla tabella a pagina 76 del dossier, dove compaiono i dati in aumento relativi al personale amministrativo del Gabinetto e degli uffici di diretta collaborazione. Vorrei sapere a chi si riferisce perché, trattandosi di personale amministrativo, deduco che non si stia certamente parlando di magistrati. Vorrei quindi capire come mai e con quali forme si aumenta di 83 unità, ovvero se ci sarà un concorso, se ci saranno dei distacchi, oppure se sono posti vacanti e via dicendo.
Anche per quanto riguarda i posti della magistratura, ho sentito il capo del DOG (Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria) fare riferimento ai concorsi. Tuttavia, in base a ciò di cui ero a conoscenza nella mia precedente attività lavorativa, credo che attualmente l'unico concorso bandito, a parte quello per cui si devono fare gli orali, è il concorso per 500 posti che inizierà a novembre. Vorrei sapere se sarà fatto anche l'altro concorso di 350 posti, previsto addirittura un anno fa ma mai bandito, credo anche per questioni di copertura finanziaria.
A parte gli auspici, che mi vedono ben contenta che il direttore del DOG abbia la speranza di poter completare questo percorso - e in questo senso ha il nostro ampio sostegno - vorrei capire cosa troviamo rispetto ai posti dei magistrati nella previsione di spesa del 2009, ovvero se troviamo la copertura delle assunzioni dei posti per i candidati che stanno per sostenere gli esami orali - ritengo di sì -, se abbiamo anche la copertura per gli altri 500 posti - quindi auspichiamo che il concorso termini entro il 2009 -, se, infine, abbiamo anche la previsione relativa agli altri 350 posti, oppure no perché questo riguarderà il 2010. Dopo questo chiarimento, saremo meglio informati su questo ingresso di risorse.
In riferimento al personale, questa è una problematica annosa e grave che riguarda il Ministero della giustizia. Sappiamo che con la riduzione del 10 per cento riferita agli stipendi - ma ovviamente dietro uno stipendio ci sono i posti di lavoro - sono state eliminate, come ha riferito poco fa il capo del dipartimento, le fasce di posti più qualificati. Credo che quelle posizioni fossero libere proprio in funzione di una riqualificazione del personale.
Poiché sappiamo che gli uffici giudiziari abbisognano di personale e della copertura dei posti soprattutto laddove vi è molta carenza di organico - mi riferisco alle sedi del centro-nord, e soprattutto del nord - vorrei sapere qual è il programma riferito alla costituzione di questo ufficio del processo o, comunque, ai servizi di cancelleria in supporto agli uffici del magistrato, per capire se il personale sarà anche adeguatamente preparato e qualificato professionalmente, sia dal punto di vista amministrativo che informatico. Vorrei sapere se c'è un indirizzo e, quindi, anche una previsione programmatica di bilancio adeguata.
Poiché si tratta di prevedere delle spese e, quindi, di fare dei programmi, vorrei capire in concreto quali sono, nei vari dipartimenti, i programmi mirati a una riqualificazione del personale, dal punto di vista economico, professionale e qualitativo, nonché quantitativo laddove abbisogna.
PIERLUIGI MANTINI. Signor presidente, le domande già fatte dai colleghi, dall'onorevole Contento in particolare e dall'onorevole Ferranti, mi aiutano a essere esattamente scrupoloso rispetto alle sue indicazioni, in quanto i colleghi hanno già esposto gran parte delle mie curiosità. Sottolineo soprattutto l'importanza della domanda formulata poc'anzi dall'onorevole Contento sulla questione dei tagli rispetto alla pianta organica virtuale.
Aggiungo, pertanto, solo un tema: il presidente Birritteri ha citato da ultimo, se non ho mal inteso, una convenzione con la regione Veneto. Più in generale, vorrei sapere se vi è un minimo di strategia nella collaborazione fra il Ministero e le regioni - naturalmente per quel che attiene la parte costituzionalmente competente alle regioni, la parte strumentale, le risorse - e, nel caso, di quale strategia si tratta.
Per implicito - ma qui non formulo giudizi - sarebbe probabilmente anche poco razionale procedere in ordine sparso (oggi col Veneto, domani con altre regioni) perché questo è un tema molto importante in merito al quale, anche sul piano legislativo, dobbiamo fare qualche riflessione e assumere qualche decisione.
Mantenendo ovviamente le competenze dello Stato sul comparto giustizia secondo quanto prevede la Costituzione, dovremmo tuttavia anche utilizzare tutte le sinergie possibili sul piano organizzativo nel rapporto con le regioni, stabilendo degli standard, un indirizzo.
CINZIA CAPANO. Ho seguito con molta attenzione questa relazione, che ci dà un po' di speranza perché, dall'esame del bilancio del Ministero della giustizia - esame non facile in quanto essendo stati cambiati i meccanismi di definizione della spesa è quasi impossibile fare raffronti -, esaminando le tabelle generali noi abbiamo una perdita secca, tra 2008 e 2009, di oltre un miliardo di euro.
Se le cose che ci ha detto prima il presidente Birritteri andranno a buon fine, questo miliardo di euro potrà essere parzialmente recuperato attraverso le due iniziative da lui citate, che tuttavia sono abbastanza differenti tra loro.
La prima consiste nel recupero delle spese processuali. Credo che questa sia quella che presenta maggiori caratteristiche di indeterminatezza, nel senso che noi sappiamo che non tutti i soggetti condannati alle spese processuali poi potranno essere solvibili. Per questo motivo chiedo se, in una ipotesi di questo genere, è stata fatta una valutazione e un'analisi per capire quale percentuale di questi 600 milioni di euro si immagina di poter recuperare con un certo grado di attendibilità.
In merito all'altra procedura, invece, il presidente ci ha fornito maggiori elementi in termini di attendibilità, parlandoci di un rapporto di otto su dieci. Tuttavia, credo che anche questa iniziativa abbia bisogno di procedure per essere in qualche modo certificata, per cui vorrei sapere quali sono i tempi in cui si immagina di poter avere disponibile questo miliardo e 678 milioni di euro.
Faccio questa domanda perché noi abbiamo un bilancio che tra due mesi toglierà un miliardo di finanziamenti alla giustizia, sia in termini di spesa corrente che in termini di spesa di investimento.
Per quanto riguarda le spese di investimento, se ne farà a meno: si aggraveranno i problemi di edilizia giudiziaria, di manutenzione, si aggraveranno purtroppo i costi dei comuni, che con l'ordinario dovranno supplire allo straordinario. Nonostante questo, si potrà mandare in qualche modo avanti la macchina.
Ma sulla spesa corrente, ovvero il funzionamento degli uffici, considerando che solo nella voce per l'acquisto di beni e servizi c'è un abbattimento di 111 milioni di euro - e noi conosciamo la realtà dei tanti uffici giudiziari dove manca la carta o manca la benzina per portare il giudice a fare l'interrogatorio nelle carceri - chiedo in quale maniera si pensa di far fronte a tale spesa, nelle more dell'acquisizione di questo Fondo comune della giustizia che, però, è un fondo comune de iure condendo, lasciatemi passare l'espressione, ovvero non è una cassa che abbiamo già a disposizione.
Anche perché oltre a queste riduzioni per il 2009 assistiamo a riduzioni lineari che ci saranno anche sul 2010 e sul 2011, prodotte dal decreto sull'ICI e dallo stesso decreto-legge 112 del 2008. Quindi credo che una proiezione sui tempi e sull'attendibilità ci serva per capire come potremo, tra due mesi, pagare le spese della giustizia.
Un'ultima puntualizzazione riguarda il processo telematico. Mi risulta che il CIPE nell'ultima delibera prima delle elezioni, presieduta dal presidente Prodi, deliberò per il processo telematico la somma di 60 milioni di euro. A pagina 5, nella tabella n. 5 del bilancio relativa alle spese di giustizia, al punto 62.1 si parla di processo telematico con uno stanziamento di competenza di 26 milioni di euro.
Infine, il presidente ci ha parlato del fatto che si confida nell'istituzione di buone pratiche nell'ufficio del processo per l'accelerazione nei tempi di definizione dei procedimenti. Nella pagina successiva, tuttavia, vedo che lo stanziamento per l'accelerazione del processo civile e penale è di soli 500 mila euro.
GUIDO MELIS. Ringrazio anch'io il dottor Birritteri per le molte informazioni che ci ha dato. Vorrei soffermarmi su un punto al quale ha accennato, e che non ho capito se sia un suo auspicio, un suo intendimento o se corrisponda a un progetto del Governo. Mi riferisco al fatto di riportare i concorsi alla cadenza annuale. Naturalmente è un'idea molto saggia, perché elimina quella specie di psicodramma dovuto al fatto che non si sa mai quando il concorso verrà bandito. Le scuole di specializzazione forense che i ragazzi devono seguire per presentarsi mi dicono che restringono o dilatano i programmi un po' ad organetto, a seconda delle previsioni del bando del concorso successivo, e questo naturalmente non è salutare per la loro preparazione.
Bisognerebbe sapere se avete una proiezione per i prossimi anni: pensate che questo progetto possa essere realizzato? Quanti posti pensate che ogni anno, considerata l'uscita in quiescenza dei magistrati, verranno banditi? Questo mi interessa molto.
Collegato a questo, accanto alla tabella che abbiamo prima esaminato, alla pagina 77 del nostro dossier, leggo: «Istituzione e funzionamento della Scuola superiore della magistratura: 4,14 milioni di euro (lo stanziamento risulta praticamente dimezzato rispetto alle previsioni del 2008, pari a 8,49 milioni di euro)».
Vi domando, pertanto, se questo in qualche modo influirà sulla organizzazione della scuola, e quali sono le previsioni che voi fate.
I tagli che ci avete illustrato all'inizio, di cui eravamo già conoscenza, porteranno inevitabilmente a riduzioni di programma e a ridimensionamenti. Non vorrei che fosse proprio la scuola, che a mio avviso è un punto molto importante per la riforma di fatto di tutto il sistema, a doverne soffrire.
LUIGI VITALI. Vorrei porre una semplicissima - e tuttavia complicatissima - domanda. Anche io ringrazio il presidente e gli altri dirigenti del Ministero. Desidero partire da una premessa, perché dobbiamo
parlare di numeri e io di numeri parlerò, perché il resto è ad essi consequenziale.
L'intenzione di questo Governo e di questa maggioranza - ma credo sia stato anche l'orientamento delle maggioranze dei Governi precedenti - è quella di raggiungere il pareggio di bilancio.
Questo, purtroppo, ci ha messo nelle condizioni di sforbiciare notevolmente: per quanto riguarda la giustizia, abbiamo dovuto tagliare il 20 per cento delle risorse per il 2008, il 30 per cento per il 2009 e il 40 per cento per il 2010. Stando così le cose, mi fa piacere aver sentito il presidente molto motivato e molto fiducioso di poter far fronte a questi buchi.
Tuttavia, vorrei far notare che, innanzitutto, i depositi giudiziari si possono acquisire, ma non so poi quanto possano coprire nel complesso della spesa mancante ; in secondo luogo, sul recupero delle somme - sono un avvocato e frequento gli uffici giudiziari - io non farei molto affidamento, perché nell'80 per cento dei casi sono somme irrecuperabili da parte dello Stato; infine, anche sui fondi relativi a beni confiscati andrei con i piedi di piombo, perché rischiano di diventare la panacea di tutti i problemi.
Dobbiamo rispondere alle esigenze di sicurezza, e allora si dice che una parte dei fondi verranno reperiti dalle risorse dei beni confiscati alla mafia; dobbiamo soddisfare le parti lese, le vittime della mafia; adesso dobbiamo soddisfare anche la giustizia. Pertanto, questa prospettiva di introito può solo risolvere un momento temporaneo urgente.
Chiedo scusa per questa premessa, ma altrimenti non si sarebbe giustificata la domanda. Io credo che ci sia bisogno di interventi strutturali. Vorrei chiedere al presidente se è sua intenzione, se sta lavorando, se ritiene di proporre degli interventi strutturali relativamente al personale e all'organizzazione.
Delle due, l'una: se tra due anni arriveremo a una riduzione del 40 per cento a struttura immutata, vuol dire che fino a quella data i soldi verranno buttati dalla finestra; se, invece, i soldi devono diminuire del 40 per cento, io credo che la struttura non possa rimanere invariata, sia per quanto riguarda il personale, sia per quanto riguarda l'organizzazione territoriale (credo che i nostri uffici siano disseminati in 4.500 sedi diverse su tutto il territorio).
Chiedo pertanto se il dipartimento ritiene opportuno proporre al Ministro, e quindi al Governo, un intervento strutturale sia per quanto riguarda il personale, sia per quanto riguarda l'organizzazione, tenuto conto che, com'è stato detto dagli altri colleghi, quel 7-8 per cento di carenza organica è praticamente un dato statistico che non tiene conto del fatto che in molti uffici dell'Italia centro settentrionale la carenza raggiunge il 30-40 per cento.
LUCA RODOLFO PAOLINI. Vorrei fare una domanda generale: una delle cause delle disfunzioni del nostro sistema riguarda il problema delle notifiche. Il servizio notifiche oggi è estremamente farraginoso ed anche costoso sul piano economico.
Mi risulta che in Francia, invece, sia stato appaltato a privati, nel senso che gli ufficiali giudiziari sono dei liberi professionisti paragonabili ai nostri notai, come ordinamento. Vorrei sapere se il Ministero ha allo studio qualcosa del genere per contribuire a risolvere questo problema.
Vorrei, inoltre, un'informazione. Il differenziale fra magistrati in servizio effettivo e il totale dei magistrati a ruolo è poco meno del 10 per cento; 9.238 magistrati in servizio effettivo a fronte di 10.151 in pianta organica. Vorrei sapere quali sono le principali attribuzioni o funzioni che svolgono questi mille magistrati che non sono in servizio effettivo, oppure dove posso reperire questa notizia.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Paolini, anche per l'efficace sintesi. Approfittando della presenza del dottor Caldarera, concluderei la serie di domande chiedendo quali sono gli obiettivi che perseguite per la giustizia minorile. Vi chiedo di farci una sintesi su questo tema e poi, ricollegandomi alla domanda dell'onorevole Capano,
rivolgo la sua stessa domanda sul processo telematico al consigliere Brescia.
Per quanto concerne le risposte, presidente Birritteri, può darle ovviamente ciascuno di voi in base alla propria competenza, oppure potete fare una sintesi.
LUIGI GIUSEPPE BIRRITTERI, Capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia. Sul servizio notifiche risponderanno la collega Saragnano e il collega Sergio Brescia, che si occupano delle notifiche telematiche.
In merito a cosa facciano i mille magistrati in organico, ma non in servizio, il problema è che questi mille magistrati non ci sono: corrispondono, infatti, ad un vuoto di organico.
Sul fondo di rotazione rispondo molto rapidamente all'onorevole Vitali, rispondendo così anche ad una parte della domanda dell'onorevole Lo Presti, che una parte delle somme di beni confiscati dovrebbe andare al fondo di rotazione. Questo, però, è gestito interamente dal Ministero dell'interno. Se c'è bisogno di qualche altra risposta tecnica può dare i suoi chiarimenti il dottor Belsito, che è lo specialista del bilancio.
Quanto alla difficoltà di recuperare le somme dovute per pene pecuniarie e quant'altro, si tratta di una difficoltà oggettiva che però è derivata soprattutto dal fatto che questi soldi non sono mai stati chiesti in maniera immediata, scaricandosi di conseguenza anche sulle difficoltà di revisione e sul tribunale di sorveglianza. Infatti le spese di lite e i risarcimenti vengono pagati solo da quegli imputati che chiedono la riabilitazione al tribunale di sorveglianza. In quel caso si trovano.
Avendo oggi una società che lucra sull'aggio, cioè su quello che riesce a recuperare, si auspica che, invece, tali recuperi possano essere più efficienti.
Alla domanda dell'onorevole Vitali che, come lui stesso dice, è semplice e difficilissima allo stesso tempo, rispondo che, con riferimento al personale e all'organizzazione, il mio ufficio sta monitorando la possibilità di «dimagrire». Il progetto di ridisegno delle circoscrizioni giudiziarie è una battaglia che dura da cinquant'anni. È una cosa su cui mi impegnerò e proporrò un monitoraggio; ovviamente la scelta, poi, non potrà essere che politica. Tecnicamente, sono pronto a ridistribuire sul territorio sia i giudici di pace che i vari tribunali.
Sui monitoraggi, sicuramente ci stiamo organizzando.
Sul personale, l'organizzazione riguarda la sua riqualificazione. Credo che questa sia la nostra occasione. Forse non sono stato sufficientemente esaustivo, per ragioni di sintesi, perché volevo dare spazio anche agli altri. Il problema del recupero delle somme è soltanto parziale; la vera idea vincente è che Equitalia Giustizia gestisce somme che di per sé - abbiamo fatto dei calcoli, non sono ipotesi ma dati certi - dovrebbero produrre, a stare fermi, un differenziale di utile di circa 37 milioni di euro.
La questione funziona così: le somme che vengono trasferite a Equitalia Giustizia vengono gestite meglio rispetto al monte di interessi che in teoria competono anche a coloro ai quali le somme vanno restituite. Se devo restituire una somma confiscata, il soggetto che ha subito il sequestro dovrà vedersi restituiti, oltre al capitale, anche gli interessi.
Abbiamo avuto l'idea di far investire da Equitalia questi soldi e, al netto degli interessi che deve restituire e dell'aggio per i suoi costi, abbiamo calcolato che le rimane un 2 per cento; su quella cifra, fate voi un po' i conti: siamo intorno ai 35-40 milioni di euro di interessi. Equitalia investe perché i soldi passano di proprietà, sono dello Stato e gestiti da Equitalia Giustizia; quindi è un modo per movimentare.
All'onorevole Melis, che mi chiede del concorso annuale, posso dire che noi abbiamo «un'emorragia» derivante da pensionamento e da rinunce intorno ai 180-200 posti l'anno. Posso anche dire che l'esperienza mi insegna che questo è un buon numero per poterlo integrare con un concorso annuale, che è una scommessa
su cui io metto la mia faccia. È una cosa in cui credo, ci sto lavorando, il progetto è concreto.
Debbo però ricordare che non è soltanto una mia idea: l'obbligo deriva dalla legge, dall'articolo 1 del decreto legislativo n. 160 del 2006 nel quale si dice che un concorso per esami deve essere bandito con cadenza annuale. In questi ultimi due anni questo articolo della legge è rimasto lettera morta; io, invece, intendo rivitalizzarlo, perché credo fermamente che alle scuole, alla preparazione e al senso di disagio dei giovani aspiranti colleghi vada data una risposta.
L'onorevole Melis ha notato una diminuzione di stanziamento di bilancio per la Scuola superiore. Su questo aspetto, con la scuola di Bergamo abbiamo già lavorato, mentre per le altre due scuole siamo ancora fermi. Non spetterebbe a me dare una risposta, anche perché questa è una risposta politica, ma è ovvio che, se vi saranno delle modifiche dell'assetto costituzionale, poi bisognerà anche rivedere il meccanismo di formazione per pubblici ministeri e giudici.
Do questa notizia più in veste di magistrato, in quanto, ripeto, non compete a me dare questo tipo di risposte.
Quasi tutti mi avete chiesto della esigenza di riqualificazione, della riproduzione e dei tagli che hanno colpito le qualifiche superiori. Essendo questa una scelta operata dal precedente capo dipartimento, il 6 gennaio scorso, verrebbe comodissimo rispondere dicendo è una sua responsabilità e che io sono arrivato trovando le cose fatte.
Debbo dire, però, con tutta onestà, che era una scelta che non poteva essere diversa. Abbiamo tagliato alcuni posti di apicali, che proveremo a recuperare; il nostro intento tuttavia era quello di mantenere la funzionalità dell'assistenza all'udienza, la quale, tagliando questo tipo di incarichi, rimane garantita (come del resto la dottoressa ben sa, coadiuvando il consiglio).
La formazione dei magistrati in servizio è attualmente garantita in regime di prorogatio dal Consiglio superiore, che ha una struttura di formazione professionale molto efficiente - che il mondo e l'Europa ci invidiano - e che continua ad operare fino a che non sarà interamente sostituita con la Scuola della magistratura.
Rispondo all'onorevole Capano sulla decurtazione: il miliardo di euro decurtato alla giustizia, debbo essere franco, non risulta. Nel 2008 i tagli dell'intero Dicastero sono stati di 208 milioni di euro, e non per un miliardo. I tagli ai beni e servizi sono quelli di cui ho parlato all'inizio del mio intervento: per quanto riguarda il DOG, il dipartimento che dirigo, si passa da 98 a 86 milioni di euro, con una decurtazione del 12,5 per cento.
Per quanto concerne il fondo de iure condendo, l'espressione è bellissima ma non condivisibile, perché, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della direttiva, il fondo deve avere per legge il trasferimento di queste risorse. Il problema, semmai, verrà dopo, nel senso che, trasferite queste risorse, cominceremo a lucrare quanto si deve per interessi. Annualmente, poi, bisogna fare con il Ministero dell'economia ed il Ministero dell'interno il piano di riparto di ciò che possiamo incassare.
Il fondo funziona così: tutti i soldi verranno gestiti; e una parte di questi proventi saranno anche incassati. Per quanto riguarda la quantità di denaro e la percentuale che incasserà la giustizia, la legge prevede una distribuzione fatta con decreto ministeriale annuale. Pertanto, semmai l'incertezza è su quella percentuale, non certo sull'incasso delle somme.
Presidente, se me lo consente, cederei la parola alla collega Saragnano per le risposte che competono al suo dipartimento.
PRESIDENTE. Direi che a questo punto ciascuno potrà dare una risposta secondo la propria competenza.
MARIA TERESA SARAGNANO, Vice capo dipartimento vicario dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero della giustizia. Per quanto riguarda le domande che attengono alla competenza del dipartimento
per gli affari di giustizia, una delle prime domande che sono state formulate ha riguardato il capitolo per il patrocinio a spese dello Stato i cui costi, nell'anno 2007, ci risultano essere stati pari a 115 milioni di euro.
Si tratta, effettivamente, di un meccanismo che, pur collocando il nostro Paese all'avanguardia nel contesto europeo - per la sensibilità dimostrata nei confronti dei meno abbienti, garantendo in tal modo un accesso non limitato soltanto alle classi economicamente più solide - mostra tuttavia profili di una certa complessità e richiede sicuramente la valutazione di eventuali eccessi di spesa che, probabilmente, necessitano di una riflessione.
Il dipartimento avvierà sicuramente tale riflessione, sebbene anche in questo contesto non si tratti di una scelta squisitamente tecnica, ma politica.
Per quanto riguarda la domanda dell'onorevole Contento sui tagli del bilancio e sugli effetti che hanno nei confronti dei potenziali creditori, pubblici o privati, purtroppo non posso che confermare la sua ipotesi: questi creditori ci sono e, a causa loro, siamo sicuramente soggetti a precetti e pignoramenti.
Il collega Birritteri ha già illustrato le lodevoli iniziative legislative volte alla tutela delle somme versate periodicamente agli uffici giudiziari per il loro funzionamento. Ciò nonostante, tali uffici rischiano quotidianamente di essere aggrediti dai creditori, che spaziano sulle somme destinate alla funzionalità degli uffici giudiziari, siano essi creditori con riguardo alle spese di giustizia, sia con riguardo ai contratti posti in essere dal dipartimento per l'organizzazione giudiziaria piuttosto che dal dipartimento per la giustizia minorile.
Per quanto riguarda i capitoli in gestione al dipartimento per gli affari di giustizia, il maggior numero di pignoramenti riguarda il capitolo 1264 (il cosiddetto capitolo «legge Pinto»), che si occupa del pagamento dei decreti pronunziati per effetto della legge n. 89/2001.
Rispondo all'onorevole Paolini sul problema delle notifiche. In effetti, questo è un problema affrontato più volte anche dal Parlamento, nel tentativo di trovare una soluzione. L'ultima ipotesi è quella di riconoscere un intervento forte all'ente Poste, affidando le notifiche al sistema postale. Allo stato, questa è la soluzione che consente di gestire al meglio il servizio, pur con le notevoli difficoltà che ci sono.
È in corso di completamento, essendo stata inviata alla Corte dei conti per il necessario controllo, una convenzione con l'ente Poste per cercare di disciplinare nel modo più corretto e conveniente per le entrambe amministrazioni la gestione delle notifiche.
Spero di essere stata esauriente e rimango comunque a vostra disposizione.
SERGIO BRESCIA, Direttore generale per i sistemi informativi automatizzati del Ministero della giustizia. Signor presidente, onorevoli deputati, ringrazio per questo invito che mi permette di interloquire direttamente con il Parlamento e di fornire notizie che spero saranno utili.
Devo dire che, per noi della direzione informatica, il problema dei finanziamenti non è una novità. Da anni - direi da sempre - combattiamo con questo problema: prima per ragioni tecniche, perché un tempo non eravamo centro di spesa; poi perché gli stanziamenti sono man mano diminuiti. Questo ci ha rafforzati e ci ha reso, sotto certi aspetti, virtuosi.
Su questo aspetto vorrei sottolineare soltanto un problema di carattere tecnico: per quanto riguarda le spese di funzionamento - il capitolo 1501 -, noi dovremmo assumere degli impegni pluriennali per il funzionamento della rete, della posta elettronica e dell'assistenza.
In questi anni, il dipartimento ha integrato il capitolo con assegnazioni di parte del fondo di giustizia e del fondo dei consumi intermedi. Ciò ci ha permesso di andare avanti. Questa assegnazione, però, avviene ad anno finanziario iniziato, e questo comporta l'impossibilità da parte nostra di assumere gli impegni pluriennali di cui parlavo, creandoci problemi di carattere organizzativo. A parte questo, dal
punto di vista generale, grazie a questi interventi, riusciamo in ogni caso a lavorare.
Poiché il nostro settore non ha i medesimi problemi legislativi degli uffici giudiziari e della loro distribuzione e dato che la carenza di fondi, come dicevo, ci ha resi necessariamente virtuosi, abbiamo immaginato di concentrare nelle sedi di distretto delle Corti di appello tutte le sale server, il che significa passare da circa 200 sale server a 26, diminuendo in tal modo il numero di server su cui dobbiamo fare assistenza.
Se si calcola che le spese di assistenza sono proporzionate al numero dei server e al numero dei siti da assistere, potete capire facilmente che, quando avremo completato questo dispiegamento distrettuale, la previsione di scendere dai 42 milioni di euro dello scorso anno ai meno di 20 milioni di euro a regime, non è assolutamente infondata.
Questo passaggio comporta certamente alcune necessità sulla parte intermedia che, come ho detto, saranno probabilmente coperte, come negli altri anni, dal dipartimento, con una assegnazione dei fondi di consumi intermedi.
Questo passaggio comporta ovviamente una spesa di investimenti, perché i sistemi su base distrettuale sono sicuramente più complessi e quindi necessitano di una struttura più solida.
Devo però far notare, inoltre, che in questi anni l'informatica è stata finanziata soprattutto non tanto dal fondo del bilancio dello Stato, quanto dai fondi che abbiamo recuperato in sede di assegnazione dei fondi europei, i cosiddetti PON Sicurezza (Programma Operativo Nazionale), il che ci ha permesso di coprire tutte quante le spese di investimento nel sud Italia e le spese distribuite dalle regioni. L'anno scorso i fondi avuti dalle regioni del sud sono stati quasi pari ai fondi avuti dallo Stato.
Noi ci auguriamo che l'accordo, previsto entro la fine del mese, fra il Ministero della funzione pubblica e il Ministero della giustizia contribuisca a fornire ulteriori fondi per gli investimenti, dato che la finalità di questa convenzione è proprio quella di facilitare gli investimenti e il miglior funzionamento della giustizia.
Per quanto riguarda il processo civile telematico e la sua diffusione è vero che, allo stato attuale, per i decreti ingiuntivi è attivo con funzioni legali soltanto il tribunale di Milano. Tuttavia, è alla mia firma il decreto per avviare il processo telematico per i decreti ingiuntivi a Napoli (sto attendendo una relazione da parte del presidente del tribunale, per poi dare corso).
Inoltre, pensiamo di avviare il processo telematico, fra la fine di quest'anno e l'inizio dell'anno prossimo, anche nei due distretti lombardi di Corte di appello (Milano e Brescia); infine sono pronti per la partenza del processo telematico anche i tribunali di Catania, Bologna, Genova, Padova e Torino. Queste attività sono quindi già programmate, hanno la loro copertura e quindi andranno avanti.
A queste attività ha dato un grandissimo impulso il recente decreto-legge che ha istituito la notifica telematica obbligatoria fra gli uffici giudiziari e i professionisti. Grazie a questo pensiamo di far dotare tutti i professionisti di una casella di posta certificata per il processo telematico e, quindi, attraverso questo primo nucleo, di diffondere il processo telematico in tutta Italia.
I biglietti di cancelleria assorbono, allo stato, circa un terzo dell'attività delle cancellerie civili degli uffici giudiziari. Questa attività d'ora innanzi potrà essere svolta automaticamente dalla macchina. Per esemplificare: il cancelliere scrive sul registro che è stata pubblicata l'ordinanza; ne acquisisce il documento al sistema informatico, e il solo fatto che l'ordinanza sia stata pubblicata significa, per il sistema, l'ordine di mandare l'avviso a tutti gli avvocati costituiti, senza alcun intervento umano e alleggerendo così la parte di lavoro che grava sugli ufficiali giudiziari, i quali possono dedicarsi ai pignoramenti e, quindi, all'esecuzione, attività che in questo momento è molto trascurata.
L'onorevole Contento ha chiesto di conoscere i dati disaggregati relativi alle spese. Con il completamento del sistema informatico del settore penale e l'integrazione dei vari sistemi, avremo collegato le spese di giustizia al registro di cancelleria del sistema penale, il che ci consentirà di estrarre dal registro i dati precisi riguardanti le spese di ciascun processo - quindi il totale delle spese di ciascun ufficio -, e di avere dei dati ben precisi di tutto questo.
Il presidente Birritteri su questo mi rimprovera, dicendo che le promesse sono troppa poca cosa.
Anch'io sono stanco di promettere a me stesso di vedere realizzate queste cose, quindi mi sono dato una scadenza: tra un anno scade il mio incarico di direttore generale e voglio ritirarmi avendo realizzato questo progetto.
PRESIDENTE. A questo punto può intervenire il dottor Caldarera, ma ovviamente potete scegliere voi l'ordine degli interventi, secondo competenza
EMANUELE CALDARERA, Direttore generale della Direzione delle risorse materiali, dei beni e dei servizi del Ministero della giustizia. Signor presidente, onorevoli deputati, grazie per l'invito. Innanzitutto rispondo alla richiesta del presidente Bongiorno di illustrare brevemente le funzioni della giustizia minorile, un mondo piuttosto sconosciuto ai più.
Il dipartimento per la giustizia minorile si occupa in particolare dell'attuazione dei provvedimenti penali emessi dall'autorità giudiziaria minorile. Ha poi dei compiti generali in materia di sottrazione internazionale e di protezione giuridica dei minori. Queste sue funzioni lo accomunano, in qualche modo, al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, non fosse altro che per la parte relativa al trattamento, che prevede anche la reclusione in carcere.
La reclusione in carcere, però, nel sistema minorile è l'extrema ratio e, soprattutto, è una misura cautelare che viene utilizzata soltanto nel periodo intercorrente tra il fermo e il processo, quando esistono i motivi perché questo sia previsto.
La detenzione in carcere, pur diffusa su diversi istituti a livello nazionale - gli istituti giudiziari penitenziari minorili sono circa 18 - non ha un numero rilevante di presenze, ma comporta un'attività trattamentale altissima, così come altissimo è il numero dei minori che, su provvedimento della magistratura, sono posti in comunità - principale rimedio conosciuto dalla giustizia minorile - e in percorsi di locazione e di recupero dei minorenni.
Tanto per essere sintetici, anche sul dipartimento della giustizia minorile la previsione di bilancio dell'anno 2009 interviene con un taglio che, complessivamente, si attesta all'incirca sul 18,70 per cento. Considerati i ridotti numeri della giustizia minorile - stiamo parlando di una previsione di bilancio di 142 milioni di euro contro un consolidato 2008 di 174 milioni - questa riduzione del bilancio provoca sicuramente qualche problema.
Questa preoccupazione, però, può essere in qualche modo calmierata sia dalla previsione del presidente Birritteri - il fondo de iure condendo con cui si potrebbe avere un beneficio, soprattutto per i capitoli di funzionamento -, sia dal fatto che il capitolo più sofferente, ovvero quello del collocamento obbligatorio dei minori in comunità, è, per l'appunto, un capitolo obbligatorio. Quindi anche in caso di incapienza di bilancio il Ministero del tesoro provvede al suo finanziamento con rimesse periodiche, per il ripristino e la collocazione dei minori in comunità.
PRESIDENTE. A questo punto darei la parola al presidente Birritteri per la sintesi finale.
LUIGI GIUSEPPE BIRRITTERI, Capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia. Vorrei dare ancora alcune veloci risposte. Due all'onorevole Ferranti: la prima riguardo ai concorsi in magistratura e alla possibilità di assunzione; la seconda, sul personale.
Ribadisco che, per quanto riguarda i concorsi, stiamo esaurendo la procedura - questione di giorni - per far partire gli orali di un concorso a 350 posti; poi ce n'è uno a 500 posti, già bandito, le cui prove scritte si terranno nella settimana che va dal 17 di novembre in poi; infine, ce n'è uno che dovremmo bandire in tempi brevi.
Malgrado il vincolo di bilancio che ci deriva dall'articolo 66 comma 7 del decreto-legge 112/2008 - se mi è consentito fare questa osservazione - nulla ci vieta di spalmare le assunzioni, facendo oggi il concorso e assorbendo le assunzioni nell'ambito del triennio, così da arrivare a una scopertura che, a fine del 2012, dovrebbe essere intorno a 583 magistrati mancanti.
Onestà intellettuale impone che io sottolinei come il dato statistico di 180-200 magistrati l'anno in pensione, non tenga conto di un fattore di straordinarietà insito nella temporaneità degli incarichi direttivi. Infatti, almeno per il prossimo anno, non sappiamo quante saranno le unità in più di magistrati che - avendo perso il posto direttivo e non essendo disponibili a tornare a fare i giudici, ossia i soldati semplici -, potrebbero andare in pensione.
L'esempio classico è il presidente di sezione della Corte d'appello di Roma, che ha 73 anni ed è presidente di sezione da vent'anni; difficilmente tornerà a fare il consigliere e, non potendo partecipare a concorsi perché gli manca il quadriennio, si metterà in pensione. Quanti sono questi magistrati non lo sappiamo, però non credo che siano tantissimi.
Contiamo poi sul fatto che il Parlamento, ovviamente su proposta del Governo, ci dia una deroga per procedere all'assunzione più veloce del personale di magistratura, che del resto è sempre un numero limitato di soggetti.
Quanto al personale amministrativo e ai tagli delle piante organiche - rispondo contemporaneamente sia all'onorevole Contento che all'onorevole Ferranti - ribadisco che, innanzitutto, il progetto di nuova pianta organica è alla Funzione pubblica.
Quando il Ministero della funzione pubblica ce lo restituirà, sarà nostra competenza, fermo il numero delle piante organiche, procedere alla ricollocazione delle caselle, tenendo conto non soltanto del dato oggettivo della scopertura, che potrebbe essere fuorviante, ma anche del dato relativo al carico di lavoro e all'effettiva operatività del tribunale. Mi spiego meglio: una scopertura del 40 per cento del personale ausiliario impatta diversamente a Gela rispetto a Vercelli, per fare un esempio. Il calcolo dovrà essere fatto tenendo conto del rapporto rendimento-processo. Abbiamo pensato di fare così.
Sulla mobilità, poi, è stato fatto un interpello che io, sinceramente, non avrei mai fatto, perché bastava fare un conto della provenienza geografica del personale ausiliario per capire quale era la sorte di questo interpello: l'ottanta per cento dei dipendenti del nord avrebbe chiesto di andare a sud, ed è stato così.
Ovviamente, questo interpello sulla mobilità non ha più ragion d'essere, perché superato dai fatti. È stato sospeso ma, verosimilmente, bisognerà valutare di non mandarlo avanti se prima non abbiamo la pianta organica, altrimenti rischiamo di trasferire in un posto che non c'è più una persona che ha diritto al trasferimento.
Rispondo ancora all'onorevole Contento riguardo ai 644 milioni di euro da recuperare. Debbo dire che il dato è riferito al solo 2007, e queste sono somme che ogni anno si rimpinguano. Riguardo alle ispezioni - se ho capito male la sua domanda, mi correggerà - lei chiede come mai non ci sia stata una punizione, una verifica, un procedimento disciplinare, o un piano di ispezioni. Per la verità, le ispezioni da noi sono ordinarie, con cadenza triennale; il nostro ispettorato monitora gli uffici ma, in relazione purtroppo alle carenze di organico che ci sono, è difficile punire un cancelliere che magari si occupa contemporaneamente dell'ufficio corpi di reato, dell'ufficio recupero somme e poi magari se ne va in udienza, poi fa assistenza al carcere.
Bisogna anche tener conto che noi abbiamo una conflittualità giuridica e un
grande livello di contenzioso per tutti i dipendenti «costretti» a esercitare mansioni superiori. Se oltretutto li puniamo perché non svolgono il loro lavoro mentre suppliscono alle deficienze del personale, probabilmente facciamo un'operazione che non è utile ai fini del recupero.
Invece - e così rispondo ancora una volta all'onorevole Ferranti - io mi batterò perché passi una linea di copertura politica che mi consenta di premiare la professionalità di quanti, con questo Fondo unico di giustizia, si impegneranno e riusciranno a recuperare risorse, magari con progetti da portare avanti dopo l'orario di lavoro. Allora sì che, in questo caso, bisogna incentivare il personale, in luogo di punirlo.
Signor presidente, sono più favorevole a premiare in maniera positiva che non per le punizioni, che molto spesso non hanno efficacia.
All'onorevole Capano, riguardo alla domanda sull'ufficio del processo, vorrei segnalare che il Progetto buone pratiche non ha nessun bisogno di essere finanziato dal nostro bilancio, perché accede ai fondi europei con una apposita segreteria tecnica, un'unità strategica già presente nel nostro dipartimento.
L'ultima notazione è rivolta all'onorevole avvocato Mantini, e riguarda il piano di convenzione con le regioni. Con le regioni stiamo lavorando, ci stanno aiutando anche nel Progetto buone pratiche perché sono loro che indicono i bandi per il progetto.
Il profilo delle regioni, come è a tutti noto, è estremamente variegato; io attiverò personalmente un piano di convenzioni che, tendenzialmente, coinvolgerà tutte le regioni, fra le quali ce ne sono poi di più o meno sensibili alle tematiche istituzionali del mondo della giustizia.
Tuttavia, posso già dire, ad esempio, che è sostanzialmente pronta una convenzione con la regione Sicilia. Anche grazie ad una maggioranza più omogenea rispetto a quella del Governo statale, abbiamo in quella sede sicuramente maggiore spazio per poterla approvare.
Certo, per noi, avere risorse senza doverle pagare significa avere un doppio vantaggio. Possiamo recuperare il sistema complessivo, sfruttando il surplus di personale nelle regioni; normalmente, si tratta di personale impiegato male, magari con una buona formazione e un livello di istruzione scolastica piuttosto elevato. Così facendo, da noi lavora.
Mi dispiace che il sottosegretario Caliendo, con il quale stiamo lavorando, sia andato via; è lui che ha la delega dell'organizzazione giudiziaria, e lavoriamo a stretto contatto anche per, mi si passi il termine, «inventarci» soluzioni alternative a costo zero.
Vorrei fare quasi una provocazione: dovranno pure fare qualcosa, in termini formativi, tutte le decine di migliaia di praticanti che vagano ogni giorno nelle aule dei tribunali. Chissà che non si possa trovare una soluzione alternativa anche a questo.
A me è un'idea che piace, io mi sforzo sempre di cercare soluzioni nuove, magari a costi contenuti. Poi, ovviamente, sarà il Ministro a darmi direttive politiche in questo senso. Speriamo bene.
PRESIDENTE. Vi ringrazio. L'onorevole Ferranti ha chiesto di poter intervenire brevemente e così il dottor Belsito, direttore generale del bilancio.
GIUSEPPE BELSITO, Direttore generale del bilancio del Ministero della giustizia. Vorrei fare un'ultima puntualizzazione che riguarda gli allegati alla tabella 5, relativi allo stato di previsione di spesa del Ministero della giustizia, laddove sono riportate le unità e le previsioni di spesa del personale in servizio presso l'amministrazione della giustizia.
È stato detto che c'è un dato anomalo riguardo agli stipendi del personale delle cancellerie e segreterie giudiziarie, laddove le 40.000 unità di personale in servizio all'inizio dell'anno di riferimento del bilancio, aumentano a fine anno a 43.402.
Premetto che le previsioni di spesa, che riguardano il personale di tutti i ministeri, vengono fatte sulla base dell'organico di
fatto, cioè del personale in servizio, e non di quello di diritto quindi si tiene conto esclusivamente del personale in servizio.
L'aumento finale è dovuto a due fattori: all'inserimento dei lavoratori socialmente utili e al fatto che, nel capitolo che riguarda gli stipendi del personale delle cancellerie e segreterie giudiziarie, sono stati inseriti per la prima volta anche gli ufficiali e gli aiutanti ufficiali giudiziari, che fino al 2008 avevano un capitolo a parte ma che, a partire dal 2009, verranno inseriti nel capitolo generale dei cancellieri e segretari giudiziari.
DONATELLA FERRANTI. Vorrei chiedere un chiarimento, riallacciandomi credo anche a quanto detto dall'onorevole Capano, perché forse non siamo stati chiari. Ho sentito dire che c'è la volontà di «inventare» dei meccanismi; in realtà, già nella legislatura precedente mi risulta che sia stato presentato e finanziato l'Ufficio del processo (potrei sbagliarmi, vi chiedo conferma).
Pertanto, non c'è da inventarsi niente perché questo Ufficio del processo prevede già l'utilizzazione dei praticanti, di coloro che devono fare stage, di persone che affiancano la segreteria e, quindi, al Capo del dipartimento pongo la seguente domanda, che era poi anche quella posta dall'onorevole Capano: questo Ufficio del processo - di cui, tra l'altro, mi risulta si sia iniziato a discutere al Senato, alla Commissione giustizia - è finanziato?
LUIGI GIUSEPPE BIRRITTERI, Capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia. Posso anche anticiparle che con la VII commissione del Consiglio superiore stiamo collaborando per l'organizzazione di questo Ufficio.
DONATELLA FERRANTI. La collaborazione con il Consiglio superiore della magistratura è una cosa, e riguarda la questione organizzativa attraverso circolari e direttive. La mia domanda, invece, è specifica: è finanziato o non è finanziato?
Vorrei porre una seconda domanda specifica, cui mi pare abbia già in parte risposto il dottor Brescia (sicuramente non ho capito io). Prima ha detto che c'è una difficoltà nel far fronte ai contratti pluriennali, quindi anche in tema di assistenza informatica; poi ha detto che, in qualche modo, a tale difficoltà si farà fronte. Vorrei avere qualche chiarimento più specifico su questa problematica.
Infine, vorrei fare una domanda di chiusura. Sono stati fatti dei tagli, che il Capo dipartimento ha quantificato e sono oggettivamente indicati in questa relazione. La mia domanda è molto semplice, come domanderebbe un cittadino: ritenete che, sulla base di questi tagli, a parte le vostre idee programmatiche, a partire da questo autunno ci saranno problemi anche sulle spese correnti degli uffici giudiziari, oppure no?
Voi affronterete questo problema per primi, ma poi ci sarà l'impatto sugli uffici giudiziari, e quindi riguarderà anche noi. Pertanto, vorremmo capire se ritenete che questa impostazione della previsione di spesa, sia pur ridotta in un momento di crisi, sia adeguata o meno al sostegno delle spese correnti e delle spese di programma medio per il funzionamento della giustizia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di poter intervenire ancora l'onorevole Contento. Faccio presente che, dopo questo intervento, vorrei dare spazio alle conclusioni, perché alle 16 si svolgerà in Aula un'informativa urgente sui recenti episodi di intolleranza e di violenza di matrice xenofoba o razzista.
MANLIO CONTENTO. Rivolgo a lei, presidente, la prima richiesta: gradirei che il prospetto di cui si è parlato, e che è stato inviato alla Funzione pubblica, una volta formalizzato fosse trasmesso alla Commissione, perché i criteri non mi sono chiari.
Per quanto concerne la mia domanda sul personale della sanità penitenziaria, avevo chiesto come mai nel prospetto a cui ho fatto riferimento, su 1.700 dipendenti 180 risultano ancora a carico del sistema
giustizia. Credo che qualcuno sappia darmi sicuramente una risposta.
In relazione al personale, probabilmente avevo capito male perché il Capo del dipartimento ha fatto riferimento a un numero diverso di dipendenti in servizio; il primo dato del prospetto è riferito al 31 dicembre 2008; il secondo, chiaramente, non può che essere previsionale, trattandosi di un bilancio di previsione. Il tema è diverso: quanti dipendenti ci sono in servizio effettivo? Sono questi 40.159 che comprendono gli ufficiali giudiziari? Direi di no, perché la modifica è stata fatta nel corso del 2008, quindi probabilmente sono 40 mila più gli ufficiali giudiziari. Vorrei capire quale sia la situazione.
PRESIDENTE. Sono così conclusi gli interventi. Se siamo in condizione di fornire, adesso o in seguito, la tabella alla quale ha fatto riferimento l'onorevole Contento, la metteremo a disposizione della Commissione. Come presidente, faccio questa richiesta a nome dell'onorevole Contento. Concludiamo con le risposte alle domande poste dai colleghi Contento e Ferranti.
LUIGI GIUSEPPE BIRRITTERI, Capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia. L'Ufficio del processo è finanziato con quel famoso aumento del contributo unificato che purtroppo non si riesce a far funzionare, e per il quale abbiamo suggerito a questa stessa Commissione alcune modifiche normative. Era un finanziamento apposito, con un ulteriore aumento.
Onorevole Contento, forse non ci intendiamo: lei parla di personale del DAP, Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, che è un personale grosso modo equivalente a quello che gestisce il DOG - credo sia sempre nell'ordine delle 45 mila persone - ma che non ha nessuna attinenza con il mio dipartimento. Io ho parlato solo di dati relativi al personale amministrativo e agli ufficiali giudiziari.
MANLIO CONTENTO. Scusi, presidente, non vorrei interloquire, ma la mia domanda è molto semplice: il prospetto cui ho fatto riferimento parla di unità stipendi personale delle cancellerie e segreterie giudiziarie. Il dato di sinistra dice 40.159 unità al 31 dicembre.
LUIGI GIUSEPPE BIRRITTERI, Capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia. Lì parliamo di cose che ci riguardano.
MANLIO CONTENTO. Ecco, di quello sto parlando, non di altro.
LUIGI GIUSEPPE BIRRITTERI, Capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia. No, siccome sentivo dei medici e....
PRESIDENTE. Evitiamo queste interlocuzioni.
MANLIO CONTENTO. Se lo sa mi risponda, se no chieda al dipartimento competente.
LUIGI GIUSEPPE BIRRITTERI, Capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia. Sul mio dipartimento posso fornirle il dato alla virgola, ma - ribadisco - mi è stata fatta una domanda riferita al personale della sanità del dipartimento della polizia penitenziaria, e questo non è di mia competenza.
PRESIDENTE. La domanda del DAP la porremo martedì al Ministro, non so se verrà da solo o con altri. Le chiedo di rispondere sulla parte relativa al DOG.
LUIGI GIUSEPPE BIRRITTERI, Capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia. I dipendenti del DOG
- esclusi gli ufficiali giudiziari - presenti ad oggi sono 40.598. Il dato indicato sul prospetto è meno aggiornato. La pianta organica precedente prevedeva 47.366 posti teorici, ai quali andranno sottratti i 3.200-3.300 che, come abbiamo detto, saranno il frutto del taglio.
Questi sono dati assolutamente oggettivi. Poi, le due voci contrastanti in questa tabella derivano, come ha detto il dottor Belsito, dall'annullamento della voce autonoma sugli ufficiali giudiziari. La discrasia deriva esclusivamente da questo.
PRESIDENTE. Ringrazio gli auditi per la loro partecipazione e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15,45.