Sulla pubblicità dei lavori:
Cirielli Edmondo, Presidente ... 2
Audizione del sottosegretario di Stato per la difesa, Guido Crosetto, sulle iniziative volte allo sviluppo dell'Istituto geografico militare e dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Cirielli Edmondo, Presidente ... 2 6 8
Bosi Francesco (UdC) ... 7
Chiappori Giacomo (LNP) ... 6
Crosetto Guido, Sottosegretario di Stato per la difesa ... 2 6
Di Stanislao Augusto (IdV) ... 6
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per l'Autonomia: Misto-MpA; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: (Misto-RRP).
Resoconto stenografico
AUDIZIONE
La seduta comincia alle 15,10.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del sottosegretario di Stato per la difesa, Guido Crosetto, sulle iniziative volte allo sviluppo dell'Istituto geografico militare e dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze.
Prima di dare la parola al sottosegretario Crosetto, che ringrazio per la sua sentita partecipazione, ricordo che il 17 e 18 marzo 2009 una delegazione della Commissione - guidata dal presidente e composta dai deputati Bosi, Chiappori, Di Stanislao e Mazzoni - si è recata in missione presso il citato istituto, nonché presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze.
Do la parola al sottosegretario Crosetto.
GUIDO CROSETTO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Signor presidente, onorevoli colleghi, voglio innanzitutto ringraziare per l'invito rivoltomi che mi consente di illustrare la posizione del dicastero in merito alle iniziative volte allo sviluppo dell'Istituto geografico militare (IGM) e dello Stabilimento chimico farmaceutico di Firenze (SCFM).
Prima di entrare nella specifica trattazione dell'argomento, vorrei precisare che l'adozione del modello di difesa a 190 mila unità, conseguente al quadro normativo in materia di professionalizzazione delle Forze armate, ha comportato, sin dal 2001, un processo di ridimensionamento e di razionalizzazione delle componenti operative, logistiche e di formazione delle singole Forze armate.
Tra l'altro, è stata prevista la valorizzazione delle specificità delle stesse, con particolare riferimento alle strutture di eccellenza, fra le quali vanno annoverati sia lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, sia l'Istituto geografico militare. Quest'ultimo, insieme all'Istituto idrografico della Marina (IMM) di Genova e al Centro informazioni geotopografiche aeronautiche (CIGA), che ha sede a Pratica di Mare, costituisce l'insieme degli enti della Difesa che operano nel settore della geo-cartografia militare.
Tale processo e le soluzioni inizialmente individuate hanno ovviamente risentito dei condizionamenti dovuti alla non favorevole congiuntura economica. Ovviamente, questo discorso è valido anche con riferimento ad entrambi gli enti in questione per cui, ad esempio, per mancanza delle necessarie risorse, non si è potuto procedere all'attuazione delle soluzioni a suo tempo individuate per i progetti
di riordino del comparto geografico nazionale e il contestuale riassetto della struttura geografica militare.
Passo ora a esaminare la situazione particolare dei due enti.
Per quanto riguarda l'Istituto geografico militare, occorre evidenziare che le sue attività sono organizzate principalmente in due macroaree: quella militare e quella civile.
Per quanto concerne la macroarea militare, l'Istituto, in qualità di ente della Forza armata Esercito, fornisce supporto geo-cartografico a enti, comandi e unità dell'Esercito italiano e dell'amministrazione Difesa per le esigenze di pianificazione, nonché per le attività operative e addestrative e di impiego di nuclei Geo-Tac-Print (supporto cartografico in teatro operativo) in missioni e operazioni al di fuori dei confini nazionali.
Per ciò che attiene, invece, alla macroarea civile, in qualità di ente cartografico dello Stato - ai sensi della legge n. 68, del 2 febbraio 1960 - l'Istituto fornisce prodotti cartografici ufficiali relativamente alla descrizione del territorio destinati all'utenza pubblico-privata. In particolare, esso svolge prevalentemente attività di produzione, aggiornamento e cessione di cartografia a grande, media e piccola scala; copertura aerofotogrammetrica del territorio nazionale; costituzione e gestione della banca dati geografica; manutenzione dei confini dello Stato; e, infine, conservazione della cartografia storica nazionale.
Occorre porre in evidenza che l'Istituto, per l'assolvimento dei propri compiti, si avvale di personale militare dell'Esercito e di personale civile, dipendente dal Ministero della difesa con un organico, ad oggi, inferiore alle consistenze numeriche previste dalle tabelle ordinative organiche in vigore.
Tra i servizi inclusi nella macroarea militare è da porre in rilievo il servizio attività militari, organismo interno teso al coordinamento delle molteplici attività tecniche dell'Istituto ai fini operativi e addestrativi. In particolare, il servizio supporta i nuclei Geo-Tac-Print nelle varie fasi dell'approntamento dell'attività in teatro operativo, nonché mantiene e gestisce le scorte e librerie relative alle informazioni, dati e prodotti geotopocartografici nei formati tradizionali e digitali, realizzati dagli analoghi enti geografici esteri con cui esistono rapporti in conto-scambio.
Per il futuro, le esigenze operative emerse dai nuovi concetti NATO e le esperienze maturate nei teatri operativi hanno reso necessaria una rivisitazione delle strutture organiche dell'Istituto, prevedendo il potenziamento dell'attività della componente militare attraverso l'istituzione di due compagnie Geo - ciascuna composta da 48 unità a fronte delle attuali 32 in organico al servizio attività militari - al fine di soddisfare le esigenze di produzione cartografica, di copertura del territorio nazionale e dei teatri operativi, di impiego delle cellule Geo-Tac-Print in quattro teatri operativi e di impiego degli assetti nella NATO Response Force.
Il citato servizio è stato, inoltre, di recente potenziato attraverso l'assegnazione di ulteriori tredici ufficiali e nove sottufficiali nella sezione analisi dati, determinando, in tal modo, la possibilità di modulare fino a dieci nuclei Geo-Tac-Print che soddisfano le esigenze degli assetti Geo per far fronte agli impegni riconducibili all'impiego nei teatri operativi.
Per quanto concerne, ancora, la componente militare, occorre citare la Scuola superiore di scienze geografiche quale istituto teso alla formazione, qualificazione e aggiornamento del personale militare e civile dell'amministrazione Difesa nei settori geografico, topografico e cartografico.
Per la componente civile, invece, si evidenzia che le attività svolte dall'Istituto sono rese disponibili ad altri dicasteri e società private, attraverso due modalità: vendita diretta dei prodotti, con possibilità di ottenere, per il Dicastero difesa, solo una parziale riassegnazione dei proventi versati in Tesoreria; ed effettuazione di attività, anche a favore di enti locali, spesate quasi totalmente con i fondi delle Forze armate.
La possibilità di non garantire, in futuro, l'assolvimento di tutti i compiti assegnati potrebbe comportare la possibilità di dedicare le risorse dell'Istituto prioritariamente alle esigenze del Dicastero difesa, tralasciando le esigenze delle amministrazioni pubbliche e private.
È stata avviata, peraltro, la creazione di un gruppo di progetto al fine di razionalizzare l'attività dell'Istituto, con particolare riferimento alla riorganizzazione interna e alla conseguente riqualificazione e ricollocazione del personale ivi operante.
L'impegno di porre rimedio alla complessa situazione dell'intera struttura preposta al settore geocartografico della difesa è imprescindibile, anche in relazione alla necessità di valorizzare l'aspetto militare degli istituti geografici delle Forze armate, ciascuno dei quali ha una propria definita area di competenza tecnica-operativa, senza sovrapposizioni significative.
Il riordino dovrà comunque necessariamente abbracciare anche gli altri enti, ovvero l'Istituto idrografico della Marina di Genova e il Centro di informazioni geotopografiche aeronautiche di Pratica di Mare.
In tale contesto, vanno annoverate due importanti iniziative di partecipazione al comparto geocartografico militare: la prima, a livello nazionale, nell'ambito del piano straordinario di telerilevamento finanziato con apposita legge (legge n. 179 del 2002) dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, ha consentito un ritorno finanziario per gli istituti delle Forze armate di 2 milioni di euro; la seconda, in ambito internazionale, attraverso la partecipazione a progetti multinazionali per la produzione di dati geocartografici vettoriali a copertura delle aree di prioritario interesse strategico, con investimenti di decine di milioni di euro.
Entrambe le iniziative stanno consentendo un adeguamento sia tecnologico, sia di know-how, a livello dei maggiori Paesi occidentali, in favore degli istituti specializzati di ciascuna Forza armata e - aggiungo - a costo zero per l'amministrazione Difesa.
Per concludere, per ciò che riguarda l'Istituto geografico militare, è indubbio che la riassegnazione diretta, sui capitoli d'Istituto, dei proventi ottenuti dalle vendite dei prodotti cartografici e il potenziamento del ricorso all'istituto della permuta permetterebbero di far fronte alle esigenze dell'Istituto e di sostenere gli assetti necessari per l'espletamento delle funzioni svolte dalla componente civile.
In tale contesto, mi preme evidenziare - ceterum censeo, diceva Catone - l'apporto che potrebbe fornire, allorché approvato dalle Camere, il disegno di legge sulla società Difesa Servizi Spa in corso in discussione presso la 4a Commissione al Senato.
Per quanto concerne lo Stabilimento chimico farmaceutico militare, vorrei evidenziare che si tratta dell'unica azienda farmaceutica di proprietà statale. L'attività dello Stabilimento è quella di offrire una risposta pronta e sicura alle esigenze del Paese e delle Forze armate, fornendo servizi nel settore sanitario e presìdi di carattere etico e di interesse strategico, attraverso lo studio e la ricerca tecnologica nel settore dei farmaci, in quello della produzione, controllo e distribuzione a tutti gli enti sanitari delle Forze armate di medicinali e materiali per medicazione, in quello dell'allestimento di dotazioni sanitarie di emergenza, e in quello dell'addestramento del personale tecnico addetto al settore.
Lo Stabilimento produce medicinali e presìdi sanitari, allestisce kit individuali e di reparto, nonché generi di conforto, quali prodotti di cosmesi e alimentari. I prodotti di uso specifico militare sono forniti al Ministero della difesa, mentre i medicinali etici e strategici e i relativi servizi sono forniti anche ad organi istituzionali, come il Ministero della salute e il Servizio sanitario nazionale (gli ultimi vaccini antinfluenzali, ad esempio, sono stati prodotti da questo Stabilimento).
I prodotti per il benessere sono resi disponibili anche per il libero mercato.
Nella consapevolezza di svolgere un ruolo di pubblico servizio, lo Stabilimento ha sempre collaborato con altre istituzioni,
producendo farmaci con l'Istituto superiore di sanità, per strutture ospedaliere, nonché cooperando con le università per attività di ricerca, formazione e per la produzione di medicinali efficaci nel trattamento di alcune malattie che non vengono prodotti o immessi sul mercato a causa della domanda insufficiente a coprire i costi di produzione e fornitura (i cosiddetti «medicinali orfani»), destinati alla cura di malattie rare nonché alla cura di patologie diffuse in Paesi in via di sviluppo (ad esempio la chinina cloridrato in fiale).
Pur non essendo ora in grado di trattare farmaci orfani innovativi di origine biotecnologica, lo Stabilimento considera di poter rivolgere il proprio contributo per colmare le carenze di produzione e di dosaggio di farmaci noti, di comprovata o riscoperta efficacia, per indicazioni cliniche diverse da quelle autorizzate.
Il compito istituzionale di produrre medicinali e presìdi sanitari di base per le Forze armate ha permesso allo Stabilimento di acquisire professionalità e flessibilità operativa, tali da consentire l'approntamento di varie forme farmaceutiche a diversi livelli di capacità produttiva.
Attualmente lo Stabilimento è autorizzato dall'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) a produrre compresse, capsule, preparazioni iniettabili di piccolo volume sterilizzate terminalmente e preparazioni per uso topico. Recentemente ha ricevuto l'autorizzazione a produrre medicinali per la sperimentazione clinica di III e IV fase relativamente alle citate forme farmaceutiche.
Proprio in questi giorni, su urgente richiesta del Ministero della salute, sta provvedendo all'incapsulamento del farmaco antivirale contro l'influenza A.
Lo Stabilimento, dal 2001, a seguito del passaggio alle dipendenze dell'Agenzia Industrie Difesa, ha iniziato un percorso di ristrutturazione, razionalizzazione dell'organizzazione lavorativa e rilancio produttivo. Tale percorso, che ha preso le mosse da un costo della struttura di 5,92 milioni, a fronte di un valore di produzione di 0,85 milioni di euro, si è concluso positivamente con il pareggio del bilancio conseguito nel 2008. Lo dico in termini semplici: nell'ultimo anno si è ridotto il divario tra il costo e il fatturato. Entro la fine di quest'anno, per la prima volta nella sua storia, lo Stabilimento farmaceutico produrrà «utili». Ovviamente solo virtualmente, poiché non è una Spa. Con questa nuova dipendenza, lo Stabilimento è in grado di rendere disponibili i propri prodotti e servizi anche per il libero mercato.
Il mantenimento dello Stabilimento, anche nell'attuale configurazione, richiede un ripianamento organico a breve termine in quanto, nei prossimi due anni, circa 20 unità lavorative su 72 delle attuali saranno poste in quiescenza, nonché la disponibilità di fondi strutturali dedicati alla continuità del funzionamento degli impianti, anche in assenza di esigenze produttive, ai fini dell'efficienza e prontezza operativa degli impianti stessi, indispensabili per l'immediato intervento a fronte di emergenze e, comunque, di esigenze pubbliche.
Lo scenario futuro vede lo sviluppo e il potenziamento del ruolo dello Stabilimento quale struttura operativa dello Stato nel settore farmaceutico a fronte delle esigenze del Paese.
Quanto detto passa necessariamente attraverso una collaborazione con il Ministero della salute e l'Agenzia italiana del farmaco. Di fatto, sono già in corso rapporti di collaborazione con il Ministero della salute nel campo della gestione della scorta nazionale antidoti e, come precedentemente citato, in quello della preparazione dell'antivirale contro l'influenza A. Per il futuro, potrebbero essere implementate collaborazioni con il citato ministero nel settore dei vaccini e dei farmaci antinfluenzali.
Con l'Agenzia italiana del farmaco esiste da anni un rapporto di collaborazione che prevede l'impiego di personale specializzato dello Stabilimento per l'esecuzione delle ispezioni nelle officine farmaceutiche.
Esistono, quindi, le basi per allargare la collaborazione nel settore dei farmaci orfani, dei vaccini, dei medicinali rari ed
emoderivati, oltre alla predisposizione di kit per la sperimentazione di nuovi farmaci.
Le prospettive indicate si potranno sostanziare in un piano di investimenti dello Stabilimento basato sul potenziamento del reparto solidi orali, implementazione di un servizio di magazzino e dispensing riguardante medicinali e presìdi strategici, adeguamento dei laboratori per controlli di qualità, anche ai fini di una collaborazione con l'AIFA nella lotta alla contraffazione dei medicinali e attivazione di un reparto per la produzione biotech.
Quanto detto comporta la necessaria copertura delle dotazioni organiche del personale nonché, in considerazione dei concorrenziali costi dei prodotti rispetto a quelli del libero mercato, il consolidamento delle forniture di medicinali per tutte le esigenze delle Forze armate.
In sintesi, per quanto riguarda lo Stabilimento, da parte nostra, dopo aver in qualche modo inquadrato la produzione, si sta tentando di realizzare una maggiore collaborazione con il Ministero della salute, nonché di utilizzare questa risorsa, che è una risorsa del Paese, anche per abbassare il costo di alcuni medicinali classici di cui sono scaduti i brevetti e che si potrebbero benissimo produrre in questo Stabilimento e fornire alle stesse AASSLL, consentendo da una parte di risparmiare denaro pubblico e, dall'altro, di non perdere una struttura importante per il Paese.
PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
GIACOMO CHIAPPORI. Grazie presidente. Vorrei solo sottolineare che, sia rispetto all'Istituto geografico, sia rispetto allo Stabilimento farmaceutico - unico nel nostro Paese -, mi pare sussistano tutte le condizioni per proseguire nei rispettivi compiti, nonostante i dubbi che abbiamo raccolto durante la nostra visita. Ho sentito con piacere dal sottosegretario che non viene lasciata la briglia lunga, ma che invece si tenta di ottenere risultati concreti (penso alla collaborazione con le AASSLL, eccetera).
AUGUSTO DI STANISLAO. Credo che la richiesta, avanzata dal collega Bosi, di fare visita a questi due istituti abbia interpretato la volontà di tutta la Commissione, a partire dal presidente.
Ritengo alcune risposte fornite dal Governo, estremamente rassicuranti. La nostra è stata una visita proficua, che ci ha permesso di prendere coscienza di due eccellenze nazionali, come le ha definite il sottosegretario.
A mio parere, il Governo è stato molto più chiaro per quanto riguarda lo Stabilimento farmaceutico. Ritengo, invece, che probabilmente si dovrebbe fare qualcosa di più per l'Istituto geografico militare. Se ricordo bene, ci hanno riferito di avere un introito di un milione di euro l'anno, e che di tale somma la metà viene nuovamente introitata dal Ministero.
L'idea iniziale era quella di lasciare almeno quanto potesse servire loro...
GUIDO CROSETTO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Il Ministero interessato, però, non è il nostro, ma il Ministero dell'economia e delle finanze.
AUGUSTO DI STANISLAO. Certo. Arrivo al punto e chiedo se il Ministero della difesa si può far carico di questo aspetto. Ripeto che l'impatto più forte mi sembra venga dallo Stabilimento farmaceutico. Diventa, comunque, irrinunciabile una presenza forte. All'Istituto geografico ci hanno riferito che i rapporti con la NATO e con gli Stati Uniti fanno di loro un punto di riferimento per una serie di iniziative di cui essi sono protagonisti. Lo sono anche per l'Italia?
GUIDO CROSETTO, Sottosegretario di Stato per la difesa. Questo è uno dei problemi che si cercava di risolvere attraverso la costituzione della società Difesa Servizi Spa.
Il problema del ristorno da parte del Ministero dell'economia e delle finanze riguarda centinaia di capitoli. A breve, ad
esempio, discuteremo una mozione sugli alloggi. Gli affitti degli alloggi dei militari vanno al Ministero dell'economia e delle finanze, non ritornano alla Difesa! Essa, però, non ha i soldi per la manutenzione e, dopo qualche anno, in mancanza di manutenzione, gli alloggi restano vuoti. Oggi a Roma abbiamo ottocento alloggi vuoti perché non siamo in grado di fare manutenzione!
Quello dell'Istituto geografico è, appunto, un problema di ristorno. Anche i voli di Stato vengono forniti dalla Difesa, ma non c'è ristorno. Dodici aeroporti civili, compreso quello di Verona, vengono tenuti in piedi da personale - i controllori di volo - dell'Aeronautica militare. La Difesa, però, deve investire per mantenere in efficienza le torri di controllo e nemmeno in questo caso c'è ristorno. Questi aeroporti sono gestiti da privati che beneficiano di tutto ciò. Il Ministero dell'economia e delle finanze incassa le tariffe e a farne le spese è la Difesa.
Sono anni che chiediamo di avere un ristorno per il Celio, visto che il 60 per cento degli operatori sono civili. Abbiamo centinaia di «piccoli» contenziosi aperti con il Ministero dell'economia e delle finanze sui ristorni che valgono centinaia di milioni di euro. Basti pensare che, solo per gli aerei di Stato, si tratta di quaranta milioni di euro. Queste somme, però, non riusciamo a incassarle.
Del resto, una delle motivazioni alla base della proposta per la costituzione della società Difesa Servizi partiva dal presupposto che con tale società, anziché chiedere i soldi al Ministero dell'economia e delle finanze, veniva emessa una fattura, e i soldi sarebbero stati incassati direttamente.
FRANCESCO BOSI. Ringrazio il presidente e il sottosegretario Crosetto e mi scuso per essere arrivato con qualche minuto di ritardo. Credo, comunque, di aver ascoltato più o meno tutta la relazione.
Per quanto riguarda l'Istituto geografico militare, desidero solo fare una segnalazione. Peraltro, è una vecchia storia, sulla quale bisogna comunque mantenere sempre un certo pressing. Mi risulta che molti ministeri e uffici dello Stato, anziché avvalersi del lavoro, peraltro di altissimo livello, dell'Istituto geografico militare, si rivolgono a privati per avere aerofotogrammetrie, studi cartografici settoriali e via dicendo. Questo, a dire il vero, succede anche con le regioni e in parte con i comuni. Per non parlare, poi, delle aziende che lavorano soprattutto nel settore delle infrastrutture, delle progettazioni e delle grandi opere.
Quanto alle risorse, spero che la formula prospettata nel disegno di legge attualmente al Senato consenta di poterle incamerare.
Diverso discorso si deve fare per lo Stabilimento farmaceutico, che è sotto l'egida dell'Agenzia Industrie Difesa. Per mille aspetti, come è stato giustamente ricordato, questo diventerebbe importante, perché stimolerebbe anche gli apparati a fare qualche piccolo investimento, avendone comunque un rientro.
Basta solo pensare a quanto accade al Celio - questa mattina ero in questo ospedale militare per altri motivi - dove non rientra un solo euro in cambio di tutte le attività svolte per la città di Roma. Il peso ricade completamente sulla Forza armata, che alla fine sarà costretta a chiudere anche quella struttura. Spero che non sia un destino cinico e baro oppure addirittura una volontà. Ad ogni modo è paradossale che nessuno dica alla regione Lazio di stipulare convenzioni e pagare le prestazioni.
Sicuramente c'è stata una ripresa per quanto riguarda lo Stabilimento farmaceutico, anche grazie ad una gestione più dinamica dell'Agenzia Industrie Difesa. A tale proposito occorrerebbe implementare un aspetto che il sottosegretario ha richiamato nella parte conclusiva del suo intervento. Ci sono molte possibilità di produzione di farmaci a formula semplice - i farmaci orfani sono un altro capitolo e sono fatalmente poco remunerativi - che potrebbero costare pochissimo e di cui la
sanità pubblica avanza richieste. Anch'io, a suo tempo, mi sono occupato della questione.
Penso che bisognerebbe fare un discorso serio con il Ministero della salute, con il quale spero si avvii una fase di collaborazione. Vorrei che lei si informasse circa il numero delle autorizzazioni di immissioni in commercio richieste (e da quanti anni) e concesse. Ebbene, c'è un'azione di boicottaggio, ovviamente a favore di altri soggetti più robusti. Questa situazione deve finire. Non è possibile che un istituto dello Stato riceva questo trattamento nel momento in cui chiede autorizzazioni di immissioni in commercio (anche per gli ospedali occorre l'autorizzazione, come è noto). Sarei curioso di conoscere, magari anche fuori Commissione, lo stato dell'arte.
PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario Crosetto per l'intervento e per la sensibilità che il Governo vuole dimostrare nei confronti di due importanti istituti che abbiamo avuto modo di visitare. Colgo l'occasione per ringraziare l'onorevole Bosi che ha fortemente suggerito alla Commissione questa visita.
Voglio confermare che abbiamo constatato direttamente la grande professionalità e la grande potenzialità, per la Difesa nel suo complesso, di questi due istituti storici, che hanno una grande competenza specifica. Anticipo personalmente la massima disponibilità della Commissione ad affrontare in tempi rapidi la proposta del Governo, che mira a razionalizzare e a sfruttare al massimo le potenzialità della Difesa, attraverso la costituzione di una società che possa valorizzare il lavoro di tante valide persone che operano all'interno di questa importante amministrazione dello Stato.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15,35.