Sulla pubblicità dei lavori:
Cirielli Edmondo, Presidente ... 2
Audizione del sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone, sui criteri e le modalità adottati per la definizione del prezzo di vendita degli alloggi della Difesa in corso di dismissione (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Cirielli Edmondo, Presidente ... 2 4 7 8
Bosi Francesco (UdCpTP) ... 5
Di Biagio Aldo (FLpTP) ... 4
Di Stanislao Augusto (IdV) ... 7
Laganà Fortugno Maria Grazia (PD) ... 6
Milone Filippo, Sottosegretario di Stato per la difesa ... 2 7
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche:
Misto-Min.ling; Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Noi per il Partito del Sud Lega Sud Ausonia: Misto-NPSud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.
Resoconto stenografico
AUDIZIONE
La seduta comincia alle 14.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del sottosegretario di Stato per la difesa Filippo Milone sui criteri e le modalità adottati per la definizione del prezzo di vendita degli alloggi della Difesa in corso di dismissione.
Do la parola al sottosegretario Filippo Milone per lo svolgimento della relazione.
FILIPPO MILONE, Sottosegretario di Stato per la difesa. Grazie, presidente. In un mio precedente intervento presso questa stessa Commissione sullo schema di decreto ministeriale concernente il Piano annuale di gestione del patrimonio abitativo della Difesa per gli anni 2010-2011 ho già avuto modo di evidenziare come, pur con le criticità segnalate, il processo di dismissione del patrimonio abitativo e immobiliare della Difesa stesse andando avanti e procedesse con ogni possibile sollecitudine con l'obiettivo di ottenere risultati concreti a breve.
A distanza di alcuni mesi da quell'intervento torno a ribadire che non vi è stata alcuna battuta di arresto nell'attuazione del suddetto Piano di dismissione delle unità abitative ritenute non più utili alle esigenze della Difesa.
In tema di razionalizzazione delle strutture e di conseguente recupero delle infrastrutture, infatti, si sta per procedere con la massima celerità alla dismissione degli immobili e alla loro valorizzazione anche attraverso gli strumenti previsti dal decreto-legge sulla spending review.
Si parte da quelli prontamente disponibili, in quanto non più utilizzati per finalità istituzionali, in stretto coordinamento con l'Agenzia del demanio, alla quale le ultime recenti disposizioni legislative riconoscono un ruolo di leadership e strumenti tecnico-finanziari innovativi per le attività di alienazione degli asset immobiliari pubblici.
Più in generale, nel quadro degli interventi infrastrutturali resta ferma l'attenzione al patrimonio abitativo della Difesa in termini sia di ampliamento della disponibilità di alloggi per il personale in servizio, sia di attuazione del Piano di vendita, sia di applicazione della normativa in vigore per quanto riguarda l'annosa questione dei sine titulo.
Corre l'obbligo di precisare che in questa sede non mi è possibile fornire elementi di dettaglio, peraltro enucleabili dalle schede tecniche che lascio a disposizione della Commissione per una più approfondita visione da parte degli onorevoli deputati, sulla metodologia seguita
nella determinazione del prezzo di vendita degli alloggi della Difesa, dovendo necessariamente limitare il mio intervento a indicare le fonti normative e i criteri di massima seguiti dall'amministrazione nella suddetta procedura.
Gli articoli 403 e seguenti del testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare (decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010) definiscono le procedure per l'alienazione degli alloggi di servizio non più funzionali alle esigenze istituzionali del dicastero.
Ho già avuto modo di rappresentare come l'iter sia piuttosto complesso, non paragonabile alla vendita di immobili privati, e ciò è determinato dal fatto che i beni in questione fanno parte del patrimonio dello Stato.
Ricordo brevemente che per ogni appartamento sono previsti, in successione, l'accatastamento - gli immobili militari solo raramente sono accatastati - il trasferimento dal demanio al patrimonio disponibile dello Stato, una relazione tecnica propedeutica alla stima, la determinazione del prezzo di vendita, l'acquisizione della congruità dell'Agenzia del demanio, l'offerta di acquisto all'interessato e l'eventuale sua accettazione, la verifica del reddito familiare complessivo ai fini della riduzione del prezzo, il rogito notarile e, infine, il decreto di approvazione del contratto di vendita.
Ciò comporta che i tempi tecnici necessari allo svolgimento di tali attività siano oggettivamente incomprimibili, anche nella considerazione che, trattandosi di alienazione di patrimonio pubblico, l'iter procedurale comprende l'acquisizione dei necessari visti di legittimità degli organi di controllo.
Per affrontare ora il merito della questione ricordo che il citato articolo 403, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010 stabilisce che la Direzione generale determina, d'intesa con l'Agenzia del demanio, con decreto dirigenziale, entro i termini stabiliti nelle convenzioni di cui all'articolo 1, comma 4, il prezzo di vendita.
Pertanto, a seguito delle preliminari intese intercorse e coerentemente con le finalità previste dal riferimento legislativo, l'Agenzia del demanio e la competente Direzione generale dei lavori del demanio hanno provveduto alla redazione di uno schema di relazione tecnico-estimativa da adottarsi per la determinazione del valore di mercato degli alloggi oggetto di alienazione.
A tal fine, alla luce dell'elevata quantità di unità immobiliari da stimare, circa 3.000, rispetto alle tempistiche previste e in considerazione della dislocazione delle medesime unità nei diversi contesti di tutto il territorio nazionale - particolarità tali da rendere estremamente difficoltosa la stima puntuale del valore di mercato - il dicastero, d'intesa con l'Agenzia del demanio, ha ammesso il ricorso ai dati medi opportunamente elaborati forniti dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia del territorio (OMI), riconosciuta fonte di riferimento del settore immobiliare, la quale fornisce in modo capillare per tutto il territorio nazionale le quotazioni di mercato di diverse tipologie immobiliari. Si evidenzia, altresì, che, a monte del processo estimativo, un numero significativo di tali alloggi sarà oggetto di accatastamento preliminare da parte del Ministero della difesa.
Per le unità già accatastate, invece, qualora l'accatastamento sia avvenuto con i criteri precedenti l'entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica n. 138 del 1998, verrà effettuato un nuovo accatastamento finalizzato alla rilevazione dello stato di fatto di ogni singola unità immobiliare in termini sia di categoria e classe catastali, sia di superficie catastale, parametro di consistenza utilizzato nello schema di relazione tecnico estimale.
Voglio, inoltre, specificare, in merito alla determinazione del valore di alienazione, che il criterio è basato sulle quotazioni fornite dal menzionato Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia del territorio, facendo riferimento, in particolare, a un duplice ordine di parametri: il primo si riferisce alla zona di ubicazione dell'unità immobiliare all'epoca della
stima e alla tipologia residenziale di riferimento, laddove sono disponibili le relative quotazioni immobiliari; il secondo alla tipologia residenziale di riferimento, ma in altra zona contigua, qualora non siano disponibili le quotazioni immobiliari OMI nella zona in cui è ubicata l'unità immobiliare oggetto di valutazione.
Le rilevazioni OMI dell'Agenzia del territorio vengono effettuate con cadenza trimestrale e semestrale e aggiornano una Banca dati nazionale dei valori del mercato immobiliare. L'utilizzo di tali rilevazioni ai fini del calcolo del prezzo di vendita degli alloggi in argomento è, di per sé, garanzia di piena aderenza dei risultati ottenuti alle quotazioni aggiornate di mercato.
La relativa procedura, da quando cioè l'amministrazione rileva la quotazione OMI a quando viene formalizzata all'interessato la proposta di vendita, prevede naturalmente diversi passaggi. Ciò comporta l'instaurarsi di un iter articolato che vede il coinvolgimento anche di altre amministrazioni dello Stato (Ministero dell'economia e delle finanze e Agenzia del demanio), con la conseguenza di rendere incomprimibili i tempi tecnici necessari alla definizione dell'istruttoria.
È il caso di evidenziare, tuttavia, che al prezzo così determinato viene applicato uno sconto pari al 30 per cento, come di seguito meglio specificato, in quanto si considera l'alloggio come occupato, ancorché dallo stesso acquirente.
Un ultimo accenno riguarda il valore di mercato degli alloggi occupati. Nel caso in cui l'oggetto della valutazione sia un'unità immobiliare occupata, l'amministrazione militare terrà conto di tale stato nella determinazione del più probabile valore di mercato dell'unità attraverso un abbattimento del valore di mercato riferito alla medesima unità considerata libera. Tale abbattimento, che trova la sua ragion d'essere nell'indisponibilità del bene dovuta alla sua occupazione, viene quantificato, come anticipato, nella misura del 30 per cento, così come ordinariamente riscontrabile nell'ambito del mercato immobiliare e anche in linea con la letteratura estimale, nonché con precedenti operazioni di dismissione di immobili residenziali pubblici.
Grazie.
PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
ALDO DI BIAGIO. Grazie, presidente. Ringrazio il sottosegretario, che, attraverso quest'audizione, ci consente di affrontare una questione importante e complessa, per la quale, purtroppo, non sembra esista una soluzione percorribile. Non ci sembrano chiari i criteri e le modalità adottati per la definizione di un prezzo di vendita degli alloggi attualmente in discussione, nonostante quanto ci è stato in questo momento illustrato dal Sottosegretario.
Purtroppo, come è stato già ampiamente evidenziato, sulla questione delle dismissioni degli alloggi esistono più problemi, di livello sia tecnico, sia socioeconomico, a mio parere strettamente connessi.
Ci risulta che appartamenti situati in palazzine fatiscenti costruite più di ottant'anni fa siano stati messi in vendita al massimo valore commerciale, sebbene, come sappiamo, non siano mai stati accatastati. Infatti, buona parte di questi immobili risultano essere sconosciuti al catasto. Eppure per la definizione dei prezzi e per l'individuazione dei canoni di affitto, altra questione strettamente connessa alla prima, ci si doveva pur basare su un riferimento tecnico.
In realtà, non ci risulta che vi siano state valutazioni da parte di tecnici specializzati che abbiano appurato lo stato reale degli immobili. In che modo ci si è organizzati su questo fronte? Perché un immobile decadente, al limite della fatiscenza, è stato valutato in termini di mercato come un immobile di pregio?
Per esempio, a Ostia un piccolo appartamento venduto alcuni anni fa dall'ex INCIS Militari a 60 milioni di lire è stato messo in vendita a oltre 300.000 euro.
Sotto il profilo socioeconomico risulta che le adesioni alle proposte di acquisto
ammontano circa al 30-40 per cento del totale, segnale che le condizioni poste dalla Difesa risultano oggettivamente improponibili, a mio parere.
Se ci fosse una valutazione tecnica a monte, tutto avrebbe forse più senso. In assenza di dati tecnici su cui basarci, invece, i costi e i canoni imposti agli immobili sembrano del tutto arbitrari.
Chiediamo a lei, sottosegretario, se esiste la possibilità di rivedere questo intervento, magari anche concedendo, per il momento, una moratoria alle dinamiche di dismissione, così come all'applicazione dei canoni, per avere il tempo di regolare un intervento anche più mirato. Grazie.
FRANCESCO BOSI. Io credo che ormai questa Commissione, ma anche il Governo, abbiano avuto più prove, testimonianze, prese d'atto e di conoscenza della complessità di questa materia e anche di una gestione, per alcuni versi, francamente sconcertante. Ad esempio, nel caso dei decreti di determinazione del canone che si sono succeduti - alcuni dei quali citati testé dal sottosegretario - si è addirittura incrementato il reddito dell'inquilino per il fatto che ha pagato un canone di affitto più basso rispetto a quello che presumibilmente si pensava dovesse pagare.
Sono stranezze che si sono via via stratificate, a mio giudizio, per una scarsa disponibilità delle strutture e degli apparati - non voglio attribuire la responsabilità al sottosegretario che è in carica solo da poco tempo - nonché per decisioni che miravano a prorogare il momento di una riconsiderazione generale. Parlo dei beni, soprattutto appartamenti, non più utili alle esigenze della Difesa.
Secondo la relazione che il sottosegretario ci ha illustrato, se dobbiamo applicare i tempi tecnici necessari, andremmo abbondantemente oltre il termine di questa legislatura. Basti pensare che i beni già accatastati verranno in parte nuovamente accatastati, che poi parleremo con l'Agenzia del territorio e poi ancora con l'Agenzia del demanio.
È chiaro tuttavia che tutto questo iter procedurale - si badi bene, non voglio criticarlo perché è l'iter procedurale ordinario, normale, quello che deve essere seguito per beni di proprietà pubblica - è in contrasto, signor sottosegretario, con le dichiarazioni che hanno reso prima il Presidente del Consiglio e poi il ministro dell'economia recentemente nominato, i quali, a proposito della questione dell'abbattimento del debito pubblico del nostro Paese, hanno ritenuto che una soluzione possibile o comunque un concorso a questa, potesse rintracciarsi nell'alienazione rapida dei beni dello Stato e, quindi, anche della Difesa.
Mi domando, dunque, e vi domando se la politica - che io condivido e ritengo giusta - di vendere con sollecitudine i beni immobili dello Stato per incamerare quanto necessario a limitare il debito pubblico sia praticabile con queste procedure. È un sogno! Inviterei in primis il Ministero della difesa - devo confessare anche di averne parlato di persona con il ministro - a verificare percorsi diversi, più rapidi, anche meno formali, ma che portino a questi risultati.
Io vanto in questo campo un'esperienza riferita non tanto a quando ero sottosegretario alla Difesa, ma a quando ero sindaco. Quattro anni fa, infatti, nel comune in cui ero sindaco avevamo stipulato un accordo di valorizzazione tra ente locale e Agenzia del demanio, ma i beni da esso considerati ancora devono essere venduti, perché ci sono la stima, la controstima, l'asta che va deserta, c'è l'offerta libera, che però non è soddisfacente, e via elencando.
La domanda, allora, è questa. Lo Stato, il Governo, ha intenzione di vendere questi beni velocemente e di incamerare risorse o no? Se questa fosse l'intenzione, bisogna cambiare le procedure e trovare un meccanismo di deroga alle discipline normative per vedere di accelerare i tempi.
Io ho preso visione di alcune offerte, anche non irrilevanti, per appartamenti della Difesa fatte da inquilini che riferiscono di aver chiesto una stima dell'immobile a un'agenzia o a un tecnico di fiducia, i quali gli hanno riferito che l'appartamento dove vivono ha un valore,
per esempio, di 200.000 euro. Ebbene, l'inquilino presenta un'offerta alla Difesa, ma questa rimane nel cassetto. È logico, perché non è supportata da un iter adeguato.
Io credo, e questa è una mia proposta, che occorra una deroga a queste normative, soprattutto nello spirito di addivenire rapidamente alle alienazioni. È significativa, per esempio, la strada che è stata seguita con alcune case popolari nella zona di Fiumicino. Cito tale esempio perché anche in questo caso ho potuto prendere visione delle carte. Come tutte le case popolari erano classificate A3, ma improvvisamente, per iniziativa di qualcuno sono passate da A3 ad A2, per rendere la classe più elevata e, quindi, far crescere il valore e contribuire, insieme al reddito, ad allontanare il momento dell'alienazione a un prezzo di mercato. Oltretutto erano case popolari in tutti i sensi, in uno stato di manutenzione penoso.
A che gioco si gioca? Io credo che ciò non possa sfuggire. Avviandomi alla conclusione, ritengo che si potrebbe svolgere, per esempio, un'audizione con l'Agenzia del demanio. L'Agenzia del demanio che ruolo può svolgere in questa vicenda? Il problema è di tipo generale, ma con riguardo agli immobili della Difesa che cosa vuol fare, come vuol procedere, che procedure si intendono adottare?
Così facendo, lo ripeto, noi cominceremo ad avere il prezzo giusto, o comunque quello della possibile cessione, nella prossima legislatura e, quindi, il problema finirà quasi per non riguardarci più.
MARIA GRAZIA LAGANÀ FORTUGNO. Signor sottosegretario, la decisione, da noi condivisa peraltro, di mettere in vendita gli alloggi della Difesa è stata più volte oggetto di discussione parlamentare in questi ultimi tempi, in relazione soprattutto alle molteplici situazioni che si vengono a determinare nella fase di realizzazione pratica dei procedimenti in vendita.
Come è noto, la normativa approvata individua nei conduttori degli alloggi da alienare il soggetto privilegiato, riservando loro il diritto di opzione di accettare l'acquisto o scegliere il diritto di usufrutto.
Spesso, però, la prima opzione risulta preclusa al conduttore in ragione soprattutto del basso reddito di cui dispone e dell'età avanzata - noi sappiamo che al di sopra dei sessantacinque anni tali soggetti hanno difficoltà a rapportarsi con le banche o con gli istituti finanziari per eventuali prestiti o mutui - e, pertanto, non si può procedere all'acquisto.
In più, ci troviamo di fronte a una situazione nella quale anche gli utenti che si ritengono in grado di acquistare l'alloggio di cui sono concessionari non riescono, però, ad acquistarlo a causa del prezzo, in molti casi superiore a quello di mercato, fissato dall'amministrazione. Di questo anche i colleghi che mi hanno preceduto hanno portato alcuni esempi.
Sono in atto numerosi ricorsi. Tuttavia, al di là dell'esito giudiziario che tali ricorsi avranno, ritengo che debba prevalere l'obiettivo politico di concludere la vendita anche mitigando il prezzo, proprio perché l'interesse principale dell'amministrazione dovrebbe essere la chiusura del contenzioso e, quindi, la realizzazione e il recupero di risorse nel più breve tempo possibile.
Ciò premesso, però, mi corre l'obbligo di richiamare l'attenzione del sottosegretario sul fatto che nella seduta dello scorso 29 maggio la Commissione difesa ha approvato una risoluzione, la n. 7/00826, con il pieno consenso del Governo, che impegnava l'Esecutivo a garantire la fruibilità del diritto di accrescimento per il coniuge superstite dal conduttore alle stesse condizioni che erano state riservate al conduttore medesimo.
All'approvazione della risoluzione deve seguire una modifica del Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, emanato con il decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 15 marzo 2010. Tale modifica - secondo il testo approvato con la risoluzione - deve essere inserita nell'articolo 404, comma 4, ma a tutt'oggi non ci risulta che sia stata ancora introdotta. Rivolgo,
quindi, un ulteriore appello al sottosegretario Milone perché si adoperi a questo fine, tenendoci informati.
Con l'occasione voglio anche segnalare alla sua attenzione la necessità di un chiarimento sul criterio di applicazione degli oneri da corrispondere all'amministrazione della Difesa da parte del conduttore - si tratta sempre dei conduttori della fascia superiore ai sessantacinque anni - che opta per l'usufrutto. Tali oneri, come specificato nel Testo unico, devono essere corrisposti in rate mensili di importo non superiore al 20 per cento del reddito mensile. È del tutto evidente che si fa riferimento al reddito disponibile, cioè a quello risultante al netto delle ritenute erariali.
Poiché gli atti amministrativi con cui si realizzerà il rapporto tra l'amministrazione e gli utenti saranno delegati a comandi periferici territorialmente competenti, ritengo importante che anche questa precisazione venga introdotta nel Testo unico, sempre all'articolo 404, comma 4, lettera a).
Per maggiore completezza del mio intervento, consegno anche il testo scritto.
AUGUSTO DI STANISLAO. Vorrei solo svolgere un'ulteriore riflessione. Io credo che sia vero tutto quanto è stato detto sia a livello tecnico, sia culturale e pedagogico, ma sta di fatto che tutto ciò impedisce di cogliere anche il minimo.
Non ne usciamo, non ce la possiamo fare, forse non abbiamo la cultura giusta nemmeno sotto il profilo politico per assumerci la responsabilità di mettere in campo un Piano di dismissione che sia confacente alla realtà. Credo, che tuttavia, - rispetto alle condizioni date, - se tutto è vero e corrisponde alla realtà, dobbiamo provare a farlo. Se ogni volta c'è un impedimento più o meno legittimo, non ce la possiamo fare e non inviamo un segnale serio a chi aspetta dalla politica una decisione in merito.
Se alziamo l'asticella, ci saranno sempre più soggetti che andranno a tirare la giacchetta alla politica del momento e non permetteranno di cogliere nemmeno gli obiettivi minimi, che intanto sono i primi tasselli che ci porteranno a comporre il puzzle di una risposta finalmente all'altezza del ruolo che ci compete.
Se questo ha un senso, cerchiamo di individuare gli elementi minimi, ma necessari per partire e attiviamoli, altrimenti rischiamo veramente di compiere una pantomima che non rende onore a nessuno, con tutto il rispetto per le considerazioni che abbiamo svolto e per tutte le azioni che abbiamo messo in campo, ognuno disgiuntamente, ma senza riuscire a creare il disegno complessivo che in questa legislatura desse finalmente a noi e alla politica in generale l'opportunità di fornire risposte e di assumersi le responsabilità che altri reclamano.
PRESIDENTE. Do la parola al sottosegretario Milone per la replica.
FILIPPO MILONE, Sottosegretario di Stato per la difesa. Grazie, presidente. Per la verità, non ho motivi di replica. Posso garantire che da parte dell'amministrazione della Difesa c'è l'intento assolutamente preciso e incontrovertibile di dimettere al più presto questi immobili. Certamente, si tratta di un'iniziativa che non ha precedenti e che, quindi, ha incontrato tutta una serie di complessità che naturalmente si scontrano con i tempi in cui vengono effettivamente realizzate tali dismissioni.
Per quanto riguarda, per esempio, la questione dell'autorizzazione preventiva e di quella successiva da parte della Corte dei conti al rogito, questa procedura era assolutamente incompatibile, tanto più per i rogiti che richiedevano l'erogazione di un mutuo, in quanto la banca non poteva erogare il mutuo senza che ci fosse l'autorizzazione preventiva, ma quest'ultima non veniva concessa se non c'erano i denari sulla scrivania del notaio. Si era, quindi, creata una sorta di trappola viziosa dalla quale non si poteva uscire.
Noi siamo, credo, riusciti a inserire un elemento normativo che consente di superare quest'impasse e, quindi, di poter rogitare anche in presenza di interventi da parte delle banche in sede di mutuo.
Per quanto riguarda la parte della cessione del diritto di usufrutto, su questo punto siamo assolutamente allineati. Credo che sia assolutamente imminente il varo delle relative norme, ragion per cui anche su questo fronte stiamo andando avanti.
Certamente abbiamo scontato e scontiamo un'assoluta novità delle procedure. Io sono personalmente convinto che, scontato tutto ciò, una volta avviato il meccanismo e, quindi, rodato il funzionamento delle strutture, andremo avanti con assoluta rapidità.
In merito ai valori di vendita, come ho riferito, sono determinati in maniera, crediamo incontrovertibilmente, esatta da organismi terzi che procedono trimestralmente al controllo e alla verifica dei dati economici.
Al riguardo, una delle obiezioni mosse faceva riferimento a una procedura iniziata magari un anno fa a determinati livelli di prezzo. Oggi che il mercato immobiliare è oggettivamente in una fase discendente di valori, si verifica uno scostamento del prezzo. Anche su questo punto possiamo affermare di avere fatto e di fare tutto il possibile per rendere più congrui i prezzi di vendita.
Stiamo dedicandoci veramente anima e corpo a questa iniziativa. Essa va certamente nella direzione auspicata dal Governo e determinata dalla necessità assoluta da parte dello Stato di cedere il più possibile rapidamente il proprio patrimonio, quindi anche il patrimonio abitativo del Ministero della difesa e, riteniamo di fare tutto il possibile.
Naturalmente, ogni suggerimento, soprattutto e specialmente se proviene dalla fonte più autorevole possibile, cioè dal Parlamento, è non solo ben accetto, ma addirittura auspicato. Grazie.
PRESIDENTE. Ringrazio il sottosegretario Milone per la sua partecipazione e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14,30.