Sulla pubblicità dei lavori:
Ghizzoni Manuela, Presidente ... 2
Audizione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, professor Francesco Profumo, sulle problematiche relative al progetto multimediale «Pillole del sapere» e alla gestione dei fondi dedicati alla ricerca (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Ghizzoni Manuela, Presidente ... 2 4 12 20
Barbieri Emerenzio (PdL) ... 10
Carra Enzo (UdCpTP) ... 9
Granata Benedetto Fabio (FLpTP) ... 5
Profumo Francesco, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ... 2 13 20
Rivolta Erica (LNP) ... 11
Tocci Walter (PD) ... 7
Zazzera Pierfelice (IdV) ... 4 20
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Democrazia Cristiana): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling;
Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Autonomia Sud - Lega Sud Ausonia - Popoli Sovrani d'Europa: Misto-ASud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL.
Resoconto stenografico
AUDIZIONE
La seduta comincia alle 15,05.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, professor Francesco Profumo, sulle problematiche relative al progetto multimediale «Pillole del sapere» e alla gestione dei fondi dedicati alla ricerca.
Vorrei ringraziare il Ministro Profumo per aver accolto il nostro invito immediatamente. Abbiamo avuto qualche problema a far coincidere la nostra disponibilità con quella del Ministro. Ci siamo riusciti oggi, con a disposizione quasi due ore. Informo, infatti, i colleghi che l'Aula riprenderà alle 17.
Procederei come già nell'ultima audizione, il cui format mi pare fosse stato molto efficace. Il Ministro illustrerà, cioè, un testo, che è già in distribuzione. In seguito, darei la parola a ciascuno per ogni gruppo per non più di 5 minuti in modo che rimanga tempo per una replica.
Ritengo che, al di là dei dettagli che ci saranno forniti e anche di quanto abbiamo appreso dalla stampa in merito ai problemi oggetto di questo nostro incontro, ci sia forse da mettere in luce più in generale la necessità, ora più che mai, della massima trasparenza nel riparto di fondi pubblici e, naturalmente, anche nella selezione dei progetti meritevoli di un sostegno economico da parte del pubblico.
Il Presidente della Repubblica non fa che ricordarci che ogni euro di spesa pubblica deve essere ripartito con estrema attenzione e oculatezza, soprattutto ora che stiamo chiedendo sacrifici a tutti e, ahimè, in modo anche significativo alla scuole e al sistema dell'istruzione.
Ringraziandolo nuovamente, cedo la parola al Ministro Profumo, con la riserva per me e per i colleghi di rivolgere, al termine del suo intervento, ulteriori domande e formulare osservazioni.
FRANCESCO PROFUMO, Ministro dell'istruzione, università e ricerca. Buon pomeriggio a tutti. Ho pensato di predisporre un documento, che credo sia in distribuzione, per offrire anche una sequenza logica predefinita all'intervento. Naturalmente, sarò disponibile a rispondere a domande di chiarimento e approfondimento.
Ringrazio molto la Commissione per quest'audizione, espressione dell'interesse che condivido pienamente a un confronto istituzionale su temi così rilevanti quali quelli toccati da recenti servizi televisivi e giornalistici. Ritengo che qualsiasi eventuale anomalia di funzionamento dell'amministrazione
o presunto cattivo uso del denaro pubblico debba trovare una risposta tempestiva da parte delle istituzioni competenti in termini di trasparenza e chiarezza. Pertanto, poiché credo nell'esigenza di accountability delle istituzioni dello Stato nei confronti del Parlamento e dei cittadini, ho ritenuto di disporre con immediatezza una serie di iniziative che vado ad elencare.
I temi in merito ai quali riferirò riguardano fatti riportati da organi di stampa e televisivi inerenti, rispettivamente, a presunte irregolarità nella gestione dei finanziamenti alla ricerca e l'acquisto dei prodotti didattici multimediali detti «Pillole del sapere».
Per quanto riguarda i finanziamenti alla ricerca, già nella giornata di sabato 17 novembre, e cioè il giorno stesso in cui un quotidiano ha dato notizia di aver ricevuto un dossier anonimo, ho richiesto alla Ragioneria generale dello Stato di disporre con immediatezza un'indagine amministrativo-contabile da parte dei servizi ispettivi della finanza pubblica sulle modalità di gestione delle risorse finanziarie nazionali e comunitarie dal 2008 a oggi. L'azione è stata intrapresa pur consapevoli della natura anonima del dossier del quale il Ministero a tutt'oggi non conosce i contenuti, ma in considerazione della gravità delle circostanze ivi ipotizzate.
Vorrei evidenziare che il corpo tecnico del quale è stata richiesta la collaborazione è altamente qualificato, chiamato a operare in piena autonomia e che ha, tra i propri obblighi a esito dell'azione ispettiva, quello di segnalare alla magistratura contabile e penale le eventuali irregolarità rinvenute.
Ritengo anche necessario accelerare, nell'ambito della più generale operazione di riorganizzazione del Ministero, il processo già in atto di rafforzamento della direzione generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca anche attraverso l'assegnazione alla stessa di una congrua parte dei nuovi funzionari che entreranno in servizio nel prossimo mese di dicembre. Credo che vi ricorderete, infatti, del concorso pubblico svoltosi a suo tempo. Da questa selezione sono risultati vincitori 48 funzionari e siamo nella fase di distribuzione all'interno delle diverse direzioni del Ministero, tra le quali la direzione generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca è, certamente, la più debole dal punto di vista delle risorse umane a disposizione. La direzione generale sarà, quindi, rafforzata non solo dal punto di vista organizzativo, ma anche, se necessario, delle metodologie operative, con particolare attenzione sia alla sostanza
che alla forma delle procedure. Questo significa che saranno inserite non solo persone con professionalità di tipo giuridico formale, ma anche con competenze specifiche, per esempio relative alla rendicontazione e alla valutazione dei progetti dal punto di vista della chiusura della procedura.
Per questo motivo, fermo restando il rispetto del principio di separatezza tra indirizzo politico e gestione amministrativa, ho ritenuto necessario avviare un'analisi delle procedure amministrative in uso all'interno dell'amministrazione per i finanziamenti alla ricerca nonché del ruolo e delle modalità di funzionamento degli organismi coinvolti nelle suddette procedure. A valle di questo, valuterò l'opportunità di adottare direttive specifiche.
Vorrei ricordarvi che, nei bandi degli ultimi mesi, i valutatori presenti nella banca dati del MIUR sono stati tutti esterni. In alcuni casi, c'è stato un inserimento importante di valutatori stranieri per andare in una direzione di terzietà dei sistemi di valutazione, che giudico un elemento essenziale.
Per quanto riguarda l'acquisto delle cosiddette «Pillole del sapere», ho avviato accertamenti amministrativi volti a verificare il procedimento relativo all'acquisizione dei citati contenuti multimediali didattici. Si tratta di una procedura che presenta un'architettura complessa che ha interessato, in fasi diverse, oltre alla struttura amministrativa del Ministero e a due istituti scolastici, anche altri organismi istituzionali, e cioè l'ANSAS (Agenzia nazionale per l'autonomia scolastica), oggi
INDIRE (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), e la Consip, società del Ministero dell'economia e delle finanze.
Per quanto riguarda l'analisi delle procedure seguite, istituirò una commissione indipendente composta da membri autorevoli appartenenti a diverse istituzioni affinché la stessa possa operare un'accurata due diligence. Ho, inoltre, chiesto in data odierna al presidente del tribunale di Roma l'indicazione di un esperto che possa valutare il costo di produzione delle cosiddette pillole del sapere e il loro valore commerciale. L'esperto così individuato sarà affiancato da un altro esperto, anch'egli indipendente, da me designato e chiamato a valutarne i contenuti didattici. Nel colloquio col presidente del tribunale di Roma ho chiesto che si faccia riferimento a esperti del tribunale per attività di questo genere.
Vorrei, infine, pregarvi di considerare questo soltanto l'avvio di un confronto su temi illustrati e di ritenermi, oggi come in futuro, a vostra disposizione.
PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che desiderano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.
PIERFELICE ZAZZERA. Ringrazio il Ministro per aver accettato di venire in Commissione e rispondere alla chiamata della presidente alla luce di quanto emerso da notizie della stampa per quanto riguarda soldi del Ministero, quindi soldi pubblici, in merito a vicende che interessano l'ambito della ricerca - parliamo di due questioni diverse - e quello dell'istruzione con le «Pillole del sapere».
Ovviamente, siamo qui prima di tutto per ascoltare le notizie che ci fornito, poche per la verità, salvo qualche idea sul modo di affrontare l'emergenza. D'altra parte, non credo avreste potuto dirci di più. Nostro compito non è di parlarci addosso, ma anche di rivolgervi domande per capire, rispetto a quanto accaduto, i provvedimenti che si possono prendere in futuro e quelli che andrebbero presi ora.
Parto con la questione delle «Pillole del sapere» e la considerazione che la magistratura farà la sua azione, se la farà in caso di risvolti penali. Chiedo al Ministro se si è già rivolto o se si rivolgerà alla magistratura per portare documentazione, per aprire il Ministero in modo che si faccia chiarezza fino in fondo attraverso l'unico organo di controllo certo che abbiamo, e sicuramente terzo, rappresentato dai magistrati. Si è messo a disposizione della magistratura, ha fornito materiale, ha aperto i cassetti, è andato a vedere?
In secondo luogo, ritagli giornalistici toccano certi argomenti. Tre personaggi intervengono su questa vicenda: Biondi, che rilascia un'intervista e sostiene che la responsabilità non è sua, ma di chi c'era ossia Zennaro, il quale risponde che la responsabilità non è sua, ma di chi lo ha nominato, di chi è in quella struttura e poteva controllare e non lo ha fatto; Israel sostiene che gli sembra di capire che al Ministero c'è grande confusione perché chi avrebbe dovuto controllare non lo ha fatto, mentre chi gestisce continua a farlo e i risultati sono quelli che vediamo. Non rimpalliamoci la responsabilità, ognuno ha le sue e ci sono anche dati e tempi certi.
Inoltre, lei era ministro quando questo è accaduto, se non sbaglio, a novembre. Non voglio con ciò asserire che lei abbia delle responsabilità, ma un ministro cerca innanzitutto di capire, di conoscere tutto quello che c'è e anche quello che forse non si riesce a capire fino in fondo. Al suo posto mi sarei chiesto come fosse possibile che controllore e controllato fossero la stessa cosa.
Nella vicenda delle «Pillole del sapere», infatti, il problema non è se i cortometraggi siano di 3 o di 13 minuti, se ben fatti o meno, se siano stati presi da Internet o meno. Il problema è che un dirigente del Ministero è controllore e, allo stesso tempo, gestisce le forniture. Addirittura, apprendiamo dalla stampa che in un'intercettazione tenta di prendere contatti con quell'organo di cui non avrebbe dovuto neanche conoscere il nominativo, che avrebbe dovuto mantenere la sua terzietà e indipendenza. Che cosa intende fare rispetto al profilo del dirigente Biondi? Intende prendere provvedimenti?
Dimissionarlo? Chiedere chiarimenti? Andare in procura? Parliamo di soldi pubblici e interessi pubblici schiacciati dall'interesse privato considerato che di mezzo ci sono Mediaset e un conflitto di interessi di cui in questo Paese ancora non riusciamo a liberarci.
Chiedo ancora un chiarimento: da chi è stata nominata la commissione e quando? Secondo qualcuno lo sarebbe stata il 20 gennaio, secondo altri il 25. Qualcuno mi dica chi dice la verità o chi mente e, se qualcuno mente, paghi, se è un dipendente pubblico. Evidentemente, non può ricoprire più quel ruolo perché non è più garanzia delle istituzioni.
Concludo su ciò di cui sappiamo poco o niente, se non le cifre da capogiro che riguardano la ricerca. Il nostro mondo della ricerca sta morendo, cervelli del nostro Paese vanno via; lei è stato costretto, Ministro, a operare dei tagli e deve spiegare ai cittadini italiani perché non possono avere il diritto allo studio, perché studenti italiani, a differenza di francesi e tedeschi, non possono fruire di borse di studio, mentre scopriamo 10 miliardi di euro che al Ministero viaggiano liberamente, 6 miliardi a fondo perduto. Qualcuno scrive - vorrei sapere dal Ministro se ne è venuto a conoscenza da quando si è insediato - dell'esistenza di una cricca, persino di rapporti di parentela.
Ha proceduto a un'indagine? Ha capito di che parentele stiamo parlando, quali sono i rapporti, qual è questo clan calabrese che gestirebbe i fondi comunitari? Avete aperto un'inchiesta sul fatto che l'Unione europea ha bloccato 600 milioni di euro destinati alla ricerca e indirizzati alla Sicilia? Perché l'Europa li blocca? Il Ministero se ne chiede la ragione? È andato a verificare?
Tutte le buone intenzioni, Ministro, sono assolutamente apprezzabili, ma se vogliamo raggiungere la trasparenza di gestione, abbiamo un unico dovere: rendere la casa del Ministero trasparente. Per farlo, dovete mettere in rete ogni informazione, dalla prima all'ultima, anche la valutazione sugli obiettivi raggiunti. In questo modo, nessuno potrà mettere in dubbio che, come spiegato in stralci della lettera pubblicata, anche se il progetto non era meritevole, quindi era bocciato perché la banca non lo finanziava, era comunque ripreso.
Vogliamo capire se questi progetti hanno raggiunto lo scopo e per questo vogliamo conoscere tutto il percorso del progetto, da quando nasce fino a quando arriva, e la valutazione del costo, in modo che possano conoscerlo i cittadini. Dovete occuparvene mettendo in rete tutto e consentendo l'apertura dei cassetti di tutto. Diversamente, il MIUR diventerà una pericolosa cassaforte dove qualcuno pensa - a questo punto, devo dire che lo pensa a giusta ragione - che, mentre si chiedono sacrifici alle scuole, che non hanno i soldi per la sicurezza interna, qualcuno porta qualcosa a casa.
BENEDETTO FABIO GRANATA. Ringrazio il Ministro e ringrazio la presidente Ghizzoni, che ha interpretato la nostra volontà, che credo unanime, di questa importante seduta di chiarimento tra il Governo, il Ministro e i membri della Commissione cultura e pubblica istruzione. Ringrazio per quest'opportunità, che credo non vada sprecata. Ritengo si debba andare al di là della questione specifica pur gravissima sollevata dall'inchiesta giornalistica.
Sono convinto, come molti di voi, che da una grande crisi possa derivare una grande opportunità. Quella che abbiamo oggi col Governo è una grandissima opportunità. Credo che capire come sono utilizzati da parte delle strutture burocratiche del Ministero, in questo caso del MIUR, miliardi di euro di contribuzione pubblica derivata dai fondi comunitari sia una questione, innanzitutto, essenziale in termini di trasparenza e di linearità dell'azione della pubblica amministrazione. Bene ha fatto, dunque - qualcuno ha titolato che dopo quarant'anni per la prima volta entra al MIUR - a consentire l'ingresso della finanza. Non deve esserci, infatti, alcun freno al disvelamento complessivo di un meccanismo che viene da lontano. Non è un meccanismo che sia
stato posto in essere adesso, su due piedi, così come lei ha intuito e in parte, tra le righe, ha riportato sia nella sua relazione sia nel suo intervento.
Credo che l'opportunità consista nel rivolgersi a una scuola che, giustamente, deve modernizzarsi - si parla di informatizzazione, di modernizzazione, di nuovi strumenti tecnologici - ma che ha i problemi che tutti conosciamo, di edilizia scolastica, di alluminio sui tetti, di invivibilità delle aule e, soprattutto, di docenti che sono e restano quelli peggio pagati dell'intera comunità europea.
In questo caso, questa vicenda esplode con una forza straordinaria. Nella ricostruzione della fuoriuscita da un periodo di oggettivo declino culturale della nazione, credo che questo tema da affrontare nei confronti di un settore fondamentale come quello della scuola pubblica, sia appunto una grande opportunità, ma allo stesso tempo per lei un peso e un fardello grandissimi.
Signor Ministro, è inutile ripetere quanto già osservato dal collega Zazzera, che condivido in pieno e sottoscrivo, perché questa non deve essere né una passerella né una inquisizione nei suoi confronti. Certamente, deve essere un supporto politico che questa Commissione deve offrire al Governo perché vada fino in fondo nel disvelare questa vicenda e questi meccanismi, che sono molto più antichi e molto più profondi, probabilmente, di quanto ancora oggi emerga.
La invito a non centrare la sua attenzione soltanto sulla già gravissima questione emersa dell'utilizzazione da parte della struttura del MIUR di quella parte dei finanziamenti comunitari. Le proporrei di avviare un monitoraggio finalmente completo sull'enorme mole di risorse che provengono dai fondi comunitari per varie misure della comunità europea.
Questi fondi, in un'originale e un po' anarchica visione della cosiddetta autonomia scolastica, sono gestiti dai dirigenti scolastici con una finalizzazione che dovrebbe essere quanto meno univoca nel garantire la qualità del progetto formativo della scuola pubblica italiana. Molto spesso, invece, si riduce a una dinamica di lobby chiuse che, anziché, ad esempio, aprire attraverso i fondi comunitari al finanziamento di progetti che consenta all'interminabile fascia di precariato storico della scuola pubblica italiana di sopperire al bisogno concreto di occupazione che hanno questi settori, ripiega su se stesso in circoli chiusi.
Proceda, Ministro, con questo monitoraggio. Ogni scuola italiana nelle sue direzioni scolastiche presenta una sorta di piccole lobby chiuse per le quali con i fondi comunitari lavorano sempre gli stessi professori ordinari, che raddoppiano o triplicano i loro stipendi; dall'altra parte c'è il precariato a 500 euro al mese e a supplenze che molto spesso derivano da attese interminabili, come quelle che riguardano categorie bisognose di un intervento più volte sollecitato da parte di molti settori di questa Commissione, non esclusa la presidenza. Mi riferisco alla difesa che oramai si è prolungata - mi ha dato recentemente risposte rassicuranti - per la pubblicazione del cosiddetto TFA speciale, ma anche in questo caso occorre che il Governo e la sua persona abbiano con questa Commissione un'apertura a supportare la sua volontà di costruzione di una fase nuova.
Non so fino a che punto alcune stratificazioni burocratiche del suo Ministero le consentano di fare fino in fondo ciò che va fatto, ciò che va scritto nel TFA speciale in termini di attenzione rispetto ad alcune categorie che, purtroppo, spesso sono messe da parte, con classi di concorso che sono escluse, dove di sostiene che la scuola deve guardare all'insegnamento tecnico e proprio gli insegnanti delle materie tecniche e pratiche sono sollevati da quel tipo di mansione e portati in un'area generica assolutamente senza sbocchi.
Tornando e concludendo con la questione centrale, serve una grande operazione di trasparenza, di verità e di legalità sul tema dei fondi comunitari alla scuola pubblica. Può occuparsene lei non soltanto perché sono convinto che abbia questi valori a perimetrare la sua azione pubblica, ma proprio perché, essendo un ministro
tecnico, può affondare il bisturi in questa piaga in maniera profonda e senza guardare in faccia nessuno. In questa vicenda, c'è una stratificazione di responsabilità che deriva da anni in cui le lobby, gli ottanta consulenti esterni, le segnalazioni dei politici hanno creato una certa gestione di decine di miliardi di fondi comunitari mentre la scuola pubblica italiana muore.
Questo è il tema che la presidente Ghizzoni ha posto all'ordine del giorno di questa nostra discussione. Credo che, come sono sicuro, lei lo affronterà con il dovuto rigore e la dovuta consequenzialità. Questa sarà una grande occasione non soltanto di moralizzazione e di etica pubblica nella scuola, ma di recupero di risorse importantissime per avviare davvero quei processi di reclutamento qualitativo degli insegnanti italiani di cui la nostra scuola ha bisogno.
WALTER TOCCI. La ringrazio, signor Ministro. Mi sembra che lei abbia preso sul serio la vicenda e questo ci fa molto piacere. Vada avanti, chiarisca tutto il più presto possibile e tenga informata questa Commissione tramite la presidente Ghizzoni che, appunto, le ha chiesto immediatamente quest'audizione.
Chiarisca tutto, a partire dalla congruità di questa spesa. È un mistero divino chi l'abbia decisa perché ognuno rimpalla la responsabilità all'altro. Chiarisca, soprattutto, qual è il risultato di questa spesa, ossia quale utilizzazione stiamo facendo di queste briciole, che mi sembra anche l'argomento principale che, però, è stranamente eluso anche dalla sua comunicazione. È una spesa rilevante: a chi sono state inviate queste tecnologie, le stanno utilizzando le scuole oppure no?
Mi permetto, inoltre, di darle un consiglio, Ministro: non abbia veli nel vedere eventuali responsabilità della gestione precedente. Un dirigente del Ministero ha dichiarato alla stampa che il piattino è stato cucinato dal dottor Zennaro, che se non ricordo male è quel genio che inventò il tunnel dei neutrini. Ce lo faccia sapere, Ministro. Se davvero, infatti, è lui l'organizzatore di tutto, allora possiamo già dire adesso che il risultato dell'operazione è disastroso prima anche di qualsiasi indagine. Soprattutto, visto che è emerso questo fatto, stiamo attenti che non si ripeta.
Lei saprà bene che la stessa società di questa signora Sbressa ha vinto un bando della Smart City, il progetto EDC's work. Lei ha annunciato questo risultato in una conferenza stampa, quindi immagino ne conosca bene il valore. Alla luce, però, di quanto è avvenuto e anche della partecipazione di questa società, forse un'ulteriore verifica anche di questo progetto è un'operazione saggia.
Viviamo un momento difficile, molti sono gli scandali, i cittadini sono molto sdegnati, sfiduciati, e quindi è comprensibile che andiamo sempre a discutere dell'aspetto del malaffare, di quanto può fare la magistratura e così via. Questo ci porta, però, anche non volendo, a perdere di vista la sostanza dei problemi. Anche se le cose sono fatte onestamente, possono essere sbagliate, fatte male e questo è il nostro caso.
Di che cosa stiamo parlando? Il Ministero produce pillole del sapere, diventa editore di materiali didattici: da quando in qua è compito del Ministero produrre materiali didattici, seppure attraverso una società esterna? Lo è? Lo è dei suoi dirigenti? I materiali didattici sono prodotti dagli editori, dalle scuole, che, al contrario, dobbiamo aiutare in questo.
Mi permetto di dire che forse potremmo anche chiedere qualcosa alla Rai visto che esiste un contratto di servizio e che nei Paesi civili - vediamo come la BBC si regola a proposito dei materiali didattici - impegna tutti tranne i dirigenti del Ministero. Anche se hanno fatto le cose onestamente, Ministro, è una committenza sbagliata, che non sta né in cielo né in terra. Lei si è reso conto di questo che è il problema principale, che viene prima dell'accertamento delle formali procedure?
Personalmente, trovo incredibile che, appunto, presi ormai da questa comprensibilissima esasperazione degli aspetti di malaffare, perdiamo di vista il centro dei
problemi. Anche se le cose possono essere fatte bene da un punto di vista formale, in questo caso siamo totalmente fuori linea anche rispetto agli stessi indirizzi del Ministero e della stessa ANSAS, che si occupa di formazione degli insegnanti, di curare le infrastrutture digitali, appunto di promuovere l'autoproduzione delle scuole, tutto tranne che fare l'editore di materiali didattici.
Queste cose accadono perché è la committenza che non funziona. La domanda, l'impostazione, la programmazione delle politiche richiede, dal punto di vista del Ministero, un salto di qualità nelle sue competenze, nelle sue conoscenze. Non esiste domanda di qualità senza una committenza di qualità. Si vanno a raccogliere progetti sempre più estemporanei, frammentari tra loro che, anche se gestiti onestamente, non possono che avere un'efficacia molto trascurabile, se non addirittura un risultato dannoso.
Lei, Ministro, è persona competente di questi temi e sa che, soprattutto nel campo delle tecnologie digitali, è molto importante la qualità della committenza. Se manca, infatti, una domanda forte, ben impostata, ben programmata, si rischia il bricolage delle singole iniziative, la frammentazione degli interventi. Credo che questo sia anche il difetto della vicenda riguardante la ricerca. Anche in quel caso, mancano indirizzi chiari nei capitoli fondamentali, il nostro Paese non ha una strategia sulla ricerca nel campo della scienza della vita, non ha un piano serio, credibile nella scienza dell'informazione, non ce l'ha nelle biotecnologie, nell'energia.
Non facciamo altro che raccogliere progetti affidandoci alle commissioni tecniche che - lo ripeto - possono fare bene o male, ma senza una programmazione entro la quale questi interventi vadano a inserirsi, sono tutti soldi buttati anche se gestiti onestamente. Il problema è il Ministero, chiaramente inadeguato a svolgere i compiti oggi divenuti così complessi, difficili. Le politiche dell'istruzione, dell'università e della ricerca richiedono delle tecnostrutture di altissimo livello. In quel Ministero ci sono brave persone, che si danno da fare - non è questo il punto - ma di fronte alle sfide che abbiamo di fronte, avremmo bisogno oggi di un ministero completamente diverso.
Sono contento che ci informi che entrano in servizio nuovi funzionari. Sicuramente, è un fatto positivo, ma non credo che, all'interno della struttura così com'è, possano fare miracoli. La struttura va ripensata da cima a fondo. Avremmo bisogno, nella scuola, nella ricerca, di una struttura che avesse la stessa forza, la stessa credibilità, la stessa competenza di una Banca d'Italia. Avremmo bisogno proprio di una Banca d'Italia dalla scuola, dell'università e della ricerca.
Ministro, mi permetterò due consigli finali. È da pochi giorni trascorso il suo compleanno di ministro, è passato un anno e penso che ci darà atto che in questa Commissione ha sempre trovato collaborazione, mai pregiudiziali da parte di nessuno, ma si renderà anche conto che molte delle sue iniziative sono finite in un buco nell'acqua come l'ultima di questi giorni, quella sulle 24 ore, rispetto alla quale ha dovuto fare retromarcia. Prima c'erano stati gli enti di ricerca e i funzionari della Camera hanno spiegato che si trattava di una procedura impossibile sul piano parlamentare. Prima ancora, la legge sulla meritocrazia è stata ritirata. L'unica misura che sta andando avanti è quella delle abilitazioni e un giudice della Corte costituzionale come Sabino Cassese ha dichiarato che finirà tutto in un grande contenzioso davanti al Tar.
Senza nessun pregiudizio, Ministro, ma a un anno di distanza il bilancio è un po' povero. Il primo consiglio è il seguente: anche sulla base della sua esperienza maturata in questo anno, delle difficoltà che ha incontrato, delle sue innegabili competenze, elabori un programma, un progetto serio per creare un ministero all'altezza delle politiche dell'educazione e della ricerca, di alto rango di competenze e di efficienza. Questo sarebbe molto utile perché chi vince le elezioni, chiunque sarà, o
attuerà quel progetto o si assumerà la responsabilità di dire perché non lo fa, ma sarà un punto di riferimento.
Vengo al secondo consiglio. Stamattina mi è capitato, come a tanti di noi, di parlare con una maestra: ho trovato un clima molto esasperato. Questa maestra mi ha detto che non hanno più neanche gli occhi per piangere e sono costretti a leggere di queste pillole del sapere. Ho sentito veramente la sfiducia, lo scoramento. Se perdiamo la fiducia degli insegnanti, tutte le cose belle che ci raccontiamo qui non vanno da nessuna parte.
Ministro, accerti come si sono svolti i fatti. Se, però, qualcosa non ha funzionato, qui e anche altrove, deve fare un discorso un po' caldo, non burocratico, non puramente mediatico, rivolgersi agli insegnanti, alle scuole italiane cercando di riconquistare la loro fiducia, magari anche chiedendo scusa, anche se non ha nessuna responsabilità, a nome dello Stato italiano, sostenendo che certe cose non devono più accadere, che ve ne occuperete, che vi impegnate a risolvere i problemi della scuola. Dobbiamo assolutamente riconquistare la fiducia della scuola intorno alla sua missione e farle sentire che il Governo e il Parlamento sono al fianco di questo lavoro.
ENZO CARRA. Anche noi siamo lieti di questa sua disponibilità e, soprattutto, della tempestività con cui la disponibilità ci viene concessa su vicende così gravi. Allo stesso modo, credo che lei sia grato, tutto sommato, a noi per l'opposizione che soltanto qualche giorno fa questa Commissione ha posto in campo sull'aumento di ore di insegnamento. Vorrei, infatti, che pensasse per un attimo a che cosa sarebbe successo se fosse stata presa quella decisione, se fosse passata a fronte di quello che capitava al Ministero che lei dirige attualmente.
Sarò molto breve perché i colleghi hanno già sviscerato almeno la superficie di questi argomenti e, d'altra parte, voglio anche essere sobrio perché non voglio, ovviamente, eccitare o urtare la sensibilità di chi soltanto un anno fa avrebbe difeso il Governo che si rende colpevole ed è sotto accusa per questioni gravi come queste, di chi ha difeso ministri che hanno dato questa prova di sé e del proprio operato. Di questo, naturalmente, gli italiani giudicheranno e noi ne eravamo consapevoli già prima.
Sulla committenza ho sentito, però, uno dei colleghi intervenuti poco fa e mi permetto di dire - credo, tuttavia, che anche questo sia banale - che la committenza è anche controllo. Se il Ministero è nelle mani di controllori successivi, che tra l'altro controllano tanto poco - li cita qui dettagliatamente, ANSAS, Consip - e danno il via a certe operazioni, credo che tra committente e controllore ci sia, di fatto, una stessa responsabilità. Non so quale sia minore delle due.
Ben venga il corvo, anche perché vedo che il corvo ormai non si nega a nessuno anche in Italia e all'estero. Aspetteremo tutti, senza sapere quando riceveremo una notizia da tutte queste Commissioni - spero che non ci sia una superfetazione di commissari e di commissioni perché in questo Paese è anche uno dei modi per non arrivare a risultati - in ogni modo, sperando che tutto il meccanismo che ci ha proposto e illustrato funzioni. Al di là di quello che sarà il giudizio amministrativo e forse anche penale, vorrei sapere chi ha dato quello estetico-pratico su queste vicende e perché. Fa ridere anche chi non ha voglia di ridere in questo modo carnascialesco.
Credo che non si debbano aspettare delle unità speciali di controllori dell'ispettorato, che basti un minimo di sensibilità per sapere che di pillole del sapere non c'era bisogno anche se fossero state impartite gratis a chiunque, anche se le avessero regalate e, addirittura, avessero dato dei soldi per averle, per farle circolare.
Il collega Tocci ha ricordato i rapporti di vecchia data del Ministero con la Rai. Io vorrei sapere se il Ministero è al corrente che la Rai ha addirittura istituito da diversi anni una potente direzione che si chiama Rai Educational e che dovrebbe occuparsi esattamente di questi aspetti,
forse un po' meglio delle pillole del sapere. La sta utilizzando? Sta parlando con la Rai? Sta cercando di capire cosa serve al Ministero, agli insegnanti e a chi va a scuola?
Mi fermo qui perché mi pare del tutto inutile aggiungere altro. Avete molto da lavorare e da farvi perdonare, ma noi non perdoneremo gli autori di questo scempio.
EMERENZIO BARBIERI. Mi associo ai ringraziamenti per il Ministro. Devo dire in via preliminare che ho trovato la relazione del Ministro, contrariamente alle opinioni degli onorevoli Tocci e Carra, assolutamente equilibrata, credo capace di ricostruire come sono andate le cose, contrariamente alle imprecisioni di alcuni interventi.
Io ringrazio il Ministro per essere stato sollecito nel venire dopo l'invito che, a nostro nome, le è stato rivolto dalla presidente e per aver appreso che in questa questione c'è, ammesso che ci sia, una parte riguardante la magistratura. Lei lo ha scritto, l'onorevole Zazzera nel suo intervento da buon paladino dei magistrati lo ha ripetuto sei volte, salvo che, semmai, i magistrati sono gli stessi o diversi da quelli che si occupano delle case di qualche politico, ma questo è un livello di responsabilità che esula da quelle politiche. Inoltre, ci sono le misure che ha dichiarato di star prendendo al Ministero e che mi sembrano assolutamente pregevoli. È per questo motivo che il PdL in quest'anno ha garantito al Governo Monti la sua fiducia.
Sentendo l'intervento di qualche collega, mi sono chiesto, stando le cose come è stato qui affermato, per quale motivo per un anno si è data la fiducia a questo Governo. Di questo Governo fa parte, fino a prova contraria, anche il Ministro Profumo.
Una sola imprecisione voglio correggere, non del Ministro Profumo, ma del collega Tocci. Personalmente, sono in possesso di altre informazioni. Prima del Ministro Profumo, infatti, il Ministro si chiamava Maria Stella Gelmini, espressione di una maggioranza e non di un coacervo di forze come quello che sostiene il Governo Monti. Sul merito della storia delle pillole del sapere, collega Tocci, può darsi che lei abbia ragione, ma bisognerebbe conoscere la materia un po' di più, come lei per la verità correttamente ha riconosciuto, di quello che ci è consentito di sapere vedendo la trasmissione della Gabanelli.
Oltretutto, sulla base della rassegna stampa che la presidente Ghizzoni ci ha fornito, non so cosa succederà il giorno in cui un tribunale di Roma o di non so quale provincia italiana desse ragione alla Sbressa. Vedo, infatti, che ha fatto richiesta di risarcimento per 35 milioni di euro. La Gabanelli è una di quelle giornaliste che può scrivere e dire tutto perché la Rai la copre dal punto di vista giuridico e anche finanziario, ma il giorno in cui un tribunale di Roma desse ragione alla Sbressa, non so cosa accadrebbe da questo punto di vista.
Tengo solo a precisare che, relativamente alle pillole del sapere, nel dicembre 2011 Zennaro decide di destinare fondi alla digitalizzazione delle scuole, come credo sia difficilmente contestabile, ma chi sceglie a chi dare i soldi non è Zennaro, ma chi c'è nel marzo 2012, e cioè né la Gelmini né Zennaro. Va dato a Cesare quel che è di Cesare. Dopodiché, collega Tocci, discutiamo finché vogliamo delle pillole del sapere, cerchiamo anche di capire fin dove arrivano i poteri del Parlamento, dove questi devono fermarsi e cominciano quelli del Governo, ma questa è la ricostruzione esatta della vicenda.
Non so se il Ministro sarà in grado di farlo prima che Napolitano ci congedi, e quindi prima di metà gennaio, ma se nelle sue valutazioni e nella sua indagine interna arrivasse a conclusioni che ritiene possano essere comunicate alla Commissione cultura della Camera, credo che saremmo molto contenti e soddisfatti di apprenderle.
Mi dispiace sia andato via il mio collega Granata. Ho ascoltato con attenzione il suo intervento, ma mi son posto un problema: a vostro avviso, come appare alla gente un politico che parla male di politici?
Credo il caso fosse riservato solo alla Sicilia perché escludo - parlo di una regione governata non certamente dal PdL - che in Emilia-Romagna ci siano, come secondo Granata, fondi non utilizzati nella misura di centinaia di milioni di euro. Lo escludo categoricamente e non parlo di una regione governata da noi.
Non so chi sarà Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca nel prossimo Governo. Lo augurerei al Ministro Profumo, ma è ovvio che questo dovrebbe comportare una sua collocazione politica precisa. Attenzione, però, colleghi Tocci e Carra: se c'è un ministero - ne ricordo uno tra tutti, a cui anche durante la discussione sulla legge Aprea andavano riconoscimenti, la prima ministra donna della pubblica istruzione, senatrice Franca Falcucci - che è sempre stato oggetto delle polemiche più violente era l'allora Ministero dalla pubblica istruzione, oggi MIUR. Il Ministro che ha preceduto Profumo e Gelmini non ha certo brillato per grandissime cose. Parlo di un amico, dell'onorevole Fioroni, che non mi pare abbia lasciato nella storia del Ministero un ricordo di cui si parlerà anche tra qualche decennio.
Collega Tocci, lei sa che la stimo da parecchie legislature, ma alla demagogia dell'incontro con una maestra elementare - do per scontato che sia vero perché lei è persona seria, che non racconta bugie - potrei opporre quello col portiere del mio albergo, che non faceva riferimento al fatto di non avere gli occhi per piangere, ma all'indennità di Vendola prima dell'intervento di questo Governo, cioè degli 11.400 euro al mese che prendeva.
Bisogna che su questo siamo un po' chiari, che evitiamo di fare della demagogia. Quello che lei ha detto è vero, ma non credo che sia responsabilità del singolo ministro. Non rimprovererei al Ministro Profumo di aver cambiato idea sulle 24 ore dal momento che glielo abbiamo chiesto noi. Se un ministro ascolta la Commissione, non possiamo fargliene un rimprovero perché finiremmo in una logica kafkiana. Ha tentato di fare qualcosa come tutti quelli che devono contribuire a formare la legge di stabilità, per cui credo che un equilibrio su queste questioni vada mantenuto.
Vengo a un ultimo rilievo, signor Ministro. Non so, ma rientra nella sua responsabilità, perché abbia chiesto l'esperto al presidente del tribunale di Roma. Sono stato molto attento quando ha tentato di spiegare perché. Qui, naturalmente, si tratta di una mia diffidenza culturale. Personalmente, lo avrei chiesto, semmai, a qualche ordine professionale, ma ne porta lei la responsabilità.
È bene che questi magistrati, per l'amor di Dio bravissimi - ci mancherebbe che fossero tutti comunisti - facciano i magistrati. Eppure lei sa, Ministro, che oggi decine di enti locali in questo Paese non chiedono più i revisori dei conti ai gruppi consiliari, ma chiedono delle terne agli ordini. Credo che la presidente, che vive come me in Emilia, ne sia testimone.
Forse sarebbe valsa la pena, più che rivolgersi al presidente del tribunale di Roma, molto oberato di lavoro - a sentir loro, lavorano più di tutti noi messi assieme - chiedere a qualche ordine. Avrebbe risparmiato un po' di fatica.
ERICA RIVOLTA. Anche da parte mia vanno i ringraziamenti al Ministro per essere venuto con sollecitudine a questa seduta di Commissione su fatti che hanno lasciato sgomenti tutti. Hanno, infatti, lasciato sgomenti noi, che comunque viviamo nella quotidianità le questioni della scuola dal nostro punto di vista, ma soprattutto i cittadini e gli operatori della scuola, cioè coloro che si trovano tutti i giorni a lavorare e a fare i conti con risorse sempre inferiori, con servizi che possono essere erogati in misura sempre inferiore.
Penso che sia necessario fare luce velocemente su questa vicenda. Lo dobbiamo all'istituzione, nella quale mai come adesso c'è una sfiducia, sia essa il Parlamento o anche il Ministero. Deve esserci una ripresa della dignità e della volontà di ritornare a essere istituzione nel miglior senso del termine.
Il risultato, nei cittadini, è quello della misura peggiore, ovvero si allontanano dal loro diritto/dovere di voto perché, talmente nauseati da certe notizie, pensano di risolvere tutto abbandonando il diritto per il quale, invece, in altri Paesi si rinuncia addirittura alla propria vita. In Italia si decide di non votare perché si pensa che non serva. Voglio sempre ricordare che in altri Paesi, dove la democrazia non c'è, esiste chi, pur di votare, rischia la propria vita. Penso che debba esser fatta chiarezza.
Il collega Barbieri poneva una giusta osservazione, ovvero di verificare soprattutto anche la tempistica. Evidentemente, infatti, dietro a questi fatti incredibili, certamente ci sono persone, responsabilità specifiche, ma è molto importante appurare anche la tempistica. Spero, quindi, che ne esista la volontà perché - lo ribadisco - questo è dovuto all'istituzione, alla cittadinanza, a tutti gli organi della scuola e a chi vive la scuola tutti i giorni.
In questo periodo particolarmente, dove c'è una resistenza, una demoralizzazione rispetto alla considerazione in cui sono tenuti gli insegnanti, gli investimenti per la scuola, penso che si debba dare una risposta almeno in termini di serietà nel far luce su una vicenda veramente torbida e inquietante. La invito a procedere con celerità proprio perché sarebbe significativo avere chiarezza completa.
Io non credo, vista anche l'esperienza, che solo la televisione detenga la verità. Molto spesso, verità presentate come tali in televisione sono semplicemente azioni di clava con un fine politico. Chiarezza deve esser fatta in assoluto, con i mezzi giusti. La telecamera spesso è uno strumento straordinario per certe denunce, ma non deve diventare un modo per esecuzioni prima ancora di sapere di chi e quante sono le responsabilità personali.
Spero, dunque, che quest'azione di chiarezza e di dignità sia fatta al più presto proprio per il bene di tutti noi, della nostra scuola, ma soprattutto delle nostre istituzioni e dei cittadini.
PRESIDENTE. Prima di ridare la parola al Ministro, porrei anch'io poche considerazioni anche per ringraziare tutti voi.
Credo che dai molti interventi, ancorché con accenti molto diversi, siano venuti dei contributi importanti all'indirizzo del Ministro, e quindi anche una sorta di aiuto, almeno in questo scorcio di legislatura, per raggiungere gli obiettivi che si è posto. Credo anche che i gruppi non si siano lasciati sfuggire quest'occasione di incontro con il Ministro per discutere di questioni che rilevano anche sulla nostra democrazia.
Ritengo che le questioni più importanti siano quelle che guardano al futuro e anche ai suggerimenti di strategie che potrebbero essere adottate per il futuro. Su ciò che è accaduto, immagino anche che dovranno intervenire altri organi competenti. Se si configurano illeciti, interverrà la magistratura, ma credo che noi abbiamo il compito, come dicevo all'inizio di quest'audizione, di definire le strategie affinché il riparto, per esempio, delle risorse pubbliche avvenga nel rispetto dei princìpi fondamentali di trasparenza, efficacia e coerenza con gli obiettivi.
Al termine di questa legislatura, credo di poter dire che, per esempio, le Camere, e quindi le forze politiche, troppo poco si trovano a discutere sugli obiettivi che bisogna raggiungere in ordine all'educazione e alla ricerca pubbliche.
Colleghi, apprendiamo, per esempio, del piano nazionale della scuola digitale e non ne abbiamo, però, mai parlato. Pongo la questione da persona che nutre fiducia nelle tecnologie. Credo che, se ben utilizzate, possano aiutare anche nella didattica, nei livelli di apprendimento. Abbiamo insegnanti che da soli, lavorando con le proprie competenze - lo so perché ci scrivono e avranno scritto anche a voi - hanno per i propri studenti creato delle piattaforme interattive per cui con i loro ragazzi al pomeriggio correggono in diretta i compiti via Web. Sono tutti progetti portati avanti dai docenti in autonomia,
mentre del piano nazionale della scuola digitale, appunto, non abbiamo mai parlato.
Poiché ci sono i detrattori, ovviamente, delle nuove tecnologie, che pongono le une contro le altre esigenze, se discutessimo e definissimo insieme con trasparenza questi obiettivi, potremmo anche convincere coloro i quali non sono ancora convinti di questa battaglia digitale, ma servono molta chiarezza e molta trasparenza.
Pertanto, oltre al tema se si possa discutere del piano nazionale della scuola digitale, potrebbe il Ministero rendicontare, per esempio, sugli esiti raggiunti dall'introduzione di alcuni strumenti multimediali, come le lavagne, a due o tre anni ormai dal loro uso? Quali esiti hanno raggiunto la pagella digitale e altri strumenti? Quali sono gli obiettivi didattici che ci poniamo con l'introduzione di queste nuove strumentazioni?
È necessario darsi obiettivi e che se ne verifichi il raggiungimento perché sennò falliremo; altrettanto avverrà se non saranno tenuti presenti i princìpi di trasparenza nella definizione di chi assume decisioni. Adesso, infatti, al di là di chi è stato nominato, su cui risponderà il Ministro, sono rimasta piuttosto stupita del fatto che una persona possa selezionare un certo numero di componenti una commissione che assume decisioni molto rilevanti anche sulla spesa. Il Ministro ci ha già anticipato qualcosa, ma immagino che tornerà su come si scelgono gli esperti e chi vigila sulle loro decisioni.
In ordine alle cosiddette «Pillole del sapere», le chiederei se sono state utilizzate da un punto di vista didattico, cioè se sono state visionate da classi nell'ambito di progetti educativi. Io non avevo concordato, ovviamente, nulla col collega Carra, ma anch'io mi sarei sentita - lo faccio adesso - di sostenere altri progetti pubblici. Rai Educational e il programma digitale Rai scuola ha piattaforme didattiche di straordinario valore didattico, come quelle sulla filosofia, tra l'altro molto apprezzate dal mondo della scuola, adoperate abitualmente e che sono assolutamente gratuite per la scuola italiana, scaricabili direttamente dalla rete, unità didattiche già elaborate, peraltro, con un pool di esperti di tutto rilievo.
Concludo richiamando una delle ultime affermazioni del collega Tocci sulla fiducia, anche perché è quello che potrei definire un mio «pallino». Credo che ciò che si è spezzato nel tempo in questi anni con la scuola sia proprio il rapporto di fiducia. Si può, non solo il Ministro, ma la politica - dobbiamo farlo innanzitutto noi - procedere alla ricostruzione nello scorcio di questa legislatura di un rapporto fiduciario col mondo della scuola, che sta vivendo giorni di straordinaria tensione, di grande preoccupazione.
Lo assumo come un impegno personale come presidente, ma anche come Commissione. Penso che davvero, nei pochi mesi che ci separano dalla fine di questa legislatura, sia un impegno assolutamente prioritario quello di lavorare per restituire fiducia alla scuola. Non sono solo parole, si tratta anche di impegni coerenti.
Credo che questa Commissione lo abbia già fatto in modo concreto con il lavoro sulla legge di stabilità. Abbiamo assunto decisioni importanti praticamente all'unanimità e credo che, nei mesi che ci separano dalla fine della legislatura, si debba lavorare in questa direzione.
Cedo la parola al Ministro Profumo per la replica. Abbiamo il tempo necessario per ascoltarla almeno fino alle 17.
FRANCESCO PROFUMO, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Ringrazio molto il presidente e gli onorevoli per le molte sollecitazioni in positivo che sono venute, e quindi anche per le opportunità di riflessione e per l'operatività che può conseguirne.
Vorrei porre una piccola premessa. Sapete che sono stato nominato ministro il 16 novembre e credo che sappiate anche che le configurazioni dei ministeri in termini di personale sono definite da una pianta organica secondo alcune regole. Queste, naturalmente, non possono essere cambiate strada facendo, a meno di una revisione della struttura del Ministero come quella che abbiamo appena messo in
atto, ma non è un atto immediato e ha, al contrario, bisogno di tempo. Credo, peraltro, che le regole siano molto serie.
Quanto ai dirigenti sia generali sia di secondo e di primo livello, ad esempio, l'80 per cento deve essere costituito da dirigenti di ruolo del Ministero, mente il 20 per cento gode di una maggiore flessibilità. Il ministro, come sapete bene, può scegliere il capo gabinetto, il capo dell'ufficio legislativo, il capo della segreteria particolare, ma non ha una grandissima libertà, oltretutto se nominato come nel mio caso, per cui le flessibilità sono relativamente scarse.
Nonostante questo, fin dal primo giorno - quando sono stato qua lo avevo spiegato chiaramente - avevo alcuni obiettivi sui quali ho lavorato, ottenendo, come credo, anche discreti risultati. Il primo è stato, certamente, quello di nominare un capo dipartimento per il settore della ricerca, una persona che è stata per 35 anni a Bruxelles. Ho cercato di avviare questo processo di «normalizzazione» delle procedure del nostro Paese rispetto a quelle europee.
Citerò alcuni esempi: certamente, il tema della trasparenza, che è essenziale; quello del rispetto dei tempi; quello fondamentale della valutazione attraverso esperti esterni; quello della semplificazione in modo che i bandi o le circolari siano leggibili senza avere bisogno sempre di un giurista accanto.
Un altro degli obiettivi che mi ero proposto era quello dell'inserimento di nuove competenze all'interno del Ministero, che ha una struttura e competenze prevalentemente di tipo giuridico-formale. Un ministero moderno, invece, come giustamente avete rilevato, ha bisogno di competenze di tipo diverso. Pensate ai sistemisti, agli statistici, agli economisti. Il Ministro ha bisogno di essere, giustamente, disegnato per il futuro e di disporre delle competenze necessarie perché possa essere messo in atto.
Finora, abbiamo compiuto operazioni che, in fondo, ci erano consentite a normativa vigente.
Forse ricorderete che, nel momento in cui ho dovuto scegliere alcuni dei consiglieri, ho pensato a un bando pubblico, e che i quattro profili sui quali ho individuato la necessità per il Ministero erano: la comunicazione attraverso i nuovi media con le grandi comunità, quali la scuola; i dati aperti, oggi obbligatori anche per legge, ma allora certamente importanti, per un ministero come il nostro; l'e-Government, e quindi una nuova modalità generale di gestione di un sistema complesso come il Ministero; l'innovazione sociale.
Ho cercato, quindi, di inserire queste professionalità diverse all'interno del Ministero e mi sembra proprio di non aver sbagliato. Se pensate al tema dei dati e, come giustamente avete messo in evidenza, alla necessità che il pubblico abbia questo altissimo grado di trasparenza nel condividere i dati e metterli tutti a disposizione perché possano essere utilizzati, ebbene questo processo è stato avviato per la scuola. Nella piattaforma «Scuola in chiaro» ci sono i dati, come nel settore della ricerca, dove sono stati messi a disposizione i risultati di alcuni progetti. Il lavoro è molto grande, quindi capirete che sono tantissimi i dati che sono stati messi a disposizione, come quelli relativi alle commissioni e, in generale, a tutto quanto deve essere pubblico.
Nello stesso tempo, questi elementi centrali sono stati ispiratori dei bandi sia per la ricerca sia per i concorsi di università e scuola, per cui questo processo, pur lento - in fondo, però, non sono trascorsi che 12 mesi - è stato avviato e credo che all'interno del Ministero ci sia un cambiamento che nei prossimi anni certamente ci consentirà di essere più moderni e di avere quegli strumenti necessari per dare evidenza pubblica a tutti quegli elementi che avete sottolineato e che hanno avuto difficoltà nel passato ad essere trasparenti.
Con riferimento alle domande specifiche, sulle «Pillole del sapere» nei giorni scorsi ho chiesto un appunto all'Ufficio competente del Ministero per il tramite del Capo di Gabinetto, quindi naturalmente in accordo con il dottor Fiorentino, sulla
vicenda relativa alla realizzazione dei contenuti multimediali per la didattica. Vi leggo - naturalmente, vi consegno la documentazione e tutti gli allegati - solo i tratti salienti e i passaggi di maggior rilievo per darvi un'idea della sequenza delle operazioni e anche delle sue tempistiche.
«Si fa seguito alla richiesta del 20 novembre 2012 a firma del Capo Gabinetto e si forniscono di seguito tutti gli elementi necessari a ricostruire il processo che ha condotto alla realizzazione da parte dell'ANSAS dei contenuti multimediali chiamati "Pillole del sapere"».
Il primo atto della procedura è del 6 dicembre 2011, con la nota protocollo n. 42591, in cui l'allora direttore generale dell'ANSAS, il dottor Antonio Giunta La Spada, ha dichiarato la propria disponibilità a sostenere iniziative e attività correlate alla sensibilizzazione e diffusione presso le istituzioni scolastiche delle tematiche relative all'educazione alimentare, alla salute, alla sicurezza stradale e all'educazione ambientale. Questi sono i quattro temi oggetto delle «Pillole».
C'è stata una richiesta di collaborazione effettuata per le vie brevi dall'allora direttore generale per lo studente, il dottor Zennaro, che vi consegno in allegato.
In data 15 novembre 2011 il direttore generale dottor Zennaro ha assegnato la somma di 416.000 euro al Liceo scientifico «Newton» di Roma. Con nota del 15 dicembre 2011 il medesimo direttore generale ha fornito all'Istituto tecnico agrario (ITA) «Sereni» di Roma, depositario del finanziamento predisposto con provvedimento del direttore generale, indicazioni per l'utilizzo di 600.000 euro.
In data 20 dicembre 2011, con nota n. 9493 il direttore Zennaro ha fornito al liceo «Newton» indicazione per l'utilizzo della somma di 416.000 euro.
In data 20 dicembre 2011, l'allora direttore generale per gli studi, la statistica e i sistemi informativi, dottor Emanuele Fidora, ha invitato il direttore generale per lo studente, dottor Zennaro, a voler sostenere con ulteriori maggiori risorse le iniziative già avviate.
In data 22 dicembre 2011, con nota n. 9430, il direttore, dottor Massimo Zennaro, ha comunicato al direttore dell'ANSAS, dottore Antonio Giunta La Spada, che erano state assegnate al medesimo istituto le risorse economiche per la realizzazione di progetti di formazione e di informazione relativamente all'educazione stradale, all'ambiente e alla salute.
Il 5 gennaio 2012 l'ANSAS ha individuato i nominativi dei tre esperti da designare al tavolo di lavoro di cui al decreto dipartimentale n. 3, allegato 7.
Con decreto n. 3 del 25 gennaio 2012 del Capo dipartimento per la programmazione dottor Biondi, è stato costituito un tavolo di lavoro composto da esperti e docenti di educazione alla salute, all'ambiente e all'educazione stradale, in grado di individuare i temi reali di lavoro su cui intervenire.
Il 26 gennaio 2012, in assenza del direttore generale per lo studente, in corso di nomina - nel frattempo, il dottor Zennaro aveva lasciato l'incarico al Ministero - su richiesta del capo dipartimento è stato convocato il Tavolo di lavoro per l'insediamento per il giorno 2 febbraio 2012 presso la Segreteria del Capo Dipartimento per la programmazione.
In data 2 febbraio 2012, è stato redatto verbale della riunione di insediamento del Tavolo di lavoro.
In data 27 febbraio 2012 è stata stipulata la convenzione tra l'ITA «Sereni», il liceo scientifico «Newton» e l'ANAS. All'allegato n. 4 erano specificate le relazioni sulle modalità organizzative delle azioni. All'allegato n. 5 della convenzione si rinviene la relazione tecnica dell'ANSAS.
Il 6 marzo 2012, l'ANSAS ha inviato alle istituzioni scolastiche «Newton» e «Sereni» il progetto «Pillole del sapere».
Con nota dell'8 giugno 2012, l'ANSAS ha richiesto al liceo «Newton» il pagamento del 20 per cento corrispondente alla seconda quota del corrispettivo pattuito dalla convenzione.
Con nota dell'8 giugno 2012, l'ANSAS richiedeva all'ITA «Sereni» il pagamento
del 20 per cento corrispondente alla seconda quota del corrispettivo pattuito dalla convenzione.
Il successivo mandato di pagamento da parte delle istituzioni scolastiche interessate dalle fatture e le ricevute di pagamento inviate dall'ANSAS trovavano la loro giustificazione in quanto afferenti all'accettazione della offerta per l'aggiudicazione della gara per gli audiovisivi presente sulla piattaforma Consip.
Vi consegno il documento e tutta la documentazione allegata in modo che abbiate la sequenza dei tempi delle operazioni relative.
Relativamente all'interazione con la magistratura, abbiamo interagito con la procura di Roma e con le procure di altre due sedi relativamente al tema della ricerca e, naturalmente, abbiamo dato la nostra massima disponibilità perché non abbiamo nulla da nascondere. Ci sono tutti i documenti e tutto quello che è necessario.
Quanto al tema della tempestica, come vi dicevo, ho assunto l'incarico il 16 novembre. Le operazioni risalgono agli inizi di dicembre, per cui ero appena entrato, e ora ho cercato di capire cosa sia successo.
Rispetto al fatto se ci siano persone che hanno avuto qualche tipo di interazione su questa vicenda, credo che si debba capire innanzitutto che tipo di azioni dovranno essere avviate, se giudiziarie o amministrative, nei confronti dei soggetti coinvolti.
Sul tema della ricerca, la direzione era abbastanza sguarnita. La prevalenza delle persone era esterna e, tra l'altro, c'era anche un comitato tecnico scientifico che faceva una valutazione dei progetti. Quand'ero rettore, non l'ho mai visto troppo di buon occhio, per cui ho pensato che fosse opportuna un'operazione analoga a quella di tutti i Paesi normali, che si regolano anche in base a una tradizione, ossia creare un database di valutatori italiani e non italiani. Mi auguro che nel futuro possano essere prevalentemente non italiani perché, altrimenti, per la nostra comunità, essendo relativamente piccola, diventerà sempre più complicato.
L'obiettivo finale sarebbe quello di un unico database europeo, lo stesso utilizzato anche per la valutazione dei progetti europei. Credo che questa sarebbe la strada corretta; infatti abbiamo utilizzato questo tipo di struttura sia per i progetti FIRB (Fondo per gli investimenti della ricerca di base), che per i progetti PRIN (Progetti di ricerca di interesse nazionale), così come per la valutazione dei cluster. La utilizzeremo anche per la valutazione dei progetti sulle città intelligenti.
Abbiamo, dunque, cambiato modalità, ma è servito qualche mese perché capirete che non è proprio semplicissimo. Nel frattempo, come vi dicevo, ho nominato, se ben ricordo nel mese di marzo, il dottor Raffaele Liberali come capo dipartimento e il dottor Emanuele Fidora come direttore per la ricerca. Ho cercato di normalizzare un po' questa situazione.
A fronte della selezione che è stata fatta nel passato di nuovi funzionari, l'obiettivo è quello di inserire quelle nuove professionalità che, probabilmente, non sono ancora sufficienti all'interno di questa struttura. Abbiamo una situazione di debolezza dal punto di vista delle risorse umane anche nella direzione dell'università, per cui appronteremo un'operazione di rafforzamento anche in quella direzione.
Sono molto d'accordo che si debba mettere tutti i dati a disposizione in rete e che questo debba avvenire dal primo atto di una procedura fino alla conclusione e alla valutazione dei risultati. Credo che ricordiate che abbiamo due comitati all'interno del Ministero: uno si chiama CNGR, Comitato nazionale dei garanti per la ricerca, l'altro si chiama ANVUR, Agenzia di valutazione del sistema universitario e della ricerca. Il CNGR ha la funzione di valutare le proposte attraverso una struttura come quella che vi dicevo di valutatori esterni; l'ANVUR, invece, quella di valutare i risultati della ricerca, per cui disponiamo di una struttura completa. L'abbiamo messa in atto nel momento in cui è stata disponibile, quindi direi che da questo punto di vista il processo è stato riportato nelle condizioni normali.
Quanto all'onorevole Zazzera, concordo moltissimo sul fatto che la valutazione non debba essere solo di tipo giuridico-formale, ma in termini di risultati ottenuti. Voi sapete che uno dei punti di debolezza del nostro Paese è proprio quello di procedere a valutazioni di tipo procedurale o sempre ex ante, trascurando l'ex post. L'obiettivo del percorso complessivo che ho cercato di rappresentarvi è proprio quello, invece, di una valutazione del modo in cui sono state spese le risorse. Mi auguro che questa diventi la procedura normale per il nostro Paese. Certamente, porterà dei benefici. La ringrazio, quindi, molto, onorevole, per la sollecitazione.
Onorevole Granata, per la trasparenza sull'utilizzo dei fondi comunitari, direi in generale che è necessaria un'operazione complessiva e mi sembra che le azioni messe in atto vadano in questa direzione dal punto di vista sia dei dati sia di quei quattro elementi che ricordavo a proposito della messa in atto dei bandi.
Onorevole Tocci, due sono le sue domande finali/consigli, ma torno un po' più indietro rispetto alle sue considerazioni. Quanto all'elaborazione di un programma serio per le politiche dell'istruzione, dell'università e della ricerca, credo che sappia, come ho dichiarato in qualche occasione, che quanto abbiamo avviato per i tre settori separatamente è proprio un processo per arrivare a lasciare un po' di eredità al Governo futuro e a chi si occuperà di questo.
Abbiamo avviato, sul tema della ricerca, una consultazione pubblica, che è su un piano della ricerca nazionale che parta dal piano della ricerca europea, quindi Horizon 2020 Europa, Horizon 2020 Italia, e le specializzazioni regionali. Naturalmente, di questo mi piacerebbe parlare con voi non appena avremo i primi risultati in modo da avviare questo rapporto complessivo.
Sul secondo grande tema, la scuola, credo che sappiate che questa mattina abbiamo avuto un incontro con i sindacati alla Presidenza del Consiglio sul tema «scatti di anzianità», ma quella era semplicemente un'occasione per avviare una concreta progettazione rispetto alla scuola del futuro, ai servizi prioritari per gli studenti, al ruolo dei docenti, a una diversa modalità di formare i nostri cittadini e cittadine del futuro. Naturalmente, anche per questo c'è una grande disponibilità rispetto alla Commissione ad avviare un discorso complessivo.
Sul tema dell'università, stiamo mettendo in atto l'operazione in modo analogo in stretta connessione con la conferenza dei rettori. Il primo passo è, certamente, l'istituzione di un osservatorio rispetto a quanto è stato messo in atto dal punto di vista legislativo negli ultimi anni. In questo modo, disporremo di dati oggettivi e potremo procedere a una riflessione e arrivare, anche in questo caso, a lasciare al prossimo Governo in eredità i dati relativi.
Con riferimento a quanto abbiamo fatto, credo che nei tre settori siano state compiute le operazioni che vi avevo illustrato quando sono venuto in Commissione la prima volta. Si è trattato di operazioni di oliatura. Sulla ricerca, abbiamo messo in atto una serie di bandi nella nuova modalità di cui vi dicevo, molto allineati all'Europa, dove abbiamo individuato due grandi tematiche, quella della relazione tra enti di ricerca, università e impresa avendo individuato nove campi strategici per il nostro Paese, e quella di una maggiore intelligenza nei nostri settori principali. Mi sembra che su tutta quest'operazione siano stati rispettati quegli elementi centrali di cui dicevamo, ovvero semplificazione, trasparenza, rispetto dei tempi e valutazione.
Sul tema dell'università, quello che credo di avervi detto quando sono venuto e che confermo è che mi sembrava che in un tempo così breve non si potesse pensare a nessun intervento di tipo legislativo, ma che semplicemente si potesse avviare i processi in atto. È stata conclusa l'emanazione dei decreti necessari - credo manchi ancora solo quello sul dottorato di ricerca, che però è in fase di emanazione - e sono state avviate le abilitazioni.
Sul tema della scuola, è stata condotta una profonda riflessione sul suo modello complessivo ed è stato avviato il concorso
per docenti fermo dal 1999. Credo che su alcune iniziative, che lei ha ricordato, si sia avviato un discorso culturale all'interno del Paese. Uno degli obiettivi era la valorizzazione delle persone e del loro impegno: credo che il Paese sia obbligato a una riflessione, oltre che sul ruolo del docente all'interno della scuola, anche su una modalità diversa di interazione tra le nuove tecnologie e il mondo della scuola stessa.
Credo, dunque, sia giusto che questi discorsi siano stati avviati ed è giusto anche che ci sia un'interazione corretta con il Parlamento e con le Commissioni, ma penso che sia anche giusto che, nel momento in cui il feedback non dovesse risultare positivo, si possa avviare una riflessione e si possa pensare che nel futuro, invece, ci sarà una soluzione in quella direzione.
Vengo alla società ABC, che ha partecipato e vinto anche un progetto Smart City. In questo caso, esistono partenariati ampi e questo è uno dei partecipanti. È giusto fare attenzione, come lo è, però, dire che i partenariati sono molto più ampi rispetto al singolo.
Sul tema del prodotto, credo che lei abbia ragione: il Ministero non deve occuparsi di prodotti, ma di disegnare politiche, di disegnare indirizzi. Dalla documentazione che vi trasmetto, in realtà, appurerete che il Ministero non ha prodotto nulla. L'INDIRE (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), invece, ha una funzione diversa. Certamente, si potrebbe anche definire meglio quale sia il suo compito, di sicuro diverso da quello del Ministero.
È emerso più volte il tema della Rai, in particolare Rai Educational. Quando sono arrivato, tra le mie prime azioni, c'è stata la firma di un protocollo d'intesa con la Rai e sono state molte le azioni con la Rai in questi mesi proprio nella direzione sollecitata da più di un membro della Commissione. Tra l'altro, credo ci sia stata ottima soddisfazione da parte della scuola, in generale, e della Rai, con una connessione rispetto a tutti quegli altri elementi messi in atto, non ultimo la Scuola in chiaro, UniversItaly per la parte università, e Research Italy, che sarà messo in atto nelle prossime settimane, per la parte ricerca.
Sulla parte ricerca, a proposito del disegno del nuovo Ministero, sono molto d'accordo con lei. Credo che dovremmo distinguere due atti fondamentali: quelli di indirizzo e quelli di operatività. Sto pensando che sarebbe opportuna un'agenzia per i finanziamenti, come esiste in molti altri Paesi. Credo che sarebbe una buona soluzione. In questo modo, il Ministero avrebbe l'atto di indirizzo e l'atto di valutazione, identificazioni strategiche, che rimarrebbero in mano al Ministero, che sarebbe quindi anche più «leggero». Tutta la parte relativa alla funzione di agenzia, invece, passerebbe, appunto, per un'agenzia dotata delle professionalità per questo tipo di attività. Mi auguro che nel lavoro che stiamo svolgendo per lasciare un'eredità si arrivi proprio a un disegno di questo genere.
Onorevole Carra, credo di aver risposto sul tema Rai. Come dicevo, l'operazione ha funzionato e l'interazione è anche continua. Ho incontrato più volte anche la presidente Tarantola da quando è stata nominata, oltre che la direttrice di Rai Educational, Calandrelli. Direi, quindi, che l'operazione può andare avanti in quella direzione. La ringrazio per averlo ricordato, ma eravamo già in quella direzione.
Onorevole Barbieri, c'è stata un po' di interazione rispetto a quanto era stato messo in evidenza dall'onorevole Tocci, in particolare su due punti. Certamente, il Ministro, prima della scadenza del Governo, tornerà in Commissione. C'è la mia massima disponibilità. Se, anzi, avessi anche un'interazione intermedia, verrei volentieri anche per illustrare come si procede. Non ho nessun problema a esporvi quanto emergerà da questa fase di indagine.
Quanto all'esperto, ho fatto un po' riferimento alla mia esperienza personale, visto che sono stato per tantissimi anni perito al tribunale. I tribunali, come credo sappiate, hanno un elenco di esperti per i diversi settori. Sarebbe stato facile rivolgersi
a un ordine nel caso di uno strutturista civile, per cui ci si rivolgerebbe all'ordine degli ingegneri, ma in questo caso la realtà è un po' più complicata perché serve un professionista con competenze di tipo economico in un settore particolare.
Sulla base della mia esperienza, quindi - può darsi che il suo suggerimento sia migliore del mio - ho inoltrato una prima richiesta al presidente su questi elenchi, ma accolgo lo stimolo. Considererò l'opportunità di rivolgerci anche a un ordine, che in questo caso, probabilmente, sarebbe quello dei commercialisti, ma serve una professionalità un po' particolare.
Onorevole Rivolta, credo che abbia ragione sulla velocità. In queste questioni non bisogna nascondere la testa sotto il cuscino, ma credo che abbiamo dimostrato di non farlo. Lo stesso giorno in cui è emerso il caso, abbiamo avviato tutto il processo. Innanzitutto devo ringraziare il Capo di Gabinetto, perché con grandissima celerità, chiarezza e completezza si è attivato per acquisire dagli uffici tutta la documentazione, ma anche la struttura del Ministero per la grandissima disponibilità sin qui dimostrata. Credo che questo rappresenti un elemento di grande positività.
Presidente Ghizzoni, concordo con lei nel ringraziamento al contributo di tutti i membri della Commissione e anche per il fatto che questa è stata una buona modalità di suggerimenti, ma anche per dare indirizzi. Da parte mia, quindi, c'è un ringraziamento, alla presidente in primis, per aver avviato questo processo e a tutti voi.
Vengo alle strategie per il futuro. Credo, in fondo, un po' di averlo detto: tutta la strategia ha proprio l'obiettivo, di cui diceva la presidente, di ripartire in modo corretto le risorse pubbliche, siano queste relative al personale o di tipo finanziario. Bisogna fare molta attenzione perché non è proprio semplicissimo. Conviviamo con un sistema un po' più complesso.
Credo che trasparenza e chiarezza siano stati, fin dal primo momento, gli elementi centrali di cui mi sono interessato, avendo avviato un processo di questo genere.
Inoltre, la presidente ha messo in evidenza tre punti, che condivido molto. A proposito della scuola digitale, se ritenete, in una prossima occasione posso venire e possiamo anche discutere insieme gli elementi ispiratori, il modo in cui abbiamo costruito il progetto, quanto è stato investito fino a oggi, quali sono stati i risultati ottenuti, nonché cosa si può e cosa si deve fare nel prossimo futuro.
Vorrei solo trasmettere una mia piccolissima sensazione. In questi mesi, ho visitato molte scuole, ho trovato una comunità di grandissimo valore, persone veramente motivate, impegnate: c'è una grande attenzione al punto di vista di tutto l'insieme, comprensivo degli insegnanti, dei dirigenti, del personale, ma anche delle stesse famiglie - pur con una piccola precisazione che vorrei fare più avanti - e degli studenti.
Tuttavia in un ufficio, in una fabbrica, troviamo un mondo completamente diverso rispetto a quello della scuola: io credo che serva una maggiore relazione tra scuola e domanda, nel senso che abbiamo la responsabilità forte di formare cittadine e cittadini per il domani e non che guardino a ieri. Ma questo non lo ricordiamo sempre.
Spesso, infatti, dimentichiamo che esiste un ritardo naturale dal momento in cui i ragazzi sono a scuola a quello in cui entreranno nel mondo del lavoro. Questo ritardo comporta la necessità di formare persone che sviluppino questa capacità di inserirsi in mondi accelerati.
Faccio una piccolissima chiosa: nel 2007, quando ero ancora rettore, facemmo una lunghissima riflessione su quale dovesse essere la formazione degli ingegneri e degli architetti, nel nostro caso, che sarebbero entrati nel mondo del lavoro dal 2012. Quest'anno si laureano, infatti, quei ragazzi: provate a un po' a pensare a come è cambiato il mondo dal 2007 al 2012 e a quanti errori abbiamo certamente commesso e a quanti altri avremmo potuto commetterne, per esempio, se ci fossimo
lasciati trascinare più da una scuola informativa che da una scuola formativa. Su questo, se volete, un giorno possiamo esaminare i dettagli.
Su Rai Educational credo di aver risposto.
Quanto al rapporto fiduciario per la scuola, credo che sia un elemento centrale. Questa mattina, con il presidente Catricalà, con il Ministro Grilli e con il Ministro Patroni Griffi abbiamo detto ai sindacati che da parte nostra c'è una grande attenzione ad aprire un tavolo anche immediato sul tema della scuola, in generale, e della scuola del futuro - un tema complicato certamente - nonché sul tema del nuovo ruolo dei docenti, ma anche e soprattutto del rapporto tra famiglia e scuola, ovvero tra famiglia e docenti.
Quello del docente è diventato, sicuramente, un ruolo molto più complicato perché è venuto un po' a disarticolarsi il suo corretto rapporto con le famiglie. La stima del docente è un tema centrale e su questo rapporto fiduciario, come sapete, ho anche una grande sensibilità, ma dobbiamo impegnarci tutti insieme.
Sicuramente, in questi ultimi anni avete avuto contatti con la scuola e vi sarete resi conto che molto non funziona e che va detto. La maggior parte, però, delle cose funziona e bisogna avere anche questa capacità di selezione e di intervento sulle priorità. Si può farlo, però, solo con i dati a disposizione, con un consolidamento delle nozioni di base in modo da poter procedere agli interventi. Non si può pensare, infatti, di fare tutto immediatamente. Serve un programma pluriennale e, soprattutto, una politica continuativa del nostro Paese sulla priorità della formazione dei nuovi cittadini e delle nuove cittadine.
PIERFELICE ZAZZERA. Non ho capito, su una mia domanda, se il Ministro intenda prendere provvedimenti in merito al direttore generale che ha chiamato un fornitore che faceva parte del bando per chiedere il numero del presidente di Consip.
PRESIDENTE. L'onorevole Zazzera ha precisato una sua domanda. Il Ministro, di fatto, ha già replicato, gli ha già risposto indirettamente.
FRANCESCO PROFUMO, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Ripeto che, al termine di questa breve indagine, certamente verranno le azioni conseguenti. Mi sembra che si debba procedere considerando i fatti.
PRESIDENTE. Ringrazio tutti gli intervenuti e, in particolare, il Ministro Profumo, che ha accolto questo nostro invito a tambur battente.
Mi limito a osservare che le ultime azioni di indirizzo, in realtà, saranno lasciate in eredità alla prossima legislatura.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 16,55.