Sulla pubblicità dei lavori:
Alessandri Angelo, Presidente ... 3
Audizione del Ministro della salute, professore Renato Balduzzi, sulle problematiche in ordine allo stabilimento ILVA di Taranto (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Alessandri Angelo, Presidente ... 3 6 12
Margiotta Salvatore, Presidente ... 7 8 9 10 11
Balduzzi Renato, Ministro della salute ... 3 7 9
Bratti Alessandro (PD) ... 7 10
Clini Corrado, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 9 11
Piffari Sergio Michele (IdV) ... 7
Vico Ludovico (PD) ... 6 8
Zamparutti Elisabetta (PD) ... 6 7
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro per il Terzo Polo: UdCpTP; Futuro e Libertà per il Terzo Polo: FLpTP; Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, Intesa Popolare): PT; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Alleanza per l'Italia: Misto-ApI; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling;
Misto-Repubblicani-Azionisti: Misto-R-A; Misto-Autonomia Sud - Lega Sud Ausonia - Popoli Sovrani d'Europa: Misto-ASud; Misto-Fareitalia per la Costituente Popolare: Misto-FCP; Misto-Liberali per l'Italia-PLI: Misto-LI-PLI; Misto-Grande Sud-PPA: Misto-G.Sud-PPA; Misto-Iniziativa Liberale: Misto-IL; Misto-Diritti e Libertà: Misto-DL.
Resoconto stenografico
AUDIZIONE
La seduta comincia alle 14,30.
PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro della salute, professore Renato Balduzzi, sulle problematiche in ordine allo stabilimento ILVA di Taranto.
Nel ringraziare per la loro presenza, oltre al Ministro Balduzzi, il Ministro Clini, il Viceministro De Vincenti e il sottosegretario Fanelli, do la parola al Ministro Balduzzi per la relazione.
RENATO BALDUZZI, Ministro della salute. Grazie, presidente. Come loro sanno, il Ministero della salute, con il supporto dell'Istituto superiore di sanità, ha condotto, nell'ambito di un programma di ricerca finalizzata del Ministero stesso, alcuni studi di monitoraggio ambientale e di misurazione delle emissioni industriali. All'esito di questi studi è stato evidenziato nell'area di Taranto-Statte un quadro di inquinamento ambientale diffuso con un contributo rilevante del polo industriale cittadino, in particolare ma non esclusivamente dello stabilimento Ilva, sui livelli ambientali di inquinanti di interesse sanitario.
Da parte della ASL di Taranto sono state avviate nel tempo campagne di monitoraggio che hanno segnalato contaminazioni della catena trofica da composti organo-alogenati in alcune aziende zootecniche sia del comune sia della provincia di Taranto.
I risultati dell'analisi di mortalità condotta nell'ambito del progetto «Sentieri», lo studio epidemiologico nazionale sui territori che presentano particolare criticità ambientale svolto dall'Istituto superiore di sanità, ha mostrato che sia tra gli uomini sia tra le donne nei periodi considerati, cioè dal 1995 al 2002 e dal 2003 al 2009, sono presenti eccessi di mortalità per le principali cause di morte, specifiche sedi tumorali e specifiche patologie. Lo stesso dicasi per quanto riguarda la mortalità infantile.
In sintesi il quadro che è emerso dallo studio «Sentieri» documenta uno stato di salute dei residenti nel sito di interesse nazionale di Taranto sfavorevole rispetto all'insieme della popolazione di riferimento regionale, in particolare per quelle patologie la cui eziologia ammette tra i fattori di rischio, accertati o sospettati, le esposizioni ambientali presenti a Taranto.
Questo vale anche per l'esame dell'incidenza dei tumori nel biennio 2006-2007, il primo periodo per il quale il registro tumori Puglia - ASL Taranto fornisce i primi dati. In questo caso abbiamo eccessi significativi per tutti i tumori rispetto agli altri registri tumori dell'Italia meridionale,
in particolare per quanto riguarda le neoplasie del polmone e della mammella.
Per le leucemie, sia per i maschi sia per le femmine, si superano i valori attesi in base ai dati nazionali e delle altre macroaree. Un dato importante è anche quello relativo all'età pediatrica, dove l'incidenza dei tumori è significativamente più elevata rispetto ai dati nazionali delle diverse macroaree. Questi risultati sono stati confermati da altri studi epidemiologici, tra cui lo studio di coorte di Mataloni e altri che è stato svolto su richiesta e utilizzato dal GIP di Taranto.
Dall'analisi di questi dati ambientali, a giudizio dell'autorità sanitaria, si evince che i microinquinanti organici presenti nelle polveri sottili costituiscono i principali fattori di rischio per la salute attribuibili all'attività dello stabilimento siderurgico. Su questa base il Ministero della salute, nel procedimento di redazione della nuova autorizzazione integrata ambientale (AIA), ha subordinato il proprio assenso ad alcune condizioni che tenessero conto della necessità di ridurre le emissioni e al tempo stesso di avviare un piano di monitoraggio sanitario permanente, condizionando la validità e l'efficacia nel tempo dell'AIA a questo tipo di valutazioni.
La decisione di adottare in sede di Consiglio dei ministri il decreto-legge del 3 dicembre 2012, n. 207 è stata basata sulla convinzione che le prescrizioni dell'autorizzazione integrata ambientale, del tutto innovative rispetto alle AIA precedenti per Taranto e in generale allo strumento dell'AIA, sono tali da consentire, tempo per tempo, una migliore capacità di monitoraggio sanitario. In seguito parlerò anche della relazione intercorrente tra il monitoraggio sanitario previsto dall'AIA e la valutazione del danno sanitario prevista dalla legge regionale pugliese n. 21 del 2012.
Probabilmente per la prima volta in un sito di interesse nazionale sarà possibile tenere sotto controllo e misurare, sulla base di intervalli temporali predefiniti, l'evoluzione della situazione sanitaria. Trattandosi specialmente di patologie tumorali, che possono avere una latenza lunga e non prevedibile, tutto ciò è tutt'altro che facile. Per riuscirci è appunto necessario disporre un monitoraggio permanente.
Come è noto alle Commissioni, la premessa del decreto-legge n. 207 sta nella volontà del Governo di tenere insieme i tre interessi-valori in gioco e cioè la salute, l'ambiente e il lavoro. A questa premessa concorrono diversi argomenti riferiti non soltanto ai problemi dello sviluppo e della produzione dell'acciaio, ma anche a esigenze interne al profilo ambientale e al profilo di salute.
Per quanto riguarda il profilo ambientale, tutta la storia dei siti inquinati, specialmente con riferimento all'attività siderurgica, dimostra che la chiusura degli impianti non è la soluzione che risolve le emergenze ambientali. La direzione da prendere è piuttosto quella, al tempo stesso, dell'adozione di prescrizioni molto rigide e verificate e di un monitoraggio molto attento della tempistica.
Per quanto riguarda il profilo sanitario, ho messo in luce in alcune occasioni che un negativo impatto generalizzato sull'occupazione, con la perdita del posto di lavoro da parte di migliaia di famiglie, secondo tutte le ricerche ha effetti significativi anche per quanto riguarda la salute. C'è un rapporto molto stretto tra la necessità di tenere insieme ambiente, lavoro e salute e la prospettiva di tutela sanitaria. È chiaro che nei siti di interesse nazionale (SIN) e in particolare in quello di Taranto, per le ragioni sintetizzate prima, questa preoccupazione deve unirsi a un'attività che sia al tempo stesso di sorveglianza, di prevenzione e di risposta sanitaria.
Da questo punto di vista, nel corso della conferenza dei servizi il Ministero ha chiesto che fosse inserita tra le prescrizioni dell'AIA la realizzazione di un piano di monitoraggio redatto in collaborazione tra Istituto superiore di sanità e Organizzazione mondiale della sanità (OMS). C'è da tempo un focus dell'OMS su Taranto, così come c'è una collaborazione molto
stretta tra Istituto superiore di sanità e OMS sui siti di interesse nazionale e su Taranto in particolare.
Queste sono le ragioni per cui l'AIA ha quel contenuto. Abbiamo pensato, però, che non fosse sufficiente e che bisognasse realizzare un osservatorio con la partecipazione di tutti gli enti territoriali coinvolti, cioè ARPA Puglia, ASL e Agenzia regionale di sanità, dell'Istituto superiore di sanità, dell'Ispra e dell'Ufficio regionale per l'Europa dell'OMS. Il piano che è stato redatto è finalizzato alla sorveglianza sistematica delle variazioni tra un ante e un post rispetto all'adozione delle iniziative prescritte all'Ilva per la riduzione delle emissioni sia diffuse sia convogliate e la conseguente mitigazione dei rischi per la salute.
Poiché l'AIA ha una validità di cinque-otto anni, anche il piano di monitoraggio dovrebbe avere la stessa validità. La variazione nel tempo dei rischi per la salute verrà misurata attraverso una valutazione delle esposizioni agli inquinanti aerodispersi e attraverso studi di biomonitoraggio umano. Tali studi in parte sono già stati avviati di cui abbiamo già i primi risultati, ma affinché siano efficaci e possano essere oggetto di validazioni successive occorre che siano estesi e che i dati ottenuti vengano comparati con l'insorgenza di patologie specifiche correlabili a interventi di breve e media durata. Diventa altrimenti difficile poter dimostrare il rapporto causa-effetto in questi casi.
Poiché l'intervallo temporale da valutare - questo è un punto importante - è relativamente breve, non verranno prese in considerazione patologie con tempi lunghi di insorgenza rispetto all'esposizione. Queste patologie sono, tuttavia, oggetto di una sorveglianza che sui siti di interesse nazionale viene già svolta ordinariamente dall'Istituto superiore di sanità a livello istituzionale.
Come ripeto, le azioni decise sono il piano di monitoraggio, l'osservatorio e il progetto «Salute per Taranto», che stiamo definendo d'intesa con la regione. Se c'è una situazione epidemiologica problematica e sono necessarie attività di sorveglianza e di prevenzione, è necessaria anche una risposta di tipo sanitario. L'offerta di servizi sanitari in quella zona della regione mostra, però, alcune carenze che sarebbero già di per sé da colmare, a maggior ragione con riferimento alla situazione specifica.
Tutte queste azioni sono e saranno ancora di più oggetto di un processo di comunicazione. Andando a Taranto mi sono accorto che è necessario ristabilire un clima di fiducia. Sono stato in una parrocchia nella zona più interessata della città e nel confronto che si è svolto con le circa seicento persone presenti mi sono reso conto che, al di là del fatto di portare dei dati che ciascuno avrebbe potuto verificare per conto proprio, la cosa importante era «metterci la faccia», ristabilire cioè, se mai nel tempo si fosse attenuata, la comunicazione tra le istituzioni e i cittadini.
Ho accennato all'inizio del mio intervento e vado la conclusione, ai problemi di coordinamento tra il contenuto dell'AIA, in particolare il piano di monitoraggio sanitario previsto, e la valutazione del danno sanitario ai sensi della legge regionale della Puglia n. 21 del 2012. Secondo questa legge, le istituzioni interessate per Brindisi e Taranto quindi Agenzia regionale sanitaria, Arpa e ASL, coordinate dall'Agenzia per l'ambiente regionale, devono redigere un rapporto di valutazione del danno sanitario. Per coordinare queste due iniziative, che hanno evidentemente la stessa finalità, ma adottano strumenti diversi, si è tenuto a metà novembre un primo incontro tra il Ministero della salute e gli assessorati alle politiche della salute e dell'ambiente della regione Puglia con la partecipazione di tutte le amministrazioni statali e territoriali coinvolte.
In quell'occasione la regione Puglia ha informato di avere quasi perfezionato la stesura del piano straordinario salute e ambiente e si è concordato di ritrovarsi a metà dicembre - cioè la prossima settimana - per stabilire un piano d'azione comune. Le ragioni che hanno preoccupazione insita nell'AIA e quella contenuta nella legge regionale pugliese devono trovare
un momento di raccordo unitario. Si tratta, nell'un caso, di un piano di monitoraggio comprensivo anche del biomonitoraggio e, nell'altro caso, di un procedimento volto a definire, tempo per tempo, una valutazione del danno sanitario che evidentemente deve confluire in una procedura almeno concordata. Prima di Natale siamo convinti di arrivare a concludere e anche da questo punto di vista bisognerà affrontare un problema di comunicazione ed informazione con la cittadinanza.
Infine preciso che, come loro sanno, il Governo ha valutato di definire o di concorrere a definire un emendamento interpretativo relativo alla parte del decreto-legge n. 207 che è stata oggetto di un'interpretazione non retroattiva con riferimento al prodotto già stoccato. Come il Ministro dell'ambiente ha avuto occasione di dire in questi giorni, ciò comporta l'inattuazione delle prescrizioni dell'AIA. La presenza di prodotto invenduto rende, infatti, impossibile sia il funzionamento dell'area a freddo e degli impianti sia lo stesso risanamento ambientale.
Credo che fornire questo chiarimento a livello interpretativo dell'efficacia delle norme sia, dunque, necessario.
PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Balduzzi e do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Nel ringraziarla, Ministro, vorrei subito chiederle per quale motivo avete ritenuto di rendere pubblica l'analisi riferita all'ultimo periodo del progetto «Sentieri», dal 2003 al 2009, dopo l'adozione dell'AIA e non prima, come avevate invece affermato quest'estate.
Vorrei sapere perché, di fronte alle continue dichiarazioni del Ministro dell'ambiente che negavano un rapporto tra l'attività inquinante dell'Ilva e i danni per la salute in anni recenti, limitandosi ad attribuire questa responsabilità all'attività industriale dei decenni passati e facendo intendere che fosse più colpa di Italsider che di Ilva, lei non abbia ritenuto opportuno intervenire.
Questo documento aggrava ulteriormente i dati che sono emersi dalle perizie della magistratura, sulla base delle quali eravate a conoscenza della gravità della situazione sanitaria e ambientale di Taranto. Vorrei sapere perché non abbia ritenuto di intervenire come Ministro della salute per fare chiarezza rispetto ad affermazioni del Ministro Clini che contribuivano a creare confusione e a negare la verità sulla situazione di Taranto.
Infine, vorrei sapere se lei è in grado di garantire che i parchi minerali scoperti non producono danni alla salute e non costituiscono una situazione di scarso pericolo tale da giustificare i tre anni di tempo concessi con l'ultima AIA per procedere alla loro copertura.
LUDOVICO VICO. Rivolgerò alcune semplici domande al Ministro Balduzzi. Come lei ha detto, nell'AIA si fa riferimento esplicito al piano di monitoraggio, all'osservatorio e all'annuncio - termine forse improprio - del progetto per Taranto. I primi due elementi sono parte integrante dell'AIA stessa. Il problema che desidero porre al Ministro riguarda il progetto «Salute per Taranto».
I dettagli del progetto, come lei stesso ha detto, saranno resi noti nelle prossime settimane. Io penso che questa parte, che definiamo impropriamente sanitaria, potrebbe essere oggetto di alcune proposte emendative al decreto n. 207 che definiscano, ad esempio, un termine di presentazione e di avvio del progetto, pur nella sua complessità. Dobbiamo anche tenere presente che siamo di fronte alla fine della legislatura e all'inizio di una nuova legislatura e questo non può essere considerato un fatto secondario.
Come il Ministro sa, un'altra questione riguarda quelle misure urgenti e visibili che sarebbero in grado di rendere più comprensibile l'azione dello Stato e del Governo e di promuovere la comunicazione con le comunità interessate. A tal proposito, penso che possa trovare posto in questo decreto-legge anche la deroga
del piano di rientro regionale, il cui carico finanziario grava sulla regione. Questo darebbe seguito ad una volontà specifica.
Come ella comprende, siamo in un ambito di impegni e di azioni simboliche, come simbolica è stata la conversione del decreto-legge sulle bonifiche. Purtroppo manca ancora il commissario di governo e approfitto della presenza del Ministro Clini per esortarlo a procedere alla sua nomina. Ci sono momenti in cui le decisioni sono importanti qualunque esse siano. Se si fosse cominciato almeno a «togliere il terriccio dalle aiuole», si sarebbe compiuto un importante atto simbolico, dietro al quale ci sarebbero però contenuti impegnativi, come dimostra il decreto stesso.
ALESSANDRO BRATTI. Riprendendo le considerazioni del collega Vico, vorrei capire dal Ministro Balduzzi quanta parte delle azioni che ci ha descritto trova sede nel decreto o nell'autorizzazione ambientale integrata e quanta parte invece è oggetto di altri provvedimenti e quali sarebbero questi provvedimenti. Parliamo della legge regionale o di un successivo decreto interministeriale?
In altri termini, quali sono gli strumenti attuativi del percorso che ci ha riferito?
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Intervengo per una precisazione. Vorrei sapere se esiste un piano economico relativo all'attuazione dell'AIA. Si continuano a stimare in circa quattro miliardi di euro le risorse necessarie, il che fa presupporre che dovranno essere impiegate le migliori tecnologie in assoluto. Tuttavia sono solo stime. È stato redatto un piano economico? Si conoscono la solidità finanziaria e la liquidità del Gruppo Riva? Si sa a quali linee di credito può accedere?
Soprattutto, siete certi che non esistano situazioni debitorie pregresse? Avete la certezza che il gruppo metterà sul tavolo quattro miliardi di euro per procedere all'attuazione dell'AIA, sempre che sia definito una volte per tutte che questo è l'importo necessario?
SERGIO MICHELE PIFFARI. Saluto il Ministro. Sono stati più volte richiamati i dati epidemiologici e il fatto che certi tipi di tumore hanno in quell'area un'incidenza superiore alla media. Alcuni organi di stampa hanno, però, riferito di altre aree industriali sul territorio italiano che presenterebbero primati analoghi.
Vorrei sapere se sia vero o se invece l'allarme si concentra solo sull'area di Taranto.
PRESIDENTE. Do la parola al Ministro Balduzzi per la replica.
RENATO BALDUZZI, Ministro della salute. Per quanto riguarda il secondo intervento dell'onorevole Zamparutti, credo che la risposta spetti per competenza di materia al Ministro Clini. Quanto al suo primo intervento, il problema in realtà non c'è mai stato e speravo di averlo chiarito anche in occasione della visita a Taranto. Evidentemente non è stato sufficiente e quindi colgo l'occasione per puntualizzare un'altra volta.
Mi faceva piacere presentare i risultati dello studio «Sentieri» a Taranto e questo è stato possibile quando l'agenda governativa e parlamentare lo ha permesso. I risultati non soltanto dello studio «Sentieri», ma anche del monitoraggio e di altre indagini che sono stati completamenti nella prima metà del mese di ottobre sono stati utilizzati dal Ministero della salute per definire la propria posizione in seno alla conferenza dei servizi relativa alla nuova autorizzazione integrata ambientale. Di ciò vi è evidente dimostrazione nel verbale della stessa conferenza e negli allegati al verbale medesimo.
Abbiamo avanzato alcune richieste - e colgo l'occasione per riconoscere al Ministro Clini e al Ministero dell'ambiente la massima disponibilità a venire incontro alle esigenze rappresentate dal Ministero della salute e dai suoi organismi tecnico-scientifici -
in ordine sia alle prescrizioni concernenti le emissioni sia alla necessità di inserire nell'AIA, lo ripeto per la prima volta, una rilevanza sanitaria. Non parliamo di una generica previsione di controlli sanitari, ma di un piano di monitoraggio scandito, con un preciso procedimento, di cui tenere conto in sede di periodica revisione dell'AIA. Tutto questo non è il frutto di un'idea del Ministro pro tempore della salute, bensì di una valutazione condotta sulla base dei dati in possesso del Ministero.
Ne è conseguita un'AIA molto stringente sia nei tempi sia nelle prescrizioni, che a giudizio delle autorità sanitarie e in particolare degli organismi tecnico-scientifici di cui il Ministro della salute si avvale, in primis l'Istituto superiore di sanità, sono pienamente coerenti con le preoccupazioni espresse in sede di conferenza dei servizi.
All'onorevole Vico vorrei dire che è intendimento del Ministero della salute - non potevo esplicitarlo prima perché non era ancora stato completato il procedimento per l'atto presupposto - inserire nel progetto di riparto delle risorse del Ministero della salute finalizzate al perseguimento degli obiettivi prioritari del Piano sanitario nazionale per il 2013 un appostamento dedicato forse soltanto a Taranto o forse in generale ai siti di interesse nazionale con particolare attenzione a Taranto.
In questo senso rispondo anche alla sollecitazione dell'onorevole Piffari e alla domanda dell'onorevole Bratti sui provvedimenti attuativi. È l'oggetto di una riflessione che si sta svolgendo in queste settimane, dopo che il Consiglio dei ministri nella riunione di ieri ha adottato l'atto presupposto, cioè i criteri per poter addivenire al riparto delle risorse per il 2013. Ricordo che il riparto delle risorse per la sanità del 2013 segue un procedimento tutto diverso e cioè quello basato sul cosiddetto benchmark regionale introdotto con il federalismo fiscale.
Ieri il Consiglio dei ministri ha deliberato i criteri che saranno seguiti per il riparto e per l'individuazione, tra le cinque, delle tre regioni che daranno il benchmark per i fabbisogni standard. Nelle prossime settimane si potrà, dunque, avviare il percorso per il riparto 2013, augurandoci che abbia una celerità maggiore di quella del riparto per il 2012.
Questo è il progetto configurato. Nel periodo che separa la definizione del progetto dalla sua concreta efficacia, che nel caso del riparto 2013 sarà a valle della definizione del riparto stesso, è intendimento del Ministero - ma su questo potrò essere più preciso nei prossimi giorni - raccordarsi con la regione Puglia per valutare insieme la possibilità di destinare prioritariamente alla zona di Taranto i benefici della deroga al blocco del turnover prevista nel decreto-legge «Salute e sviluppo» e altre possibilità che sono già previste a legislazione vigente. In questo modo si comincerebbe a dare una concreta risposta in termini di tutela della salute per Taranto anziché limitarsi a dire che ci sarà un piano, cosa che non andrebbe nella direzione dell'azione simbolica richiesta dall'onorevole Vico.
Vorrei precisare che la parte sanitaria è già prevista sul piano normativo. Nel momento in cui il decreto-legge n. 207 fa propri a livello legislativo i contenuti dell'AIA, è già tutto scritto. Non c'è bisogno, onorevole Bratti, di un'ulteriore legge o di un'ulteriore prescrizione normativa nel decreto-legge. Il richiamo presente nel titolo vuole inglobare quanto è già contenuto nell'AIA, a sua volta già assorbita a livello legislativo. Non c'è bisogno di un altro strumento legislativo. C'è bisogno di attuare quelli di cui disponiamo.
Credo di avere risposto a tutte le domande che mi sono state rivolte, salvo quella dell'onorevole Zamparutti sul piano economico dell'AIA.
PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Balduzzi e do la parola al deputato Vico per una breve precisazione.
LUDOVICO VICO. Grazie, presidente. Vorrei chiedere al Ministro Balduzzi se in questa fase, ai fini della discussione del decreto n. 207, sia possibile ipotizzare o
dichiarare da parte sua e del Governo che il progetto per Taranto sarà presentato entro una certa data, dopo la quale dovrà, per così dire, essere considerato in qualche modo «esigibile».
PRESIDENTE. Do nuovamente la parola al Ministro Balduzzi.
RENATO BALDUZZI, Ministro della salute. Grazie, presidente. Nell'intervento introduttivo avevo parlato dei tempi di coordinamento tra il piano di monitoraggio sanitario e il piano salute per Taranto previsto nell'ambito dell'attuazione della legge regionale della Puglia n. 21 del 2012 per quanto attiene alla valutazione del danno sanitario. Dalle informazioni pervenute in queste ore prima di Natale tale raccordo potrebbe essere definito.
Per quanto riguarda, invece, il progetto per Taranto che si affianca al piano di monitoraggio e all'osservatorio, preferirei non esprimere in questa sede una tempistica precisa. Ci stiamo lavorando da parecchie settimane e abbiamo individuato lo strumento con cui veicolarlo. Questa era indubbiamente una delle decisioni da assumere. Essendo un progetto di salute per Taranto deve essere elaborato in coordinamento con la regione e con la ASL.
Quello che mi sento di dire è che, per quanto riguarda la mia specifica competenza come Ministro della salute, è un progetto a cui tengo particolarmente. Anche a seguito di ciò che ho detto quest'oggi, sarà certamente definito nei termini del mandato ministeriale. Nel giro di qualche settimana forse sarà possibile indicare una data precisa.
Così come è stato per lo studio «Sentieri», mi piacerebbe che fosse presentato a Taranto.
PRESIDENTE. Do ora la parola al Ministro Clini per una breve replica all'onorevole Zamparutti.
CORRADO CLINI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie. Per le questioni che riguardano il merito dell'autorizzazione integrata ambientale e le connessioni con il decreto-legge, i fatti sono questi. L'autorizzazione integrata ambientale è stata rilasciata il 26 ottobre. Come prevede la legge, l'azienda è stata invitata a presentare il piano degli interventi per l'attuazione delle prescrizioni contenute nell'autorizzazione. L'azienda ha presentato questo piano di interventi l'8 novembre. Il Ministero dell'ambiente e le altre amministrazioni coinvolte, comprese quella regionale e quelle locali, hanno osservato in merito al piano alcune carenze. L'azienda ha ripresentato un piano di dettaglio più coerente con le prescrizioni dell'autorizzazione ambientale e il Ministero lo ha approvato il 16 novembre, d'accordo con le altre amministrazioni.
I dati sono due. A fronte dell'autorizzazione integrata ambientale, nella procedura sono incorporati sia il piano degli interventi, che per l'azienda è impegnativo, sia l'approvazione del piano da parte del Ministero. A questo punto è l'azienda ad avere la responsabilità dell'attuazione del piano, compresa l'utilizzazione delle proprie risorse. La funzione di controllo dell'amministrazione sulla realizzazione del piano concerne l'attuazione degli interventi, non la gestione del bilancio. Quello che ci interessa è verificare che gli interventi siano realizzati.
Nel decreto-legge, per avere una maggiore garanzia su questo, sono state introdotte due specifiche norme. La prima riguarda una penale pari al 10 per cento del fatturato dell'anno precedente nel caso in cui l'azienda non realizzi gli interventi che sono previsti dal piano. La seconda, nel caso in cui questa sia una carenza strutturale dell'impresa, prevede il ricorso all'amministrazione straordinaria. Con il decreto-legge n. 207 abbiamo aggiunto alle previsioni della normativa ordinaria che ha istituito l'autorizzazione integrata ambientale due ulteriori garanzie per l'amministrazione che rappresentano un deterrente molto forte nei confronti dell'impresa.
In questo ci sono tre elementi di novità rispetto alla situazione precedente. Il primo è che il piano di interventi presentato
dall'azienda è stato approvato dal Ministero e perciò supera tutta la situazione precedente caratterizzata dall'apertura continua di contenziosi da parte dell'Ilva nei confronti del Ministero e delle altre amministrazioni. Per farvi un esempio, l'autorizzazione integrata ambientale del 4 agosto 2011 è stata oggetto di ricorsi di Ilva presso il Tribunale amministrativo regionale e il Tribunale amministrativo regionale ha accolto i ricorsi di Ilva perché le prescrizioni contenute erano considerate contraddittorie. Anche quando ho riaperto la procedura nel marzo del 2012 Ilva ha presentato un ricorso. Ora non ci sono più ricorsi. Ilva ha accettato le prescrizioni e si è impegnata a realizzarle. Questo è un fatto totalmente nuovo rispetto al passato.
Il secondo elemento innovativo riguarda la sanzione pari al 10 per cento, una sanzione che abbiamo mutuato dalla procedure europea dell'Antitrust. Siccome il fatturato del 2011 è stato di sei miliardi, stiamo parlando di una sanzione di almeno seicento milioni di euro, nel caso in cui Ilva non rispettasse le prescrizioni.
Il terzo elemento è che, nel caso in cui fosse evidente l'inadempienza, non si aprirebbe una procedura come quelle che sono state aperte in passato, ma si avvierebbe la procedura di amministrazione straordinaria. Dal punto di vista dei vincoli e dei controlli questa è una situazione totalmente nuova e blindata.
Da ultimo, vorrei osservare che, insieme agli elementi che ho descritto, all'interno dell'AIA abbiamo un meccanismo di monitoraggio dell'attuazione degli impegni. Si tratta di un meccanismo che prevede un controllo ordinario almeno trimestrale sull'attuazione degli interventi affidato a Ispra, d'accordo con l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente e spero che questo venga recepito in quel contesto. A Taranto, presso l'ex sanatorio, stiamo realizzando un presidio permanente per il monitoraggio dell'AIA, nel quale saranno presenti Ispra, l'Agenzia regionale pugliese per la protezione dell'ambiente e, sulla base della realizzazione del progetto del Ministero della salute, anche l'Istituto superiore di sanità e speriamo, per quanto possibile, l'Organizzazione mondiale della sanità.
Indipendentemente dalle valutazioni che ognuno può fare sul decreto-legge, stiamo costruendo a Taranto, per la gravità della situazione, un modello di intervento che il decreto-legge estende a tutti i casi analoghi e che cambia sostanzialmente le procedure con le quali si è operato finora in questi contesti. Mi rendo conto che abbiamo una capacità molto limitata di convincimento. Tuttavia, vorrei che venisse messo bene in evidenza qual è il contesto nel quale si colloca questo decreto-legge e che cosa cambierà comunque da ora in poi.
Una delle osservazioni che abbiamo ricevuto riguarda la preoccupazione che questa procedura venga estesa ad altri impianti in Italia, che è esattamente ciò che sta avvenendo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per un breve intervento il deputato Bratti, al quale do la parola.
ALESSANDRO BRATTI. Grazie, presidente. Vorrei chiedere al Ministro Clini alcune precisazioni. Non pensa che sarebbe stato più efficace inserire tra le prescrizioni relative alla questione finanziaria una sorta di cauzione? Anziché intervenire ex post, si sarebbe potuto intervenire ex ante chiedendo all'azienda una garanzia fideiussoria.
Con riguardo invece all'eventuale inottemperanza dell'azienda, lei ha detto che dovrebbe scattare automaticamente l'amministrazione straordinaria. Se non sbaglio, il decreto contiene il riferimento all'articolo 29-decies, comma 9 del Codice dell'ambiente, in base al quale il mancato rispetto delle prescrizioni dell'AIA fa scattare prima la diffida, poi la diffida con sospensione e infine la revoca completa e la chiusura dell'impianto. Nel corso della discussione generale ho chiesto che, in caso di inottemperanza delle prescrizioni, venga subito applicata la lettera c) di tale comma e cioè la revoca dell'AIA.
Le chiedo di chiarire se, in caso di inadempienza da parte dell'azienda, si entra
subito in amministrazione straordinaria con un altro proprietario oppure se si applica l'articolato dell'AIA attuale. Se è così, allora ritengo che si dovrebbe evitare di passare attraverso la diffida - mi parrebbe ridicolo - e applicare direttamente la massima sanzione prevista.
PRESIDENTE. Do la parola al Ministro Clini.
CORRADO CLINI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, presidente. Abbiamo esaminato diverse ipotesi, tra cui quella fideiussoria. La fideiussione richiede un'anticipazione e questo avrebbe potuto aprire un contenzioso circa l'opportunità di destinare risorse alla fideiussione piuttosto che agli investimenti da realizzare subito. Alla fine si è ritenuto più pratico prevedere, sulla base della verifica circa l'ottemperanza o meno alle prescrizioni stabilite, una sanzione forse più convincente di quanto non possa essere la fideiussione. Non ci saremmo voluti trovare nella circostanza per cui la fideiussione diventa di difficile gestione per l'impresa e perciò mette a rischio la fattibilità stessa del progetto.
Riguardo la sua seconda considerazione, abbiamo fatte salve le procedure ordinarie previste dalla legge n. 152 del 2006. Nello stesso tempo, però, è previsto che sia il garante, nello svolgimento di questa sua funzione aggiuntiva rispetto a quella ordinaria - è una figura terza -, a indicare l'esigenza dell'amministrazione straordinaria. Abbiamo voluto rafforzare la capacità di monitoraggio sulla concreta realizzazione degli interventi prescritti attraverso una figura terza che, a prescindere dalla norma ordinaria, possa intervenire e segnalare il bisogno di ricorrere all'amministrazione straordinaria.
Come capite, si tratta di un meccanismo che fa coesistere la gestione ordinaria della procedura con la straordinarietà di questo caso, come di altri che si potrebbero presentare con le stesse tipologie. Il ruolo del garante, in questo senso, non solo innova, ma crea un percorso parallelo che consente di superare le incertezze che potrebbero derivare dalla gestione ordinaria.
PRESIDENTE. Ringrazio nuovamente il Ministro Balduzzi, il Ministro Clini, gli altri partecipanti e dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15,25.