Sulla pubblicità dei lavori:
Russo Paolo, Presidente ... 2
Comunicazioni del sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Antonio Buonfiglio, sull'accordo raggiunto in sede comunitaria sulla riforma dei sistemi di controllo dell'attività di pesca in Europa:
Russo Paolo, Presidente ... 2 4
Buonfiglio Antonio, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali ... 2 4
Di Giuseppe Anita (IdV) ... 4
Ruvolo Giuseppe (UdC) ... 4
Sigle dei gruppi parlamentari: Popolo della Libertà: PdL; Partito Democratico: PD; Lega Nord Padania: LNP; Unione di Centro: UdC; Italia dei Valori: IdV; Misto: Misto; Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud: Misto-MpA-Sud; Misto-Minoranze linguistiche: Misto-Min.ling.; Misto-Liberal Democratici-MAIE: Misto-LD-MAIE; Misto-Repubblicani; Regionalisti, Popolari: Misto-RRP.
Resoconto stenografico
AUDIZIONE
La seduta comincia alle 14,25.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le comunicazioni del sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, Antonio Buonfiglio, sull'accordo raggiunto in sede comunitaria sulla riforma dei sistemi di controllo dell'attività di pesca in Europa.
Ringraziandolo per aver voluto riferire alla Commissione sull'argomento, do la parola al sottosegretario Buonfiglio, precisando che al suo intervento, eventualmente, potranno far seguito le domande dei colleghi.
ANTONIO BUONFIGLIO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Ringrazio il presidente e i gruppi per aver inserito questo tema all'ordine del giorno. Il 20 ottobre ultimo scorso è stata raggiunta una bozza di compromesso politico a Lussemburgo, che sarà poi formalizzata il 19 e 20 novembre prossimi, per il regolamento sul controllo della pesca.
Nel corso dell'anno la Commissione europea ha avanzato questa proposta agli Stati membri, su segnalazione della Corte dei conti europea, che aveva messo in evidenza i difetti del sistema integrato di gestione e controllo di tutti i Paesi aderenti alla Commissione, dal punto di vista del controllo della pesca, soprattutto con riferimento al fatto che il 1o gennaio 2010 sarà effettivamente applicato il regolamento comunitario che è stato approvato qualche anno fa, quello sulla pesca illegale, il cosiddetto regolamento IUU (Illegal unregolated and unreported).
Per una serie di prescrizioni della Corte dei conti europea, la Commissione nel suo complesso ha deciso di procedere a un adeguamento del sistema di controllo. La trattativa, che naturalmente è stata tutta in salita, era partita con una serie di prescrizioni importanti riferite alle imbarcazioni; peraltro, essa scontava la mancanza di differenziazione tra due sistemi di pesca molto differenti tra di loro, la pesca nei mari del nord e la pesca nel Mediterraneo.
Dopo una fitta consultazione con le organizzazioni professionali e con le associazioni del settore, abbiamo pensato di limare questo regolamento, ottenendo anche risultati che ritengo soddisfacenti. Da un lato, è stata riconosciuta la specificità della pesca italiana e del Mediterraneo, quindi gli obblighi e gli adempimenti di tipo amministrativo e tecnico sono limitati alle imbarcazioni superiori ai quindici metri. L'Italia, pertanto, ha 2.000 imbarcazioni rispetto alle 14.000 censite, e sono quelle che in qualche modo rappresentano
per noi la cosiddetta «pesca professionale» o industriale, quindi la grande pesca, che ha grande impatto anche sull'ambiente (lo strascico, le volanti eccetera), mentre sono rimaste esentate tutte le imbarcazioni minori.
Da un punto di vista politico e «regolamentatorio» - scusate il neologismo - generale, l'Italia ha ottenuto grandi risultati su almeno tre fronti.
Questo regolamento comunitario prevede, per la prima volta, l'inserimento della licenza a punti. Come voi tutti sapete, la licenza segue l'imbarcazione, non la persona fisica. La licenza a punti, di fronte a comportamenti che violavano il regolamento sulla pesca illegale, prevedeva una serie di gradualità, fino alla sospensione e alla revoca della licenza di pesca stessa.
Abbiamo inserito - capisco che voi rimarrete sorpresi quanto lo siamo rimasti noi nel consesso del Consiglio dei ministri d'Europa - un principio che nella tradizione italiana è assolutamente normale, ma nella tradizione comunitaria non era stato preso in considerazione: vengono puniti solamente i comportamenti intenzionali dei pescatori.
Le associazioni di categoria ci avevano segnalato che, applicandosi direttamente in Italia il regolamento della pesca illegale, ad esempio la cattura di un pesce sotto taglia provocato da una maglia legale comportava una sanzione e tre situazioni di questo tipo davano luogo alla revoca o alla sospensione della licenza, quindi con sospensione e revoca dell'attività d'impresa del singolo pescatore.
Su sollecitazione dell'Italia, è stato stabilito innanzitutto di concordare con gli Stati una normativa armonizzata in tutta Europa, soprattutto tenendo conto dell'intenzionalità, quindi con una inversione dell'onere della prova a carico dell'ispettore comunitario o nazionale, anziché con una responsabilità oggettiva.
Un altro risultato importante che abbiamo ottenuto è la nascita di un'autorità nazionale unica competente al trattamento dei dati come interfaccia nei confronti di Bruxelles. Quando ci siamo insediati, il rapporto con la Commissione era duro, non tanto per i comportamenti dei pescatori italiani, così come di altri Paesi, quanto perché il sistema italiano non veniva considerato affidabile nella trasmissione dei dati.
Noi, invece, abbiamo avviato delle procedure con la Commissione per la certificazione di un sistema di dati e abbiamo ottenuto che in Italia ci sarà il controllo, ad opera di ispettori italiani, attraverso un sistema concordato con la Commissione europea e attraverso un univoco trasferimento dei dati nei confronti della Commissione stessa.
Su un altro principio, sempre di carattere generale, che ha costituito un'arma negoziale nei confronti dei Paesi del nord, noi ci dovremmo confrontare probabilmente in Parlamento da gennaio prossimo, quando alcuni decreti legislativi che riguardano la pesca saranno oggetto di esame da parte di questa Commissione e del Parlamento in generale. Mi riferisco al fatto che tutto il sistema comunitario spingeva, in qualche modo, ad una iper-regolamentazione delle imprese di pesca - quelle iscritte, con licenza, che fanno regolare fatturazione e che comunque contribuiscono al PIL nazionale - mentre non prevedeva, fino allo scorso 20 ottobre, alcuna regolamentazione per la pesca cosiddetta «ricreativa» o sportiva. La disparità iniziale era data dal fatto che in Italia vi sono 14.000 imprese di pesca iper-regolamentate e almeno un milione di pescatori non professionali (quindi sportivi o dilettanti) non regolamentati, che pure insistono sulle stesse risorse e sullo
stesso mare.
Peraltro, questa è una dinamica tipica dei Paesi del nord, dove la pesca professionale esiste solo nella pesca industriale, mentre la stragrande maggioranza delle persone si limita a fare pesca sportiva, per lo più, alcune volte, mascherando una pesca di tipo industriale o professionale.
Il grande successo ottenuto è che per la prima volta si è stabilito, su sollecitazione dell'Italia, per regolamento comunitario, che la pesca sportiva va tracciata quanto e come la pesca professionale, anche perché
sembra giusto che chi insiste sulle stesse risorse, sullo stesso indice di sostenibilità, debba comunque essere partecipe di un processo di emersione e di trasparenza.
PRESIDENTE. Do la parola ai deputati che intendono porre quesiti o formulare osservazioni.
ANITA DI GIUSEPPE. Vorrei sapere se sul fermo pesca avete deciso qualcosa. Ne avevamo parlato qualche mese fa.
ANTONIO BUONFIGLIO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. È chiaro che il regolamento sul controllo servirà anche a questo. Del resto, in Italia è sempre stato uniformato il regime del fermo pesca per le difficoltà di fare i controlli.
Invece, l'attuazione di un sistema integrato di gestione e controllo ci permetterà di fare, dal prossimo anno, quindi dal 1o gennaio, un fermo biologico differenziato per zona e per attrezzo di pesca, con la possibilità di avere strumenti di controllo adeguati.
ANITA DI GIUSEPPE. Sentite anche le associazioni?...
ANTONIO BUONFIGLIO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Ci mancherebbe.
ANITA DI GIUSEPPE. Quindi, questi criteri di controllo secondo lei faciliteranno...
ANTONIO BUONFIGLIO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Assolutamente.
GIUSEPPE RUVOLO. Signor presidente, solo una domanda velocissima: relativamente alla pesca del novellame ha qualcosa da riferire?
ANTONIO BUONFIGLIO, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Purtroppo molto, nel senso che la pesca del novellame è una delle pesche considerate tradizionali che rientra non nel regolamento del controllo e neppure, purtroppo, nella politica comunitaria della pesca, ma nel regolamento del Mediterraneo che è stato approvato negli scorsi anni e che, invece, entrerà in vigore effettivamente solo a maggio 2010.
Pertanto, alcune pesche considerate tradizionali (il rossetto, il novellame eccetera) saranno purtroppo escluse dal Mediterraneo. Questo, però, non era competenza di questo regolamento ed era una misura che in Italia si sa già approvata da due anni.
PRESIDENTE. Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14,35.