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Mussolini Alessandra, Presidente ... 2
INDAGINE CONOSCITIVA SULLA TUTELA DEI MINORI NEI MEZZI DI COMUNICAZIONE
Audizione del professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma, Tonino Cantelmi.
Mussolini Alessandra, Presidente ... 2 7 8 10 11 12
Cantelmi Tonino, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma ... 2 3 4 5 6 7 8 9
11 12
Carlucci Gabriella (PdL) ... 9 11
Di Giuseppe Anita (IdV) ... 7
Pagano Alessandro (PdL) ... 8
Serafini Anna Maria (PD) ... 10
Zampa Sandra (PD) ... 8
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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla tutela dei minori nei mezzi di comunicazione, l'audizione del professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma, Tonino Cantelmi.
Stiamo concludendo questa indagine conoscitiva che ha comportato un proficuo lavoro, con audizioni anche di esponenti del Governo, proprio per fare il punto sulla questione dei diritti dei minori e della mancata tutela degli stessi nei mezzi di comunicazione, che hanno ormai una diffusione globale.
Darei quindi inizio all'audizione, dando la parola al professor Cantelmi.
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. Quello che vogliamo dimostrare è il fenomeno della ipersessualizzazione attraverso i media dei bambini tra i sei e i dieci anni: numerosi studi evidenziano il fenomeno in oggetto.
Cito un dato, quante immagini vede una bambina tra i sei e i dieci anni, all'anno? Se osserviamo questo filmato possiamo capire cosa vedono gli occhi di una bambina, possiamo poi quantificare il dato attraverso gli studi che abbiamo avuto a disposizione. Le immagini mostrate dimostrano fondamentalmente come la pubblicità della fabbrica della bellezza costruisca sia l'identità corporea della bambina, che la sua identità di genere. Numerosi studi, riportati nel mio libro, dimostrano che una bambina è destinata a vedere dieci o quindici mila immagini a contenuto sessuale attraverso i media ogni anno.
Dal punto di vista scientifico le immagini a contenuto sessuale sono scene esplicite, ma anche riferimenti e battute. Il fenomeno dell'ipersessualizzazione consiste nel far venire in contatto il bambino prepubere con immagini che, ovviamente, non è in grado di gestire né dal punto di vista affettivo e neanche corporeo. Si tratta di una grave forma di violenza ed è un fenomeno interamente pervasivo. In Italia si è discusso a lungo del videogioco descritto nel servizio che vi mostro.
VOCE DELLO SPEAKER. Fa molto discutere questo videogioco che spopola all'estero, un personaggio virtuale che le ragazzine possono trasformare a loro piacimento, a colpi di chirurgia estetica. Il servizio è di Domitilla Savignoni.
DOMITILLA SAVIGNONI. Una volta c'era il Tamagochi, il pulcino da crescere e accudire on line, si potrebbe sostenere
che Miss Bimbo sia la sua naturale evoluzione, ma l'ultimo contestatissimo videogioco, nato in Gran Bretagna, che spopola in Francia tra bambini e adolescenti è molto diverso. È una gara di bellezza i cui concorrenti sono dei personaggi virtuali creati dalle bambine internaute: pur di vincere permette qualsiasi cosa perfino ricorrere alla chirurgia plastica.
Il personaggio virtuale viene dato nudo e le bimbe possono scegliere come vestirlo, se procurargli un seno più grande, pagando con i Bimbo dollari virtuali, o metterlo a dieta con pillole dimagranti.
Diverse associazioni di genitori sono scese in guerra contro il gioco, ma il creatore, un ventitreenne inglese, lo difende, sostenendo che impegna i giovani a prendersi cura di qualcuno. Il fatto che poi le giovani giocatrici anche di soli nove anni si imbattano in seni al silicone o diano pillole dimagranti per far diventare il proprio avatar la più bella del reame, secondo gli autori fa solo parte della direzione che sta prendendo il mondo.
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. Come dicevo, questo messaggio è molto pervasivo, per esempio nel mio libro sono riportati gli studi sulle bambine che utilizzano le riviste per adolescenti, con consistenti contenuti di carattere sessuale. Anche in Italia ne abbiamo un buon numero, esse vengono a contatto precocemente con la sessualità, secondo i campioni studiati, e soprattutto con la sessualità orale e anale, con una precocità maggiore rispetto ai campioni di bambini e adolescenti che non fanno utilizzo di riviste.
In prima serata i bambini tra i sei e i dieci anni guardano la televisione e in questa fascia oraria il 71 per cento dei programmi contiene immagini di tipo sessuale, di questi l'80 per cento più di due scene, ma per quanto riguarda i programmi dedicati agli adolescenti, paradossalmente l'83 per cento delle serie televisive dedicate ad adolescenti contengono ampi contenuti sessuali, vuol dire che è più sessualizzata la tv per gli adolescenti che quella per gli adulti, che pure viene frequentata dai bambini.
Ultimo dato su MTV: vi sono molti studi che correlano la visione di video musicali con il consumo di alcol e i comportamenti sessuali. Il 90 per cento dei video su MTV contengono espliciti contenuti sessuali. Dunque l'ipersessualizzazione straordinaria pervade fortemente tutti i media, di conseguenza è presumibile che una bambina vedrà diecimila immagini sessuali all'anno, nei prossimi dieci anni, in tutta la sua adolescenza.
Vi mostro ora un interessante servizio su quanto può accadere in una banale chat MSN.
VOCE DELLO SPEAKER. La cosa che tra poco vedrete vi provocherà qualche turbamento. Se non avete voglia di scoprire quello che fanno i vostri figli nelle loro camerette davanti al computer, cambiate canale, perché adesso vi mostreremo come funziona una normale chat che un normale adolescente utilizza tutti i giorni. Niente di speciale quindi per i vostri figli, ma qualcosa di inimmaginabile per chi ha più di trent'anni. Seguiteci e resterete a bocca aperta.
Dovete sapere che la maggior parte dei minorenni tra i dieci e i sedici anni usa internet per chattare, cioè per scambiarsi dei messaggini...
Cosa succede davvero, che persone incontra e cosa si dicono? Adesso vi mostriamo un tipico pomeriggio di una ragazzina di tredici anni in una chat.
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. Questo servizio è stato registrato un sabato pomeriggio di un febbraio, dalle quindici alle diciannove, non di notte, un sabato pomeriggio, ribadisco.
Per effettuare questo servizio il nostro personaggio si traveste da bambina di tredici anni.
VOCE DELLO SPEAKER. Dobbiamo lavorare un po' sull'immagine, perché nelle chat ci si scrive, ma con la webcam ci si
vede anche. Con un bel pigiama rosa togliamo dieci anni a Sara. Ora bisogna ringiovanire anche la stanza, mettiamo una decina di poster, delle gelatine colorate e un bel pelouche. Ecco a voi Sara, tredici anni, nella propria cameretta.
Un ragazzo sconosciuto contatta la nostra tredicenne, si presenta come un certo Marcos, vediamo chi è.
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. Siamo su MSN, la chat più utilizzata e più comune in Italia.
VOCE DELLE SPEAKER. Chiede a Sara che scuola fa, che sport fa, quale gruppo ascolta e per ogni risposta esprime grande entusiasmo «ma dai, fai tennis? Pure io! No, i Tokio Hotel, vieni qui a novembre!» Sembra uno tranquillo, ma in realtà la sta solo prendendo un po' alla larga, infatti anche lui dopo le frasi di circostanza lancia la proposta. «Vuoi vedere qualcos'altro?»
Noi decidiamo di andare avanti, e gli rispondiamo «vedere qualcos'altro in che senso?»
In che senso? Si alza in piedi e come se niente fosse mostra nella webcam i suoi attributi. Si sta masturbando. L'immagine che vedete ovviamente è criptata, perché in tv questo genere di immagini non sono concepibili. Su internet per Sara tredicenne questa immagine e questa esperienza sessuale è arrivata in meno di un'ora. Stiamo per chiudere questa conversazione, quando è proprio lui a fermarsi. Si rimette a sedere, cosa è successo? Stava per essere scoperto. Visto che è tranquillo cerchiamo di fargli qualche domanda.
«Ti fai vedere così, spesso?»
«Sì»
«E le altre ragazze cosa fanno?»
«Si spogliano di sopra e basta»
«Quelle della mia età?»
«Sì, certo».
Capito, lo dice anche lui, sembra che spogliarsi davanti alla webcam sia un passatempo comune tra i minorenni. Vorremmo saperne di più, ma di chiacchierare non gliene può fregare di meno. Si gira un paio di volte, controlla se il campo è libero e torna a...
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. Abbiamo tagliato alcuni pezzi.
VOCE DELLO SPEAKER. Ora c'è un altro soggetto, si chiama Giovanni ed è un calabrese di 29 anni. Scopriamo cosa vuole.
«Di dove sei?»
«Di Milano e tu?»
«Di Reggio Calabria. Quanti anni hai?»
«13 e tu?»
«29. Tu sei piccola.»
Sembra uno a posto, non si nasconde, anzi si stupisce per la differenza di età. Poi però anche lui gli fa questa domanda.
«Posso vederti in piedi almeno?»
«Perché?»
«Sei dolcissima, posso vederti di nuovo? Mi piaci, è bello chattare con te. Ma tu dormi così?»
«Così come?»
«Con la felpa».
«Eh sì, ho freddo».
«Che dolce, hai un fisico stupendo».
A questo punto alcuni soggetti che abbiamo incontrato si sono già tirati giù i pantaloni, Giovanni invece ci stupisce, guardate cosa scrive.
«Da pochissimo che ti conosco e già ti voglio bene, non è normale. Per te è la stessa cosa?»
«Non lo so, ti conosco appena»
«Ma io mi sono già affezionato, lo sai?»
«Davvero?»
«Davvero».
Avete capito il suo gioco? Si presenta come il principe azzurro e parla come i libri per adolescenti. Sta chattando con Sara da dieci minuti e già le vuole bene, un bene incondizionato. Insomma si lavora la bambina con frasi mielose per poi tornare al sesso.
«Dai fatti vedere in piedi, poi ti dico una cosa».
«No, non mi va di alzarmi».
«Comunque te lo dico, hai un seno carinissimo, contenta? Puoi sbottonare la felpa?»
«No...»
«Non hai niente sotto?»
«Ho la maglia»
«Allora sbottonala, che ti costa?»
La tredicenne ovviamente non vuole spogliarsi con uno sconosciuto, lui lo capisce e non insiste e quindi cerca un'altra strada per ottenere ciò che vuole.
«Hai degli hobby?»
«Sì, la danza»
«Ma dai, ho un sacco di amici che si occupano di questo, uno lavora alla Scala. È per questo che volevo vederti».
Ah, vuole vederla in piedi per valutare se è una buona ballerina, ottima scusa per una bambina di tredici anni. Facciamo finta di cascarci.
«Adesso ho capito perché vuoi vedermi in piedi».
E lui pensa che la sua tecnica stia funzionando. Quindi alterna frasi dolci come «mi sto affezionando a te, penso che io ti voglio bene» A richieste sessuali come questa:
«Ma tu lo hai mai fatto?»
«No, perché me lo chiedi?»
«Perché per me è importante, non mi piacciono quelle che lo fanno presto, senza sentimenti. E da sola?»
«Ho baciato un mio compagno».
Giovanni, quasi trent'anni farebbe questo a una bambina di tredici anni:
«Ti bacerei sul collo, sulla bocca, sulle orecchie, sulle gambe, poi anche lì. Sì, mi piacerebbe, tu non sei come le altre, sei dolce, sensibile, carina».
Alt, siamo a un bivio, finora la nostra bambina non ha espresso alcun interesse per Giovanni. A questo punto però è verosimile che una tredicenne di fronte a tutti questi complimenti si sia un po' sciolta. Quindi senza esagerare gli scriviamo:
«Anche a me piacerebbe baciarti».
Il trentenne capisce che la sua vittima ha abboccato e affonda il colpo.
«Farei di tutto per te».
«Cosa faresti?»
«Di tutto, mi abbasserei anche i pantaloni».
«Sì, in ufficio?»
«E tu lo faresti per me?»
Si alza, chiude la porta e torna a sedersi. Si slaccia i pantaloni e inizia a masturbarsi guardando l'immagine della nostra tredicenne.
«Non ci posso credere, non ho mai fatto una cosa così per nessuna ragazza, adesso tocca a te.»
«Ma perché mi fai vedere le mutande?»
«Perché se vuoi bene davvero a una persona lo fai».
E certo, se vuoi davvero bene a un trentenne che conosci da mezz'ora su una chat devi spogliarti, mia cara tredicenne!
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. Il finale lo salto. Ci sono 420 milioni di pagine di pornografia in rete; su un campione di 4.000 adolescenti il 10 per cento dichiara di fare uso quotidiano di pornografia in rete. Il 10 per cento circa dichiara di aver avuto rapporti sessuali mediati sentendosi però forzati in questo. Il 5 per cento del campione di 4.000 adolescenti è venuto a contatto con immagini pedopornografiche.
Il tema della pornografia in rete è incontenibile, esiste ogni tipo di pornografia, ci sono migliaia di siti per feticisti dei piedi, esistono migliaia di siti per gli ingessatori, cioè coloro che si fanno ingessare, esiste una di ogni tipo, senza limiti, ripeto 420 milioni di pagine che sono sempre in incremento.
I ragazzi vengono a contatto con la pornografia anche casualmente, ma questo non è un caso, si parla anzi di modellamento: un produttore di pornografia fa sì che un ragazzo, o anche un adulto, possa venire a contatto casualmente con la pornografia, poiché uno su quattro, una volta che apre un' immagine pornografica, ci ritorna.
Il libro contiene moltissimi dati e molti studi che dimostrano gli effetti negativi dell'uso di pornografia, in conformità a varia letteratura mondiale.
Nessuno di noi ha idea di quello che realmente può succedere in rete. La ragazzina del filmato in un pomeriggio ha visto che c'erano una decina di ragazzi e ragazze disponibili a fare sessualità, web mediata, nel senso di mostrare i genitali e assistere alla masturbazione reciproca.
Tutto questo determina uno sviluppo specifico dell'identità corporea e uno sviluppo
specifico dell'identità di genere, si assiste a quello che ho definito modellamento.
Tutto questo poi, penso che voi siate già informati, è clamoroso quando si ha a che fare con i siti pro ana, che avrete sicuramente visto: si tratta di blog tenuti da adolescenti, ma la novità è la sexy anoressia, cioè l'anoressia come modalità della sessualità. Questi siti sono vietati ad esempio in Francia.
Vi faccio vedere ciò che una ragazzina può trovare facilmente in rete: oltre al tema dell'anoressia, sono documentati i successi delle anoressiche. Questo è il video più scioccante che abbiamo trovato, in cui una ragazza fa vedere come con due mani può contornare la propria vita: in questi blog si esalta l'anoressia come una dea e come una modalità di vita.
Sostanzialmente nei siti pro ana si insegna a essere anoressiche e si proclama l'anoressia come la modalità di vita migliore di questa epoca: si tratta di siti molto problematici, per esempio, per chi - come me - svolge funzioni di supervisore in strutture per anoressiche. Sorge il dubbio se consentire in questi casi l'uso del computer, perché collegandosi ai siti pro ana è possibile ricevere migliaia di informazioni su come ingannare le persone che stanno intorno alle anoressiche per controllarle. Nei siti pro ana ci sono dieci regole famose dell'anoressia. Vi mostro un sito pro ana, il pro ana generation. (Vengono mostrate le immagini relative al sito).
L'anoressia viene personificata come fosse un'entità, una dea.
Qui potete vedere una breve spiegazione dei siti pro ana: sapete che l'anoressia è una dismorfofobia.
VOCE DELLE SPEAKER. Tanti i blog pro ana, cioè pro anoressia, in uno c'è un decalogo per diventare anoressica: primo, se non sei magra non sei attraente; secondo, essere magri è più importante che essere sani; terzo, prendi dei lassativi, muori di fame, fai di tutto per sembrare più magra; quarto, non puoi mangiare senza sentirti colpevole; l'ultimo comandamento, il decimo dice che l'essere magri e non mangiare sono il vero simbolo di forza di volontà e autocontrollo.
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. Ci tenevamo a evidenziare che stiamo assistendo all'ipersessualizzazione della fascia dei bambini dai sei ai dieci anni. Questi bambini vengono troppo precocemente a contatto con troppo materiale a contenuto sessuale, che non possono gestire dal punto di vista emotivo e affettivo e ciò incide profondamente sulla struttura dell'identità corporea e dell'identità di genere, quindi modella dei comportamenti; alcuni studi dimostrano che l'ipersessualizzazione determina un incremento di alcune patologie, tra cui i disturbi del comportamento alimentare.
Se sappiamo più o meno quello che succede nella tv o nella pubblicità, non sappiamo però quello che succede in rete, un territorio praticamente incontrollabile. In una qualunque realtà, anche la più banale, come MSN, è possibile fare l'esperienza fatta in un pomeriggio di sabato da quella ragazzina che abbiamo visto, cioè incontrare altri adolescenti che fanno sesso, per non parlare del fenomeno del cosiddetto sexting che sta dilagando tra i nostri adolescenti. Il sexting consiste nel trasmettere le immagini del proprio corpo, dei propri genitali, diffondendole con il telefonino.
Circa un mese fa su YouTube è comparso un banalissimo video, che ora è stato oscurato, che mostrava degli adolescenti inglesi che «sballano» versandosi sostanze alcoliche negli occhi. Dopo due giorni sono comparsi, sempre su YouTube, dei video italiani che imitavano questo gesto a Campo de' Fiori a Roma.
Questo dimostra la potenza globale, fantastica della rete, che se da un lato è straordinaria, dall'altro però fa sì che un video stupido come questo (perché con questa pratica mostrata ci si procura solo una specie di congiuntivite, si intravede qualcosa, si sente un forte bruciore), una cosa così sciocca come quella successa in Inghilterra, sia imitata e dilaghi dal mondo
anglosassone a Campo de' Fiori nel giro di pochissime ore.
Tutto questo vuol dire che quando una bambina in rete vede un adolescente che si masturba, si imbatte in un'immagine potentissima, che non è semplice da gestire. La questione riguarda gli adolescenti, ma anche la fascia di età che va dai sei ai dieci anni, e questo fenomeno avrà delle conseguenze terribili: stiamo crescendo una generazione che subirà serie conseguenze dal punto di vista psicopatologico, come cerchiamo di dimostrare semplicemente in questo nostro libro.
PRESIDENTE. Professore, lei mi ha sconvolto, perché noi ne abbiamo viste tante di immagini inquietanti, anche quando siamo stati in missione presso la polizia delle comunicazioni. Ci sono stati mostrati episodi a sfondo sessuale, violenze, percosse riguardanti minori. Un carabiniere mi aveva messo al corrente del fenomeno di giovani che si versano alcol negli occhi, ultima moda nei bar.
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. Una cosa così sciocca che trova immediatamente seguito.
PRESIDENTE. Soprattutto i siti pro anoressia hanno scioccato tutte noi, pertanto credo sia importante estendere la divulgazione di certi contenuti e promuovere congiuntamente una mozione in Aula.
Su temi così gravi, così importanti, professore, le chiedo qual è il rimedio: togliere il computer dalle camere dei nostri figli o togliere la webcam? Temo, però, che si tratti di azioni inefficaci e divieti aggirabili.
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. Secondo me dobbiamo parlare ai ragazzi, perché la rete è sostanzialmente incontrollabile.
ANITA DI GIUSEPPE. Nel confermare ancora quanto possa essere importante in questo campo la funzione della Commissione infanzia e adolescenza, ringrazio il professor Cantelmi per aver sviscerato queste problematiche, dalle quali si prende veramente coscienza e conoscenza di quanto il mondo dei ragazzi sia divenuto un facile obiettivo.
Voglio rivolgerle, professore, una domanda specifica, perché lei è stato coordinatore supervisore nella mia regione, il Molise, di un progetto intitolato «i bambini non si toccano», relativo alla scuola primaria. Voi avete utilizzato i giochi per far capire ai ragazzi alcuni dei problemi qui sollevati, senza poi affrontarli nelle loro vere dimensioni.
Volevo sapere come hanno reagito i bambini, alunni della scuola primaria, quali sono i dati e i risultati relativi a questo progetto.
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. I bambini sono stati molto responsivi, nel senso che, attraverso la dimensione simbolica del gioco, hanno espresso il tema della molestia sessuale, dell'abuso, della trascuratezza, consentendoci di mettere a punto un sistema per poter rilevare, attraverso i bambini, che cosa avviene realmente in questo campo. C'è un mondo oscuro che riguarda i nostri asili, le nostre scuole materne, le nostre realtà e noi vorremmo aiutare i bambini a esprimere questo mondo oscuro.
La maggior parte del suo tempo il bambino la passa dormendo, a scuola, con i media e infine con la famiglia. La famiglia quindi è al quarto posto nel tempo del bambino. La conseguenza di tutto questo è che il bambino non parla con i genitori, quindi occorre far parlare i bambini anzitutto con il loro genitori.
A proposito della pedofilia, si rileva che la pedopornografia ha fatto un salto di qualità: diventando una pedopornografia mista, ossia la ricostruzione di immagini pedopornografiche non soltanto reali, ma che mescolano la realtà con la virtualità: la nuova frontiera della pedopornografia mista, offre, per esempio, un bambino virtuale e un adulto reale, o un pezzo di bambino reale e un pezzo virtuale...
PRESIDENTE. Che vuol dire un pezzo di bambino?
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. Per esempio il corpo di un bambino piccolo con un organo genitale eretto.
ALESSANDRO PAGANO. Ringrazio il professore, perché ci ha offerto uno spaccato interessante del problema; è la conferma, mi rivolgo ora alle colleghe, che questa Commissione in un contesto post-ideologico ha una delle poche occasioni per svolgere dei ragionamenti autenticamente bipartisan e cioè essere profondamente incisivi, perché in questo caso non ci sono schemi ideologici predefiniti a monte.
Sarà inquietante il mondo quando questi bambini, che ovviamente sono sempre più alle prese con questi tipi di difficoltà psicologiche, cresceranno: questi turbamenti un giorno si riverbereranno nei confronti di tutta la società in maniera che non so immaginare. Fermo restando il suo ragionamento, cioè che una sana pedagogia può essere soltanto fondata sul dialogo fra pari, di fondamentale importanza sopratutto per gli adolescenti, le chiediamo cosa farebbe concretamente, con gli strumenti che abbiamo a disposizione, per risolvere i problemi sollevati, di dimensioni e gravità inimmaginabili.
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. Molti Governi hanno già avviato dei programmi che hanno favorito moltissimo l'educazione tra pari, cioè adolescenti in grado di parlare ad adolescenti: sembra che questa sia la modalità più efficace per questa fascia di età. Mi spiego meglio: campagne informative terroristiche, paradossalmente, non sembrano funzionare né su adulti, né su minori. L'adulto ha perso molta rilevanza ed è poco attendibile per i nostri ragazzi, i quali costruiscono il proprio sapere attraverso i social network e attraverso i meccanismi autoreferenziali delle comunità.
La modalità educativa migliore da promuovere e favorire, è lo sviluppo dell'educazione fra pari: un adolescente che ha interiorizzato delle modalità di sviluppo adeguate può parlare ed essere molto credibile per un altro adolescente. È tuttavia necessaria anche una vera consapevolezza da parte degli adulti, perché il problema è che molti adulti non sanno cosa fanno i loro figli.
ALESSANDRO PAGANO. Ci sono esperienze simili in altri Paesi?
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. In Paesi che affrontano il problema di adolescenti molto problematici, come per esempio la Gran Bretagna, la realtà dell'educazione tra pari è molto diffusa.
PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Zampa, vorrei sapere chi è ad esempio il responsabile dei circuiti di chat, ci sarà un responsabile italiano. Il più importante è Messenger, ci sarà un nome e un cognome o si tratta di un'entità oscura? Noi potremmo invitare in audizione un rappresentante di questo settore. Non si può infatti consentire che il mondo esterno, quando è così violento, depravato e grave per i nostri figli, irrompa all'interno della famiglia attraverso voragini aperte, anche se è in gioco la libertà di comunicazione.
Voglio ricordare che una sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti del giugno 2011 ha abolito il PEGI (Pan European Game Information) sostenendo che violerebbe la libertà di stampa e di espressione, nonostante le indicazioni del PEGI fossero utili per i genitori, anche se spesso disattese dai rivenditori.
SANDRA ZAMPA. Mi scuso, sono arrivata in ritardo, quindi spero di non chiederle informazioni su cose che lei ha già detto, ma più di tutto in parte mi ha preceduto il collega Pagano.
Dall'universo qui descritto non credo si veda per il momento la possibilità di
difendersi più di tanto, ma posto che è necessario disciplinare fermamente questo settore, correggere e censurare con tutti gli strumenti possibili, anche verificando quali siano tutti gli strumenti possibili, mi domando se alla polizia postale sia stata fatta denuncia di tutto quanto mostrato durante la presente audizione: immagino di sì. Saranno state sporte denunce riguardanti i siti sull'anoressia, non credo si possa pensare che questi messaggi circolino impunemente. Così come si potrebbe anche pensare che la webcam non debba essere venduta al disotto di una certa età, anche se poi la compera il babbo...
Come ho detto in premessa, credo pochissimo per adesso alla possibilità di un controllo sulla rete, è stato così un tempo anche per la televisione, fondamentalmente poi abbandonata dagli adolescenti.
Quali sono le esperienze, se ci sono, che voi avete censito? La simulazione delle Iene che ci avete mostrato è stata molto preziosa per capire che alla prima o alla seconda domanda rivolta all'adolescente dovremmo riuscire a fare in modo di bloccare la chat. Io penserei ad interventi educativi da realizzare nelle scuole, anche con il prezioso contributo di un pari, quindi di un altro adolescente, anche un po' più grande, ma molto giovane in modo che parli lo stesso linguaggio dei suoi simili. Spesso infatti noi adulti siamo lontani anche dal linguaggio dei giovani, che parlano lingue molto diverse.
Sono importanti programmi scolastici mirati a informare le famiglie. Per un fenomeno come quello dell'anoressia è importante informare le famiglie, senza spaventarle. Le immagini che ci avete fatto vedere sono veramente scioccanti: mi domando quante immagini simili siano state censurate e quanti siano gli adolescenti raggiunti da questo tipo di prodotti?
Penso che questa Commissione dovrebbe comunque velocemente istruire un confronto su questi temi. È vero che la Gran Bretagna ci anticipa moltissimo nell'esperienza dei fenomeni oggi descritti.
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. La Francia ha adottato un disposizione di legge per impedire la visione dei siti pro ana.
In Gran Bretagna è in corso un dibattito per proteggere i bambini tra i sei e i dieci anni dall'ipersessualizzazione nei media: il ministro competente, sulla spinta di denunce dei genitori, sta elaborando una disposizione di legge per una protezione più serrata della fascia tra i sei e i dieci anni.
Il problema è che questi fenomeni vengono scoperti quando sono oramai in fase molto avanzata. Il videogioco sull'estetica è stato inventato da un giovane di ventitré anni; Facebook da uno di venti. A diciotto anni, a diciassette anni, inventano tecnologie, modalità che spopolano e noi adulti ce ne accorgiamo solo molto dopo. Tecnicamente i blog rivolti a ragazzine di dodici o tredici anni sono spesso dei diari i cui contenuti non sono facili da gestire, data la responsabilità del provider. Occorre sensibilizzare i provider perché tali blog, che da un lato sono fortemente esaltati, dall'altro vengano rifiutati da parte di molti utenti della rete. Nel momento in cui il fenomeno viene a galla, credo che i provider siano disponibili a contrastarlo: il problema sta piuttosto nel ritardo nella scoperta.
Dei blog pro ana se ne è parlato in vari convegni quattro o cinque anni fa.
GABRIELLA CARLUCCI. Intanto mi scuso per essere arrivata in ritardo, ma avevo contemporaneamente la Commissione cultura, dove era esaminata una mia proposta di legge, quindi non potevo mancare.
Ho ascoltato con molto interesse la discussione che si è sviluppata; a mio giudizio, bisogna partire dalla sensibilizzazione dei soggetti interessati, rendendoli edotti dei rischi della rete. Poiché si tratta di bambini e adolescenti, l'unico modo per informarli e sensibilizzarli purtroppo è attraverso la scuola. Vi illustro un esempio virtuoso in tal senso: il dipartimento della Presidenza del Consiglio per le politiche della famiglia e delle politiche antidroga, ha sviluppato insieme al professor Serpelloni,
un neuroscienziato collegato con gli Stati Uniti, un format da presentare alle scuole, rivolto ai formatori. In questo format vengono illustrati su degli schermi, con il supporto di un neuroscienziato, della polizia e di giovani drogati, i danni che tutti i tipi di droga provocano al cervello e all'intero corpo, utilizzando immagini anche molto crude.
Il pacchetto del quale sto parlando è stato presentato in più parti d'Italia dal professor Serpelloni e uno staff di neuroscienziati: raccoglie esempi concreti di ragazzi che hanno vissuto l'esperienza della droga e sono riusciti a disintossicarsi. Gli insegnanti hanno la possibilità di proporre ai loro studenti i video scaricandoli dal sito del Dipartimento per le politiche della famiglia e delle politiche antidroga.
Lo ritengo un buon esempio: ho partecipato a tantissimi di questi incontri e posso testimoniare che i ragazzi all'inizio sembrano molto scettici, ridono, sono distratti e mostrano disinteresse; a mano a mano che la presentazione va avanti, soprattutto quando si ascoltano gli esempi concreti dei coetanei, i giovani presenti prestano attenzione, intervengono con osservazioni e domande.
Per questi motivi, l'imput deve partire da un livello centrale, per poi essere divulgato, presentato e affidato agli insegnanti, i quali sono gli unici soggetti in grado di diffondere capillarmente questo genere di informazioni.
Purtroppo, come è stato ben notato, i nostri figli oggi usano solo il computer anche per vedere la televisione, selezionando su You Tube tutto quello che interessa loro: si collegano fra di loro con svariati strumenti: Facebook, Twitter, Skype, ricevono informazioni immediate che passano velocemente sui telefonini, senza possibilità di controllo, né intervento da parte degli adulti. Il provider potrebbe in questo senso intervenire, quindi sarebbe importante convocare un rappresentante di Microsoft: potrebbe essere una buona scelta, anche se molto lenta.
Forse bisognerebbe fare un'ultima riflessione e le chiedo la sua opinione circa l'ipotesi della creare un format di informazioni da mettere a disposizione dei professori e, di conseguenza, dei ragazzi.
PRESIDENTE. Com'è noto, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni non può sanzionare i provider di internet perché questo settore non rientra nel suo campo.
ANNA MARIA SERAFINI. Intanto la ringrazio anch'io con le colleghe e i colleghi, perché la discussione che abbiamo avviato, nell'ambito di questa indagine conoscitiva, è un contributo effettivamente molto importante.
In Italia siamo stati all'avanguardia nel denunciare pedofilia, pedopornografia e turismo sessuale ancor prima del congresso di Stoccolma, sottolineando che la diffusione di questo tipo di reati è favorita da una scarsa o indebolita coscienza del fenomeno relativo ai soprusi sui minori correlati alla sessualità. Per le norme sulla violenza sessuale, la violenza è sempre presunta, la legge sulla prostituzione minorile poi ha introdotto nuove forme di reato. Ci rendemmo infatti conto che i reati di prostituzione minorile o pedofilia aumentavano anche in relazione a fenomeni nuovi e crescenti come la diffusione di internet o il turismo di massa. Nell'analizzare le cause di ciò, abbiamo considerato che l'offerta e la domanda in questi due settori potevano essere messe in connessione proprio da organizzazioni criminali che fungevano da tramite, sia nel campo del turismo sessuale, sia in quello della pedopornografia.
Le chiedo perciò: la ipersessualizzazione può essere utilizzata per aumentare il consumo di pedopornografia? In questo caso infatti minori diventerebbero stimolatori del consumo non solo tramite la loro innocenza, ma addirittura tramite una precocizzazione della loro sessualità: si tratterebbe di un salto qualitativo micidiale, perché rappresenterebbe il passaggio da una configurazione dell'essere umano come soggetto innocente alla generalizzazione del suo modello opposto, quello cioè di una precoce corruzione dell'individuo a partire dall'infanzia.
Sulla base di questa riflessione, occorre individuare un nuovo sistema di riferimento per contrastare questi reati, che è molto più complesso e va piuttosto ricercato nella diffusione di spot educativi, nell'intervento sul mercato dei videogiochi e in una serie di misure analoghe che potrebbero essere prese in considerazione a tal fine.
In questo ambito manca tuttavia, da quello che si comprende, il nesso che mette in collegamento la domanda e l'offerta di prodotti pedopornografici, in altri casi costituito dalle organizzazioni criminali a scopo di lucro.
Manca anche una configurazione precisa del reato, anche se questa Commissione lo ha messo in evidenza: sono state infatti presentate delle proposte di legge, elaborate anche sulla base degli incontri avuti con la polizia postale, che creano la fattispecie del reato di grooming, cioè: l'adescamento in rete di un minore da parte di un maggiorenne. Occorrerebbe peraltro anche riflettere sul caso di un minorenne che adesca un altro minorenne, per configurare un'ipotesi penale di rilievo volta a scoraggiare questi comportamenti anche fra minori.
Come diceva, inoltre, la collega, se le vittime di questi reati sono minori di età, è evidente che dobbiamo adottare la strategia essenziale dell'educazione, coinvolgendo quindi il ruolo centrale della scuola. Nell'ambito di tale strategia è poi necessario prevedere non solo un uso consapevole dei media, ma anche un'adeguata educazione alla relazione, anche sentimentale.
Non conoscevo la gravità del sito pro ana, a tale proposito ritengo necessario che la Commissione intervenga in tempi brevi con iniziative di contrasto al fenomeno.
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. Io sono uno psichiatra, ma riconosco che l'economia del sesso in rete è la prima forma di economia del fenomeno, la più grave, la cui entità è riportata nel nostro libro. Si assiste al fenomeno per il quale la tecnologia amplifica, esalta e autoreferenzia le comunità degli adolescenti e dei bambini, i quali sempre meno ricorrono all'adulto; la tecnologia è infatti costruita da loro stessi, se qualcuno di noi ha un profilo Facebook, sa che sta utilizzando una tecnologia messa a punto da un diciannovenne in una università americana, una persona molto più esperta di noi in materia di informatica. Queste comunità di bambini e adolescenti, sono comunità autoreferenziate, che costruiscono un sapere nuovo.
Per parlare ai ragazzi nelle scuole è interessante utilizzare lo strumento del format, però dobbiamo anche immaginare che questi bambini, che oggi si definiscono «nativi digitali», hanno bisogno di avere un linguaggio diverso, loro proprio.
GABRIELLA CARLUCCI. Ha ragione, perché il modo di comunicare dei giovani è un linguaggio estraneo alla lingua parlata, è il loro linguaggio autoreferenziale.
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. La forma di apprendimento del cosiddetto «nativo digitale» è molto meno simbolica e più percettiva. Immaginatela come un videogioco, strutturato per livelli: c'è una componente ludica, una prova da superare finalizzata all'apprendimento di altro. Di conseguenza è necessario ideare dei format che parlino a questi «nativi digitali» con contenuti più elaborati. Si tratta di un'operazione abbastanza complessa, perché bisogna utilizzare una certa strumentazione e un certo linguaggio e nel contempo presentare dei contenuti che in qualche modo contrastano con lo stesso linguaggio: per far questo occorre una capacità notevole, altrimenti il programma di formazione fallisce.
PRESIDENTE. Concludendo questa audizione e ricollegandomi all'intervento della senatrice Serafini circa l'apparente assenza di organizzazioni criminali nel settore della pedopornografia, le volevo chiedere, qual è la finalità dei pervertiti
che frequentano internet? - a differenza del caso di grooming, che configura un vero e proprio reato e a parte la corruzione di minorenni, qual è la finalità di queste persone?
TONINO CANTELMI, professore di psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla LUMSA di Roma. Al di là dell'interesse economico sta dietro l'industria del sesso, che è formidabile e informa un po' tutto il settore, si tratta di un fatto culturale.
Io credo che il compito di noi adulti sia quello di salvaguardare il passaggio di una generazione «nativa digitale» nei suoi aspetti fondamentali, per esempio nel concetto di persona. Nel momento infatti in cui il bambino arriva troppo precocemente in contatto con dei contenuti sessuali, crede erroneamente che la prima forma di relazione, prima ancora della persona, sia la sessualità, invertendo così completamente l'ordine delle cose. Il compito di noi adulti è quello di rimettere un po' di ordine in questo campo e soprattutto di avviare un'operazione culturale di rieducazione.
PRESIDENTE. Professore, la ringrazio. Al termine della nostra indagine conoscitiva il documento conclusivo potrà essere presentato in una conferenza stampa, nel corso della quale, con la collaborazione del professor Cantelmi, potremmo far proiettare i filmati visti oggi, affinché se ne estenda la conoscenza.
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 13,20.
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