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Resoconti stenografici delle audizioni

Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria
22.
Giovedì 23 febbraio 2012
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

Leo Maurizio, Presidente ... 3

Sulla composizione della Commissione:

Leo Maurizio, Presidente ... 3

Audizione del dott. Attilio Befera, direttore dell'Agenzia delle entrate:

Leo Maurizio, Presidente ... 3 9 11 12 16
Barbolini Giuliano (PD) ... 10
Befera Attilio, direttore dell'Agenzia delle entrate ... 3 13 15
Costa Rosario Giorgio (PdL) ... 9
De Angelis Candido (Fli) ... 9
De Toni Gianpiero (IdV) ... 11
D'Ubaldo Lucio Alessio (PD) ... 8 13
Fogliardi Giampaolo (PD) ... 11 15
Nizzi Settimo (PdL) ... 7

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Seduta del 23/2/2012


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...
Audizione del dottor Attilio Befera, direttore dell'Agenzia delle entrate.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno prevede l'audizione del direttore dell'Agenzia delle entrate, dottor Attilio Befera. Sono inoltre presenti per l'Agenzia il direttore centrale dell'amministrazione, pianificazione e controllo, dottor Marco di Capua e la responsabile del settore della comunicazione, dottoressa Antonella Gorret.
L'audizione, che si svolge ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera, è finalizzata all'acquisizione di elementi conoscitivi sull'utilizzo delle informazioni contenute nelle banche dati in materia finanziaria nel contrasto all'evasione fiscale, nonché all'approfondimento sia delle possibilità di comunicazione tra queste banche dati, sia delle eventuali difficoltà che gli operatori incontrano nell'acquisire le informazioni e trattarle ai fini dell'accertamento degli importi evasi.
Cedo la parola al dottor Befera, con la riserva per me e per i colleghi di rivolgergli, al termine del suo intervento, eventuali domande o di formulare talune osservazioni.

ATTILIO BEFERA, direttore dell'Agenzia delle entrate. Signor Presidente, signori senatori, signori deputati, vi ringrazio per l'opportunità che mi viene offerta di esporre alcune riflessioni sul tema della qualità dei dati e delle infrastrutture che devono governarne la condivisione nel contesto del federalismo fiscale. Questo argomento è da tempo all'attenzione dell'Agenzia, che gestisce l'archivio anagrafico, spesso denominato «archivio dei codici fiscali e delle partite IVA», che rappresenta il cuore dell'Anagrafe tributaria perché detiene le codifiche di identificazione di ciascun soggetto, indispensabili per garantire l'aggregazione dei dati di interesse fiscale e per lo scambio di informazioni con l'amministrazione e i privati. Trattandosi di un tema di particolare complessità, è stata predisposta una relazione, consegnata alla Commissione, in cui ne vengono esaminati i vari aspetti, con particolare riferimento al grado di consolidamento


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e al livello di qualità dei dati dell'archivio anagrafico, evidenziando le azioni in corso e quelle pianificate per garantire un sempre maggior livello di affidabilità delle informazioni, e allo stato dell'arte delle infrastrutture di cooperazione informatica, che sono state di recente potenziate per favorire il tempestivo allineamento dei dati tra le amministrazioni. Nella mia trattazione vi anticiperò alcuni passaggi significativi di questa relazione, soffermandomi su aspetti di particolare interesse o che possono integrare quanto emerso da precedenti audizioni.
La qualità delle informazioni dell'archivio anagrafico è stata negli anni oggetto di progressivi interventi migliorativi, a seguito di allineamento con le principali fonti certificate di registrazione anagrafica e viene sistematicamente monitorata a cura di strutture dedicate sia dell'Agenzia sia di SOGEI. Per quanto attiene alle persone fisiche, ha contribuito in modo significativo all'attuale quasi totale allineamento con le anagrafiche comunali l'adozione dell'archivio anagrafico tributario quale elemento di riferimento nella distribuzione della tessera sanitaria, avvenuto a partire dal 2004. Tale operazione può fornire utili indicazioni - oltre che come progetto di sistema informativo federato, già condiviso con le regioni e fonte di riuso per alcune delle componenti realizzate da SOGEI - sui meccanismi da adottare per il riallineamento e la bonifica di banche dati e sull'importanza della cooperazione istituzionale, laddove ciascuno ne condivida i vantaggi. Il Ministero dell'interno l'ha utilizzata per accelerare il processo di popolamento iniziale dell'Indice nazionale anagrafi - il progetto INA-SAIA - che costituirà, a regime, l'infrastruttura centralizzata di accesso ai dati dalle anagrafi comunali. I comuni, nell'interesse di favorire la costituzione dell'INA, l'hanno usata per eliminare l'onere di allineamento anagrafico delle ASL e far pervenire le tessere ai cittadini; le regioni/ASL, per la creazione delle «banche dati regionali degli assistiti» e per il loro successivo costante aggiornamento, tramite la «banca dati nazionale degli assistiti», allineata all'archivio anagrafico, che costituisce il riferimento di coerenza tra le informazioni detenute dalle diverse regioni per certificare la posizione ultima, oltre che la storia, della competenza sanitaria di ciascun assistito. Questa esperienza è stata anche l'occasione per un'evoluzione degli strumenti di «bonifica» dei dati anagrafici, tenuto conto che in alcune regioni le informazioni sugli assistiti erano distribuite tra un elevato numero di ASL, spesso erano duplicate, non certificate o, in molti casi, prive di codice fiscale. Ad oggi sono circa 61 milioni le posizioni dell'archivio anagrafico allineate con le anagrafi comunali e le anagrafi sanitarie regionali e circa 24,3 milioni le tessere sanitarie attive dotate di microchip che consente l'identificazione in rete del soggetto, ai sensi di quanto disposto dal codice dell'amministrazione digitale (le cosiddette «carte nazionali dei servizi»), favorendo anche un maggiore utilizzo dei servizi fiscali accessibili via internet. Un ulteriore passo avanti nel processo di affidabilità dei dati dell'archivio anagrafico è costituito dal collegamento con il sistema dell'indice nazionale delle anagrafi, l'INA-SAIA, attraverso cui affluiscono ormai all'Anagrafe tributaria circa il 75 per cento delle comunicazioni di nascita e il 95 per cento delle comunicazioni di decesso e di variazione di residenza trasmesse dai Comuni. L'INA - che è già la «base dati di interesse nazionale», ai sensi di quanto disposto al codice dell'amministrazione digitale - contiene attualmente le informazioni di base per l'identificazione dei soggetti residenti in Italia: cognome, nome, codice fiscale, attribuito dalla Agenzia delle entrate, luogo e data di nascita e comune di ultima residenza. Queste informazioni, a seguito delle recenti disposizioni normative, verranno integrate con la cittadinanza, la famiglia anagrafica e l'indirizzo di residenza. Si tratta di dati la cui tempestività di aggiornamento è di elevato interesse per la fiscalità. Dalle stesse disposizioni normative è stato inoltre tracciato il percorso di evoluzione dell'INA, che in prospettiva dovrebbe permettere la consultazione dei dati in tempo reale e di


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recepire le posizioni relative ai cittadini italiani residenti all'estero (AIRE). L'attestazione sul sistema INA-SAIA di tutti i comuni, il rafforzamento organizzativo e tecnologico delle anagrafi comunali e l'attuazione delle recenti disposizioni normative, rappresentano i fattori che possono determinare la stabilizzazione del processo di alimentazione dell'archivio anagrafico per quanto attiene alle persone fisiche. Resta ferma l'esigenza, specie in un contesto informatico di così elevata automazione, di mantenere e rafforzare il monitoraggio della qualità dei dati dell'archivio, per consentire meccanismi di circolazione e allineamento dei dati stessi nel contesto della fiscalità. In questo scenario si colloca il tema della qualità dei dati presenti nell'archivio anagrafico; in proposito mi soffermerò sui soli argomenti già emersi nel corso di precedenti audizioni, in modo da completare il quadro di riferimento a vostra disposizione.
È opportuno affrontare in primis il tema dell'eventuale necessità di una modificazione della struttura del codice fiscale, in considerazione del suo ruolo nell'identificazione univoca di ciascun soggetto. Nel merito, è da segnalare che in collaborazione con SOGEI è stato completato uno studio su punti di forza e di debolezza dell'attuale struttura di codifica e sono state previste e individuate le possibili alternative. Sono in corso di valutazione l'impatto di questa evoluzione e l'opportunità che avvenga in questa fase, tenuto conto del coinvolgimento diretto della gran parte dei software di gestione anagrafica delle amministrazioni e dei privati, in relazione alla effettiva incidenza delle problematiche che illustrerò di seguito.
La variabilità dei dati anagrafici è ormai un fenomeno di portata limitata, tenuto conto che il nuovo regolamento sullo stato civile ha ormai rimosso la criticità dei nomi composti - che è stata la più frequente causa di aggiornamento del dato anagrafico - e che i recenti allineamenti con le anagrafi comunali hanno ormai dato soluzione alla maggior parte di queste casistiche.
L'omocodia, che riguarda i soggetti con dati anagrafici tali da generare la stessa stringa di caratteri alfanumerici per il codice fiscale, interessa attualmente circa 28.000 soggetti registrati in Anagrafe tributaria ma è tema che, pur se correttamente risolto in sede di attribuzione del codice fiscale, merita una riflessione in quanto genera difficoltà per i cittadini coinvolti. Non viene citato il caso dei cittadini stranieri in quanto le attuali criticità non risiedono nella difficoltà di costruzione del codice fiscale essendo già oggi correttamente codificati anche i soggetti con nome e cognome composto da un solo carattere e di cui è noto solo l'anno di nascita. Su questa tipologia di soggetti è all'ordine del giorno l'esigenza dell'emanazione, da parte del Ministero dell'interno, di regole comuni di registrazione anagrafica per i diversi enti - sportelli unici per l'immigrazione, questure, comuni - in modo da evitare la duplicazione di posizioni nei diversi archivi, con dati differenti riferiti alla stessa persona e per quanto riguarda l'Agenzia, l'esigenza che i nomi di difficile interpretazione siano registrati da tutti gli enti sempre allo stesso modo, superando la necessità di ripetuti aggiornamenti del codice fiscale, tenuto conto che tutti gli enti citati sono obbligati dalla norma a registrare il codice fiscale allineato e validato dall'Agenzia. Siamo in grado di registrarli correttamente e di attribuire correttamente il codice fiscale, ma se i vari enti forniscono stringhe di caratteri diversi, si generano ovviamente più di un codice fiscale riferiti alla stessa persona. Questo problema non riguarda noi, ma gli enti che registrano tali nomi. Anche il tema della determinazione del codice fiscale in presenza di caratteri latini denominati diacritici, non previsti dall'alfabeto italiano, è in fase di superamento a seguito dell'emanazione delle regole per la loro traslitterazione da parte delle istituzioni competenti. Dallo scorso anno i dati anagrafici contenenti caratteri latini denominati diacritici possono essere acquisiti in Anagrafe tributaria nella forma originaria, ove trasmessa dalle anagrafi comunali tramite il canale INA-SAIA,


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e riportati in questa forma sulla tessera sanitaria e sul tesserino del codice fiscale, unitamente ai relativi caratteri traslitterati, che hanno determinato il codice fiscale e che continuano a essere utilizzati per la cooperazione tra gli altri sistemi informativi.
Diversa trattazione merita il tema della generazione di codici fiscali inesistenti nell'ambito di specifici archivi pubblici e privati, che si ritiene sia indipendente dalla struttura del codice e attenga a errate prassi di informatizzazione dei dati non verificati. Su internet sono purtroppo presenti una serie di programmi che generano il codice fiscale, senza che sia da noi validato e che possono comportare delle inesattezze nella generazione, proprio per i problemi di omocodia e di caratteri particolari che disturbano, perché creano dei codici fiscali inesistenti che creano problemi a noi ma soprattutto al cittadino. Molti sono peraltro gli strumenti disponibili per consentire la verifica del codice fiscale: il rilascio ai cittadini delle tessere che certificano il codice fiscale, la leggibilità di queste tessere per via informatica (con la barra ottica da codici a barre o tramite microchip), l'ampia disponibilità ai servizi di cooperazione informatica per l'accesso ai dati dell'archivio anagrafico e, dallo scorso anno, la presenza su internet di un servizio di libero accesso per la verifica di esistenza del codice fiscale correlato ai relativi dati anagrafici.
Sul tema della qualità delle cosiddette persone non fisiche è opportuno segnalare che l'avvio della «comunicazione unica» per la nascita di impresa da presentarsi al registro delle imprese per essere da questo smistata a tutti gli altri enti interessati garantisce, a regime, il corretto allineamento delle denominazioni di società registrate in Anagrafe tributaria con quelle registrate e certificate dal Registro delle imprese. Da diversi anni inoltre viene assegnato un unico codice, che ha valenza sia di codice fiscale sia di partita IVA. Al momento della costituzione della società, tale codice resta invariato anche in caso di variazione del domicilio fiscale fino al momento della cessazione. Le particolari casistiche di soggetti che hanno un codice fiscale diverso dalla partita IVA, antecedenti a tale evoluzione, sono in fase di progressiva eliminazione. Per facilitare la verifica delle partite IVA, e con lo scopo di ridurre possibili frodi, è auspicabile un intervento normativo che consenta all'Agenzia di fornire riscontro sullo stato di attività e sui dati identificativi del soggetto titolare, attraverso un servizio a libero accesso in internet, analogamente a quanto reso possibile per la verifica del codice fiscale dal decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78. Circa la cooperazione informatica, indispensabile per garantire l'allineamento delle informazioni nelle diverse basi dati, una volta che ne sia presidiata la qualità, fornirò un breve aggiornamento sulle iniziative in merito, il cui avvio era stato già anticipato in precedenti audizioni.
L'Agenzia ha completato lo scorso anno il proprio percorso di innovazione del contesto condiviso definito dalle vigenti normative: il codice dell'amministrazione digitale, il sistema pubblico di connettività e cooperazione (SP Coop) e il codice per la protezione dei dati personali. È disponibile e consultabile in rete il catalogo dei servizi di cooperazione informatica realizzati nelle diverse modalità tecnologiche, in relazione al grado di adeguamento tecnologico delle amministrazioni richiedenti. Per le amministrazioni di piccola dimensione è stato ammodernato e rafforzato, dal punto di vista della sicurezza, il sistema denominato «Siatel v2.0 - PuntoFisco» che consente l'accesso ai servizi di consultazione a video e/o il trasferimento di flussi dati preventivamente concordati. Per le amministrazioni di maggiori dimensioni sono disponibili anche il canale dello scambio dati di flussi massivi e il canale per la cooperazione applicativa in tempo reale fra sistemi, attraverso le porte di dominio di sistema pubblico di cooperazione che ne garantiscono la sicurezza. Dei nuovi servizi di cooperazione applicativa (SP Coop) già usufruiscono, per l'accesso ai dati dell'archivio anagrafico, l'INPS, l'Autorità per la verifica dei contratti pubblici,


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l'Unioncamere, il Ministero delle politiche agricole e forestali (AGEA), l'ex ENPALS e l'ex INPDAP, confluite dal primo gennaio 2012 nella «super INPS». A seguito di una positiva collaborazione con le regioni per il tramite del sistema CISIS (Centro interregionale per il sistema informatico e il sistema statistico) sono inoltre in corso di sperimentazione i nuovi servizi di allineamento anagrafico con alcuni comuni di elevate dimensioni, in cooperazione applicativa con le regioni e su coordinamento di ANCI. Queste sperimentazioni hanno carattere unicamente tecnico, in quanto l'attivazione convenzionale dei servizi di cooperazione applicativa è subordinata a preventiva comunicazione ed eventuale verifica dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali. È inoltre già disponibile un servizio in cooperazione applicativa di verifica del codice fiscale e dei dati anagrafici ad esso associati, analogo al servizio di libero accesso su internet precedentemente citato, per facilitare la verifica automatizzata di tale codice da parte di altri sistemi informativi. In questo scenario, a seguito delle decisioni assunte dal «tavolo permanente di cooperazione informatica» tra Agenzia ed ANCI, previsto dalle convenzioni standard stipulate con i comuni, sono già stati realizzati nuovi servizi e/o quelli preesistenti sono stati modificati, per fornire ai comuni il necessario supporto nell'ambito del nuovo ruolo che assumono nel contesto della partecipazione alle attività di contrasto all'evasione fiscale e contributiva; sono in corso di predisposizione nuovi servizi di cooperazione applicativa, denominati trigger anagrafici, che a seguito di recenti accordi saranno sperimentati con l'INPS, e che garantiscono l'immediata e automatica segnalazione, in caso di variazioni dei dati nell'archivio anagrafico: il sistema, ogni volta che c'è una variazione di dati nell'archivio dell'Anagrafe tributaria, manda cioè una segnalazione a tutti gli enti cooperanti per comunicare la necessità di aggiornare anche i loro dati.
Signori senatori, signori deputati, concludo indicando quelli che, sulla base dell'esperienza finora maturata dall'Agenzia, ritengo essere i punti che possono determinare il successo sul fronte della qualità e univocità delle informazioni: la preventiva definizione delle tipologie di informazioni che saranno posizionate nei diversi archivi; il mantenimento di strutture centralizzate che monitorino, governino e facciano evolvere la qualità dei dati di riferimento nel contesto della fiscalità, tra cui l'archivio anagrafico, e garantiscano l'allineamento dell'informazione tra le diverse realtà; un complessivo innalzamento della capacità dei diversi attori di interagire con il sistema, attraverso strumenti evolutivi di cooperazione informatica; e, nel transitorio, la disponibilità di servizi di scambio dati adeguati allo stato di evoluzione tecnologica di ciascuna delle realtà cooperanti.
Lo scenario descritto e la relazione che abbiamo lasciato, che potrà fornirvi maggiori dettagli su quanto ho finora esposto, ritengo costituiscano un contributo alla riflessione evidenziando come solo la collaborazione tra le istituzioni possa determinare un complessivo innalzamento della qualità dei dati detenuti dalla pubblica amministrazione, a vantaggio delle attività di recupero dell'evasione fiscale, ma anche del miglioramento del rapporto con i cittadini e le imprese.

SETTIMO NIZZI. Ringrazio il dottor Befera per la sua relazione. Non ho capito bene se per i cittadini sia possibile collegarsi a internet e, immettendo i dati personali, costruire il proprio codice fiscale, il che sarebbe sicuramente un'ottima possibilità.
Da sempre l'Agenzia delle entrate e gli enti locali hanno cercato di fare accordi per la facilitazione della trasmissione telematica dei dati dal livello locale a quello nazionale, come spero avvenga già nella stragrande maggioranza dei casi. Sono state rilevate forti criticità a questo riguardo? Ci si è mossi per risolverle oppure c'è ancora qualcosa da fare? Quali sono i punti critici - in parte li ha citati nella parte finale del suo intervento - su cui lavorare, soprattutto per quanto riguarda il funzionamento dell'Anagrafe tributaria,


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anche da parte degli enti locali? Ormai tutti i servizi finanziari e di ragioneria dei comuni interagiscono con questo sistema. Tale interazione è reale e veloce o ci sono state delle criticità?

LUCIO ALESSIO D'UBALDO. Grazie al dottor Befera e ai suoi collaboratori perché ancora una volta ci hanno dato l'opportunità di averli in audizione e per averci messo a disposizione del materiale, la cui illustrazione è stata particolarmente ricca. In un Paese che per dialettica democratica è sempre portato a evidenziare le criticità e le insufficienze, penso che noi, come istituzioni, dobbiamo riuscire a valorizzare una nostra caratteristica forse troppo nascosta, ossia la struttura tecnico-amministrativa di vertice - in questo caso l'Agenzia delle entrate, con tutte le sue diramazioni - del nostro Paese. Siamo cioè avanti anche rispetto ad altri contesti nazionali europei. Credo che questo debba essere valorizzato e forse evidenziato nella relazione che elaboreremo e presenteremo alle Camere. Nel mio discorso è implicito un elogio per il lavoro che si sta facendo.
Vorrei svolgere due osservazioni molto semplici. La prima riguarda una valutazione strategica delle prospettive, sulle quali chiederei al direttore Befera, se lo ritiene, anche con comodo, di inviarci una breve nota. In un'intervista di circa quaranta giorni fa, comparsa su un grande giornale nazionale, il direttore ha fatto cenno a una ricostruzione o ridefinizione dell'assetto che coinvolge anche la SOGEI, alla quale noi, istituzionalmente, stiamo dedicando particolare attenzione. Non possiamo non valutare questo riordino del sistema perché la nostra Commissione parte dalla verifica costante della capacità del sistema Italia di gestire le informazioni e i dati sensibili e, nel momento in cui si annuncia o si può immaginare un'evoluzione, dobbiamo capire quali possano esserne i grandi elementi portanti. Anche approfittando del clima particolare che c'è da qualche mese a questa parte, in Commissione potremmo inoltre fare un lavoro che aiuti il Governo stesso ad avere un supporto parlamentare, condividendo una strategia che altrimenti, pur avendo aspetti importanti e validi, rimarrebbe nella condizione un po' algida dei progetti prettamente tecnici.
La seconda osservazione è che mi colpisce il divario esistente tra l'immagine di grande razionalità emersa dalla relazione circa tutti gli strumenti, le procedure e le tecniche per controllare i dati, per ridurre le difficoltà, per informare tutti i soggetti che concorrono e cooperano alla tenuta dei dati, e l'immagine emersa - i colleghi presenti a quella seduta lo ricorderanno - dall'intervento qui svolto da un dirigente dell'AMA, una grande società municipalizzata della capitale (chiaramente noi, essendo a Roma, abbiamo simbolicamente chiamato una struttura presente in città) il quale rappresentava una situazione che francamente mi ha un po' deluso. Ci trasciniamo da anni il dibattito sulla necessità di tenere in ordine un'anagrafe e quindi di evitare i doppioni, le omonimie eccetera, eppure il dirigente AMA ha rappresentato una realtà quasi primordiale, come se in questi venti o trent'anni non fosse successo niente, il che mi ha francamente spaventato. Poiché in questa relazione si dice invece che a livello centrale siamo in grado di intercettare, bloccare, verificare, controllare e pulire i dati, il sistema deve allora essere ancora perfezionato, com'è sempre nella vita degli uomini e delle grandi strutture.
In ultimissima battuta, rimane il problema che, benché una Commissione come la nostra da tempo abbia colto ed enfatizzato l'importanza del rapporto tra Stato centrale e autonomie locali, registrando sempre un ampio consenso sia da parte degli enti locali, che auspicano la collaborazione, sia da parte dei rappresentanti di grandi aziende, imprese, società e strutture amministrative appartenenti alla sfera centrale dell'amministrazione, le quali ci dicono la stessa cosa, il risultata pratico, almeno per quanto mi consta, è la mancanza di una realtà specifica - sotto forma di associazione o di spa - identificabile come incrocio operativo stabile tra


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Stato centrale e autonomie. Questo è un punto politico sul quale dobbiamo tornare a riflettere.

CANDIDO DE ANGELIS. Cercherò di essere molto sintetico. Anzitutto, vi rivolgo i miei complimenti per il lavoro che state facendo, associandomi a quanto detto dal senatore D'Ubaldo.
Non so se sto andando fuori tema, direttore, ma vorrei rivolgerle una serie di domande. Ritenete che nel passaggio dal governo Berlusconi al governo Monti - al di là delle spettacolarizzazioni e ferma la giustezza delle azioni che state facendo, le quali secondo me alla fine funzionano - sia cambiata l'aria? Ritenete che il ruolo dell'Agenzia delle entrate, anche rispetto alle ultime interviste di Monti sul tax gap, sulla possibilità di abbassamento delle aliquote, si sia centralizzato? Nel vostro rapporto con gli enti locali trovate sponda a quello che state facendo? Che ne pensa della tesoreria centralizzata, che sta creando molti problemi alle amministrazioni locali?
Territorialmente stiamo seguendo la questione molto seria della Sigma-Tau che, se non venisse risolta, creerà grossi problemi. Ricordo che ci sono stati circa 500 licenziamenti. Ultimamente è emerso tramite i quotidiani che state svolgendo un processo verbale di constatazione perché sembra che la società producesse in perdita in Italia mandando gli utili a Madera, che non è un paradiso fiscale, ma comunque un luogo dove la tassazione è molto bassa. Questo sta a significare che l'azienda non è in crisi, come le associazioni sindacali ci stanno dicendo. Stiamo seguendo questa vicenda, pertanto le chiedo se mi può aggiornare su questa situazione - oggi oppure inviando al più presto documenti in merito. Vorrei capire anche se, specialmente in un periodo di grande crisi economica e occupazionale come quella attuale, avete notato che anche altre aziende stiano facendo le stesse cose, se sia cioè una prassi normale, il che in un momento come questo sarebbe molto grave.

PRESIDENTE. Penso però che la sua domanda sulla tesoreria unica debba avere come destinatario la Ragioneria generale dello Stato.

CANDIDO DE ANGELIS. Vorrei avere un parere, una valutazione. Stiamo parlando di un problema generale e l'Agenzia delle entrate ha rapporti di sempre maggiore collaborazione con gli enti locali, per cui un suo parere in merito può essere utile. Non stiamo criticando nessuno.

ROSARIO GIORGIO COSTA. Signori direttore, vicedirettore e responsabile per la comunicazione, da parte vostra non pensavamo di poter avere che una relazione compiuta ed esaustiva quale quella che ci avete fornito. La conoscenza che abbiamo di voi è tale che eravamo sicuri che, come sempre, ci avreste relazionato in maniera oltremodo compiuta. Vi diamo atto che state vivendo una stagione la più impegnativa che io ricordi nel corso della mia ormai ventennale vita parlamentare. Diamo inoltre atto specificatamente al servizio della comunicazione di riuscire a dare al popolo italiano, agli operatori, ai contribuenti, un'informativa così piana, chiara e, se si può dire, «amorevolmente istituzionale» da essere oltremodo convincente. Il discorso sulle imposte, sulla necessità di adeguarsi, di spingere in alto il risultato dell'accertamento e di conseguire un'implementazione del gettito fiscale non si può fare facilmente, in nessuna lingua, ma voi lo state facendo nel modo più piano e più semplice, quello della buona fede, se così si può dire, che traspare dalle vostre comunicazioni, dai vostri interventi e dalla vostra azione. Sono contento che il dottore Befera non abbia assunto funzioni ministeriali - così come a momenti sembrava dovesse accadere, all'epoca dell'insediamento di questo governo - perché l'apparato dello Stato, da noi tanto amato, avrebbe perduto un servitore umile e idoneo alla bisogna. Si possono infatti trovare quanti ministri si vogliono, ma non altrettanti validi dirigenti e governanti di questo apparato burocratico che oggi è il più complesso.


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Ho una sola domanda. Io ho vissuto l'epoca in cui in Parlamento - in una notte, nella Commissione finanze - autorizzammo la prima convenzione con la SOGEI (alla quale sono molto affezionato, per quanto ha fatto e ha saputo fare). Non ero convinto che avremmo avuto successo, perché come altre volte vi ho detto era la stagione in cui i comuni compravano l'hardware e lo coprivano con un telo, perché non riuscivano ad andare avanti. Poi si è invece avuto questo grande miracolo. Dalla lettura sintomale che si può dare, signor direttore, al titolo della sua relazione - che così recita «Sulla qualità dei dati dell'archivio anagrafico dell'Anagrafe tributaria e sull'evoluzione della cooperazione informatica in Agenzia delle entrate» - sembrerebbe che ci sia il desiderio di metabolizzare l'apparato aziendale della SOGEI. È possibile sapere esattamente qual è il significato di questa espressione, con una sua lettura in chiaro e non sintomale? Qualunque sia la vostra opinione, in essa riponiamo il massimo della fiducia perché siete voi a metabolizzarla, ristrutturarla o potenziarla. Purché lo facciate voi, con le vostre mani e le vostre competenze, noi saremo sempre sufficientemente soddisfatti, certi che ci si muova in direzione dell'interesse superiore dello Stato.

GIULIANO BARBOLINI. Anche da parte mia c'è soddisfazione e apprezzamento per la relazione che ci è stata fornita, che adesso bisognerà analizzare più in dettaglio. Esprimerò una curiosità e una richiesta. State curando l'evoluzione e l'attualizzazione ulteriore del sistema del codice fiscale. Se ho capito bene, tutte le regole di traslitterazione dei caratteri diacritici degli alfabeti con caratteri latini sono ormai acquisiti e ottimizzati. Ci si sta interrogando per quelle lingue e quegli alfabeti che usano ideogrammi? In che termini si pensa di muoversi? Immagino infatti che questo tema possa progressivamente porre delle problematicità.
La seconda questione concerne invece un tema che riprendo, allargandolo - e forse andando fuori tema, ma solo fino a un certo punto - perché qui c'è la rappresentazione di un lavoro di straordinaria importanza, anche dal punto di vista della visione sistemica. Dato che c'è un dispositivo di legge che ci obbliga a saperlo, noi sappiamo che nell'ambito della razionalizzazione della spesa, della spending review, è prevista anche una qualche forma di riorganizzazione - credo che nel testo si dica addirittura «unificazione» - delle agenzie fiscali. Per evitare di essere come elefanti nelle cristallerie, sarebbe interessante monitorare questa questione. Con dei processi di rimodellamento organizzativo credo infatti si possano sicuramente determinare esiti virtuosi, che dipendono da come li si imposta e soprattutto dal fatto che la prospettiva sia davvero quella di unificare o di articolare in maniera più appropriata la presenza sul territorio e le modalità di cooperazione. Sono forme diverse, che possono ottenere lo stesso risultato. Tra l'altro, non mi sembra agevole unificare filiere di attività che richiedono competenze e che hanno profili anche molto differenziati fra di loro. Esprimo quindi un interesse, ma anche una preoccupazione, assumendomi la responsabilità di dare un contributo nel merito. La mia domanda è allora la seguente: l'Agenzia o il ministero competente ci stanno lavorando? È possibile che una Commissione come la nostra, insieme alle altre Commissioni di merito delle due Camere, sia messa in condizione di fare anche una valutazione in progress, potendo dare un contributo ed evitando di trovarsi di fronte a un fatto compiuto, magari inserito in un decreto che poi dovrebbe necessariamente essere convertito in legge, per ragioni di interesse nazionale? In tale spirito, termino formulando una domanda che non vuole essere una provocazione, ma una riflessione rientrante in questo ragionamento. Anziché limitarci al solo comparto delle agenzie fiscali, perché non pensare a possibili parallelismi e contiguità nell'integrazione tra Agenzia delle entrate e attività dell'INPS? Non si potrebbe eventualmente liberare quest'ultima da alcuni


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adempimenti, riconducendoli maggiormente all'interno dell'agenzia fiscale, anche considerato che l'INPS è già interessata - non è una questione di poco conto - da un processo di unificazione con l'INPDAP? Si sta sviluppando, e dove, una riflessione di carattere generale attorno a questa tematica, che dal mio punto di vista è di assoluta delicatezza e criticità?

PRESIDENTE. A beneficio dei senatori che devono raggiungere l'Aula comunico che le risposte del dottor Befera potranno essere lette nel resoconto stenografico.

GIANPIERO DE TONI. Mi farò carico di leggere attentamente la relazione e di approfondire le tematiche che il direttore Befera ci ha sottoposto.
Mi interessava condividere una riflessione semplicissima con il presidente Leo, il direttore Befera e i colleghi. Mi pare stia nascendo, dottor Befera, quella che io chiamo la «primavera della legalità». Il Gruppo dell'Italia dei Valori accoglie con grande entusiasmo questo momento, che non si esprime solo nel necessario recupero dell'evasione fiscale, anche come gettito, ma proprio come rivoluzione culturale. Stiamo assaporando l'idea e in sostanza sta accadendo che il cittadino italiano incomincia a sentirsi anche italiano, dalle Alpi alla Sicilia. A nome dunque del Gruppo che rappresento, vorrei esprimere la più viva soddisfazione per l'impegno che lei e i suoi collaboratori state profondendo e invitarla a continuare su questa strada, perché anche in questo modo si costruisce uno Stato democratico e libero, che possa competere con tutte le altre realtà europee. Grazie.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Anzitutto mi associo anch'io al ringraziamento al dottor Befera e al dottor Di Capua per il lavoro che stanno svolgendo. Ci siamo detti più volte che questo Paese vada modernizzato. Credo che da parte dell'Agenzia delle entrate non poteva esserci risposta più concreta in merito, in modo particolare per il percorso che è stato fatto in questi ultimi tempi per velocizzare e per rendere molto più corretto e snello tutto il lavoro che in Italia coinvolge l'aspetto tributario e i relativi collegamenti. Anche la relazione che ci viene consegnata questa mattina credo ne sia una testimonianza concreta, sulla quale avremo modo di riflettere.
Mi permetto dei rilievi su alcuni aspetti pratici, quelli che più ci dovrebbero coinvolgere. Alla fine lei ha parlato correttamente, dottor Befera, di mantenimento di strutture centralizzate. Io credo che un perno fondamentale del lavoro da svolgere, che ci riguarda, sia nel costruire il collegamento, come Anagrafe tributaria e quindi anche come vigilanza. Se questo non accade, a mio giudizio si corre il pericolo di cadere nel caos più assoluto. Farò degli esempi concreti, alcuni dei quali, tra l'altro, ha sfiorato anche lei: la comunicazione unica, da tutti abbracciata come un grande momento positivo, è tale per certi aspetti, ma incrocia una quantità di difficoltà, per quanto riguarda non tanto il rapporto con gli istituti tributari fiscali, bensì i rapporti con le Camere di commercio, i comuni e gli istituti previdenziali. Le posso assicurare che in tutta una serie di situazioni e di casistiche, gli operatori perdono intere giornate per trasmettere questi dati. Se questo non accadesse, come più volte abbiamo messo in risalto, un secondo problema molto delicato si potrebbe avere già con l'IMU, che dovremo affrontare nelle prossime settimane. Le software house hanno comunicato che una prima versione verrà consegnata forse dopo la metà di marzo, ma senza calcoli, in quanto i Comuni hanno chiesto un'ulteriore proroga per allinearsi alla nuova scadenza. I tempi per l'adempimento del primo pagamento in acconto saranno quindi brevissimi, il che ci porterà al caos. Si figuri in che condizioni ci verremo a trovare con tutte le scadenze che ci sono.
La terza questione, che le accennavo poc'anzi, concerne l'Entratel, un altro strumento fondamentale che l'Agenzia ha messo a disposizione. Spessissimo ci sentiamo


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rispondere dagli istituti bancari che sono preferibili i pagamenti con l'home banking perché l'ultimo giorno non garantiscono il rispetto della scadenza. Questa cosa non sta né in cielo né in terra e credo che occorra intervenire in merito. Chiaramente gli studi professionali, i CAF e le associazioni di categoria si portano avanti, ma si arriva comunque con un buon numero di pagamenti F24 da fare l'ultimo giorno, nel rispetto della scadenza, che altrimenti non ci sarebbe. Sentirsi dire dagli istituti di credito che loro possono garantire il pagamento puntuale con l'home banking ma non con Entratel mette in risalto come l'enorme lavoro svolto dall'Agenzia impatti però anche con terzi, sui quali occorre agire. Dando atto dell'attenzione posta dall'Agenzia, anche nelle audizioni che abbiamo avuto in Commissione finanze, allo snellimento della procedura, ho spesso sostenuto che il contribuente si può innervosire anche per le imposte, ma molto spesso è più innervosito da adempimenti inutili che non dal pagamento dell'imposta. Anche su questo bisogna dare atto che l'Agenzia ha recepito, è stata attenta. Penso, ad esempio, a quello che è già stato anticipato come il perno del prossimo decreto del governo sulle semplificazioni, ossia l'eliminazione della soglia di 3.000 euro per lo spesometro, che era una cosa inutile, come avevamo detto, e ne avevamo parlato con il presidente Leo. Credo che questo faccia felici non solo i contribuenti, ma tanti studi di commercialisti che sarebbero stati materialmente impossibilitati a rispettare questi adempimenti.
Mi permetto di evidenziare ancora, direttore, una questione inerente il VIES (VAT Information Exchange System). Nel 2011, entro gennaio, bisognava comunicare con raccomandata l'eventuale intenzione di fare operazioni intracomunitarie. Chi sapeva di doverlo fare, lo ha fatto, ma c'è stata gente che si è trovata a farlo durante l'anno e che nemmeno immaginava di poterlo fare. Un interessante articolo, comparso su Il Sole 24 Ore del 10 febbraio 2012, di Giampaolo Tosoni, che è sempre molto attento a questi aspetti in materia di IVA, evidenzia come questo non venga richiesto neanche all'estero: è una specifica richiesta italiana. Ho visto materialmente sul campo che ci sono stati casi o di persone che in buona fede non hanno spedito la raccomandata, non sapendo di doverlo fare, oppure il professionista gliel'ha consegnata ma poi non l'hanno spedita. A mio giudizio, sarebbe opportuno un intervento di messa a punto per togliere questo adempimento o per trovare soluzioni di altro tipo. È un'incombenza aggiuntiva che, se eliminata, potrebbe influire ulteriormente nell'ambito di tutta questa operazione di trasparenza, snellezza e riavvicinamento.
Vorrei porre un'ultima questione, che esula dai temi di questa mattina, che so interessare anche il professor Leo, e che poniamo da appassionati della materia; non dipende tanto dall'Agenzia delle entrate, quanto dal Ministro e dal Governo: perché non approfittare di questo momento per rivalutare i beni aziendali? Potrebbe essere un'operazione che porta entrate e patrimonializza le aziende, rendendole più solvibili. Ci sono infatti tantissimi casi di aziende che hanno beni iscritti a bilancio a valori bassissimi ma con valori commerciali molto più alti e sulle quali speculano le banche. L'iniziativa darebbe introiti allo Stato, non avrebbe bisogno di coperture di cassa e a mio giudizio potrebbe essere una procedura alquanto positiva.

PRESIDENTE. Aggiungerei anche lo scioglimento agevolato delle società di comodo, anche per evitare all'amministrazione l'intasamento degli interpelli che sicuramente ci sarà.
Ringrazio anch'io il direttore Befera e gli altri dirigenti dell'Agenzia delle entrate. Mi sembra stiate svolgendo un lavoro enorme e importante, anche se le altre strutture, penso soprattutto agli enti locali, non sono allineate al vostro standard. L'invito che vorrei rivolgervi è quindi a svolgere una funzione pilota, in collaborazione ovviamente con l'ANCI, per far sì che anche tutte le banche dati di cui dispongono gli enti locali abbiano il vostro


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stesso standard qualitativo e per evitare che si creino quelle disfunzioni, che sono sotto gli occhi di tutti, a cui accennata anche il senatore D'Ubaldo. Se si potesse lavorare in questa direzione, mantenendo voi il ruolo di guida nel settore delle banche dati e dello scambio di informazioni, faremmo veramente un'opera importante per il contrasto all'evasione di massa, che è il flagello su cui state lavorando in modo ottimo.

ATTILIO BEFERA, direttore dell'Agenzia delle entrate. Grazie, Presidente. Cercherò di rispondere a tutte le domande. Per quanto riguarda l'immissione dei dati in rete per controllare il proprio codice fiscale, ciò avviene liberamente da poco più di un anno, da quando l'Autorità garante della protezione dei dati personali ci ha fornito le relative indicazioni: il problema è quindi sostanzialmente risolto. Come ho già detto, vorremmo che questo sistema, attualmente limitato alle persone fisiche, potesse essere esteso anche alle persone non fisiche. Per quanto riguarda il rapporto con gli enti locali, nella mia relazione ho detto che ormai il 75 per cento delle nascite e il 95 per cento dei decessi e dei cambiamenti di residenza arrivano tramite il sistema INA-SAIA, quindi con un perfetto allineamento e senza più criticità. Un grosso lavoro di bonifica dei dati fu fatto tra il 2004 e il 2005 con l'attribuzione della tessera sanitaria, perché finalmente abbiamo superato sia situazioni locali in cui l'elenco degli assistiti era addirittura cartaceo, senza codice fiscale, sia lo scambio di informazioni tra noi, regioni e comuni. Direi quindi che oggi abbiamo un sistema, per quanto riguarda la parte anagrafica, abbastanza allineato e sotto controllo.
Nel sistema di cooperazione informatica che stiamo perfezionando - in relazione alle norme che ci hanno consentito di farlo - abbiamo di fatto creato due livelli: per i comuni e per gli enti più grandi e più informatizzati c'è lo scambio massivo dei dati, che tiene conto delle diverse strutture tecniche degli attori; per i piccoli comuni c'è invece il sistema Siatel - Punto Fisco che dà la stessa possibilità, ma ovviamente con masse ridotte e con sistemi informativi più elementari: stiamo quindi percorrendo questa strada. Collegandomi a quanto dicevano il senatore D'Ubaldo e il Presidente Leo, il problema fondamentale da affrontare è che non tutti gli enti sono particolarmente aggiornati e attenti all'aggiornamento dei propri dati. In qualità di suo presidente, ho denunciato più volte il fatto che Equitalia, essendo l'ultima società della filiera dell'attività fiscale, ha risentito, una volta divenuta operativa, delle inefficienze che c'erano a monte. Molti errori che venivano attribuiti a Equitalia, in effetti erano all'origine nelle banche dati degli enti. Questo è uno dei grandi problemi. Il senatore D'Ubaldo citava il fatto che nel mondo degli enti locali alcune strutture pubbliche sono a un livello primordiale. Invece, siamo in grado di colloquiare con tutti gli enti. Non so dire rispetto al caso specifico, ma abbiamo dei sistemi di bonifica dati ormai sperimentati, per cui riusciamo a fare bonifiche in via informatica, con limitatissimo impegno di risorse umane e per creare almeno la pulizia in termini di individuazione del soggetto passivo di imposta o di tariffa. Forse è necessario che questi enti si confrontino maggiormente con noi. Raccolgo quindi quanto ha detto il Presidente: in sede ANCI ne parleremo, affinché ci sia una spinta a migliorare la qualità del dato, che significa poi migliorare il rapporto col cittadino.
Per quanto riguarda il senatore D'Ubaldo, non ricordo di aver parlato di prospettive di evoluzione dei sistemi informativi, mentre certamente ho parlato di nostra evoluzione.

LUCIO ALESSIO D'UBALDO. Così avevo compreso, in riferimento all'ipotesi di superamento di SOGEI in quanto tale, ma forse mi sono confuso.

ATTILIO BEFERA, direttore dell'Agenzia delle entrate. Non ricordo. Per noi SOGEI è una realtà importantissima, una


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delle più grandi realtà informatiche italiane, e sicuramente la più grande interamente pubblica, che sta svolgendo bene il proprio lavoro. Tutto quello che ho descritto è stato fatto in collaborazione con SOGEI - e per la parte tecnica esclusivamente da SOGEI - ed è quindi per noi un punto di riferimento importantissimo, che sta evolvendo, sta migliorando ulteriormente i propri servizi. Tenete conto che il redditometro non potrebbe partire, né la stessa trasparenza, né nessuna di queste funzioni, se non ci fosse una SOGEI agguerrita e professionalmente capace, determinata a che queste cose diventino realtà. Stiamo spingendo molto su questo e credo che SOGEI stia dando le risposte giuste. Come dicevo prima, purtroppo il divario con gli altri enti c'è.
Condivido quanto sottolineava il senatore, che forse viene poco messo in evidenza come l'Italia sia all'avanguardia rispetto agli altri Paesi, dal punto di vista della tecnica e della capacità di informatizzare le procedure, di efficientare il sistema. Abbiamo tutte le dichiarazioni in telematico, mentre altri Paesi europei stanno partendo adesso con la dichiarazione telematica volontaria. Tutte le nostre funzioni sono praticamente svolte con computer. Non esiste una manualità nelle nostra attività o è molto limitata a sole funzioni secondarie. Il rapporto con i contribuenti è fondato su sistemi informativi.
Quanto all'F24 via Entratel, di cui parlava l'onorevole Fogliardi, oramai più del 50 per cento dei versamenti mensili avviene sul sistema Entratel, e non più sul sistema di home banking, salvo i problemi che le banche possono sollevare. Siamo quindi una realtà davvero fortemente automatizzata e stiamo proseguendo. Tramite il sistema CIVIS - per i rapporti con i professionisti e, da maggio 2010, anche aperto ai cittadini - avviene normalmente ogni giorno lo scambio di informazioni e anche la regolarizzazione delle pratiche di cui all'articolo 36-bis. Questo consente una riduzione delle presenze agli sportelli territoriali, ma anche una maggiore capacità di risposta più efficiente; ovviamente consente anche ai professionisti e ai contribuenti di fare le proprie operazioni senza muoversi da casa. Su questa strada continuiamo a lavorare rafforzando anche i centri di assistenza multimediale (CAM) che diano le risposte ai nostri uomini. Forse dovremmo evidenziare un po' di più che su questo siamo all'avanguardia, come ha riconosciuto anche l'Ocse, e non in retroguardia.
Il senatore De Angelis mi chiedeva se sia cambiata l'aria. Da tre anni, da quando ci sono io, facciamo lo stesso lavoro allo stesso modo, indipendentemente dall'aria esterna, sia quando c'è neve, sia in primavera. Continueremo quindi sulla nostra strada. C'è un problema fondamentale, come dico da tre anni, da quando mi sono insediato: in Italia l'evasione è prima di tutto un problema culturale; non si tratta solo di un problema di voglia di fare i furbi o altro, ma di un problema culturale che mi sembra - questo lo devo dire - si stia un po' modificando. Non abbiamo voluto la spettacolarizzazione di certi interventi, che pure c'è stata, ma mi sembra che gli italiani li abbiano valutati per quello che erano, cioè tentativi di riportare questo Paese alla normalità. È proprio questo il grosso sforzo che dobbiamo fare noi, per la parte fiscale, rendendo l'Italia più simile agli altri Paesi che ci circondano. Stiamo tentando di farlo e credo che da questo punto di vista si possa dire che sta cambiando qualcosa.
Al senatore Costa credo di non dover dare delle risposte, ma soltanto ringraziarlo.
Per quanto riguarda i codici fiscali relativi a nomi con caratteri diversi da quelli dell'alfabeto occidentale, come ho già detto, avviene già la traduzione in caratteri latini di ideogrammi e quant'altro. Siamo comunque in grado, pur avendo un nome formato da un solo carattere e conoscendo il solo anno della data di nascita, di attribuire esattamente


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un codice fiscale: chiaramente non siamo in grado di codificare ideogrammi, però riusciamo a gestirne una traduzione in caratteri latini.
Quanto all'unificazione delle agenzie fiscali si tratta di un compito del Governo e del Parlamento, rispetto ai quali daremo tutta la collaborazione necessaria, quando ci verrà chiesta.
Per quanto riguarda l'integrazione con l'INPS, negli ultimi tre anni ci abbiamo molto lavorato sia in termini di banche dati, sia di collaborazione sia di contrasto all'evasione fiscale e contributiva, con uno scambio continuo di informazioni, in entrambe le direzioni, a seconda che siano loro a dover verificare qualcosa con possibili riflessi fiscali o viceversa. Credo, quindi, che questa collaborazione si possa ulteriormente rafforzare. Per quanto riguarda invece le agenzie fiscali, le banche dati sono condivise, così come lo sono con la Guardia di finanza. L'integrazione informatica è quindi totale.
Mi pare che anche il senatore De Toni non abbia fatto domande.
All'onorevole Fogliardi rispondo che è vero, va mantenuta una struttura centralizzata per quanto riguarda il governo dell'informazione, altrimenti rischiamo il caos. Su questo sono pienamente d'accordo. Chiaramente i passaggi della comunicazione unica possono creare dei problemi; mi riferisco anche al problema dell'IMU, a cui accennava lei. Quando si partirà, bisognerà forse aggiustare via via il tiro e migliorare la qualità dei prodotti, nella speranza che la crisi sia solo in fase di partenza, mentre poi si andrà verso la normalità. Per quanto riguarda l'IMU, il pagamento è a giugno. Lei mi ha segnalato che le banche all'ultimo giorno non accettano i pagamenti con Entratel, quindi interverremo immediatamente per capire se ci siano delle motivazioni di natura diversa da quelle commerciali. Ha fatto bene a dircelo perché mi era del tutto ignoto.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Si giustificano in questa maniera: dicono di riuscire con l'home banking a vedere subito la posizione del conto, mentre devono attendere con Entratel. Succede così a volte che qualcuno, magari anche in un momento di difficoltà, si trovi sul filo dell'utilizzo del fido o della disponibilità di cassa. Accade magari a seconda del cliente, perché sono purtroppo dei furboni, e si giustificano dicendo che si sarebbe dovuto fare con l'home banking e non con Entratel. È una furberia che non va bene a nessuno, perché costa all'utente e mette in difficoltà l'Agenzia.

ATTILIO BEFERA, direttore dell'Agenzia delle entrate. Interverrò oggi stesso con l'ABI per capire bene la problematica e vedere se riusciamo in qualche modo a risolverla.
Per quanto riguarda gli adempimenti inutili, domani dovrebbe essere varato un decreto legge, che ci ha visto coinvolti nell'individuazione di adempimenti che potessero essere eliminati o comunque ridotti. Credo che sia un buon passo avanti proprio per diminuire i costi di esecuzione, perché quello che diceva lei, onorevole, è verissimo: se già pagare non è piacevolissimo - almeno così lo ritengo io, anche se è un dovere di tutti noi - avere difficoltà burocratiche nel pagare diventa ancora più spiacevole.
Per quanto riguarda il VIES non conosco la problematica. Le garantisco comunque che faremo subito dei controlli e che provvederemo se ci fosse da fare qualche remissione in termini o qualcosa del genere.
In relazione alle domande del Presidente, mi permetto di non rispondere in tema di rivalutazione dei beni aziendali e di scioglimento agevolato di società di comodo, perché è un fatto puramente politico. Per quanto riguarda, invece, lo standard qualitativo delle banche dati, ovviamente condivido, e stiamo collaborando strettamente con l'ANCI specialmente per l'attività di cooperazione nel contrasto all'evasione. Secondo noi l'ANCI può infatti svolgere un ruolo di coordinamento,


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soprattutto dei piccoli comuni, nella messa in sicurezza dei dati, e nella loro correzione e bonifica, garantendo uno scambio di informazioni più corrette. Avere come interlocutore l'Anci, che coordina i piccoli comuni, piuttosto che 8000 comuni, di cui 5000 piccoli, significa garantire molto di più la qualità dei dati. Credo di aver risposto a tutti.

PRESIDENTE. Grazie, direttore Befera. Riguardo ai compiti assegnati alla nostra Commissione, preciso che sull'esito degli sviluppi dell'attività correlata alle indagini finanziarie faremo audizioni al termine dell'iter che state portando avanti.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 10,05.

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