Sulla pubblicità dei lavori:
De Angelis Candido, Presidente ... 3
Audizione del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Velletri, Giancarlo Cirielli:
De Angelis Candido, Presidente ... 3 4 6 8 9 10 11
Cirielli Giancarlo, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Velletri ... 3 4 5 6 8 9 10
Rugghia Antonio (PD) ... 5 6 8
Audizione del Prefetto di Viterbo, Carmelo Aronica e del Questore di Viterbo, Gianfranco Urti:
De Angelis Candido, Presidente ... 11 13 14
Aronica Carmelo, Prefetto di Viterbo ... 11 14
Bratti Alessandro (PD) ... 14
Urti Gianfranco, Questore di Viterbo ... 13
Audizione del Prefetto di Frosinone, Paolino Maddaloni e del Questore di Frosinone, Alfonso Maria La Rotonda:
De Angelis Candido, Presidente ... 14 16 17
Bratti Alessandro (PD) ... 16
La Rotonda Alfonso Maria, Questore di Frosinone ... 16
Maddaloni Paolino, Prefetto di Frosinone ... 15 16
Audizione del Prefetto di Latina, Antonio D'Acunto e del Questore di Latina, Nicolò D'Angelo:
De Angelis Candido, Presidente ... 17 19 20 21 22
Bratti Alessandro (PD) ... 18 19
D'Acunto Antonio, Prefetto di Latina ... 17 18 20
D'Angelo Nicolò, Questore di Latina ... 18 19 20 21
Rugghia Antonio (PD) ... 20 21
Audizione del Prefetto di Rieti, Chiara Marolla e del Questore di Rieti, Carlo Casini:
De Angelis Candido, Presidente ... 22 23 24
Bratti Alessandro (PD) ... 23
Casini Carlo, Questore di Rieti ... 22
Marolla Chiara, Prefetto di Rieti ... 22 23
Audizione del Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro e del Questore di Roma, Giuseppe Caruso:
De Angelis Candido, Presidente ... 24 25 26 28 29
Bratti Alessandro (PD) ... 25
Caruso Giuseppe, Questore di Roma ... 26 27 28 29 30
De Toni Gianpiero (IdV) ... 28
Pecoraro Giuseppe, Prefetto di Roma ... 24 25 28 29
Rugghia Antonio (PD) ... 29 30
Audizione del Comandante regionale Lazio della Guardia di Finanza, generale Filippo Ritondale:
De Angelis Candido, Presidente ... 30 32
Giusti Virgilio, Comandante del Reparto operativo aeronavale di Civitavecchia ... 31
Ritondale Filippo, Comandante regionale Lazio della Guardia di Finanza ... 30 32
Audizione del Comandante regionale Lazio del Corpo forestale dello Stato, Giacomo Saragosa:
De Angelis Candido, Presidente ... 32 35
Avanzo Marco, Responsabile del NIPAF della provincia di Viterbo ... 33 34
Rugghia Antonio (PD) ... 34
Saragosa Giacomo, Comandante regionale Lazio del Corpo forestale dello Stato ... 32 34 35
Audizione del Direttore marittimo del Lazio e della capitaneria di porto di Roma Fiumicino, ammiraglio Pietro Maradei:
De Angelis Candido, Presidente ... 35 37 38
Maradei Pietro, Direttore marittimo del Lazio ... 36 37 38
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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Comandante regionale Lazio del Corpo forestale dello Stato, ingegner Giacomo Saragosa.
L'audizione odierna rientra nell'ambito degli approfondimenti che la Commissione sta svolgendo sulle attività illecite connesse al traffico di rifiuti nella regione Lazio.
Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, i lavori della Commissione proseguiranno in seduta segreta, invitandolo comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
Cedo dunque la parola all'ingegner Giacomo Saragosa.
GIACOMO SARAGOSA, Comandante regionale Lazio del Corpo forestale dello Stato. Grazie. Ho fatto distribuire una cartellina, in cui è sinteticamente racchiuso il lavoro svolto in materia di controllo dell'attività di smaltimento dei rifiuti fatto dal Comando regionale del Lazio del Corpo forestale dello Stato negli anni dal 2007 al 2010. Sono riepilogate le comunicazioni di notizie di reato relative alla violazione della normativa sui rifiuti, le persone denunciate per le violazioni dei rifiuti, le sanzioni amministrative, quindi i verbali e il relativo ammontare delle sanzioni amministrative elevate dal personale del Corpo forestale dello Stato.
Per quanto riguarda l'analisi di dettaglio, ho allegato alle cartelle alcuni documenti che i Comandi provinciali del Corpo forestale dello Stato trasmettono annualmente al comando regionale, in cui sintetizzano l'attività svolta in questo particolare settore, nell'ambito di un più generale quadro di riferimento, per quanto riguarda il contrasto alle attività illecite in generale a danno del territorio.
Per quanto riguarda l'entità e la natura delle violazioni che sottendono i numeri della tabellina iniziale, è opportuno rimarcare come l'attività sia volta in modo preponderante al controllo delle attività, tenendo in monitoraggio le società e le persone che si occupano normalmente dello smaltimento e del ciclo completo dello smaltimento dei rifiuti.
Un'attenzione forzatamente minore è rivolta a un controllo più mirato, più da intelligence, relativo in particolare agli autotrasporti pesanti, che possono essere veicolo di traffico illecito di rifiuti. Dico «forzatamente minore», perché richiede un'azione di intelligence in coordinamento con altre forze di polizia, ma anche perché - non per accampare scuse o lamentarsi, ma solo per far presente - le persone che indossano la divisa, a cui è connessa la qualifica di polizia giudiziaria di pubblica sicurezza del corpo forestale nel Lazio, sono circa un decimo dei soli vigili urbani che lavorano nel comune di Roma. I numeri devono essere letti anche nell'ottica di chi li produce. Questo è un punto sul quale volevo soffermarmi per correttezza e dovere professionale nei confronti dei colleghi del Corpo forestale che lavorano quotidianamente sul territorio.
Ci sono ovviamente delle punte sparse su tutto il territorio della regione, in cui i vari Comandi provinciali hanno effettuato operazioni molto particolari. Sono accompagnato dal dottor Marco Avanzo, responsabile del Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale (NIPAF) per la provincia di Viterbo, che poco tempo fa si è occupato in particolare dell'operazione che ha interessato questa provincia e che riguardava una superficie di circa 100 ettari in cui erano stati interrati rifiuti particolari.
Nella provincia di Roma vi è stato un controllo sullo smaltimento degli oli esausti, che ha interessato la catena di McDonald. In provincia di Rieti, un'indagine ha portato a comminare sanzioni e comunicazioni di notizie di reato nei confronti degli amministratori pubblici della locale ASM, Azienda municipalizzata servizi. Sempre in provincia di Roma, a Pomezia, due anni fa è stato effettuato un intervento per l'interramento di rifiuti particolarmente nocivi.
In un quadro generale, che riguarda prevalentemente l'incorretta gestione del territorio dal punto di vista dell'abbandono di rifiuti, alcune «discariche non autorizzate» costellano a macchia di leopardo tutto il territorio della regione.
Questa situazione di diffusa tendenza ad abbandonare materiale su tutto il territorio, probabilmente collegata a una inadeguata conoscenza dell'entità del danno che questo arreca all'ambiente, può essere un terreno fertile per l'infiltrazione della malavita organizzata, della cosiddetta «ecomafia», che già in qualche caso è stata intravista, anche se nelle notizie di reato prodotte dal Corpo forestale dello Stato se ne trova scarsa traccia.
Forse è opportuno spostare l'attenzione a monte del problema, cercando di trovare soluzioni per ridurre al minimo il quantitativo di materiale che deve essere smaltito. Si tratta di un cambiamento di filosofia nella problematica, per ridurre drasticamente l'opportunità che diventi un affare interessante per le organizzazioni mafiose e si debbano fronteggiare fenomeni sempre più consistenti di infiltrazione della malavita organizzata nel settore.
MARCO AVANZO, Responsabile del NIPAF della provincia di Viterbo. Come ha già accennato il Comandante regionale, abbiamo posto in essere una attività emersa nel 2007; si tratta di un'attività investigativa che è partita nel 2006, grazie alla quale abbiamo potuto evidenziare una serie di punti deboli nel contesto normativo attuale, dove alcuni soggetti dediti a determinate attività riescono a trovare un pertugio per porre in essere i loro disegni.
Questa attività consisteva in una fittizia opera di recupero di rifiuti, in particolare rifiuti industriali, attraverso la loro inclusione nell'impasto utilizzato per realizzare manufatti edilizi. Queste operazioni erano puramente cartolari.
I rifiuti arrivavano effettivamente in provincia di Viterbo dal nord e centro
Italia e che, invece di essere conferiti presso l'impianto industriale in cui dovevano essere recuperati, venivano seppelliti in una cava per un ammontare di circa 40.000 tonnellate annue. Tale sistema contava con una catena di società per gestire l'intera filiera e, dal punto di vista cartolare, il gioco era assai agevole.
Si trattava di una pluralità di società che operavano su tre province, che ricadevano in tre regioni diverse (Toscana, Lazio e Umbria). Avvalendosi di procedure semplificate potevano porre in essere quest'attività senza rilevanti controlli. Non avveniva lo scambio di informazioni fra le tre province, fra le tre regioni, tanto che l'attività dichiarata a Viterbo era diversa rispetto a quella che dichiarata in Toscana. In Toscana, infatti, si dichiarava che i rifiuti venivano recuperati a Viterbo. Le autorizzazioni in provincia di Viterbo affermavano che da loro avveniva solo la messa a riserva e che il vero recupero avveniva in Umbria. Queste maglie larghe avevano permesso al gruppo di porre in essere tale condotta. Venendo all'attualità, stiamo andando a dibattimento e abbiamo un'area ancora sequestrata di circa 100 ettari, nella quale sta per avere inizio l'opera di caratterizzazione.
GIACOMO SARAGOSA, Comandante regionale Lazio del Corpo forestale dello Stato. L'esame delle tabelle che ho consegnato evidenzia un trend in diminuzione sia dell'attività di comunicazione di notizie di reato che di persone denunciate e di tutte le altre voci prese in considerazione.
Vorrei illustrare rapidamente i due motivi fondamentali che sono alla base di questo trend decrescente. Il primo è che nel 2008, con l'insediamento del precedente Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia, fu impresso un deciso impulso all'operatività del Corpo forestale dello Stato in particolare nel settore agro-alimentare, che ha portato a un utilizzo di buona parte del tempo lavorativo del personale del Comando del Corpo forestale dello Stato nel controllo di questi settori.
Per quanto riguarda il 2009, si è aggiunto l'intervento nelle zone terremotate dell'Aquila, che ha portato circa 7700 presenze del personale del Corpo forestale dello Stato in soccorso alle popolazioni terremotate. Su un totale di poco meno di 700 persone, si tratta di circa 11-12 giornate lavorative di ogni singolo forestale della regione Lazio che si è prestato a soccorrere le popolazioni dell'aquilano. Questi sono i due motivi fondamentali che hanno provocato il trend decrescente.
I dati del 2010 sono riferiti ai primi quattro mesi dell'anno, quindi si mantengono le posizioni del 2008 e si cercherà, anche con il conferimento dell'incarico al dottor Avanzo, di coordinare l'attività di tutti quanti gli altri comandi provinciali per dare una veste più organica e più incisiva in questo settore, in modo particolare nell'ambito della regione Lazio.
ANTONIO RUGGHIA. Vorrei sapere se, dopo la vostra inchiesta sull'interramento dei rifiuti effettuato attraverso un cartello di imprese per un centinaia di ettari di terreno, l'area sia stata bonificata.
MARCO AVANZO, Responsabile del NIPAF della provincia di Viterbo. No, siamo ancora nella fase preliminare...
ANTONIO RUGGHIA. Vorrei sapere di quale zona si tratti.
MARCO AVANZO, Responsabile del NIPAF della provincia di Viterbo. Graffignano, sulle sponde del Tevere, località Pascolaro. Siamo ancora nella fase iniziale della caratterizzazione, propedeutica all'intervento di bonifica.
GIACOMO SARAGOSA, Comandante regionale Lazio del Corpo forestale dello Stato. Ha messo il dito su uno dei punti dolenti di tutta la catena. Questo si ripete non soltanto a Graffignano, trattandosi di una delle armi spesso adoperate per tenere in stand-by la situazione. L'operazione di bonifica è costosa, i comuni non hanno i soldi e, se facciamo interventi
sequestro di cantieri, c'è la messa in cassa integrazione o addirittura il licenziamento del personale.
PRESIDENTE. Leggevo le tabelle che lei ci ha interpretato, ma vorrei chiederle le motivazioni di questa preponderanza di Rieti rispetto alle altre province, specialmente negli anni 2007 e 2008, mentre nel 2009 c'è stato un calo comune a quasi tutte le province, come si deduce dall'importo complessivo dei verbali.
Vorrei sapere inoltre se specialmente nelle province di Latina e Frosinone abbiate rilevato fatti specifici, che possano ricollegarsi a infiltrazioni camorristiche.
GIACOMO SARAGOSA, Comandante regionale Lazio del Corpo forestale dello Stato. Rispondo prima alla seconda parte della domanda. Per quanto riguarda Frosinone e Latina, non si hanno agli atti fatti concreti che possano interessare l'autorità giudiziaria e possano essere fatti risalire a infiltrazioni di camorra. Nella relazione fatta dalla provincia di Frosinone e trasmessa alla prefettura di Frosinone e per conoscenza a noi come Comando regionale, sussiste l'ipotesi di questo tentativo di infiltrazione. Non è probabilmente casuale che gran parte delle persone coinvolte nell'attività di indagine dell'ultima e più importante operazione effettuata a Frosinone provengano da Napoli o dalla periferia napoletana. Questo può lasciar supporre...
GIACOMO SARAGOSA, Comandante regionale Lazio del Corpo forestale dello Stato. Quella citata nella relazione del collega di Frosinone nella cava nella zona di Ausonia utilizzata come deposito per materiale proveniente dalla zona del napoletano e del casertano.
In provincia di Latina, invece, nonostante sia quella con maggiore pressione in altri settori, è di gran lunga minore l'evidenza dal punto di vista delle indagini di polizia giudiziaria.
Per quanto riguarda l'ammontare delle sanzioni amministrative, agli inizi di questa attività, nel 2005, 2006 e 2007, con l'intensa attività che il Corpo forestale dello Stato ha cominciato a porre in essere, sono state più frequenti sanzioni amministrative di notevole importo, quali ad esempio la riscontrata carenza di documentazione che portava a comminare sanzioni dell'ordine di 3-5.000 euro. Lo stesso numero di operazioni alla fine dell'anno in termini di sanzioni amministrative portava a importi notevolmente superiori. Ovviamente, il ripetersi nel tempo di queste operazioni ha portato subito la contromisura degli operatori della controparte, per cui lo stesso ammontare di numero di sanzioni comporta verbali minori.
Per quanto riguarda Rieti, la situazione è particolare. Ha avuto per anni un solo funzionario che era il capo di se stesso oltre che di tutte le strutture, non avendo funzionari addetti. Negli anni in cui è stato presente un secondo funzionario, si è avuta una maggiore incisività sul territorio, perché chiaramente ha potuto dedicarsi in maniera più diretta a seguire, controllare e motivare l'attività sul territorio, ma l'andamento è stato altalenante: per un anno c'è stato il funzionario, l'anno successivo è rimasto da solo il comandante. Queste questioni sono molto legate all'entità delle persone che possono dedicarsi all'attività.
PRESIDENTE. Ringrazio gli auditi e dichiaro conclusa l'audizione.
(La seduta, sospesa alle ore 12,40, riprende alle 12,45)
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