Sulla pubblicità dei lavori:
De Angelis Candido, Presidente ... 3
Comunicazioni del Presidente:
De Angelis Candido, Presidente ... 3
Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Velletri, Silverio Piro:
De Angelis Candido, Presidente ... 3 4 5 6
Piro Silverio, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Velletri ... 3 4 5
Audizione del presidente della provincia di Latina, Armando Cusani:
De Angelis Candido, Presidente ... 6 7 11 12 13 15 17
Cusani Armando, Presidente della provincia di Latina ... 6 7 11 12 14 15 16 17
Rugghia Antonio (PD) ... 15 16 17
Audizione del sub-commissario prefettizio del comune di Latina, Claudio Sgaraglia:
De Angelis Candido, Presidente ... 17 18
Sgaraglia Claudio, sub-commissario prefettizio del comune di Latina ... 17 18
Audizione del sindaco di Frosinone, Michele Marini:
De Angelis Candido, Presidente ... 19 21
Ferracci Claudio, Dirigente settore ambiente comune di Frosinone ... 21
Marini Michele, Sindaco di Frosinone ... 19 20
Rugghia Antonio (PD) ... 19 21
Audizione del sindaco di Rieti, Giuseppe Emili:
De Angelis Candido, Presidente ... 21 22
Emili Giuseppe, Sindaco di Rieti ... 21 22
Audizione dell'assessore all'ambiente della provincia di Rieti, Michele Beccarini:
De Angelis Candido, Presidente ... 22 23 24
Beccarini Michele, Assessore all'ambiente della provincia di Rieti ... 22 23
Audizione del sindaco di Viterbo, Giulio Marini:
De Angelis Candido, Presidente ... 24 26 27 28 29 30
Marini Giulio, Sindaco di Viterbo ... 24 25 26 27 28 29
Rugghia Antonio (PD) ... 25 26 28 29
Audizione del sindaco di San Vittore, Francesco Paolo Pirollo:
De Angelis Candido, Presidente ... 30 33 34
Pirollo Francesco Paolo, Sindaco di San Vittore ... 30 32 33 34
Rugghia Antonio (PD) ... 31 32 33 34
Audizione dell'assessore all'ambiente della provincia di Viterbo, Paolo Equitani:
De Angelis Candido, Presidente ... 34 35 36 37 38
Equitani Paolo, Assessore all'ambiente della provincia di Viterbo ... 34 35 36 37
Rugghia Antonio (PD) ... 36 37
Tosini Flaminia, Dirigente del settore ambiente della provincia di Viterbo ... 35 36 38
Audizione del presidente della società Opus Automazione, Stefano Battistini:
De Angelis Candido, Presidente ... 38 42 43 44 45
Battistini Stefano, Presidente della società Opus Automazione ... 38 41 42 43 44
Rugghia Antonio (PD) ... 41 42 43 44
Sica Pier Francesco ... 44
Audizione del presidente della società Co.La.Ri, Manlio Cerroni:
De Angelis Candido, Presidente ... 45 46 47 49 50 51 52 53 55
Cerroni Manlio, Presidente della Co.La.Ri ... 45 46 47 48 49 50
Rugghia Antonio (PD) ... 48 49 50 51 52 53 54
Spadaccini Luca, Co. La. Ri ... 54
Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Frosinone, Adolfo Coletta:
De Angelis Candido, Presidente ... 55
Coletta Adolfo, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone ... 55
Audizione del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia, Gianfranco Amendola:
De Angelis Candido, Presidente ... 56 57
Amendola Gianfranco, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia ... 56 57
Audizione del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, Mario Mercone:
De Angelis Candido, Presidente ... 58 59 60
Mercone Mario, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cassino ... 58 59 60
Rugghia Antonio (PD) ... 59
Audizione dell'assessore all'ambiente della provincia di Frosinone, Fabio De Angelis:
De Angelis Candido, Presidente ... 60 64
De Angelis Fabio, Assessore all'ambiente della provincia di Frosinone ... 60 64
[Indietro] | [Avanti] |
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sindaco di Viterbo, Giulio Marini che ringrazio per la sua presenza.
L'audizione odierna rientra nell'ambito degli approfondimenti che la Commissione sta svolgendo sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lazio.
Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, i lavori della Commissione proseguiranno in seduta segreta, invitandolo comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
Cedo, dunque, la parola al dottor Marini.
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Grazie. Credo che sia doveroso e importante che i comuni possano relazionare su questa delicata materia.
Il comune di Viterbo produce statisticamente intorno a 30 mila tonnellate di rifiuti annui e conta 65 mila abitanti.
In questi anni abbiamo costruito un percorso di valorizzazione del rifiuto. Nel 1996 la regione Lazio ordina al comune di Viterbo di autorizzare un impianto di trattamento rifiuti che prevedesse la costituzione del combustibile derivato dai rifiuti. L'impianto ha lavorato per arrivare a tale processo e oggi siamo alla conclusione e si stanno realizzando i primi combustibili.
Fino a oggi, è stata autorizzata una discarica per rifiuti che, dopo un breve trattamento, potesse utilizzarli, non però come combustibile derivante da rifiuto. Per esprimersi in modo semplice, viene utilizzata una discarica; dopo un trattamento
preliminare, i rifiuti vengono ammontinati in una discarica di Monterazzano.
La provincia ha compiuto un percorso articolato per arrivare a costituire un termovalorizzatore che potesse valorizzare il rifiuto in loco, ma a tutt'oggi non è ancora stato realizzato. Aspettiamo nel merito le decisioni della regione Lazio. Ambiamo, infatti, a poter trattare il rifiuto in loco per diminuire le tariffe per i cittadini. Facendo trasportare i rifiuti prima a Viterbo e poi da lì ad altri siti avremmo una tariffa sicuramente aumentata.
Su questo tema aspettiamo che la regione Lazio e la provincia di Viterbo ci diano indicazioni. A oggi, a Viterbo affluiscono 60 comuni della provincia di Viterbo e 19 della provincia di Rieti, compresa la stessa città di Rieti.
Lascio una breve relazione agli atti, composta di dati e poco più, perché, per fortuna, a Viterbo non avvengono altre situazioni.
Se ci sono domande, sono a disposizione.
ANTONIO RUGGHIA. Intervengo solo per chiedere alcune informazioni relativamente all'impianto di produzione del CDR a cui faceva riferimento.
Intanto, come abbiamo visto, nel Lazio la produzione di CDR è molto al di sotto delle previsioni che ogni volta si compiono sulla chiusura del ciclo dei rifiuti. Il CDR di qualità, quello che può essere immesso nella termovalorizzazione, non arriva al livello necessario per gli impianti previsti nel Lazio. Non contesto l'esigenza di realizzare impianti di termocombustione; quello che non funziona è che si prevedono tali impianti, ma, allo stesso tempo, non c'è CDR a sufficienza per poterli alimentare.
Rispetto all'impianto di Viterbo vorrei sapere che tipo di impianto è, come si chiama e qual è la quantità di CDR che si pensa di poter produrre.
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Da presidente della provincia, avendo anche elaborato il piano provinciale dei rifiuti di Viterbo, devo ammettere, purtroppo, che questo piano non ha mai avuto una grande rilevanza perché la regione Lazio, nelle sue differenziazioni politiche, non è mai riuscita a dare un chiarimento su dove dovesse essere costruito un termocombustore.
Da una parte, avevamo l'impianto che doveva produrre il combustibile e, dall'altra parte, non avevamo la possibilità di creare il termovalorizzatore. Il rifiuto è andato, dunque, a ingombrare la discarica di Monterazzano. Veniva trattato leggermente e non veniva mai prodotto il combustibile nella qualità ottimale da poter essere utilizzata per il termovalorizzatore, perché quest'ultimo non esisteva.
Abbiamo, quindi, creato discariche su discariche, abbiamo ingrandito la discarica in questi anni, perché è mancata la decisione di realizzare il termovalorizzatore, come la provincia di Viterbo aveva già manifestato in un piano realizzato dalla provincia, che individuava il termovalorizzatore a Viterbo per non far compiere il giro dei rifiuti, che avrebbe alimentato i costi di trasporto e basta.
Siamo rimasti, dunque, con un impianto di creazione di CDR a Casale Bussi, a 6 chilometri da Viterbo, che ha prodotto finora poco e nulla. Dovrà produrre qualora si decida dove portare il CDR.
È una storia, mi consenta, all'italiana, perché alla fine portiamo tutto - mi dispiace che sia registrato - in discarica. È una critica politica che rivolgo in senso generale, da amministratore locale, che vede tale processo non ultimato perché manca una decisione. Mi auguro, dopo 11 anni da quando ho elaborato il piano rifiuti, di poter sapere dove mandare il combustibile derivante da rifiuto.
ANTONIO RUGGHIA. È chiaro che questo è l'anello mancante della chiusura del ciclo dei rifiuti: da una parte, sono previste linee di termovalorizzazione e, allo stesso tempo, nuovi impianti per la produzione di CDR, però, dall'altra, quello che viene prodotto in molti casi non viene utilizzato per i termocombustori che esistono
nel Lazio, come abbiamo già visto per Albano Laziale e ora sentiamo per quanto riguarda Viterbo.
La questione è piuttosto strana, perché ci troviamo in una situazione nella quale il CDR che viene prodotto nel Lazio non basta neppure, come quantità, a far funzionare i due termovalorizzatori di Colleferro.
Questo è il punto che mi premeva sottolineare. Non se ne esce, perché, se gli impianti di CDR non hanno una prospettiva di chiusura del ciclo nelle stesse province, con la logica del minor trasporto possibile dei rifiuti, evidentemente non esiste la disponibilità a produrre un combustibile, che rischia di alimentare, invece, le discariche.
Allo stesso tempo, però, la situazione assurda è che i termovalorizzatori che esistono nella nostra regione vengono alimentati, come abbiamo visto, acquisendo combustibile derivante da rifiuto, che non è tale, perché in molti casi, come a Colleferro, si tratta di tal quale, che è stato acquistato come CDR, ma non ne le qualità e ha prodotto anche l'indagine della magistratura che ha portato allo scandalo della gestione del termovalorizzatore di Colleferro.
Penso che sarebbe opportuno far funzionare questi impianti di CDR e fare in modo, a prescindere dalla presentazione dei diversi piani regionali, che esso venga subito utilizzato per i termocombustori esistenti. È inutile, a questo punto, prevedere - è una mia valutazione; poi approfondiremo meglio la materia, quando ci sarà la possibilità di concludere la relazione - nuove linee di termovalorizzazione, se non c'è il carburante per farli funzionare.
Mi interessava conoscere la sua esperienza di amministratore, che mi sembra coincida con le valutazioni che stiamo svolgendo.
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Nel sito di Casale Bussi produciamo 600 mila tonnellate annue di rifiuti. Facciamo conto, statisticamente, che il 45 per cento sia utile per tentare di produrre CDR e arriviamo a circa 300 mila.
PRESIDENTE. Mi scusi, parla della discarica di Casale Bussi?
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Parlo dell'impianto.
PRESIDENTE. Dove scaricano...?
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. È un impianto di trattamento dei rifiuti, non è una discarica.
PRESIDENTE. Chi confluisce in quell'impianto?
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Tutti i comuni della provincia di Viterbo, compresi 19 comuni della provincia di Rieti, inclusa la città di Rieti.
Nell'impianto affluiscono 600 mila tonnellate, che potrebbero generare, togliendo il 55 per cento, circa 300 mila tonnellate di CDR di qualità.
ANTONIO RUGGHIA. È prevista la separazione secco-umido?
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Certo. Nel 1996 fu ordinato al comune di Viterbo di realizzare tale impianto per questo scopo. In 14 anni non si è chiuso il ciclo dei rifiuti perché le decisioni non sono state volte a realizzare l'impianto di termovalorizzazione nella città di Viterbo, dove si produce il CDR, oppure a destinarlo fuori: lo si può portare a Colleferro, ma si aumenta la tariffa per il trasporto. Purtroppo, con due amministrazioni regionali di segno opposto, non si è riusciti a prendere una decisione.
PRESIDENTE. Rispetto a questo tema e sulle parole dell'onorevole Rugghia, avete mai trasmesso ai termovalorizzatori di Colleferro che esisteva la possibilità di produrre CDR di qualità? Sono state mai fatte offerte in questo campo?
Noi abbiamo un problema serio: ci sono termovalorizzatori che, per mancanza di combustibile, secondo quanto ci è stato riferito, si alimentavano con tal quale o con materiale ancora più inquinante. In merito è in corso un'indagine.
Poi vi è l'impianto di Albano, dove, su una deposizione dell'ex sindaco, erano state fatte diverse lettere all'impianto di Colleferro per trasmettere il CDR. Allo stato dei fatti, però, non si è mai verificato un trasporto del CDR da Albano a Colleferro.
Esiste poi un altro rimpianto a Viterbo, che potrebbe dare una quantità piuttosto importante di CDR a Colleferro, però non c'è mai stato, se mi consente, né da parte vostra, né della regione, un impegno a verificare il ciclo dei rifiuti, anche con un contributo regionale. Ciò avrebbe aiutato tutti, sia la fase della raccolta, sia quella della combustione. Anche in mancanza di un discorso impiantistico, questo sarebbe stato un comportamento virtuoso del ciclo.
Perché non avete mai portato questa rappresentazione alla regione?
Passo alla seconda domanda. Apprendo dalle sue parole che lei è stato anche presidente della provincia. Nel vostro piano provinciale dei rifiuti avevate previsto in provincia di Viterbo un termovalorizzatore. Avrebbe servito la provincia di Viterbo e di Rieti o solamente la provincia di Viterbo era in grado di poter gestire economicamente un impianto di termovalorizzazione?
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Non è stata mai svolta la valutazione di portare il CDR a Colleferro perché il trasporto dei rifiuti da provincia a provincia è materia regionale.
Dall'altra parte, c'era una provincia, la prima provincia nel Lazio, che si era «autodeterminata» un piano dei rifiuti e l'aveva sottoposto all'attenzione della regione Lazio per inserirlo nel piano regionale dei rifiuti che allora, negli ultimi anni della Giunta Storace, aveva preso in esame tale attività. Avevamo pensato che avremmo potuto economicamente gestire il rifiuto con le quantità che avevamo in loco, senza trasportare oltre il rifiuto in altre province.
È mancato, dal punto di vista regionale, questo tipo di attività di concertazione, di vasi comunicanti. Se il trattamento dei rifiuti costa 100 e ai cittadini viterbesi costerà 100, anche se i rifiuti arrivano a Colleferro, tanto di guadagnato.
PRESIDENTE. Costerà sicuramente di meno, perché, se si riesce a produrre il CDR, la quantità che va in discarica diminuisce e, quindi, sarebbe un abbattimento dei costi.
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Noi eravamo e siamo disponibili, però, purtroppo, le decisioni politiche regionali non sono state queste.
PRESIDENTE. L'impianto di CDR, quindi, a oggi non funziona.
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Non funziona, ma sta iniziando a funzionare, perché nel tempo l'impianto ha acquisito nuovi...
PRESIDENTE. Comunque, si è preferito mandare tutto in discarica.
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Alla fine, dal sogno di creare un ciclo completo siamo arrivati a un quarto di ciclo.
PRESIDENTE. Sulla seconda domanda?
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Le rispondo subito. Abbiamo costituito il piano dei rifiuti mettendo a gara pubblica le nostre valutazioni di quantità e di siti possibili nella provincia di Viterbo. Hanno partecipato sette aziende in preselezione e due alla selezione finale; avevamo anche dato la preaggiudicazione, ma non abbiamo completato il ciclo della gara, perché la regione Lazio non ha mai preso in considerazione di affidare a Viterbo la costruzione del ciclo dei rifiuti. Hanno partecipato dunque alcune aziende con
gara europea e la possibilità era stata valutata anche ed economicamente da tali aziende.
PRESIDENTE. Avete valutato tale possibilità sul vostro bacino di utenza?
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Sì, compreso Rieti, con quello che la regione Lazio ci aveva indicato, ovvero i nostri 60 comuni, più i 19 della provincia di Rieti.
PRESIDENTE. I 19 comuni della provincia di Rieti, a numeri, quanto rappresentavano?
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Il 50 per cento di Viterbo: erano rispettivamente 600 mila e 300 mila.
PRESIDENTE. No, la domanda era diversa. Percentualmente, i comuni che scaricano a Viterbo e fanno parte della provincia di Rieti quanto rappresentano nel complessivo del bacino della provincia di Rieti, se è grado di potercelo comunicare?
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Al 2009, la provincia di Rieti scarica 71 mila 911 tonnellate di rifiuti.
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Ho i dati anno per anno.
ANTONIO RUGGHIA. Intervengo per svolgere alcune riflessioni che possono essere utili per il lavoro che dobbiamo concludere e per cercare di capire meglio.
In base alle considerazioni del sindaco, sostanzialmente, esiste una proposta di chiusura del ciclo da parte non soltanto della provincia di Viterbo, ma anche della provincia di Rieti, con impiantistica, realizzazione del combustibile derivante da rifiuto e tutte le attività connesse.
Da quanto apprendo, la regione non ha manifestato una volontà positiva di determinare la chiusura del ciclo in questo ambito, forse per ragioni di scala, che però a me sembrano poco comprensibili.
A questo punto, credo che abbiamo anche una risposta al tema che abbiamo di fronte, cioè per quale motivo non si riesca a chiudere il ciclo regionale.
PRESIDENTE. Qualcuno ci ha riferito il motivo.
ANTONIO RUGGHIA. È comprensibile questo aspetto: è evidente, cioè, che le singole province preferiscono chiudere il ciclo all'interno del proprio territorio, altrimenti manca presumibilmente l'interesse a realizzare l'impiantistica, compresa la produzione di combustibile, che poi non può essere utilizzato per il proprio ambito territoriale. Questa è, però, comunque una situazione strana, perché noi dobbiamo ragionare per il ciclo dei rifiuti regionali.
Peraltro, il CDR può viaggiare da provincia a provincia, perché è combustibile e non rifiuto. A Colleferro è arrivato, infatti, CDR che poi non era CDR.
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Non abbiamo ancora prodotto il CDR.
ANTONIO RUGGHIA. L'impianto è a produzione zero, sostanzialmente.
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Sta cominciando a produrre.
ANTONIO RUGGHIA. Nel corso degli anni, però, è stato a produzione zero. È importante capire questo punto, perché risponde anche alla domanda che poneva il presidente, ossia per quale motivo non sia stato conferito nel Lazio. Il motivo è che non c'era CDR. L'impianto esiste, ma non ha mai funzionato nella produzione di combustibile derivante da rifiuto.
Il processo è tale che non occorre un'autorizzazione o un'indicazione. Abbiamo visto che c'erano alcuni procacciatori che si muovevano per conto proprio.
PRESIDENTE. Si muovevano in maniera illecita.
ANTONIO RUGGHIA. Era illecita, ma lo abbiamo scoperto dopo. Non è affatto vietato poter conferire combustibile derivante da rifiuto, come qualsiasi altro combustibile, presso impianti di termovalorizzazione. L'illecito è altro, non questo. Figuriamoci se non possa farlo una proprietà pubblica di produzione di combustibile derivante da rifiuto; lo può fare tranquillamente.
Peraltro, è un'attività remunerativa, perché se si produce CDR, chi realizza la termocombustione lo deve acquistare.
Mi limito alle grandi questioni e non entro nello specifico, perché so che la realtà è più complicata, però è questo il punto che non funziona: c'è sicuramente un problema di regia, ma emerge anche il fatto che, evidentemente, le province e i territori restano all'idea di chiudere il ciclo nel proprio ambito provinciale, il che determinerebbe un maggiore interesse anche di tipo economico, assolutamente legittimo per i territori.
Allo stesso tempo, se ciò deve essere compiuto in una scala regionale, non vi è lo stesso stimolo che hanno i privati che producono e conferiscono CDR, che molte volte abbiamo visto non essere neanche CDR, allo scopo di venderlo e portarlo alla combustione.
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Senza suscitare polemiche, mi consenta di mettere sotto accusa la regione Lazio nelle sue diverse forme, perché questa è un'attività di concertazione di cui deve occuparsi la regione. Nessun ente locale si può permettere di far girare i rifiuti.
Anche gli ultimi tentativi della regione Lazio di costituire gli ATO rappresentano un'indicazione politica di rimanere o nel territorio o in territori aggregati. La determinazione non spetta alle province, la indica la regione Lazio. Le province si devono relazionare negli ambiti che definisce il collegio regionale; il problema è questo.
La regione Lazio, nelle sue diverse differenziazioni, non ha mai concesso alle province di poter determinare, come credo fosse più opportuno, un ciclo definito dei rifiuti. Non l'ha mai permesso, perché la legge regionale ha voluto decidere che cosa si doveva fare del combustibile derivante da rifiuto e di tutto il ciclo.
Non aggiungo altre valutazioni.
PRESIDENTE. Volevo porre un'ultima domanda. Mi sembra giusto porla, anche se alla fine siamo tutti parlamentari, siamo stati amministratori e conosciamo a fondo il problema.
Ho posto la stessa domanda al presidente della provincia di Latina, che è stato ancora più esplicito di lei, perché ha svolto la stessa valutazione. È andato più avanti, però: aveva bandito la gara, che non è arrivata alla preaggiudicazione perché la regione l'ha bloccata con un atto.
Perché la regione non interviene in maniera fattiva su questo problema e non consente di farlo neanche alle province che si stavano attrezzando? Lei tiene una gara su un bacino di utenti per un termovalorizzatore, organizza un ciclo dei rifiuti che va dalla raccolta differenziata, al CDR, al compost per arrivare in discarica e in termovalorizzazione, ma la regione blocca le province e, praticamente, paralizza un sistema che sta andando verso un'emergenza seria. Perché, secondo lei, non succede questo e la regione non agisce neanche come regia? Perché, laddove vi sono impianti che funzionano a CDR, non propone di mettersi insieme e far funzionare bene i termovalorizzatori esistenti, in modo che ci siano impianti che inizino a funzionare in attesa che il piano vada a compimento? Perché, secondo lei, la regione, il commissario, non agisce e non fa agire neanche le province?
GIULIO MARINI, Sindaco di Viterbo. Lei saprà benissimo che vi è un malumore da parte delle province nel Lazio, non soltanto per il ciclo dei rifiuti, ma in senso generale. Non si manifesta dal punto di vista elettorale, ma da quello istituzionale.
Le riferisco tranquillamente che, purtroppo, essendo da 15 anni amministratore, la situazione non si è mai modificata. La regione Lazio nel 1996 ordina al comune di Viterbo di autorizzare l'impianto
di produzione CDR. Lo ordina, non in maniera concertativa, né di Conferenza di servizi o altro; lo fa con una ordinanza, il che fa comprendere che è la regione a prendere le decisioni.
In questi 14 anni non si è modificato alcunché. Per questo motivo c'è un malumore istituzionale latente nei confronti della regione Lazio.
Ho cercato in tutte le maniere di combattere una battaglia territoriale a tutti i livelli, ma non credo di essere stato molto ascoltato, come il collega di Latina o altri.
PRESIDENTE. Ringraziamo il sindaco di Viterbo per la sua relazione e gli auguriamo buon lavoro. Dichiaro conclusa l'audizione.
(La seduta, sospesa alle 11,50, riprende alle 11,55).
[Indietro] | [Avanti] |