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Resoconti stenografici delle audizioni

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti
56.
Martedì 15 giugno 2010
INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:

De Angelis Candido, Presidente ... 3

Comunicazioni del Presidente:

De Angelis Candido, Presidente ... 3

Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Velletri, Silverio Piro:

De Angelis Candido, Presidente ... 3 4 5 6
Piro Silverio, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Velletri ... 3 4 5

Audizione del presidente della provincia di Latina, Armando Cusani:

De Angelis Candido, Presidente ... 6 7 11 12 13 15 17
Cusani Armando, Presidente della provincia di Latina ... 6 7 11 12 14 15 16 17
Rugghia Antonio (PD) ... 15 16 17

Audizione del sub-commissario prefettizio del comune di Latina, Claudio Sgaraglia:

De Angelis Candido, Presidente ... 17 18
Sgaraglia Claudio, sub-commissario prefettizio del comune di Latina ... 17 18

Audizione del sindaco di Frosinone, Michele Marini:

De Angelis Candido, Presidente ... 19 21
Ferracci Claudio, Dirigente settore ambiente comune di Frosinone ... 21
Marini Michele, Sindaco di Frosinone ... 19 20
Rugghia Antonio (PD) ... 19 21

Audizione del sindaco di Rieti, Giuseppe Emili:

De Angelis Candido, Presidente ... 21 22
Emili Giuseppe, Sindaco di Rieti ... 21 22

Audizione dell'assessore all'ambiente della provincia di Rieti, Michele Beccarini:

De Angelis Candido, Presidente ... 22 23 24
Beccarini Michele, Assessore all'ambiente della provincia di Rieti ... 22 23

Audizione del sindaco di Viterbo, Giulio Marini:

De Angelis Candido, Presidente ... 24 26 27 28 29 30
Marini Giulio, Sindaco di Viterbo ... 24 25 26 27 28 29
Rugghia Antonio (PD) ... 25 26 28 29

Audizione del sindaco di San Vittore, Francesco Paolo Pirollo:

De Angelis Candido, Presidente ... 30 33 34
Pirollo Francesco Paolo, Sindaco di San Vittore ... 30 32 33 34
Rugghia Antonio (PD) ... 31 32 33 34

Audizione dell'assessore all'ambiente della provincia di Viterbo, Paolo Equitani:

De Angelis Candido, Presidente ... 34 35 36 37 38
Equitani Paolo, Assessore all'ambiente della provincia di Viterbo ... 34 35 36 37
Rugghia Antonio (PD) ... 36 37
Tosini Flaminia, Dirigente del settore ambiente della provincia di Viterbo ... 35 36 38

Audizione del presidente della società Opus Automazione, Stefano Battistini:

De Angelis Candido, Presidente ... 38 42 43 44 45
Battistini Stefano, Presidente della società Opus Automazione ... 38 41 42 43 44
Rugghia Antonio (PD) ... 41 42 43 44
Sica Pier Francesco ... 44

Audizione del presidente della società Co.La.Ri, Manlio Cerroni:

De Angelis Candido, Presidente ... 45 46 47 49 50 51 52 53 55
Cerroni Manlio, Presidente della Co.La.Ri ... 45 46 47 48 49 50
Rugghia Antonio (PD) ... 48 49 50 51 52 53 54
Spadaccini Luca, Co. La. Ri ... 54

Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Frosinone, Adolfo Coletta:

De Angelis Candido, Presidente ... 55
Coletta Adolfo, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone ... 55

Audizione del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia, Gianfranco Amendola:

De Angelis Candido, Presidente ... 56 57
Amendola Gianfranco, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia ... 56 57

Audizione del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cassino, Mario Mercone:

De Angelis Candido, Presidente ... 58 59 60
Mercone Mario, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cassino ... 58 59 60
Rugghia Antonio (PD) ... 59

Audizione dell'assessore all'ambiente della provincia di Frosinone, Fabio De Angelis:

De Angelis Candido, Presidente ... 60 64
De Angelis Fabio, Assessore all'ambiente della provincia di Frosinone ... 60 64

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Seduta del 15/6/2010


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...
Audizione del presidente della società Opus Automazione, Stefano Battistini.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della società Opus Automazione, Stefano Battistini, che ringrazio per la sua presenza.
Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
L'audizione odierna rientra nell'ambito degli approfondimenti che la Commissione sta svolgendo sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Lazio.
Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, i lavori della Commissione proseguiranno in seduta segreta, invitandolo comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
Ringraziando il signor Battistini, lo invito a prendere la parola.

STEFANO BATTISTINI, Presidente della società Opus Automazione. Intervengo in qualità di presidente dell'Opus Automazione, società che è stata coinvolta nell'ambito delle indagini su Colleferro. Se non c'è un ordine preciso, vorrei dare un'indicazione su come è composta la


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società e su qual è la sua funzione nell'ambito degli impianti di Ep Sistemi e Mobil Service.
La società, che risale al 1997, si occupa essenzialmente di attività di progettazione e sviluppo software, con particolare attenzione ai settori dell'ambiente e della Difesa. Abbiamo iniziato il nostro rapporto lavorativo con le società EP Sistemi e Mobil Service nel 2004.
I primi contatti con queste due aziende li abbiamo avuti tramite la società Sick per la quale avevamo dei contratti di manutenzione dal momento che la Sick dava in outsourcing attività manutentive sui loro analizzatori sin dal 2002.
Nel 2004 le società Ep Sistemi e Mobil Service hanno deciso di non procedere con la Sick con le attività manutentive sui loro impianti e ci hanno conferito direttamente l'incarico. La nostra attività su quegli impianti consisteva essenzialmente nell'intervenire sugli analizzatori per il controllo delle emissioni al camino - di entrambi gli impianti, ovviamente - e nel procedere con delle attività manutentive programmate e concordate con entrambe le aziende due volte l'anno, quindi con cadenza semestrale. Negli intervalli tra i controlli, su queste due attività potevamo intervenire, se chiamati, ma altrimenti molte operazioni venivano svolte dal personale interno di Ep Sistemi e Mobil Service. Il referente di entrambe le società per la Opus era l'ingegner Stefania Brida.
Le nostre attività consistevano molto semplicemente in una manutenzione di carattere tecnico, come sostituire alcune parti di ricambio e fare delle calibrazioni su questi analizzatori. Nel corso dell'attività, abbiamo proceduto a sostituire il sistema software per l'acquisizione dei dati, perché nel frattempo sono intervenute delle modifiche legislative, per cui il vecchio sistema a corredo degli impianti non rispondeva più alle esigenze di acquisizione dei dati, valutazione e quant'altro. Si è data la necessità di cambiare questo sistema. Ci è stata richiesta un'offerta e noi abbiamo fornito un sistema, per il quale non fornivamo alcun tipo di assistenza, se non, durante i controlli semestrali, alcune attività sull'hardware del PC, ma niente di più in quanto il software, una volta installato, funzionava da solo.
La gestione dal punto di vista informatico di questi impianti, quindi dal punto di vista dell'hardware e del software, era completamente a carico di Mobil Service ed Ep Sistemi tramite Stefania Brida e altre persone.
Queste sono, molto sinteticamente le nostre attività all'interno dei due impianti di incenerimento di Colleferro.
Entrerei, ora, nel merito dell'indagine sugli impianti anche nei nostri confronti. Anche se sono di estrazione tecnica, è da qualche anno che ho abbandonato l'attività tecnica, per cui se avete bisogno di chiarimenti di questo genere sia sui sistemi di analisi sia sulla parte software, ci sono qui i miei collaboratori e colleghi che potranno rispondere compiutamente a quanto di vostro interesse. Il fatto di non essere più un tecnico, ma di occuparmi di amministrazione, non mi impedisce, però, di fare un'analisi molto semplice. Non riusciamo, infatti, a capire a che titolo siamo stati coinvolti in quest'indagine. Io ho letto gli atti del procuratore Cirielli, tutti i verbali delle intercettazioni, i rapporti redatti dai consulenti di volta in volta incaricati da Cirielli, che ha avuto anche la necessità di cambiare consulente durante le indagini. Molto probabilmente il consulente non ha dato sufficienti informazioni al pubblico ministero su come effettivamente funzionano questi sistemi di analisi. Mi riferisco, in questo caso, essenzialmente alla parte software.
Noi siamo stati intercettati durante un certo numero di telefonate, tutte afferenti a un unico soggetto, a un'unica azione, male interpretata dagli inquirenti e dai consulenti. Abbiamo, infatti, operato nel più completo rispetto delle normative e di quanto era stato concordato da Ep Sistemi e Mobil Service con l'ARPA competente.
Era stato rilevato un problema su una misura di temperatura al camino. Il sistema di acquisizione dati può capire se l'impianto è in marcia soltanto tramite due indicazioni: la temperatura dei gas di scarico al camino e il tenore di ossigeno al


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camino dei gas stessi. Queste due condizioni, cioè un'alta temperatura - diciamo intorno ai 170 gradi - e un basso tenore di ossigeno indicano che l'impianto è in funzione. In quella circostanza si era rotto un modulo elettronico che serviva per permettere al software di acquisire il valore della temperatura. Quindi, il sistema, venendo a mancare la misura della temperatura, era inibito, non acquisiva più i dati e non registrava, dunque, in quel momento quanto si stava emettendo all'interno del camino. L'intervento, fatto in remoto, è stato quello di settare - ripeto, proprio di settare - la misura di temperatura a un valore equivalente al valore medio registrato nelle settimane o nei mesi precedenti. In questo modo, il sistema ha ripreso ad archiviare i dati. Questa è l'unica cosa che noi abbiamo fatto sull'impianto in remoto.
Oltretutto, oggettivamente i rapporti che intrattenevamo con l'impianto erano talmente sporadici - si parla di due interventi annuali - che ci risulta davvero difficile sapere se loro intervenissero in qualche modo sui dati archiviati. Faccio presente che all'epoca, e a tutt'oggi, non c'era alcuna normativa che ci indicasse modalità di sicurezza per archiviare dati sui sistemi di analisi. Quindi, ci siamo rimessi alle indicazioni in fase di offerta e di discussione tecnica da parte del cliente. Siccome tutti avevano - come si evince dagli atti - le password di accesso al sistema, onestamente non siamo in grado di dire se qualcuno entrasse all'interno del sistema, se modificassero dati o meno. Ribadisco, quindi, che ad oggi, tutte le volte che ripenso a questa storia, ho grossa difficoltà a capire come sia stato possibile che un consulente abbia sottovalutato un elemento così banale e semplice. Noi non siamo assolutamente intervenuti su alcun dato, né in remoto, né tantomeno sull'impianto.
In questo modo, in estrema sintesi, sono andate le cose e così intervenivamo sull'impianto. Non ho altro da aggiungere perché per noi la cosa è di poca sostanza, al di là delle dichiarazioni, dei commenti, dell'enfasi della stampa e della televisione intorno a questa vicenda.
Noi siamo stati penalizzati in modo incredibile, dal punto di vista dell'immagine della società, che da tredici anni opera nel settore e ha un nutrito numero di clienti e molto importanti in tutta Italia, che a tutt'oggi ci hanno rinnovato la loro fiducia.
Se è di vostro gradimento, avrei preparato anche una documentazione in tal senso sui nostri clienti, sugli impianti e i lavori effettuati. Siamo stati danneggiati anche dal punto di vista dei rapporti con alcuni fornitori importanti, di fama nazionale, che hanno ritenuto opportuno in un primo momento - durato diversi mesi - non intrattenere più rapporti con Opus Automazione. Ancora, siamo stati danneggiati per il fatto che, ad esempio, Sick - non esito a riferirmi alle dichiarazioni rilasciate dall'amministratore delegato - ha colto la palla al balzo per riprendersi ciò che in qualche modo aveva perso nel 2004. Noi abbiamo lavorato ininterrottamente dal 2002 al 2007 in service per la Sick - quindi coloro che hanno prodotto l'analizzatore che poi in una prima fase lo hanno seguito - abbiamo lavorato sulle stesse macchine e su macchine diverse in tutta Italia, dalla Campania fino alla Lombardia, all'Umbria e via elencando. Quindi, ce n'è stato d'avanzo. Io ho tutta una serie di incartamenti e di ordini che comprovano la nostra continuata e soddisfacente collaborazione con la Sick. Inoltre, sono rimasto profondamente deluso dalle indicazioni che hanno dato sul nostro livello tecnico-qualitativo e di preparazione, perché sembrava quasi che fossimo degli improvvisati in quell'attività, mentre qualcuno di noi svolge dal 1991 un'attività di questo genere.
Oltretutto, mi permetto di dire che abbiamo avuto diverse volte dei contrasti con la Sick, abbiamo mosso loro delle contestazioni in merito a lavori svolti. A suffragio di quello che sto dicendo ci sono documenti, note di credito, lettere accompagnatorie in cui confermano le nostre


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contestazioni e ci rimborsano parte di quanto da noi versato per i loro interventi.
Quindi, si è venuto a creare un quadro complessivo che oggettivamente ha danneggiato la società in primo luogo, ma anche le persone che si sono trovate sbattute in prima pagina e che non avevano mai avuto alcun tipo di rapporto con le forze dell'ordine, se non per qualche multa.

ANTONIO RUGGHIA. L'ingegnere faceva riferimento all'audizione con l'amministratore delegato di Sick, che contesta la gestione della manutenzione del sistema e, tra l'altro, fa dichiarazioni molto precise: afferma che non c'era la possibilità di realizzare misure attendibili per quanto attiene alla presenza di diossina perché non erano tarati bene gli strumenti, che non c'erano segnali attendibili e quant'altro. Adesso non entriamo nel merito delle vicende che riguardano il vostro rapporto con l'autorità giudiziaria; ci interessa, però, capire alcune cose nella gestione di quest'attività, importante perché determina i livelli di emissione.
Tra l'altro, formalmente, le amministrazioni comunali hanno dato molta importanza a questo aspetto, non solo perché sia previsto dalla legge, ma perché questa attività serviva a rappresentare alla popolazione una situazione, che poi si è verificato non essere attendibile. La Commissione si è recata a Colleferro dove abbiamo visto che nella sala del Consiglio è presente un monitor dal quale - ci spiegavano - al momento venivano indicati i livelli di emissioni; questi stessi monitor erano posti anche all'esterno della città. Abbiamo verificato, poi, che questi livelli di emissioni non erano attendibili e che c'è stata la possibilità dall'esterno di controllare il sistema per portare i livelli di emissioni - questa è l'accusa che viene mossa, uno dei motivi per cui è stata poi portata avanti questa indagine - entro i limiti previsti dalla legge. Questo è molto grave, perché comunque attiene alla salute dei cittadini, non soltanto al rispetto formale dei limiti previsti dalla legge.
Vorrei chiederle se esiste un elenco di persone che avevano accesso al software, un registro, una tracciato degli interventi realizzati sul software e quanti sono, eventualmente, questi soggetti. Vorrei sapere se è verificabile - come credo dovrebbe essere - la possibilità di accedere a un sistema che rende pubblici dei dati di emissione. Credo che questo dovrebbe essere possibile.

STEFANO BATTISTINI, Presidente della società Opus Automazione. Su questo posso risponderle molto esaurientemente.
Per quanto ci riguarda, nel momento in cui abbiamo installato il pacchetto software per lo SMEC (sistema di monitoraggio di emissioni in continuo), abbiamo consegnato anche delle password ai gestori dell'impianto e la procedura per modificare le password, in modo tale che loro ne fossero gli unici titolari. Quindi, come loro si siano comportati dopo la consegna di documentazione e password, io non sono assolutamente in grado di dirglielo. A noi hanno consegnato una password di accesso, della quale non so se fossimo gli esclusivi titolari o se fosse la stessa per tutti, ma i nostri interventi - come ho potuto dire prima - si sono limitati a quanto di cui al contenuto delle intercettazioni, ossia a quel settaggio del valore della temperatura.
Abbiamo effettuato altri interventi, ma soltanto di visione. Peraltro, ora nel dettaglio non so come si siano svolte i fatti. Tuttavia, se avevano bisogno di un controllo, è perché magari c'era qualcosa che non andava, ma sulla funzionalità dello strumento, non per modificare i parametri archiviati. Peraltro - come ho detto prima - distinguerei il software in quanto pacchetto programma che archivia i dati, e i file. Io penso che siano stati modificati questi ultimi. Credo che, se qualcuno è intervenuto, sia intervenuto sui file, ma non so come li abbiano gestiti.

ANTONIO RUGGHIA. Vorrei chiederle se si sente di confermare le valutazioni dell'amministratore delegato di Sick che quel sistema di monitoraggio non poteva


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garantire dati attendibili. Su questo lui è stato piuttosto categorico.

STEFANO BATTISTINI, Presidente della società Opus Automazione. Direi assolutamente di no. Lui è stato categorico, ma non so su quali basi si sia espresso. Noi abbiamo dei documenti dell'Arpa Lazio che risalgono a tredici giorni prima del sequestro dell'impianto - li abbiamo con noi e li abbiamo depositati - in cui erano state fatte verifiche con le loro miscele di calibrazione, e il risultato era che gli strumenti funzionavano. Si tratta delle certificazioni di un ente competente. Quindi, io non so come faccia l'amministratore della Sick a dare queste notizie.

ANTONIO RUGGHIA. È possibile sapere - anche se per grandi linee - come funzionava questo sistema di monitoraggio?

STEFANO BATTISTINI, Presidente della società Opus Automazione. Inerente al software o agli analizzatori?

ANTONIO RUGGHIA. Dall'impianto come si arrivava alla rilevazione? Attraverso le pompe, i sensori, le centraline...

STEFANO BATTISTINI, Presidente della società Opus Automazione. Le mostro un layout che può esserle utile.
L'impianto è costituito in questo modo: alcuni analizzatori e sensori sono, in parte, installati in situ sul camino, in parte si trovano, invece, in un box di analisi. I sensori installati al camino rilevano essenzialmente la temperatura - se c'è qualche inesattezza, mi scuso sin da ora -che è molto importante, la pressione per la normalizzazione e, mi sembra, anche l'acido fluoridrico, oltre alla misura di portata. Tramite una sonda veniva prelevato, con una linea riscaldata, il gas campione e portato all'analizzatore in remoto. Si tratta, quindi, di un sistema estrattivo. L'analizzatore in remoto, che è un analizzatore multiparametrico della Sick MCS100 che ciclicamente analizza tutta una serie di inquinanti. Ne cito qualcuno: acido cloridrico, CO, NOx, ossido di azoto eccetera. Inoltre, effettua anche una misura di ossigeno, che è importante ai fini della correzione di questi dati acquisiti, correzione ai livelli di riferimento che indica la normativa. Nel caso specifico, la normativa di riferimento mi pare sia il decreto legislativo n. 133 del 11 maggio 2005 sui sistemi dove si fa anche co-incenerimento. Se si fosse trattato di un impianto normale, il riferimento sarebbe stato il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Gli analizzatori producono con le loro metodiche una serie di dati, in segnali analogici in parte, in segnali seriali in altra parte, che sono proporzionali, in qualche modo, ai valori misurati sull'impianto. Il sistema MCS100 effettua in automatico, con una certa frequenza giornaliera, una calibrazione di zero. Siccome le misure possono tendere a derivare nel tempo, effettua un controllo dello zero e se risulta che lo zero si scosti, ricalibra automaticamente i parametri. Con una certa frequenza viene fatta la verifica della calibrazione. È ovvio che noi la facevamo una volta ogni sei mesi, quando intervenivamo.

PRESIDENTE. Quindi, avviene ogni sei mesi.

STEFANO BATTISTINI, Presidente della società Opus Automazione. Esatto. Tuttavia, il sistema aveva bisogno di controlli più frequenti. In questo arco di tempo, i controlli venivano fatti da personale di Ep Sistemi e Mobil Service. Quando abbiamo effettuato una verifica della calibrazione, si è sempre proceduto in un certo modo, ed esistono, ovviamente, i documenti. Immettevamo gas di standard, verificavamo se i dati generati dal sistema rientravano nell'intervallo di incertezza della misura propria dell'analizzatore. Se così era, non si procedeva alla calibrazione, altrimenti si procedeva alla calibrazione con le metodiche descritte nel manuale depositato, che mi auguro EP Sistemi e Mobil Service abbiamo consegnato e protocollato con ARPA. Noi avevamo una copia firmata di questo manuale.


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Questa è la parte che riguarda gli analizzatori.

ANTONIO RUGGHIA. Mi scusi, ingegnere, ma c'era anche un sistema di misurazione delle polveri?

STEFANO BATTISTINI, Presidente della società Opus Automazione. Sì. Il sistema di misura delle polveri si può verificare soltanto con campagne gravimetriche fatte in parallelo: con un ente preposto e con certificazione, possibilmente, SINAL (Sistema nazionale per l'accreditamento dei laboratori di prova) - che credo in quel caso fosse l'Eco Chimica Romana - intervenivano sull'impianto, a volte anche con noi, oppure con i loro operatori, e facevano delle misure al sistema in parallelo. Quindi, loro facevano dei campionamenti di gas al camino con delle apposite flange, dei quali venivano letti i valori generati dal sistema, li pesavano in laboratorio, facevano una correlazione con la legge dei minimi quadrati e trovavano, quindi, l'interpolazione e la linearità. Non c'è altro sistema per poter tarare polverimetri di quel tipo. Loro hanno, se non mi sbaglio, montato di diffrattometro. Il software di acquisizione, tramite delle apposite interfacce hardware, acquisisce sia segnali di tipo analogico sia segnali di tipo seriale e, previi validazioni e controlli che devono ottemperare quanto prescritto nel decreto legislativo n. 133, valida o non valida i dati, controlla se l'impianto è in marcia oppure è fermo - da qui il discorso della temperatura e dell'ossigeno - e produce dei file di medie con i dati validati (medie semiorarie, orarie, le ventiquattro ore e altre ancora), che vengono archiviati in una directory dell'hard-disk. Questa è la descrizione sintetica di come funziona il sistema. Ora, dei file archiviati nella directory dell'hard-disk e di tutto quello che è stato fatto, io onestamente non ho cognizione.

ANTONIO RUGGHIA. Nel corso delle attività di manutenzione che avete svolto, avete avuto la sensazione che dei dati non rispondessero ai limiti previsti dalla normativa? Avete avuto la sensazione di una gestione dell'impianto al di fuori della norma?
Rispondendo alla domanda che le facevo prima, diciamo che il sistema comunque non prevedeva un lettore ottico delle polveri. Il controllo sulle polveri...

STEFANO BATTISTINI, Presidente della società Opus Automazione. C'è un diffrattometro, che è a tutti gli effetti un lettore ottico. Non è un opacimetro, cioè basato sull'oscuramento, ma è un sensore grazie al quale le polveri colpite da un raggio di luce diffraggono questa luce; c'è poi un altro sensore che riceve. In base alla quantità di luce ricevuta, nell'ambito della portata del volume di gas che passa nel camino, si dà una concentrazione di polveri per Normal metro cubo.
Anche per quanto riguarda la sensazione di un impianto non gestito in maniera corretta per il tipo di emissioni prodotte risponderò molto puntualmente.
In questo momento abbiamo venti impianti manutenzione, a partire da Sora fino ad Arpa Lombardia (Varese, Mantova, Milano); non esiste un impianto che abbia un limite di emissioni prescritto che sia uguale a un altro. Questa è la premessa. Per rispondere alla domanda, ritengo che quando i tecnici sono intervenuti sull'impianto si siano esclusivamente limitati a svolgere il loro compito: fare le calibrazioni. Non avevano certo il compito di analizzare i dati. Anzi, le dico una cosa con molta onestà: questo è un compito al quale ci sottraiamo nel modo più categorico, perché è come fare gli interessi in casa propria. Onestamente, io assicuro che il sistema sia funzionale e non voglio svolgere verifiche ulteriori, come accertare che i dati rientrino nelle prescrizioni o altro. Oltretutto, non è il nostro mestiere. Ci sono ben altre aziende che fanno questo mestiere.

PRESIDENTE. Ho capito, ma non state facendo la manutenzione di un videopoker. Se la macchina non funziona, c'è in ballo...

STEFANO BATTISTINI, Presidente della società Opus Automazione. Sì, ma se


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la macchina non funziona, in quel momento per me quello è solo un dato non funzionante e intervengo per verificare dov'è il problema. Altra cosa è il mancato funzionamento, altra l'emissione fuori limiti, che peraltro io...

PRESIDENTE. Innanzitutto le dico che siamo in un ritardo clamoroso, dunque le chiedo di lasciarci la documentazione.
Quando avete preso la manutenzione della centralina, l'hardware era funzionante, in buone condizioni meccaniche o era un macchinario già vetusto?

STEFANO BATTISTINI, Presidente della società Opus Automazione. Era un impianto quasi nuovo, aveva pochi anni. L'impianto, quindi, era in ottime condizioni. Se si esclude il fatto che i misuratori di portata erano in pessimo stato, perché attaccati dall'acido, montati male da chi aveva realizzato l'impianto - o non so da chi -, siamo quindi intervenuti per rimetterli a posto. L'impianto era in buone condizioni.
Ovviamente, nel tempo si è deteriorato, ma - sempre rifacendomi alle affermazioni dell'amministratore della Sick - noi avevamo girato le loro offerte all'ingegner Brida e attendevamo da Brida il nulla osta, che ci ha dato, mi pare, pochi giorni prima...

PRESIDENTE. Ritenete che la vostra manutenzione sia stata fatta in maniera efficiente.

STEFANO BATTISTINI, Presidente della società Opus Automazione. Assolutamente sì. Tra l'altro, aggiungo che per quando ci sono stati problemi, certo non manca la documentazione con la quale li abbiamo evidenziati a i gestori dell'impianto. Tuttavia, erano loro i proprietari, loro decidevano se intervenire o meno.
Vi ricordo solo che intervenire su quelle macchine, come le MCS100, comporta spese dai 10.000 ai 20.000 euro, e non per noi, ovviamente.

ANTONIO RUGGHIA. Vorrei rivolgerle solo un'altra domanda sulla gestione dei dati: esistono delle copie sui dati rilevati dai sensori? Come avveniva la gestione di questi dati?

STEFANO BATTISTINI, Presidente della società Opus Automazione. Non lo so.

ANTONIO RUGGHIA. Questo, quindi, non è un vostro compito.

STEFANO BATTISTINI, Presidente della società Opus Automazione. No, assolutamente. Noi abbiamo il contatto, che le lascerò, dove sono chiaramente indicati i nostri compiti.

PRESIDENTE. Voi sui report non intervenivate?

STEFANO BATTISTINI, Presidente della società Opus Automazione. Nella maniera più assoluta, no. Ci mancherebbe altro.

PRESIDENTE. Solo sulla funzionalità.

PIER FRANCESCO SICA. Presidente, posso far solo una chiusura? Sono l'avvocato Pier Francesco Sica, sono il difensore dei tecnici della Opus.
Molto brevemente, colgo l'occasione anche per l'intervento dell'onorevole Rugghia sul punto: il problema dal quale è nata la questione è se la società Opus dovesse o meno occuparsi della gestione del sistema dei dati di monitoraggio di emissione in continuo. Questo è il problema centrale. La Opus funziona come nell'ipotesi della vendita di un personal computer, come una società che, dopo aver progettato e venduto il software, magari si occupa anche della manutenzione. In questo caso, così è stato fatto. È stato progettato e venduto un software, è stato fatto un contratto di manutenzione.
Quanto alla contestazione, che peraltro originariamente prevedeva anche l'ipotesi di associazione per delinquere, eliminata dal tribunale del riesame di Roma - ovviamente questa non è la sede per discutere, perché ci difenderemo al processo - il nostro obiettivo era sottolineare


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che la società Opus nulla ha a che vedere con il sistema di gestione dei dati, perché ha richiesto il nulla osta per la sicurezza e vorrebbe continuare a lavorare con le società che richiedono questo nulla osta.

PRESIDENTE. Vi ringrazio e vi auguro buon lavoro.
Dichiaro conclusa l'audizione.

(La seduta, sospesa alle 13,15, riprende alle 13,20).

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